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Autore: _MartyK_    28/10/2017    3 recensioni
Myung Jae è una ragazzina nordcoreana di sedici anni che abita vicino al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Stanca della sua vita misera e monotona, una notte decide di fare l'impossibile, sfidando il caso e rischiando la vita: oltrepassare il confine per andare al sud.
Jimin è sudcoreano, ha diciassette anni appena compiuti e una passione sfrenata per la danza classica e quella moderna.
Il loro sarà un amore travolgente: riusciranno a superare le difficoltà o avranno la meglio le barriere politiche?
Dal capitolo 1:
Non era brava ad immaginare, anche perchè non conosceva il vero significato del termine. Tutto ciò che poteva immaginare ce l'aveva a pochi chilometri da casa e non poteva accedervi per uno stupido capriccio lungo più di sessant'anni.
[...]
Stava per addormentarsi se il fischio del treno non l'avesse fatta sobbalzare per lo spavento.
Sentì le rotaie muoversi sotto i suoi piedi e vide la ferrovia, le panchine e gli alberi circostanti muoversi all'indietro rispetto a lei e capì.
Il suo sogno era appena iniziato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Stettero abbracciati per qualche ora, cullati dal piacevole suono della pioggia che si infrangeva contro il vetro delle finestre a causa del vento e dai loro respiri calmi e sincronizzati.
Myung sospirò di felicità, beandosi del tocco angelico - quasi mistico - del compagno, amava il modo in cui infilava le dita nella sua folta chioma e pettinava i capelli arrivando fino alle punte. Non erano stanchi, erano solo... rilassati.
Come se per un attimo tutte le preoccupazioni fossero sparite nel nulla, come se la felicità pura esistesse per davvero.
Ed era piacevole illudersi.
Illudersi di un qualcosa che non poteva esistere se non nelle loro menti contorte, sbagliate. Perchè, avanti, come può la mente umana concepire l'idea che una nordcoreana amasse un sudcoreano? Ecco, era impossibile.
Impossibile come l'illusione: così effimera, sfuggente, non ne ha per nessuno.








Jimin si risvegliò dal suo stato di trance e strizzò un poco gli occhi, alzandosi col busto e costringendo la corvina a fare lo stesso. Ella dal canto suo non smise di tenere ferma la mano sul suo petto, guardandolo con occhi curiosi.

- Che succede?- domandò innocente. Il castano scosse la testa e sospirò, questa volta era tristezza.

- Sono le cinque del pomeriggio, Myung. Non arriverai a casa prima delle nove e mezza o le dieci- rispose.
La ragazza annuì alle sue parole e serrò la mascella, sembrava pensierosa.

- Quindi dovrei andar via?-

- Myung, cerca di capire...-

- Avevamo detto 'mai più'- insistette lei. Jimin si morse a sangue il labbro inferiore, si sentiva beccato.

- Non lascerò che passi tanto tempo prima del nostro prossimo incontro, ecco perchè 'mai più'- cercò di spiegare, Myung Jae non era convinta.

- Credevo che il nostro 'mai più' si riferisse al fatto che non sarei ritornata al Nord- borbottò con voce flebile.
Abbassò lo sguardo e deglutì, l'incomprensione era un altro amaro macigno da mandar giù. Il castano tirò un sorrisetto appena accennato e incontrò i suoi occhi sfiorandole il naso, l'indice poggiava sotto al suo mento.

- Guardami- le ordinò dolcemente. Myung obbedì.

- Ci rivedremo presto, non importa come, ma ci rivedremo. Ti ho già detto che non voglio che tutto questo finisca, che sono disposto a rischiare pur di stare con te anche solo per due secondi, ma più di così...- lasciò la frase in sospeso.
Gli occhi della ragazza si inumidirono a tal punto che alcune lacrime fuoriuscirono e le solcarono le guance. Capì cosa voleva dire, capì perfettamente.

