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Autore: paige95    21/10/2017    2 recensioni
Un amore grande può essere veramente finito?
/Almeno vent’anni di matrimonio alle spalle e due figli adolescenti. Ron e Hermione però - nonostante i presupposti potrebbero far pensare il contrario - non avevano esitato a firmare il loro divorzio, la fine della loro vita insieme e il fallimento del loro amore. /
Dedicata con grande affetto a HarryPotter394
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Un destino comune
 
 
L’aveva lasciata di nuovo, con il magone nel cuore. Era di nuovo uscito dalla porta, ma stavolta aveva un obiettivo ben preciso, l’unico che in quello specifico momento della sua vita attraversava il suo petto.
 
Lui l’avrebbe salvata, fosse anche l’ultima impresa compiuta, ma Ron senza la sua Hermione non riusciva a pensare ad un futuro.
 
Le fiamme dell’inferno erano niente in confronto a quello che avrebbe provato senza la donna che era tornata ad essere sua moglie. Era di nuovo la sua sposa e si rifiutava di credere che quella riconciliazione avrebbe avuto vita breve.
 
Si era fatto prendere dall’euforia e dall’impulsività senza sapere realmente come convincere Malfoy ad aiutarlo e, infondo, al solo pensarci era paradossale quell’alleanza.
 
Non importava come avrebbe fatto a persuaderlo a concedergli un aiuto, se si sarebbe dovuto piegare al suo volere, se si sarebbe dovuto prostrare ai suoi piedi, perché era nulla difronte al dolore che avrebbe dovuto sopportare senza di lei.
 
Un Voto Infrangibile o una Maledizione senza Perdono non equiparavo minimamente la perdita della persona amata. Avrebbe dato la vita per Hermione e non era nemmeno sicuro che quella eventualità non sarebbe stata necessaria.
 
                                                                                  ***
 
Si smateralizzò davanti a quella villa.
 
Ebbe i brividi lungo la schiena al ricordo dell’ultima volta che aveva posato i piedi in quell’abitazione. Erano passati parecchi anni, ma poteva ancora sentire rimbombare nella testa le grida di Hermione sotto le torture di Bellatrix. In quell’occasione aveva davvero temuto di perderla, ma il Destino aveva deciso diversamente per loro, aveva concesso a quei due giovani una seconda opportunità, aveva concesso loro l’opportunità di vivere tutta la felicità che sarebbe seguita alla fine della Guerra.
 
Ma finita quella palese Guerra, ne cominciò una altrettanto feroce contro il Fato, ma Lui non poteva vincere, non poteva arrogarsi il diritto di separare ciò che era naturalmente progettato per restare unito. Perché loro erano semplicemente un complemento di una stessa parte, che, se divisa, avrebbe mancato di un elemento vitale per sopravvivere. O almeno era così che Ron si sarebbe sentito senza di lei.
 
L’istinto gli consigliava di impugnare la bacchetta. Pessimo modo di annunciarsi per chiedere aiuto. Doveva abbassare le difese se voleva essere convincente, era necessario mostrare la sua parte più umana, non aveva altra scelta se non quella di rischiare.
 
                                                                                     ***
 
In quello stesso periodo in cui Ron e Hermione avevano divorziato, anche per i Malfoy si stava consumando una disgrazia, molto più irrimediabile, molto più terribile.
 
L’Auror puntava vigliaccamente sul quel momento di debolezza per toccare il cuore di Draco, affinché potesse immedesimarsi nel suo dolore.
 
Sapeva che da quando Astoria era morta per cause a lui sconosciute, Malfoy si era mostrato in pubblico molto raramente, aveva deciso di chiudersi nella sua logica sofferenza. Quei piccoli passi avanti compiuti verso la luce si erano dissolti con la dipartita della moglie e la solitudine aveva ricominciato ad incombere su di lui.
 
Sì, era decisamente da vigliacchi farsi vedere solo nel momento del bisogno, dato tutto l’aiuto che Draco aveva offerto per svelare le identità dei Mangiamorte, che, dopo la sconfitta del loro Signore, si erano nascosti per sfuggire alla giustizia, ed anche se lo aveva fatto solo per scongiurare un’infinita pena ad Azkaban lunga quanto la sua vita, non aveva indugiato a schierarsi dalla loro parte con grande disponibilità.
 
                                                                                        ***
 
Ron si avvicinò alla porta e fece per bussare. I suoi due colpi un po’ incerti, ma ben distinti, non sortirono alcun effetto dall’altra parte. L’uomo era impaziente ,così abbassò la maniglia come per mettere fretta al padrone di casa, ma si meravigliò accorgendosi che la porta era già aperta.
 
