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Autore: idrilcelebrindal    14/11/2017    4 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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57 La compagnia di Thorin Scudodiquercia

57 La Compagnia di Thorin Scudodiquercia

Bofur  ammirava il lungo tavolo carico di piatti colmi di cibo, dolce e salato, e la credenza su cui spiccavano  bricchi di caffè , latte,  cioccolata, e poi vari tipi di tè… e birra. Tanta, tanta birra.
Altri Nani entravano alla spicciolata nella sala da pranzo dell’Ala Reale: Oìn, Ori, Balin…  Kili e Liatris fecero la loro apparizione, sorridendo l’uno all’altra. Bofur sorrise a sua volta; i due ragazzi erano una gioia per gli occhi.
“Buongiorno, signor Reggente! Che strano Consiglio è  mai questo? Non  che mi lamenti, intendiamoci: certe grane meglio affrontarle a stomaco pieno e con un bel boccale di birra a portata di mano!”
“È  strano perché  non è  un Consiglio, amico! Questa è una riunione della Compagnia di Thorin Scudodiquercia , che inizia sempre le sue imprese…”
“… con  una festa inaspettata!” concluse Dori dalle sue spalle.
Kili rise al ricordo di quella sera in cui tredici Nani ed un mago avevano invaso lo smial  di un Hobbit, gli avevano svuotato la dispensa, prosciugato la cantina e lo avevano trascinato in una pazza  avventura contro un drago.
“Bene amici , servitevi . Abbiamo un po’ di tempo e comunque manca ancora qualcuno.”
Tutti fecero onore ai piatti ed alle bevande, ed il buffet presentava vaste lacune quando gli ultimi ritardatari, Nori e Dwalin, si presentarono.
I due salutarono  calorosamente i presenti, ma solo qualcuno notò  l’occhiata  interrogativa di Kili a Nori, ed il cenno affermativo che vi rispose.

Quando infine tutti furono sazi, i servitori ripulirono il tavolo, lasciando comunque  sul buffet stuzzichini,  una scorta di birra e vari tipi di tè.
Lo sguardo di Kili percorse il lungo tavolo  attorno al quale sedevano i suoi amici , e fu inevitabile il confronto con quella tavolata di un anno prima. C’era qualcuno in più, Dìs e la sua amata Liatris, per le quali ringraziava Mahal  con tutto il cuore; ma c’era lui stesso a capotavola , e non Thorin, cosa  che non avrebbe mai immaginato in un milione di anni; e Fili mancava.
Sospirò.  Siamo qui per questo, e sarà  la volta buona.
Kili si schiari la gola, ed il silenzio fu immediato.
“Amici, vi  ho fatto venire oggi perché  mi fido di voi con la mia vita. C’è  qualcosa da fare, un’altra impresa, e nessuno ci riuscirà  se non la famosa Compagnia di Thorin Scudodiquercia. Ma prima, dobbiamo garantire che la Montagna sia sicura durante la nostra assenza; e  Nori ha qualcosa da dire a tutti noi.”

Il Nano fulvo, scambiato uno sguardo con Dwalin,  andò  dritto al punto.
“È  stato Vodren ad ordinare l’attacco a Kili. Possiamo provarlo.”
Un mormorio indignato percorse la tavola.
“Perché  siamo ancora qui?” ruggi  Gloin, con il suo solito temperamento. Balin intervenne agitando una mano.
“È  un uomo di Dain, per giunta suo parente. Meglio che se ne occupi lui.”
“Dain si sta già  muovendo, ma aspetta notizie da noi,” disse Kili. “Nori, meglio raccontare tutto dall’inizio. “
Nori gli scocco  un’occhiata indagatrice ma non commentò. Sfoglio alcune carte che aveva portato con sé e si schiari  la voce. Dwalin alzò  gli occhi al cielo con un brontolìo e per tutta risposta Nori gli inviò  un sorriso luminoso.

