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Autore: SabrinaPK    24/09/2017    2 recensioni
Kate Beckett non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi incinta a diciannove anni, senza madre, ma questo era ciò che la vita le aveva riservato e se ne stava occupando al meglio che poteva. Aveva finalmente deciso di dare il suo bambino in adozione finché il padre non era ricomparso a complicare le cose. Richard Castle aveva una sorta di inclinazione nel farlo. [Caskett AU]
Storia di skygirl55.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Kate si svegliò sbadigliando sonoramente e aprendo gli occhi per guardare l’orologio. Le 5:25—cinque minuti al suono della sveglia. Prese un bel respiro e si stiracchio la schiena pensando alla giornata da affrontare.

Era il quarto compleanno di Emily ed era stata fortunata ad avere il turno la mattina presto. Ciò significava che non avrebbe potuto svegliare la sua bambina augurandole buon compleanno, il che era triste, ma sarebbe tornata in tempo la sera per la loro cena di rito a base di macaroni&cheese e torta di carote, che per ragioni che nessuno riusciva a comprendere era la preferita di Emily.

Con un piccolo sorriso sul volto, si strofinò gli occhi con una mano. Quattro anni—era difficile credere che Emily fosse nella sua vita da soli quattro anni. Sembrava impossibile ricordare un momento senza di lei, senza la sua risata ad illuminare la stanza, senza il suo piccolo corpicino rannicchiato contro il suo. Ora andava all’asilo, presto sarebbe andata in prima elementare e poi—no, non doveva pensarci o avrebbe pianto ancora prima di scendere dal letto.

Si sollevò per mettersi seduta, ma quando fu sul punto di mettere i piedi a terra la stanza venne riempita da una sorprendente quantità di luce. Sbattendo le palpebre, si voltò verso il suo compagno per vedere anche lui seduto. ‘Buongiorno, bellissima madre della mia bambina.’

‘C—ciao.’ balbettò. Erano rari i giorni in cui Rick si alzava prima di lei—soprattuto quando aveva il turno la mattina presto. Di solito brontolava e grugniva per l’allarme delle 6:45 che metteva per far alzare le bambine e prepararle per la scuola. Kate gli ricordava spesso che andando a letto prima dell’una avrebbe avuto meno difficoltà ad alzarsi presto, ma secondo lui riusciva a scrivere meglio solo dopo le undici. Nonostante lo trovasse ridicolo, la accettava come bizzarra caratteristica per avere una relazione con uno scrittore.

Rick s’inclinò e le posò un bacio sul collo. ‘Vuoi il tuo regalo?’

Oh, quindi era quello il motivo per cui si era alzato così presto. Voleva darle un regalo prima che andasse via, invece di aspettare il suo ritorno. Era…dolce, ma anche stupido dato che non lo riteneva affatto necessario. ‘Sai che non devi per forza farmi regali; è il compleanno di Emily.’

‘Non sono d’accordo. Tu ed Emily condividete il compleanno; non sarebbe qui senza di te.’

Anche se era tecnicamente vero, non poteva prendersi il cento per cento del merito dell’esistenza di Emily. ‘Anche tu hai avuto una piccola parte, sai.’

‘Sottolinea la piccola parte—tu hai fatto tutto il duro lavoro. Vuoi il tuo regalo o no?’

Kate sorrise e si voltò a guardarlo, incrociando le gambe. ‘Okay.’ Ma sì, sarebbe potuta arrivare un po’ più tardi per un suo regalo.

Rick prese dal cassetto del suo comodino una piccola scatolina blu quadrata racchiusa perfettamente nella sua mano. Una scatola da gioielleria, pensò. L’anno prima le aveva regalato una bellissima collana, così pensò immediatamente che fossero degli orecchini abbinati, che sarebbero entrati in una scatola di quelle dimensioni. Con un sorriso, gli prese la scatolina dalle mani e la aprì. Il sorriso si trasformò in un’espressione sorpresa quando gli occhi ricaddero sul solitario contenuto all’interno. ‘Oh, Rick…’ disse.

Lui le si avvicinò, prese l’anello e afferrò la sua mano sinistra. Gentilmente, infilò il piccolo cerchio di metallo al dito dove, sorprendentemente, entrò alla perfezione. ‘Pensavo che’ cominciò, tenendole la mano tra le sue ‘ora che Emily ha quattro anni, forse è il momento di completare ufficialmente la nostra famiglia.’

