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Autore: H a n a e    24/09/2017    7 recensioni
||Modern!AU ||
Si sa, una sigaretta tira l'altra e, una chiacchierata alle tre del mattino, fuori da un locale, porta a nuove ed intriganti conoscenze.
Un Natsu e una Lucy semi-presentati in una salsa completamente nuova.
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Aveva un’aria fresca, diversa da quella degli abitanti di Magnolia e sembrava talmente piena di vita che quella sigaretta tra le sue labbra stonava proprio, però la rendeva così dannatamente intrigante.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Finalmente sono riuscita a completare il capitolo. Ci sono volute ore di sonno perso e l'indispensabile aiuto di Midnight_1205 - che non finirò mai di ringraziare - per farmi finire questo capitolo. Possiamo dire che ho fatto penare Natsu per parecchio tempo ormai, quindi mi è sembrato giusto fargli scoprire il nome della misteriosa ragazza bionda ^.^ A questo punto posso ufficialmente dare inizio alla storia vera e propria! Grazie mille a tutti quelli che hanno lasciato una recensione fino ad ora!
Un bacio,
Hanae

Edit: nel caso qualcuno avesse dei dubbi, il Seven Times nella mia mente è un bar/locale. Capirete più avanti perché ho deciso di inserirlo.




 





Capitolo 3 - Lucy


Quello, poteva essere considerato un déjà-vu a tutti gli effetti.

Quante possibilità c’erano che fosse veramente lei?

A Natsu corse un brivido di adrenalina lungo la schiena che lo portò a girarsi di scatto, con la sciarpa lenta al collo.

Trattenne il fiato per riflesso, perché aveva paura che quella fosse solo una fantasia e che lei sarebbe scomparsa da un momento all’altro. Per quanto desiderasse rivederla, una piccola parte di sé pregava per il contrario, pensando a quelle che sarebbero state le conseguenze.

Notò che anche quella volta la sigaretta non mancava, solo che in quel momento la teneva incastrata dietro l’orecchio e semi nascosta dai capelli biondi.

Natsu boccheggiò, proprio come un pesce for d’acqua, incapace di dire nulla. Non aveva pensato a nulla da dirle.

«Devo dedurre che sia colpa mia se adesso hai preso questo brutto vizio»

La sua voce suonò così cristallina nelle orecchie di Natsu che fu quasi doloroso il suono di essa rimbombare nei timpani.

«Forse…» rispose sorridendole, accettando però l’accendino. Non aveva alcuna intenzione di fumare, però pensò bene che fosse il caso di usarlo quel pacchetto.

Mise la sigaretta tra le labbra e ne accese la punta, aspirando per farla partire, poi la passò alla ragazza, portandogliela alle labbra.

Lei lo guardò un po’ sorpresa, ma accettò volentieri e il primo tiro lo prese direttamente da Natsu, afferrandola poi tra il suo indice e medio una volta nella presa delle sue labbra. Nel contempo, le sfilò la sigaretta che teneva dietro l’orecchio e la infilò nel suo pacchetto, riponendolo poi nella tasca del giaccone. Con i polpastrelli aveva sfiorato la punta del suo orecchio e gli era sembrato di sentire la presenza di un orecchino. I suoi capelli inoltre, per quanto avesse potuto toccarli, sembrano estremamente morbidi, forse anche più di quanto avesse immaginato.

La ragazza la guardò incuriosito da dietro le ciglia lunghe e scure, ma non proferì parola. Si limitava a squadrarlo in un modo che metteva Natsu in terribile soggezione. Lui faceva di tutto per non fissarla per troppo tempo.

Per spezzare quello scambio di sguardi che lui chiaramente non riusciva a sostenere, si fece coraggio e decise di parlare, approfittandone per giustificare il gesto di poco prima, ma finì solo per impappinarsi in spiegazioni del tutto inutili e stupide, facendola ridacchiare divertita.

Alla fine la imitò pure lui, contagiato dalla risata di lei, e anche un po’ di sé stesso. Un po’ di autoironia ci stava tutta.

Ai suoi occhi non sfuggì di certo la fossetta che si andò a creare sulla sua guancia sinistra, e pensò che fosse davvero molto carina.

«Raramente torno nello stesso posto due volte ed altrettante poche ci rimango per più di un paio d’ore» disse, spiazzandolo completamente.

Lui, a differenza sua, era tutto il contrario. In tutta la sua vita aveva vissuto solo a Magnolia e non poteva nemmeno contare il trasferimento da un capo all’altro della città come un vero e proprio cambiamento. Lui ancora non riusciva a trovare il coraggio di capire che cosa provasse veramente per Lisanna.

Sin dal primo momento in cui l’aveva vista, aveva notato le loro differenze, ma mai avrebbe pensato che fossero così grandi. Gli sembrava quasi impossibile raggiungerla. Non avrebbe mai potuto paragonare le proprie esperienze alle sue, che in confronto a lui era in costante movimento e in cerca di cambiamenti.

«Quindi sei rimasta qui per un’eccezione?» domandò facendosi coraggio.

Lei lo guardò intensamente prima di rispondere, quasi ammiccante, come se la risposta fosse chiara «diciamo di sì».

«E per quanto pensi di rimanere?» chiese con la gola secca.

Lei non rispose subito, lasciando sulle spine il ragazzo, che in quel momento aveva il cervello in pappa.

Prima di andarsene e sparire di nuovo, proprio come era comparsa, si avvicinò a Natsu, arrivandogli talmente tanto vicino da essere in grado di notare alcune lentiggine sulla pelle candida, sotto da luce gialla del lampione. Si mise in punta di piedi e con una mano appoggiata alla sua spalla gli sussurrò nell’orecchio «Fino a quando ne varrà la pena», il suo respiro caldo gli solleticò il lobo e gli sembrò quasi che le labbra di lei lo stessero sfiorando appena, provocandogli un brivido lungo la spina dorsale.

Nel contempo afferrò delicatamente la sua mano, lasciata molle lungo il fianco. Quando le sue dita toccarono la pelle di Natsu, si sentì andare a fuoco. Lei, gli infilò quello che al tatto sembrava un fogliettino di carta piegato nella mano, facendogliela poi chiudere a pugno.

Scese dalle punte dei piedi e si allontanò da lui, con le mani dietro la schiena ma mantenendo sempre il contatto visivo, camminando all’indietro per un paio di passi; poi lo salutò con la mano e si dileguò, di nuovo.

Natsu la guardò fino a quando gli occhi non gli fecero male per lo sforzo. Una volta solo, con il vento che cominciava ad alzarsi e il rumore della musica del locale che iniziava ad entrare nelle sue orecchie, decise di leggere il bigliettino che gli aveva lasciato la misteriosa ragazza.

Aveva quasi paura a leggerlo. Non voleva crearsi troppe aspettative per poi rimanere deluso. Arrivò a pensare che fosse meglio non leggerlo, magari lo avrebbe fatto il giorno dopo, a mente lucida, ma la curiosità era troppa…

«Sii uomo!» si disse.

Non aveva alcun senso esitare ancora. L’aveva fatto tutta la sua vita.

Aprì velocemente il foglietto, leggendo il contenuto. Se Gray e Gajeel l’avessero visto, gli avrebbero detto che aveva sicuramente una faccia da deficiente in quel momento.

Chi l’avrebbe mai detto che il suo piano avrebbe funzionato?

Lui no di certo.

 

Lucy.

Seven Times.







 

   
 
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