Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    22/10/2017    4 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

AMA


Lavorare nella sede distaccata di Roma, si rivelò, per Jensen, più entusiasmante di quanto avesse potuto pensare o solo immaginare.

Erano oramai più di due mesi che era alla direzione del suo ufficio e i risultati , più che positivi, non tardarono. Come gli entusiasti complimenti della sede principale negli USA.

Era quasi Natale e Jensen, come premio per quelli che lo avevano affiancato nel suo lavoro, volle organizzare una festa natalizia in un bell’albergo romano. Chiese alla sua assistente personale, Brianna o Bri come la chiamava lui, di contattare un organizzatore di eventi che potesse prendere l’incarico e soddisfare le sue richieste.

“Siamo sotto Natale, Mr. Ackles. Sarà difficile trovarne uno adesso. Ma vedrò di fare il possibile!” disse con aria preoccupata.

“So che ce la farai. Ti ho vista all’opera Bri e ho capito che sono poche le persone che riescono a dirti di no.” la elogiò Jensen.

“Ci puoi giurare!!” replicò la ragazza, facendogli l’occhiolino e rimettendosi al telefono.

 

Mezz’ora dopo, Bri richiamava Jensen, affacciandosi appena all’ufficio del suo capo.

“Ce l’ho!”

“Hai cosa?!” fece distrattamente Jensen, che era concentrato al suo pc.

“L’organizzatore!”

“Ohw!!” esclamò facendo mente locale. “Sì. Fantastico. E chi è?!” chiese curioso, il giovane direttore.

“Si chiama Jared Padalecki.”

“Cos’è? polacco?”

“Origini forse. Comunque è americano. Del Texas, come te, da quello che ho saputo. E’ qui in una specie di anno sabbatico!”

“Ma allora non…” si ritrovò a pensare Jensen che se era in pausa lavorativa, non poteva o meglio non voleva accettare incarichi.

“Per farla breve..un amico di un amico di un amico conosce un certo ristoratore, Massimo. L’ho chiamato e gli ho spiegato la situazione e lui ha dato il mio numero a Jared e Jared mi ha richiamato e ora , tu, Mr. Ackles, hai il tuo organizzatore di eventi.”

“Magnifico. Ma?” la spiazzò.

“Ma?!” ripetè infatti, sorpresa, la giovane assistente.

“ Sì , “ma” , perché ho la vaga impressione che c’è una sorta di sottile ricatto in atto in questa cosa!”

“Wow!!” esclamò profondamente colpita. “Sei bravo!! " fece colpita la giovane. "Sei davvero in gamba come dicono!!” , dopo che quel “ma” era stato scoperto.

“Ti ringrazio. Quindi?”

“L’unica richiesta di Padalecki è che la festa sia fatta nel locale di quel suo amico, Massimo. Mettiamola così , i due devono ricambiarsi dei favori personali!!”

“Tutto qui?!” chiese perplesso , Jensen.

“Tutto qui!” confermò la ragazza.

“OK! Cancella la prenotazione già fatta e fissa una data nel nuovo locale.” risolvette in fretta il biondo, soddisfatto.

“Agli ordini.” E fece per andarsene , quando piroettando sui tacchi, ritornò indietro e bussò di nuovo.

“Dimenticato qualcosa?!”

“In effetti, sì.”

“Sarebbe?”

“Lui sta venendo qui!”

“Lui chi?”

“Padalecki. Jared. Padalecki.”

“A…a fare….che?!”

“A quanto pare è uno davvero in gamba a cui piace parlare con il diretto interessato dell’evento, prima di organizzarlo. E poi lui, cioè, sì, insomma…”

“Lui che?”

“Insomma…lui è…”

“Bri, non ti ho mai vista balbettare. Quindi sono davvero preoccupato. Sputa il rospo!!” la incoraggiò Jensen.

“Lui è ..della tua squadra!” disse sorridendo e ammiccando appena un po’.

“Della mia…” e poi collegò la cosa. “Ohw!!! Lui è…”

“Già.” annuì entusiasta.

“Eri troppo imbarazzata prima. Ti prego dimmi che non mi ritroverò davanti una sorta di farfalla svolazzante con tanto di sciarpa di raso rosa e piume tra i capelli!!”

