Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: The Only One    14/09/2017    0 recensioni
La vita di Thomas Smith, dubbio fisico senza arte ne parte, è stata finora tutt'altro fuorchè normale: ha una casa, una macchina, un lavoro, un moglie che lo apprezza e una vita sociale di tutto rispetto... almeno finchè non decide disgraziatamente di assistere alla presentazione dell'ultimo progetto di uno stravagante e sinistro figuro, il quale non sembra neanche avere una vaga parvenza di morale civile. Thomas finirà così catapultato in un mondo a lui sconosciuto, dove intraprenderà un viaggio pieno di mirabolanti (non è vero mai) avventure e conoscerà personaggi peculiari (e al limite del disagiante) che lo accompagneranno nella ricerca del modo che gli permetterà di tornare finalmente a casa
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 13:32, Villaggio Roccialiscia – Ingresso del villaggio

 

«Andiamo, siamo quasi arrivati!» Friks saltellava con fin troppa energia davanti all'imponente arco che segnava l'ingresso del villaggio, scrutando Thomas che gli si avvicinava lentamente. «Solo… un minutino…   devo… distendermi… un secondo…» ansimò prima di crollare di schianto davanti alla rana blu di cui ancora non aveva capito la provenienza. “Cinque minuti e arriviamo, diceva. È un sentiero facilissimo, diceva” pensava tra sé lo sventurato fisico, ripensando al simil-percorso roccioso e scosceso che aveva attraversato prima di rientrare sulla via principale, rischiando due o tre volte di cadere in uno strapiombo alto almeno un centinaio di metri per nulla amichevole. In un certo senso, si pentiva di non essersi buttato di sua spontanea volontà, visto che quel cancro semovente di una rana sembrava avere ancora le forze per atrofizzargli lentamente i neuroni fino a ridurlo a un vegetale. «Finalmente sei arrivato anche tu! Ci stavi mettendo una vita!» «Ti prego, chiudi quella fogna…» Ansimò «…Sono fin troppo fuori allenamento, quel sentiero mi ha distrutto. Ti prego, dimmi almeno che c'è un posto dove possa ristorarmi in santa pace…» «Beh, purtroppo questo è un villaggio piccolo, ci sono solo le case dei compaesani. Ma se vuoi puoi venire a pranzare da noi, mio padre sa cucinare degli ottimi manicaretti!» Friks sembrava più eccitato del solito dopo l'esposizione della proposta, che invece non aveva sortito lo stesso effetto su Thomas: passare altro tempo con quell'essere equivaleva, nella sua mente, ad offrirsi di spontanea iniziativa come volontario per le torture dell'Inquisizione spagnola. Ma, nel suo subconscio, sapeva che era la sua unica possibilità di ristorarsi che aveva e dovette accettare a malincuore «…Temo di non avere molte alternative» «Evviva! Ospiti a pranzo, Ospiti a pranzo! Vieni seguimi!» e partì a razzo nel villaggio. Thomas, che si era già pentito della scelta fatta, si rialzò con estrema calma e si incamminò al seguito, scrutandosi intorno. Per essere un villaggio, gli sembrava molto spoglio: era formato da una modesta piazza circolare, che dava su una insenatura nella roccia dove erano presenti 3 cavità ornate esternamente, probabilmente l'ingresso delle “case” di cui Frisk gli aveva parlato. Mentre avanzava notò che al centro della piazza erano presenti tre esseri, che mangiavano allegramente, e sembravano tutti sostanzialmente differenti tra loro. Ma nonostante tutto uno dei tre stava intrattenendo una discussione con gli altri due e sembrava che questi comprendessero i suoi versi, che anche Thomas capì distintamente, realizzando che probabilmente si era trasformato in una creatura della fauna locale quando era giunto in quel luogo. «Vi dico che ho visto un lampo di luce stamattina provenire dall'altra parte della montagna, che Arceus mi fulmini se non dico il vero!» bofonchiava il più robusto dei tre, che aveva l'aspetto di una creatura marrone con placche arancioni e una specie di corno simile a una trivella al centro della faccia, a mo’ di naso. «Suvvia, Rhy, probabilmente avrai visto un riflesso di luce provocato dal sole, dopotutto stamattina batteva anche molto forte» Stavolta a rispondere era una specie di rettile bipede, che guardava placidamente l'interlocutore accennando un sorriso. «Scepter, sono più che sicuro di non essermelo immaginato: quella luce era troppo forte per essere un riflesso del sole, credimi. Secondo me potrebbe essere successo qualcosa di strano alla mia cava!» «Suvvia, Rhy, Scepter non ha tutti i torti… Dopotutto stamani ti sei recato alla cava come al solito e non hai notato nulla di diverso no? Credo tu non abbia nulla da preoccuparti» disse la terza creatura, anch'essa bipede, con l'aspetto di un canide blu e beige che si era appena alzata dal posto dove sedeva «Sarà, Luke… anche se in effetti una cosa diversa dal solito l'ho notata, ma non nella mia cava» «Ah, sì?» chiese Scepeter «E cosa avresti visto di preciso?» «Beh, vicino al laghetto nella conca accanto alla cava mi è sembrato di aver visto qualcosa di colore bianco sporco distesa sulla pendenza del monte, ma non ci ho fatto molto caso. Assomigliava più o meno… più o meno… a quel guscio…» Thomas si accorse a quel punto che lo strano essere lo stava fissando con un’aria tra lo sbalordito e l'inquietato, mentre gli altri due lo squadravano con aria interrogativa. «E quello chi è?» Scepter ruppe il silenzio, seguita da Luke «Non lo so, sembra un normalissimo Chesnaught, anche se non se ne vedono molti da queste parti» Thomas era immobile, che ascoltava allibito i suoi sospetti sul suo aspetto venire confermati, quando Friks attirò la sua attenzione «Ehi! Presto, che mio padre ci starà aspettando!». Il fisico si girò e vide la rana che lo attendeva all'entrata della cava centrale e conseguentemente, sempre sotto gli sguardi interrogatori dei tre, si avviò lentamente all'entrata, faticando ancora a coordinare i movimenti del suo nuovo corpo, nonostante la lunga camminata di prima. Arrivato da Friks, quest'ultimo gli sorrise e si girò verso la caverna «Papà, sono tornato!» e i due varcarono la soglia

