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Autore: Kifuru    02/11/2017    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16   

Il guardiano di pietra.


La maggior parte delle ferite riportate da Diciotto nell'ultimo scontro si rilevarono superficiali e non eccessivamente preoccupanti, ma alcune di esse erano comunque profonde e per questo la donna tentò di medicarle fin dove possibile.

 Più che per le piccole lacerazioni, le sue maggiori preoccupazioni erano rivolte ai veri e propri buchi in alcune parti del suo corpo, causati dai tremendi artigli.

In una breve sosta, la compagna di Crilin si impegnò a pulire e fasciare  le  ferite più gravi, bloccando eventuali infezioni con l'ausilio della propria energia artificiale. Anche se il suo organismo era molto forte e idoneo a resistere a pericoli e avversari molto più temibili dei mostri della foresta oscura, ella preferiva non correre alcun rischio. Non poteva minimamente immaginare quanto ancora avrebbe dovuto battersi, prima di raggiungere il suo obiettivo.

 Quel mondo aveva già ampiamente dimostrato una totale imprevedibilità.

Nelle successive ore di cammino, Diciotto si accorse di alcuni cambiamenti intorno a sè. Ebbe la chiara di impressione di aver finalmente trovato la direzione giusta da seguire. Il paesaggio cominciò ad essere diverso e la foresta divenne sempre meno fitta. Più andava avanti, maggiore era la sua convinzione che stava per raggiungere la fine di quell'oscura selva.

Pensò, che probabilmente il motivo per il quale non era riuscita a trovare, neanche dopo molte ore di cammino, la strada giusta da seguire, stava nella prova, che aveva appena superato. Era necessario prima affrontare il pericolo designato, per poter proseguire.

 Non poteva essere altrimenti e la cosa non le piaceva per niente, poichè era un'ennesima conferma del fatto di essere manovrata da un nemico ancora sconosciuto.

< < Per il momento starò al loro gioco. La mia energia è infinita, ma il mio tempo non lo è > > pensò la cyborg, mentre, anche se per brevi momenti, si lasciava sopraffare dai sentimenti e dalla nostalgia.

Crilin le mancava da morire. Tutto quello che era successo l'aveva scossa profondamente, anche se tentava disperatamente di non  manifestarlo apertamente. Lo scontro fra il fratello gemello e il suo uomo, gli effetti di quella maledetta tecnica e il sonno di morte di Crilin. Non poteva  immaginare una vita senza di lui e quel viaggio era forse l'unica possibilità per salvarlo dal limbo, dove era precipitato il suo Crilin, il quale aveva ancora una volta rischiato tutto ciò che aveva, al solo scopo di difendere il loro legame ad ogni costo.

Nella sua mente, la donna rifletteva su quanto fosse stato straordinario il modo in cui si erano evoluti i rapporti tra di loro.

Inizialmente, Crilin era un nemico da battere, ma già in quel loro primo e fatidico incontro, in quelle circostanze così drammatiche, il terrestre era riuscito a vedere oltre le apparenze, oltre la sua forza e la sua bellezza, entrambe assolutamente straordinarie. Egli aveva capito di essere di fronte non ad un mostro spietato, come gli era capitato molte volte in passato.

 Si era sforzato di comprenderla realmente, non facendosi condizionare da nessuno, nemmeno dai suoi compagni. La salvò da un terribile destino e ben presto, per tutto ciò che vide in lei, la sua parte di androide e quella umana, si innamorò perdutamente, come mai prima di allora.

 Diciotto, di certo, non si sarebbe mai aspettata di arrivare al punto di ricambiare gli stessi sentimenti e dopo più di due anni dal loro primo incontro, il loro legame era diventato troppo forte per essere spezzato.

Tuttavia, in cuor suo Diciotto riteneva di non aver tenuto fede al giuramento, che gli aveva fatto. Aveva giurato di proteggerlo sempre e nonostante questo, Crilin si era trovato di nuovo in una situazione disperata e ancora  una volta era stato costretto ad attivare una tecnica suicida. Lei  gli aveva severamente proibito di utilizzarla, ma come al solito il suo uomo aveva fatto di testa sua.

