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Autore: id_s    18/11/2017    1 recensioni
[E correndo mi incontrò lungo le scale, quasi nulla mi sembrò cambiato in lei,
la tristezza poi ci avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due]
Lei a raccontare i suoi anni in poche frasi, lei con i suo sguardi sfuggenti, lei vestita di malinconia ed io che non so ascoltare, o magari non voglio, non sono riuscito ad imparare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NdA: Buonasera a tutti, ai lettori vecchi e a quelli nuovi. Chi mi conosce sa che ormai ho perso l'uso di scrivere note d'autore, almeno per quanto riguarda le one-shot: desidero infatti non toccare nulla, della prima impressione che un lettore può avere di un mio scritto, che sia essa positiva o negativa. In parole davvero povere: io scrivo, sì, ma voi sentite e percepite, e ciò che sentite è solo vostro.
Apro queste note solo per segnalarvi che qui e lì, nella storia, troverete citazioni della canzone "Incontro" di Guccini: in particolare, da essa è tratta la conclusione della one shot.
Detto ciò mi allontano, vi auguro una buona lettura.
Ida




Fa freddo.
Dicembre è sempre così, a Londra: gelido, l'umidità ad entrarti nelle ossa, sottile ed ingannevole quasi quanto la pioggia, perpetua in questo posto. La stazione è grigia, spoglia - qualche uomo attende svogliato, in pochi si danno l'addio.
Tutti guardano le cose senza vedere, tutti lasciano che il tempo scappi via, corra e se ne vada, portando con sé ricordi troppo belli o forse troppo amari, poche sicurezze ormai già volatizzate e le paure di ieri che, infondo, son le realtà di oggi.
Continuo a salire, uno scalino alla volta, in questo luogo che puzza di marcio, di fumo e di fretta.
Continuo e vado lento, strido con il mondo intorno a me - d'altronde, l'ho sempre fatto.
Continuo finché, me maledetto, non la vedo.
La vedo e mi immobilizzo, la vedo e all'improvviso il gelo di Londra non mi sembra più così terribile, fatale, non quando sembra quasi fuoco, rispetto al freddo che in un attimo prende a scorrermi nelle vene.
Il tempo è passato anche per lei.
La sua è una bellezza sfiorita, quasi morente: è la bellezza delle rose ormai appassite, il cui meraviglioso profumo difficilmente maschera la tragedia della morte.
Lei è così: un viso sfatto e capelli al vento, una ruga di preoccupazione a solcarle la fronte e le braccia, così esili nonostante il cappotto in cui è avvolta, sempre affaticate da una moltitudine di tomi.
Ha gli occhi cerchiati di nero, il viso scarno, eppure quando alza le sue iridi di puro oro è ancora forza, quella che vi leggo, è ancora voglia imperterrita dura testarda di non lasciarsi andare.
"Malfoy..." mormora, mi riconosce e dentro di me si risvegliano mille ricordi, danno vita ad una danza feroce per prevalere l'uno sull'altro: ricordi di un amore, ricordi di lei, delle sue mani e delle sue frasi taglienti; ricordi della nostra vita insieme, quella che avevamo e che abbiamo abbandonato, ricordi di una gioventù venduta cara, mentre nell'età adulta entravamo a testa bassa, arresi.
Intorno a noi è tutto immobile, non ci sono addii e non c'è fretta e non ci sono corse, non c'è l'odore delle scale di una stazione come tante altre, non c'è il grigio del cielo plumbeo su di noi a promettere temporali e nuovi problemi.
Immobile è l'aria e anche noi, mentre le parole che vorremmo dirci restano incastrate in gola, bruciano e fanno male, vorrebbero uscire ma in fondo sappiamo che non vedranno mai il giorno.
Orgogliosa lei e orgoglioso anch'io, fino al midollo, fino alla fine.
"Hermione" pronuncio lieve, quasi non vorrei che quel nome abbandonasse le mie labbra indurite dal tempo, lasciandolo incastrato dentro di me, in un passato che ho sempre preferito non ricordare.
Poi le sue, di labbra: pallide come mai, gentili da sempre, e un dolce sorriso, una stilla di calore ad incendiare quei pochi metri di distanza tra noi.
Un invito: verrai da me? Sola è lei, da quando ha perso il suo amore contro l'unico nemico capace di sconfiggerla; è sola da quando è invecchiata d'un colpo, come se prima d'allora il tempo non le fosse mai passato addosso.
Ma come concentri anni ed anni in pochi attimi, in una serata, in una cena a casa sua, servita in queste stoviglie color nostalgia? Lei a raccontare i suoi anni in poche frasi, lei con i suoi sguardi sfuggenti, lei vestita di malinconia ed io che non so ascoltare, o magari non voglio, non sono riuscito ad imparare.
Me ne torno alla mia stazione, al vagone che mi aspetta qualche scalino più su.
Lo abbiamo imparato in poco tempo che il tempo prende e il tempo dà, e noi corriamo sempre in una direzione senza capire quale sia, che senso abbia: tutto ciò che ci resta sono i sogni, i nostri sogni senza tempo, quelli che a volte rifiutiamo di accettare; ciò che ci resta sono le impressioni di un momento, le luci nel buio di case intraviste dal treno.
Noi, infine, siamo quel che non resta.








 
   
 
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