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Autore: Kifuru    20/11/2017    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17

La mia casa.



Nel corso dell'ultimo anno, Diciotto aveva avuto modo di sperimentare realmente ogni aspetto della vita umana.

 Tuttavia nei mesi successivi al Cell Game, anche se finalmente era riuscita ad creare un vero legame con una persona, che non fosse suo fratello, la cyborg preferiva incontrarsi con il suo nuovo amico  solo in posti disabitati, evitando categoricamente i centri abitati. Durante i loro incontri, parlavano fra di loro di ogni argomento possibile, ma mantenevano anche prolungati silenzi, semplicemente godendo della reciproca compagnia.

Fu in seguito al loro strano combattimento che tutto cambiò. Il loro primo e vero appuntamento si era svolto in una grande città e ad esso ne erano seguiti tanti altri. In questo modo, finalmente, la ragazza iniziò quella vita normale, che a lungo aveva odiato e invidiato.
 
Tra di loro, i momenti di imbarazzo e di apparente freddezza  si mischiavano a manifestazioni di infinita tenerezza. Quando erano soli, la cyborg non aveva alcuna incertezza o insicurezza e in quei momenti Diciotto mostrava la vera se stessa.

 Così gradualmente cresceva la loro intimità fisica, oltre che sentimentale, ma entrambi non si spingevano oltre. Il loro rapporto rimase, per molto tempo, dominato da abbracci e baci passionali.

Questa situazione non cambiò, nemmeno quando i due confermarono il loro impegno l'uno con l'altra, quando diventarono una vera coppia. Crilin era semplicemente troppo gentile e innamorato per poter anche solamente pensare di forzare la sua donna, mentre Diciotto preferiva sentirsi veramente pronta, prima di concedersi definitivamente a lui. Ma lei lo amava.

Su questo, la potentissima cyborg non aveva alcun dubbio e non aveva più paura di ammetterlo.

A piccoli passi, il piccolo guerriero le fece conoscere ogni tradizione della vita umana. 

Raramente la cyborg aveva il bisogno fisico di mangiare, ma il fatto che il suo fidanzato la portasse in giro per il mondo, provando ogni sorta di cibo, l'aveva fatta appassionare anche alla cucina. Diciotto aveva persino deciso di imparare a cucinare nella sua piccola casetta, utilizzando ovviamente il compagno come cavia fissa.  Scoprì anche il cinema, un'esperienza che ella trovò affascinante e divertente.

Tuttavia, al di sopra di ogni cosa, la bella bionda consolidò la sua spaventosa passione per la moda e soprattutto per lo shopping. Durante le loro uscite romantiche, Diciotto costringeva il fidanzato ad affrontare sacrifici spaventosi tra i molti negozi di abbigliamento e le gioiellerie delle grandi città che visitarono.

Per il povero Crilin, non erano tanto eccessivi gli sforzi ecominici, grazie ai suoi risparmi di una vita o almeno non lo erano  quanto le lunghe ore di attesa, prima della scelta del bene da comprare.

 Tuttavia, era anche lusingato che alcune delle scelte della donna derivavano proprio dai pareri, che lei stessa gli chiedeva ogni tanto. In realtà, Crilin non era certo il tipo da capire certe cose, in fatto di moda, ma ai suoi occhi, Diciotto era bellissima con qualsiasi tipo di abbigliamento.

Con il trascorrere di settimane e mesi, la bella cyborg si abituò alla pace, alla serenità, alla sensazione di benessere, che provava ogni volta che stava insieme a Crilin.

Ogni volta che ci rifletteva non poteva fare a meno di sorridere. La sua vita era finalmente cominciata.

Crilin le aveva donato tutto questo. Per tale ragione, Diciotto decise che si sarebbe sempre impegnata in quell'incredibile relazione, con tutta se stessa, per regalare anche a lui quella stessa felicità,  constantemente presente nel cuore, che scoprì finalmente di possedere.





Diciotto giurò che avrebbe annientato chiunque avesse osato interrompere quel momento. Era distesa sulla spiaggia della Kame House, con la testa appoggiata sulle gambe del compagno.

 Chiuse gli occhi, immersa in una calma meravigliosa, quando Crilin iniziò ad accarezzare dolcemente i suoi capelli biondi. Si strinse di più a lui, afferrando la sua mano libera e intrecciando, quasi possessivamente, le loro dita.

Rimasero in quella posizione, senza parlare, per diverso tempo e nessuno dei due mostrava nessuna voglia di interrompere  un momento così intimo. Il vecchio pervertito era fuori per dei suoi disgustosi viaggi, per cui la cyborg non vide alcuna ragione di nascondere il proprio affetto per il piccolo guerriero.

