Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Saigo il SenzaVolto    30/10/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 

La Fine o l’Inizio?


“COSA?!” esclamò incredulo Naruto. “HAI TROVATO IL MANUFATTO?”

Boruto si limitò ad incurvare un sopracciglio e ad annuire una volta sola. Gli altri lo guardavano pieni di stupore e trepidazione. Lui e Eren avevano usato il kunai del Quarto Hokage per farsi teletrasportare di nuovo a Shiganshina da Minato, e una volta giunti a destinazione avevano subito dato la notizia a tutti. E adesso erano tornati per l’ennesima volta nella stessa sala in cui erano stati ben due volte di fila.

“Allora dov’è questo manufatto?” lo incalzò Fugaku, guardandolo seriamente.

Boruto sorrise, tirando fuori il braccio da sotto il mantello e mostrando loro un piccolo oggetto nella sua mano destra. Naruto, Sasuke e gli altri si avvicinarono a lui per esaminarlo.

L’oggetto in questione era un piccolo anello dorato di qualche centimetro di dimensioni, contornato da sottili venature rialzate fatte d’argento bianco. Nella parte superiore del piccolo gioiello era stato incastonato uno smeraldo verde all’interno di una rientranza nell’anello, il quale aveva una forma romboidale.

Kushina alzò un sopracciglio. “Questo?” chiese con incredulità. “Questo minuscolo anello dovrebbe essere il terzo manufatto?”

Il Nukenin annuì di nuovo. “Ne sono certo.” rispose con un tono privo di emozione. “Ho percepito chiaramente questo anello emettere chakra mentre io ed Eren eravamo nell’avamposto. Non può che essere così.”

Sasuke incrociò le braccia. “Ma se lo avete trovato nell’accampamento di Marley,” disse con serietà. “Allora perché lo scettro ci ha condotto in questa città? Perché non direttamente lì?”

Il biondo non rispose subito. In effetti questa cosa non era normale. Sia la collana che portava al collo che lo scettro in mano a Minato erano stati ritrovati nei punti indicati rispettivamente dall’Eremita e dal manufatto stesso. Non si erano mai sbagliati prima d’ora. Non avevano mai indicato un luogo diverso.

Ma allora perché questo anello non si trovava Shiganshina? Possibile che non fosse davvero un manufatto? Eppure Boruto era certo che avesse emesso chakra. L’onda di energia che aveva percepito tre ore fa proveniva senza ombra di dubbio da quell’oggetto. Lo aveva visto col Jougan. Ne era sicuro.

Ma allora perche? Perché lo scettro aveva mostrato a Sasuke questo posto? Perché non li aveva condotti direttamente nell’avamposto di Marley?

“Non lo so,” rispose il giovane. “Ma sono certo che abbia emesso un’onda di energia simile a quella della collana e dello scettro. L’ho visto io stesso.”

Minato aveva tentato di riflettere in silenzio. “Ho delle ipotesi.” disse improvvisamente. Tutti si voltarono verso di lui.

“Le ipotesi che mi sembrano più concrete sono due,” spiegò l’Hokage. “O questo anello non è un vero manufatto, oppure non è IL manufatto.”

I nove ninja rimasero perplessi dalle sue parole. Cosa voleva dire? Eren restava in silenzio, osservando la scena senza sapere bene di cosa stessero parlando.

Naruto si grattò la testa, completamente perso. “Eh?”

L’occhio di Boruto si ridusse ad una fessura. “Hokage, lei sta forse implicando che possano esistere altri manufatti?” domandò con un tono scettico.

Minato fece un cenno col capo. “È pur sempre un’ipotesi.” rispose. “Se questo anello ci rivelerà qualcosa allora vuol dire che esso è un manufatto. Ma se ci basiamo sul criterio che ogni manufatto debba essere trovato nel punto indicato dagli altri, allora questo non quadra. Tuttavia, se in questo mondo esistessero diversi oggetti infusi di chakra come i manufatti, allora le cose cambiano. Potrebbero esistere diversi tipi di manufatti in questo mondo, e quello potrebbe essere uno di quelli.”

Sarada capì quello che voleva dire. “Cioè lei sta dicendo,”disse lentamente. “Che anche se l’anello fosse un manufatto, potrebbe comunque non essere quello che stiamo cercando noi?”

