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Autore: SalvamiDaiMostri    12/09/2017    5 recensioni
Siamo in molti a non aver accettato l'epilogo della quarta stagione: con questa stagione cerco di aggiustare un paio di cosette del finale, chiaramente in chiave Johnlock. Cominciamo con John sul fondo del pozzo che si sta inesorabilmente riempiendo d'acuqa aspettando l'arrivo dei soccorsi, e vedremo dove andremo a finire!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti. Voglio scusarmi per aver tardato così tanto ad aggiungere i nuovo capitolo: vi giuro che era pronto da almeno un mese ma il computer si è fritto ed è stato dal tecnico fino ad un paio di ore fa. Ha fatto più male a me che a voi aspettare, ve lo assicuro. Spero che vi piaccia e che l’attesa sia valsa la pena!!
 



 

Molly si infilò il cappotto, ne chiuse la cerniera e si diede una sistemata ai capelli guardandosi allo specchio dell’entrata, poi prese le chiavi di casa, la borsa e aprì la porta per uscire di strada. Nonappena gettò un’occhiata verso la strada, si bloccò: in fondo ai tre scalini che conducevano al marciapiede attiguo alla sua casina, c’era lui, Sherlock, che la guardava negli occhi, con le mani dietro la schiena.
Mancò un battito, anche due. Abbassò lo sguardo. Le parole le uscirono di bocca da sole, perché proprio non riusciva a pensare:
“Che cosa ci fai qui?”
“Se avessi scritto, mi avresti ignorato. Se avessi chiamato, non avresti risposto. Se avessi bussato, non avresti aperto. Ho preferito aspettarti qui, piuttosto che cercarti al lavoro: quelle di cui dobbiamo parlare sono cose che preferiresti non discutere al lavoro.” rispose lui in modo davvero poco naturale, come se quella frase introduttiva l’avesse provata un paio di volte, aspettando davanti alla porta chiusa.
Molly davvero non voleva sentire quello che Sherlock voleva dirle: ciò che era accaduto il giorno prima era stato davvero troppo e non era minimamente pronta ad affrontarlo in quel momento; piangendo nel suo letto la sera prima, aveva pensato che non lo sarebbe mai stata, valutando opzioni radicali come trasferirsi in un atro ospedale per evitare di vederlo il più possibile.
“Non ho tempo per te, non adesso. Devo andare a fare la-”
“Spesa.” La interruppe lui, portando le mani davanti: reggeva una borsa della spesa del Tesco: “Il latte, il pane, quattro pomodori, dieci carote, una busta di piselli, la marmellata di fragole, le lasagne da micronde, due tavolette di cioccolato e i tamponi assorbenti.” mentre finiva di parlare si disegnò sulla sua bocca l’accenno di un sorriso, nel vedere la cara amica così sorpresa: Molly quella non se la aspettava minimamente. Quell’uomo era davvero straordinario, era impossibile evitare di pensarlo, ma questo non cambiava le cose. Fingendo noncuranza con scarso successo, si limitò a commentare:
“Ti odio.”
“Naturalmente offro io.”
“Non hai preso i biscotti alle nocciole.”
Sherlock strizzò l’occhiolino e ne tirò fuori un pacchetto dalla tasca del cappotto: sperava che Molly allora accennasse un sorriso, ma non fu così. Poteva anche averla sorpresa, ma lei era davvero profondamente ferita ed offesa ed aver indovinato la sua lista della spesa non avrebbe cambiato le cose. Ma Sherlock non demordeva:
“Posso entrare?” Domandò porgendole la borsa e i biscotti.
Molly non rispose, strappò la spesa dalle mani di Sherlock e rientrò in casa, ma non ne chiuse l’uscio. Dunque Sherlock entrò.
La seguì in cucina. Dopo aver malamente gettato la spesa sul tavolo da pranzo, Molly cominciò a mettere su il te con gesti violenti e carichi di fastidio, furiosa.
Sherlock attese qualche istante, ma non vedendo miglioramenti e temendo più o meno seriamente che, una volta diventata bollente, quell’acqua gli sarebbe stata gettata in faccia, decise di parlare finalmente:
“Molly, io ti devo delle scuse e una spiegazione.” lei non fece cenno di averlo nemmmeno sentito e continuò a fare quello che stava facendo “Ma sarà davvero difficile che tu mi creda... In ogni caso ho bisogno di raccontarti cosa è accaduto ieri. John e Greg confermeranno ogni mia parola se può servirti.”
Lei rispose immediatamente, perché era dal giorno prima che rimuginava sull’accaduto e le parole uscirono dalla bocca senza che nemmeno dovesse pensarle:
“Non mi interessa a che razza di gioco steste giocando tu e John ieri.” il suo tono era glaciale, non riusciva nemmeno a guardarlo “È stato crudele Sherlock, anche per i tuoi standard. Un esperimento?? È questo che sono io per te?? Una che puoi chiamare in ogni momento perché sai che qualunque cosa tu chieda io eseguirò senza battere ciglio??”
“No, non è così.” Lei sbuffò e continuò a preparare il tè “Molly, se permetti comincerò dall’inizio.” Siccome non ricevette obbiezioni, cominciò: “Io ho scoperto di avere una sorella... Segreta... Geniale... Psicopatica...”
“Sherlock, balle di questo genere sono davvero patetiche.” non poté fare a meno di commentare lei, facendo l’errore di sollevare lo sguardo.
“È la verità.” Replicò lui deciso, questa volta riuscendo ad incrociare lo sguardo di lei e sperando che Molly vedesse che nei suoi occhi non c’erano bugie. Lei sospirò, rassegnata. Sherlock prese quindi a raccontarle ciò che Mycroft gli aveva rivelato, che Euros aveva preso il controllo di Sherrinford, che aveva fatto saltare in aria il 221b e che lui insieme a John e Mycroft erano andati sull’isola per assicurarsi che fosse ancora lì. “Ma era una trappola. Ci ha attirati all’interno di un esperimento... antropologico. Voleva studiare le emozioni, ha detto. Eravamo in trappola ed eravamo costretti a fare i giochi malati ai quali ci sottoponeva, pena la morte di qualcuno. Per darti un’idea, prima che ti telefonassi abbiamo visto una donna morire, un uomo suicidarsi e tre uomini precipitare e affogare.” Lei ascoltava senza capire se poteva fidarsi del tutto di ciò che gli raccontava. Lui sospirò: “È essenziale che tu ti renda conto hce ci trovavamo in una situazione di estremo pericolo e stress psicologico, in cui erano in ballo le nostre vite e quelle di altri.” lei annuì con un brevissimo accenno del capo, dunque lui proseguì: “Ad un certo punto... ci ha fattti entrare in una stanza con una bara vuota ed anonima e ci disse che il problema era che qualcuno sarebbe morto. Sulla bara c’era scritto ti amo.” Molly cominciò a comprendere “Dovevo capire di chi fosse e fu semplice dedurre che la bara era per te. Euros confermò.” Molly avvertì un brivido lungo la schiena e il sangue le si gelò nelle vene: fu come se si fosse appena resa conto che era la prima volta che vedeva Sherlock da quando gli aveva confessato di amarlo “Ti prego, sta tranquilla: voglio solo raccontarti com’è andata.” Lei fece un respiro profondo “In poche parole, mi ha detto che se non fossi riuscito a farti dire quelle parole al telefono in meno di tre minuti, la tua casa sarebbe saltata in aria.” Molly sgranò gli occhi “Mi mostrò anche delle immagini di telecamere posizionate in casa tua, per provarmi che eri in pericolo...” Molly si portò una mano alla bocca, scioccata “E davvero, non avevo tempo per pensare ad altri modi per salvarti, se non obbedirle.”