“Al contrario.” Ci tenne a precisare la ragazza. “Da quello che mi hanno detto è uno che farebbe impallidire Thor!” sogghignò per poi continuare. “E non quello finto dei fumetti ma quello di Chris Hemsworth!!” sottolineò con tono malizioso.

Jensen apprezzò timidamente quella precisazione anche se cercava in ogni maniera di rimanere stoico e professionale.

Ma , doveva ammettere a sé stesso, che era da tempo che non si approcciava con qualcuno in quel senso. Anche se si era fatto una ragione di come era finita la sua storia con Misha, la voglia di poter ancora avere quello che pensava di avere avuto in passato, ogni tanto tornava a chiudergli lo stomaco. Sentì le mani che gli sudavano appena, segno di un nervosismo sempre più presente.

“Quando?!” si ritrovò a chiedere alla ragazza che lo scrutava con un che di divertito.

“Quando cosa?!”

“Quando arriva? Per quando hai preso l’appuntamento?!”

“Sì. L’appuntamento.” ripetè e guardando sul suo tablet, rispose con una mal celata indifferenza : “Tra mezz’ora!”

“Mezz…..” biascicò Jensen. “E me lo dici adesso?!”

“Lui mi ha chiamato e ha detto che era in zona e non volevo farti perdere l’occasione.”

“L’occasione??!!” replicò perplesso. “Stiamo ancora parlando della festa o delle confidenze fatte quella sera dopo quella bottiglia di Vodka!?” la rimproverò bonariamente Jensen mentre si alzava dalla scrivania e si dirigeva in bagno per darsi una sistemata.

Jensen si era reso subito conto che Bri sarebbe diventata una sua fidata confidente , anche a livello personale, infatti, dietro l’aspetto di una diligente e sveglia segretaria, la ragazza aveva dato prova di essere sincera, leale , affidabile e decisamente discreta, quando il dirigente aziendale voleva essere solo un ragazzo semplice.


 

Una sera , dal nulla del suo cellulare era rispuntata fuori una foto di Misha , Bri l’aveva vista e innocentemente e per mera curiosità, aveva fatto qualche domanda.

Gli occhi di Jensen si fecero immediatamente lucidi a quel ricordo e Bri, comprese. Si avvicinò a quello , che in quel momento, non era il suo capo ma solo un ragazzo vulnerabile e gli posò una mano sul viso, accarezzandolo dolcemente.

Sputa il rospo. Ti ascolto!” gli aveva sussurrato e Jensen si era fidato e le aveva raccontato tutto.

Credevo mi amasse come io amavo lui!” fu l’inizio della sua storia. “Ma a lui piaceva solo l’idea di quello che invece io volevo rendere reale.”


 

Aveva passato la notte in ufficio a causa di una pratica importante, aveva addosso i panni del giorno prima e su cui sembrava averci dormito tutta l’allegra famiglia degli Aristogatti.

“Dio!! sono uno sfacelo!” disse guardandosi allo specchio. “Bri, nell’armadio c’è una camicia pulita, per favore….”

“Sì, sì, sì…sta’ calmo. Hai tempo per renderti presentabile!” fece lei, chiudendosi alle spalle la porta dell’ufficio e andando verso il piccolo armadio delle “emergenze”, come lo chiamava lei.

“Non voglio che lui pensi che sta per organizzare un evento per uno che non è nemmeno in grado essere presentabile ad un appuntamento di lavoro e ….”

“Jensen..” lo richiamò con un certo tono di delusione, Bri.

“Crederà che sia stato messo qui…..”

“Jensen!!”

“…. per chissà quali motivi!!” disse lasciando libero sfogo ad un’insensata insicurezza.

“Ok! Basta così, Ackles!” e questa volta il richiamo fu deciso e autoritario. “Non lo conosci. Non sai nemmeno davvero che aspetto abbia. Potrebbero avermelo descritto come un Dio e magari è un elfo bitorzoluto e gobbo. Potrebbe essere un emerito stronzo. O forse un incapace. Non lo so io e non lo sai tu.” continuò quel suo rimprovero. “Quello, però, che io so e che tu devi finalmente capire è che comunque questo Jared sia, non è Misha. Misha ha già fatto i suoi danni e il suo tempo e tu, caro il mio Jensen, non permetterai a nessuno di farti fare di nuovo quello che ha fatto lui. Sei in gamba, sei forte, sei rispettato e ben voluto e ti meriti tutto quello che hai ottenuto fin ora. E porca miseria, sei di una bellezza da mozzare il fiato anche con i vestiti che fanno schifo!” asserì guardando il ragazzo che cercava di stirarsi i vestiti addosso, passandoci vigorosamente le mani sopra.

