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X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 13:32, Villaggio Roccialiscia –
Ingresso
del villaggio
«Andiamo,
siamo quasi arrivati!»
Friks saltellava con fin troppa energia davanti all'imponente arco che
segnava
l'ingresso del villaggio, scrutando Thomas che gli si avvicinava
lentamente. «Solo…
un minutino…
devo… distendermi… un
secondo…» ansimò prima
di crollare di schianto davanti alla rana blu di cui ancora non aveva
capito la
provenienza. “Cinque minuti e arriviamo, diceva. È
un sentiero facilissimo,
diceva” pensava tra sé lo sventurato fisico,
ripensando al simil-percorso
roccioso e scosceso che aveva attraversato prima di rientrare sulla via
principale, rischiando due o tre volte di cadere in uno strapiombo alto
almeno
un centinaio di metri per nulla amichevole. In un certo senso, si
pentiva di
non essersi buttato di sua spontanea volontà, visto che quel
cancro semovente
di una rana sembrava avere ancora le forze per atrofizzargli lentamente
i
neuroni fino a ridurlo a un vegetale. «Finalmente sei
arrivato anche tu! Ci
stavi mettendo una vita!» «Ti prego, chiudi quella
fogna…» Ansimò
«…Sono fin
troppo fuori allenamento, quel sentiero mi ha distrutto. Ti prego,
dimmi almeno
che c'è un posto dove possa ristorarmi in santa
pace…» «Beh, purtroppo questo
è
un villaggio piccolo, ci sono solo le case dei compaesani. Ma se vuoi
puoi
venire a pranzare da noi, mio padre sa cucinare degli ottimi
manicaretti!»
Friks sembrava più eccitato del solito dopo l'esposizione
della proposta, che
invece non aveva sortito lo stesso effetto su Thomas: passare altro
tempo con
quell'essere equivaleva, nella sua mente, ad offrirsi di spontanea
iniziativa
come volontario per le torture dell'Inquisizione spagnola. Ma, nel suo
subconscio, sapeva che era la sua unica possibilità di
ristorarsi che aveva e
dovette accettare a malincuore «…Temo di non avere
molte alternative» «Evviva!
Ospiti a pranzo, Ospiti a pranzo! Vieni seguimi!» e
partì a razzo nel
villaggio. Thomas, che si era già pentito della scelta
fatta, si rialzò con
estrema calma e si incamminò al seguito, scrutandosi
intorno. Per essere un
villaggio, gli sembrava molto spoglio: era formato da una modesta
piazza
circolare, che dava su una insenatura nella roccia dove erano presenti
3 cavità
ornate esternamente, probabilmente l'ingresso delle
“case” di cui Frisk gli
aveva parlato. Mentre avanzava notò che al centro della
piazza erano presenti
tre esseri, che mangiavano allegramente, e sembravano tutti
sostanzialmente
differenti tra loro. Ma nonostante tutto uno dei tre stava
intrattenendo una
discussione con gli altri due e sembrava che questi comprendessero i
suoi
versi, che anche Thomas capì distintamente, realizzando che
probabilmente si
era trasformato in una creatura della fauna locale quando era giunto in
quel
luogo. «Vi dico che ho visto un lampo di luce stamattina
provenire dall'altra
parte della montagna, che Arceus mi fulmini se non dico il
vero!» bofonchiava
il più robusto dei tre, che aveva l'aspetto di una creatura
marrone con placche
arancioni e una specie di corno simile a una trivella al centro della
faccia, a
mo’ di naso. «Suvvia, Rhy, probabilmente avrai
visto un riflesso di luce
provocato dal sole, dopotutto stamattina batteva anche molto
forte» Stavolta a
rispondere era una specie di rettile bipede, che guardava placidamente
l'interlocutore accennando un sorriso. «Scepter, sono
più che sicuro di non
essermelo immaginato: quella luce era troppo forte per essere un
riflesso del
sole, credimi. Secondo me potrebbe essere successo qualcosa di strano
alla mia
cava!» «Suvvia, Rhy, Scepter non ha tutti i
torti… Dopotutto stamani ti sei
recato alla cava come al solito e non hai notato nulla di diverso no?
Credo tu
non abbia nulla da preoccuparti» disse la terza creatura,
anch'essa bipede, con
l'aspetto di un canide blu e beige che si era appena alzata dal posto
dove
sedeva «Sarà, Luke… anche se in effetti
una cosa diversa dal solito l'ho
notata, ma non nella mia cava» «Ah,
sì?» chiese Scepeter «E cosa avresti
visto
di preciso?» «Beh, vicino al laghetto nella conca
accanto alla cava mi è
sembrato di aver visto qualcosa di colore bianco sporco distesa sulla
pendenza
del monte, ma non ci ho fatto molto caso. Assomigliava più o
meno… più o meno…
a quel guscio…» Thomas si accorse a quel punto che
lo strano essere lo stava
fissando con un’aria tra lo sbalordito e l'inquietato, mentre
gli altri due lo
squadravano con aria interrogativa. «E quello chi
è?» Scepter ruppe il
silenzio, seguita da Luke «Non lo so, sembra un normalissimo
Chesnaught, anche
se non se ne vedono molti da queste parti» Thomas era
immobile, che ascoltava
allibito i suoi sospetti sul suo aspetto venire confermati, quando
Friks attirò
la sua attenzione «Ehi! Presto, che mio padre ci
starà aspettando!». Il fisico
si girò e vide la rana che lo attendeva all'entrata della
cava centrale e
conseguentemente, sempre sotto gli sguardi interrogatori dei tre, si
avviò
lentamente all'entrata, faticando ancora a coordinare i movimenti del
suo nuovo
corpo, nonostante la lunga camminata di prima. Arrivato da Friks,
quest'ultimo
gli sorrise e si girò verso la caverna
«Papà, sono tornato!» e i due varcarono
la soglia
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X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 13:35, Villaggio Roccialiscia –
Casa di
Friks
Friks
avanzava a passo svelto seguito da Thomas all'interno della sua
casa, arrivando quasi subito in una sala interamente scolpita nella
roccia
dall'erosione, eccetto il fondo della stanza, dove qualcuno aveva
improvvisato
dei gradini scolpiti nella pietra per poter accedere a rialzo della
roccia. La
stanza disponeva di poca mobilia essenziale: al centro della stanza era
presente un tavolo imbandito in vista del pranzo, che poggiava su un
tappeto di
fattura tale che Thomas non avrebbe esitato a definirlo un made in
china di
infimo livello. L'ala destra della sala era occupata da un ripiano dove
erano
disposti ordinatamente diverse pietre e strumenti vari, di cui il
fisico si
interrogava in merito al loro utilizzo, mentre l'ala sinistra era
occupata da una
modesta libreria in quello che sembrava incredibilmente mogano. I due
stettero
fermi per un po', poi Friks riprese ad urlare
«Papà, sono tornato!