< < Quando lo guarirò, prometto che non lo farò allontanare da me, se non per pochi metri > > pensò la ragazza, sorridendo dolcemente e immediatamente ritrovò pienamente coraggio e determinazione. Era incredibile, ma era comunque una chiara verità: ogni volta che pensava a lui, tutta la sua persona veniva invasa da un'indescrivibile sensazione di benessere. Con lui si sentiva in pace e desiderosa di vivere realmente.

Concentrandosi sul mondo di fronte a sè, la bionda guerriera si accorse di essere giunta finalmente alla fine della foresta oscura. Uscì, quasi di corsa, dalla fitta rete di alberi, desiderosa di scoprire la prossima tappa del suo viaggio e con sgomento, potè constatare quanto fosse effettivamente estesa quella strana dimensione. Sembrava un pianeta vero e proprio e in realtà niente faceva pensare ad una conclusione diversa.
 
 Alla donna venne il sospetto reale di trovarsi effettivamente su un altro mondo.

Davanti la foresta si estendeva un'enorme prateria rossastra, apparentemente infinita, ma grazie ai suoi poteri, la donna vide con chiarezza all'orizzonte la presenza di una grande catena montuosa. Pur essendo molto lontana, mentre Diciotto osservava quei monti, un forte disagio si impadronì di lei. Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in quel posto e forse era proprio quella l'ultima tappa di quel viaggio così imprevedibile.

Come fece nella foresta, la compagna di Crilin provò a volare, ma di nuovo il potere misterioso le concedeva solo grandi balzi, non oltre, però, certi limiti. Sapeva di non potersi opporre a quella legge e per questo smise di sforzarsi inutilmente.

Osservando la prateria, la cyborg iniziò a valutare la possibile via da seguire, fino a quando il suo sguardo cadde su un piccolo sentiero di pietra, costruito lungo un percorso, che tagliava tutta l'immensa massa di terra rossastra. Inizialmente non lo aveva notato e quasi arrivò alla conclusione che quella via fosse interamente ed esclusivamente destinata a lei.

Il controllo che i suoi avversari avevano su di lei la faceva infuriare terribilmente. La libertà che aveva conquistato, nella sua nuova vita con Crilin, era un bene inestimabile, dopo un terribile passato di schiavitù e torture.

Valutò altre opzioni ed effettivamente avrebbe anche potuto decidere di non seguire quella singolare strada di pietra, ma sapeva altrettanto bene di non avere scelta. Solo il sentiero, stabilito dai padroni di quel mondo, l'avrebbe condotta verso la Pozione della Rinascita, verso quella medicina, con la quale avrebbe molto presto guarito il suo Crilin.

 La coraggiosa donna, dai capelli biondi, imboccò il sentiero di pietra senza esitazione. La marcia riprese con un ritmo molto simile a quello della foresta: calmo e prudente all'apparenza, ma la sua terribile forza di androide era pronta a scatenarsi al minimo segno di pericolo.

Tutto sembrava tranquillo intorno a lei, in un modo, però, assolutamente innaturale. Come nella foresta, non percepì nessuna presenza di vita.

Molti dovevano essere i segreti di quel luogo così sinistro e di certo Diciotto non aveva nè il tempo nè tanto meno la voglia di conoscereli tutti.

Mentre proseguiva il suo cammino, la donna si ritrovò ad analizzare la sua situazione. In ogni tappa di quello strano viaggio era stata costretta ad affrontare un pericolo, una sorta di prova di sopravvivenza, per poter raggiungere la meta successiva. La caduta nel pozzo, il combattimento nella foresta e ora aveva raggiunto un altro posto sinistro, dove la ragazza era quasi certa della presenza di altri ostacoli.

Instancabile, continuò a percorrere la stradina di pietra e per diverse ore il paesaggio  non cambiò minimamente. La minacciosa catena di monti all'orizzonte emetteva un'ondata di malvagità, che in diverse occosioni ebbe perfino il potere di far rabbrividire la cyborg, ma era ancora lontana, molto lontana.

