Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: whitecoffee    29/10/2017    2 recensioni
❝«Alle medie, il mio posto era il sessantaquattresimo. Proprio come il tuo un mese fa, Park JiMin».
«Come hai fatto, ad arrivare primo?»
«Per giungere in cima, devi eliminare sessantatré persone».❞
- Dove Kim NamJoon è il numero uno nella graduatoria scolastica. Insieme a Kim SeokJin, Kim TaeHyung e Jung HoSeok fa parte un gruppo chiamato "Club 101", i cui membri consistono solo ed unicamente dei primi quattro studenti in classifica.
Park JiMin è al sessantaquattresimo posto e vorrebbe arrivare al secondo, per riuscire ad entrare nel club. Ma lui non sa che, per difendere il podio, SeokJin non si fermerà davanti a nulla.
Min YoonAe è una comune studentessa con un elevato senso della morale e un paio di conti in sospeso col Club 101.
E Min YoonGi è una vittima del sistema.
highschool!AU | bully!AU | NamJoon!centric | NamMin/NamGi bromance
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad, "taewkward".
» Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=IGOGKQfna_k
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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P L U T O





X.

❚❚ e x p o s e d ❚❚


“In tutto, c’è un ordine prestabilito. Non puoi guardare troppo avanti. Fallo e perderai l’immagine di ciò che stai affrontando al momento, ed inciamperai. Devi guardare oltre un poco alla volta, o altrimenti urterai qualcosa. Devi seguire l’ordine e allo stesso tempo, mantenere un occhio su quel che c’è avanti. È cruciale, non importa quel che tu stia facendo.”
ㅡ Haruki MurakamiKafka sulla Spiaggia


30 Ottobre
 


Voglio sapere cosa c’è dietro al club 101, NamJoon.

 

Niente.

 

Bugiardo. Hai di nuovo lasciato qui il diario. Davvero ti aspettavi che io non lo leggessi?
 

Perché t’interessa tanto?

 

Min YoonGi è mio fratello.

 

Mi dispiace.

 

Puoi fare meglio di così.

 

Come sta…?

 

Non esce mai di casa, da quella famosa notte di due anni fa. Ogni mattina, passo a salutarlo nella sua stanza. E vedo sempre il solito volto privo di espressione, pallido come la calce. Mio fratello non vive più. Si limita a sopravvivere, trascinandosi faticosamente fino alla fine delle ventiquattrore. Qualche volta, lo accompagniamo in ospedale, ed una nuova fasciatura compare sul suo minuto polso esangue. Kim SeokJin ha rovinato la sua esistenza, ed io ho aspettato a lungo questo momento. Mi sono allenata duramente nell’hapkido tutti i giorni, per poter arrivare dove sono ora, e riuscire a non lasciarmi intimidire dalla sua presenza. Ho il diritto di sapere.

 

Non hai letto, nella pagina di ieri? Sono stato io a non lasciar uscire YoonGi, quella notte. Dovresti prendertela anche con me.

 
Sono più piccola, ma non stupida, NamJoon. Ti ho visto, all’ospedale, quella volta. Ho sentito la tua voce chiedere ai medici come stesse il ragazzo della stanza 35. Ho saputo dei tuoi turni di notte, del nuovo modello di computer che era apparso qualche giorno dopo accanto al letto di mio fratello. Sulle prime, avevo creduto che fossi un suo amico. Ma poi, rivedendoti a scuola, le mie compagne hanno cominciato a parlarmi di te. Ed allora ho provato una sensazione indefinita, nei tuoi confronti. Perché uno stupido e viziato figlio di papà, che otteneva il punteggio più alto dell’istituto fin dal primo anno, veniva in ospedale tutti i giorni? Aspettando che mio fratello si riprendesse? Poi, ti vidi con Jin. E allora capii. Sulle prime mi arrabbiai, ma tu continuavi a venire. Senza entrare mai nella stanza di YoonGi, accontentandoti di rimanere lì fuori. Molto più importante di quello, c’era il tuo sguardo. Addolorato. Sofferente. Sembravi veramente dispiaciuto di quanto fosse appena accaduto. Tra l’altro, sei stato l’unico in tutta la scuola, ad andarlo a trovare. Sebbene lui non lo sapesse. E sì, ho letto benissimo. Per quanto tu ti creda corrotto come loro, non lo sei. Nel profondo del tuo animo, sei ancora capace di discernere il bene dal male. Non ce l’ho con te. Non potrei. Alla fine dei conti, anche tu sei soltanto una vittima di un sistema più grande, che cerca di mangiarti vivo ogni giorno che passa, e scandisce la tua vita come il pericoloso ticchettare di un orologio. Corri sul filo, NamJoon, in equilibrio fra pazzia ed esaurimento, vagolando nell’apatia. Sono anni che ti osservo. Non sei una cattiva persona. Non sei come Jin.




 

   
 
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