…Papà?» Il
silenzio che ne seguì durò ben poco: una figura
slanciata, che a Thomas
ricordava vagamente un tasso, si avventò con delle fiamme
sulla rana, che saltò
via appena in tempo per non essere colpita. «RAZZA DI IDIOTA!
TI PARE QUESTA
L'ORA DI TORNARE A CASA DOPO CHE SEI USCITO SENZA DIRMI
NULLA?!» «Ma papà,
volevo solo…» un’altra fiammata
partì dalla bocca del padre, stavolta schivata
a malapena «INCOSCIENTE E SCREANZATO! IO TI MENO COSI FORTE
CHE IN CONFRONTO UN
PUGNO TIRATO DA UN MACHAMP È UNA CAREZZA!». Thomas
non sapeva come descrivere
la scena che stava guardando se non come “Un penoso teatrino
potenzialmente
mortale tra un due scherzi della natura che avrebbero potuto fare
concorrenza
ad una ditta di demolizioni” e provò a intervenire
«Scusatemi…» nessuna
reazione «Ahem… scusatemi…»
il fisico scansò una fiammata vagante per pura
fortuna, rimanendo in parte schocckato «SCUSATEMI!»
neanche urlare sembrava
funzionare e la sala oramai era più simile a un recinto per
i maiali. Oramai al
limite della pazienza fece la cosa più naturale che gli
venisse in mente: tese
il braccio nel marasma generale, dove ovviamente il padre di Frisk
andò
matematicamente a sbattere. “Chissà
perché ero sicuro sarebbe successo…”
«Finalmente
mi degnate di attenzione…» l'essere non lo
sentì nemmeno «E LEI NON SI
INTROMETTA!» detto questo lanciò un potentissimo
colpo di fuoco contro Thomas,
il quale, d'istinto, unì le zampe tra sé, dal
quale si estese una specie di
scudo spinato che assorbì quasi totalmente il colpo.
Disgiunti gli arti, questi
rimase a bocca aperta, cercando di riflettere su come fosse possibile
quello
che aveva fatto e sul motivo per cui tutto ciò gli
risultasse naturale, ma i
suoi pensieri vennero interrotti da un esclamazione di colui che lo
aveva quasi
colpito «Ma guarda tu… un Chesnaught con
l'abilità Antiproiettile, sapevo che
erano molto rari, ma non pensavo ne avrei mai incontrato
uno…» tutto d'un
tratto sembrava essersi dimenticato completamente del figlio, che si
era
rintanato da qualche parte approfittando dell'interruzione.
«Mi scusi se l'ho
aggredita, spero di non averla spaventata» «No,
guardi non si preoccupi, sono
abituato ad essere assalito praticamente una volta ogni ora da totali
sconosciuti senza apparente motivo…» «Mi
fa piacere per lei» «Lei proprio il
sarcasmo non lo capisce, è?» «Ad ogni
modo, mi perdoni per la scortesia, non mi
sono ancora presentato. Mi chiamo Thyphon, sono un scienziato e un
appassionato
di minerali che si è trasferito qua da appena due settimane,
quando il
precedente proprietario è deceduto per cause naturali. E lei
invece? Con chi ho
il piacere di parlare?» «Il mio nome è
Thomas, sono un…» Friks sbucò dal nulla
«Lo
conosci, papà? L'ho trovato stamattina disteso al laghetto e
mi sono un po'
divertito a spaventarlo appena si è ripreso» non
fece in tempo ad aggiungere
altro che un pugno lo spedì in un angolo remoto della
caverna «QUANTE VOLTE TI
DEVO DIRE DI NON INTERROMPERE LA GENTE, SANTO ARCEUS? …Mi
perdoni, a volte i
bambini sono veramente difficili da gestire, se poi si è
anche da soli come me…
ma non divaghiamo, mi stava dicendo?» Osservò il
fondo della caverna dove Friks
si era rialzato barcollando «Credo sia meglio continuare la
nostra discussione
dopo pranzo, credo resterò con voi su esplicito invito di
suo figlio, sempre se
non le crea disturbo che io mi fermi a mangiare qua oggi.» il
suo interlocutore
lo fissò per un istante, poi rispose «Certamente,
è il minimo che posso fare
per ringraziarla di aver riportato la piccola peste a casa. Si accomodi
pure».
E cosi fece: dopo neanche 2 minuti sul tavolo era presente un altro
piatto dove
Thomas consumò il piacevole pasto, che confermava appieno le
doti culinarie di
Thyphon.
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X XXXX, Anno Domini XXXX, Ore 14:43, Villaggio Roccialiscia –
Casa di
Friks