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Autore: lost in books    27/09/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Sono troppi” disse Sera osservando l’esercito di Anthemis. Notò però che c’era qualcosa di particolare nei soldati: mentre alcuni uomini sembravano presenti e concentrati sul loro obiettivo, una buona parte invece sembrava essere in una qualche sorta di trance, era come se non fossero veramente lì, almeno non con la loro testa.
“Maledetto Darcel…” disse Iliana a denti stretti. L’uomo era lì, accanto a re Lucien, il volto coperto per metà da una maschera, oltre che dalla tunica ed il mantello, e sorretto da un bastone dall’apparenza lugubre. Si capiva dall’espressione della maga quanto avesse sperato nella dipartita del vecchio Gran Maestro degli adepti, ma anche che vederlo ridotto a quel modo, era per lei un risultato soddisfacente.
Sandir spostò rapidamente lo sguardo da un amico all’altro: Sera era visibilmente in ansia, l’idea di una battaglia su larga scala ancora difficile da affrontare dopo quello che era successo ad Idyll; Leon stava già cercando di elaborare una strategia per riuscire ad uscire da quello scontro nel migliore dei modi ma non sembrava aver trovato una soluzione che lo soddisfacesse, dalla rassegnazione sul suo volto si capiva che a qualunque scenario avesse pensato in molti sarebbero morti.  Iliana sembrava concentrata sulla figura del re, assorta in chissà quali ricordi. Il giovane guardò anche sua zia, combattuta tra la rabbia per l’inspiegabile situazione in cui si erano ritrovati e il non sapere come proteggere la sua gente.
Però tutti, nessuno escluso, si stavano chiedendo come quell’esercito li avesse trovati e colti di sorpresa a quel modo.
La presenza degli adepti rispondeva al quesito di come li avessero sorpresi, anche se erano in quantità minore rispetto alla battaglia affrontata ad Idyll. Con l’aiuto della magia dovevano aver nascosto la loro presenza fino a quel momento. Rimaneva ancora da capire come avessero trovato i Darman.
Fu allora che Lucien sembrò incontrare lo sguardo di Iliana e, come se volesse rispondere alla sua domanda, tirò fuori da una sacca assicurata ad un cavallo un pezzo di stoffa malconcio e lo sollevò in alto, di modo che il vento lo facesse sventolare.
Non era un pezzo di stoffa qualunque, realizzò la maga, perché lei lo aveva riconosciuto.
“Quello era il mio mantello…”
“È colpa mia. Li ho condotti io qui” disse Sandir con rassegnazione nella voce “il giorno in cui siamo scappati dalle prigioni di Anthemis ero ferito e quando mi hai dato il mantello per coprire il mio marchio l’ho macchiato di sangue. Devono essere riusciti a creare una copia del tuo macchinario alla fine e aver usato il mio sangue per arrivare fin qui”
“Tu!” urlò Fang, abbastanza vicina da aver udito le parole del nipote. Lo afferrò per il collo della camicia “Sei stato tu! Prima ti fai vivo come se nulla fosse e poi ci metti tutti in pericolo…”
Una mano, quella di Iliana, si chiuse su uno dei polsi di Fang “Inutile piangere sul latte versato. E poi nessuno poteva immaginare che potesse succedere questo”
“Dobbiamo reagire, è l’unica cosa che possiamo fare ora” si aggiunse la voce di Leon.
Fang mollò la presa “Anche se noi Darman siamo più forti di un essere umano normale non siamo abbastanza numerosi per affrontare dei maghi e tutti quei soldati”
“Ci siamo anche noi” obiettò Sera “avete anche uno spirito dalla vostra, un cavaliere, tuo nipote e una maga leggendaria”
Fang non parve convinta “Siete solo in quattro”
“Ho affrontato situazioni disperate in passato e ne sono uscita vincitrice” disse Iliana “Farò tutto quello che è in mio potere per vincere anche questa volta”
“Apprezzo le tue parole ma cosa hai in mente?” chiese Fang.
“Combattiamo” rispose Sandir al posto della maga “Vado a prendere le nostre cose”
“Ci ho già pensato io” lo bloccò Iliana. Tutto quello che avevano lasciato al loro accampamento si materializzò a pochi passi da Sandir allo schioccare delle dita della donna.
“Quindi il vostro piano è semplicemente combattere?” Fang parve incredula alle parole appena udite, mentre Sandir già stava tirando fuori dalla sua sacca gli abiti che gli aveva lasciato Bog. Non c’era occasione migliore di quella per indossarli.
