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Autore: John Hancock    30/09/2017    0 recensioni
Nel 2039 una potente setta religiosa, il Sacro Ordine, conquista il mondo sottomettendo tutte le Regioni al suo volere. Tre anni dopo scoppia la rivolta, che vede a capo il Quartiere 16 di Astoria, uno dei ghetti più discriminati della capitale di Sinnoh. Capitanati da un ex poliziotto ormai stanco della situazione in cui viveva la sua gente, i rivoltosi inizieranno a lottare per la loro libertà, braccati dai Sacerdoti.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Gold, Green, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
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Morituri
 


La battaglia era ormai imminente: la Resistenza si era fermata poco lontano dallo scudo eretto dalle macchine di Astoria. Su tutte le mura era un fremere di Sacerdoti che accorrevano da ogni parte per prendere posto nella difesa delle loro case. Ogni arma e tecnologia bellica era stata attivata ed era pronta all’uso, i battaglioni di soldati erano nei pressi del portone principale, i Pokémon al loro fianco. Anche tutta l’aviazione era mobilitata: i Salamance volavano a gran velocità nello spazio aereo della bolla.
L’esercito degli Impuri si fermò e rimase immobile, in silenzio. Green si fece avanti, in groppa al suo possente Charizard già megaevoluto.
- Blue, tu prendi i Pokémon più rapidi e punta al fianco sinistro. Gold, Zitanna, voi andrete con il reparto psichico e quello ombra, generate quanto più chaos possibile sul fianco destro. Io andrò con il grosso dell’esercito al centro, i Pokémon corazzati faranno da sfondamento. Tutta la flotta verrà guidata da Daisy. Per qualsiasi cosa, non esitate a comunicare: Alakazam terrà tutti noi in contatto mentale.
I vari settori si divisero, ognuno seguendo il proprio leader. Tutti, insieme, marciarono verso di Astoria. Dall’altra parte della barriera, i capitani delle difese urlavano ordini in ogni direzione, concludendo il posizionamento della difesa: ogni singolo Sacerdote, con la sua squadra, era stato chiamato a difendere le mura in ogni modo possibile. I primi colpi partirono dai Pokémon dei Ribelli, andando a infrangersi contro lo scudo difensivo, venendo riflessi o senza provocare il minimo danno. Il morale e l’ansia dei Sacerdoti andò scemando rapidamente.
- Restate ai vostri posti, ho detto! Guardate, i loro colpi non riescono neanche a scalfire le nostre difese più esterne – uno dei generali derise gli attaccanti, prorompendo poi in una grossa risata, seguito dagli altri.
Nonostante ciò, i Ribelli continuarono ad avanzare, senza più colpire.
- Ci penso io, state tutti fermi – commentò Daisy, grazie all’aiuto di Alakazam.
Articuno si levò in volo portandola con sé. Glaceon si trovava dietro la donna, a coprire i fianchi e il retro dello spazio aereo. L’Uccello Leggendario iniziò a cantare sempre più forte, mano a mano che si avvicinava al suo obiettivo. I Sacerdoti iniziarono a osservare la scena, impotenti e allo stesso tempo ammaliati dalla bellezza del Pokémon mai visto prima.
Le due arrivarono fin troppo vicino alla barriera, quando Daisy fece fermare Articuno. Librandosi a mezz’aria, parve bloccare il tempo e indurre tutto il mondo in stasi, mentre danzava fra il vento. Il Pokémon smise di cantare e il solo rumore attenuato delle sue ali smorzava il silenzio surreale che era calato.
- Fagli conoscere il gelido bacio della morte, amica mia.
Lei urlò improvvisamente, facendo sobbalzare chiunque fosse dal lato sbagliato del campo di battaglia. Schioccò il grosso becco e un’immane vampa di ghiaccio, freddo e crudele, andò ad abbattersi contro la barriera che faceva da scudo alla città. Il raggio si spostò, lento e inesorabile, su tutta la superficie delle difese, da sinistra a destra, in alto e in basso, creando uno spesso strato di ghiaccio su tutta la struttura. I Sacerdoti sussultavano e urlavano impauriti mentre fronteggiavano il gelido abbraccio mortifero che li circondava sempre di più. Ovunque sulla barriera iniziarono ad aprirsi crepe più o meno profonde, in corrispondenza di dove era stata colpita con più violenza.
