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Autore: John Hancock    07/10/2017    0 recensioni
Nel 2039 una potente setta religiosa, il Sacro Ordine, conquista il mondo sottomettendo tutte le Regioni al suo volere. Tre anni dopo scoppia la rivolta, che vede a capo il Quartiere 16 di Astoria, uno dei ghetti più discriminati della capitale di Sinnoh. Capitanati da un ex poliziotto ormai stanco della situazione in cui viveva la sua gente, i rivoltosi inizieranno a lottare per la loro libertà, braccati dai Sacerdoti.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Gold, Green, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Manga, Videogioco
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Fortitudo
 
 
Cole si portò in avanti, distaccando di diversi metri i ragazzi, con Mewtwo al suo fianco. Istintivamente, portò una mano al martello e l’altra alla Poké Ball di Rhyperior.
- Finalmente ci rivediamo, faccia a faccia, senza tutto il trambusto dell’altra volta – il Sacerdote in nero parlò.
- Non sarà come allora. Adesso non ci sono Zekrom e Reshiram a proteggerti. E io sono leggermente più incazzato dell’ultima volta – Cole fece scivolare il martello fra le proprie mani, roteandolo in aria.
- Mai andato per il sottile vero, Cole? – d’un tratto, quella voce gli parve più familiare di quanto ricordasse.
- Tu chi cazzo saresti?
- Ma come, non mi ricordi?
Il Sacerdote si tolse l’elmo, rivelando il suo viso, sfregiato da un lato all’altro, in diagonale da sinistra a destra, e i suoi capelli rasati. Non uno dei “puri” bensì un Impuro, dello stesso colore di carnagione di Cole.
- Daken…? – disse quest’ultimo, incredulo a tal punto che la testa iniziò a ronzargli.
- Ciao, fratellino.
Sorrise, beffardo. Nei suoi occhi c’era qualcosa che non ricordava per nulla il suo animo pacato e innocente, di anni e anni prima.
- Che ti è successo? Ti credevo morto.
- Ci è mancato poco, come puoi vedere – indicò la sua cicatrice – Ma, per fortuna, Artorius mi trovò subito dopo che quelli del Team Rocket mi avessero ridotto così. Mi ha tenuto con sé, insegnandomi ciò che era davvero importante per gli esseri umani.
- E la tua famiglia? Abbiamo pianto tutti per la tua perdita. Siamo stati noi a dare la caccia ai rapitori di Jodie e a riportarla a casa, con tuo figlio nel grembo.
- Beh, in fin dei conti, non era poi così importante. A proposito, il bambino è morto con lei quando abbiamo assaltate le vostre case? Ricordo le sue grida fra le fiamme…
In quel momento Kyle perse completamente la pazienza. Si liberò dalla stretta in cui Alice lo stava stringendo, conscia del peso delle parole del ritrovato padre del ragazzo, ed estrasse la sua pistola. Abbassò il cane, automaticamente, con il pollice, per poi puntare dritto davanti a sé e scaricare l’intero caricatore in direzione di Daken. Quest’ultimo si riparò dietro uno scudo elettromagnetico generato dall’avambraccio della sua tuta. La polvere da sparo si dissipò nella stanza col passare del tempo, attimi in cui regnò il silenzio assoluto.
- Mi piace il tuo carattere, ragazzino.
- Lui è Kyle, non osare rivolgergli la parola – Cole lo spinse ad abbassare la pistola.
- Ah, ora si spiega tutto. Hai preso il caratterino di tua madre.
Sorrise di nuovo, stavolta guardandolo dritto negli occhi.
- Che c’è? Non vieni ad abbracciare il tuo paparino? Pensavo mi stessi cercando ovunque.
Allargò le braccia.
- Beh, eccomi qui.
- Tu non sei mio padre, Daisy e Cole mi hanno cresciuto. Lui è il mio vero padre. E anche Sur lo è stato. Ma tu no, sei solo l’assassino di mia madre.
Il suo sguardo incrociò, impassibile, quello di Daken.