“Il primo indizio me l’ha fornito il tuo amico locandiere ,  Liatris.”
“Dixon?... Beh in fondo non sono sorpresa. C’è  in lui molto più  di quanto appaia,” commentò  la giovane Nana.
Nori annui.
“Proprio così. Per chi non lo sa, qualche giorno  dopo la battaglia,  Dixon si è  ripreso dallo spavento e si è  ricordato di andare a controllare i suoi magazzini alla foce del fiume, e con sua sorpresa ha scoperto che gli Orchi non li avevano trovati.  Inoltre, un paio di giorni dopo sono arrivati da Est i suoi figli, che erano andati alle Colline oltre il Fiume Celduin a far  rifornimento di vino del Dorwinion. Così  Dixon , con spirito collaborativo, ha svenduto le provviste a Gloin ed ha recuperato la perdita vendendo il vino più  pregiato a Thranduil ad un prezzo scandaloso; con il denaro ha comprato la tenda più  grande che avevano gli Elfi e si è  messo a vendere la birra ed il vino meno pregiato.  Quando abbiamo cominciato a pagare la mano d’opera  e le forniture, ed il denaro a circolare,  ha fatto affari d’oro! Credo che abbia una squadra di lavoratori a ristrutturare la più  grande costruzione vicino alle porte di Dale per farne una splendida locanda.”
“Conosciamo Dixon, vero amici? La sua birra è  la migliore che abbia bevuto da anni,” commentò Bofur.
“Ma anche se non sembra, non gli sfugge nulla di quello che succede nel suo locale,”disse Liatris.  “È  questo che intendi?”
“Esattamente. “

“So di chi parli, Mastro  Nano; e non mi sorprende. Sono stati loro ad attaccare il vostro Principe, vero? “
“Sei molto perspicace,  amico. Li hai notati, quindi?”
“Oh, sì. .. Non erano chi dicevano di essere, questo è  certo; capisco che un uomo voglia tenersi in propri affari per sé… ma allora perché  dare informazioni non richieste? Vedi, sono venuti qui diverse sere. Dicevano di lavorare a Dale, ma nessuno degli altri sembrava averli mai incontrati prima. Hanno raccontato a chiunque che venivano dall’Eriador,  ma sono sicuro che fosse una menzogna. Da come parlavano, giurerei che fossero  dell’est. Sai quelle colline lungo il fiume Celduin,   a sud dei Colli Ferrosi? Ecco. Ora, nessuno ha mai chiesto niente a quegli uomini; e allora perché  una menzogna gratuita? E lo stesso vale per il loro amico Nano. Quale Nano? Non uno dei soliti, ti dico. Se ne sono stati alcune sere  a confabulare on un angolo, e lui diceva di essere di Ered Luin. Beh,  quella era proprio una idiozia!  Tu vieni da Ered Luin, Mastro Nano… vero? Lui era dei Colli Ferrosi come tanti   altri, anche se cercava di trascinare le vocali come fate voi dell’ovest. Davvero, erano sospetti ed avevo pensato di dirlo al signor Bofur, sai quel nano con il cappello che è  amico del vostro  Principe … o a quello con la pettinatura a stella, anche se non mi sembra così  affidabile, ma in quei giorni non si sono visti. Che aspetto aveva il Nano? Beh, piuttosto normale, capelli scuri, alto piu o meno come te, non troppo pulito…. Però  gli mancava la parte superiore dell’orecchio sinistro, anche se cercava di coprire il danno con i capelli.”
“Ti ringrazio molto, amico mio, e ti sarò  grato se in futuro potessimo fare quattro chiacchiere  ogni tanto sulla bella gente che passa  da te. Erebor è  molto generosa con chi aiuta i suoi.”
“Non ce  n’è  alcun bisogno, siamo vicini e dovremmo collaborare, no? Mi basta che parli bene  della mia birra, e che mi saluti la mia piccola Liatris ed il suo Principe!”

