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Autore: Mel_deluxe    28/09/2017    2 recensioni
La popolarità non è un’opinione: questo è ciò che credono gli studenti del liceo di Buckley, sperduto paesino nelle foreste del nord-Midwest, dove le regole e le relazioni sociali sono dettate da una rigida e rispettata “Catena della Popolarità”.
Linda Collins, affascinante reginetta del ballo nonché capo cheerleader in carica, si è sempre ritrovata ai primi posti della Catena senza particolari sforzi. Tutto però cambierà l’ultimo anno di liceo, quando Linda lascia il suo storico fidanzato Simon Coleman, il bello e conteso quarterback di football della scuola, che subito si rivolta contro di lei. Questo sarà l’inizio della fine.
Nel frattempo qualcuno sembra tramare nell’ombra per distruggere la Catena: strani avvenimenti iniziano ad accadere a Buckley, e un terribile, losco omicidio verrà commesso, proprio all’interno delle quattro mura scolastiche.
Linda e Simon, resosi conto che l’assassino sembra prendere di mira proprio loro due, si vedranno costretti a mettere da parte le loro rivalità e ad allearsi per risolvere questo intrigato mistero.
Chiunque sia il misterioso assassino, una cosa è certa: non apprezza affatto i ragazzi popolari.
Genere: Mistero, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 2
Quaranta centesimi

 
 
 

It's strange but it's true
I can't get over the way you love me like you do
But I have to be sure
When I walk out that door
Oh how I want to be free

