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Autore: reggina    01/10/2017    4 recensioni
La vita può cambiare all'improvviso e mettere in discussione il futuro per cui si ha tanto lottato. Allora non resta altro da fare che andare avanti, nonostante il passato, perché raccogliere i cocci è difficile ma non impossibile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono stesi a letto, le braccia aperte e le gambe incrociate, e stanno parlando da un bel po’. O meglio Amy sta parlando.

“Teniamo la luce accesa. Altrimenti ti addormenti!”

Parla come una macchinetta imbonitrice, con l’entusiasmo inarrestabile di una bambina difronte ad un giocattolo nuovo e lo sguardo trasparente di un’innamorata.

“Adesso sono felice! Felice come può essere chi ha indovinato la vita!”

È distesa sul lato più vicino alla finestra ed è bellissima con le sue gote accese, la pelle fresca di scrub e la coda di cavallo. Sembra una teenager.

Julian si sente così fortunato che non gli importa niente se domani sarà una giornata da primo giorno di scuola e se il sonno ormai se ne è andato via.

“Possiamo almeno spegnere la luce? Mi fanno male gli occhi!”

Amy annuisce ma con uno sguardo di avvertimento che vuol dire non è ancora tempo di dormire !

Spegne la lampada accanto al letto e si ritrovano al buio. La mano del marito la accarezza, intuendo solo vagamente i suoi lineamenti, poi posa la mano sul ventre tondo e il calore delle sue dita la fa sentire al sicuro.

Chiudono gli occhi, Julian sta per appisolarsi immaginando il momento in cui diventerà papà.


“Hai sentito?”

Uno sfarfallio delicato, un soffio dolce, una carezza. Un esserino di centro grammi : una bolla d’aria che si scoppia all’improvviso, velocissima e delicata.

Ne arrivano altre due in pochi secondi. Due leggere bollicine dentro di lei che le fanno rizzare le orecchie ,sgranare gli occhi e sorridere Amy.

“È il nostro pesciolino che si muove dentro di te?”

Julian si sente come un bambino che dopo aver scoperto una novità non si accontenta e ne vuole ancora.

La risata di Amy scoppia spontanea, d’argento, così forte che risuona per tutta la stanza e profuma di terra calda.

Entrambi sono così emozionati che tremano e non riescono più a dormire: restano a parlare pigramente delle curve delle loro vite, lasciando che la notte inghiotta i loro respiri finché filtrano le prime luci dell’alba.


La felicità è di nuovo a portata di mano e Julian non vuole permettere all’ansia di avere il sopravvento.

Da giocatore ha vissuto la pressione di tanti grandi palcoscenici del calcio e per questo pensava di essere ormai abituato a tutto.

Il primo giorno in cui entra da allenatore nel centro sportivo dove la squadra si prepara sotto ogni punto di vista avverte un brivido particolare; lo stesso che provava in passato ogni volta che affrontava, da avversario, i talenti del Giappone e di mezzo mondo.

La struttura è di ultima generazione, moderna e confortevole, ma sono le persone la sua storia, la sua continuità e la sua vera solidità. Un centro all’avanguardia con un cuore antico.

Ora che quel centro di allenamento sta per diventare la sua casa, la sua imponenza lo circonda minacciosa e rassicurante allo stesso tempo.


Con Julian Ross ogni aspetto viene sempre affrontato con la massima serietà, lui è così, è un professionista nato: per lui un giocatore deve prima farsi rispettare e poi saper trattare con il pallone.

Non ci sono invidie ma soltanto storie di amicizie nate sui campi di calcio e coltivate e rimaste salde negli anni. Tutti ricordano che , fin da quando giocavano insieme ,il libero della Mambo spiccava per come sapeva leggere e analizzare le partite. Qualcuno ieri sera ha voluto pure mandargli un messaggio di in bocca al lupo .

Il giovane allenatore non è affatto inibito quando raduna la sua truppa in calzoncini, i suoi amici, la sua squadra.

Ha carattere, lo stesso che gli permette di farsi scivolare addosso le pressioni. In tanti hanno provato a fare l’allenatore ad alti livelli ma sono stati travolti dalle tensioni. Lui no.

È sempre lucido, anche perché non vive più di solo calcio.

“Non so quale sia il mio, il nostro, futuro. Ho la mente concentrata soltanto alla prossima partita. Non vi chiedo di giocare il calcio più bello e più lineare. Il nostro è il calcio delle battaglie. Abbiamo giocato, lottato, sotto la pioggia e nel fango. E siamo usciti sempre con la maglia zuppa e la faccia sporca.

Ci sono state delle partite da cui siamo usciti con le gambe così pesanti da non reggerci in piedi per una settimana perché abbiamo sempre corso più dei nostri avversari. Così siamo diventati squadra, abbiamo dimostrato di valere. Vi chiedo solo di non perdere questo spirito!”

Il ghiaccio è rotto da applausi convinti e si prosegue tra battute, ironia sottile e ricordi.

Julian sorride appagato: ha preso il gusto del bello. Nella vita come nel calcio.

   
 
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