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Autore: crige    05/10/2017    7 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando sei stato intimamente legato a qualcuno, non riesci mai a dimenticarlo davvero.
Ci sarà sempre una parte di te che segretamente si chiede che fine abbia fatto.
Se qualche volta ti pensa come fai tu.
Se è diventato ciò che sognava di essere.
Oppure se si è visto sgretolare tutto di fronte a sé.
 
Che lo vogliamo o meno non riusciremo mai a liberarci del suo pensiero.
Perché esso è nascosto dentro di noi.
Pronto ad emergere quando meno te lo aspetti.
 
Ci convinciamo di aver superato il distacco.
Quell' abbandono che per molto tempo ci ha fatto ribollire il sangue.
Scuotere violentemente l' anima.
Ma non è mai così.
 
Quando una persona ti entra dentro, nel profondo, è difficile rimuoverlo.
Se non impossibile.
Farà sempre parte, in qualche modo, della tua vita.
 
Condizionerà le tue scelte, le tue decisioni.
Il tuo modo di essere e di affrontare le cose.
Ci sarà sempre una vocina che ti ripeterà "cosa mi avrebbe detto di fare?"
 
Cercheremo sempre la sua approvazione anche se ormai non c'è più.
Anche se le nostre strade si sono divise da tempo.
Perché per noi è inevitabile.
 
Hai condiviso talmente tante cose con quella persona che tutto il resto non conta.
Quello che è avvenuto dopo non ha rilevanza.
Continuerai sempre a dirti " E se..."
 
Se non ci fossimo persi?
Se fosse ancora a camminare di fianco a me?
Come e dove sarei io adesso?
Sarebbe cambiato qualcosa?
 
Queste domande si susseguono a raffica nella tua mente, quando il suo pensiero riaffiora.
Prepotentemente, senza chiederti il permesso.
Ti invade e decide di farti riprovare tutto quanto.
Tutto l' affetto e tutto il dolore.
 
Non importa il male che ci ha fatto.
Non importa il come o il perché.
Ad un certo punto della nostra esistenza, il desiderio di riaverlo indietro si rimpossessa di te.
 
E poi all' improvviso come quel pensiero è riapparso, ugualmente all' improvviso se ne và.
Scuoti violentemente la testa e te la prendi con te stesso.
Sai che pensare a tutto ciò non serve a niente.
 
Ti guardi indietro e capisci che se è andata così un motivo ci deve essere.
Se adesso sei come sei e hai quello che hai è anche perché è andata così.
Se sei circondato da persone meravigliose è anche grazie a quella persona che se ne è andata.
 
Perché quando sei stato intimamente legato a qualcuno, alla fine penserai sempre alle cose belle.
A quelle che vi univano.
A tutto quello che avete passato.
E ti ritrovi a dirti che se un giorno la vita vi farà rincontrare è questo che ricorderai.
Ed è da questo che rinizierai.
 
 
 
                                                                                                **********
 
 
 
-Oh mio mio Dio, Amoreeeee! Guarda quanto è spaziosa la cucina!-
 
La seguo scuotendo la testa.
Fa così ogni volta che entra in una stanza.
Svolazza il suo vestitino azzurro ovunque, saltellando da una parte all' altra.
Suscitando sorrisetti divertiti sul volto di Irene , l' impiegata dell'  agenzia immobiliare che ci sta seguendo.
 
-Allora, vi piace?- domanda quest' ultima, appuntandosi qualcosa in agenda.
 
-L' adoro!- esclama, Erica, battendo le mani rigorosamente saltellando.
 
-Sì, non è male- dico la mia, guardandomi intorno -ci verrebbero delle gran feste in questa sala-
 
 
La casa si ererge su due piani, tre  vie più giù rispetto alla villa dei miei.
E' dotata di una cantina che porta al garage e di un enorme giardino dove fa la sua bella presenza un grazioso gazebo.
Erica ha già detto che ci vedrebbe bene una piscina.
Beh, in effetti di spazio ce n'è.
 
Entri, superi il portone, un piccolo ingresso con atrio e ti ritrovi in un' immensa sala.
Volendo abbiamo la possibilità di acquistarla con tutti i mobili.
Ma staremo a vedere.
Il piano inferiore comprende anche un' ampia cucina, un bagno, una porta che dà sul giardino e delle scalette in legno che finiscono in cantina già adibita a lavanderia.
A quello superiore invece troviamo un altro bagno, una camera matrimoniale, uno studio e una camera per gli ospiti.
Devo ammettere che mi piace davvero molto.
 
 
-State pure quanto volete, io adesso devo scappare che ho un altro appuntamento-  
 
Irene si congeda cordialmente, lasciandoci sole.
Vedo Erica vagare ancora in giro.
Sale e scende le scale scrutando con attenzione ogni minimo particolare.
Mi sembra estasiata.
 
Alla fine si siede sul divano in sala, contemplando il soffitto.
Le brillano gli occhi dalla contentezza.
E' bellissima.
 
-E' la casa dei miei sogni- esordisce d' un tratto, girandosi a guardarmi -tu che ne pensi?-
 
-Mi piace- affermo, raggiungendola sul sofà -ma vorrei vederne altre per farmi un' idea-
 
Ovviamente sto mentendo spudoratamente.
Mentre lei era al piano superiore, ho scritto all' agenzia di bloccare la casa specificando che non le dicano niente.
Domani vado nei loro uffici con mio padre a concludere il tutto.
E' nostra.
E non vedo l' ora di farle la sorpresa.
 
-Mi sembra giusto- soffia, buttandomi le braccia intorno al collo -ma sappi che l' adooooro!-
 
-Credo di averlo capito- rido, poggiando le labbra sulle sue.
 
-Ti Amo, lo sai?- sussurra, puntando i suoi enormi occhi azzurri nei miei -e sono davvero eccitata per questo passo che stiamo per fare insieme-
 
-Anche io- le rispondo, donandole un buffetto sul naso -ma ora andiamo! O rischiamo di fare tardi al Danger e io devo cantare-
 
-Tranquilla- mi morde una guancia, scappando verso la porta -dai muoviti!- 
 
Dà un ultimo rapido sguardo prima di uscire.
La seguo chiudendomi la porta alle spalle.
La vedo già saltellare impaziente davanti la mia Audi TT bianca.
Un regalo da parte dei miei per i ventiquattro anni.
La Mini la uso quando ho più passeggeri.
 