“Se ci basiamo sul fatto che quelli che cerchiamo debbano trovarsi necessariamente nel punto indicato dagli altri allora sì.” rispose l’Hokage.

Sasuke fece un sospiro. “Secondo me è inutile spremersi il cervello in questo modo,” disse con un tono frustrato. “Proviamo semplicemente ad assorbire l’energia dell’anello e vediamo che succede!”

“Ma chi sarà a farlo stavolta?” domandò Sakura.

Naruto si fece avanti. “Lo farò io!” dichiarò con un ghigno.

La curiosità era troppa. Si era sempre chiesto che cosa fosse successo a Boruto e Sasuke quando avevano assorbito l’energia dai manufatti. Stavolta voleva vederlo coi suoi stessi occhi. Era curioso di vedere cosa avrebbe potuto mostrargli quel’anello.

‘Frena la curiosità, moccioso.’ lo richiamò improvvisamente il Kyuubi. ‘Se accadrà quello che penso io, allora stai certo che non vedrai un bel nulla!’

“UH?”

“Spiacente ma non sarai tu a farlo.” disse Sasuke con un sorrisetto. “Ci vuole qualcuno in grado di esprimere e spiegare bene cosa mostrerà il manufatto, e sappiamo tutti che le tue abilità di comprensione e spiegazione non sono le migliori!”

Naruto divenne rosso dalla rabbia. “COOOSA?” fece il biondo, il suo sguardo comicamente rabbioso e imbarazzato. “Come ti permetti, Teme? Io sono capacissimo di spiegare per filo e per segno ogni cosa come chiunque altro! Vero, ragazzi?”

Ma, con suo enorme rammarico, nessuno gli rispose. Tutti voltarono la testa da un’altra parte pur di non guardarlo, i loro sguardi pieni di compassione e tensione. Persino i suoi genitori non riuscirono a guardarlo negli occhi senza deludere le sue aspettative.

Naruto sentì la morsa della depressione accarezzarlo, i suoi occhi versarono lacrime come fiumi. “N-Nessuno mi da ragione!” pensò con tristezza. “Persino mamma e papà non mi guardano! Sono davvero così stupido ai loro occhi?”

Il Kyuubi rise di gusto. ‘Bwahahah! Avevo ragione io! Lo sanno tutti che il tuo cervello fa pena! Solo un cieco non lo avrebbe capito!’

Mentre Naruto si ritirò in un angolo della stanza a deprimersi, gli altri tornarono immediatamente seri.

“Bando alle ciance,” riprese a dire Boruto. “Chi sarà ad assorbire l’energia stavolta?”

“Posso rifarlo io!” disse Sasuke con un tono serio.

Il Nukenin lo fissò di sbieco. “Sbaglio o sei stato tu a dirmi che non ti fidavi di me l’ultima volta, Uchiha?” lo incalzò subito. “Sappi che la cosa è reciproca. Questa volta chiedo che sia qualcun altro oltre a noi due a farlo!”

Il giovane Uchiha strinse i pugni ma non replicò. In fondo Boruto aveva ragione, anche se non l’avrebbe mai ammesso apertamente. A causa dei sospetti che aveva avuto su di lui nei giorni precedenti aveva messo a rischio l’intera missione. E anche la propria vita. Non ci teneva a riaprire un secondo conflitto con quel mostro dalle sembianza umane. Non era un suicida.

“Molto bene,” dichiarò allora Minato per risolvere la tensione. “Sarò io a farlo stavolta!”

Nessuno replicò all’affermazione dell’Hokage. Boruto gli passò subito l’anello, e Minato si preparò a compiere l’operazione. Tirando fuori un kunai, prese la mira e lo scagliò con precisione sopra lo smeraldo. Il suo corpo s’irrigidì in anticipo, gli occhi serrati e i denti stretti dalla tensione. Gli altri lo osservavano con attenzione.

Ma non accadde nulla.

Passarono alcuni secondi di silenzio puro. Non si udiva una mosca volare in aria.

Minato riaprì gli occhi, confuso. Tentò una seconda volta. Poi una terza, e una quarta. Nessun risultato. Nessun getto di chakra fuoriuscì dall’anello. Tutti rimasero stupiti e confusi.