Il sentiero proseguiva dritto lungo la pianura di terra, color rosso sangue e ancora una volta, la monotonia del viaggio, insieme all'impazienza e al desiderio di riabbracciare il suo uomo, fece quasi perdere la calma alla donna, che diligentemente stava tentando di mantenere.
Per calmare i nervi, la bellissima cyborg decise di aumentare la velocità, anche se ciò poteva benissimo essere un'imprudenza. Tuttavia, la sua corsa non venne ostacolata in nessun modo e senza incidenti ella giunse alla fine di quello strano sentiero costruito.

La strada si interrompeva bruscamente nei pressi di un lungo precipizio. Era un'immensa crepa sulla terra e infatti la pianura rossastra continuava normalmente dopo quella strana e probabilmente non naturale interruzione. Il salto, che Diciotto avrebbe dovuto compiere per proseguire, era teoricamente uno scherzo, tenuto conto delle sue capacità sovrumane. La distanza tra la parte di pianura, in cui si trovava, e l'altro versante poteva essere al massimo un centinaio di piedi e anche senza volare, la guerriera avrebbe potuto colmarla facilmente con un semplice balzo.

Tuttavia, le esperienze passate avevano ormai insegnato molto alla bionda. Doveva per forza essere un'altra la strada da seguire. Di questo ne era consapevole. Una via predestinata ovviamente.

Sporgendosi verso l'immenso crepaccio, vide soltanto delle tenebre molto simili a quelle che aveva visto nel grande abisso. Non potè evitare di rabbrividire al pensiero di dover ripetere la stessa esperienza e per un attimo fu tentata di agire immediatamente e lanciarsi nel vuoto, ma fortunatamente la coraggiosa guerriera trattenne la propria impulsività.

Diciotto strabuzzò i suoi meravigliosi occhi cerulei, quando vide, poco distante da lei, la risposta a tutti i suoi interrogativi. Come quando era arrivata nei pressi della pianura, non si era accorta di importanti particolari del paesaggio.

 Prima non si era resa conto subito dell'esistenza della strada di pietra, mentre adesso la bella cyborg non aveva minimamente notato la rozza scalinata, che si trovava alla sua sinistra, costruita proprio sulla parete del crepaccio ed essa conduceva chiaramente verso le tenebre più profonde.

Questa volta, la compagna di Crilin ebbe la netta conferma del fatto che  l'intero percorso era stato stabilito dal principio e niente era lasciato al caso.

 L'unica cosa che poteva fare era continuare il suo viaggio e superare tutte le prove mortali, che si sarebbero presentate dinnanzi a lei.

I pericolanti scalini erano stati costruiti nella nuda  terra, che si era aperta inspiegabilmente, creando quell'immensa voragine. Ancora una volta, la vista potenziata dei suoi circuiti non bastò alla donna per vedere il fondo. Per tale ragione, con un'espressione di pura determinazione, la cyborg non indugiò oltre e iniziò la lenta discesa, sprofondando sempre di più in un buio freddo e assoluto.

Man mano che scendeva da quella sinistra scalinata, le già deboli luci di quel luogo scomparivano gradualmente.

Diciotto odiava terribilmente il buio. Alcuni dei pallidi e sconnessi ricordi del suo passato portavano alla luce le tenebre e le torture del laboratorio, dove per anni era rimasta prigioniera e cavia di un folle. Gli incubi di quel periodo della sua vita avevano tormentato spesso le sue notti, insieme alle sofferenze, patite a causa del terribile Cell.

Tuttavia, nel corso dell'ultimo anno, la bionda  aveva iniziato a lottare strenuamente contro quei ricordi terribili. L'amore e la vita le avevano dato un motivo valido per combattere i demoni del suo passato. Aveva ormai il supporto di un uomo che amava immensamente e da diverso tempo, le sue notti erano serene e prive di qualsiasi incubo. Dormiva ogni notte stretta al suo compagno, il quale riusciva a trasmetterle una protezione indescrivibile. Un calore che, con sua enorme felicità, era stata in grado di trasmettere anche lei al piccolo guerriero, aiutandolo a superare anche i suoi di traumi. 