“Bri…” fece sorridendole grato per quel provvidenziale rimprovero.

“Ora, togli la giacca e la cravatta.” ordinava imperiosa mentre un attonito e poco convito Jensen comunque le obbediva. “Metti solo questa camicia pulita e resta così. Credimi, se è intelligente come dicono, lo conquisterai e rimedierai un bell’invito a cena o magari, se non è così, ti farà almeno un bello sconto sul preventivo.” finì maliziosa.

“Bri, non credo che sia il caso!” rispose Jensen mentre si sistemava la camicia nei pantaloni.

“No? E allora perché ti stai prendendo tanta pena per fare bella figura con lui?” lo provocò, la ragazza. “Se non ricordo male, un mese fa, a quel meeting al terzo piano, ci sei andato in jeans e non è che te ne sia fatto tanti di problemi!” gli ricordò ironica.

“Era un incontro informale!” provò a giustificarsi Jensen.

“Sì, con i capoccioni dell’azienda!” lo rimbeccò Bri, che un attimo dopo correva alla sua scrivania per rispondere al telefono.

Jensen la vide annuire e poi sorridere a trentadue denti facendogli il segno dell’OK!.

“Cazzo!” si ritrovò a sussurrare Jensen, decisamente nervoso per quell’incontro.

“Il nostro amico è in anticipo. Sta salendo adesso!” fece la segretaria sporgendosi appena nell’ufficio.

“Ok!Ok!”

“Lo faccio venire da te non appena arriva o vuoi che lo tenga un po’ sulle spine qui con me? Magari, mentre aspetta, potrei stuzzicarlo descrivendoti come uno alla Christian Grey, che ne dici?” scherzò, mica tanto, Bri.


 

“Dico che mi piacerebbe scoprire da solo se ho davanti un provetto Grey o un più romantico Romeo!” fece la voce calda ma divertita poco distante da loro.


 

Jensen abbassò la testa, il mento contro il petto con un evidente gesto di frustrazione. Di sicuro nella sua testa vorticava frenetica la frase “Che figura di merda!

Bri, scattò indietro, lasciando il passaggio libero all’ospite anticipatario, sorridendo in evidente imbarazzo.

“Wow!” cercò di spezzare l’imbarazzo, la ragazza. “Mi avevano detto che stava prendendo le scale!”

“A quanto pare si sono sbagliati!” replicò gentilmente Jared, entrando nell’ufficio di Jensen.


 

L’imprenditore, si drizzò e tirò indietro le spalle non appena Jared fu accanto alla sua scrivania. Cercando di ignorare l’imbarazzo che ancora sentiva , porse la mano al suo ospite per salutarlo. Saluto che venne prontamente ricambiato.

“La scusi…ci scusi…” si corresse. “Signor….”

“Jared. Va benissimo Jared!” fece cordialmente, il giovane, mentre si accomodava.

“Ci scusi, Jared. E non si preoccupi, Bri non sarà più un problema in questo incontro o in quelli di cui lei avrà bisogno se accetterà di organizzare l’evento.” lo rassicurò Jensen.

“Come mai?!” fece la ragazza, curiosa.

“Già! Come mai?!” si intromise Jared, divertito da quel siparietto.

“Sei stata appena licenziata!” la spiazzò Jensen, sorridendole compiaciuto.

“E’ la quarta volta che mi licenzi questo mese.” si lamentò Bri, mentre si apprestava ad uscire dall’ufficio di Jensen. “Ti ricordo che mi hai promesso una crociera se arrivavo a cinque!”

“Va’ fuori!!” la rimproverò bonariamente il biondo, suscitando la risata di Jared.


 

Jared stava ancora sorridendo, quando Bri chiuse la porta e Jensen si sedeva alla sua poltrona.

“Di certo, renderà le sue giornate meno pesanti di quelle che potrebbero essere!” asserì Jared, riferendosi allo splendido spirito allegro di Bri.