Alice gli si avvicinò e gli strinse la mano.
- Stai bene?
- Sì, non ti preoccupare, è tutto ok. È solo un altro Sacerdote come un altro.
Kyle le sorrise, sincero, nonostante un’ombra indelebile fosse appena calata sul suo cuore.
- Allora? Volete morire uno alla volta o tutti e tre insieme? Decidete, ho ben sei Pokémon, quindi possiamo lottare come vogliamo – Daken li sfidò, dondolando il peso del corpo da un piede all’altro.
Ci fu una violenta scossa e l’intera struttura della Torre Bianca parve vacillare.
- Tic toc, il tempo scorre. Sbrigatevi o Artorius evocherà il Drago Originale.
Nonostante la rabbia che era montata in testa, Cole riuscì a capire che le sue parole erano vere e che non avevano più molte possibilità.
- Kyle, so cosa stai provando, ma questa è una cosa fra me e mio fratello. Io penso a lui e, mentre è distratto, prendete Mewtwo e salite le scale. Lui vi proteggerà.
- Va bene – rispose il ragazzo, con decisione.
- È stato più facile di quanto pensassi.
- Non è questa la mia battaglia. Artorius ha provocato la morte della mia vera madre, ed è lui a minacciare la vita di tutti coloro a cui tengo. Inoltre, Reshiram ha contattato me, penso di avere il dovere di liberarlo.
Cole sorrise guardando la determinazione negli occhi di Kyle.
- Sai, ogni volta che fai così, mi ricordi un po’ me.
- Ho imparato dal migliore. Adesso però spaccagli il culo.
- Sarà un piacere.
Cole rivolse nuovamente l’attenzione a Daken che aspettava una loro mossa. Fece roteare il martello a mezz’aria e chiamò fuori dalla sua Poké Ball Rhyperior.
- Bene bene, il fratellino si fa sotto per primo, come ai vecchi tempi. Come stai, Ryp?
Il Pokémon ruggì furente verso di lui, facendo scricchiolare il pavimento sotto il suo peso.
- Ricordamelo, hai mai vinto contro di me? – Daken chiamò in campo un enorme Aggron.
Lui e Rhyperior si scambiarono sguardi truci.
- C’è sempre una prima volta. E poi, questa volta Rhyperior non dovrà contenersi.
- Pensavo usassi Mewtwo ma, a quanto vedo, non ti piace giocare in vantaggio.
Daken estrasse due lunghe lame da due incavi, dietro la schiena.
- Lui serve ai ragazzi, penseranno loro al tuo capo col culo pieno di verruche.
Kyle non capì perché svelare l’intenzione di arginare l’ostacolo mentre loro due combattevano.
- Non mi interessa di lui, passate pure. Tanto fra due minuti salirò anch’io sopra e mi occuperò di voi.
Daken si fece da parte, imitato da Aggron, liberando la via per le scale.
- Andate, ragazzi. Mewtwo, tu tienili d’occhio.
Il Pokémon annuì e s’incamminò verso la porta dall’altra parte della sala.
- Kyle, fa attenzione e proteggi Alice. A proposito, credo sia arrivato il momento di darti questa.
Cole aprì una piccola borsa legata alla sua cintura e diede una collana con un medaglione color zaffiro alla ragazza.
- Da parte di Blue, ha una Galladite. Credo che ti servirà prima di quanto lei pensasse.
Alice ringraziò e si legò la collana al collo.
- Ora andate, lasciate che zio Cole metta la parola fine a qualcosa che non sarebbe mai dovuta esistere.
Kyle e Alice camminarono a testa alta, giungendo in prossimità di Daken. Lui salutò con un cenno della mano al quale il ragazzo non fece neanche caso, prima di scomparire nelle tenebre delle scale.
- Allora… vogliamo iniziare? – Daken accarezzò Aggron con la punta della sua lama, facendo stridere il metallo contro il metallo.
- Ryp, tu pensa a quello grosso, io mi occupo di quel bastardo di mio fratello. Uccidilo come più preferisci.