Adesso, però, era tornata in un luogo oscuro e inospitale e soprattutto era sola, lontana dalla persona più importante della sua vita. Continuava la sua discesa e i suoi leggeri  passi sugli stretti e rozzi scalini producevano un eco sinistro nelle viscere della terra.

Eppure, la ragazza dominava coraggiosamente la propria paura e mai dimostrò alcuna incertezza durante la discesa. Con l'immagine sorridente e allegra di Crilin nella sua mente, Diciotto proseguiva il suo viaggio nel buio. Ci volle diverso tempo per arrivare alla fine della scalinata e quando la cyborg lo fece, si trovò di fronte altri misteri, anche se fino a quel momento non si era presentato nessun pericolo.

La fine della scalinata condusse la donna nei pressi di un ampio spazio, totalmente immerso nelle tenebre. Come molte altre cose in quel mondo, anche il pavimento, fondo di quell'assurda voragine, era stato costruito in pietra. 

Diciotto mise, con cautela, un piede sulla piattaforma, mentre con l'altro rimaneva in equilibrio sull'ultimo scalino. Non notò nessuna stranezza e neanche i suoi circuiti percepirono la benchè minima presenza di un pericolo. Non fidandosi troppo, la guerriera iniziò a percorrere la distanza, che secondo lei l'avrebbe condotta verso l'altro versante. Si aspettava, da un momento all'altro, di trovare una scala uguale a quella appena superata, ma tutto si stava svolgendo troppo semplicemente.

Ancora una volta, le sue previsioni si rivelarono completamente errate. Diciotto si fermò bruscamente, quando, davanti a sè, vide un'immensa costruzione a cupola. Sembrava una grande arena e grazie alla sua vista di androide, ella potè ammirare, nonostante il buio, molte maestose statue, situate nell'ampio ingresso, simile a quello del mausoleo, dove era stata in precedenza. Alcune di esse raffiguravano demoni, fra i quali la bionda riconobbe quelli con cui aveva combattuto nella foresta, mentre altre ricordavano probabilmente antichi guerrieri del passato.
 
Dopo un giustificato momento di sorpresa, la compagna di Crilin si affrettò ad entrare all'interno della grande costruzione.

 Superato l'ingresso, pieno di statue e maestose colonne, la donna si ritrovò a percorrere uno stretto e lungo corridoio, privo di stanze.
 
Ovviamente anch'esso era immerso nella più totale oscurità, ma mentre lo percorreva a buona andatura, non mostrando alcuna paura o esitazione, la cyborg cominciò gradualmente ad intravedere una luce, che diventava sempre più abbagliante.

Pronta a dar battaglia, si avvicinò lentamente a quella che probabilmente doveva essere l'uscita del corridoio e quando lo fece, fu costretta a coprirsi gli occhi con una mano. Dopo tanto tempo al buio, quella luce così intensa quasi accecò la vista della donna, la quale, per alcuni secondi, non potè rendersi conto di dove effettivamente si trovasse.

Lentamente, la sua vista ritornò normale e finalmente la guerriera bionda osservò con chiarezza il luogo, dove era giunta. Si trattava, come aveva ipotizzato, di una grande arena, simile agli stadi terrestri, dove Crilin stesso l'aveva portata in alcuni dei loro appuntamenti.
Si trovava proprio sul terreno dei giochi o di qualsiasi altra cosa si facesse in quel posto.
 
Diciotto dubitava fortemente che si potesse trattare di qualcosa di piacevole.

Si accorse dell'assenza di spettatori sugli spalti e non ne fu per niente stupita. Il campo era circondato da solide mura di pietra, che lo separavano dalle tribune. Diciotto era fermamente convinta dell'impossibilità di trovare una via d'uscita da quella parte. Il piano del suo nemico senza volto era certamente un altro.