“Esatto. Ma solo chi farà le mosse migliori ne uscirà vincitore, indipendentemente dalle forze messe in campo” confermò Iliana, tornando ad osservare l’esercito “Obiezioni?”
Fang, ricomponendosi all’istante, sorrise ferina “Per nulla. Combattere è quello che i Darman fanno meglio” la capo clan allora si rivolse alla sua gente che era accorsa sul posto “Dite a tutti di prepararsi a combattere. Che indossino i vestiti che abbiamo ottenuto dai maghi di Iridium. Li abbiamo conservati per un’occasione come questa in fondo”
I Darman cominciarono immediatamente i preparativi, c’era sia preoccupazione che eccitazione nell’aria per l’imminente scontro. Sapevano che poteva essere la loro fine ma era anche vero che erano stanchi di rimanere a guardare senza fare niente.
“Si muovono” era stato Horn, intento a tenere d’occhio i soldati nemici, a dare l’allarme all’improvviso.
“Non per molto” accompagnata da un ampio movimento delle braccia, Iliana usò la magia e davanti all’esercito di Anthemis si creò una spaccatura nel terreno da cui si levò un muro di fuoco.
“Per quanto tempo puoi mantenere quell’incantesimo?” le chiese Leon.
“Abbastanza da permettere a tutti di prepararsi. Non sprecheranno le energie dei loro maghi per dissolvere la mia magia, non sono abbastanza numerosi. Ma è anche vero che neanche io posso permettermi di consumare tutte le mie forze così”
Recepito il messaggio, tutti si misero all’opera e in breve cominciarono ad arrivare i primi Darman, per la prima volta da quando il gruppo era arrivato lì, con indosso dei vestiti intatti. Sia Leon che Sandir erano armati e il giovane si era anch’esso cambiato come aveva fatto la sua gente. Sera era sempre più in ansia ma allo stesso tempo determinata a farla pagare agli adepti, visto il modo in cui li guardava, specialmente il loro Gran Maestro. La cosa non era sfuggita ad una certa maga.
“Sera” la ragazza si voltò trovandosi di fronte Iliana “Prendi questo”
La donna le porse un artefatto dall’aspetto di una comune spilla “Ti proteggerà dagli attacchi degli adepti” spiegò vedendo l’espressione perplessa della ragazza.
Iliana poi tornò a fissare l’esercito, o per meglio dire, Lucien.
Quando i soldati si erano mossi prima, lui era rimasto esattamente dov’era. Aveva pianificato tutto, come ricordava fosse solito fare, mai lasciando nulla al caso. Li aveva colti di sorpresa, completamente impreparati, e aveva fatto in modo che lei non avesse altra scelta se non consumare parte delle sue energie ed erigere una qualche sorta di muro fra le due forze opposte per prendere tempo. Tutto quello le ricordò il tempo passato a giocare a lux et tenebris con il suo ex allievo, solo che questa volta le pedine sarebbero state persone in carne e ossa. La loro ultima partita vera e propria stava per cominciare e lui era già in vantaggio.
 
Iliana lo stava guardando. Lucien, a comando del suo esercito, non avrebbe potuto desiderare di meglio. Stava andando esattamente come aveva pianificato. Doveva ammettere che essere entrato in possesso di un campione di sangue Darman per puro caso gli aveva di gran lunga facilitato le cose e datogli la possibilità di far muovere le sue pedine e i suoi avversari esattamente dove voleva lui, con il minimo sforzo.
Una volta capito dove si trovassero i Darman aveva dato ordine di cominciare la costruzione di una grande piattaforma per il teletrasporto nel deserto. Per primi erano arrivati gli adepti che avevano nascosto la presenza della piattaforma e di chiunque si trovasse nell’area circostante con la loro magia, poi, lentamente, erano arrivati gli uomini dell’esercito di Anthemis ed infine il re ed il Gran Maestro.
Erano lì da prima ancora che Iliana e il suo gruppo arrivassero, e la donna non si era accorta di niente. Anche se c’era una considerevole distanza fra loro, Lucien sapeva quanto questo l’avesse irritata. E il suo arrivo a sorpresa era solo l’inizio; aveva delle altre cose in serbo per lei, le avrebbe fatto capire quanto lo aveva fatto soffrire.
Al suo fianco c’era Darcel, determinato come non mai a rifarsi dopo quello che era successo ad Idyll. Fra le mani stringeva il bastone che era appartenuto a tutti i Gran Maestri oscuri prima di lui. Era un oggetto apparentemente semplice ma capace di incutere terrore e far rabbrividire chiunque lo guardasse.
Il bastone era composto da un legno completamente nero sulla cui sommità si trovava una pietra rossa come il sangue.