L’enorme Pokémon fece sbattere pugno contro pugno, cozzando le rocce fra di esse. Insieme al suo amico di vita, si lanciò in avanti contro i loro nemici.
Il clangore del metallo contro la dura armatura rocciosa di Rhyperior rimbombò nel grosso ambiente vuoto, mentre Cole schivava un primo affondo effettuato da Daken. Lui utilizzò l’altra spada per puntare al petto del suo fratello ma quella venne intercettata dal martello di lui, per poi essere spedita in alto.
Cole roteò su se stesso, colpendo il suo avversario al fianco. Lui parve non accusare il colpo e subito ricambiò con un calcio dietro il ginocchio.
- Pensavi davvero che questa fosse solo estetica? – ridacchiò Daken.
- Affatto, speravo il contrario – Cole colpì con una velocità innaturale al ventre – Altrimenti non ci sarebbe stata soddisfazione.
I due si allontanarono uno dall’altro, utilizzando le armi come leve. Le rune sull’armatura e il martello emanarono un breve bagliore. Con la coda dell’occhio, vide Rhyperior e Aggron combattere con la pura forza fisica, intervallata da fiamme e macigni lanciati dai palmi del suo Pokémon. Le rocce si sgretolavano contro il metallo del suo avversario, lasciandolo apparentemente illeso.
Daken approfittò della distrazione di Cole per colpirlo al volto con una delle sue spade. Lui però riuscì a reagire abbastanza in fretta e alzò il braccio per difendersi. L’armatura parò il colpo con un lampo accecante. La lama era spezzata in due. Le rune splendettero più che mai, creando un’aura azzurra attorno a Cole.
- Eh sì – disse lui, prima di colpire con un pugno in pieno viso suo fratello.
Lui volò via per qualche metro, ricadendo di schiena. Si rialzò e si asciugò il sangue sul labbro.
- Bene, ora so che devo colpire più forte – sorrise lui.
 
 
Kyle e Alice erano ormai giunti in cima alla Torre, senza sapere cosa si sarebbero trovati ad affrontare. Prima di varcare la porta, la ragazza strinse la mano di lui nella sua.
- Ci sono io qui, tranquilli – Mewtwo li incitò.
Tutti e tre assieme, varcarono la soglia. Alice urlò di disgusto.
Davanti a loro, Kyurem, Reshiram e Zekrom erano obbligati a restare piegati in avanti, con degli enormi collari legati con catene al suolo. Dai colli, gocciolava copiosamente il loro sangue, riversandosi in dei canali costruiti al di sotto dei tre, comunicanti. Il miscuglio disgustoso scendeva poi in un a grande pozza posta davanti a loro, in cui si trovava uno strano manufatto pieno di rune e simboli strani, il Cuneo DNA creato dagli scienziati del Sacro Ordine. Artorius osservava il tutto dando le spalle ai tre. Parve non accorgersi della loro presenza fino a che Kyle non portò la mano alla pistola.
- Pensavo che uno di voi venisse fin qui per provare a fermarmi – si girò con le braccia spalancate e un grosso sorriso sul volto – Ma non pensavo arrivasse un ragazzino e quella stupida di mia figlia. La ribellione è caduta davvero in basso. Che delusione, mi aspettavo almeno Cole o quell’idiota di Sur o come si fa chiamare.
Kyle sentì il sangue ribollire nelle vene ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Alice si fece avanti.
- Non sono tua figlia, e non lo sono mai stata. Tu mi disgusti.
Artorius rise, sminuendola con un gesto della mano.
- Presto, mia cara, capirai. Il sacrificio sarà solo l’inizio della nuova era.
Reshiram e Zekrom ulularono per il dolore, quando le punte del collare andarono a trivellare più in profondità. Il sangue riprese a scorrere dalle loro carni.
- Lurido bastardo. Non ti interessa della sofferenza di nessuno – Kyle s’intromise, chiamando in campo Lucario – Non lascerò che altri muoiano per mano tua.
