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Autore: darken_raichu    20/11/2017    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Fatia, Forte dell’Ovest, 07/08/4783, circa le 09
Raichu si alzò e si guardò intorno. La luce del sole del mattino entrava dalla finestra della camera, nonostante le imposte chiuse, colpendolo dritto all’occhio sinistro. Sbadigliò, ma allungando le braccia accaddero due cose. La prima fu un intenso dolore: si sentì come se il corpo venisse attraversato da una scarica elettrica, e non una delle sue. Faceva fatica a sentire le dita delle mani e dei piedi, e notò che la coda aveva un doloroso crampo, che scaccio scuotendola. Continuò comunque a far male.
La seconda furono i ricordi. Rammentò l’agguato, il combattimento con Florges, l’attacco finale, e poi Florges che restava in piedi e cominciava a combattere con…
Balzò in piedi, altri crampi che gli colpivano la schiena e la coda. Si alzò in piedi resistendo al dolore.
“Il Generale ha combattuto con Florges. Se avesse perso…” Pensò, avvicinandosi alla porta. La aprì, e si trovò davanti un Klefki.
«Buongiorno signor Raichu.» Disse il Pokémon, con un inchino. Le chiavi che aveva addosso tintinnarono sommessamente.
«Buon… Giorno…» Disse Raichu incerto «Dove mi trovo?»
«Questo è il castello che guarda ad ovest, il Forte dell’Ovest… La Fortezza di Dracofairy, se preferisce.»
«Cos’è successo agli altri? Emolga, Flaaffy, i principi… TRI!» Chiese, esclamando l’ultimo nome, pieno di preoccupazione.
«Si calmi, si calmi, a parte il Luxray nessuno di loro ha subito danni permanenti.» Rispose il Klefki.
«A parte il Luxray?»
Klefki annuì «Siamo bravi a curare le ferite, ma far ricrescere un occhio non è nelle nostre possibilità.»
Raichu ci mise un attimo a processare cosa significava «Ha perso…»
«L’occhio destro.» Rispose Klefki «E un pezzo di orecchio, ma quello possiamo rimetterlo a posto. Solo che a quanto pare non vuole.»
«Non vuole?»
«Mi segua per favore, sono certo che i suoi compagni saranno felici di vederla, e sicuramente sapranno spiegarle la situazione meglio di me. Inoltre il Generale probabilmente vi convocherà.»
«Già, che ne è stato di Florges?»
«Ha perso contro Lord Brim, ma non prima di ferire molti dei nostri, incluso il Generale. Poi è stata salvata da uno Shiinotic e si sono teletrasportati via. Li stiamo facendo cercare ma non è una cosa facile. Ormai probabilmente li abbiamo persi.»
In quel momento raggiunsero la sala principale, dove diversi tavoli ospitavano pochi soldati di Fatia e soprattutto buona parte del Gruppo. Mancavano solo Luxray, Plusle e Minun, perché Eelektross arrivò in quel momento.
«Ah, ben svegliato, Raichu.» Disse il Pokémon.
«Capitano!» Esclamarono Emolga e Flaaffy balzando in piedi e correndogli incontro.
«Raichu!» Gridò Tri correndo verso di lui.
Raichu sorrise e Tri lo abbracciò. Si sentiva ancora strano in quella situazione, in cui il Pokémon poteva essere suo fratello ma ovviamente non potevano averne certezza, ma in quel momento riuscì soltanto a rispondere all’abbraccio.
Quando si staccò sentì le mani tremare e formicolare.
«Ha effetti pericolosi, vero?» Chiese Gliscor «Francamente io ho solo preso l’elettricità passata attraverso Florges, eppure mi ha fatto male per ore. Se lei ha preso il colpo direttamente, sono abbastanza sicuro che si stia rotolando nel dolore adesso.»
Raichu annuì, ma in realtà non condivideva la sicurezza del Pokémon. In fondo, ricordava che Florges aveva continuato a combattere.
