57 La Compagnia di
Thorin Scudodiquercia
Bofur ammirava il lungo tavolo carico di piatti
colmi di cibo, dolce e salato, e la credenza su cui spiccavano bricchi di caffè , latte, cioccolata, e poi vari tipi di tè… e birra. Tanta,
tanta birra.
Altri Nani entravano
alla spicciolata nella sala da pranzo dell’Ala Reale: Oìn, Ori, Balin… Kili e Liatris fecero la loro apparizione,
sorridendo l’uno all’altra. Bofur sorrise a sua volta; i due ragazzi erano una
gioia per gli occhi.
“Buongiorno, signor
Reggente! Che strano Consiglio è mai
questo? Non che mi lamenti,
intendiamoci: certe grane meglio affrontarle a stomaco pieno e con un bel
boccale di birra a portata di mano!”
“È strano perché
non è un Consiglio, amico! Questa
è una riunione della Compagnia di Thorin Scudodiquercia , che inizia sempre le
sue imprese…”
“… con una festa inaspettata!” concluse Dori dalle
sue spalle.
Kili rise al ricordo
di quella sera in cui tredici Nani ed un mago avevano invaso lo smial di un Hobbit, gli avevano svuotato la
dispensa, prosciugato la cantina e lo avevano trascinato in una pazza avventura contro un drago.
“Bene amici ,
servitevi . Abbiamo un po’ di tempo e comunque manca ancora qualcuno.”
Tutti fecero onore ai
piatti ed alle bevande, ed il buffet presentava vaste lacune quando gli ultimi
ritardatari, Nori e Dwalin, si presentarono.
I due salutarono calorosamente i presenti, ma solo qualcuno
notò l’occhiata interrogativa di Kili a Nori, ed il cenno
affermativo che vi rispose.
Quando infine tutti furono
sazi, i servitori ripulirono il tavolo, lasciando comunque sul buffet stuzzichini, una scorta di birra e vari tipi di tè.
Lo sguardo di Kili
percorse il lungo tavolo attorno al
quale sedevano i suoi amici , e fu inevitabile il confronto con quella tavolata
di un anno prima. C’era qualcuno in più, Dìs e la sua amata Liatris, per le quali
ringraziava Mahal con tutto il cuore; ma
c’era lui stesso a capotavola , e non Thorin, cosa che non avrebbe mai immaginato in un milione di
anni; e Fili mancava.
Sospirò. Siamo
qui per questo, e sarà la volta buona.
Kili si schiari la
gola, ed il silenzio fu immediato.
“Amici, vi ho fatto venire oggi perché mi fido di voi con la mia vita. C’è qualcosa da fare, un’altra impresa, e nessuno
ci riuscirà se non la famosa Compagnia
di Thorin Scudodiquercia. Ma prima, dobbiamo garantire che la Montagna sia
sicura durante la nostra assenza; e Nori
ha qualcosa da dire a tutti noi.”
Il Nano fulvo,
scambiato uno sguardo con Dwalin, andò dritto al punto.
“È stato Vodren ad ordinare l’attacco a Kili.
Possiamo provarlo.”
Un mormorio indignato
percorse la tavola.
“Perché siamo ancora qui?” ruggi Gloin, con il suo solito temperamento. Balin
intervenne agitando una mano.
“È un uomo di Dain, per giunta suo parente.
Meglio che se ne occupi lui.”
“Dain si sta già muovendo, ma aspetta notizie da noi,” disse
Kili. “Nori, meglio raccontare tutto dall’inizio. “
Nori gli scocco un’occhiata indagatrice ma non commentò. Sfoglio
alcune carte che aveva portato con sé e si schiari la voce. Dwalin alzò gli occhi al cielo con un brontolìo e per
tutta risposta Nori gli inviò un sorriso
luminoso.
“Il primo indizio me
l’ha fornito il tuo amico locandiere ,
Liatris.”
“Dixon?... Beh in
fondo non sono sorpresa. C’è in lui
molto più di quanto appaia,”
commentò la giovane Nana.
Nori annui.