Eren si grattò la testa. “Si può sapere che state cercando di fare?” chiese.

Nessuno gli rispose per diversi secondi, continuando a fissare con sconvolgimento l’anello. Perché non stava accadendo nulla? Lo smeraldo avrebbe dovuto rilasciare un getto di energia, e invece non stava accadendo assolutamente niente.

“Cosa sta succedendo?” si domandò Boruto, perplesso. “Perché non sta funzionando? Abbiamo ottenuto tutti i manufatti, dovrebbe accadere qualcosa!”

Minato continuò a scrutare lo smeraldo. “Non funziona… Forse non si tratta veramente di quello che cerchiamo…”

“Non ci sto più capendo nulla!” esclamò mentalmente Kushina.

La prima a rompere il silenzio fu Mikoto. “Il manufatto avrebbe dovuto rilasciare energia una volta colpito,” disse con un tono serio. “Ma stavolta non sta succedendo nulla…”

“La cosa è strana,” tentò di ragionare Sarada. “Finora ha sempre funzionato!”

“Forse stiamo saltando un passaggio?” suggerì Hinata timidamente.

Fugaku si rivolse a Boruto. “Sei certo di aver visto dell’energia uscire da questo anello?” domandò.

Il biondo lo fissò col suo occhio gelido. “Che ci crediate o meno io non ho mai mentito,” si difese semplicemente. “Ho visto perfettamente quel gioiello emanare chakra mentre eravamo nell’avamposto. Non ho idea del perché non stia succedendo niente questa volta.”

Naruto sospirò. “Forse non è davvero il manufatto che cerchiamo.”

Sasuke si portò una mano al mento. C’era qualcosa che non quadrava. Dovevano riflettere. Se Boruto stava dicendo la verità, allora perché quell’anello non stava mostrando loro nulla? Possibile che stessero dimenticando qualcosa? C’era davvero la possibilità che stessero tutti saltando un particolare?

“Propongo di provare ad infondere chakra dentro il manufatto,” disse allora il giovane Uchiha. “Proviamo la cosa inversa. Potrebbe accadere qualcosa.”

Minato annuì. Valeva la pena tentare. Accumulando un po’ di chakra nella mano, il Quarto Hokage provò subito a farlo passare dentro l’anello, ma non funzionò neanche questo.

Appena l’energia toccava lo smeraldo infatti, da esso partiva un blocco che attaccava e rilasciava il chakra esterno, dissolvendolo nell’aria similmente a quello che aveva fatto anche la collana quando ci avevano tentato.

“Neanche questo funziona,” disse Minato. “Ma sento che c’è qualcosa che impedisce al mio chakra di entrare dentro all’anello, esattamente com’è successo con la collana che abbiamo trovato dai Goblin. Il blocco di energia è lo stesso.”

Questo era un bel problema. Era indiscutibile il fatto che lo smeraldo nel gioiello avesse energia a questo punto, ma non potevano toccarla in alcun modo. Era tutto inutile.

Sakura ebbe un’idea. “E se provassimo a mettere tutti e tre i manufatti vicini? Proprio in contatto tra di loro?” suggerì a tutti. “Magari accadrà qualcosa!”

Boruto si tolse la collana e la prese nelle mani, mettendola in contatto con lo scettro e l’anello tenuti dall’Hokage.

Passarono dieci secondi.

Poi venti.

Poi trenta.

“AAAARGH! NON STA FUNZIONANDO!” esclamò Naruto con frustrazione, le mani che si scompigliavano i capelli. “Che cosa diavolo dobbiamo fare?”

Tutti i presenti condividevano la sua stessa frustrazione. Possibile che non stesse accadendo niente? Erano tornati al punto di partenza. Cosa avrebbero dovuto fare a questo punto?

Sasuke sospirò deluso. “A quanto pare non è l’oggetto che cerchiamo,” disse lentamente. “L’unica opzione che ci rimane è continuare a cercare nella città. Forse troveremo il vero manufatto facendo così.”

Kushina si poggiò le mani sui fianchi, stressata. “Sono due giorni che continuiamo ad esplorare questo posto distrutto!” sbottò con foga. “Non abbiamo ancora trovato niente! Non credo proprio che salterà qualcosa così all’improvviso!”