“Sono qui da meno di tre mesi e ringrazio Dio ogni giorno per aver avuto Bri al mio fianco. E’ un ottima amica oltre che un assistente impeccabile. Non riuscirei più a fare a meno di lei, oramai.”

“Non mi sembra uno che ha bisogno di un aiuto.” affermò quasi senza rendersene conto, Jared.

“A volte non si ha sempre e solo bisogno di un aiuto lavorativo, non crede?”

“Concordo. Non sa quanto!!”

“Ok! Visto che abbiamo già un punto di incontro , che ne dice di mettere da parte le formalità?!”

“Non vedevo l’ora che me lo chiedessi!” convenne Jared.

 

Circa quattro mesi dopo…..

“O Dio santissimo….dove …dove hai imparato a fare questa cosa….” ansimò Jensen mentre Jared continuava a farlo impazzire baciandolo e accarezzandolo lungo l’interno coscia fino a risalire a quell’invitante triangolo inguinale.

“Da nessuna parte, amore mio…sei tu che mi ispiri!!” rispose Jared, mentre sinuosamente risaliva ancora più su , lungo il corpo del compagno e beandosi di come vedeva il corpo del suo amato inarcarsi per il piacere che lui gli stava procurando.

 

****************************************************************************************************************************************


Da quando si erano conosciuti , nell’ufficio di Jensen, i due ragazzi, avevano subito capito di avere una certa chimica che gli legava. I primi tempi furono decisamente “informali”: un caffè, qualche birra al bar, un aperitivo la domenica mattina che finiva sempre con una passeggiata tra le bellezze romane. Poi, più la confidenza diventava normale, più quello che stava nascendo tra loro diventava reale.

Jensen aveva insistito a che Jared partecipasse alla festa che aveva organizzato, e poi a quella festa ne seguì l’invito a quella di fine anno da parte di Jared, sempre al locale di Massimo che fu ben lieto di vedere il giovane amico sorridere di nuovo come ricordava. L’amico romano lo aveva praticamente assillato quando aveva saputo della possibilità di organizzare quella festa per un importante società americana e soprattutto quando aveva saputo chi era che richiedeva di Jared. Era un occasione che Massimo non poteva lasciarsi sfuggire.


 

E poi , al veglione, ci fu il rintocco della mezzanotte e i due ragazzi vicini non riuscirono ad impedirselo. Occhi negli occhi, vicini troppo vicini. I fuochi d’artificio che festeggiavano l’inizio del nuovo anno, brillavano nei riflessi delle loro iridi.

Un passo in avanti da parte di Jensen, la testa di Jared che si chinava appena verso il volto dell’altro. I respiri quasi azzerati, le labbra piegate appena da un sorriso timido a causa del pensiero di quello che stava per accadere.


 

“Jensen?!” sussurrò Jared.

“Mmh!?” fece Jensen non riuscendo a spostare lo sguardo dalla bocca e dagli occhi del giovane.

“Ho una voglia matta di baciarti prima che finiscano i rintocchi!”

“Allora fallo. Sbrigati. O sarò costretto a rimettere indietro l’orologio pur di farmi baciare da te!”

E si baciarono. Il primo bacio dato al primo secondo del primo minuto della prima ora del primo giorno dell’anno.

Come non poteva essere quello il segno di un nuovo inizio?


 

Poco distanti da loro , Massimo , sua moglie e Bri, guardavano felici quello che stava accadendo. Avevano brigato ogni volta che era stato possibile per fare stare i due insieme. Inventandosi problemi logistici al locale, difficoltà con i fornitori e ogni tipo di “bugia bianca” pur di fare in modo che Jared e Jensen potessero stare da soli e risolvere quei problemi che in realtà non c’erano.

Patrizia , la moglie di Massimo, sembrava davvero soddisfatta e asserì compiaciuta: “Amore non è privo di arguzia. Cupido colpisce o con la freccia o con l’astuzia!”

Bri, la guardò sorpresa. “Dio!! quanto adoro Shakespeare!!” esclamò. E i tre risero di cuore e continuarono a godersi la serata.


 

Da allora, Jared e Jensen, sembrarono diventare inseparabili. Forse la voglia di conoscersi, forse il desiderio di avere qualcuno con cui condividere quei meravigliosi momenti che la vita stava donando loro.

