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Autore: MaryFangirl    11/09/2017    1 recensioni
Al liceale Light Yagami viene dato il compito di fare da cicerone a Ryuzaki, nuovo ed eccentrico studente, e i due non vanno esattamente d'accordo...all'inizio. (AU ambientata al liceo).
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Light

 

"Misa, dobbiamo chiederti una cosa" Light le si sedette davanti e la guardò negli occhi nel tentativo di conferire gravità a ciò che stava per dire, "È estremamente importante"
Lei batté le palpebre per la sorpresa e abbassò la rivista, sollevando lo sguardo guardando i due dall'altro lato del tavolo della biblioteca. Assottigliò gli occhi e un ghigno le si disegnò sulle labbra, informando a Light che aveva fallito miseramente, "Fatemi indovinare, mi volete come damigella d'onore al vostro matrimonio? Lo farò! Ma solo se posso indossare un vestito nero, perché è una condizione fondamentale per me"
L'espressione nei suoi occhi diceva a Light che, vestito nero o meno, non avrebbe mai rinunciato all'opportunità di tormentarli per quel matrimonio. Light si limitò a roteare gli occhi e Ryuzaki rispose, "Puoi indossare quello che vuoi, Light e io non siamo esigenti"
Light avvertì un rossore diffondersi sulle sue guance e diede un calcio a Ryuzaki sotto il tavolo. Sentendoli parlare di un matrimonio quando lui non aveva nemmeno la certezza di sopravvivere al fine settimana non faceva altro che metterlo a disagio. "Non era questa la domanda" ricordò Light con tono pieno di sottintesi, "Stiamo indagando su un crimine e vorremmo che ci aiutassi a catturare il colpevole"
Con sua sorpresa, Misa non sembrò nient'affatto stupita a quell'informazione. "Volete che faccia da esca per lo psicopatico che sta uccidendo le ragazze a scuola" era un'affermazione, non una domanda. Light guardò Ryuzaki, il cui volto era ugualmente attonito, poi di nuovo lei, "Come hai-"
"Sappiamo tutti che vuoi fare il detective, Light. Non pensavo che avresti rifiutato quest'opportunità. Inoltre tutte le vittime erano ragazze che mi assomigliavano – ma non del tutto perché è difficile competere col mio meraviglioso aspetto – e ora venite da me a chiedermi aiuto. Non sono così stupida come pensate!" s'imbronciò per un momento.
"No, non sei stupida o non saremmo venuti da te a chiederti di aiutarci" replicò Ryuzaki rassicurante, "Non posso promettere che non sarà pericoloso, o che non ti farai male...ma Light e io saremo lì tutto il tempo ad assicurarci che vada tutto secondo il piano. Possiamo concederti di pensarci fino alla fine della giornata se ne hai bisogno"
Ryuzaki lo guardò e i due fecero per alzarsi. Prima di voltarsi per andarsene, Light la guardò e disse, "Ti ringraziamo se vuoi pensarci, Misa, per noi significa molto"
A malapena riuscirono a compiere due passi verso la porta primo che il grido di lei di protesta si sollevasse. "Aspettate!" Light si girò e la vide in piedi, le braccia incrociate sul petto e un'espressione determinata sul volto, "Vi aiuterò, qualsiasi cosa vi serva. Posso farcela, ditemi solo cosa devo fare"
Light incontrò lo sguardo di Ryuzaki mentre tornavano ai loro posti. Scacco matto. Light le spiegò interamente il loro sottile piano, e quando finì lei sembrò sorpresa.
"Uh, questo piano sembra piuttosto facile per essere vostro"
Light trasalì interiormente. "A volte la semplicità è meglio" tentò di liquidare il suo commento.
"Quindi praticamente devo soltanto flirtare con Juuzo, per poi attirarlo sabato? Una passeggiata!" sintetizzò lei, "Ma voi avete seriamente un debito con me"
"Cosa? Perché?" si accigliò Light, avere un debito con Misa poteva essere potenzialmente disastroso. Specialmente per loro due...
"Perché devo flirtare con un vecchio professore! Che schifo!" tirò la lingua fuori e arricciò il naso.
"Okay, va bene, siamo in debito con te" concesse Ryuzaki, guardando l'orologio. Mancavano tre minuti prima che la campanella di fine giornata trillasse.
"Dovrei 'accidentalmente' urtarlo in corridoio?" suggerì Misa.
Light annuì, "Buona idea, il momento è decisivo e dovremo agire il più velocemente possibile...almeno uno di noi dovrebbe starti vicino quando sei con lui"
"Vado io oggi" si offrì Ryuzaki, "Non sappiamo quanto ci vorrà, e non possiamo dare ai tuoi genitori altri motivi per farti rimanere a casa sabato"
Light sospirò, ma ammise che le sue parole erano valide. Il sabato non aveva molta importanza, ma se lo avessero tenuto agli arresti domiciliari il giorno successivo, si sarebbe potuto scatenare l'inferno. "Va bene, ma tienimi aggiornato"
Ryuzaki annuì e in quel momento la campanella suonò. I tre si alzarono e si diressero verso la porta dove s'imbatterono nel flusso di studenti che andava verso la libertà. La mano di Ryuzaki sfiorò quella di Light prima di svoltare verso l'ala scientifica. Light li osservò allontanarsi finché non si persero nella folla. Sospirò pesantemente prima di rimettersi lo zaino sulla spalla e dirigersi al suo armadietto, riflettendo sul peso del proprio piano.