“Telecamere?” domandò lei con voce tremante
Sherlock si alzò per frugare prima dietro la libreria, poi da dentro una lampada ed infine sotto ad un tavolino. Poi aprì il palmo della mano destra e le mostrò le tre telecamere che aveva appena prelevato:
“Volevo disinstallarle di persona, davanti a te. Spero sia una prova sufficiente di ciò che dico.” Gli occhi di Molly cominciarono ad inumidirsi “Naturalmente mi era stato proibito di rivelarti alcunché sulla situazione...”
“Ma perché avrebbe fatto una cosa simile?”
“Il suo obiettivo era osservare le mie reazioni ad una situazione del genere. Come Moriarty, probabilmente si aspettava che me ne infischiassi di te e che ti lasciassi morire piuttosto che espormi in quel modo.” Le prese la mano “Molly, io non avrei mai voluto costringerti in una situazione del genere. Voglio che tu sappia che è stato solo per salvarti la vita. Ti prego di perdonarmi.”
Allora lei non poté più trattenere le lacrime e i singhiozzi e, stringendo la mano di Sherlock, prese a far si con la testa. Cercò poi di darsi un contegno, si asciugò le lacrime con le mani e gli domandò:
“E adesso?” farfugliando tra un singhiozzo e l’altro. Sherlock la guardò confuso, e lei si spiegò meglio: “Adesso che... sai la verità...”
Sherlock le sorrise:
“Molly... Come ti ho detto, io non avrei mai voluto vederti in una situazione simile.” si prese una piccola pausa, per scegliere il modo migliore per risponderle: “Io l’ho sempre saputo cosa provi per me.” lei sgranò gli occhi, lui proseguì “E mi dispiace davvero, davvero tanto non poter ricambiarti. Molly, sei una ragazza speciale e ti rispetto immensamente come lavoratrice e come persona, e ti considero una cara amica. Spero che questo, con il tempo, possa bastarti.”
Lei annuì e sorrise, con il viso ancora bagnato di lacrime ed abbassò il capo:
“Capisco... Non ho mai preteso altro. Mi è sempre bastato esserci, per te. Non dovranno cambiare le cose.”
“C’è un’ultima cosa Molly, ed è importante: io non voglio che le cose restino come sono.” Molly sgranò gli occhi di nuovo “Tu non sei solo una persona che chiamo quando ho bisogno dell’assistenza di un medico legale. Voglio che tu smetta di pensarlo. Chiamo te perchè sei la migliore sulla piazza, e sei una persona alla quale affiderei ed ho affidato la mia stessa vita. Ti prego: non considerarti nulla di meno. Mi dispiace se non te l’ho saputo dimostrare.” Molly allora ricominciò a piangere e Sherlock si avvicinò a lei e la prese tra le braccia “Non permetterò mai più che qualcuno ti faccia una cosa del genere” la baciò sulal testa “Mai più”.
Molly si fece consolare da quell’abbraccio del quale aveva tanto bisogno. In quel momento lei potè percepire che un capitolo della sua vita (che lei stessa considerava piuttosto patetico) si stava chiudendo: era finita. Aveva smesso di soffrire per quell’amore che non l’avrebbe mai potuta ricambiare, e sarebbe andata avanti. Questa volta, per davvero.
Venne il momento di separarsi: Molly lo accompagnò alla porta, Sherlock le sorrise ancora una volta, poi aprì l’uscio e se ne andò senza voltarsi. La donna rimase un istante a guardarlo allontanarsi.
“Io sarei qui per confermarti quello che ti ha raccontato...” disse John, appoggiato alla parete esterna della casa, accanto a lei: Molly ebbe un sobbalzo:
“John! Quant’è che sei qui??”
“Saranno dieci minuti.. Sherlock prima di venire qui mi ha chiesto di venire per quando avrebbe finito di parlarti per confermarti quello che ti ha raccontato e chiarirti eventuali dubbi... C’è qualcosa che vuoi che chiarisca?”
“No John, non preoccuparti... credo a ciò che mi ha detto.” disse accennando un mesto sorriso.
“Perfetto dunque.” fece per andarsene
“John! Solo una cosa...” John la guardò “Sherlock ha parlato di esplosivi in casa mia, ma ha rimosso solo delle telecamere davanti a me... Gli esplosivi non ci sono più... vero? Li ha fatti togliere da degli esperti o che so io...?”
John fece cadere la testa rassegnato: era ovvio che non glie lo avesse detto. Era più che probabile che Sherlock gli avesse detto di andare da Molly solo perché non voleva raccontare i fatti nella loro frustrante interezza:
“Ecco. Immaginavo che non te lo avrebbe detto.” si passò una mano sul viso, quasi per dargli forza e nascondere un vekato imbarazzo “Alla fine Euros ci ha rivelato che si trattava di un bluff. Non aveva nessuna bomba in casa tua... È stato tutto inutile e senza senso.” Molly da un lato tirò un sospiro di sollievo, dall’altra si irritò parecchio. John annuì, comprendendo la sua reazione: “Sì, è normale che faccia questo effetto.” John riflettè un momento e poi le domandò incuriosito: “Immagino quindi che non ti abbia nemmeno detto come ha reagito dopo averlo saputo...” Molly lo guardava interrogativa “Ha richiuso la bara, si è sbottonato la giacca e ha sfasciato quella bara a mani nude.” Molly si portò le mani alla bocca “Era furioso... Mi disse che era stata peggio di una tortura per lui... Disse che era stata vivisezione. Volevo che lo sapessi. Credo che sia... Importante.” Molly annuì velocemente deglutendo. John fece un cenno con la mano per salutarla e se ne andò.
Mentre lo guardava allontanandosi, Molly si domandò se John sapesse quell’altra cosa importante che lei voleva che sapesse… Ma rientrò in casa: ci sarebbe stato il momento giusto anche per quello.

