Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: whitecoffee    05/10/2017    1 recensioni
❝«Ho sempre pensato che il cuore dell’uomo sia diviso in due metà esatte. Una felice, e l’altra triste. Come se fossero due porte, vicine. Le persone possono entrare e uscire da entrambe, non c’è un ordine prestabilito. Ovviamente, molto dipende dal carattere degli individui e dalle relazioni che vengono instaurate. Mi segui?» Domandò, e lei annuì. «Per TaeHyung, uno di questi usci è sprangato. Non si apre più. Costringendo chiunque a passare solo dalla parte riservata al dolore, non importa il tipo di rapporto che intercorra fra lui e gli altri. Perfino io, sono entrato da quell’unica porta. E mi sono rifiutato di uscirne, sebbene lui avesse più volte provato a sbattermi fuori»❞.
❝Tu devi sopravvivere❞.
- Dove TaeHyung impara che, rischiando, spesso si guadagni più di quanto si possa perdere.
assassin!TaeHyung | artist!JungKook | hitman/mafia!AU | boyxgirl
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad, "taewkward".
» Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=92wl42QGOBA&t=1s
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



XVII.
Awake


The bird fights its way out of the egg. The egg is the world. Who would be born, must first destroy a world. The bird flies to God. That God’s name… is… Abraxas.

 


 


I am just walking and walking in this darkness. Better times asked me if I am really okay… oh no, I answered. No, I am very frightened. But I tightly hold six flowers. And I’m only walking.




 
 


우리는 많이 웃었고 많이 울었지 만 너무 아름다웠 어.
We laughed a lot and cried a lot, but it was so beautiful. (Move)
 


I giorni seguenti trascorsero come in un’estasi onirica. JungKook non aveva mai visto TaeHyung in quello stato di quiete: era allegro, sorridente, loquace. Lo sguardo freddo ed indifferente appariva molto raramente nel fondo delle sue iridi, e per brevissimi attimi di tempo. Era in grado di partecipare attivamente alle discussioni, ridere alle battute, comportarsi come qualsiasi altro ventunenne come lui. Ovviamente, aveva ancora i suoi momenti di nera inquietudine, in cui i suoi occhi vagavano nel vuoto e la sua espressione si perdeva nel nulla, lasciandolo sospeso in un mondo accessibile solo a lui, per qualche minuto. Ma poi, scuoteva il capo e tornava alla sua precedente occupazione. Non usciva quasi mai di casa, reclamando il suo posto al fianco di Cyane. Le loro dita erano sempre intrecciate le une le altre. Si guardavano, si scambiavano sorrisi. Spesso, lei si addormentava sulle sue gambe, mentre vedevano la televisione di sera. Oppure, i suoi discorsi venivano interrotti dagli improvvisi baci sulla guancia da parte del ragazzo, facendola arrossire e perdere il filo, troppo occupata a rincorrerlo per le stanze, urlandogli contro minacce che non avrebbe mai messo in pratica. E che spesso si esaurivano in un abbraccio. JungKook aveva cominciato ad abituarsi a vivere insieme a loro, in un’atmosfera molto differente da quella che aveva conosciuto in tutti gli anni di convivenza insieme a TaeHyung.