 

L

 

"Quindi, fammi capire bene, vuoi che chieda all'assassino di venire con me a scuola una sera prima rispetto al piano originale...senza dirlo a Light?" domandò Misa, le mani sui fianchi.
"Sì" rispose L disinvolto, come se fosse una cosa niente chiederle di attirare un assassino e di ingannare un caro amico.
"Non esiste!" disse lei indignata, "Non tradisco Light. Perché poi gli stai facendo questo?"
Lui sussultò, "Per favore, Misa, devo tenerlo al sicuro" Light tentò di comunicarle la propria disperazione, un'emozione che gli era ancora piuttosto nuova.
Gli occhi di lei si addolcirono leggermente, ma purtroppo non la sua posizione, "Come sai che non ha in mente la stessa cosa anche lui? Quella di agire alle tue spalle?"
L scosse il capo, "Vorrei credere che non arriverebbe a farlo. In più i suoi genitori gli stanno dietro tutto il tempo, gli sarebbe piuttosto difficile"
"Se non vorresti che lui te lo facesse...perché tu lo fai a lui?", e Misa ebbe un punto a suo favore.
Ryuzaki sospirò intensamente e si morse l'unghia del pollice, un'abitudine ansiosa che aveva trascorso anni ad eliminare. Infine alzò lo sguardo, "Perché sono una persona egoista. E anche perché...se io morissi, per Light sarebbe facile trovare qualcun altro, ma io...io non potrei mai trovare di nuovo qualcuno come Light. Non riuscirei più a vivere in pace con me stesso se morisse"
Gli occhi di Misa diventarono lucidi e lui si preparò all'impatto. "Ryu-kunnn, che dolce! Certo che ti aiuterò! L'amore vince tutto!"
"Grazie" riuscì lui a farfugliare, divincolandosi per inspirare dalla sua presa ferrea intorno alla cassa toracica. Dopo qualche minuto di durata del suo asfissiante abbraccio, L si districò con lieve difficoltà. "Misa, dobbiamo agire"
"Giusto!" lei sollevò un pugno, "Andiamo a flirtare con un vecchio tizio!"
"Giusto" sospirò lui, con molto meno entusiasmo.

