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Autore: Haney Jardin    13/11/2017    0 recensioni
Attenzione: questa storia è un remake della mia prima FanFiction pubblicata -e poi cancellata- anni fa fa qui su Efp.
''Si potrebbe mai sfuggire al destino? Correre contro il tempo? Riscrivere la propria storia?
Da questo momento in poi, Sakura Haruno tenterà in ogni modo di morire per separarsi dalla sua storia passata e futura, che sicuramente non la porterà da nessuna parte. Si scrollerà di dosso la sua vita, e lei rinascerà. Conoscerà l'amore, sentimenti sanguinolenti, la vendetta. Conoscerà il dolore, il desiderio e la passione, il tradimento. Ma il destino non perderà tempo e sarà più forte di lei, più forte di prima: la sua storia è di nuovo già scritta... stavolta ci sarà, il lieto fine?
Sakura, Deidara, Itachi. Sembra... possibile, infatti non lo è''.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Deidara, Itachi, Sakura Haruno, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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-Quando piove.


Era passato un mese dal suo rapimento, e in un mese possono accadere davvero tante cose. Quella mattina, in particolare, Sakura si era alzata abbastanza di buon umore. Aveva sistemato il suo tatami e la prima cosa che vide fu la tazza di tè bollente sul tavolino al centro della stanza. Sorrise, avvicinandosi per prenderla.
Ma in un istante ritrasse la mano, perché scottava troppo. Allora allargò la manica della maglietta che indossava, forse un po’ troppo grande per la sua figura esile, e avvolse la tazza nella stoffa. Si avvicinò alla portafinestra per aprirla con la mano libera, e subito i suoi occhi furono accecati dai raggi del sole. Picchiavano forte, e ciò significava che era sicuramente mattina inoltrata, e che lui doveva già star allenandosi.
La donna, tranquillamente, si sedette su uno degli scalini e cominciò a soffiare sulla bevanda calda. Coprendosi gli occhi con una mano, per evitare tutta la luce, cercò di guardare verso l’orizzonte e in lontananza riuscì a scorgere una figura in movimento.
Si muoveva velocemente, assumendo pose leggiadre e aggraziate. Per quanto quello potesse chiamarsi allenamento, sembrava più una danza del folklore giapponese che altro.
La lunga chioma si attaccava, nel susseguirsi delle varie posizioni, al torso nudo e sudato.
‘’Deidara!’’, chiamò ad un certo punto Sakura. Continuava a fissarlo con tutta l’ammirazione del mondo, e l’uomo, al richiamo, si fermò un solo istante regalandole un sorriso da far sciogliere il cuore a chiunque.
Ma lei aveva imparato ad andare oltre quel sorriso, vedendoci mille sfumature che aveva amato dalla prima fino all’ultima. Sfumature di ogni genere, di ogni colore, che aveva accettato senza se e senza ma. E mentre sorseggiava la bevanda, rimanendo serena, cominciò a navigare nei pensieri.
Era passato un mese, da quando la sua vita aveva completamente preso un’altra piega. Anzi, che dire, da quando aveva finalmente posto fine al suo passato, per dare spazio a qualcosa di più grande. Non lo avrebbe chiamato amore, perché c’era stato anche un tempo pieno di sofferenze, di scelte sbagliate e soprattutto di conseguenze pericolose.
Lei e Deidara avevano davvero dovuto affrontare di tutto, ma adesso erano lì. Finalmente erano lì e insieme.
Quando tornarono al covo dell’Akatsuki, luogo in cui era stata tenuta prigioniera fino al momento della rivelazione, i due cercarono di trovare un modo per tenere a bada i membri dell’Organizzazione, in particolare Pain.
D’altronde, Sakura rimaneva un ostaggio e nessuno sapeva che ci era rimasta di sua volontà. L’unica differenza, adesso, era che Naruto Uzumaki non sarebbe mai più tornato a salvarla. Questo perché, proprio il giorno in cui erano andati a Konoha, la donna aveva poi scelto di affrontare definitivamente l’amico.
Si era fatta trovare in casa sua, anche se, come aveva previsto, del ragazzo non c’erano tracce.