Articuno si fermò solo quando ogni centimetro quadrato era stato bombardato a dovere. I Sacerdoti, vedendo bloccarsi d’improvviso l’attacco, esultarono, sicuri della potenza insufficiente del Pokémon Leggendario.
- Lascia, ora ci penso io – disse Green, che aveva raggiunto Daisy in groppa a Charizard.
- Fuocobomba. Con tutte le tue forze.
Charizard aprì le fauci, dove una piccola sfera di fiamme bianche andava a crearsi, alimentate dal potere della Megapietra. Ruggì d’ira quando la sparò in avanti, piccola e lucente come un Sole nascente. Quella volò silenziosa, sferzando il vento e procurando il panico nei Sacerdoti.
Un istante dopo, entrò a contatto col ghiaccio di Articuno, esplodendo con tanta violenza da polverizzare all’istante la barriera psichica. Fiamme e ghiaccio piovvero ovunque, lacerandola e facendola in mille pezzi finché non ne restò più nulla. Gli Impuri esultarono e partirono all’attacco.
In quello stesso istante, l’esercito dei Sacerdoti scese in campo, ormai obbligati al confronto, uscendo dalle porte della città e riversandosi fuori, in difesa delle mura e dei loro compagni che avrebbero coperto le loro spalle con le loro armi dai bastioni.
 
Molto più a Ovest, Kyle si fermò un attimo a osservare i due eserciti che entravano in contatto, esplodendo in un enorme boato di armi da fuoco e Pokémon che combattevano gli uni contro gli altri. Riuscì a intravedere Daisy che partiva all’attacco col suo Articuno e la potenza dei suoi attacchi di ghiaccio infrangere le linee dell’aviazione nemica.
- Non male quando butti un mostro di ghiaccio contro dei tipi Drago, vero? – commentò Cole, che si era fermato a osservare anch’esso.
I tre camminavano silenziosi nell’erba alta fra gli alberi, con Sur che li precedeva. Aveva già ispezionato tutta la via fino alle mura e, oltre qualche Sacerdote lasciato lontano dallo scontro a prevedere incursioni laterali, non c’era nessun altro. Lo raggiunsero, ai piedi dell’albero dove si era arrampicato.
- Ho contato cinque nemici sulle guglie. Posso ucciderne tre velocemente, ma ho paura che uno degli altri due riesca a dare l’allarme. Non sono più veloce come una volta col mio fucile.
- Non preoccuparti, Sur, ci penso io agli altri due – aggiunse Cole, prima di dare uno sguardo all’armatura nero lucido che iniziava a risplendere.
- Fai silenzio, però, altrimenti ne arriveranno altri.
- Tranquillo, ho i miei metodi.
Senza dire una parola, prese la Ball di Mewtwo e lo chiamò in campo. Si fece alzare grazie alla telecinesi fin quasi al limite del livello del muro e aspettò il segnale, che non si fece attendere. Sur sparò in rapida sequenza i proiettili dal suo fucile col silenziatore, colpendo alla gola i suoi tre obiettivi, mentre Cole veniva sparato sul cammino di ronda dove sfracellò il cranio agli altri due Sacerdoti, senza neanche dargli il tempo di capire che la morte incombeva su di loro. Scomparve per un istante, a decine di metri di altezza, per ricomparire subito dopo. A un suo cenno, Mewtwo portò se stesso e gli altri sulle mura.
Erano dentro.
 
La battaglia tutt’attorno impazzava. Gold aveva perso di vista da parecchio tempo Zitanna e le sue ragazze, nel mezzo del chaos che regnava sovrano, quando ormai il Sole calava dietro le più alte vette. Le fiamme del suo Typhlosion illuminavano tutt’attorno, riflettendosi sulle armature dei Sacerdoti, poco prima di venir lacerate dai colpi del mazzafrusto impugnato dal suo allenatore, ormai finite le munizioni delle sue armi da fuoco. Il suo reparto dell’esercito era stato l’unico a infiltrarsi così tanto fra le linee nemiche e adesso erano circondati. Avevano cercato di aiutare gli altri senza badare troppo a se stessi e il nemico ne aveva approfittato.