< < Amore > > sussurrò lui, senza smettere di carezzarla.

< < Mmmh > > mugugnò la donna, sperando di non dover interrompere quel contatto.

< < Mi piacerebbe portarti in un posto speciale uno di questi giorni > >.

Leggermente infastidita per essere stata disturbata proprio dal suo uomo, la bionda riaprì i suoi meravigliosi occhi cerulei < < Che genere di posto? > >.

< < Ecco > > cominciò lui, con un certo nervosismo < < Si tratta di un luogo molto particolare, ma è difficile descriverlo così. Preferirei fartelo vedere > >.

< < Sai che detesto le sorprese, Crilin > > sbottò la cyborg < <  Perchè non mi dici cosa ti frulla in quella tua testa vuota > >.

< < Non è nulla di particolare, giuro. Passeremo una giornata diversa e posso così mostrarti qualcosa che ha avuto molta importanza per me in passato. Che ne dici? > >.

< < Dico che ancora non capisco tutta questa segretezza > > disse lei, mentre si metteva a sedere.

Crilin le carezzò teneramente una guancia < < Cosa posso fare per convincerti? > > chiese, con il suo solito sorriso allegro.

La cyborg lo guardò, rimanendo fredda nella sua espressione, ma non resistette a lungo.
 
Afferrandolo per la camicia, lo strinse a sè, baciandolo con passione. Il piccolo uomo rispose, con uguale entusiasmo, tenendole il delicato viso tra le mani, in una dolce presa. 

Per impedirgli di sfuggire al suo bacio, Diciotto gli circondò il collo con le braccia e lo costrinse in quella posizione, fino a quando comprese il disperato bisogno di ossigeno del compagno. Anche quando ruppe il contatto fra le loro labbra, lo tenne stretto a lei.

< < Ufff > > esclamò Crilin, che faticava a riprendersi < < Il motivo di questo bacio mozzafiato? > >.

< < Devo forse avere un motivo per baciarti? > > replicò la cyborg, sorridendo maliziosamente.

< < No, ma io...... > > provò a dire lui, mentre arrossiva vistosamente.

< < Non affaticarti, Crilin. Ti accompagnerò in questo posto misterioso. Ma nei prossimi giorni, tu ovviamente sarai il mio portaborse personale, quando andrò a fare compere. Ci siamo intesi? > > disse la donna, sempre sfiorando le labbra di lui, sorridendo malignamente.

< < Credo di poterlo sopportare, amore > > concluse il moro, appoggiando la fronte su quella di lei.

Questa volta fu il piccolo uomo a passare per primo all'azione. La baciò con lo stesso entusiasmo di poco prima e quando iniziò a far passare le   sue mani sulla schiena di lei sotto la  maglietta, rimase estasiato nell'udire i sospiri di piacere della sua donna, che venivano soffocati tra le sue stesse labbra. Si coricarono abbracciati sulla sabbia, mentre continuavano ad amarsi.

Ancora una volta non superarono certi limiti, ma la coppia non mostrò alcun interesse per questo dettaglio.



Qualche giorno dopo, Crilin si svegliò molto presto. Notò subito che era la giornata ideale per i suoi programmi e per sua fortuna, Diciotto aveva accettato, ovviamente dopo molte altre discussioni. Alla fine, altre promesse di shopping sfrenato convinsero la bionda non solo per quella strana uscita, ma anche per non costringere il terrestre a rivelare qualcosa di eccessivo prima del tempo, riguardo al posto dove l'avrebbe portata quel giorno.

Si lavò e vestì in fretta, desideroso di fare la prima colazione con la sua donna. Era agitato per ciò che intendeva fare, ma allo stesso tempo era emozionato, per il possibile cambiamento, che sperava si sarebbe potuto concretizzare.

Dopo aver fatto qualche esercizio fisico di base, come era sua abitudine ogni mattina, prese quota, iniziando a volare subito a massima velocità per raggiungere il rifugio della sua ragazza.

Da alcune settimane, Diciotto aveva deciso di stabilire la piccola casetta, contenuta nella capsula, in un'isola, che faceva parte dello stesso arcipelago della Kame House. Era molto vicina a quella, dove si era svolto il combattimento fra Piccolo e C17, che era stata completamente rasa al suolo in quell'occasione.

Lei stessa aveva spiegato al piccolo uomo l'inutilità di stabilirsi troppo lontano dall'isola del maestro Muten, dato che la maggior parte delle giornate le trascorrevano insieme. Crilin non poteva essere più d'accordo.

< < Ma la situazione può ancora migliorare > > pensò il guerriero, mentre volava sicuro verso la sua meta.