«A proposito, il Generale ci aspetta.» Disse Eelektross «Plusle e Minun rimarranno con Luxray finché non si sveglia, quindi possiamo andare tranquillamente.»
«Come sta?»
«L’occhio destro è andato. L’orecchio potrebbe anche rimarginarsi, visto che ne manca solo un pezzo, ma non è questo che mi preoccupa.» Rispose il pokémon, e il Gruppo si diresse verso la sala del Generale seguendo Eelektross.
Quando entrarono in uno studio con numerosi strumenti da lotta appesi alle pareti, il Ribombee li salutò, ma il suo sguardo non prometteva niente di buono.
«Eelektross, Raichu, Emolga. Sedetevi.» Disse indicando varie sedie «Il resto di voi può uscire, mi interessa parlare con loro tre.»
«Poteva pure dirlo prima…» Borbottò Zorua, uscendo insieme agli altri. Il Generale lo fissò uscire, poi annuì.
«Vedo che la diplomazia non è la più grande dote del principe di Oscuria. Comunque, non siamo qui per parlare di questo, siamo qui per parlare del Gruppo, e credo sia giusto parlarne con i tre membri più importanti.»
Emolga lo fissò «Io sarei uno dei membri più importanti?»
«Sei stato tu a evitare che il peggio accadesse nel combattimento contro quell’Altaria. Credo sia giusto dire che hai un ruolo di primo piano.» Emolga arrossì, ma il Pokémon continuò «Tuttavia, temo per voi che non sia abbastanza.»
«Che intende?» Chiese Raichu.
«Finora siete riusciti a sopravvivere più o meno intatti, e questo ve lo riconosco. Ma se oggi non fossi intervenuto io, come sareste ridotti?»
«La ringrazio, ma questi Capitani erano probabilmente i migliori. Sono certo che non ne incontreremo altri così forti.» Rispose Eelektross.
«Non mi preoccupo del fatto che non riusciate a vincere. Da qui in poi vi troverete per parecchio tempo nella parte più selvaggia del mondo. Draghia è nel mezzo di una guerra civile, Mineralia è pericolosa e lo sanno tutti, Gelia è un territorio coperto di neve in cui molti sono morti congelati. Esclusa la Valle di Metaloresta, vi troverete a viaggiare tra montagne e colline continuamente, soggetti ai capricci del clima. E poi i banditi che infestano le montagne… C’è un motivo se dicono “Quando sali alla montagna superando la pianura, sii preparato o trema di paura”. Questo modo di dire infantile è tuttavia ideale per farvi capire cosa significa attraversare le terre da qui in poi. Non ve lo nascondo, dubito che da qui in poi, se partirete, tornerete tutti vivi.»
«E quindi perché fa questo discorso?» Chiese Eelektross.
«Lasciate qui i pesi morti. Il Luxray, i due ragazzini Elettro, il Riolu… I principi vi toccherà portarveli dietro, per non offendere i Re, che hanno deciso di perdere i loro figli, a quanto pare. Ma potete fare il possibile per ridurre le perdite.»
I tre si fissarono. Raichu doveva ammettere che il discorso era sensato. Il Gruppo si era ingrandito, e diversi membri non avevano la forza per affrontare i Capitani nemici. Però… Erano giunti fin lì nonostante tutto. Avevano combattuto quanto gli altri, avevano corso gli stessi rischi, e non si erano tirati indietro.
«La ringrazio per la preoccupazione, Lord Brim. Ma se facessimo così saremmo in meno a proteggere i Principi, che ci sono stati affidati.»
«E credete che sarebbero maggiormente protetti da dei pesi morti?»
«Pesi morti? Certo, da soli non possono prendersi cura di un Capitano, ma due o tre insieme possono averci a che fare, quando non è uno di Fatia, il paese con i soldati più forti al mondo.»
«Davvero? Perché quella che ho visto io è stata una sconfitta, senza possibilità di fuga o salvezza per i Principi. E c’eravate tutti, se non mi sbaglio.»
