Capitolo
4
Perimetro
esterno di Tokyo
I
superstiti dei Cavalieri neri
e dei soldati di Britannia sono fuori dal perimetro della
città di Tokyo, ormai
ridotta a un cumulo di cenere e macerie. Tutti sono disperati e
osservano
increduli la scena, sotto shock, impietriti e in silenzio.
-Suzaku...
Dimmi qualcosa... ti
prego..- Balbetta Euphi piangendo mentre ancora viaggia a bordo del
lancelot.
-Non so che dirti Euphi.. io non ho parole in grado di dare una spiegazione a tutto questo- Risponde Suzaku balbettando a sua volta con voce spenta.
A
Bordo del Guren Kallen pensa
disperata “Mamma... allora non ci
sei
più? Te ne sei andata? E’ stata tutta colpa
mia...”
A
bordo dello Shinkiro CC e
Lelouch:
-Strega
dimmi.. questa è una
delle tue diavolerie vero?-
-Vorrei
tanto che fosse così
Lelouch- Afferma la verde.
-Quanto
vorrei esser vissuto
centinaia d’anni come te, forse... forse sarei preparato a
una cosa del
genere..- Afferma il ragazzo.
-Non credere che ci
si possa preparare a una cosa simile
ragazzino...- Risponde lei con le lacrime agli occhi.
Il gruppo di superstiti
inizia poi a cercare una destinazione ma nessuno, nemmeno Zero sa che
fare, il
gruppo si ferma poco dopo nei pressi di una piccola pianura a 150km da
Tokyo e,
dopo essere scesi dai mezzi, i leader dei due schieramenti iniziano a
discutere
animatamente la questione.
-ORA BASTA! Andremo a
sud! Vedrete che li saremo più lontani dalla nave aliena e
quindi al sicuro!-
Afferma a gran voce il generale Dalton.
-Ma andiamo non vede quel
che è successo? Crede che spostarsi un po a sud
risolverà la questione?- A
parlare è Kallen che si trova alle spalle di Zero.
-No Kallen, Dalton forse
ha ragione, nascondersi potrebbe essere utile, non conosciamo le vere
intenzioni
del nemico e per quanto le possibilità di vittoria siano
pari a zero dobbiamo
cercare di sopravvivere come meglio possiamo, per quanto nemmeno io
concordi
con Dalton sulla posizione, sarebbe meglio spostarsi a Nord-
-Faremo quel che dice sua
altezza Euphemia! ORA FATE SILENZIO!- Urla Susaku iracondo osservando
il
gruppo.
Euphemia tira uno
schiaffo sulla guancia di Suzaku e poi interviene –Ora
calmiamoci... Suzaku ti
prego di fare silenzio... ora basta per favore!-
-Principessa Euphemia..
chiedo scusa- conclude Suzaku chinando il capo.
-Adesso cerchiamo di
capire quanti di noi sono sopravvissuti, il numero di superstiti tra i
civili,
i superstiti della fanteria e i piloti, non faremo distinzioni tra
Britanni e Giapponesi,
siamo tutti fratelli e sorelle di sventura adesso! Fatto ciò
ci sposteremo
verso una meta che decideremo solo in base alle capacità del
gruppo e al nostro
numero-
-Concordo con Euphemia!-
Afferma Zero con voce sicura.
I presenti annuiscono
all’unisono condividendo la scelta della principessa dai
capelli rosa e subito
dopo iniziano con il conteggio dei superstiti.
Navicella
da trasporto di
Cornelia, Cina
Cornelia spinge la nave
prestatagli da Lopez alla massima velocità (MAC 8
– 8 volte la velocità del
suono) e in meno di 2 ore arriva sulle coste Cinesi seguendo il
trasponder
sottocutaneo di Euphemia.
-Guildford, il trasponder
si è fermato, credi che..?-
-No mia principessa, sono
sicuro che sua altezza Euphemia sta bene!-
-Come fai a dirlo? Hai
visto quello che abbiamo incontrato strada facendo? Il pianeta
è completamente distrutto..-
Afferma la violacea principessa con sguardo affranto.
-Ho visto Cornelia,
questa è una vera apocalisse-
-Guildford.. ora mi pento
di esser sempre stata così severa nel corso della mia
esistenza sai?-
-Che dici Cornelia, siamo
sopravvissuti soltanto grazie a quello fino ad oggi, per me sei un
modello da
seguire- Le sorride il cavaliere.
-Dici davvero Guildford?-
Sorride lei.