“Così  ho fatto cercare il Nano con mezzo orecchio qui a Erebor,  anche se ero già  sicuro che fosse tornato a casa. Quindi ho mandato un mio  agente ai Colli Ferrosi, con l’incarico di cercare il mio contatto sul posto e scovare il nostro obiettivo.”
“Contatto sul posto? TU hai delle spie nei Colli Ferrosi? !” Dori sembrava scandalizzato. “Sono nostri alleati! Parenti!”
Nori lo fissò  come se fosse impazzito.
“Certo che ne ho! Ed ho scelto il meglio che avevo! Tu avresti lasciato andare Vodren  senza mettergli nessuno alle costole?”
Kili agitò una mano.
“Tranquillo, Dori. Gli avevo ordinato io di tenerlo d’occhio. E quindi?”
“Quindi  ci hanno messo bene poco a trovare Mezzo-Orecchio e a farlo parlare. È  solo una mezza tacca, un furfantello con una certa furbizia e nulla più;  ha ammesso di aver organizzato  il tentativo di ucciderti, su incarico del suo capo. Toglierti di mezzo era l’obiettivo  principale;  meglio ancora se fosse riuscito a far ricadere la colpa su Uomini o Elfi. Gli uomini li ha trovati lui,  erano comuni banditi da strada.”
“Il mandante?”
“Lui riteneva che fosse Vodren,  perché  il suo capo aveva già  svolto incarichi per lui in passato,  ma in effetti non ne era sicuro e di certo non ne aveva conoscenza diretta.”
“Non basta,” brontolò Balin.
“Lo so. Quindi,  visto che aveva un bel po’ da raccontare su altre malefatte compiute a casa sua, i miei lo hanno mollato come un pacco regalo alla Prima Spia dei Colli Ferrosi e sono andati in cerca del suo capo.”
Sfogliò alcune pagine e proseguì.
“Trovarlo non è  stato difficile; è  un mercenario che accetta  di eseguire  crimini su commissione, e tanto per cambiare, è  orbo. Pare abbia perso un occhio in un incarico andato male.”
“Mezzo-Orecchio, Orbo… ma ce  n’è  uno intero?”
Nori ridacchiò .
“Meglio così,  non si può  sbagliare…. E infatti i miei l’hanno preso ma qualcosa è  andato storto, la loro copertura è  saltata  e non hanno potuto interrogarlo sul posto  come pensavano. Così  l’hanno fatto uscire dai Colli Ferrosi nascosto in un carro di letame.”
Dwalin emise un verso di disgusto.
“Mahal, che schifo! Si sono liberati del carico appena fuori vista dalle porte, ma anche così  per interrogarlo  abbiamo dovuto farlo lavare. … e le due guardie sfortunate mi guardano con aria talmente offesa che dovrò  dar loro qualche serata libera.”

“Beh, ha parlato?”
“Certo che si,” dichiarò  Nori con aria di sufficienza. “È  bastata una chiacchierata con il Maestro delle Spie perché  capisse cosa gli conveniva fare.”
Dwalin brontolo qualcosa che assomigliava a ‘togliere tutto il divertimento’. Dis lo guardò  di sottecchi .
“Mi sembra di capire che non ci sia stato il solito spettacolo di  denti rotti e sangue da togliere dal pavimento...?”
Altro grugnito  da parte del Comandante della Guardia.
“Un piacevole cambiamento. Dovremo discutere con maggiori particolari dei tuoi metodi, Mastro Nori.”
Nori si schermì.
“Mia Signora, fuori di qui io sono solo Lord Nori, uno degli Eroi di Erebor la cui unica attività è divertirsi. Ma il Maestro delle Spie di sicuro chiederà un colloquio con te, come Reggente in assenza del Principe Kili.”

Dori diede di gomito al fratello  minore seduto accanto a lui, intento a prendere appunti.
“Ma  è Nori il Maestro delle Spie o no?”
Ori annuì  senza alzare lo sguardo dal suo taccuino.
“Allora perché parla in terza persona?”
Questa volta il Nano più giovane guardò il fratello con occhi vacui.
“Beh, perché è un segreto.”
“Se è un segreto come fai a saperlo?” ribattè Dori in tono petulante. Stavolta la risposta di Ori conteneva una punta di sussiego.
“Io lo so perché il Segretario legge i rapporti segreti del Maestro delle Spie al Reggente,” spiegò.
Dori lo fissò con aria basita.

 Il loro scambio sommesso fu interrotto da un leggero colpo di tosse. Alzarono gli occhi e si accorsero che tutti i presenti li stavano guardando con occhi più o meno severi.
“Il Maestro delle Gilde e il Segretario hanno finito?” chiese Dìs, con una scintilla di divertimento negli occhi. I due annuirono intimiditi.
“Non sapevo ci fosse tutta questa gente qui dentro. Una vera folla!” mormorò Dori.

 “Bene. Puoi continuare, Lord Nori.”