“I Want to Break Free”, Queen 1984



 
Simon Coleman alzò lentamente il peso, osservando con orgoglio il suo bellissimo bicipite sollevarsi pian piano.
Il suo migliore amico, Darren C. Carmichael era davanti a lui, mentre si allenava con il bilanciere con estrema concentrazione. Era ormai il loro solito rituale, allenarsi con lui  prima degli allenamenti in palestra parlando di ragazze e altre stronzate.
«Non lo so, amico*.» diceva Darren C. Carmichael. «Linda mi è sempre sembrata una psicopatica. Ha delle belle tette, certo, ma quelle si trovano facilmente. Avresti dovuto scaricarla già l’anno scorso, a mio parere.»
«Beh, sì, in effetti è un po’ problematica.» rispose Simon, interrompendo per un attimo il sollevamento. «Però è strano adesso: quando stavo con lei non dovevo mai fare fatica per mantenere la popolarità. Adesso invece devo sforzarmi, e non è una cosa in cui sono bravo.»
«Smettila, amico*. Tu sei Simon Coleman, cazzo!» esclamò Darren C. Carmichael, furioso di quell’improvviso calo di autostima. «Non accetterò che ti abbatta in questo modo. Sei il ragazzo più sexy di questo pianeta, okay? Hai un corpo da favola e un viso bellissimo, non ti serve una ragazza per restare in cima alla Catena! E anche se fosse? Te ne puoi trovare una nuova in due minuti!»
Simon era ormai abituato ai complimenti eccessivi che Darren C. Carmichael gli rivolgeva ogni volta. Sembrò per il momento convinto, e riprese a dedicarsi ai pesi.
Simon aveva sempre pensato che Darren C. Carmichael fosse molto più attraente di lui in realtà: aveva un corpo perfetto, che Simon quasi invidiava, e degli occhi verdi smeraldo in grado di folgorare chiunque guardasse. Inoltre il suo sorriso era in grado di sciogliere gli iceberg, da quanto era bello.
Per qualche strano motivo, però, lui era sempre stato il più apprezzato dalle ragazze.
«A te come va con Janissa?» domandò, per cambiare discorso.
Darren C. Carmichael sbuffò rumorosamente.
«Non so.» disse, quasi disinteressato. «Il colore della sua pelle mi eccita molto, sembra quello di Freddie Mercury. E poi fa facce buffe quando la faccio venire.»
Simon pensò che quello fossero i complimenti più assurdi che Darren C. Carmichael avesse mai fatto su una ragazza.
«Beh, forse potrei prendere una delle cheerleader.» disse Simon poco dopo. «Che ne pensi di Chloe Farger? Ero uscito con lei per un certo periodo due anni fa, sai, prima di Linda...»
«Nah, Chloe adesso sta con Peter Helson, il capitano della squadra di basket, il Numero Sette.»
Oh, era così complicato essere il ragazzo più popolare della scuola!
«E quell’altra? Carrie, o come si chiama, invece?»
«Non saprei. Credo che lei sia libera.»
Simon e Darren C. Carmichael rimasero in silenzio qualche secondo. Poi, all’improvviso, il suo amico ebbe una nuova, geniale idea:
«Sai con chi ci dovresti provare? Con quella ragazza nuova!»
Simon approvò l’idea. Tutti i suoi amici continuavano a parlare di lei, la misteriosa “Ragazza Nuova”. Dicevano quanto era carina, quanto era simpatica e tutte quelle stronzate che si dicono alle ragazze per portarsele a letto. Simon era assai curioso di conoscerla.
«Quella sì che è una strafiga!» continuò Darren C. Carmichael con entusiasmo. «Ha un culo da paura, e poi, secondo me, scopa da dio.»
I due amici stavano per riprendere a discutere di ragazze, quando improvvisamente, dalla porta della palestra rumorosamente entrò proprio Linda Collins, che, con la sua divisa da cheerleader blu e bianca che le esaltava le forme del corpo, catturò l’attenzione di tutti i ragazzi lì presenti. Volarono fischi e urla di apprezzamenti. Lei li ignorò e si diresse proprio dove Simon e il suo migliore amico si stavano allenando.
Simon si preparò all’ennesima sfuriata contro di lui, ma, inaspettatamente, Linda si rivolse per parlare con Darren C. Carmichael.
«Ciao, Darren C. Carmichael!» disse lei, stranamente gentile.
Linda si voltò poi verso Simon.
«Ciao anche a te, Patti LuPone.»
Simon si innervosì.
«Carine le tue battute, Linda.» rispose di rimando. «Dimmi, te le hanno vendute nello stesso discount da quattro soldi dove ti sei fatta rifare quel tuo culo bianco da ricca viziata?»
«Oh, scusa Simon, ma ogni volta che parli, tutto quello che riesco a sentire è “Ohu, ouh!”» ribatté Linda con il medesimo tono. «Temo che la tua voce sia coperta dagli inconfondibili urletti emessi dalla tua vagina!»
Linda subito dopo si voltò verso Darren C. Carmichael, ritornando alla sua innaturale gentilezza:
«Comunque ero venuta per dirti che Janissa ha rotto con te, ma, in compenso, sono qui per chiederti se vuoi diventare il mio nuovo ragazzo.»
«Okay.» rispose immediatamente Darren C. Carmichael al quale, evidentemente, non importava con quale delle cheerleader si scopasse, una valeva l’altra.
Linda mostrò loro uno smagliante sorriso.
«Ottimo!» esclamò. «Allora passa a casa mia verso le cinque e mezza.»
Era stato più veloce del previsto.
Poco prima di andarsene diede un veloce bacio al suo nuovo ragazzo, e si voltò verso Simon, come per constatare che lo avesse visto. Poi lo salutò.
«Ci vediamo, Patti.» disse esageratamente allegra.
«Ciao anche a te, Lindy.»
Linda lo ignorò. Simon poi la osservò, quasi perso, mentre usciva fuori dalla palestra, tanto trionfalmente di quando era entrata.
 
*Se fosse scritto in inglese sarebbe stato un classico “dude” ma dato che l’inglese lo so male ho dovuto adattarmi così.
 