-E' inutile che fai così- sogghigno, superandola -lo sai che non te la faccio guidare-
 
-Uffaaaaa- brontola, salendo in macchina -ma non c'è neanche una remota possibilità che possa succedere?-
 
-Sì- annuisco, vedendola sorridere contenta -quando sarò morta!-
 
-Ti odio!- ringhia, incrociando le braccia.
 
-Sisì certo, come no- rido, mettendo in moto
 
Stasera Alessandro mi ha ingaggiato per suonare al Danger.
Ma non una sola canzone come al solito.
Dovrò intrattenere i clienti per un' oretta.
Avevamo fatto una prova qualche settimana fa e fu un successo.
Quindi a sto giro ha detto che mi pagherà.
Lo avrei fatto anche gratis per lui, ma ovviamente non mi lamento.
 
Erica e Alessia verranno a mangiare qualcosa per cena.
Lorenzo e Elisabetta le raggiungeranno più tardi.
Io dovrei finire più o meno per quando arriveranno loro.
Sempre se il mio amico non deciderà di prolungare la musica dal vivo.
Cosa che sinceramente non mi dispiacerebbe.
 
Tra il lavoro e la ricerca di una casa, ultimamente non ho avuto molto tempo da dedicare al canto.
La cosa mi dispiace un po', perchè è una delle mie più grande passioni.
Per fortuna che il campionato è finito, almeno adesso la sera ho qualche ora libera.
 
-Sai già cosa canterai?- mi domanda, una volta essersi tolta il broncio dalla faccia.
 
-Più o meno- annuisco -forse Adele-
 
-Uuuuuh sì, canta qualcosa di Adele ti prego!- unisce le mani a preghiera, iniziando a sbattere le ciglia.
 
-Vedremo, devo parlarne un po' con Ale- le concedo, parcheggiando la macchina.
 
Aspetto che scenda per chiuderle lo sportello.
La prendo per mano, dirigendoci verso l' entrata del locale.
C'è già un po' di gente e vedo che il palco è già attrezzato a dovere.
Devo dire che Alessandro è molto efficiente nel suo lavoro.
 
-Alessia tra quanto arriva?-
 
-Dovrebbe arrivare verso le venti!- risponde contenta -quindi tra poco! Vado ad occupare il solito tavolo. A dopo- sfugge, non prima di avermi lasciato un bacio sulla guancia.
 
Mi dirigoo sul retro, bussando alla porta dell' ufficio del mio amico.
Entro quando sento rispondere.
Lo trovo seduto alla scrivania, intento a leggere qualche foglio.
 
-Ehi bella bionda- sorride, facendomi segno di sedermi davanti a lui.
 
-Ciao scemo!- ricambio il sorriso, allungandomi per scompigliarli i capelli -che fai di bello?-
 
-Ah, di bello nulla- storce la bocca, contrariato -cose stupide sulla contabilità di base. Penso che darò da fare tutto al commercialista e amen-
 
-Mi sembra la scelta più giusta- richiedo un cinque che non mi nega -senti, volevo discutere con te sulle canzoni da cantare. Che genere preferiresti?-
 
-Mah, Ele, scegli tu! Hai carta bianca! Alle persone piacerà qualsiasi cosa deciderai di fargli ascoltare. Ti applaudirebbero anche se tu intonassi l' Arca di Noè- 
 
-Potrei pensarci- rido della sua stupida battuta, coinvolgendolo.
 
Alessandro è fantastico.
Rimase abbastanza stupito quando Francesca gli chiese se volesse dirigere il Danger al posto suo, mentre lei era via.
Accettò anche se non  ne era troppo convinto.
E invece ha scoperto che è un lavoro che li si addice molto.
E' davvero portato.
Tanto che il Danger rimane ancora un punto d' incontro per molta gente.
 
-Adesso scusami, ma dovrei davvero finire con sta roba! Vengo più tardi a salutarvi al tavolo, ok?- sospira, sinceramente dispiaciuto.
 
-Tranquillo- gli lascio un bacio sulla guancia, prima di lasciarlo alle sue faccende.
 
Torno in sala e vedo con piacere che Alessia è gia arrivata.
Decido che posso stare per un po' con loro prima di andare sul palco a sistemarmi.
Le raggiungo, quindi, prendendo posto accanto alla mia ragazza.
 
-Ciao Ele!- mi saluta allegra la più bassa -canterai tu allora stasera?-
 
-Ciao Alessia- ricambio il saluto, alzando una mano -eh sì! Mi tocca- 
 
-Come se ti dispiacesse farti fare le lastre da uomini e lesbiche- soffia, contrariata, Erica -tutte le volte c'è sempre qualcuno che vorrebbe volentieri portarti a letto-
 
-Ma non è vero!- 
 
Sì, invece, lo è.
Ma non devo darle ragione, altrimenti chi la regge più!
Questo non toglie però il fatto che lei esageri un pochino. 
 
Alessia assiste ai nostri scambi di battute, intervenendo ogni tanto.
Noto che ancora deve lasciarsi andare del tutto.
Penso sia normale dato il tempo che è passato.
 
Ancora sono molto stupita da me stessa per questa faccenda.
Pensavo che non sarei riuscita  a metterci una pieta sopra così velocemente.
Ricordo che quando Feffe mi disse che lei era andata a letto con Stella, Erica mi dovette fermare da andare a ucciderla.
Due mesi più tardi, Alessia smise proprio di farsi sentire anche con la mia ragazza.
Ce l' avevo davvero un sacco con lei.
 
Ma poi il tempo passa e gli anni ti fanno maturare e vedere le cose sotto altri punti di vista.
Se è andata così evidentemente tra loro non era destino che funzionasse.
E in questi casi non puoi mai sapere se la colpa sia di uno o di entrambi.
Quindi alla fine ho semplicemente lasciato perdere.
Non erano affari miei e non lo sono tutt' ora.
 
-Ok, adesso vado- declamo, alzandomi -a più tardi-
 
 
 
                                                                **********
 
 
-No, Ale, non puoi capire! E' bellissima!- esclamo, euforica, battendo una mano sul tavolo.
 
