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Autore: _Schwarz    10/11/2017    2 recensioni
Prima mia fanfiction nel mondo di Dragon Age, si basa sulla domanda che mi sono fatta mentre giocavo le origini dei nani: perché Duncan non avrebbe potuto essere ancora nelle Vie Profonde quando il nano nobile viene esiliato?
E quindi eccole, Nahir Brosca e Sereda Aeducan, due nane che stanno per insegnare agli umani come si combattono i Prole Oscura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alistair Therin, Altri, Custode, Leliana, Zevran Arainai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In War, Victory

 

“Things we lose have a way of coming back to us in the end,
if not always in the way we expect”.

~ J.K.Rowling, Harry Potter and the Order of the Phoenix.
 
 

Sereda Aeducan era sempre riuscita nella sua breve vita a tenersi stretta la sua femminilità, nonostante i suoi obblighi come membro della famiglia reale e le sue stesse inclinazioni, l’avessero portata verso una carriera di tipo militare.
Adorava seta, gioielli e bei vestiti come quasi ogni diciottenne nobile e non di Orzammar, le piaceva cantare e farsi coccolare dalle sue serve, ma allo stesso tempo non le bastava mai: lei era figlia e nipote di re, discendente del Paragon Aeducan, e il suo posto era nelle vie profonde con due pugnali in mano, sporchi del sangue dei Darkspawn.
La principessa dei nani, avendo non uno, ma ben due fratelli, avrebbe anche potuto dedicarsi a una vita diversa, fatta di seta e balie, ma non era mai stato più che una lontana certezza della sua vita: un giorno ci sarebbero stati un marito e dei figli nella sua esistenza, ma per ora non era ancora il momento.
“E probabilmente non lo sarà mai più”, pensò la giovane nana, schivando un genlock e facendogli lo sgambetto: quello cadde a terra e lei lo finì con la spada datale da Lord Harrowmont. Le erano state donate armi migliori di quelle che altri prima di lei avevano ricevuto, ma non sarebbe durata a lungo lì sotto: per quanto le Vie Profonde fossero più vuote del solito, se non avesse trovato i Custodi Grigi al più presto sarebbe morta.
Sapeva più o meno in che direzione doveva dirigersi, sperava solo di trovarli ancora lì.
Continuò a muoversi e a combattere, non sapeva quante ore fossero passate ma se voleva sopravvivere non poteva fermarsi fino a quando non fosse stata tra le loro file.
I muscoli delle braccia e delle spalle le facevano male, i suoi piedi urlavano dal dolore nei suoi nervi stanchi e le decine di graffi e ferite più o meno profonde che aveva sul corpo bruciavano come dannate, ma Sereda non si fermava; nessuno le aveva mai insegnato ad arrendersi, e anche volendo non avrebbe potuto, non con Gorim esiliato sulla superficie e Trian morto per mano di Bhelen.
Uccise l’ennesimo darkspawn e mise via i suoi pugnali, dirigendosi verso una fenditura nella roccia che sperava si aprisse su una delle larghe strade delle vie profonde: la luce per un attimo le impedì di vedere, ma le sue orecchie sentirono subito quello che cercava disperatamente da giorni, voci. Voci umane, non i disgustosi versi dei mostri che abitavano le profondità del Thedas.
Discese in fretta verso la strada principale e si trovò di fronte i Custodi Grigi: Duncan, l’umano conosciuto a palazzo, altri due umani, un elfo e ciò che la colpì più di tutto, un’altra nana.
Era giovane, probabilmente aveva la sua età, scurissimi capelli rossi, un trucco che la principessa Sereda avrebbe definito eccessivo e un marchio sulla guancia destra e la fronte.
Una senza casta?”, si chiese per poi guardare verso Duncan che le stava offrendo dell’acqua; accettò volentieri, senza sapere da quanto in effetti non beveva, e poi le venne fatta la domanda che più temeva: «Che ci fate qui, Lady Aeducan? Dove sono i vostri uomini?».
«Non c’è nessuno con me, Duncan. Percorro le Vie Profonde da sola» rispose lei con tutta la dignità che le restava: perché se anche suo fratello le aveva strappato la sua vita, la sua famiglia, il suo retaggio, la sua identità e il suo onore, la dignità non se la sarebbe lasciata togliere. Quello mai.
«Capisco» fu tutto ciò che rispose il comandante dei Custodi, tacitando le domande curiose dei suoi uomini e poi continuò: «A palazzo vi avevo chiesto cosa pensavate della possibilità di unirvi a noi, e mi avete risposto che il vostro posto era con la vostra famiglia. Ho già trovato la recluta che cercavo ad Orzammar, ma ve lo chiederò ancora una volta: Lady Aeducan, volete unirvi ai Custodi Grigi?».
«Per me sarebbe un onore» chinò la testa Sereda, davanti a quell’umano che le aveva dimostrato più sensibilità di qualunque membro della sua famiglia, pur non conoscendola.
E forse, nell’unirsi ai Custodi Grigi, avrebbe potuto recuperare almeno una parte dell’onore che suo fratello le aveva tolto in quella maniera così vile.