Alice portò anch’essa la mano alla Poké Ball, tremando. Gallade prese posto alla destra di Lucario, mentre a sinistra andò a prendere posto Mewtwo. Gli occhi del Leggendario s’infiammarono, colmi della luce viola che precedeva i suoi mortali attacchi.
­- Ah, Mewtwo, ancora non capisco cosa ci fa Lei con questi individui sporchi.
- Nessuno fa del male ai miei compagni. Sarò sempre schierato dalla parte di chi viene sfruttato e messo in minoranza.
- Già, a nessuno piace essere una macchina e venir manipolato dai propri creatori, non è vero? Ma provi a immaginare: l’intero universo verrà riscritto, potrebbe finalmente essere un vero Pokémon e non una macchina.
Mewtwo vacillò per un attimo. Volse il suo sguardo indietro, verso di Kyle. Vide i suoi occhi, colmi d’ira per quell’uomo. Ci si immerse e vide ciò che Reshiram aveva trovato quando, giorni prima, aveva chiesto aiuto a quel semplice ragazzo nemmeno tanto bravo a combattere. La purezza del suo animo guidò le parole successive del Pokémon.
- Io non sono una macchina. Sono un Impuro, come loro.
Due enormi sfere di energia apparvero nei suoi palmi, la loro luce viola irradiò su tutta la superficie della bolla a sfera che faceva da chiusura ermetica del tetto. Prima che potesse lanciarle, un grido lacerò l’aria.
All’unisono, i tre Leggendari urlarono di sofferenza quando i loro collari scattarono. Le catene si spalancarono da sole, liberandoli. I tre caddero riversi nella pozza del loro stesso sangue, ormai colma fino all’orlo. Kyle vide le loro teste, legate ai corpi da non più che l’osso del loro collo, ciondolare in avanti. Ci fu un sonoro crack quando i tre scivolarono all’interno del liquido denso e il ragazzo sforzò se stesso a non vomitare al pensiero di ciò che avrebbe potuto provocare quel rumore.
La terra prese a tremare e con essa l’intera struttura parve ripiegarsi sul suo stesso peso. Artorius si avvicinò a un piedistallo posto alla sua sinistra e ne prese una specie di corona fatta da una semplice fascia metallica circolare. La pose sul suo capo e iniziò a ridere, mentre il sangue all’interno della pozza veniva convogliato nel corpo del Cuneo DNA posto al centro. Una volta che si fu completamente svuotata Kyle poté vedere che anche i tre leggendari erano stati assorbiti. Un lampo di luce grigiastra venne sparato verso l’alto dal Cuneo, squarciando le nubi addensate su, nel cielo. Ricadde con un rombo, colpendo la punta del manufatto. Infine quello si alzò in aria e iniziò a volteggiare rapidamente in cerchio. Una sfera di luce apparve e l’assorbì, espandendosi sempre più velocemente.
Un’altra esplosione accecante e i ragazzi rimasero senza vista per decine di secondi. Tutti vennero sbalzati dall’onda d’urto e lanciati per aria. Kyle sbatté violentemente la testa al suolo.
Non seppe quanto tempo era passato ma riuscì a rialzarsi puntellandosi con i gomiti. Allungò una mano ad Alice e l’aiutò, trovando i loro Pokémon davanti a loro, in posizione difensiva.
Un tremendo grido lacerò l’aria, facendo tremare l’animo di Kyle. Lui si obbligò a guardare nella direzione dove poco prima si trovava il Cuneo DNA e lì lo vide. I suoi occhi tremarono quando il Drago Originale ruggì nuovamente.
Immenso, aveva spazzato via ogni cosa e adesso poggiava al centro del tetto. Il suo corpo era fatto interamente di ghiaccio mortale, spesso come mai sul suo petto, dove riluceva di luce propria. Sui quattro arti sfoggiava il suo controllo totale della natura: il braccio destro era avvolto dalle fiamme, il sinistro circondato da violenti venti in moto perpetuo. La gamba sinistra, in contraddizione col braccio che si trovava in diagonale, era come formata da acqua senziente. La destra era solida terra e rocce. L’unica cosa che parve immutata era la testa, simile a quella di Kyurem, bensì completamente nera, esclusione fatta per gli occhi, iniettati di sangue rosso.