- Restate fermi, restate fermi! – urlò ai suoi, mentre i Pokémon si disponevano tutt’attorno, pronti a difenderli con i denti e il sangue.
I suoi, in particolare, combattevano come mai prima d’ora.
I Sacerdoti li avevano ormai circondati ma Gold, dall’alto della roccia su cui si era ritirato, riuscì a vedere Blue e Green avanzare, stavano quasi per raggiungerli. Almeno loro, sembravano molto più in forma. Anche Daisy, che volteggiava nel cielo coi suoi uomini, stava riportando vittorie su vittorie, tanti erano i Salamance che venivano abbattuti uno dopo l’altro. Lentamente, però, i rinforzi dei Sacerdoti stavano per sopraffarli. E dopo di loro, gli altri sarebbero stati in grande difficoltà.
Le sue forze stavano perdendo velocemente terreno, sempre più stretti fra di loro. A nulla servirono gli incitamenti di Gold, fra un colpo e l’altro. Vide il suo Togekiss sparare Ambipom verso degli Absol, che vennero martellati dai suoi violenti pugni.
- Gold, ci stanno per sopraffare! – Zitanna riapparve alle sue spalle, cambiando caricatore in un mitra.
Soffiò via una ciocca di capelli dal viso prima di riprendere a sparare, falciando gli scudi energetici di alcuni Sacerdoti. Le sue ragazze apparvero dal nulla, crivellando di piombo le carni dei loro nemici. Diedero una piccola finestra di tempo, prima del successivo assedio. Typhlosion si frappose fra Gold e un grosso Poliwrath. Lo colpì con un violento Tuonopugno prima che lui potesse accorgersi anche solo della sua presenza, spedendo indietro il suo cadavere. Il Blaziken di Zitanna, invece, era intento a decimare le orde di Pokémon nemici, balzando da un lato all’altro del campo, sempre più veloce grazie alla sua abilità innata. Difendeva chiunque stesse per ricevere un colpo, attaccava ogni singolo avversario con precisione micidiale.
Gold si trovò faccia a faccia con un grosso Sacerdote, immediatamente si avventò contro di lui, brandendo il mazzafrusto con cui aveva preso confidenza in un lampo. L’uomo, però, non si smosse e, anzi, rise. Alzò il braccio, estraendo una pistola dalla cintura e sparò verso di Gold.
Fu un attimo. Lui pensò di essersi beccato un proiettile in pieno petto quando venne spinto indietro e cadde a terra. Spinse lo sguardo verso il Sacerdote, non sentendo stranamente dolore, quando vide Blaziken che si era inserito fra loro due. Con un calcio ben mirato colpì in pieno la testa dell’uomo, staccandogliela di netto mentre veniva avvolta dalle fiamme.
Gold si alzò in piedi controllando il petto, per poi rassicurarsi per non aver ricevuto ferite. Blaziken gli si avvicinò, anche lui incolume. Poi, non appena il Pokémon spostò di poco lo sguardo, urlò e si lanciò in avanti, sbalzando il ragazzo. Lui si girò su se stesso, puntellandosi sui gomiti. Alzò lo sguardo e, non appena vide, urlò a sua volta, tanto fu il dolore provato.
Zitanna giaceva nella polvere.
L’intero mondo smise di esistere mentre lui si alzava in tutta fretta e si lanciava in avanti, verso di Zitanna. Un altro Sacerdote si frappose fra Gold e la sua corsa folle ma durò poco, finché una delle ragazze non gli fracassò la mascella con il calcio del fucile, per poi finirlo con un colpo alla testa.
Ma lui non badò a nulla più di tutto ciò che succedeva. Spinse via Blaziken, il quale urlò indignato, ma Gold non se ne accorse.
Si abbassò sul corpo di lei, osservando la macchia di sangue che le si allargava sul ventre. Zitanna respirava a fatica e gemette quando lui l’alzò.
- Oh cazzo, oh cazzo. Serve aiuto qui! – urlò lui nella folla.