 

Light

 

Con leggera apprensione, Light s'infilò nel laboratorio audiovisivo, sollevato di vedere che il club aveva avuto poca previdenza nel lasciare tutta l'attrezzatura fuori. Era sicuro che a nessuno sarebbe importato se le nuove videocamere di utilizzo esclusivamente artistico venissero prese per qualche giorno...non se ciò avrebbe aiutato la scuola a evitare chiudere e al contempo di perdere un'altra studentessa. Selezionò le tre videocamere più piccole, e tornò in corridoio, assicurandosi di lasciare tutto come lo aveva trovato, ovviamente meno ciò che aveva preso. Quando Light tornò a casa, disse a sua madre di non disturbarlo e salì in camera, chiudendo la porta a chiave. Sapeva che lei non sarebbe salita visto che la stava trattando con freddezza insieme a suo padre, ma doveva esserne assolutamente certo. Light non poteva averli a fare domande a quel punto della partita. Gli ci vollero un paio d'ore, e una rapida ricerca su Google, ma Light riuscì a riprogrammare gli strumenti come gli servivano; la prima parte era completa, ora ce n'erano altre quattro da sistemare prima di essere pronto a confrontarsi con l'assassino. Per quella sera, tuttavia, aveva soltanto un altro compito da svolgere ma avrebbe dovuto aspettare che i suoi genitori si fossero addormentati; ciò significava concedere ben tre ore per uccidere. Light si piegò sopra gli appunti scarabocchiati in maniera confusa e recuperò il telefono, reprimendo uno sbadiglio.
'Allora, com'è andata Misa? -Y'
Light sorrise quando la replica di Ryuzaki giunse dopo qualche istante.
'Cosa pensi? Una modella graziosa che flirta con un vecchio pervertito che cattura e uccide le ragazze nel suo tempo libero. -R'
'Quindi tutto secondo il piano? -Y'
'In sostanza sì. -R'
Il cuore di Light si strinse dolorosamente nel tentativo di dimenticare che in circa ventiquattr'ore, tutti i loro sforzi si sarebbero potuti rivelare vani.
'Pensi che il piano funzionerà? Che lui accetterà di incontrarla sabato? -Y'
Light si accigliò, insicuro sul perché stesse chiedendo a Ryuzaki quella cosa. Non avrebbe dovuto rinforzare il proprio appagamento per quel piano?
'Sì, Light. Il nostro piano funzionerà, ti prometto che l'assassino sarà dietro le sbarre entro settimana prossima. -R'
Diceva 'nostro' così facilmente. Light non si era reso conto, prima che iniziassero a frequentarsi, come tutto fosse passato velocemente da 'Io' a 'Noi'. I 'nostri' piani per il weekend. Il 'nostro' ristorante preferito. Sì, 'ci' piacerebbe. 'Ci' sta bene. Sembrava che volesse lamentarsi – e se Ryuzaki fosse stata una qualsiasi altra persona sul pianeta, probabilmente Light lo avrebbe fatto – ma con lui a Light onestamente non dispiaceva. Il compromesso non era mai stato un suo cavallo di battaglia; sua madre era solita scherzare sul fatto che lui fosse sempre 'o tutto o niente', perfino da bambino...ma con Ryuzaki non era mai dovuto scendere a compromessi. Era come se si trattasse di un'unica persona separata in due corpi. Light ricordò l'antico mito greco su come gli umani un tempo avessero due teste, quattro gambe e quattro braccia; ricordò di come gli dèi temessero il loro potere e li divisero, e di come le persone trascorressero il resto delle loro vite a cercare l'altra metà. Light aveva trascorso la sua vita credendo di essere intero; non avrebbe mai trovato la sua altra metà perché non ce n'era una. Quasi rise fragorosamente per quanto si era sbagliato. O, sorrise tra sé, forse no. In più di un senso erano l'uno lo yin e lo yang dell'altro, ma a pensarci meglio, era come se fossero due persone fatte l'una per l'altra. Light non era sicuro sul fatto di credere nel concetto di anima gemella, ma sapeva che se qualcosa fosse accaduto a Ryuzaki...il mero pensiero gli apriva un buco nero nel petto. Sapeva che si sentiva sempre più concentrato, più contento, più vivo quando era insieme a Ryuzaki. Era un vortice, un uragano in cui Light era stato risucchiato. Era completamente e totalmente privo di controllo al riguardo, e Light sapeva che non sarebbe mai più riuscito a reggere pienamente le proprie redini, ma stranamente ciò non sembrava disturbarlo. Fondamentalmente, quella scia di pensieri era il fattore principale che lo convinceva che quanto stava facendo era la cosa giusta. Non aveva dubbi che Ryuzaki avrebbe fatto lo stesso al suo posto, perché non poteva sopportare l'idea di perdere la sua altra metà. 
'Hai ragione, Ryuzaki, credo in te. -Y'
Ora che sapeva cosa significava stare insieme a Ryuzaki, Light sapeva di non voler mai più rimanere senza di lui. Lentamente batté le palpebre rendendosi conto che il suono di suo padre che russava filtrava attraverso le pareti. Era il momento di andare.