“Proprio così. Per
chi non lo sa, qualche giorno dopo la
battaglia, Dixon si è ripreso dallo spavento e si è ricordato di andare a controllare i suoi magazzini
alla foce del fiume, e con sua sorpresa ha scoperto che gli Orchi non li
avevano trovati. Inoltre, un paio di
giorni dopo sono arrivati da Est i suoi figli, che erano andati alle Colline
oltre il Fiume Celduin a far
rifornimento di vino del Dorwinion. Così
Dixon , con spirito collaborativo, ha svenduto le provviste a Gloin ed
ha recuperato la perdita vendendo il vino più
pregiato a Thranduil ad un prezzo scandaloso; con il denaro ha comprato
la tenda più grande che avevano gli Elfi
e si è messo a vendere la birra ed il
vino meno pregiato. Quando abbiamo
cominciato a pagare la mano d’opera e le
forniture, ed il denaro a circolare, ha
fatto affari d’oro! Credo che abbia una squadra di lavoratori a ristrutturare
la più grande costruzione vicino alle
porte di Dale per farne una splendida locanda.”
“Conosciamo Dixon,
vero amici? La sua birra è la migliore
che abbia bevuto da anni,” commentò Bofur.
“Ma anche se non
sembra, non gli sfugge nulla di quello che succede nel suo locale,”disse Liatris. “È
questo che intendi?”
“Esattamente. “
“So
di chi parli, Mastro Nano; e non mi
sorprende. Sono stati loro ad attaccare il vostro Principe, vero? “
“Sei
molto perspicace, amico. Li hai notati,
quindi?”
“Oh,
sì. .. Non erano chi dicevano di essere, questo è certo; capisco che un uomo voglia tenersi in
propri affari per sé… ma allora perché
dare informazioni non richieste? Vedi, sono venuti qui diverse sere.
Dicevano di lavorare a Dale, ma nessuno degli altri sembrava averli mai
incontrati prima. Hanno raccontato a chiunque che venivano dall’Eriador, ma sono sicuro che fosse una menzogna. Da
come parlavano, giurerei che fossero
dell’est. Sai quelle colline lungo il fiume Celduin, a sud dei Colli Ferrosi? Ecco. Ora, nessuno
ha mai chiesto niente a quegli uomini; e allora perché una menzogna gratuita? E lo stesso vale per
il loro amico Nano. Quale Nano? Non uno dei soliti, ti dico. Se ne sono stati
alcune sere a confabulare on un angolo,
e lui diceva di essere di Ered Luin. Beh,
quella era proprio una idiozia!
Tu vieni da Ered Luin, Mastro Nano… vero? Lui era dei Colli Ferrosi come
tanti altri, anche se cercava di trascinare le
vocali come fate voi dell’ovest. Davvero, erano sospetti ed avevo pensato di
dirlo al signor Bofur, sai quel nano con il cappello che è amico del vostro Principe … o a quello con la pettinatura a
stella, anche se non mi sembra così
affidabile, ma in quei giorni non si sono visti. Che aspetto aveva il
Nano? Beh, piuttosto normale, capelli scuri, alto piu o meno come te, non
troppo pulito…. Però gli mancava la
parte superiore dell’orecchio sinistro, anche se cercava di coprire il danno con
i capelli.”
“Ti
ringrazio molto, amico mio, e ti sarò
grato se in futuro potessimo fare quattro chiacchiere ogni tanto sulla bella gente che passa da te. Erebor è molto generosa con chi aiuta i suoi.”
“Non
ce n’è
alcun bisogno, siamo vicini e dovremmo collaborare, no? Mi basta che
parli bene della mia birra, e che mi
saluti la mia piccola Liatris ed il suo Principe!”
“Così ho fatto cercare il Nano con mezzo orecchio
qui a Erebor, anche se ero già sicuro che fosse tornato a casa. Quindi ho
mandato un mio agente ai Colli Ferrosi,
con l’incarico di cercare il mio contatto sul posto e scovare il nostro
obiettivo.”
“Contatto sul posto?
TU hai delle spie nei Colli Ferrosi? !” Dori sembrava scandalizzato. “Sono
nostri alleati! Parenti!”
Nori lo fissò come se fosse impazzito.
“Certo che ne ho! Ed
ho scelto il meglio che avevo! Tu avresti lasciato andare Vodren senza mettergli nessuno alle costole?”