Le ragazze di Zitanna si erano velocemente unite ai restanti dei suoi uomini e Pokémon, creando uno scudo protettivo attorno ai due. Come delle amazzoni, si lanciarono nuovamente in avanti, furenti e assetate di sangue.
- Finalmente… ti ho visto manovrare per bene una mazza – disse lei, tossendo sangue che le impiastrò i capelli.
- Non provare nemmeno a crepare prima di avermela data. Vedessi quanto sono bravo con l’altra – Gold rise, contagiando Zitanna.
- A ripensarci, forse avrei dovuto accettare almeno alla trentottesima volta. Ma almeno questo me lo devi.
La donna si aggrappò al collo della maglia di Gold, tirandolo a sé. I due si baciarono, mentre la tempesta di sangue e morte vorticava attorno a loro. Per quei pochi istanti, il mondo intero si fermò.
Poi lei, semplicemente, lasciò la presa.
Gli occhi di lui andarono a posarsi sul viso di Zitanna e solo in quel momento si lasciarono andare a una pioggia d’oro. Un ruggito lacerò l’aria e in un attimo Green e Charizard piombarono su loro due. Il Pokémon strappò il corpo di lei dalle mani di Gold e si rialzò immediatamente in volo, con dei Salamance alle calcagna.
Nel più totale chaos e confusione mentale, il ragazzo riuscì a trovare lo sguardo di Green, voltato indietro per un solo attimo.
- Vendicala – mimarono le sue labbra.
E poi, scomparve nel fumo e nelle ombre della notte.
Un fuoco si fece strada nel più profondo delle viscere di Gold, animandolo a nuove forze mentre un solo, singolo pensiero si faceva largo nella sua mente. Il suo orgoglio glielo aveva sempre impedito, in quanto lui doveva essere in grado di combattere i suoi nemici ma, in quel momento, ogni singolo frammento del suo lato ragionevole e razionale andò completamente incontro alla morte. Un unico obiettivo esplose nella sua mente come un neon che infastidisce l’intero vicinato con la sua luce orribile.
- Morte! A morte! – urlò, le vene del collo parvero esplodere.
Tutti si fermarono un istante a osservarlo, lì nella polvere, coperto di sangue, tanto fu potente la sua voce. Si alzò, prima di parlare di nuovo, senza badare agli sguardi.
Osservò i visi, sfiniti e lacerati dal dolore dei suoi uomini e le sue donne. Strinse nel suo pugno il manico del mazzafrusto e riprese la parola.
- Abbiamo lottato fino a ora, soffrendo e guardando la morte dritta negli occhi più volte di quante una persona dovrebbe in dieci vite.
Gli sguardi di tutti si spostarono su di lui, mentre i Pokémon continuavano a lottare per la loro incolumità.
- Mi avete seguito fin qui, non per gloria, non per collera, bensì per la nostra libertà. Tante persone di razze e pensieri differenti, uniti per un solo scopo.
Inspirò, ricacciando indietro le lacrime per Zitanna.
- Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza. Ma non è questo il giorno! – il discorso gli venne naturale, come letto qualche volta da qualche parte.
- Ci sarebbero cadaveri, e scudi frantumati quando il nostro popolo volgerà al crollo. Ma non è questo il giorno, quest’oggi combattiamo! Per tutto ciò che c’è di impuro, su questa bella terra, v’invito a resistere, uomini liberi!
Ci fu un clangore assordante, misto a urla e ruggiti di tutti coloro che erano ancora in vita.
- Rompiamogli il culo. Alla morte! – Gold si lanciò come un pazzo, scavalcando la folla, diretto contro i Sacerdoti.
Come un solo, unico corpo, tutti quanti balzarono in avanti, animati da nuove forze, Pokémon e umani. Un Exploud proruppe in un profondo e penetrante rimbombo, prendendo il ruolo del corno del loro esercito, portando gloria al tempo di spada e cavaliere.
- Morte! – urlavano all’unisono, avanzando e mietendo anime dopo anime.
I Sacerdoti iniziarono ad arretrare, impauriti, finché l’esercito di Gold non penetrò a fondo fra le loro linee, lasciando una scia di cadaveri al suo passaggio.