Quando Umbra aveva generato l’Oscurità e Sol ancora non era intervenuto, tutte le creature del loro mondo erano state in serio pericolo. Allora, il primo re degli spiriti, uno spirito della terra, quando l’Oscurità fu alle porte del suo regno, si oppose con tutte le sue forze all’imminente distruzione della sua gente e, assorbendo una parte dell’Oscurità dentro di sé, riuscì a bloccarne l’avanzata fino all’arrivo di Sol. Il suo gesto gli fu fatale e di lui rimase solo un albero, ma non uno qualsiasi. Il legno della sua corteccia era completamente nero e le sue foglie scarlatte come anche la sua resina.
Divenne presto chiaro che anche dopo la morte, l’Oscurità non aveva abbandonato completamente ciò che rimaneva del compianto re degli spiriti.
Fu quando la guerra fra i guardiani della luce e i primi adepti di Umbra si fece cruenta che il bastone venne creato.
Il primo Gran Maestro degli adepti, dopo un attento studio, fece tagliare l’albero nero e dal suo legno ricavò il bastone. Sulla sua sommità incastonò una pietra realizzata con la resina cristallizzata dell’albero stesso.
L’utilizzo di quell’arma cambiò rapidamente l’andamento della guerra: gli incantesimi oscuri del Gran Maestro erano più potenti ma non solo, l’abilità speciale di quel bastone era ciò che terrorizzava veramente chiunque si frapponesse fra il mago ed il suo obiettivo.
Bastava infatti venire trafitti da quell’oggetto per andare incontro ad un destino peggiore della morte. Il corpo della vittima veniva rapidamente infettato dall’energia del bastone, proveniente dall’Oscurità stessa, e nulla di ciò che era veniva risparmiato. Tutto ciò che prima era stata la vittima, veniva rapidamente consumata e trasformata in pura energia per rafforzare l’Oscurità. Grazie a quell’arma la vittoria degli adepti sembrava inevitabile e la forza dell’Oscurità si stava accrescendo molto più rapidamente del normale.
Fu solo grazie al sacrificio di un gruppo di cavalieri e maghi, con l’aiuto degli spiriti pronti a tutto pur di farla pagare agli adepti per il torto subito, che il Gran Maestro venne sconfitto e l’Oscurità infine fermata quando sembrava ormai troppo tardi.
L’arma che Darcel aveva con sé avrebbe compensato le sue nuove carenze, dato che il suo corpo non si era ripreso dall’attacco di re Florian e mai si sarebbe ripreso del tutto.
Anche lui stava guardando Iliana. Era stata lei in fondo ad aiutare l’ultimo re degli spiriti a creare l’arma che lo aveva ridotto allo spettro di se stesso ma, per quanto il mago avrebbe voluto vendicarsi,  Lucien aveva messo in chiaro da tempo una cosa. Iliana era il suo obiettivo e suo soltanto, se si fosse intromesso sarebbe stato peggio per lui.
 
Dalla posizione sopraelevata di cui godevano rispetto all’esercito di Anthemis, Fang era intenta a dare le ultime direttive alla sua gente. Aveva valutato attentamente le loro possibilità: l’esercito che dovevano affrontare era troppo numeroso, non potevano farcela, ma almeno se i Darman dovevano soccombere, lo avrebbero fatto facendo quello che sapevano fare meglio. Combattere.
I suoi occhi inevitabilmente caddero sul nipote, la persona che non pensava avrebbe rivisto mai più fino a poco tempo prima. Credeva da anni di essere rimasta sola ormai, e aveva dedicato la sua vita a proteggere il suo popolo, come se il suo fosse un modo per rifarsi di non essere riuscita a salvare la sua famiglia dal suo destino, e invece, come uno strano scherzo del fato, lui era ancora vivo e proprio lì, davanti a lei.
Era evidentemente cresciuto da quando lo aveva visto l’ultima volta, pallido e febbricitante, prima che sua sorella e suo cognato lo abbandonassero.
Ormai era quasi un adulto e in lui poteva vedere entrambi i suoi genitori: come sua madre faceva tutto quello che era in suo potere per fare ciò che riteneva giusto, mentre aveva preso la cocciutaggine tutta dal padre.
Le sfuggì un mezzo sorriso ma riuscì a fermarsi prima che potesse diventare uno vero e proprio.