Kili agitò una mano.
“Tranquillo, Dori. Gli
avevo ordinato io di tenerlo d’occhio. E quindi?”
“Quindi ci hanno messo bene poco a trovare Mezzo-Orecchio
e a farlo parlare. È solo una mezza
tacca, un furfantello con una certa furbizia e nulla più; ha ammesso di aver organizzato il tentativo di ucciderti, su incarico del
suo capo. Toglierti di mezzo era l’obiettivo
principale; meglio ancora se fosse
riuscito a far ricadere la colpa su Uomini o Elfi. Gli uomini li ha trovati
lui, erano comuni banditi da strada.”
“Il mandante?”
“Lui riteneva che
fosse Vodren, perché il suo capo aveva già svolto incarichi per lui in passato, ma in effetti non ne era sicuro e di certo
non ne aveva conoscenza diretta.”
“Non basta,” brontolò
Balin.
“Lo so. Quindi, visto che aveva un bel po’ da raccontare su
altre malefatte compiute a casa sua, i miei lo hanno mollato come un pacco
regalo alla Prima Spia dei Colli Ferrosi e sono andati in cerca del suo capo.”
Sfogliò alcune pagine
e proseguì.
“Trovarlo non è stato difficile; è un mercenario che accetta di eseguire
crimini su commissione, e tanto per cambiare, è orbo. Pare abbia perso un occhio in un
incarico andato male.”
“Mezzo-Orecchio,
Orbo… ma ce n’è uno intero?”
Nori ridacchiò .
“Meglio così, non si può
sbagliare…. E infatti i miei l’hanno preso ma qualcosa è andato storto, la loro copertura è saltata
e non hanno potuto interrogarlo sul posto come pensavano. Così l’hanno fatto uscire dai Colli Ferrosi
nascosto in un carro di letame.”
Dwalin emise un verso
di disgusto.
“Mahal, che schifo!
Si sono liberati del carico appena fuori vista dalle porte, ma anche così per interrogarlo abbiamo dovuto farlo lavare. … e le due
guardie sfortunate mi guardano con aria talmente offesa che dovrò dar loro qualche serata libera.”
“Beh, ha parlato?”
“Certo che si,”
dichiarò Nori con aria di sufficienza.
“È bastata una chiacchierata con il
Maestro delle Spie perché capisse cosa
gli conveniva fare.”
Dwalin brontolo
qualcosa che assomigliava a ‘togliere tutto il divertimento’. Dis lo
guardò di sottecchi .
“Mi sembra di capire
che non ci sia stato il solito spettacolo di denti rotti e sangue da togliere dal
pavimento...?”
Altro grugnito da parte del Comandante della Guardia.
“Un piacevole
cambiamento. Dovremo discutere con maggiori particolari dei tuoi metodi, Mastro
Nori.”
Nori si schermì.
“Mia Signora, fuori
di qui io sono solo Lord Nori, uno degli Eroi di Erebor la cui unica attività è
divertirsi. Ma il Maestro delle Spie di sicuro chiederà un colloquio con te,
come Reggente in assenza del Principe Kili.”
Dori diede di gomito
al fratello minore seduto accanto a lui,
intento a prendere appunti.
“Ma è Nori il Maestro delle Spie o no?”
Ori annuì senza alzare lo sguardo dal suo taccuino.
“Allora perché parla
in terza persona?”
Questa volta il Nano
più giovane guardò il fratello con occhi vacui.
“Beh, perché è un
segreto.”
“Se è un segreto come
fai a saperlo?” ribattè Dori in tono petulante. Stavolta la risposta di Ori
conteneva una punta di sussiego.
“Io lo so perché il
Segretario legge i rapporti segreti del Maestro delle Spie al Reggente,”
spiegò.
Dori lo fissò con
aria basita.
“Il Maestro delle
Gilde e il Segretario hanno finito?” chiese Dìs, con una scintilla di
divertimento negli occhi. I due annuirono intimiditi.
“Non sapevo ci fosse
tutta questa gente qui dentro. Una vera folla!” mormorò Dori.
