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Autore: Saigo il SenzaVolto    04/11/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 

 

Coraggio e Sfida


Rimasero ancora tutti in silenzio. Nessuno voleva interrompere quel momento.

Boruto continuava a sorridere fissando quel foglio, il suo respiro che si calmava a poco a poco, le lacrime che colavano lentamente dai suoi occhi. Il suo sguardo era fisso su quella scrittura, una scrittura che avrebbe saputo riconoscere tra mille altre.

La grafia di Mikasa.

Non era riuscito a contenersi. Una volta cominciate a leggere quelle parole, quelle parole che lei e tutti gli altri gli stavano rivolgendo attraverso quel pezzo di carta, Boruto non aveva potuto evitare di mettersi a piangere. Le lacrime erano uscite da sole. Era stato travolto da una miriade di emozioni.

E finalmente, dopo un tempo che gli era parso infinito, il biondo era tornato ad essere felice.

Perché quelle parole erano talmente cariche di nostalgia, di affetto e preoccupazione nei suoi confronti che lui non poté evitare di percepire ancora una volta quanto i suoi amici gli volessero bene. Era evidente che tutti lo stavano incoraggiando, che tutti lo stavano aspettando a casa, facendo il tifo per lui.

Boruto si sentì amato appena lesse le parole di quel foglio. Proprio lui che per tutta la sua vita non aveva desiderato altro che avere una famiglia che lo amasse per davvero. Il suo sogno si era avverato. Per l’ennesima volta, Boruto capì di aver fatto la scelta giusta. Capì che non era più da solo. Capì che c’era davvero chi gli voleva bene.

E lui riscoprì di nuovo di amare tutta la sua famiglia più di ogni altra cosa.

“Grazie ragazzi…”

Hagoromo sorrise nel vedere la reazione del giovane dinanzi a lui.

Sapeva bene quanto avesse sofferto Boruto in passato, e non poté evitare di essere felice nel constatare per la seconda volta che il ragazzo avesse finalmente trovato una famiglia. Aveva trovato un posto che poteva considerare una casa.

E per questo motivo, nonostante tutto, l’Eremita sospirò.

Nonostante sapesse quanto quel ragazzo meritasse di stare con quelle persone, la cosa non era del tutto giusta ai suoi occhi. Non poteva ignorare le conseguenze della sua scelta.

Perché il giovane Boruto aveva rinnegato la sua precedente famiglia, e adesso ne aveva preso a cuore un’altra. E questo, per quanto potesse essere comprensibile a causa del suo passato, aveva portato altro male nel suo mondo. La sofferenza del Nukenin era stata ingiusta e crudele, ma adesso aveva generato altro dolore, esattamente come il circolo dell’odio iniziato da Indra ed Ashura.

La scelta di Boruto aveva distrutto la famiglia Uzumaki. Aveva portato allo scontro dell’Unione con la fazione Ribelle. Aveva portato alla morte migliaia di persone.

Aveva quasi fatto scoppiare un’altra guerra nel mondo ninja.

Ma la colpa di tutto questo non era solo di Boruto. La colpa era anche del Settimo Hokage e della sua famiglia. La colpa era anche dell’Unione. La colpa era anche di Toneri. Tutti avevano in qualche modo contribuito a generare la situazione in cui si era ritrovato il futuro del loro mondo.

“Non è possibile eliminare il dolore dall’uomo.” pensò sommessamente l’Eremita, fissando il volto in lacrime del ragazzo biondo davanti a sé.

Lo aveva già compreso in passato quando era giovane, ma la sua testardaggine non gli aveva mai permesso di realizzarlo fino in fondo. E ancora adesso lo aveva ingannato di nuovo. E lo aveva capito anche nella Quarta guerra mondiale, e durante lo scontro con sua madre Kaguya. Non era possibile riuscire a raggiungere la felicità per tutti. Non era un concetto realizzabile.

Per questo motivo non poteva incolpare né Boruto per le sue azioni, né nessun altro.

“Vedi adesso, giovane Boruto?” disse allora l’Eremita, attirando l’attenzione del biondo e degli altri nuovamente su di sé. “La tua nuova famiglia crede in te. Non hanno mai smesso di credere in te. Sono certi che riuscirai a vincere, nonostante le difficoltà che hai affrontato e quelle che dovrai ancora fronteggiare.”

Il Nukenin si asciugò le lacrime, tirando su col naso.

Hagoromo sorrise. “Per questo ti chiedo di fare questo sforzo,” continuò lentamente. “Non chiudere il tuo cuore davanti a queste persone. So che è a causa loro che hai sofferto in passato, ma adesso hai trovato delle persone che possono sanare il dolore nel tuo cuore. Non sei più da solo come quando eri bambino. Questa è la possibilità che hai per riuscire a superare il tuo passato. Per chiarire una volta per tutte le cose con loro.”