Aspettò quindi un paio di ore, rimanendo immersa nei suoi pensieri turbolenti, che non avevano intenzione di lasciarla per un solo momento.
Poi, finalmente, l’Uzumaki tornò in quel luogo e quando trovò la donna ad aspettarlo, per poco non si prese un colpo.
‘’Sakura-chan, ma che fine hai fatto? Ti cerco da giorni; ti cerchiamo da giorni... i tuoi genitori sono preoccupati!’’.
‘’Naruto, è un piacere vederti’’. La rosa si avvicinò e, senza preavviso, cominciò a stringere a sé l’amico.
‘’Ti prego, dimmi che sta succedendo...’’.
‘’Naruto, io sto per lasciare Konoha... per sempre’’. Naruto divenne perplesso, aggrottò un sopracciglio e ruppe l’abbraccio per poterla guardare negli occhi. Quel gesto fece irrigidire Sakura che, di tutta risposta, cominciò a fissare il pavimento freddo.
‘’Stai scherzando? Sakura-chan, perché dici così?’’. 
‘’Non posso spiegarti il perché, ma devo chiederti un favore grandissimo’’. Fu allora che il ragazzo, in un atto di rabbia, sbatté una mano contro il muro e per poco non lo perforò. Non gli piacevano affatto le parole dell’amica, e quella sua serietà stava cominciando davvero ad irritarlo.
‘’Come puoi farmi questo, dopo che anche Sas’ke ci ha abbandonati? Qualcosa non torna, dimmi la verità!’’, gridò poi, definitivamente preso dall’ira.
Allora la rosa, sospirando, si avvicinò verso la finestra che si affacciava sul villaggio, e cominciò a guardare fuori. Si vedevano bene tutte le case, tutte le strade di quel posto in cui lei stava rimanendo schiacciata viva. Questo, però, le diede anche la forza per affrontarlo una volta per tutte.
‘’Sono stata tenuta in ostaggio dall’Akatsuki... ma adesso sono libera’’.
‘’C-cosa? Sakura, ti hanno fatto del male?’’.
‘’No... ma non è questo il punto. Ho preso una decisione, e adesso tornerò di mia spontanea volontà dall’Organizzazione’’.
Naruto, in un primo momento, si domandò se fosse tutto un trucco. Possibile che Sakura, la sua Sakura-chan, tornasse a casa, fuggendo da quei pericolosissimi criminali, e che poi volesse tornarci di sua spontanea volontà? La cosa più logica possibile era che si stava comportando così per non metterlo in pericolo, per non dover affrontare quei ninja assassini.
‘’Se hai intenzione di tornare per non mettermi in pericolo, stai pur certa che puoi già scordarti di uscire da questa casa!’’.
‘’Te l’ho detto, è una scelta che ho preso di mia spontanea volontà, non è per metterti in pericolo... semplicemente me ne andrò e non voglio che tu ostacoli la mia decisione. Inoltre, se l’Akatsuki in qualche modo verrà a cercarti per parlare di me, sappi che non voglio assolutamente che tu intervenga. Ho già scelto la mia strada, Naruto, e tu non ci sei più’’.
Cominciò flebilmente a singhiozzare, perché delle lacrime cominciarono a solcarle il viso diafano. Anche Naruto cominciò a piangere, un po’ per la rabbia, un po’ per lo choc.
‘’Sakura-chan, io non ti lascio andare...’’. Mentre le sue ginocchia sembravano dar segno di cedere, la donna si riavvicinò a lui e prese il viso fra le sue mani, accarezzandogli le guance bagnate.
‘’Ti voglio bene, testa quadra’’. Pochi istanti dopo, era già sul ciglio della finestra, pronta per andarsene.
‘’Sakura-chan!’’, gridava Naruto, chiamandola più e più volte; ma Sakura, intanto, era già andata via.

 
***

Quando Sakura divenne ufficialmente un membro dell’Akatsuki, Deidara per poco non perse le staffe.
‘’Cosa diamine ti è saltato in mente?’’. Era appena entrato nella camera sua e di Sakura, sbattendo violentemente la portafinestra e cogliendo la rosa alla sprovvista. Lei riposava sul tatami, con in mano un libro di anatomia.