“Un-Occhio non ha
avuto difficoltà a rispondere. In effetti ha organizzato lui l’attentato, su
incarico di Vodren…”
“Sì!” lo interruppe
Gloìn, che si era già alzato a metà ed annaspava alla ricerca della sua ascia.
Fu prontamente fermato con uno strattone dal fratello seduto accanto a lui.
“Zitto!” lo rimbrottò
Oìn. “Voglio sentire!” così dicendo accomodò meglio il cornetto acustico
all’orecchio.
“Le istruzioni di
Vodren prevedevano, in primo luogo, che Kili fosse definitivamente tolto di
mezzo; se fosse riuscito a far ricadere la colpa su Elfi o Uomini, avrebbe
avuto un premio maggiorato. In effetti, l’attentato che conosciamo è stato uno
solo di diversi tentativi, giunti a vari livelli di organizzazione.”
Alcuni dei presenti
spalancarono gli occhi, altri mormorarono
furiosamente. Dwalin era livido.
“Due tentativi sono
arrivati quasi a segno, e sono stati sventati un po’ per fortuna, un po’ perché
Vodren non ci conosce.”
“Chi intendi con
‘noi’?” chiese Balin.
“Noi della Compagnia
di Thorin. Se ci avesse conosciuti meglio, non avrebbe commesso alcuni errori
che per lui sono stati fatali. Il primo tentativo è stato posto in essere
quando ancora eravamo al campo, con un barilotto di vino avvelenato.”
Bombur balzò in piedi.
“Lo sapevo che
qualcosa non andava! Ma quando ho rifiutato il vino, quei due sono spariti più
veloci della luce!”
Il Nano rotondo
fumava di rabbia.
“Mi piacerebbe
scambiare due parole con questo tizio! Alla fine dovrà farsi chiamare
Niente-Occhi!” sedette sbuffando.
“Come hai fatto a
capire che qualcosa non andava?” chiese Kili, incuriosito. I suoi amici non
finivano mai di sorprenderlo.
“Bene. Sai che
allora, dopo che Dàin ci aveva messo in guardia, tutte le nostre provviste
venivano dalle cucine della Principessa dalle orecchie a punta… scusate, mia
Signora … del Re Thranduil. Un giorno si
presentano questi due Nani, mai visti, che mi consegnano un barile di vino
dicendo che era un omaggio del Re del Bosco. Solo che… beh, tutti sanno che la
Princip… cioè il Re.. non si separa volentieri dal suo vino, visto poi che
l’aveva appena pagato una cifra spropositata a Dixon. Perché avrebbe dovuto
regalarlo proprio a noi? E poi ho guardato bene la botte. Anche se presentava
una specie di timbro in elfico, non era come quelle in uso nel Regno del Bosco,
che poi sono ancora quelle che Dixon usa per il suo vino.”
“Sì,” ridacchiò
Bofur, “noi le conosciamo bene,vero?”
“E poi ho aperto lo
zaffo e ha dato un’annusata. Beh, era una vera schifezza. E noi sappiamo che
Thran beve solo vino del Dorwinion, vero?”
“Thran?” Ori quasi si
strozzò. “L’hai chiamato Thran?”
“Uff, quello insomma.
Ho pensato che qualcuno ci stesse facendo uno scherzo di cattivo gusto
e non ci
ho visto più. Ho detto in poche parole quello che pensavo di
loro e sono spariti.” Poi si bloccò, realizzando appieno
quello che Nori aveva detto. Annaspò, deglutì, e
farfugliò:
“Allora… allora… quel
vino era…?”
Nori annuì con aria
comprensiva.
“Oh, Mahal.”
La spia si rivolse
agli altri con un sorrisetto.
“E’ questo che
intendevo. Se avessero conosciuto Bombur… riprenditi, amico, non è successo
niente… non avrebbero tentato un trucchetto simile.”
Liatris sussultò.
“Oh, per tutti i
Valar! Povera Halla! Non mi ha detto nulla…”
Un sorrisetto maligno
fiorì sul viso di Nori.
“Perché per lei non è
successo nulla. Ha pensato che fossero due inservienti che tentavano di scansare il lavoro e li ha
costretti a lustrare stivali per tutto
il pomeriggio, ordinando anche alle guardie di sorvegliarli a vista.”