- Non potrò mettere piede qui se non illegalmente, vero?- chiese ancora, perchè nonostante tutto sperava in una sua risposta negativa a riguardo. Jimin annuì.

- Sei minorenne e i tuoi genitori non sono d'accordo. Inoltre per passare al Sud ci vorrebbe un permesso speciale, non è semplice. Myung, sai che non ti dico bugie, non lo farei mai-

La corvina si sorbì il discorso in silenzio, a testa bassa e tirando su col naso come una bambina.
Scrollò le spalle e si portò una ciocca dietro l'orecchio, Jimin si sentì in dovere di darle conforto. Inclinò di lato la testa e sfiorò le sue labbra, dapprima con timore e dolcezza, poi sempre in maniera più vogliosa e passionale. Myung Jae chiuse gli occhi e ricambiò il bacio accarezzandogli una guancia e facendo cerchi concentrici col pollice.
Si staccarono poco dopo e incominciarono a vestirsi, Jimin si rese conto del mosaico di indumenti che c'era attorno a loro e arrossì pensando a ciò che avevano fatto l'ora prima.

- Sei tutto rosso- ridacchiò beffarda la compagna. Egli mise il broncio e assottigliò gli occhi.

- Non è vero-

- Sì invece. A cosa stai pensando, piccolo teppistello?- continuò a ridere lei e Jimin fu certo che quella era la vera felicità, poco importava se si trattava di illusione o meno.

Quel sorriso l'avrebbe ucciso ogni volta.






































































* * *














































































I due amanti non si accorsero dello scorrere del tempo, semplicemente presero l'autobus e le varie metro con la loro solita nonchalance, tutto era automatico. Myung era parecchio stanca, poggiava la testa sulla spalla del castano ogni qualvolta udiva il rumore delle rotaie sui binari, Jimin invece era nervoso.
Più quelle dannate rotaie si muovevano in direzione opposta a Seoul, più sentiva che il tempo trascorreva velocemente e senza pietà: ogni minuto, ogni secondo era ormai perso per sempre.

E quando dovettero salutarsi fu ancora peggio: il cielo si era scurito, la brezza leggera si era trasformata in vento gelido e lo sguardo distaccato e impassibile delle guardie diventava di troppo man mano che i due cercavano di dirsi qualcosa sperando di non risultare eccessivamente smielati.

- Allora... ci vediamo- fece incerta Myung Jae, grattandosi il braccio. Jimin sbattè più volte le palpebre.

- Oh sì, certo. Ci vedremo quindi... a presto- era piuttosto imbarazzato, una delle guardie sbatteva il piede a terra incessantemente.
Aveva le braccia conserte e l'occhiata che gli rivolse non era delle migliori.

- Mi mancherai- Myung si morse il labbro inferiore e lo guardò dritto negli occhi, i suoi luccicavano. Uno strano magone prese a torturarle la gola.

- Anche a me. Tanto tanto-

La ragazza mosse due passi nella sua direzione e lo abbracciò, al diavolo la discrezione e il parere altrui. Lo strinse a sè per quanto era possibile e nascose il viso nel suo cappotto, strofinando il capo come se fosse un micino bisognoso della madre.
Jimin le baciò la fronte e le prese il viso con le mani.

- Non farmi stare in pensiero, appena torni mandami un messaggio e fai attenzione ai malintenzionati- sussurrò apprensivo.

- Non preoccuparti-

- Ti amo- non le diede il tempo di rispondere che subito catturò le sue labbra in un casto bacio finale.

Non durò più di qualche secondo, voleva avere un contatto con la sua pelle per l'ultima volta. Myung si staccò da lui leggermente frastornata e ridacchiò grattandosi la nuca.
Non si sarebbe mai abituata a Jimin. Decisamente.






Sulla via del ritorno si preparò un intero discorso mentale, pronta a giustificare la sua lunga assenza in tutti i modi possibili e immaginabili. Era anche disposta a dire che l'avevano trattenuta con i lavoretti extra per pulire i luridi cessi scolastici, nessuno doveva sapere che fine avesse fatto per quello scorcio di tempo.
Per sua fortuna i genitori se la bevvero e inoltre la divisa scolastica era una prova in più.