«Il Principe Abra è fuggito.» Rispose Emolga.
«E gli altri? Mettiamo che il Principe di Espia si salvi. Cosa farà Oscuria, la cui linea dinastica consiste interamente nel Principe Zorua? E Spettria, il cui erede è in viaggio con voi? Vi assicuro che cosa pensassero i Re quando vi hanno affidato i principi mi sfugge.»
«E allora, Generale, perché ha proposto che anche il Principe Lar venisse con noi?»
Lord Brim si trattenne un momento dal rispondere «Vi credevo più competenti.»
«O pensava che così avrebbe ridotto la distanza del terzo principe dal trono?»
«Osa accusarmi di…»
«Calma, calma Generale, non voglio accusarla di niente. Sono certo che entrambi desideriamo soltanto che il Gruppo riprenda il viaggio. Non potremmo mai lasciare qualcuno indietro.»
«Molto bene allora.» Rispose il Generale «Pensatela come volete, il mio era solo un consiglio. Appena il Luxray si sarà ripreso abbastanza potrete ripartire. Non dovrebbe volerci molto.»
Eelektross e gli altri si inchinarono, e lasciarono la stanza. Il Generale rimase solo con i propri pensieri.
 
«Il Generale è furbo. Ha sfruttato questa sconfitta per provare a indebolirci.» Disse Eelektross furente più tardi, nel privato della stanza di Raichu, dove il Gruppo si era riunito, ad eccezione dei Principi, che il Pokémon aveva deciso di lasciare fuori da queste informazioni, e Plusle e Minun, che rifiutavano di lasciare Luxray.
«Credi davvero?» Chiese Draak. Eelektross lo fissò. Il Drago era molto maturato negli ultimi tempi, specialmente dopo l’allenamento alla Scuola. O forse da un po’ prima, quando era stato separato da Surskit. Era diventato più taciturno, ma anche meno infantile. Passava sempre più tempo a parlare con Luxray, Emolga o, prima che se ne andasse, Zangoose. Forse avrebbe potuto essere un utile elemento, una volta che fossero tornati ad Elettria. La sua Compagnia non si lasciava certo scappare nuovi membri.
«Tu cosa pensi, invece?» Chiese quindi al pokémon Veleno.
«Beh, penso che se avessero voluto uccidere il principe Lar… Avrebbero semplicemente lasciato fare i Capitani nemici.»
«Ci ho già pensato. Ma se il principe fosse morto in mezzo al territorio controllato dal Generale, dubito che questi l’avrebbe passata liscia. Anzi, sono abbastanza sicuro che la Regina lo avesse incaricato di seguirci fino a che non avessimo lasciato Fatia. Il suo arrivo così tempestivo non si spiega altrimenti.»
«Ma se vuole uccidere il principe non è pericoloso lasciarlo andare in giro adesso?» Chiese Raichu «Non dovremmo tenerlo d’occhio?»
«Credimi, è più al sicuro qui di quanto lo sarà in qualunque altra parte del viaggio. Se tirasse le cuoia ora, i sospetti dell’intera nobiltà ricadrebbero sul Generale.»
«… Non rischiamo di essere attaccati dai soldati di Fatia appena ce ne andiamo?» Chiese allora Emolga «Voglio dire, se vogliono il principe morto…»
«Possibile, ma ne dubito. Se uno di loro si lasciasse sfuggire anche il minimo dettaglio, ancora una volta ci andrebbe in mezzo il Generale. No, è stato abbastanza furbo da mettere in pericolo il Principe facendolo venire con noi, non rischierà di rovinare tutto agendo avventatamente.»
I presenti rimasero in silenzio per un po’, poi fu Raichu a chiedere di nuovo «Quindi, adesso toccherà a Draghia, giusto?»
«Sì, e la sola idea mi fa venire un tremendo mal di testa. Avere a che fare con Draghia in realtà vuol dire avere a che fare con dodici paesi piccoli in guerra tra loro per scegliere il fantoccio da far sedere come Imperatore di Draghia.»
