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Autore: katyjolinar    11/09/2017    2 recensioni
Nella scienza l'effetto farfalla si riscontra quando, tentando di riprodurre un esperimento, si cambia un particolare apparentemente insignificante, e alla fine si ottiene uno stravolgimento inaspettato.
Noi conosciamo la storia dei nostri eroi. Ma cosa succederebbe se un particolare apparentemente insignificante cambiasse?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Salve, fratellino." salutò il giovane uomo dietro le sbarre "Vedo che sei cresciuto in questi tre anni. Non sei più il nanetto di tre anni fa."
"Non sono tuo fratello." ringhiò Hiccup, a denti stretti "Ora dimmi perché mi hai fatto venire fin qui, togliendo tempo prezioso alla gestione di Berk."
"Ah, sì, ho sentito che sei diventato il capotribù." continuò Dagur, sorridendo in un ghigno inquietante dovuto alla brutta cicatrice che gli sfregiava il lato destro della faccia. Poggiò una mano sulle sbarre e fissò il gruppo "Sentite, preferirei parlare senza questa roba in mezzo."
Il castano esitò. Dagur era pericoloso, non poteva rischiare; ma qualcosa dentro di sé gli diceva che poteva fidarsi.
Guardò Astrid, in cerca di un consiglio, e lei gli restituì uno sguardo che parlava da sé: la decisione era solo sua, l'unica cosa che poteva fare lei era proteggerlo da un eventuale attacco.
Sospirò e si voltò verso Moccicoso, deciso.
"Fatti dare la chiave della cella." ordinò. Attese che il cugino fosse uscito e si voltò nuovamente verso il prigioniero "Non farmi pentire di questa decisione."
Il rosso annuì e tornò a guardare gli altri, uno per uno, fermandosi alla fine su Astrid.
"Sei cambiata anche tu, biondina." commentò "Nonostante ti atteggi ancora da guerriera, il tuo sguardo dice che sei la donna di qualcuno... che potresti rendere padre a breve, secondo me. Chi è il fortunato?"
La giovane non rispose, limitandosi a stringere la sua ascia con più forza. Ma non servirono parole per far capire al prigioniero le cose non dette; si voltò di nuovo verso Hiccup, indicandola.
"Così ne hai fatto la tua amante?" esclamò "E lei lo ha accettato senza condizioni? Tempo fa avevo sentito voci secondo cui cercavi moglie nelle isole vicine... Non credevo che Astrid avrebbe accettato di essere la tua concubina, mi sembra più una persona monogama."
La ragazza impallidì, realizzando il senso delle parole del giovane. Non ebbe il tempo di rispondere, però, perché tornò Moccicoso con le chiavi della cella.
Astrid si mise tra il capotribù e la cella, mentre il moro la apriva, lasciando uscire il prigioniero. Non si fidava del tutto di quell'uomo, inoltre era nervosa per quello che aveva appena detto.
Dagur fece un passo fuori, inspirando l'aria appena oltre le sbarre della cella, e tornò a rivolgersi al capo di Berk.
"Andiamo a sederci da qualche parte." suggerì "Così possiamo parlare con calma."
Uscirono dalla grotta e Hiccup fece strada verso un vecchio tavolo all'esterno di una malridotta capanna, e tutti si sistemarono sulle due panche attorno ad esso, Astrid, Hiccup e Testa Bruta da un lato, Gambedipesce, Dagur e Testa di Tufo dall'altro, e Moccicoso a capo tavola, seduto su un vecchio tronco.
"Allora? Ci dici perché ci hai voluti qui?" domandò il capo, ormai spazientito.
"Sai, fratello... in questi anni di prigione ho avuto molto tempo per pensare." esordì il rosso "E ho deciso di voler cambiare vita."
"Dagur lo Squilibrato che vuole cambiare vita?" lo interruppe la giovane guerriera, rabbiosa "Non ci crederò mai."
Dagur si voltò verso di lei, alzando un sopracciglio, e tornò a parlare all'altro.
"Forse avresti dovuto lasciarla a casa." commentò "Le donne incinte sono instabili, si sa."
"Io. Non sono. Incinta!" lo corresse Astrid, scattando in piedi e puntandogli l'ascia alla gola.
"Ne sei proprio certa? Perché sei irritabile come una donna incinta, davvero." chiese il ragazzo, perplesso.
"Oh, sì, ne sono certa al 100%." ammise la bionda "È solo la tua brutta faccia e i tuoi passati tentativi di uccidere il mio capo che mi rendono irritabile!"
"Beh, allora puoi rimettere a posto l'arma." la rassicurò, spostando l'ascia dal proprio collo con un gesto della mano "Non ho alcuna intenzione di uccidere Hiccup, ma voglio chiedergli aiuto."
Hiccup afferrò con delicatezza il braccio della compagna, invitandola a sedersi di nuovo, e quando l'ordine fu ristabilito tornò a parlare con il prigioniero degli Esiliati.
"Di che cosa hai bisogno?" chiese.
"Devi aiutarmi a trovare mia sorella." continuò l'altro "I Grandi Guerrieri sono stati troppo a lungo senza una guida, e se io dovrò passare ancora altro tempo qui, qualcuno dovrà pur occuparsi di loro."