Boruto non rispose subito, limitandosi a fissarlo negli occhi col suo occhio azzurro.

“Non puoi chiedermi questo.” rispose alla fine, il suo tono basso ma non più freddo come prima. “Non dopo tutto quello che ho passato. Non posso semplicemente chiudere un occhio e trattarli come se non fosse mai successo nulla. Non ci riesco. Ho quasi rischiato di suicidarmi per colpa di mio padre ed il resto di quella patetica famiglia. Non ho intenzione di dire loro nulla.”

Naruto e gli altri ascoltavano con attenzione il discorso di Boruto e dell’anziano, tentando di comprendere quanto più possibile.

L’Eremita sorrise. “Ma loro non sono i tuoi genitori, vero?” gli chiese.

Boruto fissò il terreno per alcuni secondi. “No,” ammise. “Ma non posso evitare di ripensare al mio passato ogni volta che li vedo. Anche se non sono le stesse persone, non riesco ad accettarlo. Non puoi chiedermi di approcciarmi a loro come se niente fosse. E sai bene che non posso rivelare il mio passato!”

Sarada s’intromise lentamente. “Ma perché non puoi?” domandò, frustrata. “Perché non puoi semplicemente dire cosa ti è successo?”

Il biondo la fissò di sbieco. “Non è così semplice Sarada!” rispose con foga. “Rivelare informazioni su di me significherebbe cambiare il futuro! Non ho intenzione di modificare le cose! Avrò anche avuto un’infanzia schifosa e poco invidiabile, ma quello che ho raggiunto adesso è qualcosa che nessuno riuscirà a togliermi!”

“Cambiare le cose potrebbe essere la soluzione migliore!” ribatté la ragazza. “Potresti riuscire ad avere una famiglia! Non è quello che hai sempre voluto?”

Boruto fissò il foglio nelle sue mani. “Ho già una famiglia, Sarada.” disse con un tono deciso. “E non la abbandonerò mai!”

Sarada strinse i pugni. Non c’era verso di fargli cambiare idea, ma adesso aveva visto il perché. Boruto era felice grazie alla sua nuova famiglia. Quello era davvero il posto dove lui voleva stare. E per quanto la cosa la facesse soffrire immensamente, in fondo al cuore cominciò a pensare che forse era meglio così.

Lei amava Boruto. Forse, per vederlo felice, avrebbe dovuto semplicemente arrendersi ed accettare il fatto che il suo vecchio amico non volesse stare più con loro. Un amore sincero avrebbe dovuto accettare anche il rifiuto. Ma allora, perché non ci riusciva? Perché immaginare un mondo senza Boruto le faceva perdere ogni felicità? Perché senza di lui il mondo perdeva i suoi colori?

Improvvisamente però, qualcuno si fece avanti senza dire una parola e si portò davanti al Nukenin con passo deciso.

Il guerriero fissò col suo occhio freddo il ragazzo che gli si era piazzato davanti.

“Boruto,” disse Naruto con decisione, fermandosi a qualche metro da lui. “Ho una proposta da farti!”

Il ninja traditore lo scrutò con il suo sguardo calcolatore. “Una proposta?” ripeté, sospettoso.

Il jinchuuriki annuì. “Esatto!” confermò, guardandolo con determinazione. “Voglio combattere contro di te!”

Il ragazzo col mantello e tutti gli altri rimasero stupiti da quell’improvvisa dichiarazione, e anche l’Eremita rimase piuttosto colpito dall’inaspettata piega che avevano preso gli eventi. Naruto voleva combattere contro di lui? Per quale motivo? Che cosa aveva in mente?

L’occhio di Boruto si ridusse ad una fessura. “Che cosa stai cercando di fare, Uzumaki?” domandò con circospezione.

Naruto sorrise debolmente. “Sono consapevole che nel futuro devo averti causato molto dolore,” disse con un tono sommesso. “E, dopo averci riflettuto a lungo, sono giunto ad una conclusione! Ho capito che tu hai ragione!”

Il ragazzo del futuro lo fissò con sospetto, mentre tutti gli altri guardavano con attenzione la scena che si stava svolgendo dinanzi a loro.

“Hai tutte le ragioni del mondo per non voler rivelare il tuo passato,” continuò ancora il biondo. “Ma, anche se sono consapevole di questo, non posso fare a meno di desiderare di conoscerti! Non posso fare a meno di voler sapere cosa hai vissuto nella tua vita!”

“E con ciò?” lo interruppe il Nukenin. “Solo perché tu vuoi una certa cosa, non significa che la otterrai. A che cosa stai mirando?”