Nel frattempo, anche il resto della Resistenza stava riportando una vittoria dopo l’altra, mentre i soldati avversari ritiravano lentamente all’interno delle mura di Astoria, prese già di mira da Daisy e chiunque avesse un Pokémon volante. Una dopo l’altra, le macchine e le armi difensive caddero.
Vedendo ormai la pressione accentuarsi sui suoi compagni, dove le forze dei Sacerdoti erano maggiori, Gold decise di giocarsi il tutto per tutto.
Si avvicinò al suo Typhlosion e disse due sole parole.
- Bruciali tutti.
Sebbene non avesse mai fatto del male a un essere umano, il Pokémon obbedì, memore di tutti i suoi compagni morti per mano loro.
Chiuse gli occhi, restò immobile per diversi secondi, mentre le fiamme sulla sua schiena si ritiravano all’interno del corpo. L’urlo che si fece largo nella sua gola venne soffocato dal fragore dell’esplosione che ne seguì.
Typhlosion aprì gli occhi, ormai rossi e luminosi come lava calda, quando fiamme azzurre esplosero dal suo dorso, incendiando e polverizzando tutto ciò che raggiunsero. Il ciclone di morte si espanse a velocità immane, falciando innumerevoli vite, di Pokémon e non. All’interno dell’occhio di fuoco, Gold osservò per la prima volta il cielo da quando era iniziato l’assalto, notandone il sempre più forte colore azzurro vincere sul blu della notte: l’alba era alle porte.
Typhlosion si accasciò al suolo, con le energie ormai prosciugate. La terra, calda e incenerita, lasciava il passo all’erba carica di rugiada di dove i compagni di Gold si erano uniti, stretti gli uni agli altri, mentre le fiamme del Pokémon consumavano le vite dei loro nemici.
I Sacerdoti che scamparono all’incendio poiché troppo lontani, non pensarono due volte di restare a combattere e corsero verso le porte della città. Blue, Green e Daisy si avvicinarono al gruppo, con i loro soldati.
- Se raggiungono le mura, abbiamo perso. Siamo troppo deboli per un assalto di quella portata, dobbiamo intercettarli – proruppe Green.
- Zitanna l’hai portata via? – Gold se ne fregò di tutto e tutti.
- Sì, all’accampamento. Alakazam l’ha curata prima di sparire. Sta bene, se la caverà.
Il cuore del ragazzo dagli occhi dorati fece un sussulto.
- Ma, a proposito di Alakazam, qualcuno di voi è riuscito a contattarlo? – chiese Blue, preoccupata.
- No, è dall’esplosione ai piedi della Torre Bianca che è scomparso ogni dialogo.
- Quale esplosione, Green? – s’intromise Gold.
- Non l’hai vista?
- Ero troppo impegnato a salvare il culo di tutti.
- Non per distrarvi, ma che sta succedendo lì? – Daisy indicò in prossimità del bosco che nasceva a est del combattimento, luogo in cui Articuno guardava e verso cui era diretto il suo canto.
Dagli alberi, col Sole che nasceva alle loro spalle, apparve una moltitudine di Pokémon selvatici. Dalla distanza era impossibile riconoscerne le razze, eccezion fatta per i Noctowl che volavano rapidi sui pendii e gli enormi Ursaring che ruggivano, lanciando massi e tronchi verso i Sacerdoti. Un grosso Arcanine, affiancato da un solo Noctowl, era alla testa del bizzarro assortimento di Pokémon dei boschi.
- Sono andati a chiamare i rinforzi… - le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Daisy.
- Quello grosso, con la cicatrice nel cerchio sul petto… era il compagno dell’Ursaring di Maisy… alla fine, sono venuti – Blue strinse la mano di Green, graffiata e piena di sangue.
- Arcanine li deve aver convinti – Daisy sorrise – Tale e quale al padrone: testardo fino alla morte.
I Sacerdoti rimasero impietriti, osservando i nuovi avversari sbucati dal più totale nulla. I loro Pokémon iniziarono a disporsi sul loro fianco, coprendo la ritirata degli allenatori, privi di munizioni e forze.
Arcanine ruggì mentre i raggi solari gli inondavano il capo, per poi partire alla carica, tanto veloce e furioso che nessuno dei suoi compagni riuscì a stargli dietro finché non si andò a scontrare con i primi nemici sul suo cammino.