 

- X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 13:35, Villaggio Roccialiscia – Casa di Friks

 

Friks avanzava a passo svelto seguito da Thomas all'interno della sua casa, arrivando quasi subito in una sala interamente scolpita nella roccia dall'erosione, eccetto il fondo della stanza, dove qualcuno aveva improvvisato dei gradini scolpiti nella pietra per poter accedere a rialzo della roccia. La stanza disponeva di poca mobilia essenziale: al centro della stanza era presente un tavolo imbandito in vista del pranzo, che poggiava su un tappeto di fattura tale che Thomas non avrebbe esitato a definirlo un made in china di infimo livello. L'ala destra della sala era occupata da un ripiano dove erano disposti ordinatamente diverse pietre e strumenti vari, di cui il fisico si interrogava in merito al loro utilizzo, mentre l'ala sinistra era occupata da una modesta libreria in quello che sembrava incredibilmente mogano. I due stettero fermi per un po', poi Friks riprese ad urlare «Papà, sono tornato! …Papà?» Il silenzio che ne seguì durò ben poco: una figura slanciata, che a Thomas ricordava vagamente un tasso, si avventò con delle fiamme sulla rana, che saltò via appena in tempo per non essere colpita. «RAZZA DI IDIOTA! TI PARE QUESTA L'ORA DI TORNARE A CASA DOPO CHE SEI USCITO SENZA DIRMI NULLA?!» «Ma papà, volevo solo…» un’altra fiammata partì dalla bocca del padre, stavolta schivata a malapena «INCOSCIENTE E SCREANZATO! IO TI MENO COSI FORTE CHE IN CONFRONTO UN PUGNO TIRATO DA UN MACHAMP È UNA CAREZZA!». Thomas non sapeva come descrivere la scena che stava guardando se non come “Un penoso teatrino potenzialmente mortale tra un due scherzi della natura che avrebbero potuto fare concorrenza ad una ditta di demolizioni” e provò a intervenire «Scusatemi…» nessuna reazione «Ahem… scusatemi…» il fisico scansò una fiammata vagante per pura fortuna, rimanendo in parte schocckato «SCUSATEMI!» neanche urlare sembrava funzionare e la sala oramai era più simile a un recinto per i maiali. Oramai al limite della pazienza fece la cosa più naturale che gli venisse in mente: tese il braccio nel marasma generale, dove ovviamente il padre di Frisk andò matematicamente a sbattere. “Chissà perché ero sicuro sarebbe successo…” «Finalmente mi degnate di attenzione…» l'essere non lo sentì nemmeno «E LEI NON SI INTROMETTA!» detto questo lanciò un potentissimo colpo di fuoco contro Thomas, il quale, d'istinto, unì le zampe tra sé, dal quale si estese una specie di scudo spinato che assorbì quasi totalmente il colpo. Disgiunti gli arti, questi rimase a bocca aperta, cercando di riflettere su come fosse possibile quello che aveva fatto e sul motivo per cui tutto ciò gli risultasse naturale, ma i suoi pensieri vennero interrotti da un esclamazione di colui che lo aveva quasi colpito «Ma guarda tu… un Chesnaught con l'abilità Antiproiettile, sapevo che erano molto rari, ma non pensavo ne avrei mai incontrato uno…» tutto d'un tratto sembrava essersi dimenticato completamente del figlio, che si era rintanato da qualche parte approfittando dell'interruzione. «Mi scusi se l'ho aggredita, spero di non averla spaventata» «No, guardi non si preoccupi, sono abituato ad essere assalito praticamente una volta ogni ora da totali sconosciuti senza apparente motivo…» «Mi fa piacere per lei» «Lei proprio il sarcasmo non lo capisce, è?» «Ad ogni modo, mi perdoni per la scortesia, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Thyphon, sono un scienziato e un appassionato di minerali che si è trasferito qua da appena due settimane, quando il precedente proprietario è deceduto per cause naturali. E lei invece? Con chi ho il piacere di parlare?» «Il mio nome è Thomas, sono un…» Friks sbucò dal nulla «Lo conosci, papà? L'ho trovato stamattina disteso al laghetto e mi sono un po' divertito a spaventarlo appena si è ripreso» non fece in tempo ad aggiungere altro che un pugno lo spedì in un angolo remoto della caverna «QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI NON INTERROMPERE LA GENTE, SANTO ARCEUS? …Mi perdoni, a volte i bambini sono veramente difficili da gestire, se poi si è anche da soli come me… ma non divaghiamo, mi stava dicendo?» Osservò il fondo della caverna dove Friks si era rialzato barcollando «Credo sia meglio continuare la nostra discussione dopo pranzo, credo resterò con voi su esplicito invito di suo figlio, sempre se non le crea disturbo che io mi fermi a mangiare qua oggi.» il suo interlocutore lo fissò per un istante, poi rispose «Certamente, è il minimo che posso fare per ringraziarla di aver riportato la piccola peste a casa. Si accomodi pure». E cosi fece: dopo neanche 2 minuti sul tavolo era presente un altro piatto dove Thomas consumò il piacevole pasto, che confermava appieno le doti culinarie di Thyphon.

