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Autore: Saigo il SenzaVolto    06/11/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


 

 
LAST ONE STANDING
(Simple Plan)

 
How many times are you gonna try to shut me out?
I told you once, told you twice,
I ain't gonna turn back around.
You can say whatever, try to mess with me,
I don't care, I'm not scared.
You don't have to say your sorry, save your sympathy.
With a friend like you, I don't need an enemy.
I would give you time if you were worth it.
But guess what? you're not worth it.
 
 I'm always gonna be the last one standing!
'Cause I'm never gonna give up trying!
And now I'm ready to go, I'm here, I'm waiting for you!
And I'm gonna be the last one standing!
The last one standing!

Did you think that I would surrender easily?
Just like that, you were getting rid of me?
Is that the way you saw it all go down?
I don't think, I don't think so.
There's not a word you can say I haven't heard before,
So give it up, give it up unless you want a little more.
You think you're pretty tough, so let's throw down.
It's alright, I'm alright.

I'm always gonna be the last one standing!
'Cause I'm never gonna give up trying!
And now I'm ready to go, I'm here, I'm waiting for you!
And I'm gonna be the last one standing!

I won't give up, I keep trying.
(I'm always gonna be the last one standing)
It's not over, I keep fighting.
(I'm always gonna be the last one standing)

I keep fighting!

I'm always gonna be the last one standing!
'Cause I'm never gonna give up trying!
And now I'm ready to go, I'm here, I'm waiting for you!
And I'm gonna be the last one standing!
And I'm gonna be the last one standing!

The last one standing!
Quante volte proverai a tagliarmi fuori?
Te l’ho detto una volta, te l'ho detto due volte,
Io non tornerò indietro.
Puoi dire qualunque cosa, puoi provare a darmi fastidio,
Non m’interessa, non ho paura.
Non devi chiedere scusa, risparmiami la tua compassione.
Con un amico come te, non mi serve un nemico.
Ti darei il mio tempo se ne valesse la pena.
Ma indovina un po'? Non ne vali la pena.

Sarò sempre l’ultimo che rimarrà in piedi!
Perché non smetterò mai di provare!
E ora sono pronto a partire, sono qui, ti sto aspettando!
E sarò l’ultimo che rimarrà in piedi!
L’ultimo rimasto in piedi!

Pensavi che mi sarei arreso così facilmente?
Che ti saresti sbarazzato di me, semplicemente così?
È così che avevi previsto che crollasse tutto?
Non credo, non credo proprio.
Non c’è niente che tu possa dire che non ho già sentito,
Quindi arrenditi, arrenditi, se non vuoi lottare ancora.
Pensi di essere forte, quindi cominciamo di nuovo.
Va bene, sto bene.

Sarò sempre l’ultimo che rimarrà in piedi!
Perché non smetterò mai di provare!
E ora sono pronto a partire, sono qui, ti sto aspettando!
E sarò l’ultimo che rimarrà in piedi!

Non mi arrenderò, continuo a provare.
(Sarò sempre l’ultimo che rimarrà in piedi)
Non è finita, continuo a lottare.
(Sarò sempre l’ultimo che rimarrà in piedi)

Io continuo a combattere!

Sarò sempre l’ultimo che rimarrà in piedi!
Perché non smetterò mai di provare!
E ora sono pronto a partire, sono qui, ti sto aspettando!
E sarò l’ultimo che rimarrà in piedi!
E sarò l’ultimo che rimarrà in piedi!

L’ultimo rimasto in piedi!

 

 

Naruto e Boruto 1


Il sole del mattino era alto nel cielo, il vento fresco soffiava con dolcezza e costanza nell’aria. La verde radura in mezzo alle colline era silenziosa e calma, soltanto il suono del silenzio regnava su tutto l’ambiente circostante.

All’orizzonte, le gigantesche mura di Shiganshina erano come una piccola macchia distante e confusa.

Boruto era immobile in piedi in mezzo al prato verde, col vento che gli muoveva i capelli ed il mantello. Nessuna emozione appariva sul suo volto, nessun segno di tensione si riusciva a discernere dal suo corpo. Il suo gelido occhio sinistro puntava in avanti, osservando con sguardo calcolatore il suo avversario.