 Nori ringraziò  con un cenno compito. Kili scambiò uno sguardo consapevole con Thorin, che rispose con un sorriso. Mamma è già sulla breccia. In modalità Reggente.
“Un-Occhio non ha avuto difficoltà a rispondere. In effetti ha organizzato lui l’attentato, su incarico di Vodren…”
“Sì!” lo interruppe Gloìn, che si era già alzato a metà ed annaspava alla ricerca della sua ascia. Fu prontamente fermato con uno strattone dal fratello seduto accanto a lui.
“Zitto!” lo rimbrottò Oìn. “Voglio sentire!” così dicendo accomodò meglio il cornetto acustico all’orecchio.

“Le istruzioni di Vodren prevedevano, in primo luogo, che Kili fosse definitivamente tolto di mezzo; se fosse riuscito a far ricadere la colpa su Elfi o Uomini, avrebbe avuto un premio maggiorato. In effetti, l’attentato che conosciamo è stato uno solo di diversi tentativi, giunti a vari livelli di organizzazione.”
Alcuni dei presenti spalancarono  gli occhi, altri mormorarono furiosamente. Dwalin era livido.
“Due tentativi sono arrivati quasi a segno, e sono stati sventati un po’ per fortuna, un po’ perché Vodren non ci conosce.”
“Chi intendi con ‘noi’?” chiese Balin.
“Noi della Compagnia di Thorin. Se ci avesse conosciuti meglio, non avrebbe commesso alcuni errori che per lui sono stati fatali. Il primo tentativo è stato posto in essere quando ancora eravamo al campo, con un barilotto di vino avvelenato.”
Bombur balzò in  piedi.
“Lo sapevo che qualcosa non andava! Ma quando ho rifiutato il vino, quei due sono spariti più veloci della luce!”
Il Nano rotondo fumava di rabbia.
“Mi piacerebbe scambiare due parole con questo tizio! Alla fine dovrà farsi chiamare Niente-Occhi!” sedette sbuffando.
“Come hai fatto a capire che qualcosa non andava?” chiese Kili, incuriosito. I suoi amici non finivano mai di sorprenderlo.
“Bene. Sai che allora, dopo che Dàin ci aveva messo in guardia, tutte le nostre provviste venivano dalle cucine della Principessa dalle orecchie a punta… scusate, mia Signora … del Re Thranduil.  Un giorno si presentano questi due Nani, mai visti, che mi consegnano un barile di vino dicendo che era un omaggio del Re del Bosco. Solo che… beh, tutti sanno che la Princip… cioè il Re.. non si separa volentieri dal suo vino, visto poi che l’aveva appena pagato una cifra spropositata a Dixon. Perché avrebbe dovuto regalarlo proprio a noi? E poi ho guardato bene la botte. Anche se presentava una specie di timbro in elfico, non era come quelle in uso nel Regno del Bosco, che poi sono ancora quelle che Dixon usa per il suo vino.”
“Sì,” ridacchiò Bofur, “noi le conosciamo bene,vero?”
“E poi ho aperto lo zaffo e ha dato un’annusata. Beh, era una vera schifezza. E noi sappiamo che Thran beve solo vino del Dorwinion, vero?”
“Thran?” Ori quasi si strozzò. “L’hai chiamato Thran?”
“Uff, quello insomma. Ho pensato che qualcuno ci stesse facendo uno scherzo di cattivo gusto e non ci ho visto più. Ho detto in poche parole quello che pensavo di loro e sono spariti.” Poi si bloccò, realizzando appieno quello che Nori aveva detto. Annaspò, deglutì, e farfugliò:
“Allora… allora… quel vino era…?”
Nori annuì con aria comprensiva.
“Oh, Mahal.”
La spia si rivolse agli altri con un sorrisetto.
“E’ questo che intendevo. Se avessero conosciuto Bombur… riprenditi, amico, non è successo niente… non avrebbero tentato un trucchetto simile.”

“Una volta qui, hanno tentato più volte di entrare nell’Ala Reale, ed una volta ci sono anche riusciti… solo per scoprire che gli appartamenti di Kili sono altrove, un attimo prima di vedere Dwalin che usciva dal suo studio e darsi alla fuga; quando sono riusciti a individuare le stanze di Kili, si sono avventurati su per le scale, ma prima che le guardie li potessero vedere e cacciare, sono stati intercettati da Halla.”
Liatris sussultò.
“Oh, per tutti i Valar! Povera Halla! Non mi ha detto nulla…”
Un sorrisetto maligno fiorì sul viso di Nori.
“Perché per lei non è successo nulla. Ha pensato che fossero due inservienti  che tentavano di scansare il lavoro e li ha costretti  a lustrare stivali per tutto il pomeriggio, ordinando anche alle guardie di sorvegliarli a vista.”