Quelli erano stati mesi di solitudine, raramente inframmezzati da momenti dei quali valesse la pena conservare un bel ricordo. La qualità della sua vita sociale era migliorata da quando Cyane fosse entrata nella loro casa, costituendo la sua prima, presente figura femminile amica dai tempi dell’università. Ma passare del tempo con l’uno o con l’altra in alternativa, non equivaleva ad un quindicesimo di quello in cui erano tutti presenti nella stessa stanza. Cucinavano in tre, leggevano insieme, ascoltavano la musica, cantando sulle note delle stesse canzoni. Ballavano sul tavolino basso del salotto, brandendo calici di vino bianco, alzando le braccia al cielo e ondeggiando le teste, le vertigini negli occhi. Era come essere in una nuova famiglia, per JungKook. Che vedeva emozioni vere susseguirsi sul volto di TaeHyung, come probabilmente non accadeva dalla sua adolescenza, la quale sembrava ormai lontana anni luce. Cyane aveva finito per aprire completamente il proprio carattere ai due giovani, perdendo ogni briciolo d’introversione dovuta alla diffidenza. Era felice di poter esternare i suoi sentimenti per il ragazzo più grande. Non sentendosi più invisibile né di troppo, nella stessa stanza in cui era anche lui. Aveva finalmente cambiato colore di capelli, passando dall’azzurro al nero corvino. Il moro si era offerto di tagliarglieli, dato che ormai le arrivavano ai lombi. Le modellò una frangia piena e diritta, a coprirle la fronte. Poi, scalò tutte le lunghezze, facendo loro assumere una forma a “v” sulla schiena. Sembrava un’altra. Sarebbe stato molto difficile riconoscerla, per le strade di Seoul. Aveva un’aria più consapevole e matura, che a TaeHyung era piaciuta molto. Ormai, condividevano lo stesso letto ogni notte. Non c’era centimetro del corpo di uno, che l’altra non avesse esplorato ed inciso a fuoco nella memoria. Ogni cicatrice, ogni segno inciso sulla pelle dal tempo, ogni piccola imperfezione, curva, sporgenza. Nessuno dei due aveva più segreti, per l’altro. I loro cuori erano allacciati stretti con corde indivisibili, e pulsavano con un unico battito.
Trascorsero tre mesi in quel modo. Vivendo tutti nel pieno dei loro anni. Guardando un film diverso ogni sera, lanciandosi di tanto in tanto il cibo quando cucinavano, giocando ad obbligo o verità con gli alcolici, o posando per i ritratti di JungKook. Si ritiravano sull’ampia terrazza a guardare le stelle, ad inseguire l’aurora con gli occhi, ad ammirare tramonti dividendosi un bicchiere di vino ed ascoltando musica europea. Erano felici, in qualche modo. Come nessuno dei tre era stato per lungo tempo.