Sta il fatto che Jared, lasciò la stanza al locale di Massimo e prese in affitto un appartamento, decidendo di spostare il suo lavoro, almeno momentaneamente, in Italia. Infondo , per organizzare eventi, poteva anche farlo da lì e se ci sarebbe stato qualche inghippo, avrebbe preso un volo per risolvere il tutto. E poi, non è che a Roma, mancassero personaggi o motivi per organizzare feste a tema o meno.

Jensen, invece , confermò la sua disponibilità a rimanere nella sede italiana con soddisfatta approvazione dei suoi capi e dopo un paio di mesi da quelle decisioni, Jared si ritrovò, sorprendentemente, a lasciare il suo neo appartamento e a fare di nuovo i bagagli.


 

“Vieni a vivere con me, Jared!”

“Ne sei sicuro? Non che io non voglia, tutt’altro. Ma non vorrei che …”


 

Una lieve indecisione dovuta a quello che si erano raccontati, l’uno dell’altro. In quel periodo in cui i due si conobbero, Jared gli aveva confidato del suo scontro con il padre, della sua morte e del periodo di depressione che ne era seguito, poiché non erano riusciti ad appianare la loro situazione. Di contro Jensen, gli parlò di Misha, di quelli che erano i suoi sogni e di quelli che invece Misha non condivideva e naturalmente del modo poco amichevole con cui avevano chiuso la loro storia.

 

******************************************************************************************************


 

Ora nella loro camera da letto, Jared stava dimostrando a Jensen, quando gli fosse di ispirazione e sembrava davvero davvero molto soddisfatto di come ci stava riuscendo.

“Vieni qui!” sospirò Jensen, attirando verso di lui, quell’incredibile amante. “Vieni qui e baciami!”

Jared non se lo lasciò ripetere due volte. Si issò sul compagno e si appropriò con passione e dolcezza di quelle splendide labbra arrossate e umide del loro piacere. La loro morbidezza, il loro sapore avvolgente, il modo in cui lasciavano, quasi furtivamente, che la lingua vi sfuggisse di tanto in tanto per giocare con la propria sempre pronta ad accoglierla.

“Dio! quanto mi piace baciarti!” sospirò Jared, baciandolo ancora.

“La cosa è reciproca!” lo assecondò Jensen, portandogli le braccia al collo per tenerselo più vicino, mentre con movimenti lievi si sistemava meglio sotto il corpo del ragazzo.

Jared sospirò rumorosamente, nascondendo per un attimo la testa tra il cuscino e il collo di Jensen e respirando a pieno l’odore del biondo.

“Che cosa mi hai fatto, Jensen?!” lo sentì sussurrare il diretto interessato che credendo che Jared si riferisse a quello che stavano facendo , si ritrovò a rispondere: “Spero qualcosa di buono, piccolo. Ma posso migliorare se tu…” e a questo punto si aspettava una se pur minima risata da parte del ragazzo.

Cosa che non arrivò. Anzi , un sospirò forse più esasperato lo fece rabbrividire.

“Jared?!” lo richiamò dolcemente.

“Che cosa mi hai fatto?!” ripetè Jared, questa volta guardandolo.

“Io non….” e poi vedendo il modo in cui Jared lo stava fissando, volle sapere davvero a che cosa stava facendo riferimento il giovane, anche se la cosa cominciava a fargli tremare lo stomaco. “Jared a cosa ti riferisci? Cosa….”

“Mi hai sconvolto la vita, Jensen. Ci sei entrato come una leggera pioggia e poi sei diventato un uragano che continua a sconvolgermi. Giorno dopo giorno. E io non ne sono mai stanco, anzi.”

“Jared, io…”

“Non voglio che finisca , Jensen. Non voglio più stare senza di te, senza il tuo uragano che mi sconvolge. Non voglio mai smettere di avere questo…” disse indicando loro, ancora abbracciati. “…e tutto il resto. E voglio che tu voglia la stessa cosa.” fece poi con un tono deciso ma dolce. “Voglio essere il tuo uragano, voglio che diventiamo la tempesta perfetta e voglio trovare pace solo tra le tue braccia e che tu la trovi tra le mie.”