Il terreno sabbioso, di ciò che la donna considerava chiaramente un vero e proprio campo di battaglia, non mostrava alcuna particolarità di nota. 

La porta alle sue spalle si chiuse bruscamente ed ella non ebbe più alcun dubbio riguardo la sua situazione, anche perchè vide chiaramente, dall'altra parte dell'arena, una porta di ferro, uguale a quella da dove era entrata e ne era assolutamente certa, era quella la vera uscita.
 
Tuttavia, sapeva che essa si sarebbe aperta solo dopo aver superato la prova.

Nonostante l'inutilità della cosa, ella si ritrovò a immaginare chi sarebbe stato il suo prossimo avversario. Non vi erano dubbi riguardo al tipo di ostacolo, che si stava per presentare sulla sua strada. Il campo di battaglia era molto aperto e certamente, durante la lotta, non avrebbe potuto volare entro un preciso limite, come al solito.
 
Diciotto ebbe tutto il tempo di studiarlo accuratamente.

Fece un intero giro del perimetro, camminando lentamente. Non provò nemmeno ad aprire la probabile porta di uscita e invece attese pazientemente il suo avversario.

Accadde improvvisamente, esattamente come la prima volta, quando stava per introdursi all'interno della foresta oscura. Senza capire come fosse stato possibile, si ritrovò nuovamente di fronte alla minacciosa figura incappucciata, che, durante il loro primo incontro, non era riuscita nemmeno a sfiorare con il suo attacco.

La donna non potè evitare di indietreggiare leggermente. Quel tipo emanava una forza preoccupante, ma ancora non riusciva a comprendere l'esatta natura di essa.

< < Maledetto > > sibilò la bionda, con rabbia.

< < Ti faccio delle sincere congratulazioni, donna cyborg chiamata Lazuli. Hai superato ogni prova fino a questo momento. Hai resistito all'impotenza durante la caduta nel grande pozzo e in seguito hai affrontato con successo le tenebre nella foresta oscura > >.

La creatura senza voce parlò con tono  gelido, tale da far rabbrividire la donna, che rimaneva comunque pronta a tutto.

< < Adesso dovrai affrontare la violenza e la forza bruta. Perciò, devo chiederti nuovamente quali sono le tue intenzioni. Intendi proseguire questa strada oppure preferisci tornare nel tuo mondo. Rispondi, Lazuli > >. ordinò l'incappucciato, senza manifestare alcuna emozione.

< < Odio il tuo gioco, fenomeno da baraccone > > rispose la bionda, mostrando tutta la calma e la determinazione, di cui era capace < < Ma puoi stare certo che lo giocherò fino in fondo e alla fine otterrò ciò che voglio > >.

Diciotto, ferma nelle sue convinzioni, fissava  la strana figura incappucciata. Quest'ultima restava immobile e senza alcuna risposta, si dissolse sotto gli occhi rabbiosi della guerriera.

< < Quando finirà questa dannata pagliacciata > > ringhiò la cyborg, quasi urlando.

La pesante porta di ferro cominciò ad aprirsi.

 Optando per la prudenza, Diciotto fece un balzo all'indietro e immediatamente assunse una posizione di guardia. I passi, che sentiva provenire dal corridoio, erano pesanti e rumorosi.

 Era certa che appartenessero ad un essere gigantesco. 

L'incappucciato aveva parlato di  forza bruta, perciò per Diciotto fu facile immaginare con chi avrebbe dovuto combattere.

Dopo alcuni interminabili secondi, fece il suo ingresso sul campo di battaglia il nuovo avversario della bionda guerriera.

Un enorme mostro si presentò di fronte agli occhi increduli della cyborg. Si trattava di un mezzo gigante, interamente fatto di pietra nerastra, con braccia e gambe enormi. I suoi passi erano pesanti e a parte i rumori scaturiti dal suo passaggio, non emetteva alcun respiro. Il mostro non possedeva nemmeno un vero volto.