Kate lo guardò con le lacrime agli occhi, le emozioni le riempivano il petto e pressavano contro i polmoni. Quel dolce, fantastico, incredibile uomo voleva sposarla. Non poteva dire di esserne sbalordita; si era riferito a loro come una famiglia sempre più spesso negli ultimi sei mesi, ma quella proposta era stata inaspettata. Di solito riusciva ad essere molto sopra le righe e, infatti, si aspettava quasi di trovarlo con un elicottero o un manifesto.

‘Completare la nostra famiglia.’ ripeté. Sembrava una strana proposta, perché non sentiva che la loro famiglia fosse del tutto completa—o, almeno, non voleva che lo fosse. ‘Non vuoi provare ad avere un maschio?’

Rick lasciò andare una sorta di sospiro misto ad un sussulto mentre si avvicinava e la avvolgeva tra le braccia. Respirando pesantemente contro il suo collo, le disse ‘Dio Kate, ti amo!’

Lei lo strinse forte. ‘Ti amo anch’io.’

Le baciò la spalla più volte prima di spostarsi sul collo, dove posò finalmente le labbra tenendola stretta per qualche altro minuto. Quando si tirò indietro, le accarezzò le guance con i pollici e disse ‘Quindi…è un sì?’

Non resistendo alla tentazione di punzecchiarlo, posò lo sguardo sulla sua mano e fece spallucce. ‘Beh, l’anello è già al mio dito, quindi…’ Rise di fronte alla sua espressione depressa prima di baciarlo di nuovo. ‘Certo che è un sì. Come potrei non volerti sposare?’ Il padre della sua bambina. Il suo migliore amico. La persona su cui avrebbe potuto fare affidamento senza alcun dubbio. Non sposarlo sarebbe stato incomprensibile.

Rick la baciò ancora e ancora, facendola sdraiare sul materasso e coprendola interamente con il suo corpo. Kate piagnucolò quando un minuto dopo la sveglia cominciò a suonare, andando a tentoni per spegnerla. ‘Ohh, vorrei davvero non dover andare a lavorare stamattina.’

Rick la baciò sul mento. ‘Non andarci.’

‘Non posso non andarci.’

Le afferrò i seni con le mani. ‘Mm sì che puoi.’

‘Rick!’ grugnì, dandogli un colpo nelle costole così che la liberasse. ‘Non posso non andare a lavoro, ma festeggeremo sicuramente dopo.’ Riluttante, si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, voltandosi solo per chiedergli ‘Alle bambine lo diciamo dopo la scuola?’

‘Oh, beh, Alexis lo sa già.’ confessò Rick. ‘Gliene ho parlato qualche settimana fa.’

Kate si voltò, ormai intrigata. ‘Cos’ha detto?’

Lui sorrise lievemente. ‘È scoppiata a piangere—lacrime di gioia—e poi mi ha chiesto perché ci ho messo così tanto.’

Kate emise un piccola risata e il sorriso sul suo volto si ampliò. ‘Mi sembra giusto. Sono felice che ne sia eccitata.’

’Ne è entusiasta. Ti vuole bene, lo sai.’

‘Anch’io le voglio bene.’ affermò.


‘Mamma è a casa! Mamma! Mamma! Guarda cosa ho ricevuto!’

Kate aveva messo a malapena un piede nell’appartamento quando venne ricevuta da un’euforica bambina, la quale si fermò di fronte a lei tirando la maglietta dall’orlo in modo che potesse mostrarle l’etichetta. Sembrava una normale etichetta adesiva larga un paio di centimetri, ma sopra aveva scritto ‘Buon Compleanno’ e le lettere erano circondate da delle stelle di plastica, che Kate immaginò avesse applicato lei stessa.

‘È bellissima, tesoro. Vieni qui.’

Prese in braccio la bambina e la poggiò su un fianco, anche se stava diventando sempre più difficile. Le diede un bacio sulla guancia e la tenne stretta a sé per qualche secondo. ‘Buon compleanno, Emily. Ti voglio tanto bene.’

Emily avvolse le braccia intorno al collo della madre e chiese ‘Posso avere i miei regali adesso?’

Kate sorrise. ‘Credo che dovrai aspettare dopo cena.’