La aprì lentamente, temeva fosse una trappola, magari non direttamente per lui, ma le circostanze non facevano ben sperare.
 
L’interno era in ombra, gli occhi di Ron impiegarono qualche secondo prima di distinguere le forme e le figure al suo interno.
 
Fece qualche passo in avanti e richiuse la porta alle sue spalle, continuando ad esaminare la zona circostante.
 
Non si trovava in quell’abitazione nemmeno da un minuto, che percepì il tocco della punta di una bacchetta esattamente al centro della sua schiena. L’Auror alzò d’istinto le mani in segno di resa. Non vedeva il suo aggressore, ma non erano necessari grandi viaggi mentali per riuscire ad intuire chi fosse ad averlo attaccato alle spalle.
 
<< Malfoy, sono venuto in pace >>
 
Non gli rispose subito e tanto meno abbassò l’arma puntata contro il suo ospite.
 
<< Draco >> cercò di allentare la tensione, mostrandosi per la prima volta delicato con lui, continuando a tenere lo sguardo difronte a sé e immaginando solo il suo interlocutore alle spalle << Devo chiederti un favore >>
 
<< Cosa vuole ancora il Ministero da me?! >> Ron percepì una voce estremamente rassegnata, quasi irriconoscibile e notevolmente in contrasto con le sue azioni << Che vuoi, Weasley? >>
 
<< Ho bisogno del tuo aiuto >> prese un respiro << Volevo chiederti se potevi preparare una pozione per me. È una richiesta personale, il Ministero non c’entra nulla >> Malfoy non reagiva, così Ron provò a proseguire, mantenendo un tono pacato, ma emozionato, più per la notizia che stava rivelando, che per la reale precaria situazione in cui riversava << Hermione è malata e tu sei l’unico che possa salvarla. Credimi, se avessi avuto altre strade non mi sarei di certo rivolto a te >>
 
Sentì scivolare lentamente dalla sua schiena la bacchetta e interpretò quel gesto come un implicito permesso, così si voltò altrettanto lentamente verso il suo interlocutore, abbassando le mani in quel segno di resa.
 
Nell’oscurità notò piccoli luccichii sul volto di Malfoy. Era una reazione strana, ma il diretto interessato non tardò a rispondere alle domande di Ron.
 
<< Conosco quella pozione, ma, non illuderti, non funzionerà >> gli stava davvero venendo da piangere, stava iniziando a perdere il controllo delle sue lacrime, così si allontanò dal suo ospite per non mostrarsi in quello stato di debolezza << Credi che non l’abbia tentata anche io con Astoria?! >>
 
Ron non riusciva a capire, non vi era motivo che quella pozione non funzionasse, eppure conosceva bene la tragica fine di quella donna. Ma qualcosa forse gli sfuggiva.
 
<< E non guardarmi così, Weasley! Tu non sai un accidente di me >> non riusciva ad urlare, le lacrime gli impedivano quell’intenzione << Pensavo anch’io di salvarla in quel modo, ma mi era sfuggita una dannata postilla a pié pagina >> i suoi occhi erano attraversati da quei terribili attimi vissuti in passato << Diceva che un cuore puro avrebbe annullato gli effetti e Astoria, purtroppo per me, lo aveva. Mia moglie era buona e questo l'ha portata alla morte senza che io potessi fare nulla per salvarla. È
morta tra le mie braccia senza nemmeno riconoscermi, perché con quella pozione ero riuscito addirittura a peggiorare la situazione. Le avevo cancellato i ricordi >>
 
Ron ascoltava in silenzio quello sfogo, probabilmente represso da tempo. Lo avevano scosso le lacrime di Malfoy, non lo aveva mai visto in quello stato. Ma anche le notizie di cui era venuto a conoscenza non lo avevano per nulla rasserenato, anzi tutto il contrario.
 
<< Malfoy, mi dispiace per quello che hai dovuto passare >>
 
<< Siamo sicuri che ti dispiaccia? >>
 
L’Auror ignorò le sue provocazioni e tra le macerie del suo cuore tentò di proseguire.
 
<< Ho davvero bisogno che tu prepari quella pozione >>
 
<< Ma mi ascolti?? Ti ho appena detto che non funziona su un cuore puro. Da quando la Granger è diventata malvagia? Non fraintedermi, io e te non siamo amici, ma non auguro nemmeno ad un Weasley di vedere gli occhi assenti di tua moglie spegnersi davanti a te >>
 
Ignorava la verità, non aveva altra scelta e doveva tentare.
 