-Dai, descrivimela!- mi incita, quasi su di giri come me -voglio ogni dettaglio!-
 
Inizio a esporle con estrema accuratezza la casa dei miei sogni.
Dalla cucina spaziale alla camera padronale!
Mi sono innamorata di quell' enorme letto.
Ho speso minuti interi ad immaginare cosa ci potremmo fare io e Eleonora.
 
Anche se sono un po' delusa da quest' ultima.
Non ha espresso gran ché il suo parere al riguardo.
Speravo che le piacesse quanto a me.
Così da non rischiare che qualcun' altro ce la soffi dal sotto il naso!
 
-E questo è tutto- concludo lo sproloquio immobiliare con un battito di mani.
 
-Da come l'hai descritta sembra davvero grande e molto bella!-
 
-Almeno tu mi dai soddisfazione! Eleonora non mi ha detto quasi niente- m' imbroncio come il peggiore dei bambini -è sempre la solita musona- un tono infantile s' impossessa di me -insomma, si parla della nostra futura casa-
 
-Ma dai! Lo sai meglio di me come è fatta!- mi tira un frontino giocoso, riuscendo a togliermi il broncio -vedrai che sarà piaciuta anche a lei!-
 
-Speriamo, perchè io la aaaaaamo!-
 
-Sì, Erica, penso di averlo capito- ride, regalandomi poi un enorme sorriso.
 
Mi mancava tutto questo.
La nostra complicità, il capirci con un solo sguardo e il resto!
Sono contenta di aver ritrovato la mia amica.
Sembra che non ci siamo mai allontanate.
Certo, dovrà passare del tempo prima che torniamo ad essere esattamente come prima.
Ma siamo sulla buona strada.
 
Mentre parliamo, Eleonora ha attaccato con la prima canzone.
"Think" di Aretha Franklin.
Amo quando si lascia andare al suo lato soul.
 
-Dio, quanto è eccitante- sussurro, guardando sorniona verso il palco.
 
-E' possibile che nonostante gli anni passati, la prima cosa a cui pensi rimane ancora il sesso?-
 
-Ma come si fa?- domando, retorica -ma l'hai vista?-
 
-Sì, hai ragione-
 
Mi accorgo che il suo tono è decisamente cambiato.
Mi volto verso di lei e la trovo a fissare il vuoto.
Chissà a che cosa starà pensando.
 
-Ale, ci sei?- le sventolo una mano davanti la faccia, richiamando la sua attenzione.
 
-Sisì- dice, sbrigativa.
 
-Non mi convinci-
 
-Ma niente di ché- sospira, guardandomi -pensavo che anche io mi sentivo esattamente come te quando stavo con Francesca-
 
Non le ho mai chiesto come fosse andata sul serio.
Cosa l' avesse spinta a lasciarsi andare tra le braccia di Stella, quella notte.
Il perché di quel suo gesto apparentemente insensato.
So solo che dopo ciò non finì solo la sua relazione, ma anche un qualsiasi tipo di rapporto con Feffe.
Hanno proprio smesso di sentirsi.
 
Non l' amava più e non sapeva come dirglielo?
O c' era qualcos' altro sotto?
Ad ogni modo adesso sono passati veramente troppi anni per ritirare fuori il discorso.
 
-Ah, ti credo- alzo una mano in un gesto di una che sa tutto -a volte la sbirciavo mentre si cambiava-
 
-Erica!- tuona, scoppiando poi a ridere.
 
-Shhhhh!- la zittisco, guardandomi intorno -non farlo sapere a Eleonora o quella mi ammazza!-
 
-Sei la solita sporcacciona!- 
 
Ha iniziato pure a piangere da quanto ride, 'sta stronza.
Che poi cosa c'è di male?
Gli occhi sono fatti per guardare.
Finché si guarda e basta non capisco dove sta il problema.
 
Non si può non ammettere che Francesca sia una figa pazzesca.
Qualsiasi lesbica ci farebbe sù un pensierino.
Ovvio che io preferisca di gran lunga Eleonora, ma sarei bugiarda se non avessi mai pensato di volermela portare a letto.
E poi perfino Ele lo ha fatto!
Quindi lei deve stare solo zitta!
 
-Comunque non è che tu mi abbia proprio raccontato tanto di te degli ultimi anni!- borbotto -cosa hai combinato che so che muori dalla voglia di raccontarmi?- le lancio uno dei miei migliori sorrisi maliziosi, in attesta di una sua qualsiasi reazione.
 
-Niente!- si affretta a rispondere, mettendo avanti entrambe le mani.
 
-Oh certo e quindi sei diventata tutta rossa senza alcun motivo- alzo un sopracciglio, sospettosa -non è vero?-
 
-Così è troppo facile!- mi fa una linguaccia, finendo poi la sua birra -non puoi fare le domande solo tu!-
 
-Allora giochiamo!- alzo le spalle, dandogliela vinta -una domanda a testa!-
 
-Sì, come le liceali!-
 
-In onore dei vecchi tempi- finisco la mia birra e sancisco il tutto con un rutto.
 
Abbiamo smesso di fare questo stupido gioco quando avevamo forse quindici anni.
Era un modo di passare le sarete noiose in casa, quando fuori pioveva.
Ah, che bei ricordi che ho dei nostri pigiama party.
 
-Dai, rispondimi!- la incito, battendole un leggero colpo sulla spalla.
 
-D' accordo- si arrende -ho fatto una cosa a tre con due ragazze- rivela tutto d' un fiato, tappandosi succesivamente la faccia.
 
-Non ci credo- scoppio a ridere di gusto, incapace di controllarmi.
 
-Smettila, stronza!- s' indispettisce -non prendermi in giro!-
 
Quanto è cambiata, Alessia!
La ragazza che conoscevo io non lo avrebbe mai fatto.
Si sarebbe vergognata e imbarazzata troppo.
E invece, guarda un po'!
 
-Cristo Santo- mi asciugo le ultime lacrime, cercando di ricompormi -era ora!-
 
-Ora sta a me!- ribatte, cambiando subito discorso.
 
