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Autore: Atelofobica    26/10/2017    2 recensioni
Rivedendo la prima stagione di Teen Wolf mi sono accorta di alcuni piccoli particolari e sono scattate nella mia testa milioni di domande. Come faceva Stiles a sapere chi fosse Derek e cosa fosse accaduto alla sua famiglia? E inoltre, come faceva Derek a sapere delle ricerche sui lupi mannari fatte da Stiles? In questa breve storia ho cercato di spiegare questi avvenimenti! NO SPOILER / STEREK
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bene siamo arrivati all’ultimo capitolo di questa Fan Fiction. Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa piccola storia, spero vi sia piaciuta. Forse in futuro scriverò altro su Stiles e Derek, perché secondo me c’è ancora taaaanto da dire su questa coppia! Per adesso quindi è un arrivederci!
Vi lascio alla storia! Un bacio.

 




 

 

Derek Hale era in camera sua. Il cupo e burbero Derek Hale era entrato di nascosto in camera sua e gli aveva fatto quasi venire un infarto. Perché non la finiva una volta e per tutte di terrorizzarlo? Gli piaceva così tanto metterlo in situazioni al limite dell’assurdo?
Non aveva mica dimenticato che qualche giorno prima lo aveva quasi obbligato a tagliargli un braccio. E come poteva dimenticare quella sensazione di puro terrore e angoscia che il lupo gli aveva fatto provare.

E adesso si era intrufolato di nascosto in camera sua.

-Non farlo mai più per favore -, disse Stiles evitando qualsiasi contatto visivo con il licantropo seduto poco lontano alle sue spalle, - mi hai quasi fatto venire un infarto! -.
-Ti ricordo che per colpa tua e di Scott, sono ricercato dalla polizia! Non potevo bussare alla porta dello sceriffo come se nulla fosse-, rispose parecchio infastidito Derek.
-Per colpa mia e di Scott?- sbottò il ragazzo voltandosi verso il lupo con fare scioccato, -la colpa è solo tua, dovevi chiarire meglio la situazione-.
-Dovevo specificare che non ero stato io ad uccidere mia sorella, sul serio?-.
-Si-.

Derek guardò male Stiles e quest’ultimo ritornò a voltargli le spalle non riuscendo a reggere lo sguardo del licantropo.

Ok, forse aveva ragione. Forse accusarlo dell’omicidio della sorella era stato un errore. Ma era davvero solo colpa sua, se non li avesse terrorizzati, forse avrebbero avuto più fiducia in lui.

-Devi rivedere il tuo modo di approcciarti alle persone -, esclamò Stiles senza rendersene conto, - dovresti sorridere di più, essere meno inquietante e forse così nessuno ti accuserebbe di omicidio-.
- Un pericoloso Alfa, ancora a me sconosciuto, uccide mia sorella e morde un ragazzino, e io dovrei sorridere ed essere meno inquietante solo per non spaventarti?-.

Stiles roteò gli occhi e si voltò di nuovo verso il lupo. Possibile fosse così cocciuto?

-Si, certo!-, esclamò quasi esasperato, - perché se non te ne fossi reso conto Scott e io siamo le uniche persone che ti stanno aiutando! E tu ci tratti come degli idioti!-.

Nella stanza calò il silenzio. Fu Derek questa volta non non riuscire a sostenere lo sguardo di Stiles, facendo provare a quest’ultimo un senso di vittoria che gli fece gonfiare il petto di orgoglio.

-Io sto solo cercando di proteggervi-, disse con tono serio, ma pacato Derek, con sguardo basso.

Quelle parole ebbero su Stiles lo stesso effetto che avrebbe fatto uno schiaffo improvviso in pieno viso. Si sentiva sorpreso e anche dolorante. Il modo in cui l’aveva detto, lo sguardo rivolto verso il pavimento.

Possibile che si sentisse in colpa?

Ma per cosa? Non era stato lui a mordere Scott e anche volendo non avrebbe neanche potuto prevederlo o evitarlo.

All’improvviso nella sua testa prese forma un Derek più giovane seduto a testa bassa nell’ufficio del padre dopo la morte della sua famiglia. Il suo senso di colpa attingeva ad avvenimenti così lontani?

-Non puoi salvare tutti-, sussurrò Stiles evitando di guardarlo, - non puoi pretendere di poter salvare tutti-.

La sua famiglia.

Scott.

Lui.

