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Autore: Seiyako    08/10/2017    2 recensioni
Londra (Inghilterra), periodo medievale. La principessa Isabella siede bella e imperiosa sul suo trono, sua madre è morta dandola alla luce e suo padre, il malvagio re Thomas, è passato a miglior vita da ben 5 anni. Non avendo eredi maschi, è toccato ad Isabella salire sullo scranno del castello. Pur essendo molto avvenente, non ha mai accettato una proposta di matrimonio da parte dei suoi tanti pretendenti. Sembra che l'idea di sposarsi non le passi neanche per la testa. Tuttavia, Isabella cede alle parole sagge dei suoi consiglieri e decide di lanciare una sfida.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO:

La foresta era illuminata a malapena da una timida luna piena. Il vento spingeva le nuvole, rese scure dalla notte, verso la pallida sfera circolare coprendola per pochi secondi, per poi essere inghiottite nuovamente dalle tenebre. In lontananza si udiva l’ululare dei lupi e il frinire dei grilli. Era tutto molto cupo e nessuno si sarebbe mai azzardato ad attraversare quel sentiero molto spettrale. Tuttavia, una figura vagava furtivamente su quella strada tortuosa. Era coperta da un mantello nero, a malapena si riusciva ad intravedere un accenno del viso e qualche ciocca di capelli. Quella figura si sentiva molto inquieta, non era sua abitudine vagare a quell’ora della notte, ma non era questa la sua principale preoccupazione. Stretta tra le sue mani, custodiva gelosamente uno scrigno. Al suo interno doveva esserci sicuramente qualche gioiello prezioso, altrimenti non si spiegava come mai mantenesse ben salda la presa. Era molto attenta e si guardava bene attorno mantenendo il cappuccio ben calato sulla fronte, aveva paura di essere assalita da dei briganti o da qualche fiera. Tratteneva il fiato e sussultava ogni volta che il suo piede faceva scricchiolare qualche ramo rinsecchito. Ogni tanto si fermava a riprendere fiato, cercava di darsi forza inspirando profondamente. Sorrise nel vedere in che modo gli sbuffi che fuoriuscivano dalla sua bocca si condensavano a contatto con l’umidità. Repentinamente si fece di nuovo seria, non era il momento di mettersi a giocare, doveva raggiungere il luogo che si era prefissata prima dell’alba o altrimenti sarebbe stata la fine. Camminò speditamente fino ad arrivare ad una misera casetta situata al centro del bosco. Il caminetto fumava, segno che c’era qualcuno in casa. Tirò un sospiro di sollievo e riguardandosi nuovamente attorno per essere sicura di non essere stata inseguita, bussò rumorosamente sulla robusta porta di legno. Avvertì dei rumori dall’interno e la porta si socchiuse facendo uscire un debole spiraglio di luce. Sollevandosi il cappuccio, la figura vestita di nero entrò dentro. Solamente chi le aveva aperto la porta scorse che piangeva calde lacrime.
  
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