L'unica sospettosa era Min Seo, che non aveva smesso di fissarla sin da quando aveva rimesso piede in casa.
Osservò il modo in cui si lanciò sul materasso e alzò un sopracciglio.

- Com'è che sprizzi gioia da tutti i pori?- esordì sarcastica, affiancandola. Myung non rispose, o meglio, non subito.
Tirò un sorriso sghembo e agitò le gambe in aria, aveva ancora indosso l'uniforme.

- Si da il caso che sia ora di dormire, quand'è che ti deciderai a mettere il pigiama?-

- E basta, come sei pesante!- la minore le rivolse un'occhiataccia e si alzò giusto per prendere la vestaglia.
Ritornò successivamente e si tirò le coperte fin sopra il naso, lasciando scoperti solo gli occhi. Era euforica, questo non poteva negarlo.

- Davvero non capisco cosa ci trovi di eccitante nel pulire i bagni della scuola. Mah, tu sei tutta strana- mormorò pigramente Min Seo, volgendole le spalle e coricandosi meglio su di un lato.
Myung Jae era indecisa sul da farsi, era difficile tenere tutto dentro e inoltre era pur sempre sua sorella maggiore, si fidava e anzi, Min Seo era il suo punto di riferimento. Come lo è il Nord per la bussola.

- Unnie mi vuoi bene, giusto?- domandò tutt'a un tratto. La più grande sussultò.

- Certo, come mai una domanda simile?-

- Sai che per me sei sempre stata come un idolo, una persona esemplare, vero?-

- Myung Jae, non capisco dove vuoi andare a parare, per favore arriva dritta al...- la ragazza non le lasciò completare la frase.

- Non sono stata a scuola, ho mentito- ammise.
Min Seo sgranò gli occhi e di questo Myung se ne accorse anche se era immersa nell'oscurità totale.

- Che cosa?! Come... come hai..?-

- Ho passato la giornata con Jimin-

Non ce la faceva a far finta di nulla, non con sua sorella, non con l'unica persona che l'aveva sostenuta fino all'ultimo. Perchè di lei si poteva fidare, era sicura che non l'avrebbe mai detto a nessuno.
O meglio, ci sperava.

Ma il danno ormai era fatto e non poteva tirarsi indietro, Min Seo stette in silenzio.

- Di' qualcosa- le intimò la corvina.

- Cosa dovrei dire?-

- Mi proteggerai? Farai la spia come quando eravamo bambine o seguirai il buon senso?-

Myung in un certo senso volle metterla alla prova, voleva capire se Min Seo fosse cambiata da quando era piccola.
Doveva esserci un qualche mutamento nella sua persona, non poteva essere sempre e comunque la solita cocciuta ed irremovibile Go Min Seo. E l'avrebbe capito solo mettendo a nudo la verità, anche a costo di sacrificare le sue piccole gioie, altrimenti a cosa serviva l'amore fraterno?

- Myung Jae, io...-

- Siamo sorelle, non dimenticarlo. Qualche volta uno strappo alla regola non fa male- consigliò.
Min Seo non ebbe il coraggio di rispondere, era indecisa. Il dilemma era appena incominciato.

La più piccola dormì serena, convinta che la sorella avrebbe chiuso un occhio, Min Seo venne invasa dai dubbi, dalle incertezze e da responsabilità che non dovevano esistere. Il solo fatto che la piccola avesse riposto l'intera fiducia in lei le smosse le viscere.
Non fu una bella notte, i mostri più antichi e profondi si rifecero vivi dall'anticamera del suo cervello.