Ai suoi piedi, Artorius continuava a ridere.
- Ce l’ho fatta, finalmente sei rinato! – s’inginocchiò ai piedi del Pokémon.
Quando si rialzò, volse la sua attenzione ai ragazzi e i loro compagni.
- Vedrete, la magnificenza della rinascita del genere umano. Tutto grazie a me.
Mewtwo non perse tempo e lanciò una potente sfera psichica verso di Artorius.
Lui alzò una mano e il Drago Originale sputò fiamme dalle proprie fauci, annientando il colpo. La corona di Artorius parve illuminarsi per un attimo.
- Mia cara, sei davvero sicura di voler finire così la tua vita da peccatrice?
- Fottiti – rispose lei.
- Molto bene. Me l’aspettavo. Ma vedrai, una volta rinata, quanto pure erano le mie intenzioni.
Il Drago Originale ruggì e iniziò a muoversi verso di loro, lento e imponente, alto più di cinque volte rispetto a Rhyperior.
- Uccidili, sarà il tuo primo atto sotto il mio volere, Kyurem.
Lui ruggì mentre i primi colpi dei suoi rivali rimbalzarono sul suo corpo.
 
Cole affannò quando per l’ennesima volta Daken si lanciò contro di lui come un pazzo, brandendo la spada con entrambe le mani. Lui scivolava a destra e sinistra, utilizzando la testa del martello solo quando necessario. Stava cercando di sfinirlo in modo da non sprecare un ulteriore colpo ed energie. Quando vide una breccia nelle difese di suo fratello, abbassò il martello con immane potenza, diretto verso il suo viso.
Daken alzò il braccio con cui non brandiva la spada, facendo apparire il suo scudo elettromagnetico giusto un istante prima che il martello gli fracassasse il cranio. Il colpo rimbalzò ammaccandogli il para braccia. I due caddero distesi, uno sull’altro. Dal suo punto di vista, Cole vide Aggron colpire violentemente il terreno, facendo crollare una parte di piano e, con esso Rhyperior, che dovette aggrapparsi al bordo. Il Pokémon metallico si avvicinò, pronto a colpire.
Cole raccolse tutte le sue forze: il martello scintillò quando venne lanciato con tutta la sua forza contro il volto di Aggron, sbalzandolo indietro. Rhyperior ebbe il tempo di rialzarsi e reagire ma, al contempo, Daken scivolò dalla morsa in cui era bloccato e ribaltò la situazione, bloccando il fratello sotto il peso e abbassando la lama contro di lui.
Cole bloccò la spada utilizzando le braccia più volte ma alla fine il fratello lo colpì al volto con una testata che gli scombussolò i pensieri. Il braccio destro cadde disteso a terra quando venne trafitto all’altezza della spalla.
Daken sorrise mentre ritraeva il colpo per poi abbassarlo di nuovo verso il fratello che stavolta serrò la mano attorno alle sue. La lama si avvicinava, lenta e inesorabile, verso il suo occhio.
La punta era ormai arrivata a un centimetro dall’iride.
- Sai, fratellino, la voglia di aiutare gli altri è sempre stata la tua rovina.
Cole rise nonostante lo sforzo.
- Ne sei proprio sicuro?
Rhyperior gridò quando il suo colpo finale andò a impattare contro Aggron, mettendolo K.O.
- Dimmi un po’, Daken, tu conosci Thor?
Suo fratello ripose il suo sguardo su di lui.