 

- X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 14:43, Villaggio Roccialiscia – Casa di Friks

 

«E cosi lei sarebbe un essere umano e proverrebbe da un altro universo, dove è rimasto coinvolto in un incidente con una non meglio precisata macchina sperimentale che non ha funzionato come doveva, dico bene?» «Si, è esattamente così». Dopo il sostanzioso pranzo Friks si era dileguato a giocare fuori, lasciando Thyphon e Thomas liberi di poter discutere e così il fisico, confidando nelle conoscenze dello scienziato, aveva raccontato tutto l'accaduto. «…Non so se questa storia si possa catalogare meglio tra il delirio di un folle sconosciuto o il prodotto di un contaballe con un’ottima fantasia» «Lei deve credermi, le sto dicendo la verità, che motivo avrei di mentirle? Fino a poche ore fa lei per me era un perfetto sconosciuto, ma mi ha offerto lo stesso ospitalità e vivande. Se dopo tutto questo le mentissi pure sarei paragonabile all'essere più villano che abbia mai vissuto in queste terre…» Thyphon osservò a lungo Thomas, poi ridacchio quasi sommessamente «Perché no? La sua storia ha un che di affascinante e non mi sembra avere la faccia di un bugiardo incallito. Però non saprei sinceramente come aiutarla, i miei campi di competenza si fermano solo alla geologia e alle tecnologie dei materiali, e sinceramente non mi sembrano combaciare molto con il suo problema…» «…Oh, capisco…» Thomas era sinceramente abbattuto, la sua unica pista sembrava oramai sfumata dopo le ultime affermazioni. Era già pronto ad alzarsi e togliere il disturbo, quando Thyphon lo batté sul tempo «Aspetti… forse qualcosa c'è, ma non ne sono molto sicuro» «Dice sul serio?» «Certamente» rispose girandosi verso il ripiano dove erano custodite le sue pietre «… ma dove l'avrò messa? …Ah! Eccola qua!» tra le mani ora stringeva una sorta di collana con appesa una pietra cobaltica levigata, che presentava un’anima di colore rosa pallido al suo interno. «Questo doveva essere un regalo per una certa persona, ma dubito gli servirebbe ancora.» l'ultima parola suonava quasi malinconica «Lo trovai nei pressi di un luogo che era rinomato per le sue leggende sullo spazio e il tempo ed era molto differente dalle altre pietre dell'area. Non so quanto possa essere collegabile al suo problema, ma se può aiutare sarò felice di dargliela. La tenga pure, ora è sua». Thomas non sapeva cosa dire: si espresse con un “Grazie” fin troppo automatico e si mise ad osservare la pietra attentamente, prima di mettersela al collo. «Le sta anche discretamente bene! Guardi lei stesso» disse lo scienziato indicando un masso particolarmente riflettente vicino al ripiano. Thomas, mettendosi davanti a questa, constatò che effettivamente portava bene quella pietra al collo e, senza pensarci se la iniziò a rigirare fra le zampe. Fu così che la pietra si illuminò improvvisamente e, senza preavviso, una luce fortissima abbagliò Thomas
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: The Only One