<< Cosa vuoi in cambio? Ti darò qualsiasi cosa, ho un grande potere al Ministero e tu lo sai >>
 
Sapeva cosa stava provando, perché quella frenesia, quel tentare il tutto per tutto pur di salvare la persona amata lo aveva provato sulla pelle.
Da quando sua moglie era morta ogni aspetto della sua vita era andato disintegrandosi e persino il rapporto con suo figlio si era spezzato. Scorpius era diventato un adolescente senza una figura materna che gli potesse essere accanto, privato dell’unica persona che lo sapesse veramente comprendere. Draco non era mai stato così bravo come Astoria, voleva un gran bene a quel ragazzo, ma il dialogo non era proprio nel suo stile, sua moglie lo guidava pazientemente nell’educazione del loro unico figlio.
 
<< Il mio più grande desiderio è riavere Astoria, ma questo tu non puoi darmelo. Nessuno può >>
 
Non riusciva nemmeno a godere del fatto che i suoi peggiori nemici stessero soffrendo, almeno tanto quanto aveva sofferto lui. Quella donna lo aveva cambiato e l’odio verso quelle persone era passato in secondo piano con il tempo.
 
Ron rifletté su quelle parole, rassegnato al fatto di non poter esaudire quel desiderio. Ma un’improvvisa illuminazione attraversò la sua mente.
 
<< In realtà posso >> Malfoy lo guardò sorpreso << Non dovrei dirtelo, ma, date le circostanze, darò uno strappo alle regole. Harry qualche settimana fa mi ha detto di aver ritrovato nella Foresta Proibita la Pietra della Resurrezione. Pensavamo fosse andata perduta da anni e invece durante un ordinario turno di ronda si è imbattutto sulla sua strada. Ora è custodita al Ministero. So che non la riporterà realmente in vita, ma potrai vederla e parlarle >> e in cuor suo sperò di non averne mai bisogno << È tua, se mi dai quella pozione >>
 
La tentazione era grande, il cuore gli urlava di accettare quell’accordo, ma lo avrebbe imbrogliato, perché quel rimedio era acqua fresca per la malattia di Hermione.
 
<< Weasley, va’ a casa e stai vicino a tua moglie, non puoi fare nulla per salvarla >>
 
Ron non lo ascoltava, la rassegnazione non fluiva nel suo sangue e tanto meno si insidiava nel suo cervello. La sua mente rigettava quell’eventualità, non sarebbe stato impotente ed inerme al capezzale di Hermione.
 
<< Malfoy, preparami la pozione, non ti deve interessare di altro tranne della Pietra della Resurrezione >>
 
Gli allungò una mano in segno di accordo e il rivale di sempre la guardò con distacco.
 
<< Malfoy, io non so stringere un Voto Infrangibile, ma tu sì, quindi vedi di darti una mossa >>
 
<< Non ho paura di morire, Weasley >>
 
Ron era determinato e non ritirò la mano.
 
<< Pensa a Scorpius, lui ha solo te >> attese una reazione che tardò ad arrivare << Draco, per favore, non ho una soluzione migliore >>
 
Gli prese finalmente la mano, pronunciando con qualche reticenza poche familiari parole.
                                                   
                                                                                 ***
 
Ritornò come una furia, senza la minima considerazione del guaio in cui si era appena cacciato, senza rendersi conto che le sue prospettive future sarebbero state la morte o Azkaban, perché, se avessero scoperto il furto, quello sarebbe stato il suo posto e Hermione non lo avrebbe potuto salvare.
 
Aveva un’insolita adrenalina nelle vene ed era sicuramente quella sostanza a renderlo così incosciente e ignaro dei rischi che stava correndo.
 
Aprì velocemente la porta senza badare ad altro se non a cercare il libro che poco tempo prima stava consultando. Non era più sulla scrivania, così lo cercò negli scaffali alle sue spalle e lo trovò in un tempo relativamente breve. Lo aprì velocemente alla pagina della pozione e cercò la nota citata da Draco.
 
‘Dannazione’
 
Trovò quell'avvertenza, subito richiuse il libro con ribrezzo, tenendo il segno con l’indice e chiamò a voce alta la moglie.
 
<< Hermione! >>
 
Non ebbe risposta. Quando era entrato non l’aveva accolto e lui non aveva badato a quel dettaglio.
 
L’intenzione era cercarla per tutta la casa, ma i suoi passi furono quasi subito bloccati dalla figlia.
 
<< Rose. Che ci fai qui? Non dovresti essere dagli zii? >>
 
Gli occhi della ragazza erano un misto di preoccupazione e gioia.
 