 

La sveglia sembrò ancora più irritante del solito il mattino successivo, ma forse ciò era dovuto al fatto di essere incespicato dalla porta poco meno di un'ora prima. -Sparisce ogni possibilità di dormire prima del confronto...-
Ma se tutto fosse andato secondo il piano, avrebbe avuto un sacco di tempo per recuperare il sonno perduto, preferibilmente con un certo aspirante scrittore raggomitolato al suo fianco...il pensiero riempì Light di abbastanza calore da decidere di scivolare fuori dalla sua comoda coperta e dirigersi al bagno, facendo partire la doccia e consentendo a un ruscelletto d'acqua di lavare via ogni apprensione persistente. Avrebbe potuto dormire quanto voleva...se tutto fosse andato bene. L'acqua improvvisamente apparve più calda di un momento prima, e il suo stomaco si strinse per il nervosismo. Se tutto fosse andato a rotoli, probabilmente quello sarebbe stato il suo ultimo giorno sulla Terra. Tuttavia, non poteva indietreggiare. Non ora. Non poteva negare il leggero fremito che danzava in lui alla prospettiva. Mentre andava a scuola, tirò fuori il cellulare, facendo qualche ultimo controllo per assicurarsi che tutto fosse corretto e in posizione. Non poteva fallire per un errore di disattenzione. Tutto sembrava essere in ordine, quindi si incontrò con Ryuzaki al cancello principale come al solito, e insieme strascicarono lungo il marciapiede fino all'entrata, prendendosi tempo per godersi la fresca aria del mattino, che iniziava a diventare più tiepida con il sorgere della giornata, segnalando l'arrivo della fine dell'anno scolastico. Ma Light non si sarebbe messo a perdere tempo nel preoccuparsi di una cosa del genere; ci sarebbe stato tutto il tempo disponibile più tardi, per quello.

 

L

 