‘’Deidara, perché urli? Che succede?’’.
‘’Hai anche il coraggio di chiedermelo?’’, urlò il biondo, evidentemente irritato dal comportamento della compagna.
‘’Pain-sama mi ha detto tutto’’, aggiunse poi.
Allora la donna chiuse il libro e lo guardò dritta negli occhi. Dunque Pain lo aveva messo davvero al corrente, ma su questo non c’era molto da stupirsi; prima o poi avrebbe dovuto saperlo.
Infatti, giorni prima, quando il ragazzo era dovuto andare in missione, Sakura aveva deciso di affrontare direttamente il capo dell’Akatsuki e di trovare un compromesso a quella situazione; il pensiero che Naruto potesse tornare, a prescindere da quello che lei gli aveva detto, continuava a tormentarla. Sapeva che, prima o poi, ci sarebbero stati problemi, e che i membri dell’Akatsuki avrebbero cominciato a spazientirsi per la sua presenza. Ma si poteva stipulare un accordo, e cioè che Sakura avrebbe prestato servizio come ninja medico all’interno dell’Organizzazione.
Così, quando il suo uomo era assente, cominciò a girare di più per il covo in cerca di informazioni su Pain.
Eppure, il luogo sembrava deserto. Da quando si trovava lì, non aveva avuto modo di entrare in contatto con gli altri ninja, che vedeva molto sporadicamente. Tuttavia, venne a sapere solo dopo che quel nascondiglio era abitato solo da lei, Deidara e Kakuzu, mentre Pain molto raramente si faceva vedere sia da loro che dagli altri membri.
Così prese coraggio e ne parlò con l’uomo che abitava con loro, approfittando di un giorno in cui, fortunatamente, Deidara non era in casa.
Seppure fosse totalmente intimorita da quello, un ninja traditore e criminale ricercato ovunque dai Cinque Grandi Paesi Ninja, trovò un modo per intavolare una conversazione e finalmente ottenne quello che cercava: un colloquio con Pain.
Quest'ultimo le incuteva un terrore tale da paralizzarla al solo sentirlo nominare, ma poi bastava pensare a Naruto per darle il coraggio necessario.
Kakuzu, il giorno del loro incontro, le aveva detto che quell'uomo la stava aspettando fuori dal covo, in una zona lì vicino; avrebbe dovuto raggiungerlo, altrimenti avrebbero rimandato ancora il colloquio. Ma lei non poteva aspettare, perché sapeva benissimo che la situazione sarebbe andata solo a peggiorare.
Così, indossando la sua solita divisa, si armò di forza e cominciò ad avvicinarsi al luogo dell’appuntamento; non capiva perché mai dovessero incontrarsi fuori dal loro nascondiglio, ma cercò di non darci troppa importanzi. Quando arrivò, si trovò davanti un piccolo santuario, probabilmente dedicato ad un dio protettore del villaggio che si trovava in quella zona. Un posto certamente rischioso per un ricercato come Pain. Eppure, quell’uomo era proprio lì, davanti a lei, e continuava ad osservarla. Sakura, in un primo momento, si pietrificò. Fissava quello intimorita, non reggendone nemmeno per pochi secondi lo sguardo.
‘’Haruno Sakura’’, mormorò poi lui, con voce serissima. 
‘’Avvicinati’’.
Ma le sue gambe non le davano retta, rimanevano immobili contro la sua volontà. Fu allora che la guardò di nuovo, questa volta ancora più aggressivamente di prima. La donna deglutì, sentendo un nodo in gola.
‘’P-Pain-sama... grazie per avermi ricevuta’’. Abbassò la testa, in segno di rispetto, ma in realtà era solo un modo per prendere tempo e farsi forza. Non poteva perdere altri preziosi momenti, e finalmente il suo corpo diede segnale di aver capito e infine poté muoversi leggermente. Ma a pochi passi da lui, si bloccò di nuovo.
‘’Cosa volevi dirmi?’’.
‘’Ecco...io, be’...’’. Il ninja si mosse improvvisamente, avanzando verso il santuario. Sakura aggrottò un sopracciglio, non capendo quali potessero essere le sue intenzioni.