-Aaah, col cazzo- sogghigno -era solo una scusa per farti sputare il rospo- confesso, ignorando il suo sguardo incredulo -adesso ordiniamo un hamburger che sto morendo di fame!-
 
-Sei proprio una puttana!-
 
-Sì, lo so, grazie grazie!- sventolo una mano, dandomi delle arie -ci ho messo tanto per farmi questa reputazione- e scoppio di nuovo a ridere senza contegno.
 
Oh, alla fine io non ho queste gran cose da raccontare!
L' unica scena divertente che mi viene in mente è quando io e Eleonora siamo andate in vacanza ad Amsterdam.
Abbiamo girato i musei per un po', poi ci siamo rotte le palle e abbiamo passato due giorni a sfarci di cannoni e funghetti nell' appartamento che avevamo affittato.
E' stata una bella esperienza.
Soprattutto il sesso.
Il sesso è stato davvero magnifico.
 
-Ehi ragazze!- fa la sua apparizione Lorenzo, interrompendo i miei poco casti ricordi -Alessia!- esclama notandola -quanto tempo! Come stai?- si affretta ad abbracciarla, sinceramente contento -lei è Elisabetta, la mia ragazza- 
 
-E' un piacere- le stringe la mano, sorridendo cordiale -tutto bene- risponde poi alla domanda del nostro amico -ho deciso di tornare all' ovile-
 
-Hai fatto bene- le fa un occhiolino, prendendo posto a tavola di fianco a me, insieme a Betta.
 
Elisabetta  è davvero fantastica.
Una ragazza acqua e sapone che è riuscita a mettere in riga Lorenzo.
Bassina, lunghi capelli neri e un fisico nella media.
Ma con due enormi occhioni nocciola che ti fanno venir voglia di spupazzartela tutta.
 
Si sono conosciuti quasi due anni fa nel negozio dove lavora lui.
Lei lo aveva notato, prendendo così a frequentare spesso il posto.
Alla fine si è decisa a chiedergli se gli sarebbe piaciuto prendersi un caffè insieme.
Lui ha accettato e qualche mese dopo era nata un' altra coppia.
Eleonora la adora!
 
-Ele ci dà dentro stasera, eh!- afferma il ragazzo -pure Adele!-
 
-Solo perché l'ho implorata io!-  mi affretto a dire, prendendomi tutto il merito.
 
-A proposito- ci interrompe l' ultima arrivata -ricordatemi che devo offrirle una birra!-
 
-Perchè?- domandiamo in coro, curiosi.
 
-Praticamente il mio capo ha dato una festa per il suo compleanno e ha invitato tutti noi dipendenti e io ho chiesto a Eleonora un consiglio per un regalo da fargli, che non risultasse troppo da leccaculo, ma neanche troppo formale! E lei mi ha suggerito di fargli un' entrata gratuita alla spa per lui e sua moglie! Lo ha letteralmente adorato! Tanto da darmi due giorni liberi!-
 
-Wow! Batti cinque sorella- le metto davanti il palmo, continuando non appena ci ha sbattuto il suo -menomale che non lo hai chiesto a me! Ti avrei detto di prendergli una scatola di preservativi!-
 
-Erica!- esclama incredulo Lorenzo -tu lavori in un cazzo di asilo, per Dio!-
 
-Sì, ip ip urrà!- butto in aria le braccia, facendo ridere la sua ragazza -sul lavoro sono una persona seria!-
 
-Stento quasi a crederlo- 
 
 
                                                                                                    ***********

 
 
 
Rido di quell' ultima battuta della mia amica e mi ritrovo a pensare quanto sia strano tutto ciò.
Pensavo che mi sarei sentita fuori posto, all' inizio.
E invece mi hanno accolta con una leggerezza tale da non lasciarmi prendere dall' imbarazzo.
Ricordavo che fossero fantastici, ma non fino a questo punto.
 
Quando ho detto a Erica che sarei tornata a Firenze, non sapevo come l' avrebbe presa.
Certo, so che non mi avrebbe negato un caffè o quant' altro.
Non avrei immaginato però che mi riprendesse subito così nella sua vita.
Ne sono stata piacevolmente stupita e colpita.
 
Nonostante io mi sia comportata da stronza nei suoi confronti, non me lo ha fatto pesare.
O beh, almeno non ancora.
Anzi, fa di tutto per farmi sentire a mio agio.
E con lei anche Eleonora che Dio, mi ha lasciato veramente senza parole ieri sera!
Avrei giurato che ce l' avesse a morte con me.
 
Dopo che io e Francesca ci siamo lasciate, ci siamo viste molto di rado.
Sono tornata a Firenze giusto due volte e Eleonora l'ho vista una volta sola.
Quella sera non mi ha quasi rivolto la parola.
Ma posso capirla.
 
Quando Erica mi ha messo al corrente di tutti gli avvenimenti, sono rimasta di sasso.
Credevo che Eleonora mi odiasse ancora di più.
Che incolpasse me per tutto quanto.
Ieri però mi ha fatto capire che non è così.
E ne sono estremamente sollevata.
 
Mi sono mancati tutti in una maniera assurda.
Dal primo all' ultimo.
Sono davvero felice di vedere che stanno tutti bene.
Erica in primis.
 
-Allora, Alessia, dimmi qualcosa di te!- Elisabetta interrompe i miei pensieri, rivolgendomi un enorme sorriso -ho sentito tanto parlare di te!-
 
-Ah, sono ancora una povera studentessa alla Magistrale di fisica- sospiro con un finto tono afflitto -tu invece?-
 
-Io lavoro in uno studio fotografico!-
 
-E' la mia fotografa personale!- interviene il suo ragazzo, passandole un braccio sulle spalle -così può immortalare ogni mio profilo perfetto-
 
-No, può immortalare solo quanto sei stupido- lo interrompe la mia amica, facendo ridere tutte.
 
-A parte le uscite di Erica- inizio, facendo voltare tutti verso di me -ho sempre voluto fare un corso di fotografia! Mi affascina!-
 
-Se ti interessa davvero, il mio studio li organizza! Posso chiedere, se vuoi!-
 
-Lo faresti davvero?- chiedo, estasiata -sì! Sarebbe davvero fico!-
 
-Andata allora- 
 
Questa ragazza mi piace!
Capisco perché Lorenzo si trovi bene con lei.
L' ho appena conosciuta eppure è molto gentile e disponibile.
Mi ha fatto da subito una buona impressione.
 