Durante quel fatidico giorno, il pranzo fu un'occasione calma. Perfino Misa era silenziosa mentre mangiava. Solo Kiyomi sembrava ignara dell'atmosfera tesa, ma ripensandoci, L capì che aveva dovuto sospettare qualcosa; perlopiù stava facendo del suo meglio per evitare che i loro problemi interferissero con la sua routine quotidiana. Non che a L dessero fastidio i diversivi. Da una parte c'erano lui e Misa, come cospiratori, condividevano un'uguale somma di senso di colpa; dall'altra, c'era Light. Questi sembrava mantenere una facciata di cauta compostezza, ma L probabilmente era l'unico a notarla. L scelse di attribuire la cosa ai nervi, o alla sua solita ansia. Forse aveva dimenticato qualcosa nei compiti. Era troppo preoccupato dai propri pensieri al momento per psicanalizzare le espressioni facciali di Light. Fu il primo errore che commise quel giorno. Oltrepassando il secondo, il terzo e ultimo errore ebbe luogo quando lui e Misa si diressero ai loro armadietti dove avevano concordato di incontrarsi con Light dopo essere scappati dall'aula studio.
"È in ritardo..." mormorò L attonito.
"Nah, probabilmente è andato da un insegnante" Misa fece un gesto con la mano con disinvoltura, "conosci Light...sempre il migliore". Lui annuì e tentò di ignorare la sensazione inquietante che avvertiva alla bocca dello stomaco. "Visto? È lì" Misa indicò oltre la sua spalla con aria calma, senza distogliere lo sguardo dallo schermo del telefono. L non aveva mai visto qualcuno di così talentuoso come Misa quando si trattava di fare altre cose mentre messaggiava; avrebbe potuto seriamente vincere un record mondiale come 'Maggiore quantità di conversazioni sostenute allo stesso tempo'. Perfino Matt, con i suoi videogiochi, non faceva nulla in confronto a lei. L si voltò velocemente, e Light giunse di corsa lungo il corridoio, sbandando mentre si fermava vicino a loro e ansimando come se stesse arrivando dal lato opposto dell'edificio. "Non dovevi correre, Light-kun" L gli diede una gentile pacca sulla spalla. 
"Sai che non mi piace fare tardi" sospirò lui mentre il respiro tornava regolare. L si limitò ad alzare gli occhi e condusse tutti fuori dall'edificio. I tre uscirono insieme, chiacchierando del più e del meno, evitando di parlare del caso, finché non giunsero in strada. Si fermarono, riluttanti all'idea di dividersi. Light guardò L, "Ehi Ryuzaki, perché non facciamo una passeggiata? Mio padre non tornerà a casa se non fra qualche ora e a mia madre non dispiacerà se arrivo a casa un po' tardi"
L annuì, una passeggiata con Light sembrava meravigliosa, anzi era meglio che andare a casa e studiare i dettagli con Weddy e Aiber. 
Misa ridacchiò e fece loro l'occhiolino. "Divertitevi...cercate di non mettervi troppo nei guai prima di domani..."
Si limitarono a scuotere il capo e si voltarono per andarsene; mentre camminavano lungo il marciapiede, L si guardò indietro brevemente. Misa incontrò il suo sguardo con un'espressione più solenne di quanto avesse mai visto sul suo viso, e annuì. L si voltò e si raddrizzò con le spalle, preparandosi per ciò che sarebbe arrivato. Scelsero le vie più lunghe possibili intorno alla città, e mentre camminavano tentò di ignorare le incessanti vibrazioni nella tasca sinistra. Non c'erano dubbi che fosse Weddy a chiamarlo per informarlo del suo volo, o Aiber che lo chiamava per dirgli che era riuscito a prenderla all'aeroporto. Forse aveva troppa fiducia nel suo piano, ma non è che non avesse avuto a che fare con simili procedure infinite volte prima di allora. Inoltre, era un caso di talmente basso profilo che era impossibile che il miglior detective al mondo potesse fallire. Era sia sollevato che apprensivo sul fatto che il caso stesse giungendo al termine. Da una parte lui e Light avrebbero avuto più tempo da trascorrere insieme, e L avrebbe potuto mettere a segno punti di credibilità con i genitori di Light, d'altro canto la vicinanza della fine del caso gli ricordava dell'imminente fine dell'anno scolastico, e con quella giungeva la più temuta domanda, ovvero 'Che succede dopo?'
La mano di Light sfiorò la sua, "Ehi, hai di nuovo la testa da un'altra parte"
L sollevò lo sguardo e borbottò una risposta incomprensibile, ancora perso nei suoi pensieri. Light si limitò a ridacchiare. "Qualcosa ti ha rovinato l'umore oggi...spero che non abbia a che fare col caso"
Il suo tono era leggero e spensierato, ma L dovette comunque trattenersi dal sussultare, "Puoi biasimarmi se sono nervoso? Tra poco più di ventiquattr'ore incontreremo un assassino" studiò il pavimento sotto ai loro piedi, analizzando ogni crepa e fessura, finché Light non resistette più. Fermandosi, Light mise una mano sulla sua spalla e fece girare L per guardarlo in faccia. "Ne abbiamo parlato, Ryuzaki, non succederà niente, te lo prometto" i suoi occhi s'incatenarono a quelli di L con severa determinazione.
"Mi fido di te, Light" le parole risultarono velenose in bocca.
Il sorriso di Light tornò, "Bene, e io mi fido di te" e con la mano andò a intrecciarsi a quella di L.

  
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