"Tua sorella? Non ricordavo avessi una sorella." ammise il castano, pensieroso.
"Non lo sapevi perché è circa un anno più vecchia di te ed è stata affidata ad un'altra famiglia quando aveva quattro anni." raccontò il rosso, pensieroso "So che aveva con sé un corno con il sigillo di Berk, dono di tuo padre al mio per la sua nascita. Non so dove sia adesso, però devo trovarla assolutamente."
Il giovane capo di Berk passò lo sguardo suo suoi amici, pensieroso. In realtà era dubbioso se fidarsi completamente o meno.
"Come faccio a sapere che mi stai dicendo la verità?" insistette.
Dagur restò in silenzio per qualche secondo, pensieroso, cercando le parole giuste perché il suo vecchio nemico potesse credergli. Alla fine mise una mano sotto la sua casacca e ne tirò fuori un involto di stoffa, porgendoglielo.
Hiccup lo prese e lo aprì con cautela, restando perplesso quando ne vide il contenuto: una chiave del tutto identica a quella usata per aprire la sua cella.
"Qualche mese fa hanno tentato di farmi evadere." spiegò il rosso "Non nego di averci pensato, ma non credo sia la cosa giusta da fare."
Il castano annuì e si alzò in piedi, allontanandosi di qualche passo e dando loro le spalle. Aveva bisogno di pensare, di ragionare sul da farsi, e di decidere se era davvero il caso di fidarsi di lui.
Astrid attese un minuto prima di alzarsi a sua volta, lasciando Dagur in custodia ai loro amici, e raggiunse il compagno, fermandosi di fronte a lui.
"Devo pensare." le disse il ragazzo, a bassa voce.
"Va bene. Andiamo a farci un giro, Capo." acconsentì lei, calma, ma usando quelle parole per fargli capire che in quel momento non era la sua compagna a parlare, ma la sua guardia del corpo.
Hiccup annuì, camminando lungo la strada che andava al porto, seguito a poca distanza dalla giovane, ma appena fu lontano dagli occhi indiscreti dei loro compagni di avventure si fermò, guardandola serio.
"Ora dimmi che ti prende." le chiese, deciso.
"Cosa?" rispose Astrid, spiazzata da quella domanda a bruciapelo.
"Sei nervosa da quando Dagur ti ha rivolto la parola." spiegò il giovane, agitando le braccia. Fece un respiro profondo e le afferrò il braccio, fermo ma delicato "Non sarai davvero..."
"Vuoi sapere che ho?" lo interruppe la bionda, guardandolo negli occhi, senza muovere un muscolo "Ho che non riesco più a capire i tuoi ragionamenti! Prima cerchi di sedurmi, poi quasi vai a letto con Testa Bruta... poi cerchi di sedurmi di nuovo, prima di decidere di prendere moglie in un'altra isola. E ora che stiamo insieme non vuoi più sposarti, dicendo che non siamo pronti! Io non capisco! Eri pronto a chiedere la mano di quella Regina Malla, che neanche sai che faccia abbia, mentre con me dici che non siamo pronti, nonostante quello che abbiamo fatto?"
Hiccup la lasciò parlare senza interromperla. Quando ebbe finito le si avvicinò, carezzandole la guancia con la mano libera, perché con l'altra continuava a tenerla per il braccio, e annuì.
"Hai ragione." disse "Capisco perché sei arrabbiata. So di essermi comportato non proprio bene, negli ultimi mesi, e cercare moglie in un'altra isola dell'Arcipelago è stata la stupidaggine peggiore che potessi fare. Però aver perso la memoria mi ha dato modo di pensare a cosa voglio davvero. E ciò che voglio davvero non è sposarmi, non subito; questo non vuol dire che tu sia meno importante delle altre, anzi è il contrario. Voglio che sia tutto perfetto quando decideremo, insieme, di fare quel passo." fece un respiro profondo, prendendole entrambe le mani e avvicinandosi ancora "E vorrei anche che tu mi dicessi tutto quello che pensi. Non sei solo la mia ragazza, ma anche il mio braccio destro e la mia guardia del corpo, dobbiamo poterci fidare l'uno dell'altra... ed è questo che fa di noi... beh, noi." sorrise, rassicurante, continuando a guardarla negli occhi "Affare fatto?"
La giovane sorrise in risposta a quelle parole.
"Affare fatto." sussurrò, serena, trascinandolo verso di lei per baciarlo sulle labbra "Comunque puoi stare tranquillo: non sono incinta. Ho avuto la mia luna la scorsa settimana, per cui per ora non c'è pericolo. Quella incinta è Testa Bruta, quindi conviene assegnarle compiti più tranquilli."
"Oh... okay... allora ne terrò conto." acconsentì il ragazzo, poi tornò serio "Tu che cosa pensi della storia di Dagur?"
"Penso che dovremmo provare a dargli fiducia." suggerì la giovane "In fondo è vero: avrebbe potuto scappare mesi fa, ma non l'ha fatto."
Il giovane capotribù annuì e tornò verso il loro gruppo. Aveva ragione, forse Dagur era davvero cambiato.
   
 
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