‘’Vedi Haruno, questo santuario è stato costruito dal Villaggio della Grandine tempo fa, prima di essere distrutta... probabilmente siamo i primi a visitarlo dopo tanti anni di solitudine’’.
La donna non seguiva il discorso, ma cominciò a percepire un aura negativa. Sapeva di trovarsi nel Paese della Pioggia, questo glielo aveva detto Deidara una volta tornati al covo, ma non aveva mai sentito nominare del Villaggio della Grandine.
‘’C-come mai è stato distrutto?’’, domandò poi, cercando di stabilire una connessione con quell’uomo, che, nel frattempo, continuava a non staccare gli occhi di dosso al santuario. Inaspettatamente, gli si accese sulle labbra un leggero sorriso.
‘’Lo ha distrutto l’Akatsuki... io ho fatto distruggere quel Villaggio... non abbiamo risparmiato nessuno’’.
Come se un pugnale le avesse appena trafitto il cuore, la donna sentì improvvisamente le ginocchia cedere e conseguentemente perdere il controllo su tutto il corpo. Aveva paura, e Pain ne fiutava l’odore già da pochi centimentri di distanza.
‘’Vedi, tutto questo è per uno scopo più grande, un progetto per il quale stiamo combattendo da anni. Io provengo dal Villaggio della Pioggia, e conoscevo gli abitanti di questo posto; hanno vissuto anni di guerra e ho deciso di porre fine alle loro vite per risparmiarli da altro dolore... ed è l'Akatsuki ad occuparsene, per raggiungere il nostro obiettivo finale: liberare tutti dal dolore!’’. L’uomo si lasciò andare sguaiatamente ad una terribile risata, che alla donna fece quasi venire la nausea. Non immaginava che Deidara dovesse sopportare certe cose. E di certo non poteva credere nemmeno al fatto che i membri dell’organizzazione credessero tutti nella stessa cosa di quel pazzo. Eppure, l’unica cosa logica che le era venuta in mente, era proprio quella di assecondarlo. Forse anche il suo uomo si era dovuto adeguare di conseguenza.
‘’Pain-sama, anche io voglio fare parte di questo scopo!’’, gridò ad un certo punto, stanca di quelle risate che non terminavano più. Finalmente finirono, nello stesso momento in cui quello si girò nella sua direzione e le si avventò improvvisamente contro: di colpo, lanciò Sakura contro un albero e poi le bloccò con una mano il collo esile. 
La donna cominciò a gridare, colta del tutto alla sprovvista, e provò a liberarsi.
‘’L-lasciami andare!’’.
‘’Se vuoi fare parte di uno scopo del genere, me ne devi dare la prova, Haruno!’’.
‘’Io... io... io posso essere il vostro nuovo medico ninja’’, urlò ad un certo punto. Pain lasciò la presa, facendola scivolare lungo il tronco dell’albero. Poi mostrò un piccolo ghigno.
‘’Tutti i membri dell’Akatsuki hanno un ruolo nell’organizzazione; non abbiamo un ninja medico da quando Orochimaru ci ha lasciati...’’. Quel nome fu un fulmine a ciel sereno per la donna, che, ancora scossa, digrignò i denti, come se si fosse riaperta una vecchia ferita. Perché sentirlo comportava pensare automaticamente ad un altro nome: quello di Sasuke Uchiha. Il ricordo prese il sopravvento, ed un dolore forte le violentò il cuore.
‘’Eppure, non capisco perché un ostaggio dovrebbe diventare a tutti gli effetti membro dell’Organizzazione Alba; dimmelo tu Haruno, perché?’’.
‘’Anche io voglio liberare dal dolore una persona...’’. Si morse un labbro, perché quelle parole erano state come aghi che uscivano dalla bocca.
All’uomo si accesero gli occhi violacei: ‘’Sarebbe a dire?’’.