-Lo sapevo che mentiva, quella stronza!- 
 
-Con chi ce l' hai, Erica?- le chiede, Lorenzo, voltandosi.
 
-Ma dico, non vi siete accorti cosa sta cantando Ele?- ribatte ovvia -mi aveva detto di stare bene!-
 
Restiamo tutti in silenzio, in ascolto.
La bionda ha iniziato a intonare le prime note di  "Don't you remember" di Adele.
Continuo a non capire.
 
-Oh- dicono in coro gli altri due, riuscendo finalmente a comprendere ciò che intendeva la nostra amica.
 
-Ehm- faccio imbarazzata -io non capisco-
 
Erica mi guarda, indecisa se parlare o meno.
Rivolge un rapido sguardo anche agli altri, poi torna a guardarmi.
Alla fine si decide e inizia a parlare.
 
Mi mette al corrente velocemente della situazione.
M' informa che, dopo non essersi fatta sentire per un mese, Francesca ha scritto un email a Eleonora per il suo compleanno.
A quanto pare la bionda non l' ha presa per niente bene.
E dopo tre anni è riuscita a dirle cosa sente davvero.
Evidentemente quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
 
La sua ragazza l' aveva rassicurata dicendole che era tutto a posto.
Che adesso stava meglio e non aveva motivo di preoccuparsi.
Ma date le ultime canzoni da lei cantate, Erica crede che le abbia mentito.
E credo che abbia ragione.
 
-Penso che siano arrivate a un punto di rottura- sospira, affranta -e mi dispiace così tanto! Ma io non so cosa dirle! Insomma, sono passati tanti anni e posso solo immaginare come Francesca abbia preso le parole di Eleonora-
 
-In effetti dopo tutto questo tempo se fossi in Feffe ci rimarrei un po' male, considerando chi gliele ha scritte-  argomenta Lorenzo -anche se posso capire Ele-
 
-Ma di cosa stiamo parlando!?- s' intromette Betta -io non saprò nel dettaglio tutta la storia, ma so abbastanza per permettermi di dire che Eleonora ha tutti i motivi di essere incazzata nera! La sua migliore amica sparisce senza dirle una parola in faccia e non contenta di averlo fatto una volta, sparisce di nuovo per mesi e Ele dovrebbe solamente accettare tutto questo senza dirle niente? Penso che se Francesca si fosse almeno fatta sentire regolarmente, il problema non esisterebbe-
 
-Forse hai ragione- afferma la mia amica -ma credo che il problema principale è che lei si sente rimpiazzata da questa Ilaria- restiamo tutti in ascolto, sinceramente interessati -insomma, Francesca si è trasferita laggiù,  ha iniziato a lavorare come grafica come ha sempre desiderato, ha ripreso a giocare primo centro cosa che aveva smesso di fare dopo la morte di Federica e tutto questo senza di lei. Ma con quella lì!-
 
Troppe informazioni tutte insieme.
Non mi dà assolutamente fastidio sentire parlare della mia ex, ma mi sto rendendo conto di essermi persa parecchie cose.
Lavora come grafica?
Ma soprattutto, chi è questa Ilaria?
 
-Penso di essermi persa- sussurro, mortificata -chi è Ilaria?-
 
-Una troietta!- tuona prontamente la mia amica.
 
-Erica!- la riprende Lorenzo -non dire cattiverie! Io sono contento che ci sia lei con la nostra amica! L'ha aiutata e la sta aiutando un sacco!-
 
-Macchè!- ribatte subito Erica -quella lì vuole tenersela tutta per sé-
 
-Continuante a non rispondermi!- metto fine a quello scambio di battute infelici -allora?-
 
-E' una ragazza italiana che ha conosciuto nella squadra di rugby dove gioca adesso- mi risponde, Betta -sono state un po' insieme e ora sono solo buone amiche. E noi siamo contenti che stia accanto a Francesce, vero Erica?- dice quelle ultime parole fulminando quest' ultima.
 
-Parli così solo perché non hai mai visto Eleonora e Feffe insieme- s' imbroncia, incrociando le braccia -pensa che a volte, se non le conoscessi, avrei giurato che tra loro ci fosse qualcosa!-
 
Ah, mi ricordo quella sensazione.
La provavo nei primi mesi che stavo con Feffe.
I miei dubbi però erano fondati visto che avevo ragione sul fatto che fossero andate a letto iniseme.
 
Mi fa strano sentir dire che si siano allontanate.
Me le ricordo inseparabili.
Come due gemelle siamesi.
Non posso credere che siano in combutta.
 
-Comunque, tornando al discorso principale- richiama l' attenzione l' unico ragazzo al tavolo -vedrai che a Eleonora passerà. E' impossibile che riesca a non sentirla per troppo tempo. Tornerà tutto a posto, vedrai-
 
-Me lo auguro!- sospira, Erica, ordinando la terza birra della serata ad un cameriere di passaggio.
 
-Ma sì, tranquilla- Elisabetta le stringe una spalla, sorridendole fiduciosa.
 
Mi stupisco nel constatare di sentirmi contenta per Francesca.
Sono felice che sia riuscita finalmente a fare quello che desiderava da sempre.
Parlava spesso di voler lavorare come grafica per qualche società.
Ricordo che le brillavano sempre gli occhi quando si toccava quell' argomento.
 
Che sia tornata a giocare nel suo ruolo, poi, è qualcosa di eccezionale!
Evidentemente le ha fatto proprio bene andarsene.
Anche se ho un po' paura a espriremere questo mio giudizio ad alta voce con gli altri.
Me lo terrò per me.
 
Da quello che ho capito però sono tutti abbastanza contenti per lei.
Nonostante si nota quanto manchi ad ognuno di loro.
Ovviamente Elisabetta non l' ha conosciuta e quindi basandosi su quello che sa, riesce a dare solo un parere oggettivo.
Peccato che dietro ci sia molto di più.
 
-Erica, vieni fuori a fumare con me?- 
 
-No, aspetta, tu fumi?- mi chiede, incredula.
 
-Tabacco- rispondo, tirando fuori il mio portatabacco in pelle nera -ogni tanto- aggiungo, alzandomi -vieni o no?-
 
-Subito capo!- recupera il suo pacchetto di sigarette dalla borsa, per poi seguirmi fuori.
 