Dinanzi a lui, a quindici metri di distanza, Naruto lo osservava a sua volta con forza, il corpo rigido e le braccia incrociate, il suo volto tirato in un sorriso confidente e sicuro.

In mezzo a loro, fluttuando in aria, la figura dell’Eremita li studiava attentamente entrambi coi suoi occhi viola, mentre alle sue spalle, a circa duecento metri, Sasuke, Eren ed il resto del gruppo osservavano con trepidazione e nervosismo l‘incombente momento decisivo dalla cima di una collinetta.

Lo scontro tra i due giovani stava per iniziare.

“Avete capito le condizioni?” domandò Hagoromo a gran voce, rivolgendosi ai due ragazzi in mezzo al prato. “La sfida partirà appena darò il mio segnale. Il vincitore sarà colui che riuscirà a portare allo sfinimento o ad incapacitare l’avversario in qualsiasi modo. Potete usare qualunque abilità o tecniche ninja preferiate per raggiungere la vittoria. Tuttavia è assolutamente proibito ferire o mutilare mortalmente l’avversario, e mi occuperò personalmente di punire qualsiasi possibile atteggiamento che possa andare contro questa regola.”

I due biondi annuirono col capo.

Comprendevano entrambi la situazione. Avevano un mese di tempo per riuscire a sconfiggere il drago Vrangr, e non potevano permettersi di rischiare di uccidere un membro del gruppo. Era già tanto che l’Eremita e gli altri avessero concesso loro di sfidarsi, non potevano correre rischi.
 

Tutti gli altri li guardavano con attenzione. Non riuscivano a credere che quei due stessero veramente per combattere tra loro. Nessuno di loro lo avrebbe mai concesso, non dopo quello che era successo nella città. Non potevano permettere di mettersi uno contro l’altro una seconda volta. Era troppo rischioso.

Ma Hagoromo li aveva rassicurati dicendo a tutti loro che questo combattimento sarebbe stato un ottimo allenamento per quello che entrambi i giovani avrebbero dovuto fare in futuro, e che lui stesso avrebbe arbitrato la sfida per evitare danni o imprevisti spiacevoli di ogni tipo. Alla fine, dopo alcuni tentennamenti, tutti avevano accettato di lasciarli scontrare, anche se non sapevano ancora a cosa si stesse riferendo l’Eremita.

Inoltre, per evitare problemi coi Giganti che ancora gironzolavano in quella zona, Hagoromo aveva eretto una barriera invisibile che avrebbe celato ogni rumore all’interno di essa e che li avrebbe resi invisibili dall’esterno a qualunque essere vivente. E, nonostante le continue rassicurazioni da parte dell’anziano Otsutsuki, tutti gli altri membri del gruppo erano nervosi.

Avevano avuto modo di vedere molte volte la potenza di Boruto Uzumaki, e la prospettiva di doverlo vedere sconfiggere ancora una volta uno di loro non era piacevole.

Sasuke ricordava ancora con rammarico il modo pietoso in cui era stato sconfitto da quel tipo. Il solo ricordo gli faceva salire un’ondata immensa di vergogna e frustrazione. Non era riuscito a fare nulla contro di lui, assolutamente nulla. Quel ragazzino aveva letteralmente giocato con lui per tutto il tempo, riuscendo nel mentre ad eludere i tentativi di tutti gli altri di fermarlo. Quel tipo era un mostro. E, sebbene Sasuke si fosse pentito delle sue azioni contro di lui, non poteva fare a meno di provare un grande sospetto nei confronti di Boruto.

“Vedi di non perdere anche tu, tonto!” pensò tra sé, fissando Naruto con uno sguardo quasi disinteressato. “Se hai il potere della Volpe dalla tua parte, non esitare a sfruttarlo!”