Non avrebbe permesso a degli stupidi sentimentalismi di cambiare la sua opinione, ma non poteva negare il fatto che fosse sempre più difficile provare odio per lui, aggrapparsi a qualsiasi cosa avesse fatto di sbagliato. In quegli anni in cui aveva creduto di essere sola aveva pensato di aver seppellito il suo cuore per sempre, ma erano bastati pochi giorni a farle capire quanto si fosse sbagliata, e si era ritrovata a dover combattere contro quella parte di se stessa che pensava non ci fosse più.
Riuscì a far sparire il mezzo sorriso giusto in tempo, prima che suo nipote incontrasse il suo sguardo: c’era determinazione nei suoi occhi, il desiderio di dimostrare che poteva farcela.
Era lo stesso che aveva lei alla sua età…
Fang distolse lo sguardo e tornò a dare ordini ai Darman, cosciente del fatto che suo nipote la stava ancora osservando.
Per come pensava sarebbero andate le cose, né lei né Sandir sarebbero sopravvissuti quel giorno, ma non sarebbe andata a parlare con lui per cercare di riappacificarsi prima della fine. Non lo avrebbe fatto, per quanto il suo cuore la stesse implorando e stesse soffrendo per quello.
 
I preparativi erano ultimati. I Darman la cui forma animale era quella di un volatile si erano tutti trasformati completamente o quasi, Beak e Claw fra loro.
Era stato deciso che sarebbero stati i primi ad attaccare, colpendo l’esercito dall’alto. Sera avrebbe fornito supporto con le sue fiamme quando sarebbe stato ritenuto necessario.
Fang diede l’ordine e, stringendo fra gli artigli le rocce più grandi che le loro zampe permettessero, i Darman alati spiccarono il volo.
Raggiunsero l’esercito in fretta e una pioggia di rocce si abbatté sui soldati ma l’attacco non ebbe l’effetto desiderato, purtroppo. Dopo la caduta dei primi uomini sotto la pioggia di rocce, il resto dei soldati procedette a coprirsi con gli scudi e fu presto chiaro ai Darman che non si trattava di oggetti qualunque ma che erano stati rinforzati dalla magia.
I Darman non erano il tipo di persone che si arrendeva facilmente e ben presto un’altra pioggia di rocce si abbatté sui soldati, questa volta aiutati anche da Sera, mentre il resto dei Darman stavano attendendo l’ordine da parte del loro capo clan per gettarsi nella mischia.
Le fiamme di Sera, insieme alle rocce, sembrarono inizialmente provocare danni maggiori rispetto all’attacco precedente, ma dopo qualche minuto gli adepti si misero all’opera rendendo quasi del tutto inutile l’intervento della giovane.
“I miei attacchi non hanno più effetto. E adesso?” disse Sera, atterrando vicino ai suoi compagni.
“È del tutto inutile aspettare, Fang” disse Horn.
La donna non gli rispose, combattuta sul da farsi.
“Se non dai l’ordine ora, attaccheremo noi lo stesso” dichiarò l’uomo. Gli sguardi del resto dei Darman diceva tutto. Erano della stessa opinione dell’uomo.
Fang, alla ricerca di una soluzione alternativa fino all’ultimo, spostò rapidamente gli occhi su Iliana che le disse senza indorare la pillola “Continuare a mantenere il muro di fiamme consumerebbe troppo le mie forze. Se vogliamo avere qualche possibilità, questo è il momento per attaccare con tutto ciò che abbiamo”
Fang annuì, rassegnata all’inevitabile “Immagino tu andrai contro il re e il mago accanto a lui”
“Esatto”
“Aspetta, non vorrai mica affrontarli entrambi da sola” obiettò Leon.
“Veniamo con te” aggiunse Sandir; Sera non disse nulla, ma era chiaramente della stessa opinione.
“No”
“Ma…” la giovane cercò di controbattere ma venne subito fermata dalla donna.
“Lo vedete quel bastone che ha in mano Darcel?”
I tre compagni della maga si concentrarono sulla figura incappucciata accanto a re Lucien.
“Se vi colpisce direttamente con quello per voi è la fine” Iliana spostò il suo sguardo lentamente su ognuno dei suoi compagni per essere sicura che avessero colto l’avvertimento.
“È il bastone oscuro, non è vero?” la voce di Sera parve incupirsi mentre pronunciava quelle parole. La triste storia del primo re degli spiriti era una delle più popolari fra la sua gente, e motivo per loro di ulteriore risentimento nei confronti degli adepti.
Dopo qualche secondo di silenzio Iliana si decise a risponderle “Sì e a differenza vostra io ci ho già avuto a che fare in passato. So come contrastare i suoi attacchi mentre voi…”
“Non avremmo possibilità” finì Leon per lei.
