Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 Una disperata richiesta
Bilbo utilizzò le chiavi
per liberare Thorin dalle catene
magiche. Il nano ricadde seduto pesantemente sul letto, il capo chino,
in ombra
nascosto dai capelli.
< Sembra sotto un qualche
sortilegio. Speriamo di no!
Dovevo rimanere a casa mia, nella mia poltrona >
pensò l’hobbit,
rabbrividendo.
Thorin sospirò
pesantemente.
< Devo essermi
addormentato… mi ha lasciato qui a
riposare per darmi il tempo di riflettere con calma appena desto
> pensò.
Alzò lo sguardo e
fissò Bilbo con le sue iridi blu notte.
“Mastro scassinatore. Io
non avevo fiducia in voi”. Iniziò
con voce solenne.
Bilbo indietreggiò,
strofinando le dita tra loro.
“Non è il
momento di parlare, dobbiamo andare. Fuggiamo, ora”
disse con tono ansioso.
“No. Dovete dire ai miei
uomini che i migliori elfi si
uniranno a loro per il viaggio. Insieme riusciranno a riconquistare il
nostro
regno sotto la montagna” ordinò Thorin con tono
duro.
“Dovete guidarli
voi” disse Bilbo con voce rauca.
Thorin si appoggiò le mani
sulle gambe nude.
“Un re deve sapere quando
fermarsi a stipulare patti
vantaggiosi” ribatté.
“Mi era parso di capire che
non vi fidaste di quell’elfo”
disse Bilbo, fissando il suo corpo ignudo. Le sue gote si tinsero di
rosso.
“Nemmeno lui ha il coraggio
di sfidare giuramenti posti
direttamente ai Valar” ribatté secco Thorin.
“Perciò dovrei
andare dai vostri uomini, dai vostri nipoti,
a dire che rimarrete qui? Che li lascerete?!”
gridò Bilbo. Serrò i pugni e
sporse il capo, le ciglia aggrottate.
“Potranno sempre ritrovarmi
qui” rispose piano Thorin.
< Hai vinto tu Thranduil,
sarò tuo… per l’eternità, ma
sarà la morte a interrompere il nostro legame >
pensò.
“Voi siete il loro
re!” sbraitò Bilbo.
Thorin si sporse e gli prese le mani
nelle sue.
“Mastro scassinatore, io
sbagliavo il mio parere su di voi.
Non potrei riporre la mia fiducia in nessun altro quanto in
voi”. Iniziò.
Bilbo sgranò gli occhi.
“Vi prego. Siate voi i miei
occhi e la mia voce. Guidate i
miei uomini, proteggetegli dagli elfi. Siate ciò che io ora
non posso essere:
un comandante. E fate in modo che i miei nipoti diventino re insieme.
Vi prego,
vi supplico” implorò Thorin.
Bilbo abbassò lo sguardo.
< Io non penso di essere in
grado > pensò.
Gandalf
appoggiò la
mano sulla testa di Bilbo e, sorridendo, prese una boccata di fumo
dalla pipa.
“Tu
puoi fare grandi
cose, amico mio. Tu mi dai coraggio” disse.
“Siete
voi il grande
stregone” ribatté Bilbo.
“E
tu hai la forza
delle cose semplici. Hai la potenza di una ghianda, piccola,
apparentemente
insignificante, ma che nonostante tutto cresce e diviene una grande
quercia”
ribatté lo stregone grigio.
Bilbo alzò la testa,
guardò l’altro negli occhi e assunse
un’espressione
decisa.
“Ve lo giuro, lo
farò” promise.
Thorin gli sorrise.
< Un re deve anche fare
questo. Immolarsi per il suo
popolo e fidarsi dei suoi ‘generali’ e dei suoi
uomini > pensò.