<< Papà, dov’eri finito?! La mamma si è sentita male >>
 
<< Cosa?? >>
 
Si piombò verso la camera, ma la voce di sua figlia lo bloccò di nuovo.
 
<< Papà, calmati, è normale nel suo stato >> gli sorrise per tranquillizzarlo e l’uomo capì che Rose era ben lontana dalla verità << Ora che ci sei tu, vado da Hugo ad informarlo che presto avremo un fratellino >>
 
Non fece in tempo a fermarla che era già piombata fuori dalla porta.
 
Entrò nella stanza in punta di piedi. La intravide in penombra, con le gambe contro il petto, la guancia appoggiata alle ginocchia e la bacchetta alla mano, a stretto contatto con i pantaloni. La chiamò con un filo di voce.
 
<< Hermione >>
 
Lei si ridestò da quel torpore, puntandogli la bacchetta contro.
 
<< Ehy, sono io >>
 
Lei ribadì a quell'ovvietà con un tono severo, che lasciava davvero poco spazio ad eventuali repliche.
 
<< Appunto >>
 
Si avvicinò a lei con le mani alzate, una resa troppo frequente in una sola giornata. Fece per sedersi accanto alla moglie, ma la donna lo fulminò, bloccando le sue intenzioni.
 
<< Cara, sei per caso arrabbiata con me? >>
 
<< Perché mai dovrei essere arrabbiata con te? Mi hai solo lasciata da sola, quando ti avevo espressamente detto di sentirmi male >> lui tentò di giustificarsi, ma lei lo anticipò << No, zitto, non voglio nemmeno sapere in che guaio ti sei cacciato, Ronald >>

Lui cercò disperatamente di cambiare argomento e fu grato ad Hermione per non aver chiesto ulteriori spiegazioni. Non voleva allarmarla più del dovuto.

 
<< Perché hai detto a Rose che aspetti un bambino? >>
 
<<
E cosa avrei dovuto dirle? La verità? Da quando è consigliabile comunicare ad un’adolescente che presto perderà la madre?! >> era infuriata con se stessa, ma sfogava quella rabbia sull’ultima persona su cui avrebbe dovuto << Tu non c’eri e lei è tornata insieme ad Hugo, credo li abbia accompagnati Harry. Poco dopo mi sono sentita male e non ho trovato altre giustificazioni plausibili >>
 
Stava scoppiando in lacrime, così lui si sedette accanto a lei, posandole una mano sulle gambe per provare ad infonderle un po’ di conforto.
 
<<
Perché tieni la bacchetta a portata di mano? >>
 
<< Tu hai i tuoi piani ed io ho i miei >>

La grinta e la determinazione non le mancavano e Ron sperò davvero che potessero essere sufficienti per salvarla da quella triste prospettiva.
 
<< E cosa volevi fare, cancellare il giorno in cui ci siamo conosciuti? >> la fece suonare come una battuta per allentare la tensione, ma lei lo guardò con dispiacere << Hermione? >>
 
<< Sì, Ron, volevo esattamente cancellarmi dalla tua memoria e poi fare lo stesso anche con i nostri figli. Così almeno non avreste dovuto soffrire per la mia morte >>
 
Il marito le sfilò cautamente la bacchetta dalle mani e la posò sul comodino a fianco a loro.
 
<< Tu non farai nulla di simile, perché tu non morirai, Malfoy preparerà la pozione >> cercò amorevolmente i suoi occhi << Però devi promettermi che tenterai di prendere quella pozione, perché non sono così sicuro che ti sarò accanto in quel momento >>
 
<< Perché dove sarai? >>
 
Non le rispose e le fece vedere la postilla in questione sul libro di magia nera. Hermione non scollò gli occhi spaventati dal volto del marito.
 
<< Tesoro, guarda, è importante >>
 
Lei chiuse il libro con ribrezzo.
 
<< Dimmi prima dove sarai >>
 
<< Non voglio coinvolgerti, ma qualsiasi cosa accada, Hermione, tu non dovrai provare a far cadere le accuse a mio carico, perché non sarò innocente >>

​Si stava spaventando e il cuore minacciava di uscirle dal petto.
 
<< Cosa hai promesso a Malfoy? >>
 
<< Gli ho promesso di poter rivedere Astoria e intendo mantenere la promessa >>
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Come sempre in mega ritardo, ma ci sono ;)
 
Se pensate che io sia sadica, vi do davvero tutte le ragioni del mondo…ho fatto precipitare una situazione già sufficientemente precaria, ma abbiate fiducia, amo terminare le mie storie con un lieto fine :)
 
Grazie di cuore per seguirmi in numerosi <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
   
 
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