Passata la sorpresa iniziale, Diciotto analizzò attentamente le dimensioni del suo avversario e per una combattente straordinaria e teoricamente perfetta come lei, fu facile individuare quale tattica seguire.

< < Probabilmente la pietra, di cui è fatto quel coso, non è normale e non sarà facile sbriciolarla con un colpo energetico > > analizzò logicamente < < I suoi colpi saranno sicuramente potenti, ma in quanto a velocità non potrà fare molto > >.

Il guardiano di pietra rimaneva fermo davanti alla sua avversaria. Una lunga distanza divideva i due antagonisti, data la grande ampiezza dell'arena.
 
Per alcuni minuti, nessuno dei due si accinse a iniziare ufficialmente lo scontro e per Diciotto, divenne ben presto evidente il fatto di dover aprire lei stessa le ostilità.

Lo capì chiaramente. Quella creatura non era un vero combattente. Era un guardiano inanimato.

Con un urlo selvaggio e rabbioso, la compagna di Crilin aprì il palmo della sua mano destra e sparò contro il mostro una potente ondata di energia violacea. Quest'ultimo rimase immobile e quando venne colpito in pieno, oltre a non subire alcun danno, non si spostò nemmeno di un centimetro dalla sua posizione.

Concentrandosi velocemente, la cyborg fece un agile balzo laterale e nello stesso momento creò un nuovo disco di energia, che scagliò contro l'avversario, il quale finalmente si mosse.

 Con un'inaspettata rapidità, la creatura alzò il braccio e bloccò il colpo mortale, distruggendo immediatamente il Kienzan sotto la sua presa.

< < Incredibile > > sussurrò la ragazza, non perdendosi, però, minimamente d'animo.

I suoi primi attacchi non erano stati particolarmente potenti, ma aveva comunque avuto una conferma riguardo la pericolosità del mezzo gigante. Probabilmente solo la sua piena potenza le avrebbe consentito di avere ragione di quello strano avversario.

Quest'ultimo si girò verso di lei, ma non dava l'impressione di voler provare nessun tipo di approccio e per tale ragione fu nuovamente Diciotto ad attaccare, questa volta in uno scontro ravvicinato. Sempre urlando selvaggiamente, la guerriera caricò con un'immane potenza. Il suo primo pugno si bloccò sull'avambraccio possente del guardiano, il rumore dell'impatto invase l'intera arena. Il successivo, fulmineo calcio della ragazza centrò il grottesco essere proprio sul punto, dovrebbe avrebbe dovuto trovarsi il viso.

Finalmente, il mezzo gigante indietreggiò, anche se per pochi centimetri, ma mentre lo faceva, reagì con una violenza spaventosa, oltre che con un'imprevedibile velocità. Diciotto non si aspettava, di certo, una reazione così immediata e pertanto non riuscì a schivare la tremenda zampata del mostro di pietra, che la colpì sul suo delicato viso.

Venne scaraventata contro la parete dell'arena. Incredibilmente, al momento dell'impatto, questa rimase quasi intatta. La bionda sbattè duramente la schiena contro di essa e subito dopo finì stesa sulla polvere.

 Fece molta fatica a riprendersi dal colpo subito, i suoi circuiti sembravano impazziti e il dolore era molto intenso. Per alcuni minuti, la bella cyborg perse persino la sua vista.

Fortunatamente trovò la forza per riprendersi e rialzarsi. Perdeva sangue dal naso, ma non era grave. La sua attenzione venne rivolta nuovamente all'avversario, il quale aveva riassunto una posizione statica, assolutamente immobile. Sembrava una statua perfetta.

Serrando i denti, la cyborg caricò nuovamente e con estrema audacia. Questa volta si impegnò a non dare tregua al mezzo gigante, il quale provava di tanto in tanto a colpirla senza successo. La ferocia di quella lotta corpo a corpo sconvolse la stessa Diciotto, che portò a segno un gran numero di assalti violenti, tra pugni, calci e gomitate fulminanti, sfruttando la sua massima velocità di androide. Solitamente lei era una combattente silenziosa, ma in quell'occasione non poteva fare a meno di urlare per il dolore lancinante, causato dai tremendi colpi possenti ricevuti, per la rabbia e per la paura, non per se stessa, ma per colui che amava con tutto il cuore.