Le rune sull’armatura di Cole brillarono, imitando la luce generata dal martello che, d’improvviso, si alzò in aria e volò rapido e preciso nella mano destra del suo padrone. Lui non esitò e colpì con tutta la forza che aveva. Ci fu un rumore di ossa spaccate quando Daken si accasciò al suo fianco, inerme. Rhyperior si avvicinò e alzò il suo corpo, per poi scaraventarlo lontano, verso il muro. Impattò di testa e si afflosciò al pavimento, privo di vita.
Cole si issò, aiutato dal suo compagno, rimettendosi in piedi. L’armatura parve diventare liquida per un attimo e lui sentì un dolore indicibile alla spalla, mentre il materiale, rovente, si riversava all’interno della ferita. Tutto durò pochi istanti, guarendolo. Dopodiché l’armatura tornò al suo posto, intatta.
- Non mi abituerò mai al dolore di questa merda.
Avanzò, arrancando per la fatica, verso le scale.
- Andiamo ad aiutarli, Ryp.
 
Kyurem, nel suo stadio originale, stava devastando tutto ciò che gli capitava davanti agli occhi. A nulla sembravano servire i colpi di Lucario, Gallade e Mewtwo.
- Adesso basta giocare con loro. Uccidili.
Il Drago ruggì violentemente. Le fiamme iniziarono a proiettarsi in tutte le direzioni dal suo braccio. Ovunque toccassero il terreno, quello si liquefaceva all’istante. Solo la bolla di protezione eretta da Mewtwo parve resistere al colpo, benché lui fu costretto in ginocchio dallo sforzo. Gallade unì i propri poteri psichici a quelli del Leggendario, mentre Lucario rimase immobile, con gli occhi chiusi e le braccia distese lungo il corpo.
Non appena il turbine di fuoco si fermò, lui scattò in avanti. Saltò sul grembo di Kyurem e gli assestò un violento pugno utilizzando tutta la sua forza. Il Drago ruggì di rabbia e lo scaraventò via utilizzando violente tempeste generate dal nulla. La sua caduta fu bloccata da Gallade che con diversi balzi intercettò la sua traiettoria.
- Quello è il suo punto debole, Lucario me l’ha detto.
- Ne sei sicuro, Kyle? – chiese Alice.
- Sì, è il momento – urlò lui di rimando, per sopraffare l’ululato del vento.
La ragazza annuì e attivò la mega pietra. Gallade s’illuminò fino a mutare, raggiungendo la sua forma finale.
- È il momento, vai – Lucario comunicò mentalmente con lui.
­- Non so come fare, non c’è un pulsante da premere.
- Ricorda le parole di Maisy. Quella Poké Ball ci unisce, devi trovare le forze dentro di te, lasciami attingere.
Kyle inspirò a fondo, chiuse gli occhi e cercò di liberare la mente. Scavò dentro di lui, trovando le ultime energie che gli erano rimaste. Sentì Lucario osservarle per poi farne uso, attingendone con brama.
Lentamente, anch’esso si trasformò. Le sue orecchie divennero più lunghe, le zampe cambiarono colore, tingendosi di rosso. La cosa che più colpì Kyle, però, fu la comparsa di segni neri, dalla forma tribale, sulle gambe del Pokémon.
Arrivò anche Cole, seguito dal suo Rhyperior.
- Ciao ragazzi, vi sono mancato? Woah, che gran figlio di puttana – commentò, dando il suo primo sguardo al Drago Originale.
- I nostri attacchi non ci fanno niente – urlò Kyle sovrastando il vento.
Rinvigoriti dalla forza della mega evoluzione e dalla presenza di Ryp, i Pokémon tornarono all’attacco. Mewtwo in particolare aveva giovato della presenza di Cole, grazie soprattutto alla sua armatura che rigenerava le sue energie. Nel mentre, fiamme e schegge di ghiaccio si unirono al vento della tempesta
Troppo lontani per sentire le sue parole, in quel turbinio elementale, Kyle vide solamente Artorius muovere le labbra. Dopodiché quella specie di corona che aveva sulla fronte s’illuminò nuovamente e Kyurem attaccò nuovamente. Fulmini e tuoni iniziarono a piovere ovunque, scontrandosi con l’enorme bolla presente sul tetto e scaraventandosi per tutta la sua lunghezza. Le nuvole oscurarono il cielo fino a far calare nuovamente la notte ed eliminando l’alba.