Usciamo dal locale e veniamo accolte da una piacevole brezza tipica di metà maggio.
Considerando il caldo che ha fatto questo pomeriggio, è un gran sollievo!
Ci voleva propio!
 
Mi appoggio con la schiena al muro dietro di noi.
Mi rollo una sigaretta, accendendola subito dopo.
Aaaah, ci stava tutta!
 
-Quante altre cose mi nascondi?- domanda curiosa la mia amica -c'è altro che devo sapere?-
 
-Ho mollato la pallavolo!- dico con non curanza -mi aveva stancato-
 
-Non ci credo!- quasi urla, tirandomi una manata sulla spalla.
 
-Ahia! Scema- mi massaggio la parte lesa, fulminandola -perché te giochi ancora?-
 
-Macchè! L' ho mollata anni fa! E comunque non ci credo che ti aveva stancato! Dimmi la verità, sgualdrina!-
 
-Ufffaaa- sbuffo -e va bene!- mi arrendo -avevo iniziato una storia con una mia compagna di squadra, ma è finita male e ho preferito andarmene. Poi sono stata troppo impegnata per trovare un' altra squadra e alla fine ho lasciato perdere-
 
-Allora lo vedi che avevo ragione! Sei proprio una sgualdrina!- ripete di nuovo quell' appellativo, suscitandomi una risata.
 
Eh, purtroppo è andata davvero così.
E' stata la prima ragazza con cui sono stata dopo aver tradito Feffe con Stella.
In realtà un po' sono uscita con la mia ex coinquilina, ma ho capito che non era giusta per me.
Comunque la storia con questa mia compagna di squadra è durata giusto qualche mese.
Poi lei mi ha lasciato per tornare con la ex.
 
Ci sono rimasta male e non volevo più vederla.
Così ho mollato la pallavolo.
Un po' me ne pento, ma ormai son passati troppi anni per poter riprendere.
 
-Alessia, posso farti una domanda personale?- 
 
Di colpo Erica torna seria.
La trovo a fissarmi con uno sguardo che non riesco a decifrare.
Ma forse ho capito dove vuole andare a parare.
Mi chiedevo infatti quanto ci avrebbe messo prima di chiedermelo.
 
-Dimmi- acconsento, restando in attesa.
 
Adesso mi chiederà di Francesca, già lo vedo.
Una bella domanda su come ho fatto a tradirla e a mandare a puttane la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
L' unica domanda a cui ancora non sono riuscita a rispondermi.
Ok, va bene, sono pronta.
 
-Tu usi l' assorbente interno o quello normale?-
 
-Ma allora sei proprio una deficiente!- urlo, tirandole un calcio.
 
 
 
                                                                                              **********
 
 
 
-Sono a casa!-
 
Sento sbattere la porta, ma non me ne curo.
Un rumore sordo di passi e fruscio di borse si propaga per la stanza.
Sento distintamente il tintinnio delle chiavi che si posano sul piattino all' ingresso.
 
Sospiro, continuando a guardare il panorama sotto di me.
Appoggio una mano sul vetro, completamente assorta nei miei pensieri.
Ultimamente mi ritrovo spesso qui, in piedi, a perdermi nel vuoto.
 
Sento un paio di braccia avvolgermi.
Il tocco leggero di due labbra carnose sfiorarmi la guancia.
Una stretta sul sedere che mi fa riscuotere.
 
-Che fai?- soffia al mio orecchio -non mi saluti neanche?- 
 
-Scusami- mi giro nell' abbraccio, sorridendole -ero un attimo assente-
 
-Me ne sono accorta- sorride, allontanandosi -cosa ti succede, Francesca?-
 
Non so proprio come rispondere a questa domanda.
Sono tornata a casa da lavoro e ho acceso il computer.
La mia cartella della posta era fiammeggiata da quell' icona rossa che segnala una nuova email.
L' ho aperta contenta quando ho visto che si trattava di Nene.
 
Man mano che leggevo però il mio sorriso è andato a scemare.
Mi sono chiesta più volte cosa aspettasse a dirmi la verità.
E ora che finalmente dopo tre anni si è decisa a farlo, mi sento prosciugata.
 
Sono ferita, amareggiata, delusa.
Ma soprattutto sento questo senso di tristezza avvolgermi in una morsa dolorosa.
Proprio non vuole lasciarmi andare.
Mi tiene ancorata a sé come se tutte le altre mie emozioni non avessero più importanza.
 
-Ho ricevuto una email da Eleonora- sussurro, lasciandomi cadere sul divano.
 
-Wow!- esclama, buttandosi letteralmente accanto a me -cosa dice la bella biondona?-
 
-Niente di positivo, Ilaria- scuoto la testa, passandomi una mano sul viso.
 
Mi sarei aspettata tutto questo tre anni fa.
Non certamente adesso.
Pensavo l' avesse superato.
Pensavo avesse capito.
 
Mi rendo conto di aver sbagliato nel gestire la questione.
Nel programmare le cose.
Ci ho pensato spesso, ma sono arrivata alla conclusione che sia stata la scelta migliore.
 
Quella di non dirle niente.
Quella di non parlarne con nessuno.
Mi avrebbero convinta a rimanere e io non ne potevo più.
 
Ero arrivata ad un punto in cui non mi sentivo più padrona della mia vita.
Mi stavo lasciando trascinare dalle cose che stavano succedendo, senza reagire davvero.
Avevo bisogno di trovare qualcosa che fosse mia davvero.
Ma sono stanca di ripetere a tutti sempre le solite cose.
 
Gli altri mi hanno compresa, capita e sostenuta.
Eleonora si è limitata a fingere che fosse così, a quanto pare.
E questo non ha fatto altro che ferirmi.
 
-Oh, ok, ho letto- riemerge dalla lettura, abbandonando il pc sul tavolincino -non è stato troppo corretto da parte sua, non credi? Insomma, sono passati anni!-
 
-Ma lei è così- sospiro -la conosco fin troppo bene- sorrido amara, buttando indietro la testa -è una testona-
 
-Mi spiace, Mostro- mi accarezza una guancia, delicatamente -ma devi essere orgogliosa di quello che sei riuscita a fare! Sei la punta di diamante della nostra squadra, lavori per un' importante società pubblicitaria e sei molto meno musona di quando sei arrivata- ride, punzecchiandomi un fianco.
 