Naruto si batté un pugno sul petto, sorridendo ampiamente. “Per questo voglio combattere contro di te!” disse di nuovo con fermezza. “Ti propongo una sfida! Uno contro uno! E se riuscirò a sconfiggerti, allora tu mi rivelerai la verità sul tuo passato! Ma se invece sarò io a perdere, allora tu potrai continuare a mantenere i tuoi segreti! Hai la mia parola!”

….

“CHE COSA?!” urlarono praticamente dallo stupore tutti tranne Boruto ed Hagoromo. Eren rimase confuso dalla proposta. Che senso aveva una cosa del genere?

Naruto ghignò, grattandosi la nuca. “Eheheh… Non sono riuscito a resistere, e ho deciso di sfidarlo pur di riuscire a scoprire la verità su di lui!” disse a tutti con imbarazzo.

“Ma cosa ti salta in mente?” esclamò Kushina, scioccata. “Non abbiamo tempo per combattere ancora tra di noi! Abbiamo una missione da svolgere!”

Sasuke si massaggiò le tempie, esasperato. “Sei proprio un idiota,” disse con rassegnazione. “Ti rendi conto che dovremmo perdere tempo solo perché tu non riesci a resistere alla voglia di sfidarlo?”

“Come se tu non l’avessi fatto, Teme!” ribatté il biondo con sarcasmo. L’Uchiha si stizzì, imbarazzato dal fatto di essere stato preso in scacco, ma non rispose per evitare altre discussioni.

Per tutta la durata della discussione, però, Boruto non proferì parola.

Minato si portò vicino al figlio. “Ascolta Naruto,” gli disse seriamente. “Non credo che sia una scelta saggia. Comprendo la tua frustrazione, ma Boruto ha già detto che non vuole-”

“A me sembra invece una splendida idea.” disse improvvisamente Hagoromo. Tutti si voltarono di scatto verso di lui, allibiti.

“I-In che senso?” chiese Fugaku, confuso.

L’Eremita sorrise rivolto al ragazzo col mantello. “Che ne dici?” gli chiese. “Perché non vi sfidate per risolvere questa questione una volta per tutte?”

Boruto lo perforò con lo sguardo. “Allora è vero che l’età ti ha dato alla testa,” rispose ironicamente. “Rivelare il mio passato porterebbe a cambiamenti nel mio futuro! Non ho intenzione di permettere una cosa del genere! Questa proposta è priva di senso nel principio!”

“Non è detto,” lo corresse l’anziano. “Posso sempre rimuovere i ricordi su di te dalla loro mente una volta che tutto questo sarà finito. In questo modo il vostro futuro non cambierà.”

Boruto sgranò l’occhio, e anche gli altri rimasero sconvolti da quelle parole. Rimuovere i ricordi? Cosa stava dicendo?

“Vorresti toglierci i ricordi?” esclamò Sakura. “Ma allora non ricorderemo nulla di quello che è success qui!”

Hagoromo scosse la testa. “Non saltate a conclusioni affrettate.” li ammonì subito pacatamente. “Vi avevo già detto quando vi proposi di partecipare alla missione che, nel caso aveste rifiutato di combattere contro il drago, allora avreste perso i ricordi di quello che era accaduto in questo mondo. Ma adesso non farò più in questo modo. Tuttavia, per impedire un cambiamento del futuro, allora l’unica scelta che mi rimane è quella di rimuovere solo i vostri ricordi che riguardano Boruto e Sarada una volta terminato tutto, mentre manterrete il resto dei ricordi per sempre. Ma una volta tornati nel vostro mondo, non avrete alcuna memoria di aver incontrato i due giovani. Non ci sono altre opzioni per impedire uno stravolgimento del futuro. Ma la decisione finale spetta a voi.”

Naruto e gli altri rifletterono per un istante. Ne valeva davvero la pena? Dimenticare completamente ogni cosa riguardante Boruto e Sarada solo per poter scoprire momentaneamente il passato del Nukenin? Era davvero la scelta giusta?

“Io accetto!” dichiarò Naruto con decisione.

I nove ninja lo guardarono con stupore.

“Pensaci bene, Naruto!” esclamò subito Kushina. “A cosa ti servirebbe sapere quello che ha passato Boruto se poi lo dimenticherai comunque?”

Mikoto annuì. “Non credo abbia alcun senso!” commentò a sua volta.

“Gia!” disse anche Sakura con forza. “Non potremo ricordare neanche di averli incontrati! E io non voglio dimenticare Sarada!”

La giovane Uchiha guardò con stupore la sua futura madre. Era rimasta molto colpita da quella dichiarazione. Sakura non voleva dimenticarla. Era decisa a mantenere i ricordi solo perché voleva tenere sempre impresso nella memoria il fatto di averla conosciuta. Non se lo sarebbe mai aspettato.