‘’Uchiha Sas’ke’’. Bastò quel nome per far rimanere spiazzato Pain. Sakura sapeva perfettamente che una cosa del genere sarebbe stata impossibile, soprattutto perché nella stessa Akatsuki vi era il fratello maggiore Itachi. Ma sapeva anche che tutti i membri eseguivano ogni suo ordine, quindi anche l’Uchiha maggiore non avrebbe potuto battere ciglio per quella sua richiesta. E così avrebbe trovato un modo per giustificare il suo supporto improvviso alla loro causa: eliminare il dolore dal mondo. Dove volessere arrivare con quel discorso, però, la donna continuava a non capirlo. Deidara le aveva parlato delle loro missioni, ma lui stesso ignorava il fine di quel progetto. Tutti però seguivano Pain fedelmente, e non trovando altre soluzioni, anche lei avrebbe fatto lo stesso.
‘’Vedo che lui stesso te ne ha provocato tanto... per questo potrei crederti, Haruno’’, commentò interrompendo il suo flusso di pensieri.
‘’Ma per battere un Uchiha potrai allenarti solo con un altro Uchiha: Itachi sarà il tuo nuovo addestratore’’. La rosa fece cenno di aver capito.
‘’Mi renderò utile sin da subito’’, disse poi, sembrando che il colloquio stesse terminando definitivamente. Ma, improvvisamente, quello le si avvicinò di nuovo e la fissò dritta negli occhi.
‘’So che tu e Deidara avete cercato di scappare... e so anche che Naruto Uzumaki non verrà più a cercarti. Ma a tempo debito, Haruno, arriverà anche il suo momento!’’. In un attimo era scomparso, lasciandola con quelle parole troppo amare da poter essere digerite.
Sakura era così scossa che ancora non riusciva a percepire la realtà né tantomeno analizzare per bene cosa fosse appena successo. Aveva ottenuto il consenso di Pain ad entrare nell’Akatsuki, e tutto questo lo aveva fatto per amore, ma allo stesso tempo, quelle sue parole, non sembravano affatto averla tranquillizzata.
E adesso si aggiungeva Deidara, che non riusciva a perdonarla per aver fatto una cosa del genere. 
Dopo aver ripercorso con la mente quell’incontro, gli occhi del biondo la fecero tornare coi piedi per terra.
‘’Sakura, mi stai ascoltando?’’.
‘’S-sì’’, mormorò lei, cercando di non pensare più alle parole di Pain riguardo Naruto.
‘’Hai detto che vuoi uccidere Sas’ke Uchiha! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Itachi non te lo permetterebbe mai, e oltretutto ti dovrà anche allenare!’’. Gridava, eppure nella testa della donna arrivava solo qualche suono ovattato.
‘’Deidara, io ti amo...’’. Le lacrime cominciarono a scendere violentemente, facendo turbare l’uomo che, di tutta risposta, si avvicinò a lei per poter bloccare quel pianto. 
‘’Anche io, Sakura... e proprio per questo non capisco perché tu abbia potuto farmi una cosa del genere’’.
‘’L’ho fatto perché così potremo stare insieme’’. La rosa sapeva perfettamente quali sarebbero state le conseguenze, eppure non si pentiva affatto di ciò che aveva fatto e detto. Forse, la scusa di Sasuke, stava diventando davvero qualcosa di più forte, qualcosa di più concreto. 
Perché nel nome dell’amore, lei avrebbe ucciso davvero chiunque. 

***

Quella mattina fuori era più freddo del solito. Sakura continuava a sprofondare sempre di più nelle lenzuola, cercando una forza che tuttavia non aveva per alzarsi.
Deidara, come al solito, era sveglio da un pezzo; probabilmente sarebbe andato in missione a breve e  anche quella mattina sarebbe andato ad allenarsi.
La donna, allora, riuscì ad alzarsi e la routine quotidiana ebbe di nuovo inizio. Ma quel freddo non si staccava di dosso, e questo lei lo aveva cominciato ad accusare enormemente.
‘’Oggi pioverà’’, commentò il biondo, uscito da poco dalla doccia. Portava, legato in vita, un asciugamano che gli copriva le gambe fin sotto le ginocchia, mentre il petto rimaneva scoperto.
‘’Così ti prendi un bel colpo... vestiti immediatamente!’’, la rosa si girò verso l’uomo e gli sorrise, ma questo sembrò non fare alcun effetto su di lui che continuava, critico, a fissare la finestra che dava sul giardino.