La bambina sospirò drammaticamente. ‘È quello che ha detto anche papà.’

Dopo averle dato un altro bacio sulla guancia, la mise di nuovo a terra per farla correre in salotto mentre lei si diresse in cucina per salutare finalmente il suo promesso sposo. Promesso sposo. Sembrava ancora strana come parola, ma la rendeva felice.

‘Oh, hey. eccoti qui. Com’è andata la giornata?’

‘Oh, è stata noiosa. Non è successo niente di eclatante—almeno non da quando mi sono svegliata stamattina.’ lo punzecchiò felicemente.

Lo scrittore inarcò le sopracciglia prima di tirarla a sé per un bacio. Aprì la bocca per parlare, ma quando le afferrò la mano sinistra corrucciò la fronte. ‘Dov’è l’anello?’

‘Oh.’ rise un po’ imbarazzata. Infilò una mano dentro la giacca dell’uniforme e prese la catenina sulla quale era appeso. ‘È un po’ appariscente da indossare mentre sono di pattuglia—non che mi lamenti.’ disse. In realtà, quando le aveva mostrato l’anello quella mattina era troppo scioccata e assonnata per capire quanto fosse grosso. Dopo averlo osservato attentamente, aveva deciso che sarebbe stato meglio non indossarlo durante il lavoro per evitare di danneggiarlo.

‘Comprensibile. Forse dovrei prendere un anello meno scintillante da mettere tutti i giorni?’

‘È sia folle che non necessario.’ disse prima di baciarlo. ‘Dov’è Alexis?’

Lui corrucciò la fronte. ‘Oh…era molto strana. È tornata a casa ed è andata dritta in camera sua sbattendo la porta. Le ho chiesto se stesse bene, ma ha detto che era tutto okay e che sarebbe scesa per la cena. Forse non si sente bene?’

Kate per poco non scoppiò a ridere di fronte all’innocenza di quella affermazione. ‘O forse è entrata nella fase della pre-adolescenza.’

Lui scosse la testa. ‘È ancora troppo presto.’

‘Non credo, amore; compierà dieci anni tra qualche settimana.’ gli ricordò Kate. Quando l’espressione di Rick tramutò in preoccupazione, lei gli accarezzò il braccio. ‘Vado a vedere se mi dice cosa c’è che non va.’

Mentre saliva le scale, Kate tolse l’anello dalla catenina e lo infilò al dito. Lo guardò, con un piccolo sorriso sul volto e lo strinse contro il petto. C’erano tante di quelle cose che non vedeva l’ora di sperimentare. Non solo la preparazione del matrimonio o l’evento stesso, che sarebbe stato eccitante e gioioso, ma anche tutto il resto. Avrebbero solidificato la loro vita insieme, la loro famiglia. Sarebbe diventata una moglie e, per quanto folle sembrasse alla sua età, non vedeva l’ora. Molti dei suoi coetanei stavano ancora cominciando ad intraprendere delle relazioni serie. Alcuni erano già sposati, altri volevano concentrarsi sulla loro carriera, ma lei con la sua famiglia già pronta avrebbe potuto avere il meglio in entrambe le cose; era la realizzazione di un sogno che non sapeva di avere.

Fermandosi di fronte alla porta di Alexis, Kate picchiettò leggermente sul legno con la mano destra. ‘Alexis?’

La porta si aprì un minuto dopo. ‘È ora di cena?’

‘Non ancora. Pensavo che prima volessi parlare.’

Alexis face un passo indietro e fece cadere le braccia lungo i fianchi. ’Di cosa?’

Kate fece spallucce. ‘Dillo tu a me.’

‘Sto bene.’ disse, incamminandosi verso il letto e sedendosi sul bordo. Kate fece due passi avanti e aspettò pazientemente che la bambina continuasse. ’Tranne per il fatto che oggi si prendevano gioco di me.’

‘Chi?’

‘Le ragazze della mia classe.’

Kate annuì e si sedette accanto a lei. Questo spiegava perché si stesse nascondendo e si rifiutasse di dire a suo padre cosa stava succedendo. ‘Capisco. E cosa dicevano?’

‘Loro…dicono che sembro una bambina piccola.’

‘Una bambina piccola?’ chiese confusa.

‘Perché non mi trucco e non metto il lucida labbra.’