 
Linda Collins uscì da quella disgustosa palestra che puzzava di sudore con un sospiro di sollievo.
Perfetto, adesso che aveva un nuovo ragazzo doveva solo attendere che le sue amiche tornassero con le nuove reclute.
Sorrise felice, mentre continuava a camminare.
Simon era così stupido e ingenuo, davvero credeva che avrebbe raggiunto il primo posto della Catena? No, non sarebbe mai successo, non finché ci sarebbe stata lei al potere.
Fu così presa dai suoi pensieri che nemmeno si accorse della ragazza che camminava dalla parte opposta alla sua. Quando se ne accorse fu troppo tardi.
Le due si scontrarono e l’altra ragazza fece cadere il suo caffè per terra.
«Ehi!» protestò infuriata. «Guarda un po’ dove vai!»
Linda rimase totalmente basita. La ragazza che aveva scontrato, era sicura di non averla mai vista lì. Era afroamericana, fatto già di per sé strano, dato che non c’erano famiglie di colore a Buckley, ma soprattutto era molto carina. Fin troppo carina. Era magra e alta, la sua pelle scura le donava un fascino immenso. I capelli di mille sfumature di castano si riversavano sulle spalle in miriadi di riccioli. Era vestita in modo impeccabile.
«Tu...» Linda non era sicura di come reagire. «Chi cavolo saresti?!»
La ragazza tuttavia continuava a osservare la pozza di caffè che si espandeva tristemente sul pavimento.
«Mi hai fatto cadere il caffè!» protestò, indicando la pozza. «Adesso devi ripagarmelo!»
Linda rimase a bocca aperta. Come diamine si permetteva?
«Okay, dato che non ti ho mai vista qui, ti spiegherò un paio di cose.» iniziò con finto tono gentile. «Io non ho idea di chi tu sia, perciò deduco che sei, diciamo, una Numero Dodici... Io sono Linda Collins, ciao, e sono la reginetta del ballo in carica, quindi Numero Uno della Catena, perciò non ti pagherò assolutamente nulla. Ora levati, che sono in ritardo per...»
«Ma di che cazzo stai parlando, sorella?» rispose lei, ridendo. Linda fu subito irritata dalla sua gentilezza completamente fuori luogo. «Catene, Numero Uno? Senti, non mi interessa, voglio solo che mi ripaghi il caffè della macchinetta. Sono appena quaranta centesimi, non ti sto chiedendo un assegno.»
«Hai detto che sei nuova?» chiese Linda, insospettita.
«Esatto.»
«Ah, quindi sei tu la famosa ragazza nuova di cui tutti parlano...»
«Oh, no, quella è un’altra.» precisò la ragazza di colore, che evidentemente aveva capito di cosa stesse parlando. «Cioè anche io sono nuova, ma non sono quella a cui tutti si riferiscono.»
Linda si avvicinò alla ragazza, usando il suo tono minaccioso:
«E come ti chiami, allora, ragazza nuova non-nuova?»
Tuttavia lei non sembrava affatto intimidita da Linda. Rispose tranquillamente:
«Mi chiamo Regan Weston, vengo dal Minnesota.»
«Regan? Oh, intendi come il presidente, quello con la moglie di nome Signora Uccello?»  
«Ok, per prima cosa, Lady Bird era la moglie del Presidente Johnson, non di Reagan, ed era una gran donna.» la corresse Regan. «E secondo: non sono venuta qui per litigare, Linda, voglio solo che almeno mi risarcisci il danno.»
«Hai idea di quanto sia offensivo quello che mi stai chiedendo?»
«Stiamo parlando di quaranta centesimi!» esclamò Regan, esasperata. «Okay? Con quaranta centesimi non ti ci compri nemmeno delle figurine in edicola!»
«Sai una cosa? Hai vinto.» ammise Linda, alzando le braccia in segno di sconfitta. «Sei una ragazza e sei nera, mi superi in quanto a minoranza. Brava, complimenti davvero. Ma se ti aspetti che io adesso accetti che tu mi rubi la popolarità solo perché è più facile per te atteggiarti da vittima, allora ti sbagli di grosso.»
«Tu sei completamente pazza. In questa scuola siete tutti pazzi.» commentò Regan, prima di andarsene.
Linda rimase ancora più sconvolta di quanto già non fosse.
«Non mi ignorare mentre ti parlo!» strillò infuriata. Non si era mai sentita così mancata di rispetto in tutta la sua vita.
«E invece è proprio quello che sto facendo.»
Regan non si girò nemmeno. Continuò a camminare, ignorando completamente Linda.
A quel punto la cheerleader si mise a strillare, colpita dall’ira, ma anche il questo caso, Regan la ignorò.
 