“P-Perché dici così?” le chiese Sarada timidamente. “N-Non hai alcun motivo di ricordarti di me! Un giorno ci conosceremo lo stesso!”

Sakura si limitò a sorriderle. “E con ciò?” chiese a sua volta. “Questo non significa che io debba dimenticarti. Sei pur sempre mia figlia, e non voglio perdere la memoria dei giorni che ho passato con te.”

“Anche per me vale la stessa cosa!” disse Sasuke con sicurezza. “Non ho intenzione di scordare questi giorni!”

Sarada non riuscì a nascondere completamente l’imbarazzo che provava in quel momento. I suoi genitori erano sempre stati protettivi nei suoi confronti. Ma persino adesso che erano dei ragazzi sembravano intenzionati a proteggere i ricordi dei momenti passati insieme. In un certo senso, questa cosa la rese stranamente felice.

Ma improvvisamente, con grande sorpresa di tutti, Naruto prese nuovamente la parola.

“Per quanto io sia d’accordo con voi, non credo che questo sia possibile.” disse lentamente, il suo tono rassegnato e serio. “Il fatto stesso di aver conosciuto Boruto e Sarada è un fattore che porterà inevitabilmente a cambiamenti nel loro futuro. Non è così, vecchio Eremita?”

Tutti sgranarono gli occhi all’udire le sue parole. Sasuke fece per ribattere subito ma, con suo sommo sconvolgimento, non riuscì a trovare una frase che potesse negare l’affermazione di Naruto. Le sue parole erano incredibilmente vere. Nessuno di loro ci aveva pensato prima. Ed il fatto che il biondo avesse finalmente detto una cosa sensata era un altro motivo per restare a bocca aperta.

La sola presenza dei ragazzi del futuro avrebbe inevitabilmente cambiato le loro azioni.

L’Eremita annuì, il suo volto contornato da un sorriso triste. “Il giovane Naruto ha ragione,” disse a sua volta. “Se il futuro non deve cambiare, allora è necessario che tutti voi dimentichiate di aver incontrato Sarada e Boruto. Non c’è altra soluzione purtroppo.”

Il silenzio tornò a regnare nel gruppo appena tutti realizzarono ciò. Le parole dell’Eremita riecheggiavano nelle loro menti, e le conseguenze di quello che sarebbe potuto succedere se avessero ricordato ogni cosa cominciarono a farsi più concrete dentro di loro.

“Quindi,” disse seriamente Minato, fissando il suo futuro nipote. “Non ricorderemo nulla su di loro?”

Hagoromo scosse la testa. “Per voi quattro che dovreste essere morti il concetto non vale,” spiegò. “Una volta finito tutto questo voi tornerete inevitabilmente nel regno dell’eternità, dove stanno le anime dei defunti. Non c’è bisogno di farvi dimenticare questi eventi. Ma i giovani Naruto e Sasuke, assieme a Hinata e Sakura non ricorderanno di averli incontrati, mentre invece avranno ancora memoria di voi quattro.”

“Q-Quindi solo noi non ricorderemo né Boruto-kun né Sarada-san?” domandò debolmente Hinata.

“Purtroppo non c’è altro modo.” rispose l’Eremita delle Sei Vie. “Se non volete rischiare che il futuro possa cambiare, allora non avete scelta. Ma se volete comunque mantenere i ricordi, allora dovrete smettere davvero di interessarvi al futuro e limitarvi a concludere la missione.”

E, ancora una volta, il silenzio riprese a regnare nel gruppo.

Nessuno sapeva quale fosse la cosa giusta da fare. Perdere i ricordi di Boruto e Sarada era certamente una cosa spiacevole per tutti loro. Sasuke e Sakura erano rimasti molto felici della possibilità di conoscere la loro futura figlia, e anche Naruto ed Hinata, per quanto il loro rapporto con il ragazzo del futuro fosse inesistente, avevano comunque apprezzato la possibilità di vedere loro figlio e scoprire qualcosa su di lui.

Eppure, se volevano proteggere il loro futuro, allora avrebbero dovuto fare una scelta. Avrebbero dovuto scegliere tra il loro interesse e quello del futuro del loro mondo.

“Naruto Uzumaki,” disse improvvisamente Boruto fissando il ragazzo negli occhi, il suo tono perennemente privo di emozione. “Accetterò la tua sfida solo se deciderete di dimenticare ogni cosa sul mio conto. In caso contrario, ormai hai capito anche tu che non potrò rivelare nulla.”

Naruto non esitò a rispondere. “Hai ragione,” disse. “Per questo ho già detto che accetto di dimenticare ogni cosa su di voi!”