Fugaku e Mikoto osservavano i due dalla cima della collina coi loro occhi attivati nel tentativo di discernere qualcosa dallo scontro. Questa era l’occasione buona per poter finalmente fare luce su i numerosi misteri riguardanti quel ragazzo biondo dal nome di Boruto Uzumaki. Entrambi i coniugi avevano sperimentato la sua collera, anche se soltanto Fugaku ne aveva pagato le conseguenze a caro prezzo. Le conclusioni che avevano tratto da quell’avvenimento erano crude e incomprensibili. Quel ragazzo era disumanamente forte. Non era normale per un giovane della sua età avere tutto quel potere. Era inconcepibile.

Come aveva fatto ad ottenerlo? Come diavolo faceva a muoversi con quella velocità?

Mikoto sospirò mentalmente. “Spero solo che non finisca come al solito.”

“Boruto Uzumaki,” ripeté nella sua testa Fugaku. “Sono curioso di vedere il tuo massimo potenziale. Mostraci cosa sei realmente.”

Anche Sakura, dal canto suo, sentiva una forte tensione. Stava per vedere il suo compagno di squadra affrontare il suo futuro figlio. Ma non era questo quello che la spaventava. Era il fatto che il suddetto figlio di Naruto fosse incredibilmente più potente di quanto ognuno di loro si fosse mai aspettato. Cosa sarebbe successo se Boruto fosse esploso dalla rabbia come l’ultima volta? Si era sentita completamente inutile quando il biondo aveva attaccato e sconfitto Sasuke-kun. Non era riuscita a fare nulla, nonostante fosse stata determinata a proteggere il suo compagno.

“Shannaro!” esclamò mentalmente, tesa. “Farai meglio a non perdere, Naruto! Fagli vedere chi sei!”

La coppia più tesa, però, era indubbiamente quella composta da Minato e Kushina. I due stavano per assistere allo scontro tra loro figlio ed il loro futuro nipote. Non potevano fare a meno di sentirsi preoccupati.

Kushina era quella che aveva preso meno bene il fatto che loro due volessero combattere, e aveva tentato di dissuadere Naruto dalla sfida molte volte, ma il ragazzo non aveva mai demorso nonostante i suoi tentativi.

Adesso, nel vederli entrambi uno di fronte all’altro, intenti a fissarsi reciprocamente con quegli sguardi freddi, la donna non riuscì a non mostrare la sua preoccupazione.

“Naruto, Boruto…” implorò mentalmente. “Fermate questa follia! Siete sangue dello stesso sangue! Non dovreste combattere tra di voi!”

Minato invece osservava la scena con uno sguardo indecifrabile. Stava per vedere, per la prima volta in assoluto, suo figlio prendere parte ad uno scontro. Non aveva mai avuto l’occasione di vederlo lottare in questo modo da giovane, e già solo questo lo rendeva nervoso.

Se poi a questo aggiungeva il fatto che l’altro sfidante era Boruto, ossia lo stesso nipote che aveva rinnegato la sua famiglia e la stessa persona che aveva stuzzicato così tanto l’interesse di tutti gli altri, allora l’Hokage non sapeva davvero cosa pensare.

Il suo sguardo si soffermò su suo figlio. “So che puoi farcela, Naruto! Non arrenderti!”

Hinata invece era quella che stava vivendo il maggiore conflitto dentro al suo cuore. La ragazza stringeva nervosamente le mani insieme, i suoi pallidi occhi erano pieni di preoccupazione ed insicurezza e si muovevano freneticamente per fissare i due giovani in mezzo al prato.

Stava per assistere ad uno scontro che l’avrebbe cambiata sicuramente. Da una parte aveva Naruto, il ragazzo di cui era innamorata da sempre e con cui voleva segretamente passare il resto della sua vita, mentre dall’altra aveva il suo futuro figlio, il quale aveva pubblicamente rifiutato di riconoscere lei e Naruto come i suoi genitori, nonché lo stesso ragazzo che aveva dimostrato di avere un potere superiore alle aspettative di tutti.

Hinata non sapeva davvero cosa pensare. Avrebbe dovuto fare il tifo per Naruto? Oppure avrebbe dovuto credere che le parole di Boruto fossero vere e che era davvero meglio rinunciare a scoprire il suo futuro?

