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Autore: Lady Sunset    26/10/2017    0 recensioni
Un uomo non può guarire i cuori altrui. Un dottore non può guarire le menti altrui. Potrete conoscere ciò che si cela dietro di esse, realizzare esperimenti, sforzarvi di capire, ma il trauma che un individuo subisce è singolare. Non si duplica. E sanno tutti che non è possibile capire qualcuno sinché non si rivive la sua stessa sofferenza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CHAPTER V.
 

 

Ognuno di noi è il suo proprio diavolo,

e noi facciamo di questo mondo il nostro inferno.”



Inutile raccontare nei dettagli cosa successe nelle cinque settimane successive. Solo sporco, inutile, insensato sesso. Il mio caso clinico era letteralmente stato archiviato dalla mia mente contorta e instabile, tanto da diventare io stesso un caso clinico, e Baekhyun il mio psicologo. Potevo scusarmi con Dio per aver fatto sesso prima del matrimonio od osservare il diavolo compiacersi del mio pessimo comportamento, ma la verità è che non avevo la forza di realizzare neppure cosa stesse succedendo, da quanto ero in estasi. Era come se il mio destino fosse stato segnato dalle calde labbra di quel ragazzo malato che spudoratamente si strusciava su di me e spingeva il mio pene tra le sue pareti strette e bagnate, sino alla prostata, sempre più forte. Non potevo resistere a un piacere simile, a una forza così elevata e universale e incredibilmente audace. V'erano dei momenti in cui credevo d'essere innamorato, altri invece – il solo pensiero di poter provare dei sentimenti per Baekhyun mi nauseava. Non riuscivo a fare mente locale sulla faccenda, tanto meno a trovare quel poco autocontrollo che mi aiutasse a dire no, ero spacciato. Totalmente spacciato.

“E quell'espressione da funerale? Chanyeol, è stato sesso grandioso, come ogni volta. Di che ti lamenti?”
“Non mi sto lamentando.”
“Sai, siete carini. Tutti voi. Ogni volta è la stessa storia.”
“Tutti noi chi?”
“Voi, le mie vittime. Tutti quelli che mi sono scopato incluso te. Prima godete come dei porci e poi combattete mentalmente con i vostri sensi di colpa. “Perché l'ho fatto?” “Che c'è che non va in me?” “E se mi innamorassi?” Siete tutti falsi, ecco la verità. Siete falsi perché non ve ne frega un cazzo di niente se non di voi stessi. La vostra pseudo-moralità potrà anche convincere voi tutti di essere delle brave persone, con dei sani principi, con dei valori. Ma in realtà siete tutti marci dentro, dal primo all'ultimo.”

Chanyeol rimase interdetto, incredulo d'aver sentito tali cattiverie. Lasciò la stanza in fretta e furia. Nessun saluto, nessun sorriso, come ogni volta. Prima di tornare a casa si dedicò a una passeggiata di riflessione, ripetendo costantemente quelle parole, fredde, amare, dolorose anche se potevano non essere la verità. Aveva abbandonato il motivo che lo portò a conoscere Baekhyun per cosa? Per del sesso? Per dei sentimenti che non erano amore e neppure odio? Era tutto infondato. Le ragioni per cui Chanyeol non aveva smesso di vederlo, la ragione per cui rischiava d'essere licenziato e di non lavorare più in una clinica nel caso in cui l'avessero scoperto e perché si sentisse così maledettamente attratto da lui. Troppe domande senza risposta, troppi rischi da correre.



Durante la notte, mille immagini fecero capolino dalle porte della sua mente. Sesso, indifferenza, ancora sesso, gemiti, ansimi, piacere, dolore, stanchezza. Un agglomerato di emozioni, episodi e sensazioni che si fusero assieme formando una confusione angosciosa e incontrollabile. Si svegliò di soprassalto, come ogni notte dal momento in cui conobbe Baekhyun, passando le successive ore fissando il soffitto, incapace di prendere una decisione e abbandonato al silenzio più macabro e fitto. Avrebbe voluto essere inghiottito da quello stesso silenzio, avrebbe sentito i pensieri tacere, qualsiasi voce, malevola o benevola che si fosse insidiata in quella testa piena di niente.



Sette giorni dopo eccolo di nuovo lì, stanco e nauseato. Chanyeol aprì la porta, senza bussare, senza augurare un buon pomeriggio al suo paziente. Rimase accanto al cornicione della porta, muto, impotente di fronte a quella figura diafana che sin da subito lo aveva incasinato nel peggiore dei modi. Quest'ultima sorrise, seduto sulla sua sedia. Questa volta non era voltato di spalle. I suoi occhi fissavano la porta di quella stanza chissà da quanto tempo, come se ansioso stesse aspettando quel cumulo di energia sprecata e confusione totale. Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, Chanyeol non attese oltre. Corse via, fuori dalla clinica, fuori da tutto. Corse fino a perdere le forze, fino a sentire il fiato consumarsi e la gola cedere. Percepì quasi paura, terrore di rivederlo ancora. Non erano i suoi sentimenti a spaventarlo, o ciò che pensava. Era Baekhyun, che aveva la capacità di mandarlo fuori strada, di deviarlo, di maledirlo. Lui era il diavolo, lui sapeva come trasferire l'inferno nelle menti umane, conducendole verso un'eternità di impurità e dolore. Avrebbe abbandonato tutto. Il suo lavoro, la sua vita se necessario, per stare di nuovo bene, per trovare la pace di cui aveva goduto sino a pochi mesi prima. Non si sarebbe lasciato condizionare di nuovo. Non più.

   
 
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