Neanche lui, pur volendolo e desiderandolo, più di qualsiasi cosa al mondo, non era riuscito a salvare la madre. Alcune cose stavano al di fuori delle proprie volontà e possibilità. Lo aveva capito con il tempo, facendo crescere dentro di lui un senso infinito di impotenza, contrapposto però alla voglia di non arrendersi mai e di lottare.

Derek alzò lo guardo verso di lui e per un istante i loro occhi si incrociarono. Era in silenzio e lo guardava. Aveva sicuramente capito a cosa si riferisse Stiles, ma si ricordava di lui? Stava morendo dalla voglia di chiederglielo. Forse si ricordava di aver visto un bambino alla centrale di polizia, ma non sapeva che si trattasse di lui.

E perché lo spaventava l’idea che lui non lo ricordasse?

Ma sopratutto, perché era importante per lui che Derek lo ricordasse?

-Ti ricordi, beh io mi ricordo…-, disse impacciato portandosi una mano sulla nuca, -…quando eri nell’ufficio di mio padre e io…-.

Il campanello di casa suonò e Stiles si fermò di colpo. Derek lanciò uno sguardo stranito verso di lui. Che avesse capito cosa gli stava per chiedere?

-Sarà Danny-, detto ciò Stiles uscì dalla camera pensando a quanto fosse idiota.
 



 

 

Erano in macchina e stavano andando in ospedale. Erano in silenzio e Stiles era ancora terribilmente offeso per la botta che poco prima gli aveva dato Derek per come lo aveva usato per convincere Danny ad aiutarlo. Lui e i suoi modi violenti.

-Un’altra cosa-, esclamò Derek all’improvviso voltandosi verso Stiles.
-Cosa? Cos’altro c’è adesso?-, rispose seccato pronto a ricevere un altro colpo dal lupo per chissà quale assurdo motivo.

-Mi ricordo, anche io mi ricordo-.

Per poco Stiles non inchiodò.

Aveva sentito bene? Aveva capito bene?

Lui si ricordava.

Derek si ricordava di lui.

-Da…Davvero?-, balbettò incredulo.
-Si, davvero-, rispose semplicemente Derek.

Stiles annuì con la testa e prese a mordersi le labbra in maniera da non far notare al lupo la sua felicità.

-E ti sei ricordato di me non appena mi hai visto?-, chiese curioso.
-Non proprio, eri un bambino, adesso sei un po’ cresciuto-.
-Sono un uomo adesso-, sorrise Stiles.

Derek roteò gli occhi mentre le sue labbra si piegarono in una specie di sorriso. Sicuramente pensava che la definizione di “uomo” era lontana anni luce dal definirlo e infondo lo pensava anche lui.

-Mi fa piacere che ti ricordi di me-, esclamò di colpo Stiles maledicendosi due secondi dopo.

-Perchè?-, chiese infatti Derek, agitando Stiles

Eh, si, perché?

Non lo sapeva nemmeno lui il perché.

Era così e basta. Era contento. Punto.

Non c’era un perché.

O forse si.

Forse era felice perché avevano qualcosa in comune che non c’entrasse Scott, i licantropi, gli omicidi, e tutto il resto.

Forse perché era una cosa solo loro quella.

Un ricordo intimo.

-Perché, che domanda è perché? Mi fa piacere e basta!-, rispose nervoso Stiles.
-Se lo dici tu-.
-A te non fa piacere sapere che mi ricordo di te?-, domandò cercando di levarsi di dosso tutto quell’imbarazzo.

Silenzio.

Derek prese a guardarlo manco fosse un alieno, preoccupandolo e se possibile, mettendolo ancora di più in imbarazzo.

-Co…cosa c’è?-.
-Niente-, sorrise  Derek spostando lo sguardo dal lato apposto, osservando fuori dal finestrino.
-O…ok-.

Il tutto finì lì.

Non ripresero mai più quel discorso.

Ma ogni volta che ci pensava, sorrideva.

Sorrideva perché sapeva che anche a Derek aveva fatto piacere essere ricordato.

Anche se non l’aveva mai ammesso.

Sorrideva perché sapeva che quel piccolo ricordo del passato faceva in modo che tra di loro ci fosse una specie di legame.

Un legame sottile e invisibile che solo loro conoscevano.

Sorrideva perché anche se Scott non fosse stato morso e Beacon Hills fosse stata una cittadina più tranquilla, loro si sarebbero riconosciuti e incontrati di nuovo.

Il destino aveva messo una mano su di loro.

In un modo o in un altro loro si sarebbero sempre ritrovati.

  
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