“Oddio…non…non farmi questo… io…” si ritrovò quasi a singhiozzare Jensen, completamente sconvolto e preso di sorpresa da quelle parole. “Non ….non ce la farei di nuovo a ….”

“Ma cosa…cosa …” quasi balbettò Jared, preso di sorpresa dal velato terrore che vedeva improvvisamente dipinto sul volto di Jensen.

“Non farmi anche tu una cosa del genere, ti prego. Non tu!” continuava a dire Jensen, quasi come se quello che aveva accanto a lui, non fosse il ragazzo che gli aveva appena fatto una magnifica dichiarazione d’amore. Fin quando il biondo non si mise una mano sugli occhi come se si vergognasse o si disperasse di quello che stava accadendo.

Jared allora, ora decisamente sorpreso da come Jensen aveva reagito, si tirò su a sedere e si portò dietro anche il compagno ancora agitato.

“Jensen, non mi vuoi?..non vuoi che tra noi…” si azzardò a chiedergli per cercare un senso a quello che stava accadendo.

“Dio!! è così…così..”

“Così, come , Jensen?!”

“Imbarazzante e svilente!” fu la risposta decisamente inaspettata che Jared si ritrovò a sentire.

Poi, quando vide che Jensen evitava ancora il suo sguardo cercando di nascondere il suo colpevole, il giovane, fece un respiro profondo e decise di prendere il controllo della situazione.

“Ok! Ok! Credo che tutti e due abbiamo bisogno di chiarire quello che è appena successo.” fece con tono risoluto. “Io ti ho appena detto che non esiste che io ti lasci, in nessun modo e tu invece mi stai chiedendo di non farti una cosa del genere. Va bene! Spiegami!” fece cercando lo sguardo di Jensen.

Il biondo , capo ancora chinato, sussurrò qualcosa. Forse un nome.

“Ripeti, non ho capito!” lo incoraggiò Jared che si fece più vicino al compagno.

“Misha.” Ripetè Jensen e questa volta i suoi occhi verdi , brillanti di senso di colpa trovarono quelli più chiari e sorpresi di Jared, di fronte a lui.

“Ok! Misha.” gli fece eco Jared senza però mostrare alcun tipo di risentimento. “E puoi dirmi che cosa c’entra lui e quello che ti ha fatto, con noi?”

“Quello che mi ha fatto.” fu la risposta criptica di Jensen.

“Spiegami!”

“Lo sai…te ne ho parlato, del modo in cui è finita tra noi.”

“Sì e con questo?!”

“Lui aveva già deciso di lasciarmi, aveva capito quali erano le mie intenzioni, quello che davvero provavo per lui. Eppure prima di farlo, prima di andare via, non faceva altro che programmare la nostra vita insieme, dicendomi che mi amava, che non sarebbe cambiato nulla tra noi se non migliorato. E poi..e poi..”

“E poi si è comportato da vero stronzo!”

“Già!” convenne quasi sorridendo Jensen e poi tornando serio, guardò Jared. “E ora tu, quello che hai appena detto, il modo in cui lo hai detto, il modo in cui mi stavi …amando…” sussurrò appena imbarazzato, come se si fosse reso conto solo in quel momento che erano ancora a letto, uno di fronte all’altro , nudi o per lo meno, quasi nudi se non fosse per le provvidenziali lenzuola accartocciate attorno ai loro corpi. “E’ stato come un flash. Mi sono sentito di nuovo come in quell’appartamento di Boston mentre lui andava via. In un attimo ho pensato che era finita , anche con te. Che tra qualche giorno o settimana, sarei tornato a casa e avrei visto le tue valigie pronte e tu già sulla porta e io non…non…” ma il resto di quello che stava per dire, rimase intrappolato tra la sua bocca e quella di Jared.

Sì, perché Jared lo stava baciando. Ed era quasi un bacio disperato. Era come se con quel bacio, il giovane, avesse voluto cancellare quei ricordi così dolorosi dalla mente di Jensen e avesse, invece, voluto far restare solo il ricordo di quello che lui gli stava dando e che aveva ancora intenzione di dargli.

Quando Jared si allontanò da Jensen e dalle sue labbra, con una mano gli carezzò piano il viso decisamente sorpreso. Piacevolmente sorpreso.