 



 

Dunque! Eccoci giunti alla fine di questo capitolo! Allora, anche questa era una cosa che avevo assoluta necessità di scrivere perché, sinceramente a me non basta proprio per niente vedere in quel troppo veloce flash-future che Molly è di nuovo amica loro al 221b etc etc. C’è qualcosa di bello grosso da risolvere con lei ed è giusto che Molly abbia la sua spiegazione e le scuse di Sherlock, anche se non è stata colpa sua. Non solo! Manca proprio la liberazione di Molly che, dopo tutti questi anni passati a morire dietro a Sherlock, ora è libera in quanto cosciente del fatto che lui sa e che non potrà mai ricambiarla.
Io spero che questo capitolo vi sia piaciuto, il prossimo arriverà tra brevissimo in quanto è già quasi finito. Di fatto questo è piuttosto breve e l’idea originale era quella di unirlo a quello seguente, ma alla fine avrei tardato troppo e forse sarebbe stato troppo lungo.
Vi ringrazio infinitamente di aver letto sino a qui, soprattutto se siete tra coloro che hanno aspettato dalla scorsa pubblicazione fino adesso. A tutti chiedo per favore di lasciarmi un piccolo commento qui sotto che è sempre molto gradito e molto molto utile! Vi mando un caldo abbraccio e vi rimando al prossimo capitolo! Con affetto _SalvamiDaiMostri

   
 
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