Boruto tentò di ragionare. “Possibile che abbia davvero preso un manufatto sbagliato? Sono certo che abbia emesso energia, ma…”

“È l’unica scelta che ci rimane!” concluse Minato. “Non abbiamo altre ipotesi al momento.”

Fugaku si fece avanti. “Ho una proposta.” disse seriamente. “Potremmo dividerci in gruppi. Un gruppo resterà a cercare di capire se questi tre oggetti possano mostrarci qualcosa, mentre gli altri continueranno le ricerche in città!”

L’idea era fattibile. A questo punto non restava che rassegnarsi e tentare. Non c’era nulla da perdere.

“D’accordo,” fece allora Boruto. “Io, Hinata Hyuuga e gli Uchiha riprenderemo le ricerche, dato che i nostri occhi ci permetteranno di notare subito altre emissioni di chakra. Gli altri continuate a tent-”

“Non ce ne sarà bisogno, giovani Ninja.” fece un’improvvisa voce stranamente familiare.

Tutti si voltarono di scatto verso la finestra della stanza.

Lì, dal nulla e senza preavviso, era comparsa misteriosamente la figura dell’Eremita delle Sei Vie, il suo solito bastone alle mani, il corpo sempre fluttuante nell’aria e circondato dalle strane sfere nere.

Naruto e gli altri sgranarono gli occhi, scioccati nel vederlo apparire così all’improvviso.

“Vecchio Eremita!” esclamò Naruto dalla sorpresa, puntandogli un dito addosso. “Sei proprio tu?”

Hagoromo sorrise. “Sono proprio io, giovane Naruto.” disse con il suo tono calmo e pacato. “Vedo che siete riusciti a recuperare tutti i manufatti. Vi faccio i miei complimenti!”

I dieci ninja non riuscivano a crederci. L’Eremita delle Sei Vie era tornato di nuovo. Com’era possibile? Cosa stava succedendo? Eren rimase talmente sconvolto da quello che stava vedendo che tutto il suo corpo s'irrigidì all'istante, restando immobile per lo sconvolgimento.

“Piacere di conoscerti, Eren Jaeger.” fece poi l’anziano rivolgendosi lentamente verso il ragazzo moro. “Io sono Hagoromo Otsutsuki, e sono colui che ha condotto qui questi dieci ninja per poter salvare i vostri mondi dalla minaccia del drago Vrangr.”

Eren rimase colpito dalle sue parole e dal suo aspetto. “P-Piacere mio!” ricambiò a sua volta, stupito. “Se posso chiederle, come fa ha conoscere il mio nome?”

Hagoromo gli rivolse un sorriso benevolo. “Conosco molte cose di molti mondi,” rispose lentamente. “Ma non temere, non sei in pericolo qui. Ti chiedo di fidarti delle mie parole. Dopo avremo modo di parlare più a fondo.”

Appena finì di parlare, Minato fece un passo avanti. “C-Cosa ci fa lei qui, Eremita?” domandò con esitazione. “Perché è comparso così all’improvviso?”

L’anziano essere ridacchiò divertito. “Non ricordate? Vi avevo detto che ci saremmo rivisti di nuovo una volta che avreste recuperato tutti i manufatti necessari. E così, ora che avete completato la prima parte della vostra avventura, sono tornato per istruirvi su cosa dovrete fare da adesso in poi.”

Sakura inarcò un sopracciglio. “Quindi,” disse lentamente. “Abbiamo davvero recuperato tutti i manufatti?”

L’Eremita annuì. “Esatto, giovane Sakura.” rispose con calma. “Siete riusciti ad ottenerli molto prima di quanto mi aspettassi, in sole quattro settimane e mezzo. Devo farvi davvero i miei complimenti!”

Un profondo senso di sollievo e orgoglio cominciò a nascere nei cuori di tutti. L’Eremita si stava complimentando con tutti loro. Non era una cosa da poco.

Ma, prima che qualcuno potesse esultare, lo sguardo di Hagoromo si fece improvvisamente serio e penetrante.

“Tuttavia,” disse subito dopo, fissando coi suoi occhi viola tutti i dieci ninja dinanzi a sé. “Anche se siete riusciti a trovare i manufatti in anticipo, le notizie che vi porto non sono affatto buone!”

