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Autore: Giuf8    21/09/2017    1 recensioni
Questo è più o meno come mi immagino una fine che spero non arrivi mai.
Dal testo...
Magnus allontanò il viso da quello di suo marito e sussurrò: “Non hai intenzione di smettere, vero?”
Alec lo guardò arcuando un sopracciglio.
“Di invecchiare… continuerai a farlo.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche anno (in più) dopo…
 
Era l’una passata quando Magnus rientrò in casa dopo una riunione tenutasi con altri stregoni. Si sentiva stravolto, ultimamente il tempo sembrava non bastare mai, avrebbe voluto avere più tempo per Alec, per la sua famiglia, avrebbe voluto avere il tempo di sedersi sul divano di pelle nera in soggiorno sorseggiando uno dei suoi cocktail e avrebbe voluto, perché no?, avere anche un po’ più di tempo per se stesso. Ricordava con nostalgia i tempi in cui per truccarsi non usava la magia, ma spendeva lunghe ore chiuso in bagno, ottenendo la piena frustrazione di Alec. Da quando non aveva più tempo nemmeno per quello? Appese la giacca e si diresse in cucina non senza rischiare di mettere il piede su una macchinina e finire lungo disteso a terra.
“Max” sospirò tra sé.
 Mentre posava chiavi e telefono sul tavolo notò un biglietto.
 
Scusami se non ti ho aspettato sveglio, ma ero stravolto e domani mattina ho una riunione in istituto.
Ho lasciato qualcosa da mangiare nel frigo, nel caso tu non abbia ancora cenato.
P.s. Porto io Raph a scuola domattina.
Ti amo
Alec
 
A Magnus bastarono quelle poche righe per fargli scaldare il cuore. Ancora una volta si ritrovò a chiedersi come fosse possibile che, dopo tutto quel tempo, cinque lettere nemmeno sussurrate, ma scritte a mano con quella sua grafia ordinata potessero farlo sentire meglio.  Davvero non se ne capacitava. Forse a mettergli il buon umore era la figura disegnata sotto a pastelli a cera, che raffigurava… che diamine era quello? Un opossum? Possibile?
Proprio in quel momento sentì qualcosa strusciarsi contro le sue caviglie e guardando verso il basso vide il suo buon vecchio Presidente. Si chinò e lo prese in braccio e poi gli venne un’illuminazione, lo accostò al disegno e il gatto sembrò guardarlo di sottecchi come a dire:”Ma davvero?”
Magnus si lasciò sfuggire una mezza risata e lasciò andare un, alquanto indispettito, Presidente.
 
Si cambiò rapidamente e raggiunse la camera da letto.
Si adagiò accanto ad Alec e, puntellandosi su un gomito, rimase un attimo a contemplarlo, con i suoi due cuscini e il suo adorabile lieve russare era davvero difficile da non amare.
Magnus aveva già le palpebre pesanti quando lo vide e si ridestò di colpo. Stava lì immobile, scintillando nel riflesso della luna, prendendosi beffe di lui, era solo uno ma c’era. Un capello bianco.
 
“Raph lascia in pace tuo fratello e va di sopra a cambiarti” urlò Alec.
“Sai mi manca il tempo in cui mi svegliavo accanto a te con un buongiorno appena sussurrato” lo prese in giro Magnus da sotto le lenzuola mentre lo osservava abbottonarsi la camicia nera davanti allo specchio.
“Scusa, ti ho svegliato. Stamattina Raph non ne vuole proprio sapere” e con queste parole circumnavigò il letto e gli diede un rapido bacio a stampo, ma quando stava per ritrarsi Magnus gli mise una mano dietro la nuca e lo attirò a sé. Alec sospirò di desiderio e lo stregone approfitto di quel momento per insinuare la lingua tra le labbra dello shadowhunter.
“Papà sono pronto! Se poi arriviamo in ritardo è colpa t…” urlò Raph entrando in camera.
Alec si ritrasse velocissimo e le sue guance assunsero una tonalità più rosata “Arrivo subito”.
Raph uscì e Alec si voltò verso Magnus che lo guardava sogghignando, certe cose non cambiavano mai.
Lo shadowhunter raggiunse di nuovo lo specchio e tentò di ravviarsi con le mani i capelli che lo stregone aveva contribuito a rendere più indomabili del solito. Fu lì che il sommo stregone ne fu certo, lo vide anche lui. Anche Alec si fermò, le dita tra i capelli e si avvicinò allo specchio e lì rimase immobile.
Magnus sapeva che aveva visto quel capello bianco, quel piccolo segno del tempo che lo terrorizzava così tanto.
“A proposito di quello” ruppe il silenzio ”Ti vorrei parlare”.
Alec si raddrizzò e scosse la testa “Non c’è nulla di cui preoccuparsi, sto bene è solo un capello bianco”
“Ma Alexander…”
“Magnus, al momento non ho ne la voglia ne il tempo di parlarne. Un giorno discuteremo della cosa, te lo prometto, ora non c’è niente che tu possa fare” si fermò a riflettere “Certo che se la cosa peggiora potresti fare uno dei tuo trucchi e farli tornare neri.” Alzò le spalle “Ci vediamo stasera.”
Magnus rimase seduto sul letto a guardare interdetto il punto dove poco prima si trovava il suo ragazzo. “Ora non c’è niente che tu possa fare” le parole di Alec gli risuonavano in testa. Lo stregone era certo che nemmeno il suo Fiorellino si fosse reso conto di quanto vere erano state le sue parole, perché quella era davvero l’unica cosa verso cui Magnus non poteva fare nulla, ne ora, ne mai.
   
 
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