 
 ***


Nahir Brosca, senza casta nata e cresciuta nel distretto della polvere tra mendicanti e ladri, aveva imparato presto a non aspettarsi parecchie cose dalla vita: un pasto caldo a fine giornata per esempio, o coperte, vestiti buoni e tante altre piccole cose che tutti quelli che una casta a Orzammar la avevano, di certo non avevano problemi a procurarsi.
“Di certo la principessa del popolo nanico non era mai andata a letto affamata in vita sua”, pensava con un leggero astio mentre osservava l’altra nana del gruppo: vestita con un’armatura di pessima fattura che avrebbe trovato più sensata su un guerriero di una famiglia di basso rango – che l’avessero chiusa nelle vie profonde senza nemmeno uno straccio di armatura? – era piena di graffi e ferite e una sulla guancia destra probabilmente avrebbe lasciato una cicatrice; le armi erano l’unica cosa davvero buona che aveva con se, il che la insospettì, perché se era stata davvero esiliata come aveva fatto capire, avrebbe dovuto riceverne di molto peggiori.
Ma cosa poteva aver combinato la perfetta e amatissima principessa di Orzammar per finire i suoi giorni a vagare da sola per le vie profonde?
Nahir era curiosa, molto curiosa, il che spesso e volentieri le creava più problemi che altro, ma non riusciva a fare a meno di osservarla, e la bionda si accorse presto del suo sguardo, incrociandolo senza farsi problemi: quella probabilmente era la più grande differenza tra loro, rifletté la senza casta puntando i suoi occhi a terra e mormorando delle scuse, Sereda Aeducan non pareva avere problemi in nulla; nonostante la stanchezza che fuoriusciva da ogni poro del suo corpo la sua schiena era dritta e il capo alto, lo sguardo fisso davanti a sé le conferivano una consapevolezza di se stessa e della propria importanza che Nahir non aveva mai avuto.
Dove lei era abituata a confondersi tra le ombre, l’altra brillava di luce quasi propria.
Sereda la osservò a sua volta per un po’ prima di rispondere alle sue parole: «Non devi scusarti, non hai fatto nulla di male. E non chiamarmi “mia Signora”, sono solo Sereda ormai, una Custode come te, il che ci rende due pari».
L’altra annuì, senza sapere come credere a quelle parole: quando passano una vita intera a dirti che non hai alcun valore, come fai a convincerti del contrario?
 
Tre giorni – tre lunghe, faticose, massacranti giornate passate a correre e uccidere darkspawn – dopo, Duncan decise di dirigersi verso Ostagar e quella notizia non fece che aumentare l’adrenalina delle due nane: nessuna delle due aveva mai messo piede fuori da Orzammar – o meglio, entrambe erano state nelle vie profonde, ma mai davvero lontano dalla città – e tutte e due erano spaventate ed emozionate insieme all’idea di vedere la tanto temuta superficie.
Le domande più varie dominavano la mente di Nahir: sarebbero cadute nel cielo? Di che colore era il cielo? E come avrebbero fatto a reggersi per terra? Come facevano gli umani a vivere lì sopra senza cadere? Avevano qualche immunità particolare che ai nani mancava?
Presto avrebbe avuto tutte le risposte, si disse infine, camminando a fianco di Sereda verso la nuova vita di entrambe, e intanto pregava che Rica e sua madre stessero bene.





Note autrice:
Hello people! Cavolo, è più di un anno che non pubblico niente, e sinceramente non ero sicura di voler pubblicare nemmeno questa, ma alla fine mi sono fatta coraggio e mi sono buttata.
Sarà una storia a capitoli che seguirà Sereda e Nahir - le mie OC naniche, che ho amato particolarmente - nel loro viaggio per fermare il flagello: è un po' un esperimento, perché queste due OC sono particolarmente diverse e hanno fatto scelte diverse durante le loro storie, quindi mettere il tutto insieme sarà strano e - spero - divertente ^^


 
   
 
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