“Ora ascoltami. Per favore e ti prego di credermi. Puoi farlo? Per me?!” chiede dolcemente.

Jensen annuì guardandolo come se ne fosse ipnotizzato.

Jared prese un respiro profondo.

“Io ti amo.”

“Jared, tu…”

“Aspetta, fammi finire!” lo rimproverò amorevolmente. “Ti amo e sono più che certo che quello che sento per te è davvero amore. Me lo dice la mente e me lo dice il cuore. Non sono Misha, non lo sono mai stato e mai lo sarò. E se la cosa può farti piacere e farti stare più tranquillo io detesto le cose che rimangono solo idee. Io voglio che i miei desideri , al momento giusto, diventino realtà. E tu, Jensen, sei un mio desiderio, quello più bello e prezioso. E voglio una vita con te e voglio che quella vita smetta di essere solo un idea e diventi reale il prima possibile. Naturalmente se anche tu vuo….” e questa volta fu Jared e rimanere a metà frase.

Jensen gli si era praticamente gettato fra le braccia , gettando le proprio intorno al collo del giovane. E lo stava baciando e in quel bacio i due finirono di nuovo distesi sul letto. Jared schiena al materasso, Jensen su di lui e non riusciva a smettere di baciarlo.

“Dillo di nuovo!” iniziò a sussurrare sulle labbra di Jared. “Dillo di nuovo!”

Jared sorrise a quella romantica irruenza. “Voglio una vita con te.”

“No, non questo. Dì ancora che mi ami!”

“Ti amo! Ti amo, Jensen!” rispose il giovane , abbracciandolo per le spalle e con un rapido movimento, capovolse le loro posizioni, imprigionando Jensen sotto di lui. “Ti amo!” disse ancora. Baciandolo ancora.

Jensen sorrise e Jared potè giurare di non aver mai visto quel sorriso sul volto del compagno. Era radioso. Era sincero. Era sereno.

“Jensen…dio!! sei talmente bello quando sorridi così.” si ritrovò a dire Jared, ammaliato.

“Abituati, allora. Perché mi vedrai sorridere spesso così, perché è quello che mi succede quando sono innamorato.” Rispose estasiato Jensen.

“Tu?!”

“Certo, scemo. Certo che ti amo anch’io!” e lo disse sorridendo ancora. Sentendosi al settimo cielo. “Ti amo, Jared. Ti amo!”


 

Qualche sera dopo, i due erano distesi sul loro divano, guardando un film. La trama li aveva colpiti. Jared per un motivo, Jensen per un altro.

Nel finale l’attrice, una splendida e bravissima Julia Roberts, spiegava le sue ragioni. Quelle ragioni che l’avevano spinta ad intraprendere il viaggio sia mistico che fisico, che aveva intrapreso.


Alla fine sono arrivata a credere in una ricerca che io chiamo “La Fisica dell’Anima”, una forza della natura governata da leggi reali quanto la legge di gravità. La regola di questo principio funziona più o meno così:
Se sei abbastanza coraggiosa da lasciarti indietro tutto ciò che ti è familiare e confortevole e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa a vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esterna che interna, se sei veramente intenzionata a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio, se accetti tutti quelli che incontri strada facendone degli insegnanti, e se sei preparata soprattutto ad affrontare e perdonare alcune realtà di te stessa veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa.”


Jared e Jensen sospirarono compiaciuti e rilassati dopo che quelle parole lasciarono spazio alla colonna sonora dei titoli di coda.

Si guardarono, felici, innamorati. Certi di aver trovato la loro “verità” l’uno nel cuore dell’altro, dopo aver intrapreso un viaggio personale che li aveva portati a conoscersi.

Sapevano, dopo essersi scambiati un bacio dolcissimo, che avrebbero vissuto cibandosi dell’amore che provavano l’uno per l’altro. Che avrebbero pregato che quell’amore non avesse mai fine. Che avrebbero amato ogni giorno, ogni istante, l’amore stesso che li aveva uniti in quel modo così profondo.


 

 

Il nostro futuro è lastricato di giorni migliori. Non sto più scappando… tu sei la persona di cui ho bisogno per essere libero…”

(Eddi Vedder, Better Days, colonna sonora di Mangia, prega, ama)


 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75