Sakura si voltò verso di lui. “Ma pensaci bene, Naruto!” tentò di persuaderlo. “Non ha senso scoprire qualcosa se poi non potrai ricordarla! Non è meglio lasciare le cose così come stanno?”

Il biondo scosse la testa. “No, Sakura-chan!” rispose con decisione, senza voltarsi a guardarla. “Io voglio sapere! Qui ed ora! Non posso restare all’oscuro proprio adesso! Voglio saper tutto su mio figlio! E poi, anche se un giorno dovessi dimenticare tutto, questo non cambia il fatto che almeno per qualche istante io abbia saputo la verità! Almeno una volta nella mia vita, devo sapere con certezza!”

Minato, Kushina e Boruto rimasero colpiti dalla sua dichiarazione. Naruto era così determinato a scoprire qualcosa su suo figlio che era disposto persino a dimenticare ogni cosa alla fine della missione. La sua forza di volontà era enorme. Non si sarebbe arreso. Lo vedevano nei suoi occhi. Era così deciso e risoluto nel proseguire quella strada che niente e nessuno lo avrebbe ostacolato.

“Anche io sono d’accordo!” disse improvvisamente Hinata, la sua voce un po’ più forte del normale. “S-Se questo significa che posso sapere qualcosa su di te, Boruto-kun, allora accetto di dimenticare tutto!”

Sasuke e Sakura rimasero scioccati. Persino Hinata aveva preso quella decisione. Quanto doveva essere importante per quei due sapere la verità su Boruto?

Il Nukenin la fissò con il suo occhio indecifrabile per diversi secondi. “E voi due cosa farete?” domandò poi ai genitori di Sarada. “Non voglio rischiare che le informazioni sul mio conto possano influenzare anche voi. Neanche Sarada potrebbe permettere una cosa simile.”

I due ragazzi rifletterono per diversi istanti.

“Non abbiamo scelta,” disse alla fine Sasuke con un sospiro. “Anche se la cosa non mi piace, non lascerò che il futuro di Sarada possa essere modificato in peggio a causa mia.”

Sakura si rivolse lentamente verso sua figlia. “Per te va bene, Sarada?”

La ragazza annuì. “Non fa nulla,” disse senza esitazione. “Un giorno, noi tre ci incontreremo lo stesso, mamma!”

Sakura sgranò gli occhi. “M-Mamma?” ripeté, stupita dall’improvviso attributo.

Sarada divenne immediatamente rossa in volto ed abbassò subito lo sguardo, imbarazzata di non essere riuscita a frenare l’istinto di chiamarla in quel modo. Gli altri ridacchiarono di gusto nel vedere ciò.

Naruto si voltò di nuovo verso Boruto. “Allora, accetti la sfida?” domandò con un sorriso confidente.

Boruto sorrise a sua volta, ma in modo più crudele e sarcastico dell’altro ragazzo. “Puoi contarci, Uzumaki!” ribatté con malvagità. “Non vedo l’ora di farti rimpiangere di avermi sfidato!”

“Lasciamo questa questione per domani mattina,” li interruppe l’Eremita prima che i due potessero cominciare a darsele di santa ragione. “Prima ci sono delle faccende di cui devo parlare in privato con voi due, Boruto ed Eren. Venite con me.”

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata d’intesa per un secondo, poi incominciarono ad allontanarsi dal resto del gruppo per giungere accanto all'Eremita.

“Torneremo tra un paio d’ore.” disse Hagoromo a tutti gli altri con un sorriso. “Ci ritroveremo qui più tardi.”

Detto questo, lui ed i due giovani scomparvero improvvisamente, lasciando Naruto e gli altri da soli nella stanza, confusi e stupiti.
 
 
Cima delle mura
 
I tre comparvero improvvisamente sulla cima delle mura attorno alla città.

Lo spettacolo era mozzafiato. Era oramai giunto quasi il tramonto, e da quell’altezza era possibile vedere il sole che cominciava ad abbassarsi sempre più dietro alle colline verdi, illuminando tutta la terra con una luce rossa intensa e gradevole. Il cielo era completamente arancione, e nel punto più alto cominciavano a mostrarsi le prime luci delle stelle, mentre gli alberi, le distese d’erba e la terra sembravano molto più belli di quanto i tre non avessero mai notato. Il cinguettio degli uccelli che volavano alti nel cielo era l’unico suono che si udiva in quel momento.

Boruto ed Eren rimasero per qualche secondo fermi ad ammirare la bellezza del panorama, accarezzati dolcemente da una leggera brezza d’aria fresca che gli scompigliava i capelli. In quei giorni non avevano mai avuto un attimo di pace, e nessuno dei due aveva avuto modo di fermarsi a godere la bellezza dell’ambiente che li circondava. Si avvicinarono al bordo del muro, scrutando tutta quella bellezza coi loro occhi.