Boruto aggrottò le sopracciglia. “Cosa vuoi dire?” domandò, teso.

“Voglio dire che abbiamo un problema.” rispose l’anziano seriamente. “Circa tre giorni fa, Vrangr si è in qualche modo accorto della vostra presenza in questo mondo, e adesso sta accumulando sempre più energia dal nucleo di Eldia per riuscire ad eliminarvi quanto prima. Avete circa un mese di tempo per riuscire a sconfiggerlo prima che diventi troppo forte e riesca a distruggere questo mondo.”

Un brivido passò sulla schiena di tutti i presenti appena udirono quella sconvolgente notizia. Il drago si era accorto di loro! E lo avrebbero dovuto affrontare in meno di un mese! Non era affatto una bella notizia.

“Come ha fatto il drago a scoprirci?” chiese Sasuke con un tono preoccupato.

Hagoromo sospirò. “Non posso dirlo con certezza, ma deve aver percepito in qualche modo la comparsa della vostra energia in questo mondo. Non so come sia successo, ma oramai è tardi per pensare al passato. Siate però consapevoli di questo: ora che vi ha scoperto, il drago non vi lascerà più andare! Anche se doveste decidere ora di tornare nel vostro mondo, lui riuscirebbe a rintracciarvi e a farvi fuori lo stesso! Non avete più la possibilità di scampare alla sua collera!”

Il silenzio riprese a regnare sovrano nella sala. Nessuno osò aprire bocca. La tensione era alle stelle. Adesso erano tutti davvero preoccupati. Non potevano più tornare a casa senza rischiare di mettere in pericolo il loro mondo. Non avrebbero potuto sfuggire all’ira del drago. Non potevano lasciare Eldia finché non fosse morto.

“H-Ho paura!” pensò Hinata, le sue mani e le gambe tremanti. “N-Non voglio morire per mano del drago!”

Lei più di tutti sentì la tensione pesargli sulle spalle. Non era mai stata una persona coraggiosa. Non poteva fare a meno di sentirsi spaventata a morte dalla notizia. Il solo pensiero di poter rischiare la vita contro la potenza di una creatura possente e mostruosa come un drago la faceva tremare come una foglia. Sapeva di essere uno Shinobi, ed uno Shinobi deve anche saper affrontare la morte, ma la paura era più forte di lei. Non era certa di potercela fare.

Immersa in questi pensieri, la ragazza trasalì appena sentì una mano poggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Si voltò di scatto e vide che era stato Naruto a toccarla, il quale aveva un sorriso confidente in volto e lo sguardo rivolto all’Eremita.

“Non importa!” disse il biondo con determinazione ed un fuoco negli occhi. “Sapevamo che non avremmo potuto più tirarci indietro sin dall’inizio! Non mi lascerò intimidire da una simile bazzecola! Io andrò avanti lo stesso!”

Hinata sgranò gli occhi. Nel vedere lo sguardo di Naruto, lei non poté evitare di sentirsi un po’ più sollevata. Non poté fare a meno di ammirare per l’ennesima volta il suo coraggio e la sua capacità di non arrendersi mai. Le parole che le aveva detto nella Fortezza le tornarono in mente come un lampo.
 

“Anche se sei in pericolo, io ti proteggerò! Sei libera di tentare ancora per tutto il tempo che ti serve! Io sarò sempre al tuo fianco, quindi niente e nessuno ti potrà fare del male! Non ho paura di morire, se questo vuol dire che posso riuscire a proteggerti!”
 

Hinata prese la sua decisione.

Non si sarebbe potuta arrendere neanche lei. Non avrebbe lasciato Naruto da solo contro quel drago. Non avrebbe permesso né a lui né tantomeno a Boruto di affrontarlo da soli. Naruto era la persona che amava, e Boruto, anche se al momento non c’era rapporto tra loro, era pur sempre suo figlio. Non poteva permettere che accadesse qualcosa a quei due.

Anche gli altri membri del gruppo erano dello stesso parere di Naruto, e ritrovarono subito il coraggio dopo le sue parole.

“Non basterà un drago a fermarci!” dichiarò Sakura con un pugno alzato. “Vero, Sasuke-kun?”

L’Uchiha sorrise. “Hn. Certo che no. Non lascerò che il mondo per cui mio fratello ha lottato e creduto possa andare distrutto!”

