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Autore: Fonissa    10/11/2017    2 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Da: Percy

A: Annabeth

Devo parlarti. Puoi venire fuori casa di Nico e Hazel per le nove?

Da: Annabeth

A: Percy

Certo, devo preoccuparmi?

Da: Percy

A: Annabeth 

Non lo so.

 

Percy rimase a fissare quello scambio di messaggi per dieci minuti buoni, prima di sospirare e mettere via il telefono, mentre Nico restava in silenzio al suo fianco, con una mano  poggiata sulla sua spalla. 

"Percy, vedrai che andrà tutto per il meglio." gli sussurrò, cercando di sembrare speranzoso. In verità anche lui aveva paura della reazione di Annabeth, o peggio ancora, di quella dei loro amici. 

Annabeth bussò alla porta circa mezz'ora dopo. Hazel andò ad aprire, salutandola mentre provava a sorridere come se non sapesse niente.

"Hey Annabeth! Come stai?" 

La bionda la guardò negli occhi, e il finto sorriso di Hazel si spense subito. Aveva gli occhi lucidi e arrossati contornati da occhiaie scure, come se quella notte non avesse dormito, la bocca era una linea dritta e le mani tremanti erano nascoste nelle tasche. 

"Ti... ti chiamo Percy. Potete anche parlare qui in salotto, nessuno vi disturberà." disse la riccia, capendo che ormai era inutile fingere che andasse tutto bene. 

"Tranquilla, qui fuori stiamo bene." rispose Annabeth con voce piatta, priva di qualsiasi emozione. L'altra annuì, andando di sopra, in camera del fratello.

"E' qui." disse semplicemente, e bastò questo perché Percy sentisse il cuore salirgli in gola. Annuì, alzandosi e avviandosi al piano di sotto, mentre Hazel andava a sedersi vicino a Nico. Sulle scale, incontrò Frank ancora in pigiama, che gli fece un breve cenno di incoraggiamento prima di salire. 

Quando Percy vide Annabeth, sentì le gambe farsi molli e il viso passare in pochi secondi dal bianco al rosso. Si avvicinò a lei, chiudendosi la porta di casa alle spalle. 

"Ciao Sapientona... come stai?"

"Ti prego Testa d'alghe, vai dritto al sodo, dimmi ciò che mi devi dire."

Annabeth dovette raccogliere tutto il suo coraggio per tirare fuori quella frase. Non avrebbe sopportato qualche inutile giro di parole, quando sapeva benissimo quello che sarebbe successo. Probabilmente, lei lo aveva capito ancora prima di Percy, nello stesso istante in cui si erano baciati a casa sua. Quasi nessuno sapeva che da allora non si erano più visti se non a scuola. 

Il ragazzo annuì, sospirando.

"Penso che anche tu abbia capito che c'è qualcosa che non va... tra di noi." Percy disse quelle ultime parole a tono basso, quasi avesse paura di dirle, e forse era proprio così.

"Si, l'ho capito."

"Stavamo bene insieme, ma da un pò di tempo non è più lo stesso. Io... non sento più le stesse cose, ecco."

"Nemmeno... nemmeno io. E' diventato tutto meccanico, non c'è più davvero un sentimento." 

Le parole della ragazza colpirono duramente Percy. Non si immaginava che lo avrebbe detto così direttamente, ma alla fine, in qualche modo, ciò gli diede coraggio per andare avanti.

"Siamo stati bene insieme, ho vissuto momenti che non dimenticherò mai... ma forse, eravamo meglio come amici." 

Annabeth chiuse gli occhi, prendendo un grosso respiro. Si era giurata più volte di non piangere. 

"Quindi, è finita?"

"Si, come fidanzati è finita... ma voglio essere sincero con te: io... voglio stare con un'altra persona, ecco, e so che questa ricambia."

Prima che Percy  potesse continuare, Annabeth gli poggiò una mano su un braccio, sorridendo amaramente mentre una lacrima solitaria iniziava a scendere. 