Anche l’Eremita si mise a fissare l’orizzonte, ponendosi in mezzo a loro. “Un bellissimo panorama, non credete?” chiese dolcemente.

I due annuirono semplicemente senza rispondere, come nel tentativo di non interrompere quel momento di pace e tranquillità che avevano davanti a loro. Era quasi ironico mettersi ad osservare quella bellezza adesso.

Entrambi i giovani erano guerrieri. Uno era un soldato, l’altro un ninja traditore. Entrambi erano persone d’azione, entrambi agivano per sopravvivere, lottando ogni giorno e cercando sempre di combattere per riuscire a vedere un altro domani. I momenti in cui quei due si erano potuti permettere il lusso di soffermarsi a guardare la bellezza della natura si potevano contare con le dita.

Il silenzio però durò circa tre minuti.

“Di cosa volevi parlare?” domandò poi improvvisamente Boruto, senza smettere di fissare il tramonto.

L’Eremita non rispose subito. “Credo che tu abbia già capito perché vi ho portato qui,” disse lentamente. “Se hai delle domande sei libero di parlare. Dopotutto, hai finalmente trovato il mondo in cui è nata Mikasa.”

Boruto non si mosse, ma Eren si voltò verso l’anziano essere all’udire ciò. “Conosci mia sorella?” esclamò, stupito.

Hagoromo annuì, fissando l’orizzonte. “L’ho incontrata prima di venire qui,” rispose. “Le ho detto che Boruto era finito nel mondo da cui lei era fuggita molti anni fa.”

“Come sta?” domandò ancora il moro. “È al sicuro?”

L’Ermita sorrise. “Sta bene ed è al sicuro.” confermò con divertimento. “Anche se era preoccupata a morte per la scomparsa del giovane Boruto. Loro due sono piuttosto in intimità, sai?”

Eren sorrise a sua volta, lanciando un occhiata divertita al biondo. “Mi è stato riferito,” commentò, ridacchiando quando vide il Nukenin alla destra dell’anziano voltarsi dall’altra parte per nascondere il suo volto. “Ma vorrei sapere qualcosa su di lei. Perché è scappata via senza dirmi niente? Come ha fatto a finire in un altro mondo? Che cosa l'è successo?”

Nessuno ripose per alcuni secondi carichi di tensione.

“Credo che debba rispondere tu a queste domande.” disse alla fine Hagoromo, rivolgendosi al ragazzo col mantello. “Il giovane Eren ha il diritto di sapere come sono andate le cose.”

Boruto sospirò pesantemente prima di parlare. “Non conosco tutti i dettagli,” cominciò a dire con serietà. “Ma, secondo le informazioni che ho ricevuto in passato e quelle che mi hai rivelato tu qualche giorno fa, ho dedotto che Mikasa deve essere fuggita da questo mondo subito dopo l’attacco dei Titani in questa città. Mi è stato riferito dalla persona che la condusse nel mio mondo che Mikasa era in fin di vita quando la trovò, e che per salvarla dovette abbandonare Eldia per portarla da noi. E, da quel giorno, Mikasa è rimasta lì per difendersi dalla guerra che imperversava in queste terre.”

Eren ascoltò con attenzione la spiegazione. “Come ha fatto questa persona a portarla nel tuo mondo?” chiese subito dopo.

“Non lo so,” rispose subito il biondo. “Urahara, il tipo che l’ha salvata, non mi ha mai spiegato come funziona il suo metodo per viaggiare tra i mondi. Deve aver usato una tecnica particolare simile a quella dell’Eremita.”

Hagoromo sorrise. “Ci sono diversi modi per viaggiare da un mondo all’altro.” spiegò. “Io semplicemente ne utilizzo uno che mi consente di teletrasportare me stesso e altre persone da un luogo ad un altro tramite alcune Tecniche di richiamo. Ma non ho idea di quale tecnica abbia usato Urahara.”

Il ragazzo moro annuì, accettando le informazioni.

“Ora ho io una domanda per te, Eremita.” disse Boruto col suo solito tono. “Hai detto che il tempo e lo spazio funzionano in modo completamente diverso a Eldia rispetto al nostro mondo. Tuttavia la data della partenza di Mikasa e altri eventi combaciano perfettamente con la cronologia del mio mondo. Sono passati ben dodici anni precisi  da quando lei è fuggita da questo posto. Mi faresti la cortesia di spiegarmi cosa sta succedendo?”