«Come Normalia?»
«Quasi, ma a Normalia la questione è sempre politica. A Draghia, si risolve tutto con la guerra. Hanno versato più sangue su quelle montagne in trecento anni che nel resto di Pokémos nello stesso periodo, e questo vuol dire tanto.»
«Quindi come Vulcania.» Disse Gliscor.
Eelektross sospirò «No è leggermente diverso. Hanno un Re – loro lo chiamano Imperatore – che come ho detto un fantoccio di questa o quella fazione. In teoria se uno di questi fosse abbastanza forte, potrebbe riprendere il potere e riunificare il paese, ma diciamo che non hanno un’aspettativa di vita lunga.»
«Quindi non possiamo sperare nell’aiuto di Draghia nella guerra.» Commentò Raichu.
«No infatti. Quello che possiamo fare è parlare con il Re e provare a convincerlo a darci una piccola porzione delle sue forze da spedire a sud. Ma sarei sorpreso se fosse molto più grande di quella di Fatia.»
«In pratica sarà una colossale perdita di tempo.»
«L’unico lato positivo di Draghia è che ha l’oro. Oro a non finire. Batte sia Mineralia che Metallia, il che è dir molto. Francamente sarebbe meglio se convincessimo il re a fornire oro ai nostri, piuttosto che soldati.»
«Ma non è questo che ci ha chiesto il Generale…»
«Perché, credi che Galvantula avesse la minima idea di cosa ci stava chiedendo? La verità è che fin dall’inizio ha sottovalutato la missione. Basta guardare il gruppo che ha messo insieme. Militari e criminali. Se non fosse che tu sei decente come oratore e io sono convincente, questa missione sarebbe naufragata a Laghia.»
«Sono certo che il Generale avesse un motivo per fare queste scelte.» Replicò Raichu.
«Certo, ma dimostra comunque che era impreparato. Ha scelto chi era già informato, e così facendo ha messo nel Gruppo Flaaffy che, senza offesa, aveva ben poca importanza. Voglio dire, ha addirittura lasciato che ci fossero più criminali che membri dell’S.T. nel Gruppo.»
«Anche se fosse, fin qui ce l’abbiamo fatta.»
«Più per fortuna che per altro. Contro Poliwrath c’è mancato poco, e Gliscor per me era un avversario tremendo. E c’è stata quella volta contro Houndoom, quando siamo stati salvati dagli Unown. A Vulcania abbiamo avuto successo, parlo per me, solo perché i Capitani con cui ho combattuto non erano in una situazione a loro vantaggiosa. Fatia ci deve far tornare con i piedi per terra. Possiamo avere imparato qualcosa in questo viaggio, ma non crediate neanche per un secondo che questo viaggio sia diventato, o sia mai stato, facile. Una cosa il Generale l’ha detta giusta: la parte difficile del viaggio saranno le montagne. Torniamo ad Elettria più o meno interi, e potremo cantare vittoria.»
«Non ho mai pensato che sarebbe stato più facile.» Rispose Raichu «Ho solo detto che il Generale ha parlato di soldati, non di denaro.»
«Soldati ne hanno, e ne avranno ancora se tutto va bene. Galvantula ignora quasi tutto del resto del mondo, e la sua richiesta è stata fatta basandosi su Elettria e sulle scarse informazioni che aveva. Perciò vediamo di concentrarci su ciò che possiamo ottenere, invece che puntare su obbiettivi irrealistici. Oggi riposiamoci. Domani, se Luxray si è ripreso quanto basta, potremo ripartire.»
 
Arenia, Sparringar, 07/08/4783, circa le 09
«Basta! I rivoltosi sono già fuggiti!» Esclamò Lucario, mettendosi in mezzo tra i civili e i soldati di Espia. Uno di questi, il Capitano della squadra, lo fissò severo.
«E tu chi saresti? E chi ti credi di essere, per darmi ordini?» Chiese l’Oricorio.