"Anche a me piace un'altra persona."

Finalmente lo aveva detto. Ci aveva messo mesi a capirlo, aveva dovuto affrontare un devastante coming-out con se stessa, era dovuta intervenire Piper a farle aprire gli occhi, e non si era fermata fino a quando la sera prima, entrambe chiuse nella camera della cherokee, quest'ultima glielo aveva urlato in faccia, esasperata. Ricordava ancora le esatte parole:

"Quando ammetterai a te stessa che ti piace Reyna?!"

Subito dopo, Piper si era scusata mille volte, capendo che forse era stata troppo dura, ma lei l'aveva ringraziata. Se non fosse stata così, non avrebbe mai capito realmente. Ed era per questo che la notte prima non aveva dormito, era stata tutto il tempo a pensarci, arrivando alla conclusione che se non l'avesse chiamata Percy, avrebbe fatto lei il primo passo.

Percy la guardò, strabuzzando gli occhi. Era una notizia che non si aspettava di ricevere. In quel momento si rese conto che entrambi si erano intrappolati da soli in quella relazione, senza nemmeno rendersene conto.

"Questa persona che mi piace... tu la conosci. -disse. Era giusto che Annabeth lo sapesse prima che dessero l'annuncio a tutti. Sarebbe sembrato solo un vigliacco.- ed ecco Annabeth, non so come dirtelo... a me, piace Nico."

Annabeth, sul momento, rimase spiazzata. Al suo fidanzato, o ormai ex-fidanzato, piaceva un ragazzo. E non un ragazzo qualunque, ma Nico Di Angelo, che ormai conoscevano da anni. Non sapeva esattamente come reagire, ma alla fine quasi scoppiò a ridere accorgendosi della situazione in cui si erano ritrovati. Decise che era giusto che anche lei dicesse la verità.

"Io... ti capisco. A me, piace Reyna." 

Percy rimase paralizzato sul posto. Non sapeva cosa fare, anche se irrealtà trovava l'intera faccenda abbastanza surreale.

"Ci siamo ritrovati nella stessa situazione.... e ci abbiamo solo sofferto."

"Percy, adesso siamo liberi. Io non ce l'ho con te, semplicemente non siamo nati per stare insieme. Amici?" 

Annabeth tese la mano, sorridendo, e adesso sembrava davvero stare meglio. Percy spostò lo sguardo da lei alla mano, per poi stringerla.

"Amici."

Si abbracciarono stretti per qualche minuto, per poi lasciarsi sorridendo. 

"Purtroppo, ora devo andare -disse la bionda, lanciando un'occhiata alla casa dietro di lei- a quanto pare tu la tua faccenda l'hai risolta, io ancora no. Ci vediamo a scuola, Testa d'Alghe."

Annabeth quasi non si accorse di quel che stava facendo. Era come si stesse guardando in terza persona, mentre correva nella sua macchina, l'accendeva e partiva per andare a casa di Reyna. Lei sapeva che era lì, il sabato mattina non usciva quasi mai. Una volta arrivata, parcheggiò la macchina il più velocemente possibile, per poi dirigersi verso l'ingresso. Qualche secondo dopo che ebbe bussato, Hylla, la sorella maggiore di Reyna, andò ad aprire.

"Annabeth, ciao! Se cerchi Reyna, è in camera s-" ma non riuscì a finire di parlare che Annabeth corse dentro, entrando in camera della ragazza senza nemmeno bussare. Si ritrovò Reyna di fronte, ancora in pigiama e con i capelli sciolti. 

"Annabeth?! Che ci fai qui..."

La bionda le si avvicinò, stringendole delicatamente il polso.

"Per una volta nella mia vita, non ho programmato niente, sto solo seguendo il mio cuore."

"Di cosa stai parlando?"

Non appena ebbe chiesto ciò, le Annabeth tirò Reyna verso di sé, e le loro labbra si incontrarono.

  
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