L’Eremita non esitò a rispondere. “Non ho mentito su questa cosa.” disse lentamente. “Il tempo e lo spazio a Eldia sono distorti rispetto al nostro. Come prova di questo posso dirti che in questo momento, per coloro che si trovano nel tuo mondo, Eldia non esiste più.”

Boruto sgranò gli occhi. “Che cosa?” esclamò.

“Il concetto di tempo non è lo stesso per tutti i mondi.” spiegò ancora Hagoromo. “Più la distanza tra due mondi è maggiore, maggiore sarà la differenza tra la cronologia degli stessi mondi. Nella pratica, Eldia e la Terra distano circa dodici miliardi di anni luce tra loro, ed anche se tu adesso ti trovi ancora in questo mondo, esso per gli abitanti della Terra è stato già distrutto da ben dieci anni. Il tempo scorre in maniera diversa a seconda della distanza tra i mondi.”

Eren ci aveva capito poco o nulla. “Stai dicendo che noi a Eldia siamo indietro nel tempo rispetto al vostro mondo?” chiese.

“Diciamo che il concetto si può riassumere anche così.” concesse l’anziano.

Adesso che questo dubbio era stato chiarito, c’era una questione ben più importante da risolvere per il giovane guerriero.

“Sia io che Eren sappiamo del Potere dei Titani e della sua origine.” cominciò a dire, fissando gli altri due col suo occhio freddo. “E sappiamo anche dell’esistenza del Diavolo della Terra. Ma quello che nessuno mi ha mai spiegato, è che fine abbia fatto questo Diavolo. Perché non si hanno più sue notizie da secoli? Che fine ha fatto?”

Anche Eren si mise ad osservare l’Eremita, molto interessato a saper qualcosa sulla leggendaria creatura che concesse il Potere ad Ymir.

Hagoromo si mise di nuovo a fissare l’orizzonte. “Non so dirvelo con certezza,” prese poi a dire seriamente. “Ma, come credo tu abbia già intuito, giovane Boruto, quella creatura non si trova più qui in questo mondo.”

Il guerriero aggrottò le sopracciglia. Le sue intuizioni erano fondate. “E dov’è andato allora?”

“Nessuno lo sa.” rispose subito l’Eremita. “Il Diavolo è una creatura antichissima, molto più antica di me, piena di misteri e di leggende che avvolgono la sua figura. Non credo ci sia qualcuno che possa dire con certezza che fine abbia fatto. Sono circa trecento anni che non si trova più ad Eldia, ma sono certo che sia ancora vivo nonostante tutto.”

Boruto incrociò le braccia, pensieroso. “Tu sai perché creò il Potere dei Titani?” chiese.

L’Eremita delle Sei Vie strinse le spalle. “Non posso dirlo con certezza, ma se Ymir riuscì a convincerlo a creare un Potere simile, doveva avere delle ragioni molto valide. Penso che lo volesse usare per il bene del suo popolo, ma questa è solo una leggenda. La maggior parte dei Poteri esistono per un unico scopo: ossia la guerra.”

Boruto ed Eren sgranarono gli occhi.

“Quindi,” disse il moro, sconvolto. “Il Diavolo concesse il Potere agli uomini per portare guerra e morte agli abitanti di Eldia?”

“È un’ipotesi come un’altra.” si limitò a dire l’Otsutsuki. “Anche il potere dei manufatti fu creato dal Diavolo, ed il suo scopo era quello di rendere invincibile una persona per tirare fuori tutto il suo essere e dargli forma fisica. Nessuno sa come facesse quella creatura a creare Poteri simili, ma la sua abilità era indiscutibilmente al di là di qualsiasi altro essere vivente. Ma ripeto che nessuno può sapere la verità del passato. Solo il Diavolo in persona potrebbe rispondere a queste domande.”

Boruto sospirò. Aveva ottenuto delle risposte ai suoi dubbi, seppur vaghe e poco convincenti, ma gli sarebbero bastate per il momento. Ora c’era un’altra questione che voleva risolvere al più presto.

“Eremita,” disse improvvisamente il biondo con un tono serio e teso. “Sei capace di portare Eren nel mio mondo? Sarebbe possibile condurlo da Mikasa?”

Sia Hagoromo che Eren si voltarono verso di lui, colpiti da quella singolare richiesta.

“Che cosa?” esclamò il ragazzo, stupito dall’improvvisa domanda.

L’Eremita lo fissò con uno sguardo indecifrabile. “Potrei farlo, certo. Ma per quale motivo?”

Boruto lo fissò col suo occhio azzurro. “Ho promesso ad Eren che avrebbe rivisto di nuovo sua sorella.” disse semplicemente. “Questa è l’unica occasione che abbiamo per farlo.”