Gli adulti del gruppo non poterono evitare di provare una punta d’orgoglio nel vedere i loro giovani ragazzi così determinati. Anche se erano cresciuti come orfani, nessuno dei due si era mai arreso, ed avevano sempre lottato per andare avanti. E anche se entrambi si erano separati per seguire strade e credi diversi, alla fine erano giunti nella stessa destinazione.

Boruto sorrise a sua volta, deciso più che mai a distruggere quel fantomatico drago e ritornare a casa.

“Ho fatto una promessa a Mikasa e Sora,” pensò con forza. “Non cederò dinanzi a nulla!”

Sarada fece schioccare i pugni, un fuoco ardente riflesso nei suoi occhi.

Neanche lei si sarebbe arresa. Il suo sogno era diventare un Hokage forte e rispettato da tutti, e quell’impresa era il primo passo per avvicinarsi al suo sogno. Non poteva tirarsi indietro. Doveva farlo per la sua famiglia, per i suoi amici e per il suo Villaggio.

E non avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo di lasciare Boruto da solo contro il drago. Questa era l’occasione per riuscire a riavere il suo amico d’infanzia. Non poteva sprecarla.

Eren sorrise nel vedere il loro coraggio. Tutti loro avevano deciso di combattere contro un drago senza esitazione. Un senso si ammirazione cominciò a nascere dentro di lui nel vedere i loro volti carichi di ardente determinazione.

E un’idea folle cominciò a formarsi nella sua testa.

L’Eremita sorrise nel vedere la decisione unanime del gruppo. “Siete veramente speciali.” pensò con sicurezza. “Il vostro coraggio e la vostra determinazione sono davvero incredibili. Ora capisco perché solo voi potete sconfiggere Vrangr…”

“Molto bene!” disse allora Hagoromo. “Allora adesso che avete trovato i manufatti, possiamo passare alla seconda e decisiva fase della missione.”

Boruto fece un passo avanti. “Avrei una domanda da farti prima!” disse improvvisamente.

L’anziano essere si voltò verso di lui. “E quale sarebbe, giovane Boruto?”

“Che cosa sono questi manufatti?” domandò il biondo con un tono serio, fissandolo col suo occhio impassibile. “Perché hai voluto che noi li recuperassimo? Cos’hanno di speciale?”

L’Eremita sorrise mentalmente. “Proprio come pensavo, sei astuto e sagace come sempre, Boruto Uzumaki.” pensò con divertimento. “Vuoi ottenere le informazioni prima di scoprire la prossima missione, in modo da comprendere prima la situazione e formulare un piano tutto tuo. Una mossa astuta.”

“Giusta osservazione.” disse il vecchio Otsutsuki con un sorriso. “Allora permettetemi di spiegare a tutti voi cosa sono questi tre manufatti che avete ottenuto ed il motivo per cui li avete dovuti prendere.”

Detto ciò, Hagoromo portò in avanti la mano destra e, con un rapido movimento del polso, all’improvviso la collana, lo scettro e l’anello scomparvero dalle mani di Boruto e Minato per riapparire un secondo dopo proprio davanti all’Eremita, sorprendendo tutti i presenti.

“Questi tre oggetti,” disse l’anziano essere lentamente. “Non sono dei semplici gioielli. Sono delle armi. Delle armi appartenute ad un antico Re di Eldia, un Re leggendario vissuto secoli e secoli fa. Ed esse sono le tre chiavi necessarie per sbloccare un certo potere che vi sarà molto utile contro Vrangr.”

Boruto aggrottò le sopracciglia. “Quale potere?” chiese.

L’Eremita li fissò con uno sguardo indecifrabile.

“Il Potere del Risveglio.”
 
 

Note dell'autore!!!
Salve a tutti! Come promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Anche se quest'ultimi due capitoli erano di transizione, spero che possiate apprezzarli lo stesso. Ciò che verrà rivelato in essi sarà l'introduzione a ciò che avverrà in seguito, così come essi rappresentano anche l'introduzione al finale della storia. Il prossimo capitolo uscirà mercoledì 1 novembre!

Grazie a tutti quelli che leggeranno e a quelli che commenteranno! A presto! ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Saigo il SenzaVolto