Una risata collettiva spezzò l’atmosfera tesa.
“Beh, Dwalin,” disse Thorin guardando di sottecchi l’amico, “devi ammettere che Halla ha i suoi pregi..”
Il grande guerriero lo fulminò con un’occhiataccia.
“Sarà… ma è innaturale!”
“Cosa è innaturale, amico mio?” intervenne Dìs con aria serafica. Al tono, Kili si raddrizzò, ma Dwalin non vi fece caso e continuò con foga.
“Che sia autoritaria…”
“… intendi decisa e intraprendente…?” nella voce della principessa comparve un filo d’acciaio. Balin assunse un’espressione allarmata, e tentò di attirare l’attenzione del fratello. Invano.
“Sì! Una donna dovrebbe essere più…”
“Timida, remissiva e …” Thorin si coprì il viso con le mani.
“Ecco! Proprio!” concluse Dwalin con aria trionfante.
“… inutile?” ora la voce di Dìs era puro veleno, e finalmente il Comandante della Guardia si rese conto del paio di occhi  azzurro ghiaccio che lo fissavano con espressione implacabile. Perfino Liatris, accanto a lei, lo stava guardando storto, mentre i Nani  presentavano espressioni che andavano dallo sconcerto all’orrore per finire nella pura compassione.
“Solo lieta di conoscere la tua opinione sulle donne, Comandante Dwalin.”  Tutti riconobbero, in seguito, che qel commento avrebbe potuto congelare anche il fuoco del drago.

 
Il Nano sembrava sul punto di darsi alla fuga, ma fu salvato dal pronto  intervento di Nori, mosso a compassione.
“Comunque,” continuò come se non fosse mai stato interrotto, “l’ultimo tentativo è stato compiuto qui, due settimane fa.” La notizia ebbe l’effetto di una doccia gelata  e suscitò una serie di esclamazioni incredule…e distolse l’attenzione dal povero Dwalin.
“Stavolta sei stato tu, Bofur, a salvare la situazione.”
Il volto simpatico del Nano era un punto interrogativo.
“Sì, proprio tu; e ancora una volta la disinformazione ci ha tolto dai guai. Quanti sanno che hai il più forte ‘senso della pietra’  che si sia visto da molti anni?”
“La miniera.” Kili ci era arrivato per primo. “Quella che avremmo dovuto esaminare, ma all’ultimo momento non hai voluto che ci andassimo ed hai chiuso l’accesso a tutti.” Nori stava già annuendo.
“La volta era stata manomessa, e l’intera struttura era instabile. Sarebbe crollata al minimo urto.”
 

“Abbiamo imparato molto,” continuò Nori. “In conclusione, dobbiamo stare molto più attenti. Ho già iniziato ad organizzarmi, ma ci vorrà del tempo, quindi invito tutti quanti ad essere molto più prudenti, e soprattutto a stare uniti.”
“Ma li abbiamo presi, no?” intervenne Ori. “Ormai anche Vodren ha le ore contate.”
“Potrebbe non bastare. Vedete, Un-Occhio ci ha detto che dopo l’ultimo fallimento, è stato licenziato… e sostituito. Vodren ha già affidato l’incarico a qualcun altro, e putroppo non abbiamo idea di chi possa essere.”

 

ANGOLO AUTRICE

Non ho resistito a legare uno dei tanti fili rimasti in sospeso, ed a creare una nuova complicazione. Mi piace farmi male da sola.

ANGOLO DEL * GRAZIE *

Come al solito, a tutti i lettori silenti. Sono stata lontana per un po’, e quando ho aperto la pagina di questa ff sono rimasta allibita. Più di 6000 visualizzazioni! Siete ancora tanti, lì dietro, e posso solo amarvi per la pazienza.

Ringraziamenti particolarissimi ed un abbraccio grande a Inuiascia e Lola 1991, che non mancano di farsi sentire; ad Aliosha, michela30, Selene98, _Heautontimorumenos (reminescenze liceali, eheheh), e, dulcis in fundo, Laurelindorean, Rotolatorecubico, e Thorin78, che hanno spedito questa storia tra le più popolari. Grazie infinite.

Alla prossima

Bacio

Idril

  
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