Lucario atterrò dopo un balzo davanti al suo compagno. Ansimando, lo contattò.
- È inutile, non gli facciamo alcun danno. Sto guidando gli attacchi di tutti nei punti dove la sua aura è più debole ma è troppo forte. – la voce calda e pura del suo Pokémon rimbombò nella mente.
- Riesci a capire cos’abbia Artorius sulla testa? Mi sembra che lo usi per comandare Kyurem.
Lucario si girò e aguzzò la sua vista sviluppata. Concentrò le sue energie e scandagliò l’aura dell’uomo, sebbene disgustato al suo contatto.
­- Hai ragione. E ho notato che ha una mente piuttosto debole, è troppo preso a comandarlo. Ma finché lo ha in pugno, è impossibile eliminarlo, per me. Le energie del Drago lo proteggono.
- E se ci avvicinassimo? Tu puoi condividere la mia forza. Attacchiamo, insieme.
Lucario lo guardò fisso negli occhi.
- So che è pericoloso ma abbiamo altre possibilità? – chiese Kyle.
Il Pokémon Aura rispose negativamente con un cenno.
- Gli altri distraggono Kyurem, noi andiamo. Tieniti pronto.
Kyle avvicinò Cole e Daisy, spiegando in fretta e furia il loro piano. Una grossa scheggia di vetro volò nella loro direzione e venne fatta in mille pezzi dalle lame di Gallade prima che si potesse avvicinare troppo.
Si sarebbe aspettato innumerevoli insulti e prediche sul quanto fosse stupida quell’azione ma, invece, Cole si limitò a ridere e ad avvicinarsi a Ryp. Ci salì in groppa brandendo il suo martello e tornò all’attacco.
Alice, prima di lasciarlo andare, lo strinse a sé e lo baciò.
Dopodiché Kyle iniziò a correre seguendo il suo compagno. Diverse volte rischiò di morire per dei frammenti di pavimento in volo, tutti intercettati dai pugni di Lucario. L’attenzione del grosso Drago era altrove, infastidito dagli attacchi sempre più mordi e fuggi dei suoi avversari. Iniziava a spazientirsi per il fatto di non riuscire a colpirli. Artorius fu l’unico ad accorgersi della loro presenza, ma troppo tardi.
- Tocca a te, l’energia del Drago Originale non permette ad altri Pokémon di avvicinarlo.
Kyle si fece forza e si lanciò su di lui. Non ci fu lotta perché nel preciso istante in cui le sue mani andarono a toccare la testa di lui, nell’intento di sfilargli la corona metallica, lui iniziò a gridare in modo innaturale per un essere umano. Disgustato, il ragazzo fu tentato dal rimuoverle ma il contatto parve essere impossibile da evitare.
­- Non mollare la presa, sta funzionando! – Lucario parlò forte nella sua mente e lui resistette.
- Falle smettere, falle smettere! – urlava Artorius, in preda al dolore.
Grazie al legame che aveva creato con il Drago Originale, adesso anche lui si contorceva dal dolore in tutta la sua mole.
Kyle fu inizialmente incredulo, finché non sentì una voce nella sua mente. La riconobbe immediatamente anche se erano anni che non la sentiva.
- Figlio mio, non cedere. Resisti, sei la speranza di tutti coloro che sono ancora in vita. Fallo per me, vivi e ama.
Col volto rigato dalle lacrime, finalmente capì. In qualche modo, Lucario stava facendo provare ad Artorius tutto il dolore che lui, in tanti anni, aveva causato alle persone.
- Ti prego, aiutami! – urlò di nuovo lui.
Kyle lo guardò fisso negli occhi, tutte le persone a lui care vorticarono come un tornado nella sua mente, dandogli la forza necessaria a fare ciò.
- No.