Eppure, per quanto fosse preoccupata e tesa a causa di quello avrebbe potuto vedere, in fondo al suo cuore lei sapeva che il suo amato Naruto-kun stava facendo la cosa giusta. Era determinato a scoprire la verità su suo figlio, e nessuno poteva fermarlo. Aveva preso la sua decisione, e non sarebbe tornato indietro. E non lo stava facendo soltanto per se stesso.

Lo stava facendo anche per lei.

Hinata sapeva che Naruto era a conoscenza del suo interesse per Boruto. Non poteva non saperlo. Lo struggimento che lei provava nel disperato bisogno di sapere qualcosa su suo figlio era lo stesso che vedeva riflesso nei suoi occhi ogni volta che incrociavano lo sguardo. Entrambi erano disperatamente bisognosi di sapere la verità.

L’unica differenza era che Naruto stava lottando per ottenerla, mentre lei, ancora una volta, aveva deciso di fare affidamento su di lui.

La cosa la fece sentire pateticamente debole.

Avrebbe tanto voluto essere un po’ più simile a Naruto. Lui era sempre così deciso, così determinato, e non aveva mai paura di nulla. Se aveva qualcosa da ridire non esitava neanche un attimo ad esprimerla. Se qualcosa lo ostacolava, lui non si arrendeva mai. Questa era la sua forza. Questo era il suo Nindo. Questa sua determinazione era ciò che lei amava di più del ragazzo.

Hinata sorrise debolmente. Sapeva che Naruto non si sarebbe arreso indipendentemente dal risultato di quello scontro. Lui avrebbe continuato a tentare ogni giorno, fino a quando non avesse raggiunto il suo obiettivo.

Questa consapevolezza la consolò immediatamente.

“Ho sempre creduto in te, Naruto-kun!” pensò con forza e decisione. “E anche oggi continuerò a farlo! So che riuscirai a scoprire il mistero di nostro figlio. Io ho fiducia in te!”

Eren osservava con attenzione ed interesse lo scontro imminente. Era particolarmente interessato a scoprire la vera forza di Boruto Uzumaki, e adesso aveva l’occasione perfetta per farlo.

Quel ragazzo lo aveva aiutato a vendicare Armin e tutti i suoi compagni uccidendo Reiner, ed era persino un membro della nuova famiglia di Mikasa. A causa di ciò Eren, anche se forse non se n’era ancora reso conto, aveva cominciato ad ammirare quel ragazzo biondo con tutto se stesso.

La sua potenza era incredibile, per non parlare della sua conoscenza dei Titani e dei misteri della sua gente.

“Fammi vedere cosa sei in grado di fare, Boruto!” pensò il moro.

E, infine, l’ultima persona che in quel momento non poteva fare a meno di sentirsi preoccupata era Sarada. La ragazza stringeva con forza i pugni, e aveva gli occhi puntati sul suo vecchio amico d’infanzia intenti ad osservarlo con un misto di timore, tristezza e rassegnazione.

Nel vedere i due ragazzi fronteggiarsi a vicenda in anticipazione allo scontro, lei non poté evitare di far riaffiorare alla mente i ricordi di quell’altro scontro. Di quella terribile battaglia che aveva visto coi suoi stessi occhi ben due anni fa.

Lo scontro tra Boruto Uzumaki ed il Settimo Hokage.

Un gigantesco mare di emozioni la travolse nel ricordare quell’evento. Tristezza, dolore, sconforto, disperazione, autocommiserazione e rabbia.

Non avrebbe mai più dimenticato quel giorno. Il suo Sharingan le aveva impresso per sempre nella memoria ogni singolo istante di quell’avvenimento. Ricordò le lacrime, le parole colme di rabbia e dolore, la frenetica battaglia, le urla, i pianti…

Ancora oggi, la giovane Uchiha non riusciva ad accettare il passato. Non riusciva ad accettare che il suo amato Boruto avesse davvero deciso di ripudiare la sua famiglia. Perché le cose erano finite in quel modo? Perché nel futuro quei due, le stesse persone che stava osservando in quello stesso momento, erano diventate, per quanto odiasse ammetterlo, nemici? Perché non potevano semplicemente andare d’accordo?