Kate spalancò gli occhi colta di sorpresa. In quarta elementare? La scuola era cambiata così tanto in quattordici anni? Lei non si truccava mai alle elementari—non che sua madre glielo avrebbe mai permesso, anche se avesse voluto, ma ricordava che nemmeno le sue amiche si truccavano. ‘Tutte le ragazze della tua classe si truccano?’

’No.’

Beh, quello era un sollievo. Kate allungò un braccio e le passò una mano lungo i capelli. ‘Alexis, sei solo in quarta elementare, non hai bisogno del trucco. Devi solo essere una ragazzina.’ le ricordò.

‘Ma ridevano alle mie spalle!’ insistette, chiaramente ferita.

‘Lo so ed è stato scortese da parte loro, ma lascia che ti chieda una cosa: se non fosse per quelle ragazze, vorresti truccarti?’

Alexis corrucciò il naso. ‘Sembra volerci un sacco di tempo.’

Kate non poté fare a meno di ridere. ‘Infatti e, sai, non tutte le donne lo fanno. Io non lo metto sempre.’ Nonostante si truccasse soprattutto per andare a lavoro, cercava sempre di evitare di mettere più di alcune passate di mascara, e quando andava al college non ci badava nemmeno.

‘Ma tu sei già bellissima.’ puntualizzò Alexis.

‘Anche tu.’ le ricordò Kate senza esitare. L’espressione di Alexis rimase incredula, così Kate decise di cambiare argomento. ‘Posso mostrarti una cosa che potrebbe farti sentire meglio?’ Quando Alexis annuì, Kate le mostrò la mano sinistra posandola sul ginocchio della bambina, così che l’anello fosse del tutto esposto. Il viso le s’illuminò per l’emozione e prese la mano di Kate tra le sue in modo da esaminarlo più da vicino.      

‘Oh! Papà non voleva farmelo vedere! È così luccicante!’

’Sì, lo è.’

Dopo aver esaminato l’anello da tutti gli angoli, Alexis le gettò le braccia al collo e disse ’Ne sono davvero felice.’

Kate la baciò sulla testa. ‘Anch’io, tesoro. Ora andiamo a mangiare.’


‘Emily vieni qui un secondo.’ disse Rick tentando di riunire tutta la famiglia in salotto. Emily era rimasta in piedi davanti allo studio con l’acquolina in bocca in attesa di prendere la borsa piena di regali impacchettati visibili dalla sua scrivania. Le aveva proibito di entrare nello studio per evitare che li aprisse tutti prima del tempo, ma ciò non l’aveva fermata dallo stare in piedi—letteralmente—davanti alla porta dello spazio proibito a fissarli.

Il viso della bambina s’illuminò. ‘Regali!’

’No, non ancora tesoro, anche se questo potrebbe esserlo.’ aggiunse di fronte alla sua espressione delusa. Quando Kate si sedette sul divano accanto a lui, Rick le prese la mano sinistra e la posizionò sul suo ginocchio. ‘Mamma e papà si sposeranno; ci sarà un matrimonio—sai cos’è vero? Ti ricordi quando la nonna si è sposata e tu hai fatto da damigella?’ disse, riferendosi alle nozze svoltesi appena un mese prima. In vero stile Martha Rodgers, l’evento era stato più una fuga d’amore, ma si era comunque assicurata che entrambe le bambine avessero un vestito per l’occasione—grazie alla sua carta di credito.

‘Potrò mettere un bel vestito?’ chiese Emily con un sorriso speranzoso.

Rick annuì. ’Sì, tesoro. Anche la mamma avrà un bel vestito, e anche Alexis.’

La ragazzina si sedette accanto alla sorella e le posò un braccio intorno alle spalle. ‘Saremo una famiglia, Em.’ disse mentre le dita di Rick si drizzavano con orgoglio.

’Siamo già una famiglia.’ disse Emily saggiamente. ‘Posso avere i miei regali adesso?’

‘Okay, sì, puoi-‘ Rick venne interrotto dall'esultanza di Emily, la quale corse in direzione dello studio cominciando a rovistare dentro la grande borsa. Era troppo grande da portare per lei, ma ciò non la fermò dal trascinarla per qualche metro finché non si arrese e vi si gettò a capofitto, strappando via tutta la carta e tutti i fiocchi.             