Poi si rivolse direttamente a Eren con un tono serio. “Non è forse quello che volevi? Se vai adesso potrai rivedere tua sorella e sarai contemporaneamente al sicuro dalla minaccia del drago. E una volta che noi avremo finito qui, se lo desidererai, potrai tornare di nuovo a Eldia. Che ne dici?”

Il ragazzo lo fissò per alcuni lunghissimi secondi nell’occhio con uno sguardo indecifrabile. La proposta che gli stava facendo era incredibile.

Se avesse accettato, avrebbe potuto rivedere dopo così tanti anni sua sorella. Avrebbe potuto riunirsi con l’unico membro della sua famiglia ancora in vita, e salvarsi anche dalla minaccia di quel fantomatico drago a cui Boruto e gli altri davano la caccia. Non era per niente una cattiva idea.

Ma un pensiero gli balenò nella mente.

Mikasa, proprio come lui, era cresciuta. Non era più una bambina che aveva bisogno di essere protetta. Non era più da sola. Aveva trovato una nuova famiglia, aveva trovato nuovi amici, aveva trovato delle persone che le volevano bene. Lui non serviva più. Anche se avrebbe voluto rivederla moltissimo, adesso non era il momento adatto.

Perché, già da qualche ora, aveva preso la sua decisione.

“No,” disse allora Eren con un tono deciso. “Non andrò da Mikasa adesso.”

Boruto sgranò l’occhio. Quel rifiuto non se lo aspettava di certo.

“Cosa?” esclamò, allibito. “Ma perché?”

Eren sorrise con decisione. “Perché il mio mondo, ed anche quello di Mikasa, sono in pericolo! Non posso andarmene ora!” dichiarò con fermezza. “E poi, che razza di fratello sarei se permettessi al ragazzo di mia sorella di rischiare la pelle da solo contro un drago? Mikasa non me lo perdonerebbe mai!”

Il biondo lo fissò come se fosse uscito di testa. “Non capisci?” riprese a dire con enfasi. “Non è uno scherzo! Quel drago potrebbe ucciderti! Questa è la tua unica possibilità di rivedere tua sorella e metterti in salvo! Non pensare a me, ma pensa a Mikasa! Ha sempre desiderato rivederti, non rischiare di far rimanere il suo desiderio un mero sogno!”

Il moro continuò a sorridere. “Lo so bene.” disse lentamente. “Ma non posso, Boruto. Io sono un soldato. Non abbandonerò il mio mondo in balìa di un drago. So che potrei morire, ma non ho paura. Sono certo che anche Mikasa farebbe la stessa cosa se fosse al mio posto! Non scapperò via come un codardo! Solo coloro che affrontano l’inferno a testa alta sono capaci di vedere il futuro e la luce alla fine del buio. Non sei d’accordo anche tu, Boruto?”

Il Nukenin fece per dire qualcosa, ma Eren lo anticipò subito. “E poi, non sarò da solo in questo viaggio! Dopotutto, tu sarai con me giusto?”

Il ragazzo col mantello rimase in silenzio, fissandolo negli occhi per diversi secondi.

“Sei certo della tua decisione?” gli chiese ancora una volta.

Eren annuì, un ghigno confidente che gli adornava il viso. “Sì!” dichiarò ancora con forza. “Rivedrò mia sorella una volta che sarà tutto finito!”

Poi, per la seconda volta, il moro allungò la sua mano verso Boruto.

“Facciamo fuori questo drago!” disse con confidenza. “Insieme!”

Boruto esitò qualche secondo. Poi sorrise a sua volta e strinse la mano dell’altro con forza e decisione.

“Insieme!”

L’Eremita annuì tra sé con un sorriso, soddisfatto nel veder nascere una nuova amicizia in mezzo a quella situazione tesa e pericolosa.

E così, alla fine, anche il sole scomparve all’orizzonte.



 

Note dell'autore!!!

Salve gente, come promesso ecco a voi il nuovo capitolo. Mi scuso di nuovo per il fatto che anche quest'ultimo fosse privo di 'azione' o eventi particolari come i precedenti, ma già dal prossimo avremo modo di cambiare questa cosa, ve lo assicuro! Il prossimo capitolo 'Naruto e Boruto 1' uscirà lunedì 6 novembre! In esso vedremo finalmente i due biondini scontrarsi tra di loro per raggiungere i loro obiettivi!

Da questo punto in poi, le cose comincieranno inoltre a farsi parecchio movimentate per Boruto ed il resto  della Gang, e avremo modo anche di approfondire la conoscenza di personaggi come Hinata, Sarada e altri che sono rimasti nell'ombra fino ad ora! Ne vedremo delle belle!

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e coloro che mi faranno sapere cosa ne pensano! Ci vediamo presto con l'inizio della sfida tra padre e figlio! Ciaooo! ;)
 
 
   
 
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