-Beh, per quello ci voleva poco- mi unisco alle sue risate.
 
Ilaria ha ragione.
Non devo farmi trascinare di  nuovo a fondo dai miei sentimenti negativi.
Altrimenti tornerebbe tutto come prima e non voglio.
Sto bene adesso.
 
Eleonora mi è mancata e continua a mancarmi in una maniera assurda.
Ma ho dovuto staccarmi da lei per raggiungere i miei obiettivi.
Il nostro è sempre stato un rapporto morboso.
Alle volte arrivavo a domandarmi se facessi le cose perchè mi piacessro davvero o perché piacessero a lei.
Non ero più in grado di distaccarmi.
 
Dopo la rottura con Alessia, Nene è diventata ancora di più il mio punto di riferimento.
L' unica persona che volessi vedere.
Fatta eccezione per Marta, ovvio.
Sono arrivata a chiedermi se potessi mai combinare qualcosa senza di lei.
E c'era solo un modo per scoprirlo.
 
Per tutta la vita mi sono appoggiata a lei, ai Santoro, a Lorenzo e Alessandro.
Era arrivato il momento che agissi da sola.
Dovevo ritrovare me stessa.
E così ho fatto.
 
-Ordiniamo una pizza, ti va?-
 
Annuisco, osservandola alzarsi.
Ilaria è stata una boccata di aria fresca.
Ci siamo conosciute dopo qualche mese che mi ero trasferita.
 
Avevo sentito parlare di questa squadra di rugby femminile e una sera mi sono decisa a presentarmi.
Sono stata piacevolmente sorpresa di trovare una ragazza italiana.
Almeno non avrei avuto problemi a farmi capire fino a quando non avessi migliorato il mio inglese.
 
Ilaria è una botta di vita continua.
Siamo state un po' insieme prima di capire che potevamo essere solo buone amiche.
Mi ha fatto conoscere alcuni dei suoi amici e tramite loro sono finita a lavorare per questa società pubblicitaria.
 
Lei è veramente una bella ragazza.
Alta quanto me, capelli rossi, ricci e lunghi.
Un fisico slanciato e il mio perfetto secondo centro.
Ci troviamo davvero bene a giocare insieme.
 
-Comunque stavo pensando ad una cosa- spunta di nuovo in sala, reggendo due birre -che se vuoi tornare per qualche giorno a Firenze, io potrei venire con te- dice, passandomi una bottiglia -vado a Bologna a trovare la mia famiglia e poi ti raggiungo. Non vedo l' ora di conoscere tua sorella e i tuoi amici! Poi mi hai parlato così tanto bene di Eleonora! Sono curiosa di vedere se a rugby è veramente forte come dicono!-
 
-Non lo so, Ila- stendo le gambe sul tavolo, incrociando i piedi -non credo che sia proprio un buon momento adesso-
 
Dubito che Nene vorrebbe vedermi, dopo quello che mi ha scritto.
Mi ha praticamente chiesto di non cercarla.
Di lasciare che sia lei a sparire per un po'.
Ma come faccio?
Mi ritrovo a pensarla tutti i giorni.
 
Avrò anche ritrovato me stessa qui a Londra, ma ho anche capito molte cose.
Una tra queste è che è escluso che io possa stare senza di lei.
Sì, posso non correre più a casa sua per ogni minimo problema, ma questo non vuol dire che non vorrei averla qui.
Mi manca la nostra complicità, la nostra intimità.
 
Mi mancano le nostre serate a cazzeggiare.
Le maratone notturne di Grey's Anatomy.
Guardarci una partita di rugby insieme.
Sento come se mi mancasse una parte di me.
 
-Dai, Amore, non tenere il muso- mi lascia un buffetto sul naso, riscuotendomi dai miei pensieri.
 
-Devi smetterla di chiamarmi così o tutti continueranno a credere che stiamo insieme- sorrido, spingendola scherzosamente. 
 
-Che male c'è?-
 
-Che non troverò mai più una ragazza!- esclamo, con tono scontato -ho lasciato Jessica anche perché continuava a chiedermi di te, di noi!-
 
-Solo perché avrebbe tanto voluto fare una cosa a tre!- mi fa la linguaccia, restituendomi la spinta di prima -e in effetti anche io- sorride, sorniona.
 
-Ma fammi il favore!- rido, alzandomi -tu vuoi solo me!- affermo, andando in cucina.
 
-Ovvio mon amour, ci sei solo tu nei miei penseri!- enuncia, in modo molto teatrale.
 
Scuoto la testa, rassegnata.
E' sempre la solita.
Ma per fortuna che ho lei quando vengo catapultata nei miei pensieri più tristi.
Quando la nostalgia di casa mi attanaglia il petto.
 
Non avevo programmato di stare via così a lungo.
Mi ero data un massimo di un anno.
Però poi inaspettatamente mi sono sentita troppo bene per lasciare tutto e tornare a Firenze.
 
Comunque sono aggiornata su tutti quanti.
Marta mi scrive ogni volta che esce con un nuovo ragazzo  e credo proprio che dovrei farle un discorsetto al riguardo.
Lorenzo mi ha raccontato ogni dettaglio della sua relazione con Elisabetta e del suo nuovo lavoro.
Alessandro mi chiede consigli sulla gestione del Danger, mi manda la mia quota di ricavo ogni mese e mi tiene aggiornata sulla conta delle ragazze che riesce a portarsi a letto.
I Santoro li sento regolarmente.
Ogni tanto facciamo anche qualche videochiamata su Skype.
Eleonora non vuole.
Dice che la rendono solo più triste.
Ma ciò rende triste me.
Non la vedo da una marea di tempo..
 
-Francesca!- 
 
Sobbalzo a quel suono improvviso.
Ilaria mi viene incontro, scuotendo la testa.
Mi ruba la birra dalle mani, portandosela alla bocca.
 