 
Taylor May sospirò rumorosamente, mettendo giù l’ultimo scatolone pieno di libri. Si asciugò il sudore sulla fronte, cercando di tirarsi indietro quei maledettissimi capelli.
Forse non avrebbe dovuto proporsi di aiutare a sistemare i libri in biblioteca il primo giorno di scuola. Adesso mentre tutti andavano in giro a salutare le vecchie amicizie, lei se ne stava lì da sola, a spostare scatoloni e a mettere a posto i libri impolverati.
Certo, non che lei avesse molti amici da salutare.
Si sistemò i capelli, lunghi fino ai fianchi, ormai così rovinati e sbiaditi che il suo castano naturale adesso pareva più un grigio scuro.
«Già a fare fatica a inizio anno, Tay?»
Taylor alzò lo sguardo verso quella voce familiare. Non appena vide di chi si trattava, non fece a meno di mostrare un meravigliato sorriso.
«Simon!»
Simon era davanti a lei, che le sorrideva. Taylor  corse ad abbracciarlo, contenta di rivederlo dopo tutti quei mesi.
«Oh, sono così felice di rivederti!»
Lei e Simon erano amici da molti anni ormai. Taylor lo riteneva il suo migliore amico, anche se negli ultimi tempi il loro rapporto non era stato dei migliori.
Si erano conosciuti alle medie e da allora erano stati inseparabili. Taylor e Simon avevano sempre avuto una cosa in comune allora, cioè l’essere universalmente esclusi da chiunque, tanto da non possedere nessun amico. Taylor era considerata strana e Simon non piaceva agli altri studenti; si erano ritrovati nella stessa situazione ed erano diventati amici per questo motivo. Li chiamavano “la coppietta di nullità”. Allora, ricordava ancora Taylor, erano stati praticamente inseparabili.
Alla fine avevano anche deciso di andare al liceo insieme, sperando che la  situazione cambiasse per loro. Beh, da lì in poi Taylor non era proprio soddisfatta di come erano andate le cose:
Simon crescendo era diventato sempre più bello, attirando l’attenzione di tutti, di molti ragazzi e, soprattutto, di molte ragazze.
Una in particolare.
Un giorno Simon aveva incontrato una ragazza per caso, una cheerleader di nome Linda Collins e quello, per Taylor, sarebbe stato l’inizio della fine.
Ancora ricordava il momento in cui Simon, fulminante, si era precipitato da lei e le aveva rivelato a gran voce: “Ho incontrato una ragazza oggi. Credo di essermi innamorato di lei dopo circa dieci minuti.”
Linda Collins era forse l’essere più spregevole, egocentrico e meschino di tutta la scuola, Taylor adesso lo sapeva bene. Aveva stretto amicizia con Simon solo per il suo bell’aspetto, e aveva deciso di trasformarlo in un altro dei suoi inutili e sfruttati fidanzati.
Lo sapeva, Simon era stato perdutamente innamorato di Linda per molto tempo, mentre dubitava fosse mai stato lo stesso per lei. Linda non aveva mai amato Simon, lo voleva solo per sé, come uno dei suoi trofei da esibire in giro per la scuola.
Intanto però Taylor era rimasta la solita, vecchia sfigata di sempre, mentre lui adesso si ritrovava al secondo posto della Catena.
Taylor odiava ciò che era diventato Simon in quei quattro anni al liceo, una persona completamente diversa da quando lo aveva conosciuto.
La loro amicizia aveva iniziato ad incrinarsi sempre di più, e quando lui e Linda si erano effettivamente messi insieme, lei credeva di averlo perso per sempre.