 

 
 
 
내가 다른 길을 선택했다면 내가 바뀌겠습니까? 내가 멈추고 되돌아 본다면?
Would I have changed, If I had chosen a different path? If I had stopped and looked back? (Path)
 
 

«Voglio uscire dalla Lega».
TaeHyung aveva approfittato del fatto che sia Cyane che JungKook fossero addormentati sul divano, e si era allontanato in terrazza. Aveva ponderato quella decisione per lungo tempo. La verità, era che si stava abituando alla vita. E gli stava piacendo. Non si era mai sentito così vivo come negli ultimi tempi. Aveva scoperto di amare la vista del sole che sorgeva al mattino. La voce della sua ragazza appena sveglia. Il suono della risata di JungKook. Il rumore dei suoi pennelli sulla tela, il silenzio che scendeva nella stanza quando posavano per lui. Amava il profumo dei piatti che cucinavano insieme, il calore del capo di Cyane sulle sue ginocchia quando guardavano un film di sera, sul divano. Tutte quelle piccolezze che profumavano di routine, quotidianità. Vita vissuta. La fredda esistenza condotta sotto il nome di “V”, gli appostamenti negli edifici, il gelo del clima contro cui doveva combattere per portare a termine gl’incarichi, sembrava tutto così lontano da lui, tanto da fargli spesso dubitare che fosse accaduto davvero. Ma le cicatrici sul suo corpo erano una prova più reale e tangibile della sua seconda, oscura vita da sicario professionista.
Dopo l’incarico di uccidere il boss del clan del Lupo, non aveva più ricevuto alcuna telefonata, permettendogli di condurre quell’esistenza di cui aveva lentamente iniziato ad innamorarsi, spingendolo a desiderare di non dover più indossare gli abiti di “V”, non di nuovo. Aveva guadagnato abbastanza da poter vivere negli agi per almeno due generazioni, i soldi non sarebbero stati un problema. Da quando quella ragazza era entrata nella sua vita, il metallico mondo in bianco e nero di TaeHyung era esploso in un arcobaleno di colori, come quelli che JungKook amava imprimere nelle sue tele. E, lentamente, si era accorto di essere in grado di apprezzarlo. Di poter essere una persona anche lui, e non una macchina senza sentimenti né emozioni. Di poter avere una gioventù. Delle possibilità. E non voleva più perderle. Ragion per cui, avesse tirato fuori il suo cellulare adibito solo ai contatti lavorativi, ed avesse composto il numero del suo responsabile. Il quale aveva risposto dopo soli due squilli, attendendo in linea che fosse il giovane a parlare.
«Sai che non basterà una richiesta cortese, per esaudire ciò che chiedi?» Domandò l’interlocutore, con una nota divertita nel timbro vocale. Il ragazzo sospirò.
«Sì, e sono pronto a fare qualsiasi cosa. Purché me ne tiriate fuori» contrattò. Si rese conto di suonare piuttosto affrettato e quasi debole. Molto male. Dimostrarsi in quella luce agli occhi della Lega portava solo guai. Si morse la lingua, chiudendo gli occhi. Che avesse disimparato ad essere… se stesso?
«Sembri parecchio impaziente, piccolo TaeHyung» commentò la voce, lasciandosi sfuggire una risata. «Mi domando cosa sia accaduto nella tua vita, per condurti ad una simile decisione. Eri la mia macchina perfetta», considerò, con rammarico. Il giovane deglutì, lasciando correre lo sguardo sul panorama visibile dalla sua terrazza.
Lo sapeva fin troppo bene. Era il vanto della Lega degli Assassini, l’uomo per cui ogni clan o privato investitore avrebbe speso fior di won, per poterne disporre a proprio piacimento. Glaciale perfezione pura, infallibile garanzia. Camminò verso la portafinestra e vide Cyane dormire, con il capo appoggiato alla spalla di JungKook, anch’esso assopito. Indifesi. I tratti del volto distesi nella placidità del sonno, nulla poteva turbarli. Immaginò cosa volesse dire continuare a militare nella Lega, dopo tutti quei mesi spesi insieme. Il dolore sul viso della ragazza. Le lacrime del giovane. Si volse, chiudendo gli occhi.
«C’è una fine per tutto» ribatté, laconico. Udì un sospiro, dall’altro lato dell’invisibile filo della comunicazione.
«Vediamoci domani nel distretto 12, al solito vicolo. Porta tutta la tua attrezzatura. Fa’ in modo di non dimenticarti nulla, sono stato chiaro? Sarà l’ultima volta che ci vedremo» gli ordinò.
«Sì».
«Sii lì per le tre del mattino» aggiunse, e concluse la telefonata. TaeHyung guardò il cellulare dallo schermo ormai oscurato, soppesandolo nella mano per alcuni momenti. Aveva davvero assistito alla seconda telefonata in grado di cambiargli la vita? Aveva davvero deciso di recidere il legame che gli aveva tenuto i polsi serrati alla Lega degli Assassini, dopo tutto quel tempo? Udì dei movimenti provenire dal salotto, e si affacciò dalla porta finestra. Vide Cyane stiracchiarsi sul divano, ormai sveglia. Si guardò brevemente attorno e poi individuò il giovane, fermo sulla soglia della terrazza. Gli rivolse un sorriso sonnolento.
«Dove vai?» Chiese, sbadigliando. TaeHyung scosse la testa e le sorrise, infilandosi abilmente il cellulare nella tasca del jeans, con nonchalance.
«Da nessuna parte» rispose, rientrando e prendendola per mano, sentendola ridere mentre la conduceva nella sua stanza.


 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: whitecoffee