- Che dite, gli diamo una mano? – Gold era salito in groppa a Togekiss, brandendo il mazzafrusto.
 
 
Quattro ore prima, nei pressi della Torre Bianca
 
Cole si mosse furtivo e silenzioso nell’ombra, grazie alla sua tuta mimetica in grado di riflettere anche il più minimo raggio di luce, rendendolo praticamente invisibile a occhio umano. Il collo del Sacerdote si spaccò con un silenzioso crack e l’uomo si accasciò al suolo. Nonostante la sicurezza della tuta, preferirono viaggiare con calma e precauzione, anche se le strade erano completamente deserte. La popolazione fuggiva sulle montagne e nelle case più lontane dal campo di battaglia.
Sur si avviò, perlustrando la strada col mirino del suo fucile. Nessun altro in vista ma dovevano fare presto, l’alba era vicina e anche le mura interne che circondavano la Torre Bianca.
- Siamo arrivati, la casa è quella – sussurrò Alice nell’orecchio di Cole.
Lui annuì e si spinse in avanti. Attraversò in silenzio la strada e scavalcò la recinzione del giardino ben curato. Andò sul retro e si arrampicò dal gazebo che Alice gli aveva menzionato. Salì sul tetto della casa, poi sul comignolo del camino e si issò sul muro, con Mewtwo alle sue spalle.
- Via libera, li ho stesi – proferì mentalmente ai suoi compagni, grazie all’aiuto del Pokémon.
Una volta che tutti e cinque furono sulla passerella fra le mura e si furono accertati che nessuno fosse in giro, Cole, Sur e Mewtwo scesero dal lato opposto, arrampicandosi fra i rami dell’abete bianco. Tutto era calmo lì intorno, nessun suono. La superficie del lago era completamente piatta.
Prima di seguire i tre, Kyle prese Alice per una mano e la fece girare verso di sé.
- Qualunque cosa succeda volevo dirti che…
La ragazza lo interruppe, baciandolo. I due si strinsero come mai prima quanto più tempo possibile.
- Lo so. Anche io – disse lei, prima di iniziare la discesa.
Il gruppo camminò veloce, costellando la riva del lago, fino a giungere ai piedi della Torre Bianca.
Cole aprì cautamente la porta, sbirciandoci all’interno. Il grosso salone, illuminato a giorno, era completamente vuoto.
- Via libera. Evidentemente il grande stronzo pensava che non saremmo mai riusciti a superare le mura esterne, non c’è nessuno.
Entrò, seguito subito dopo da Mewtwo, pronto all’attacco, Kyle e Alice. Sur, che era rimasto poco dietro a guardargli le spalle, colse un movimento con la coda dell’occhio. Spinse Alice e Kyle in avanti, appena in tempo prima che la detonazione della porta li facesse saltare in aria. Grazie alla prontezza di Mewtwo che aveva eretto uno scudo attorno a tutti loro, riuscirono a salvarsi. Sur emerse dalle macerie in un attimo, per poi portare le mani alla Poké Ball.
- Andate via, stanno arrivando – sputò un grumo di sangue per terra, chiamando in campo Venusaur e Sceptile.
Un enorme gruppo di Sacerdoti apparve dalla porta principale delle mura, diretto verso di loro. Altri irruppero dalle scale della Torre.
- Merda, siamo bloccati. Kyle, Alice, restatemi vicini.
Cole non riuscì a finire di parlare che i Sacerdoti provenienti dalle scale furono eliminati dal micidiale Foglielama di Venusaur. Altri entrarono nel salone dalle stanze laterali. Cole brandì il suo possente martello e le vene d’argento parvero esplodere come mille soli sulla sua armatura, mentre si lanciava a testa bassa verso di loro, falciandone uno dopo l’altro, con Mewtwo al suo fianco. Kyle si lanciò su di Alice, finendo entrambi dietro di una colonna, poco prima che l’aria dove si trovavano venisse attraversata dai proiettili. Estrasse la sua pistola e iniziò a sparare e rifugiarsi, coprendo le spalle a Cole.