Aiutare la sorella a sognare o fare la spia come ai vecchi tempi?




























































































* * *


















































































Passarono giorni dal loro ultimo incontro e Jimin diventava sempre più ribelle e insolente. Tanto da essere cacciato fuori dalla classe durante l'ora di scienze, il professore lo aveva colto in flagrante mentre era assorto nei suoi pensieri e messaggiava assiduamente con Myung Jae.
La loro chiacchierata continuò e a quanto pare si aggiunse anche quella col preside.

Tutti non facevano altro che ribadirgli che era cambiato, che non riuscivano a capire come lo avesse fatto così velocemente - e così drasticamente - e i suoi stessi genitori erano preoccupati.
Mamma aveva cominciato ad andare a trovarlo almeno tre o quattro volte a settimana per portargli del cibo o per dare una pulita a casa, papà lo invitava a trascorrere qualche oretta nel bar di famiglia e Jungkook lo intratteneva più del solito in sala da ballo.
Insomma, tutti si comportavano come se avesse bisogno di distrarsi, come se quello turbato fosse lui e non il mondo intero.

Ripensò al messaggio che Taehyung gli inviò due mesi prima e quasi si mise a ridere, era incredibile come quel ragazzo si accorgesse dei cambiamenti prima di tutti, prima ancora che questi dovessero effettivamente arrivare.
Tuttavia non furono i discorsi melodrammatici di Jin a frenare la sua voglia di vedere Myung Jae e nemmeno i suoi genitori che, per quanto gli volessero bene e gli dimostrassero affetto, non si degnavano di andare più a fondo nella faccenda. La sua mente era troppo occupata ad organizzare il loro prossimo incontro, non importava se ciò significava stare con gli occhi incollati al cellulare in piena notte.





Quando ci vediamo? **

Le aveva inviato poco prima della mezzanotte.

Sabato sono libera, direi che è perfetto... sempre se per te va bene >.<
(00:02)


La risposta non si fece attendere. Jimin sorrise ingenuamente e pigiò i tasti sullo schermo.

Va benissimo. Facciamo la mattina alle sei? Come l'altra volta *_*
(00:05)

Va bene! Oddio ancora non ci credo, ogni volta mi pare di stare in un sogno, è davvero stupendo...
(00:08)


Continuarono a conversare scrivendosi del più e del meno e raccontandosi le proprie rispettive giornate, fin quando Myung non toccò un tasto dolente:

Sai, non ti arrabbiare, ma ho detto a Min Seo del nostro scorso incontro... scusami tanto!
E' che non ce la facevo a tenermi tutto dentro, giuro che mi sentivo esplodere, avevo il bisogno di parlarne con qualcuno. E poi non preoccuparti, Min Seo è buona, non farebbe male ad una mosca, figuriamoci a sua sorella!
Mi proteggerà, non dirà nulla sta' tranquillo <3
(00:44)


Jimin s'irrigidì nel leggere quel messaggio e sospirò, riprendendo a scriverle l'attimo successivo:

Arrabbiarmi? Come puoi pensare anche solo minimamente che mi arrabbierei con te?
Non lo sono, solo... ti chiedo di fare attenzione. So che è tua sorella, che vi volete bene eccetera, ma sinceramente non mi fido più di tanto... non dirlo mai più a nessuno, chiaro?
Se poi sei sicura che Min Seo è disposta a mantenere segreto un qualcosa più grande di lei allora è okay, ma per il resto non parlarne con nessuno.
(00:49)


Va bene... oppa. Mi sono accorta di non averti mai chiamato in questo modo, però credo sia una cosa carina, e poi stai benissimo nelle vesti dell'oppa ideale xD
Quando vengo non farò altro che chiamarti così per tutto il tempo, fino a quando non perdi le staffe ;P
(00:52)


Il castano ridacchiò al messaggio, certo che era proprio singolare...

Poi ti faccio il solletico, vediamo se continui a chiamarmi così... e comunque... sì, non mi dispiace essere il tuo oppa u.u
(00:55)


Dopo essersi augurati la buonanotte spensero entrambi la chat, Jimin si rannicchiò nelle coperte e serrò gli occhi.