-Stasera ti trovo sempre imbambolata- soffia, guardandomi -la email della tua amica ti ha davvero scombussolato così tanto?-
 
-No, tranquillla- le sorrido, mentendo spudoratamente -che film ci guardiamo mentre ci mangiamo la pizza?-
 
-Qualcosa della Marvel!- esclama, seguendomi in salotto -guardiamo di nuovo gli Avengers?- mi implora, gettandosi a tuffo sul divano.
 
-Prima o poi lo sfondi se continui così!- la rimprovero schersosamente, raggiungedola a sedere -metti cosa ti pare-
 
-Evvai!- esulta, gettando le braccia al cielo - e vieni qui, che sembri una persona che ha bisogno di coccole- così dicendo mi attira a sé per un braccio, abbracciandomi successivamente -ti libero appena arriva la pizza, promesso!-
 
Rimango tra le sue braccia e mi ritrovo a desiderare che siano di qualcun' altro.
Com'è che stasera proprio non riesco a liberarmi del pensiero di Eleonora?
E' davvero bastata una sua email a stravolgermi?
 
Ogni parola che leggevo di quello che mi ha scritto, era come se mi attraversasse e ferisse tutto ciò che incontasse.
Mi sono resa conto davvero per la prima volta quanto la mia decisione l' abbia offesa e ferita.
Forse è stato proprio per questo che non sono riuscita a dirglielo in faccia.
Sapevo quando le avrebbe fatto male.
 
-Com'è andata la tua giornata?- le chiedo, cercando di distrarmi.
 
-Una noia mortale!- sbuffa -ho lavorato tutto il giorno e in tutte quelle ore il telefono sarà squillato al massimo dieci volte!-
 
-Ma smettila!- sogghigno, lasciandole una leggera botta sulla coscia -ami fare la segretaria in quello studio medico solo perché ti pagano per non fare niente!-
 
-Non è vero!- esclama, risentita -anche per la dottoressa tettona!-
 
-Ah, giusto! Scusa!- rido, alleggerendo almeno per un momento il mio animo tormentato -ora basta, coccole finite!- declamo, tirandomi su.
 
La sento sbuffare.
Alzo lo sguardo trovandola con le braccia conserte e un leggero broncio.
Sorrido di quella posa infantile.
 
-Un tempo non mi dicevi così- brontola sottovoce.
 
-Eddai! Lo sai che scherzo, Rum!-
 
-Smettila con questo stupido soprannome- ride, tirandomi un pugno sulla spalla.
 
Adoro chiamarla Rum.
Le ho dato questo nome durante una serata di squadra.
Le nostre compagne stronze hanno voluto vedere quale delle due italiane reggesse di più l' alcool.
Quindi ci hanno fatto fare una staffetta alcolica.
 
Dovevamo bere due cicchetti di rum, girare su noi stesse tre volte, saltare tre ostacoli, placcare un saccone, bere altri due biccherini di rum e fare dieci flessioni.
Tutto questo per tre volte.
Ovviamente Ilaria non sapeva con chi avesse a che fare.
Ho vinto a mani basse.
Lei ha vomitato tutto durante il secondo giro.
E da allora ho deciso di chiamarla Rum.
Le altre continuano a riderne un sacco tutte le volte che nominiamo quella parola.
Come biasimarle?
 
-Poi non mi hai raccontato come è andata con Alex!- 
 
-Me la sono portata a letto- agita la mano in un gesto di non curanza -niente di ché. Domani esco con Valerie! Promette bene- 
 
-Fammi sapere!- torno nella posizione di prima, lasciando che continui ad accarezzarmi i capelli -nel caso passamela-
 
-Vedremo- sussurra -solo se ti comporti bene- si sporge in avanti, donandomi un leggero bacio sulle labbra.
 
Ormai non me ne curo neanche più.
E' un gesto che ci scappa qualche volta.
Una cosa che ci è rimasta.
Forse è anche per questo che tutti continuano a chiederci se stiamo insieme.
 
Non funzionavamo proprio come coppia.
Lei troppo libertina e io ancora troppo innamorata della mia ex.
Andavamo d' accordo solo quando si trattava di sesso.
Anzi, in quello andavamo più che d' accordo.
 
-Amore- Ilaria richiama la mia attenzione, indicandomi il computer -credo ti sia arrivata una email. Magari è Eleonora che si scusa-
 
Mi metto a sedere di scatto.
Agguanto subito il computer.
Apro la casella della posta e poi ringhio frustrata.
 
-Non è lei e ti ho detto che devi smetterla di chiamarmi così!-
 
Leggo quella nuova email e ogni parola che scorro mi lascia sempre più di sasso.
Sento come se mille lame mi attraversassero il petto.
Mi manca il respiro.
Quasi non mi accorgo che le mani iniziano a tremare.
 
-Ehi, Francesca, che succede?- mi si porta accanto, preoccupata, prendendomi una mano.
 
E io non riesco a dire niente.
Non riesco a parlare.
Ogni suono mi si strozza in gola.
 
Non riesco a capire.
Come è possibile?
Perché non me lo hanno detto prima?
Cosa diavolo stavano aspettando?
 
-Credo di dover andare- è l' unica cosa che alla fine riesco a pronunciare.





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ANGOLO AUTRICE:

Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Anche se non è che ve lo meritiate troppo, dato che non mi avete lasciato molti pareri!
Ma non importa!

Finalmente abbiamo ritrovato Francesca!
Penso che ciò faccia passare in secondo piano tutte le altre cose avvenute.
Che mi dite di Ilaria?
Come avete trovato Feffe?
Personalmente a me piace molto.
E' quello di cui la nostra ragazza preferita aveva bisogno.
Le ha fatto bene cambiare aria.

Abbiamo anche una parte dal punto di vista di Alessia.
Essa dovrebbe avervi fatto cogliere qualcosa!
Io starò zitta zitta.
Prima o poi sapremo tutto.

Eleonora e Erica sono sempre più belle.
Io le adoro letteralmente.
Si meritano proprio un po' di felicità!

E adesso vi lascio così!
Non vi dirò niente su cosa possa essere successo!
Lo scopriremo più avanti!

Un bacio a tutti,

Crige.

Ps: spero per voi che abbiate ascoltato la canzone che è il titolo di questa FF.
Ovviamente è dei Queen, come se ci fosse bisogno di specificarlo!
Se non l' avete ancora ascoltata, fatelo!!!!!!!
  
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