-Si... e adesso troviamo
Euphemia! Non è un militare quindi avrà bisogno
di sua sorella per andare ad
uccidere quei bastardi lassu tu che dici?-
-Questo è parlare
Guildford! Manca poco! In 30 minuti saremo li se quest’affare
regge ancora un
po la massima velocità!-
Cornelia, come rigenerata
dalle parole incoraggianti del cavaliere, continua la sua corsa verso
l’amata
sorella.
Tokyo - Prigione
sotterranea riservata
ai Numbers - Primo piano interrato, Sezione ospedaliera di
riabilitazione
psichiatrica
Saeko è riuscita a
liberare sia se stessa che la mamma di Kallen così, seppur
con grande prudenza,
porta via in spalla la compagna di detenzione e nell’uscire
da un lungo
corridoio, andando verso l’uscita, ascolta le voci dei
detenuti/pazienti che
urlano disperati dal terrore le stesse frasi folli e in una lingua
incomprensibile pronunciate poco prima dalla Kozuki, mentre sono ancora
legati
ai loro letti.
La ragazza è un pò
spaventata dalla situazione, non sa nemmeno cosa sia accaduto, sa solo
dove si
trova l’uscita della struttura detentiva, che ha ascoltato
più volte mentre
fingeva di dormire durante le prove anti incendio del personale. Mentre
cammina
tra le urla degli internati pensa “Certo
però che non so nemmeno cosa sia accaduto e manca ancora un
po per arrivare in
superficie, poi ci sono anche i piani superiori e li magari ci
sarà ancora
qualcuno... forse dovrò lasciare indietro la mamma di
Kallen? Poi quelle urla
in quella lingua assurda... Oltre a questa donna sembra che chiunque
abbia
assunto quella droga le pronunci oggi...”
-Mi chiamo Shiho cara
Saeko- A parlare è la mamma di Kallen rinvenuta
improvvisamente e ancora.
-Hey ciao Shiho, molto
piacere! Dimmi come fai a sapere che proprio ora pensavo al tuo vero
nome?-
-Pensavi a cosa ci sia ai
piani superiori e se fosse il caso di lasciarmi indietro.... per questo
mi sono
svegliata Saeko... mi ero un po spaventata-
-Hey! CHE CAZZO SUCCEDE!-
Saeko urla lasciando cadere la donna al suolo scaricandosela dalle
spalle.
-Non aver paura Saeko ti
prego!- La implora Shiho.
-Che cosa sei tu? Come
fai a conoscere i miei pensieri?- Chiede Saeko terrorizzata.
-Non lo so Saeko li sento
e basta... sento ciò che è successo la fuori,
sento che qualcuno cerca i pochi
umani sopravvissuti! Lui è vicinissimo!-
-Umani sopravvissuti?
Lui? Che diavolo vuol dire? Ti sei forse bevuta il cervello?-
-No! Da quando sono
arrivati ho iniziato a sentirli, è come se si fossero messi
in contatto con
me... lo vedrai in superficie, è arrivata un immensa nave
aliena sulla terrà
che ha sterminato oltre il 95% dell popolazione in pochi minuti, so che
ti
sembra assurdo ma ti supplico credimi!-
-TU SEI COMPLETAMENTE
PAZZA!-
-Se è come dici allora
usciamo in superficie! Se sono una pazza non avrai problemi a
dimostrarlo! Ma
se vedrai la distruzione.... se vedrai solo le macerie di Tokyo allora
sarai
costretta a credermi!- Conclude severa Shiho Kozuki fissando dritta
negli occhi
Saeko.
-Va bene... vecchia
pazza... andiamo ora! Ma ti avverto ti taglierò la testa con
la prima lama che
trovo se mi stai prendendo in giro-
Le due si dirigono così
al piano superiore della struttura a passo veloce, Saeko in fine trova
la porta
che dovrebbe affacciarsi sul primo piano in superficie e prova ad
aprirla
abbassando la maniglia che però le ustiona lievemente la
mano destra per la
temperatura elevata. Saeko urla e ritira la mano stessa irata dal
dolore per
poi rivolgersi a Shiho.
-Perchè la maniglia è
quasi bollente Shiho?-
-Gli alieni hanno
distrutto Tokyo poco fa, è un miracolo che la porta abbia
resistito, devi solo
aspettare che si raffreddi, se apri la porta ora il calore residuo ci
ucciderà-
-E allora vorra dire che
aspetteremo Shiho... –Saeko tocca il pannello metallico della
porta e trova
anche questo molto caldo- di sicuro nulla che potesse essere presente
nella
prigione poteva fare questo-