Ma Simon era gentile, e cercava in tutti i modi di non far precipitare la loro amicizia, alla quale, evidentemente, ancora teneva.
«Beh, credo che tu abbia sentito la notizia...» disse Simon, riferendosi alla rottura tra lui e Linda.
Taylor già lo sapeva, anzi non era mai stata felice di udire una notizia del genere. Detestava Linda Collins, era l’unica persona che non sopportava veramente. Non solo era frivola e detestabile, ma più volte Taylor si era sentita umiliata e trattata ingiustamente da lei. Aveva fatto soffrire sia lei che Simon, non poteva essere più felice ora che finalmente quei due si erano lasciati.
«Sì, lo so.» gli disse. «E ti voglio dire che trovo che tu abbia fatto la scelta più giusta.»
«Sì, beh, adesso devo trovarmene un’altra però. Tu non è che avresti qualche idea?» disse lui, ridendo.
Taylor chiuse gli occhi, totalmente irritata.
Perché, perché doveva sempre parlare così?
Rimpiangeva il vecchio Simon, quando tutto quello che gli interessava era la letteratura o la poesia, il prendersi cura delle persone e aiutarle a sentirsi meglio, non quella specie di alieno che si trovava davanti in quel momento.
Taylor odiava la popolarità, odiava il ballo di fine anno, odiava la Catena, ma per qualche motivo veniva rispettata e osannata da tutti in quella scuola. Taylor non poteva aspirare ai posti più alti e di certo non gliene importava. Era nel club di teatro da due anni, ma essendo amica di Simon si era guadagnata almeno una posto come Numero Otto. Avrebbe voluto che tutto quello scomparisse, che Simon tornasse quello di prima e che smettesse di preoccuparsi della Catena 24 ore su 24.
«Simon.» gli disse con sincerità. «Perché devi per forza trovarti una nuova ragazza? Non è mica male stare single per un po’.»
«Ah, Taylor, tu e la Catena non andate proprio d’accordo, eh?»
Simon la prendeva sul scherzare, ma Taylor si ritrovò ancora più risentita di prima dal suo atteggiamento.
Sfortunatamente il ragazzo se ne accorse e le domandò, preoccupato:
«Ehi, ti ho fatto qualcosa per caso?»
Taylor si finse sorpresa.
«No, perché?»
«Tay...» Simon sospirò. «Lo so che da quando abbiamo iniziato il liceo sono praticamente diventato un’altra persona. È che Linda... Senti, mi dispiace, io ci tengo ancora a te, vorrei solo che tu ti sforzassi un po’ di più per adattarti.»
Tutto qui, pensò Taylor. Non gliene importava nulla di lei, voleva solo non fare più brutta figura quando le veniva a parlare.
Bell’amico. Bell’amico davvero.
«Sì, beh.» Taylor faceva fatica a trattenere le lacrime. «Le persone cambiano... Non preoccuparti, io sto bene.»
Riprese a spostare scatoloni, senza degnargli di uno sguardo.
«Ora scusami.» riprese, notando che Simon ancora non se n’era andato. «LeeAnn mi ha chiesto di andare a parlare con la professoressa Smag alla prossima ora, quindi devo davvero sbrigarmi con questi scatoloni.»
Simon, rimasto deluso e titubante, non sapendo più che fare per migliorare la situazione, se ne andò poco dopo, lasciando Taylor con nient’altro, se non un mucchio di libri ricoperti di polvere e il cuore spezzato per l’ennesima volta.
  
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