All’esterno, Venusaur e Sceptile, megaevoluti, combattevano fianco a fianco, proteggendosi e curandosi a vicenda quando feriti. Lottavano con tutte le loro forze, mentre Sur abbatteva uno dopo l’altro i Sacerdoti, rifugiato fra le macerie della porta. Alakazam apparve al suo fianco, pronto a combattere anch’esso.
- Vuoi vendicarlo anche tu, vero? – Sur sorrise fra un colpo e l’altro.
Il Pokémon urlò.
- Lo prendo per un sì.
In breve, l’interno della sala fu liberata e tutti e quattro si diressero verso la porta, venendo però sbalzati indietro da un campo di forza.
- No, ragazzi, voi dovete proseguire. Non perdete tempo con questi e pensate ad Artorius, fermatelo prima che sia troppo tardi, qui ci penso io.
- Sur, non dire cazzate. Mewtwo, abbatti questa parete psichica – ordinò Cole.
Ma lui, rifiutò.
- Non c’è tempo, sono troppi.
- Cosa significa che sono troppi? – chiese Cole.
Mewtwo indicò il grosso buco nella parete, dove si potevano vedere le fiamme della battaglia: centinaia di Sacerdoti si erano riversati all’interno del giardino, tutti con Pokémon Fuoco e Buio.
- Era una trappola, sapeva che saremmo venuti. Ha già visto quali sono i nostri compagni e si è premurato di fotterci col vantaggio di tipo. Figlio di puttana… - pensò Cole a voce bassa.
- Che stiamo aspettando? Dobbiamo aiutarlo! – urlò Kyle, lanciandosi di nuovo in avanti.
- Cole, fa qualcosa col tuo martello, abbatti questo muro – implorò Alice.
Lui si lanciò in avanti, con tutte le sue forze, ma nessun potere parve venire in suo aiuto.
- Giratina non ti lascerà sprecare le tue energie per questo.
- Zitto, Mewtwo, e aiutami.
- Sai anche tu che dobbiamo avanzare, è più importante.
Venusaur e Sceptile continuavano a lottare avvolti nelle fiamme. Un grosso Fuocobomba si diresse verso quest’ultimo, pronto a colpirlo alla schiena. A pochi centimetri dal bersaglio, venne intercettato da un getto d’acqua ad alta pressione: una grossa Milotic era apparsa dal nulla, facendosi strada abbattendo i Pokémon Fuoco. Scambiò uno sguardo con Alice, la quale iniziò a piangere, prima di girarsi e continuare a lottare, di fianco a Sur e i suoi.
- Non fatevelo ripetere due volte, forza, andate! – sbraitò lui.
Cole ripose il martello sulle spalle, senza più energie. Ci fu una grossa esplosione vicino alle porte e l’intera sala tremò. Kyle si avvicinò di nuovo alla barriera, implorante.
- Facci passare, Sur, ti prego – le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi.
- Mi dispiace, ma non posso Kyle.
Ci fu un’altra esplosione, Venusaur ruggì furente.
- Alakazam, prendi gli altri e vai via, ho una sorpresa per questi Sacerdoti.
Ma il Pokémon si rifiutò di ascoltare Sur, così come fecero i suoi compagni e Milotic. I Sacerdoti si ritirarono, arretrando con i loro Pokémon. Per un istante, calò il silenzio.
- Siete stati gli amici migliori che si possano desiderare, brutti culi verdi. Alakazam, presto vedremo di nuovo mio fratello. E tu, Milotic, sono sicuro che Alice non si dimenticherà di te.
Si girò all’indietro, mentre i suoi avversari caricavano l’imminente colpo.
- Cole, di’ a Daisy che mi dispiace di non poter più sbirciare nel suo davanzale, intesi?
- Lo farò, figlio di puttana.
Venusaur e Sceptile lanciarono liane in ogni direzione, andando lentamente ad attorcigliarsi attorno e nelle pietre della struttura.
- Alice, prenditi cura di Kyle. E tu, piccolo mio, sei il figlio che non ho mai avuto, ricordalo sempre.