Una risata collettiva
spezzò l’atmosfera tesa.
“Beh, Dwalin,” disse
Thorin guardando di sottecchi l’amico, “devi ammettere che Halla ha i suoi
pregi..”
Il grande guerriero
lo fulminò con un’occhiataccia.
“Sarà… ma è
innaturale!”
“Cosa è innaturale,
amico mio?” intervenne Dìs con aria serafica. Al tono, Kili si raddrizzò, ma
Dwalin non vi fece caso e continuò con foga.
“Che sia autoritaria…”
“… intendi decisa e
intraprendente…?” nella voce della principessa comparve un filo d’acciaio. Balin
assunse un’espressione allarmata, e tentò di attirare l’attenzione del
fratello. Invano.
“Sì! Una donna
dovrebbe essere più…”
“Timida, remissiva e …”
Thorin si coprì il viso con le mani.
“Ecco! Proprio!”
concluse Dwalin con aria trionfante.
“… inutile?” ora la
voce di Dìs era puro veleno, e finalmente il Comandante della Guardia si rese
conto del paio di occhi azzurro ghiaccio
che lo fissavano con espressione implacabile. Perfino Liatris, accanto a lei,
lo stava guardando storto, mentre i Nani
presentavano espressioni che andavano dallo sconcerto all’orrore per
finire nella pura compassione.
“Solo lieta di
conoscere la tua opinione sulle donne, Comandante Dwalin.” Tutti riconobbero, in seguito, che qel commento avrebbe potuto
congelare anche il fuoco del drago.
Il Nano sembrava sul
punto di darsi alla fuga, ma fu salvato dal pronto intervento di Nori, mosso a compassione.
“Comunque,” continuò
come se non fosse mai stato interrotto, “l’ultimo tentativo è stato compiuto
qui, due settimane fa.” La notizia ebbe l’effetto di una doccia gelata e suscitò una serie di esclamazioni incredule…e
distolse l’attenzione dal povero Dwalin.
“Stavolta sei stato
tu, Bofur, a salvare la situazione.”
Il volto simpatico
del Nano era un punto interrogativo.
“Sì, proprio tu; e
ancora una volta la disinformazione ci ha tolto dai guai. Quanti sanno che hai
il più forte ‘senso della pietra’ che si
sia visto da molti anni?”
“La miniera.” Kili ci
era arrivato per primo. “Quella che avremmo dovuto esaminare, ma all’ultimo
momento non hai voluto che ci andassimo ed hai chiuso l’accesso a tutti.” Nori
stava già annuendo.
“La volta era stata
manomessa, e l’intera struttura era instabile. Sarebbe crollata al minimo urto.”
“Abbiamo imparato
molto,” continuò Nori. “In conclusione, dobbiamo stare molto più attenti. Ho già
iniziato ad organizzarmi, ma ci vorrà del tempo, quindi invito tutti quanti ad
essere molto più prudenti, e soprattutto a stare uniti.”
“Ma li abbiamo presi,
no?” intervenne Ori. “Ormai anche Vodren ha le ore contate.”
“Potrebbe non
bastare. Vedete, Un-Occhio ci ha detto che dopo l’ultimo fallimento, è stato
licenziato… e sostituito. Vodren ha già affidato l’incarico a qualcun altro, e
putroppo non abbiamo idea di chi possa essere.”
ANGOLO AUTRICE
Non ho resistito a legare
uno dei tanti fili rimasti in sospeso, ed a creare una nuova complicazione. Mi piace
farmi male da sola.
Come al solito, a
tutti i lettori silenti. Sono stata lontana per un po’, e quando ho aperto la
pagina di questa ff sono rimasta allibita. Più di 6000 visualizzazioni! Siete ancora
tanti, lì dietro, e posso solo amarvi per la pazienza.
Ringraziamenti particolarissimi
ed un abbraccio grande a Inuiascia e Lola 1991, che non mancano di farsi sentire;
ad Aliosha, michela30, Selene98, _Heautontimorumenos (reminescenze liceali,
eheheh), e, dulcis in fundo, Laurelindorean, Rotolatorecubico, e Thorin78, che
hanno spedito questa storia tra le più popolari. Grazie infinite.
Alla prossima
Bacio
Idril