Naruto-sama aveva sbagliato. Su questo non c’erano dubbi. Ma sia lui che il resto della famiglia Uzumaki si erano pentiti delle loro azioni. Avevano realizzato da anni i loro errori. Avevano tentato innumerevoli volte di riconnettersi con Boruto, ma il giovane non li aveva mai più perdonati nonostante i loro tentativi. Eppure, non potendo accettare di vivere senza di lui, ancora oggi il Settimo e la sua famiglia cercavano di riconquistare il suo perdono, tentando di riprendersi Boruto con ogni mezzo possibile.

Era una storia triste e penosa quella della loro famiglia. Anche Sarada non aveva avuto la famiglia migliore del mondo, con una madre che era sempre al lavoro ed un padre che vedeva di rado per qualche mese all’anno. In un certo senso, lei riusciva a comprendere il risentimento di Boruto nei confronti dell’Hokage. Lo riusciva a giustificare perché lo aveva provato lei stessa nei confronti di Sasuke.

L’unica differenza era che Sarada lo aveva accettato, mentre Boruto no.

Lui era rimasto così disgustato, così offeso e così infuriato nei confronti della sua famiglia che aveva deciso di farsene una nuova, abbandonando definitivamente ogni legame con i suoi parenti e andando per la sua strada, incurante di tutto il resto.

E questo, per Sarada era inaccettabile.

Ma pensare a queste cose era ormai inutile. Non aveva più senso.

L’unica cosa che la giovane Uchiha poteva fare era pregare che questo scontro non finisse nello stesso modo di quello di due anni fa.

“Ti prego, Boruto,”implorò mentalmente. “Non chiudere il tuo cuore davanti a Naruto. Non far finire di nuovo le cose nell’odio e nell’indifferenza. Questa è la tua occasione per ricominciare!”
 

Ignaro del tumulto interiore delle persone alle sue spalle, Hagoromo continuava a fissare i due ragazzi con intensità. “Sono stato chiaro?” domandò, il suo tono serio.

“Sì!” esclamò con decisione Naruto.

“Cristallino.” fece Boruto con un tono annoiato.

L’Eremita annuì. “Molto bene,” disse dopo un secondo. “Se non avete domande allora potete cominciare.”

Detto questo, la sua figura cominciò a fluttuare sempre più lontano dai due, fermandosi a qualche decina di metri di distanza.

Ma nessuno si mosse. Naruto e Boruto continuarono a restare fermi e a studiarsi a vicenda, senza che nessuno dei due facesse la prima mossa.

Continuarono a guardarsi per minuti interi prima che, finalmente, uno di loro prese la parola.

“Sei pronto, Boruto?” domandò con un sorriso confidente il jinchuuriki. “Adesso è il momento decisivo! Una volta finito questo scontro, dovrai dirmi tutto quello che hai passato nella tua vita!”

Boruto scosse lentamente la testa. “Ripeto le mie parole di ieri sera,” fece l’altro, mentre un ghigno ferale compariva sul suo volto. “Ti farò rimpiangere di avermi sfidato!”

“Vedremo chi dei due rimpiangerà la scelta!” ribatté subito Naruto, assumendo una posa d’attacco.

“Avanti!” gli disse ancora lui. “Lascio a te la prima mossa!”

‘OHI, NARUTO!’ esclamò il Kyuubi nella sua mente. ‘Che stai facendo? Non provocarlo ancora prima di iniziare a combattere!’

Naruto non si lasciò intimorire. “Non fare la femminuccia, Kurama!” disse con confidenza. “Non mi lascerò sconfiggere così faci-”

CRUNCH!

Il pugno lo prese in piena faccia prima ancora che potesse terminare la frase. Mentre era distratto a parlare, Boruto era scattato in avanti con una velocità disarmante e lo aveva colpito con forza e precisione, facendolo volare indietro con tutto il corpo.

Naruto rotolò a terra per diversi metri prima di riuscire a rimettersi in piedi.