‘Beh, direi che è stato un successone.’ esclamò Rick mentre raccoglieva un pezzo di carta regalo da sotto il tavolino. La passò a Kate, che aveva ancora il sacco della spazzatura tra le mani.

‘Già, avrebbe giocato con quei giocattoli fino a mezzanotte se gliel’avessimo permesso.’

‘Che c’è?’ chiese quando vide il suo sorriso trasformarsi in un broncio. ‘Triste che sia più grande di un anno?’

‘Un po’, ma no. Forse sono solo un po’ delusa perché non era molto eccitata per il matrimonio. Magari non l’ha capito?’

Lui annuì. ‘Esatto. Pensaci: dal suo punto di vista, non sta cambiando niente. Non capisce il legame del matrimonio. L’unica differenza è che non dormirai più nella stanza in fondo al corridoio, anche se ormai lo fai piuttosto raramente.’

‘Ottimo punto.’ disse Kate. ‘E immagino che sarà entusiasta quando le mostreremo il vestito che indosserà.’

‘Assolutamente.’

Kate annuì chiudendo il sacco e posizionandolo vicino alla porta, così che il prossimo che avrebbe lasciato l’appartamento sarebbe andato a buttarlo. ‘Adesso dobbiamo dirlo ai nostri genitori.’

Rick fece una smorfia. ‘Oh, sì, riguardo a questo…’

La sua bocca si spalancò. ‘Sul serio? Ero l’unica a non sapere che stavi per fare la proposta?’

‘Emily non lo sapeva.’

‘Rick!’ esclamò come mezzo rimprovero.

Lui la raggiunse e pressò le labbra contro le sue. ‘Scusa, tesoro. Ho portato mia madre con me a scegliere l’anello e ho dovuto chiedere il permesso a tuo padre.’

Un’espressione sorpresa si fece strada sul suo volto. ’Tu…hai chiesto il permesso di mio padre?’

‘Certo.’ rispose Rick. Anche se non credeva di essere un uomo all’antica, c’erano alcune usanze da dover rispettare. Qualcuno avrebbe potuto dire che chiedere la mano al padre della sposa fosse un’usanza un po’ arcaica, ma Rick pensava che fosse la cosa più rispettosa da fare. Era persino nervoso durante la telefonata a Jim, ma l’uomo era stato gentile dicendo che non avrebbe potuto immaginare un uomo migliore per la sua unica figlia.

‘Perciò,’ continuò Rick mentre si dirigevano in cucina, ‘quando vuoi farlo? Vuoi fare una fuga questo weekend? Perché io ci sto.’

Lei scosse la testa. ‘No, voglio decisamente un matrimonio—piccolo, intimo, ma un matrimonio.’

‘La casa negli Hamptons?’ suggerì.

Ci pensò un momento ma poi scosse la testa. ‘No, così dovremmo aspettare fino all’estate.’

‘Allora quando pensavi?’

‘Febbraio o Marzo se riusciamo a trovare un posto.’

Rick non poté fare altro che ridere alla sua proposta innocente. ’Tesoro, credo sia fantastico, ma se credi di poter trovare una location disponibile a Manhattan tra cinque mesi, sei pazza.’

Kate inarcò un sopracciglio, fece un passò indietro e si portò le mani al petto. ‘Oh davvero? Richard Castle non ha un amico per questo?’ chiese, punzecchiandolo con la frase che utilizzava spesso quando doveva procurarsi qualcosa di misterioso.

Lui annuì. In realtà non aveva pensato di usare uno dei favori in sospeso, ma era di certo una possibilità. ‘Forse. Potrei fare qualche chiamata, ma hai ragione, non voglio aspettare fino all’estate. Non vedo l’ora di sposarti.’

Alzandosi in punta di piedi, lo baciò sulle labbra e gli sussurrò. ‘Anch’io.’











Angolo:
Buonasera a tutti!
Vi ringrazio enormemente per tutte le recensioni ricevute in questo periodo e mi scuso enormemente se non sono ancora riuscita a rispondervi. Grazie mille anche a chi ha solamente letto arrivando fino alla fine.
Ci vediamo mercoledì con l'epilogo.
A presto!
Link originale: https://www.fanfiction.net/s/12209667/1/The-Life-We-Built 

   
 
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