Non sapeva se Myung avesse fatto la stessa cosa nell'altra nazione, quel che era certo è che non era più online.














































































* * *

































































Marzo era giunto, la primavera stava prendendo il posto dell'inverno e il freddo non era poi così insopportabile. Il sole era più luminoso e gli uccellini stavano incominciando a scaldare la voce per i prossimi giorni.
Myung Jae si svegliò verso le cinque e mezza, constatando che era in un immenso ritardo.

Poggiò i piedi a terra incurandosi dei brividi lungo la schiena e si vestì in fretta e furia, decise di lasciare lo zaino a casa, non c'era tempo. Prese due cioccolatini dal vassoio sul tavolino che usavano per mangiare, suo padre ne aveva portati una manciata dalla fabbrica sostenendo che fossero i migliori del paese e sorrise nel pensare che voleva condividerli con Jimin.
Proprio mentre stava per varcare la soglia della porta d'ingresso, una voce tuonò in salotto.

- Non così in fretta!-

Papà.

Myung strizzò gli occhi e abbassò la testa, voltandosi lentamente verso di lui. Rimase sorpresa nel vedere Min Seo al suo fianco.

- Unnie che cosa..?-

- E così volevi fuggire ancora! Non ti sono bastate le mie frustate e quelle dei capi dei campi, oh certo che no! Hai bisogno di essere rinchiusa a vita in camera o preferisci una fucilata alla tempia da parte del nostro leader?- il tono dell'uomo era sarcastico, un insostenibile sarcasmo.
Min Seo deglutiva e faticava a reggere lo sguardo deluso della sorella.

- Min Seo, credevo che mi avresti protetta- mormorò affranta. La più grande stette a testa bassa.

- N-non potevo permettermelo. Non un'altra volta- disse soltanto.
Myung Jae fissò il suo volto con la bocca semiaperta, una lacrima sfuggì al suo controllo.

Si era illusa ancora una volta, e ancora una volta Min Seo aveva preferito non macchiarsi l'anima di un peccato la cui autrice non era lei.
Non si era resa conto, però, che un peccato l'aveva commesso: l'infedeltà.

Prevedibile, cocciuta, irremovibile Go Min Seo.
Stupida, ingenua, illusa di una Go Myung Jae
.


***
Annyeong popolo ^^  credevate che non avrei pubblicato? xD nah, mi sono solo sbrigata tardi lol >///<  okay allora, dovrei fare delle piccoliiiiiissime precisazioni: 1) Myung non è stata una scema a raccontare la verità alla sorella, come ho detto nella storia, lei si fida della più grande perchè è la più acculturata della famiglia e sembra quella più aperta di mente. Myung e Min Seo sono due opposti: Min Seo è sognatrice, certo, ma si limita a tracciare un bel divisorio (come quello tra Nord e Sud Corea lol) fra realtà e fantasia, quindi non ha il coraggio di compiere passi più grandi di lei; Myung è un vulcano di energia, non c'è niente da fare. E poi, grazie all'amore che prova per Jimin, è disposta davvero a tutto pur di realizzare i suoi desideri, le sue "vane" speranze. Ha parlato con la sorella perchè sì, voleva vedere come reagiva e se fosse davvero maturata nelle settimane in cui era mancata, insomma non riesce a credere che la sua sia solo una facciata. Min Seo però, come vedrete, non si scompone più di tanto... diciamo che con lei ho voluto rappresentare la 'corruzione' della società nordcoreana, il fatto che per quanto uno di loro possa studiare e ammazzarsi sui libri, resterà comunque legato alla sua terra e ai principi impartiti dal dittatore - fin quando lui manipola pure l'informazione, nessuno potrà ribellarsi e rendersi conto della realtà.
Beeeene, detto questo vi saluto che ho scritto la Bibbia XDXD  scappo, un bacione grosso a tuttiiiiii   _MartyK_ <3
   
 
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