‘’Oggi pioverà’’, continuava a ripetere, finché Sakura non comincio davvero a stranirsi.
‘’E io oggi comincio gli allenamenti con Itachi Uchiha’’, deglutì velocemente, come se un’improvvisa e strana sensazione avesse preso possesso del suo cuore. Poi proseguì: ‘’Verrai con noi?’’.
Deidara non rispose, e ancora una volta continuava a non fissarla in viso. La donna si innervosì definitivamente.
‘’Deidara, la smetti di ignorarmi e mi rispondi? Qual è il tuo problema?’’. Fu in quel momento che due grandi occhi azzurri, improvvisamente, penetrarono in modo violento nel suo sguardo, tanto da farla sobbalzare. Sembrava davvero furioso.
‘’Itachi Uchiha, Sakura... ecco qual è il mio problema!’’. Nel frattempo si era infilato due cose per l'allenamento, mentre la ragazza lo fissava perplessa, del tutto colta alla sprovvista.
‘’È per questo che sei nervoso...? Ti ho anche chiesto di venire con noi per stare meno in pensiero... che altro dovrei fare?’’.
‘’Non avresti dovuto dire quelle cose a Pain-sama, Sakura’’. Ancora una volta, il biondo mostrava di preoccuparsi riguardo la scelta di Sakura ma ormai non si poteva più tornare indietro, e questo lei glielo aveva detto più e più volte.
Così si alzò e, lentamente, si avvicinò all’uomo. Cominciò a sfiorargli il petto nudo, e quello si irrigidì leggermente.
‘’Andrà tutto bene, Deidara... oggi ci alleneremo tutti e due e poi finalmente potremo stare insieme!’’. E con quel sorriso disarmante, Deidara cedette completamente al calore dei suoi tocchi. Sentiva ancora freddo dentro, ma bastava la mano di quella donna a fargli sciogliere completamente il cuore. Itachi continuava a preoccuparlo, a martoriargli la testa, ma forse Sakura aveva ragione; con quel viso, con quegli occhi che cercavano di tranquillizzarlo, sarebbe andato tutto per il verso giusto.
Ma la verità era che Sakura stessa continuava a percepire troppo freddo, che adesso si rendeva conto che non veniva da fuori, ma proprio da dentro. E sapeva anche che sarebbe venuto sicuramente a piovere, come aveva detto Deidara; ma era proprio grazie a quella pioggia avrebbe potuto camuffare la sua paura e quei lunghissimi brividi che provava al solo pensiero di incontrare Itachi Uchiha. E una piccola forza interiore le fece prendere il coraggio necessario per rendere felice il suo uomo e a far promettere a se stessa che, prima o poi, sarebbero stati entrambi al sicuro.
Sì, la pioggia li avrebbe sicuramente protetti.




***Haney's corner***
Ehilà! Eccomi tornata, e questa volta l'assenza non è durata nemmeno tanto, dai! Ho pubblicato una nuova storia ieri, e al momento voglio portare avanti sia questa che l'altra, quindi vi prometto che fra un capitolo e l'altro non farò mai passare troppo tempo. Che dire di questo... be', ecco', diciamo che non è proprio un capitolo emozionante e pieno di colpi di scena, io non ne sono molto soddisfatta, ma devo incolpare la vecchia me che, nella storia scritta anni fa, ho lasciato troppe cose inconcluse e senza spiegazioni; siccome questo è un remake, ovviamente seguo la linea dell'originale, e per riscriverla ogni tanto incontro delle difficoltà. Purtroppo dovevo fare un capitolo per spiegare un po' di cose, tra cui la decisione di Sakura di entrare a far parte dell'Akatsuki, cosa che invece nella storia originale non l'ho spiegato -mannaggia a me!-.
Detto ciò, anche se si tratta di un breve racconto transitorio, spero vi sia piaciuto comunque e vi prometto che già dal prossimo capitolo le cose si smuoveranno molto di più.
Entra in gioco Itachi... stiamo a vedere che succede!




 
   
 
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