«Sono un soldato di Arenia che non accetterà di vedervi distruggere il suo paese.»
«Noi stiamo salvando il tuo paese, soldato. Ora spostati, dobbiamo occuparci di questi ribelli.»
«Non sono ribelli! Sono solo abitanti sfortunati.»
Il capitano lo fissò in cagnesco, poi sorrise «Lo riferirò al tuo comandante. Sei fortunato a non essere uno dei miei, o ti avrei fatto giustiziare per insubordinazione.»
«Se fossi uno dei suoi, mi giustizierei da solo.» Rispose Lucario.
Il pokémon sospirò. Tutta quella storia dei rivoltosi era assurda. Il giorno prima andava tutto bene, e il giorno dopo Arenia era nel caos, con una serie di rivolte contro Re Machamp e la Coalizione che esplodevano un po’ ovunque.
La risposta dell’Alleanza era stata semplice: Espia doveva inviare rinforzi. Peccato che quelli stessero facendo più male che bene. Giustizia sommaria dei soldati sui civili, attacchi a villaggi senza prove che nascondessero ribelli, e altri azioni scellerate che stavano solo aumentando il malcontento della popolazione.
Lucario si girò e fissò negli occhi i Pokémon che aveva appena salvato. Vedeva chiaramente il disprezzo nei loro occhi, e ne capiva il motivo. Prima che lui e altri soldati di Arenia intervenissero, le forze di Espia avevano ucciso almeno trenta abitanti.
“Hanno forse catturato due ribelli, e ne hanno creati quaranta.” Pensò, allontanandosi e raggiungendo le forze del paese.
Cofagrigus, subito dopo averli reclutati, aveva chiesto loro se preferivano entrare nelle forze di Arenia o direttamente in quelle della Coalizione. Visto lo scoppio della rivolta, Lucario aveva deciso di entrare nella prima, ed essendo membro di una scuola aveva potuto direttamente entrare nell’esercito dopo un breve addestramento, invece del lungo percorso completo che altri dovevano seguire.
Si chiese come stessero suo padre e quelli della scuola che erano andati a far parte dell’esercito della Coalizione. Sapeva che a Velenia, dove erano intervenuti, la situazione era persino peggiore, visto che erano i nobili ad essersi ribellati. E altre voci che aveva sentito dicevano di un nuovo focolaio di rivolta anche ad Oscuria, anche se pareva che questo non fosse altro che un piccolo gruppo di nobili, contro una maggioranza rimasta neutrale o schieratasi con la regina.
«Il mondo è nel caos.» Pensò tristemente «E gente come quell’Oricorio riesce solo a rendere le cose peggiori.»
 
Normalia, 07/08/4783, circa le 10
Zangoose fissò il Drampa, sperando che la risposta che il Pokémon aveva finalmente deciso di dar loro fosse quella positiva.
Il Duca di Drakonia li osservò per qualche minuto, poi si rivolse a Lord Stout.
«Credi davvero che combattere con l’Alleanza sia la scelta migliore?» Chiese all’improvviso il Drago, fissando il Duca di Bachia.
«Beh, Lord Darm,» Rispose questi «Non credo ci sia molta scelta. Questa è una guerra tra un grande male e un bene altrettanto grande. L’Alleanza combatte un’Organizzazione che mira a distruggere Pokémos. Se questo non è sbagliato, cosa può esserlo?»
Drampa annuì ma rimase in silenzio. Ci vollerò quasi cinque minuti prima che parlasse di nuovo «Accetto. Mi unirò alla vostra causa. Manderò subito dei messaggi ai Conti perché sia diffusa anche a loro l’ordine di supportarvi. Vedete di non deludermi.»
«La ringrazio, mio lord.» Disse Zangoose, chinando il capo. Lord Stout fece un simile ringraziamento, e i due uscirono.
Il Drampa fissò la lettera di Falan, il Capitano dell’Organizzazione, e subito dopo cominciò a scriverne una nuova secondo le istruzioni riportate su di essa.
  
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