Il guardiano indietreggiava, ma la ragazza non era sicura di essere riuscita ad acquisire realmente un certo vantaggio su di lui. Il mostro tentò di colpirla con una terribile testata, che ella parò unendo entrambe le braccia, per proteggere il suo viso, ma la forza dell'avversario fu tale da costringerla di nuovo verso terra.

 Tuttavia, prima che potesse cadere sulla sabbia, la bionda appoggiò entrambe le mani sul terreno e dandosi una forte spinta, assestò uno straordinario doppio calcio volante al mento dell'avversario, il quale venne scagliato brutalmente verso l'alto.

Completando il balzo, Diciotto tornò in piedi e immediatamente cominciò a mitragliare il guardiano con micidiali scariche di energia. Quasi subito, quest'ultimo venne inghiottito da un'intensa nube nerastra, prodotta dai suoi colpi.

 Per diversi minuti, la ragazza non si fermò nella sua azione di attacco, fino a quando finalmente arrestò la sua furia distruttrice.

 Il fumo in aria rimase intenso e non era possibile scorgere nulla all'interno della nube. Quando lentamente cominciò a diradarsi, la sagoma del mezzo gigante divenne sempre più chiara e ben presto la guerriera potè constatare la quasi totale inutilità dei suoi attacchi.

Il suo avversario precipitò verso il suolo, sollevando un enorme polverone e in seguito era già nuovamente pronto a dar battaglia o per meglio dire ad impedire a qualsiasi costo all'intrusa di superare la sua guardia.

Lo sguardo della cyborg era glaciale e impassibile, come di consueto. I suoi colpi non avevano avuto molto effetto, ma allo stesso tempo era consapevole che solo un gran numero di attacchi avrebbe potuto metterla fuori combattimento, nonostante la loro indubbia pericolosità.

 Perdeva sangue anche da una tempia, ma nessuna delle sue ferite l'avrebbe fermata nella sua missione Era proprio in circostanze del genere, che Diciotto si sentiva estremamente fortunata a possedere un'energia infinita.
 
Tuttavia, ancora una volta il suo nemico principale era il trascorrere inesorabile del tempo. Crilin la stava aspettando tra atroci sofferenze.

< < Devo sconfiggerlo in fretta > > pensò, assumendo un'espressione di estrema ferocia, anche se dentro di lei l'angoscia cresceva.

Decisa a terminare lo scontro, la bionda guerriera liberò tutta la sua terribile forza e in pochi istanti fu nuovamente addosso al suo irriducibile avversario. La battaglia continuava ad essere cruenta e feroce. Diciotto venne colpita violentemente dal mostro in varie occasioni, ma riuscì a resistere al dolore. Con tutta la sua potenza e a distanza ravvicinata, caricò con entrambe le mani un'immensa ondata di energia, che distrusse, alle spalle del guardiano, buona parte delle tribune.

L'esplosione colpì in pieno il mezzo gigante, il quale,  per la prima volta, sembrava cominciare  a sentire la forza smisurata della cyborg e forse, fu per anche tale ragione che decise di bloccare la donna in un abbraccio mortale.

Senza poterlo evitare, Diciotto si ritrovò imprigionata in una terribile stretta dell'orso, che le opprimeva sempre di più la spina dorsale.

 Comprese che il pericolo era reale, in quanto anche se il suo corpo era potenziato, rimaneva comunque di natura umana e ben presto, in quella stretta fatale, le sue ossa si sarebbero certamente sbriciolate. 

Urlando per lo sforzo e per il dolore, la cyborg fece il possibile per liberarsi, ma la stretta del mostro era troppo anche per la sua forza artificiale. In quel momento, Diciotto non riusciva a trovare nessuna via di uscita.