Una lacrima scese dai vecchi e stanchi occhi di Sur, poco prima che l’enorme massa di fuoco venisse esplosa contro di lui. Venusaur e Sceptile, in quel momento, tirarono con tutta la loro forza, aiutati psichicamente da Alakazam e dalla forza d’urto del getto d’acqua di Milotic, facendo crollare l’intera facciata della Torre Bianca. L’esplosione fu micidiale, tanto potente da fondere assieme i materiali indistruttibili che erano stati usati per erigere l’imponente struttura. L’ingresso era stato sigillato dalla stessa furia dei suoi difensori, precludendoli da ogni ingresso.
Le grida di dolore di Kyle vennero sommerse dal boato. Si lanciò in avanti, iniziando a prendere a pugni la parete dove poco prima c’era Sur.
Cole chiuse gli occhi, soffrendo in silenzio, per poi voltarsi, diretto verso le scale.
- Dobbiamo andare, forza Mewtwo – ordinò, la voce fredda e priva di vita.
Kyle era caduto in ginocchio, con le lacrime che gli sgorgavano in viso. Alice gli si avvicinò cautamente, impaurita di fargli ancor più del male. Anche lei, col volto bagnato, si inginocchiò. Di fianco al ragazzo, gli passò una mano attorno alle spalle.
- Poniamo fine a tutto questo. Per i miei genitori, per Earl, per Ferdinand, per Maisy, per tutti quelli morti a causa della sua pazzia e soprattutto per Sur.
Kyle volse lo sguardo verso Alice, che nonostante il pianto provò a sorridere, ricordando al ragazzo che la bellezza esisteva ancora in mezzo a quel cumulo di cenere e morte che era diventato il suo mondo. Si alzò, asciugandosi gli occhi. Allungò una mano alla sua ragazza e l’aiutò a tirarsi su anch’essa. Guardandola dritta negli occhi, sentì il fuoco ardergli dentro.
Per tutto il male che aveva fatto nella sua vita, per tutte le famiglie spezzate, per tutti gli amori distrutti, e per tutte le persone che ancora soffrivano per colpa sua, Kyle sentì il desiderio, prima volta in vita sua, di voler uccidere qualcuno.
- Poniamo fine all’esistenza di quel figlio di puttana.
Allungò la mano ad Alice, che la prese e ricambiò il gesto. Il ragazzo partì spedito verso di Cole che li attendeva al limitare delle scale. Iniziarono a salire, insieme, uniti contro la fonte di tanto male.
- È sul tetto, quella guardia è stata tanto gentile da dirlo prima che Mewtwo gli facesse implodere il cervello – sentenziò Cole.
- Andiamo – disse Kyle, asciutto e più motivato che mai.
Il fuoco che divampava dentro di lui diventava di attimo in attimo più forte e violento, bramoso di vendetta e giustizia. Superò Cole, andando spedito nonostante i piani che si accumulavano uno dopo l’altro. L’elettricità era andata con l’esplosione e prendere l’ascensore non era l’idea migliore di tutte. Anche il volo era precluso, in quanto sotto informazione di Alice, il tetto della struttura era schermato da strani macchinari costruiti su preciso ordine di Artorius.
Nonostante la fatica che si accumulava, il ragazzo continuò a salire, coperto di polvere e sporcizia, trascinandosi dietro di lui Alice, con una forza mai avuta prima. L’aiutò così per tutta la salita, fino all’ultimo piano, quello da cui si doveva obbligatoriamente passare per giungere sul tetto. Una grossa e unica stanza priva di muri si apriva lì. Senza mobili o altro. Dall’altra parte, proprio davanti alle scale, c’era il Sacerdote in armatura completamente nera, il braccio destro di Artorius.
Kyle provò una stretta allo stomaco alla vista di quella persona, complice anche lei della morte dell’uomo che aveva considerato come un nonno per tutta la vita.
C’era una cosa che però il ragazzo venne a sapere in quel momento, grazie a un frammento psichico lanciato da Alakazam, di poco precedente all’esplosione, diretto verso di lui.
Per un istante, vide con gli occhi del Pokémon.
Sur ansimò mentre le liane di Venusaur e Sceptile si avvinghiavano alle pareti. Si girò verso di lui e, con voce ferma e gioiosa, disse:
- Sono riuscito a proteggerlo ancora, prima di andarmene.
Morì col sorriso sulle labbra.
 

 
- Hancock
   
 
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