“C-Come ha fatto?” esclamò, sconvolto. “Non l’ho neanche visto muoversi!”

La Volpe osservò il Nukenin attraverso gli occhi della sua Forza Portante. ‘La sua velocità è disarmante! Non ho mai visto un essere umano in grado di muoversi in quel modo! Neppure quell’arrogante Raikage di nome Ay si muoveva con una tale rapidità!’

Boruto ritrasse la mano sotto al mantello. “Ti cedo il turno.” disse semplicemente con un tono privo di emozione.

Naruto ringhiò sottovoce, toccandosi la faccia dolorante. Aveva una voglia matta di togliere quell’espressione indifferente dal suo volto, e stavolta ci sarebbe riuscito ad ogni costo. Aveva abbassato la guardia, ma adesso non avrebbe commesso lo stesso errore. Ora avrebbe cominciato a fare seriamente.

Con uno scatto avanti, il biondo cominciò a correre verso l’avversario formando un sigillo con le mani.

Kage Bunshin no jutsu!” (Tecnica della Moltiplicazione del Corpo)

In pochi secondi, decine e decine di cloni di Naruto comparvero dal nulla con una nuvola di fumo, e tutti si misero a correre verso il ragazzo del futuro, pronti a colpirlo con pugni e calci.

Il ninja traditore fissò con disinteresse i cloni, senza neanche assumere una posa di difesa.

Un primo pugno gli fu sferrato da dietro.

Con uno scatto fulmineo, l’intero corpo di Boruto si voltò dal lato opposto, afferrando la mano protesa a colpirlo e ricambiando l’offensiva con un calcio che investì l’avversario in pieno petto. Il clone scomparve con uno scoppio.

Muovendo subito dopo la testa di lato, il biondo evitò un secondo pugno dalla destra, e con un braccio bloccò un calcio mirato al collo. Poi, afferrando la gamba dell’assalitore, il ragazzo ruotò con forza tutto il corpo, scagliando con precisione il clone addosso ad altre due copie di Naruto, facendole scomparire tutte.

Altri due cloni lo caricarono frontalmente, ma lui scattò davanti a loro con rapidità e sferrò contemporaneamente un pugno con ogni braccio sul loro stomaco, dissolvendoli nel nulla.

Ma non fece in tempo a fare altro, perché altre tre copie di Naruto gli corsero addosso da tre lati diversi nello stesso momento.

Allora, appena furono abbastanza vicini, Boruto fece un piccolo balzo in aria, divaricando con forza le gambe e sferrando rispettivamente un calcio ai due cloni ai suoi lati, mentre afferrò quello davanti a sé con una mano e lo colpì subito con un kunai nel collo.

Tutte e tre le copie scomparvero in una nuvoletta bianca.

Ma prima ancora che il fumo si fosse diradato, un’improvvisa pulsione di chakra lo raggiunse da dietro.

Rasengan!” esclamò Naruto, scagliandosi contro di lui con il palmo destro in avanti.

L’occhio di Boruto si ridusse ad una fessura. Non sarebbe cascato in un trucco così banale.

Aspettando che il Rasengan fosse quasi in prossimità del suo corpo, il Nukenin bloccò immediatamente l’attacco afferrando il braccio proteso di Naruto con una mano, mentre caricò l’altro braccio all’indietro.

Naruto sgranò gli occhi.

“I tuoi trucchi non funzioneranno con me.” gli disse Boruto con una voce fredda e tagliente.

Poi sferrò in avanti il palmo della mano aperto, centrando in pieno petto l’altro biondo con forza.

“KAH!” sputò Naruto, ma dopo neanche un secondo venne scaraventato all’indietro come una palla dalla potenza dell’attacco, rotolando sulla schiena a terra per diversi metri.
 

Gli altri guardavano con attenzione lo scontro.

“Ha concentrato il chakra nel palmo della mano all’ultimo secondo per aumentare al forza dell’impatto!” esclamò mentalmente Hinata, osservando il ragazzo col Byakugan. “Quella è una tecnica del clan Hyuuga!”
 