“Non c’è niente che possiamo fare per aiutarti?” Sandir non voleva arrendersi.
“No. Se solo ci fossero…” Iliana si fermò di colpo ma i tre capirono. Se solo ci fossero stati i suoi vecchi compagni, allora le cose sarebbero state diverse.
“Va bene. Faremo come vuoi” Leon spezzò il silenzio creatosi, non c’era nessun risentimento in lui.
La maga gliene fu grata e, ormai pronta a far cadere il muro di fiamme, guardò Fang.
La capo clan colse il messaggio silenzioso e, senza perdere altro tempo, ordinò alla sua gente di prepararsi alla carica.
Era rimasta solo Iliana sulla cima della formazione rocciosa, ormai erano tutti pronti, i Darman alati già in volo, mentre tutti gli altri erano scesi attraverso le gallerie.
Con un ultimo respiro profondo, dissipò le fiamme, lasciando solo una voragine nel terreno.
Vide gli adepti mettersi subito all’opera per rendere agibile il passaggio ai soldati e ben presto della voragine rimase solo il ricordo.
I soldati cominciarono ad avanzare e i Darman si lanciarono all’attacco; sarebbe stato un massacro, lo sapeva.
Per la prima volta dopo all’incirca mille anni pregò che accadesse un miracolo.
 
Lucien stava osservando con sempre meno interesse la battaglia in corso davanti ai suoi occhi. I suoi uomini e gli adepti stavano già avendo la meglio nonostante i Darman stessero combattendo ferocemente. Anche se un solo Darman era in grado di abbattere numerosi uomini prima di essere fermato, la schiacciante superiorità numerica del suo esercito non avrebbe lasciato loro scampo.
Era la prima volta che vedeva il popolo maledetto in azione con i suoi occhi. Ne era sempre stato affascinato per via dei racconti di Iliana e, se voleva essere sincero con se stesso, doveva ammettere che un po’ gli dispiaceva. Stavano combattendo valorosamente e non aveva mai incontrato nessun umano con una forza così devastante, non contando la sua tutrice. Si chiese se le cose sarebbero andate diversamente se al loro fianco ci fosse stata la vecchia compagna di viaggio della sua ex tutrice e capo clan di mille anni fa, la donna che poteva trasformarsi in un drago. Di certo sarebbe stata una sfida più stimolante.
Se l’andamento della battaglia non fosse cambiato non ci sarebbe voluto molto per ottenere la vittoria e il frammento, e l’unica persona in grado di cambiare le cose sembrava essere scomparsa nel nulla, proprio come aveva fatto cinque anni prima.
La cercò, osservando ogni angolo del campo di battaglia, ma fra la calca e le grida di lei non c’era traccia. No, non poteva essere scomparsa di nuovo, non gli avrebbe fatto quello, non dopo tutto quello che aveva fatto per essere lì in quel momento.
Finalmente la vide e il suo cuore, che aveva cominciato a martellargli nel petto senza che se ne accorgesse, perse un colpo prima di tornare a battere ad un ritmo regolare. Era lontana rispetto a dove si trovava lui, ancora sulla formazione rocciosa, ma su un punto più basso della cima. Stava parlando con una ragazza avvolta dalle fiamme, uno spirito, e gli parve di vedere la giovane accettare qualcosa dalla donna prima di librarsi alta nel cielo pronta a combattere.
Solo allora lei lo guardò determinata. Sarebbe venuta lei da lui. Non poteva andare meglio di così e non riuscì a fermare il sorriso che si formò sulle sue labbra. Presto avrebbe avuto tutto quello che desiderava, ed era stato più facile del previsto. Mosse un passo in direzione della maga, non riusciva più ad aspettare, quando il suono di un corno squarciò improvvisamente l’aria.
Tutti quelli che stavano combattendo si fermarono, nessuno escluso.
A breve distanza da loro un esercito si stava avvicinando rapidamente al campo di battaglia. Alcuni degli uomini che lo componevano stavano sventolando dei vessilli con il simbolo della Resistenza. Le urla di gioia da parte dei suoi avversari si levarono alte ma Lucien non era impensierito dall’arrivo della Resistenza, tutt’altro. Non avrebbe potuto desiderare di meglio, tanto che non riuscì a trattenere una risata.
Finalmente lo scontro si sarebbe fatto interessante, o almeno così sperava. 
 
 
 
Salve a tutti, qui lost in books.
La battaglia ha avuto inizio e accadranno diverse cose interessanti ad alcuni dei personaggi nel corso dello scontro.
La Resistenza è arrivata ma sarà in grado di contrastare Lucien?
Alla prossima!
 
   
 
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