Strinse con più forza il capo di Artorius. La corona che l’adornava andò in mille pezzi sotto la potenza dell’aura sprigionata da Lucario che pulsava nelle sue mani. Lasciò la presa solo quando le grida cessarono e Sua Santità cadde a terra, immobile.
Kyle si girò e vide il Drago Originale urlare dal dolore, contorcendosi. A quanto pareva, l’attacco di Lucario aveva raggiunto anche lui. Il suo corpo iniziò a brillare, prima di spararsi in alto, fracassando la bolla di protezione, per poi dividersi in tre raggi di luce che volarono via, in direzioni opposte.
- Grazie mille per averci salvato. Ci rivedremo, Kyle dal cuore puro.
Sorrise nel sentire le parole di Reshiram, vivo e salvo. Si girò a guardare Lucario, per poi battergli il pugno e lanciare in aria la mano, aprendo le dita e mimando delle onde.
Cole e Alice corsero immediatamente verso i tre.
Kyle cadde a sedere per terra, con le gambe stese e lo sguardo vacuo per lo sforzo. Alice gli balzò addosso atterrandolo e iniziando a tempestarlo di premure e abbracci.
Cole, che sapeva ancora controllare la propria emotività, si diresse a saldare il suo patto. Con Mewtwo al proprio fianco, si avvicinò ad Artorius che venne sollevato in aria grazie ai poteri del Pokémon. Ormai inerme, chiedeva solo la pietà.
Cole rise e gli poggiò una mano sulla spalla. In quel momento, l’armatura prese vita, scorrendo dalle sue dita per avvolgere Artorius.
Per la prima volta, Kyle riuscì a vedere le cicatrici su tutta la lunghezza del corpo di suo zio: in corrispondenza di dove prima avevano trovato posto le rune sull’armatura, adesso c’erano i segni della forza da lui presa in prestito. La maglietta e i pantaloni ormai logori erano le uniche cose a proteggerlo dal freddo.
Artorius ricadde al suolo. Un solco oscuro apparve nel pavimento. Braccia deformi e nere come la pece gli cinsero il corpo e in un solo colpo l’inghiottirono, per poi richiudere la fenditura dietro di loro. Sua Santità aveva fatto il suo ingresso nel mondo di Giratina.
In lontananza, gli echi della fine della battaglia li raggiunse: i Ribelli avevano vinto.
Cole si allontanò, andando incontro a Daisy, Gold, Green e Blue che arrivavano, a due a due, sulle ali di Articuno e Charizard.
Kyle si alzò a sedere, incrociando le gambe. Alice poggiò la testa sulla sua spalla, abbracciandolo e venendo abbracciata. I due rimasero così per diverso tempo, neanche Daisy fu lasciata passare da Rhyperior che si era imposto fra il loro gruppo e i due ragazzi.
Le nuvole si erano ormai dissipate. Dall’altezza della Torre Bianca, si poteva vedere la luce dell’alba nascere da dietro le montagne. Dal basso, giungevano i canti degli Impuri, a cui si unì presto Articuno.
- È bellissimo – disse Alice, con le lacrime che andavano a inzuppare la tuta di Kyle.
- Già.
- Adesso, cosa facciamo? Andiamo a New Hope?
Kyle sorrise. Pensò che non aveva mai creduto di riuscire ad avere un futuro e di conseguenza non aveva alcun pensiero al proposito. Poi, portato dal vento, un petalo di un sakura volteggiò davanti ai suoi occhi e in quel momento capì.
- No, non torneremo a New Hope.
- E dove andremo? – chiese Alice, sempre stretta al suo braccio, come a non volersene staccare mai più.
Kyle si allungò e afferrò il petalo. Lo portò vicino la mano di lei e lì lo lasciò scivolare. Poi intrecciò le dita alle sue, stringendo la piccola testimonianza della primavera fra i loro palmi. Baciò la sua ragazza e tornò a guardare l’alba, appoggiando la testa alla sua.
- A casa.
 
 
 
- Hancock
   
 
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