Boruto si raddrizzò lentamente, il suo sguardo freddo e calcolatore puntato sull’avversario ancora a terra.

Naruto si rimise subito in piedi. Proprio come aveva immaginato, Boruto era forte. Molto forte. Non poté fare a meno che desiderare ancora di più di scoprire come avesse fatto a diventare così potente.

‘Vuoi già dare inizio al piano?’ domandò la Volpe.

Naruto scosse la testa. “Non ancora,” rispose seriamente. “Continuerò ad usare ancora per qualche minuto il Taijustu per tentare di fargli abbassare la guardia! Conto su di te per curare le ferite, Kurama!”

‘Bah!’ grugnì Kurama. ‘Ricordati di ringraziarmi alla fine!’

Senza perdere neanche un secondo, Naruto scattò di nuovo in avanti, portandosi davanti a Boruto in meno di tre secondi e cominciando ad assalirlo con attacchi fisici.

Tuttavia, ciò che accadde dopo stupì non poco lui e tutti gli altri.

Il ragazzo col mantello tirò fuori le braccia dalla cappa, deviando un primo pugno di Naruto con un sonoro schiaffo verso il basso, e poi ne bloccò un secondo con un colpo di palmo verso destra.

Il jinchuuriki riprese ad attaccarlo con raffiche di pugni e calci, ma Boruto riusciva ogni volta a evitare i suoi attacchi con schiaffi forti e precisi che deviavano i suoi pugni e calci con efficacia, muovendo il suo corpo con movimenti fluidi e precisi, senza mai perdere il ritmo.
 

“Q-Quello è…” esclamò Hinata, troppo scioccata per riuscire a terminare la frase.

“Già,” finì per lei Minato, osservando la scena con stupore ed interesse. “Lo stile di lotta del clan Hyuuga.”

Non c’erano dubbi. Quella particolare tecnica di combattimento basata su colpi di palmi e schiaffi era lo stile che veniva usato nel clan Hyuuga. Era la base della tecnica del Pugno Gentile.

E Boruto la stava usando con precisione e abilità davanti ai loro occhi. Come faceva a conoscere quello stile di combattimento? Il ragazzo non possedeva un Byakugan, e quindi non sarebbe dovuto essere capace di utilizzare quella particolare tecnica.

Sarada non era per nulla stupita. “Boruto si è allenato per diverso tempo nello stile di lotta del clan Hyuuga quando era bambino.” spiegò a tutti lentamente. “Anche se non possiede gli occhi di quel clan, conosce perfettamente le tecniche di combattimento del Pugno Gentile.”
 

Naruto stava cominciando a fare sempre più fatica ad attaccare il guerriero. I suoi attacchi si facevano più lenti, ed aveva subito anche un paio di colpi sulla faccia e sul petto durante la sua raffica.

Ma non fece in tempo a schivare l’ultimo.

Un potentissimo schiaffo lo centrò sulla guancia sinistra, inondandogli tutta la faccia con un dolore acuto ed immenso. Sembrava di essere stato colpito da una lastra di acciaio piuttosto che da una mano.

E, senza poter neanche riprendersi dall’attacco, un calcio diretto allo stomaco lo fece scaraventare all’indietro come un missile, mentre il dolore si propagava lentamente per tutto il suo corpo.

Boruto rimase fermo nel punto di prima. “Tutto qui quello che sai fare?” domandò con un sospiro. “Mi sto cominciando ad annoiare.”

Naruto si massaggiò lo stomaco, rimettendosi in piedi lentamente senza rispondere. Il ragazzo del futuro continuò a fissarlo con disinteresse.

Ma quando Naruto rialzò la testa, incredibilmente, un sorriso divertito gli era comparso sul volto.

E poi, senza alcun preavviso, tutto il suo corpo venne ricoperto dal chakra fiammeggiante della Volpe, rivestendolo completamente di fiamme dorate.

“Certo che no!” dichiarò con forza. “Non ho neanche cominciato a scaldarmi!”

Boruto sorrise feralmente. “Molto bene!” esclamò con malvagità, tirando fuori la spada. “Mostrami quello che sai fare!”
 
   
 
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