Si diede duramente della stupida per essersi fatta sorprendere in quel modo. Aveva sottovalutato il nemico, nonostante l'importanza della sua missione. Forse la cyborg che era una volta, avrebbe condotto il combattimento in modo diverso e con risultati completamente differenti, come quando si era battuta con Vegeta. Lottare, senza pensare a niente, che non sia la sconfitta del proprio avversario.
 
Non poteva e non voleva negarlo. L'amore l'aveva cambiata e niente avrebbe mai potuto far rinascere la guerriera fredda e implacabile di un tempo. La lotta, fine a se stessa, non aveva ormai nessun significato per lei e quando combatteva, il suo unico obiettivo era quello di poter tornare alla vita tranquilla, che desiderava condurre con l'uomo che amava. 

Per tale ragione, anche in quei momenti così drammatici, Diciotto era ben felice di essere una persona completamente diversa, di essere finalmente un vero essere umano, indipendentemente da tutte le modifiche orribili, che aveva subito.

Era sul punto di perdere conoscenza e con disperazione i suoi pensieri andarono al suo Crilin. Il suo sorriso, la sua voce allegra e gentile, tutte le cose che lui aveva fatto per lei.
 
All'improvviso, Diciotto decise che non poteva permettersi di perdere.

 Ruggendo con tutta la sua forza, riuscì a rimanere cosciente, mentre la presa sulla sua schiena continuava a stringere pericolosamente. Le sue braccia erano bloccate, ma era indispensabile liberarne almeno una, per avere qualche probabilità di successo.

Si divincolò con tutte le sue energie e dopo incredibili sforzi, vincendo il dolore lancinante, causata da quella presa d'acciaio, la compagna di Crilin liberò il proprio braccio destro. Finalmente poteva nuovamente contrattaccare e probabilmente la sua prossima mossa sarebbe stata quella decisiva, l'ultima speranza di vittoria.

Richiamò ogni singola parte della propria energia di androide. Una forza immensa, che concentrò interamente sul palmo della mano libera.

 L'appoggiò sulla testa di pietra del mostro e si preparò a scatenare una potenza terrificante, come mai nella sua vita di cyborg.

I gemiti di dolore della bionda si erano ormai trasformati in urla strazianti, ma lei resistette stoicamente e soprattutta era pronta a reagire. Le sue grida di sofferenza si trasformarono in un possente ruggito di guerra.

Un attimo prima di liberare la sua forza, creò, intorno a sè, una potente barriera protettiva, con la speranza di non rimanere gravemente ferita, a causa del suo stesso attacco.

< < VA ALL'INFERNO > > urlò Diciotto, ormai al culmine del dolore e della rabbia.

La candida mano della donna rilasciò tutta l'immensa forza artificiale  e in pochi istanti l'intera arena venne letteralmente inghiottita da un'intensa luce violacea. L'esplosione fu devastante e interessò anche la zona del crepaccio, dalla quale era giunta la bionda. L'altra parte era come protetta da una forza invisibile.

 Le tribune dell'arena vennero quasi completamente distrutte, tranne quella parte di costruzione, situata vicino alla porta di ferro d'uscita, che si salvò magicamente.

 Al posto del terreno sabbioso dell'arena, c'era adesso un profondo cratere, circondato da una nube di fumo, che ancora emanava elettricità. Il mostro  era stato completamente disintegrato e del suo strano corpo era rimasto solo qualche frammento e detrito.

Tra le piccole pietre, unica parte rimanente del terribile guardiano, giaceva, supino e assolutamente immobile, il corpo della cyborg, stesa apparentemente priva di forze.

Diciotto aveva completamente perso i sensi e nel suo stato di incoscienza, vide con chiarezza l'immagine del suo piccolo uomo, costretto ad affrontare un sonno profondo e oscuro, privo di sogni.




Il tempo scorreva spietatamente e la sua missione, in quel regno oscuro, non si era ancora conclusa.




FINE DEL CAPITOLO.

  
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