Come al solito, la sua donna si era scelta un luogo tranquillo, dove vivere. Un'isoletta disabitata, con un clima temperato, che lo stesso Crilin aveva avuto modo di apprezzare. Molte sere era rimasto a dormire da lei o per meglio dire costretto nella maggior parte volte, trattenuto dalla micidiale forza della sua fidanzata.

Crilin giunse nei pressi della piccola isoletta e rimase piacevolmente sorpreso, quando vide una ricca colazione, preparata su un tavolinetto per due, sistemato all'aperto, vicino la casa della ragazza.

 Diciotto lo attendeva con la sua solita posizione dritta e fiera, con le mani appoggiate ai fianchi. Alzò un sopracciglio, infastidita, mentre fissava il compagno, che rimaneva fermo ad ammirare dall'alto la tavola, accuratamente bandita.

< < Ti decidi a scendere, zuccone che non sei altro  > > disse ad un certo punto, spazientita.

< < Si certo > > rispose il terrestre, tornando in sè.

 < < Scusami, Diciotto > >.

Il piccolo uomo scese a terra abilmente, di fronte alla bionda, che lo squadrava divertita.

< < Buongiorno, amore > > sorrise lui, mentre si avvicinava a lei.

< < Anche a te > > mormorò lei, rispondendo al bacio.

< < Mi hai fatto davvero una bella sorpresa > > disse Crilin, indicando la tavola.

Diciotto sorrise seducente, accarezzando i capelli neri di lui.

< < Cerca di non farci troppo l'abitudine > > disse la bionda, avvicinandosi di nuovo al viso del suo uomo.

< < Troppo tardi > > ebbe il tempo di sussurrare lui, prima di perdersi nuovamente nei brucianti baci della sua donna.




Se il piccolo uomo avesse avuto ancora bisogno di prove o dimostrazioni dell'affetto, che la fidanzata provava per lui, non doveva fare altro che ammirare l'incredibile quantità di cibo, presente sulla tavola. Non le aveva mai detto con chiarezza i suoi gusti in fatto di cucina, ma la cyborg sembrava conoscere alla perfezione i suoi piatti preferiti.

Quando gli capitava di riflettere su questo, Crilin comprendeva chiaramente l'importanza della sua storia con Diciotto. Anche se non stavano insieme da molto, era evidente quanto la potente guerriera tenesse a lui. Ella si ricordava di ogni cosa che il terrestre le diceva o raccontava. La sua passione per la lettura, i metodi di allenamento o i suoi gusti culinari. Diciotto era in grado di capire, nella maggior parte dei casi, che tipo emozione egli provasse, anche solo fissandolo intensamente negli occhi.

Crilin non aveva mai vissuto una relazione di tale importanza. Nella sua unica e precedente storia, Marion non aveva mai mostrato un vero interesse per ciò che lui era davvero. In realtà, secondo il piccolo guerriero, la bellissima donna azzurrina, di cui da anni non aveva più notizie, non aveva mai tentato  di conoscerlo davvero.

Diciotto, colei che doveva essere il suo peggiore nemico, era l'esatto opposto.


I due amanti mangiarono con calma, chiacchierando amabilmente. Completamente a suo agio, Crilin fece onore a tutto ciò che la cyborg aveva attentamente e amabilmente preparato per lui. Diciotto sorrideva dolcemente.

 Uno di quei sorrisi, che dedicava solo a lui.

 Gioiva silenziosamente, mentre ammirava il fidanzato mangiare ciò che lei gli aveva preparato con impegno.

Quando finirono la colazione, entrambi erano pronti a partire. Anche se non lo avrebbe ammesso, la bionda era incuriosita per quello strano appuntamento e più di una volta si era sforzata mentalmente, ma  non era riusciva nemmeno ad immaginare dove Crilin intendesse portarla quel giorno. Incredibilmente, il terrestre aveva mantenuto con lei la segretezza della cosa fino alla fine.

< < Allora, dove dobbiamo andare? Spero che adesso i misteri siano finiti > > disse la bionda, con voce sarcastica.

< < Lo vedrai, mia cara > > rispose il moro, limitandosi a sorridere, in modo quasi infantile.
Senza dare alla compagna il modo di replicare, Crilin le prese una mano, intrecciando le loro dita e subito, insieme a lei, la quale stranamente lo seguiva senza protestare, partì verso il luogo, che aveva cambiato ogni cosa nella sua vita.





















Giunsero a destinazione in poco tempo. Crilin condusse la fidanzata nei pressi di un'altra isola, appartenente allo stesso arcipelago. Non era molto distante, nè dal rifugio della cyborg, nè dalla Kame House. 

Diciotto constatò subito che si trattava di un'isola molto più grande rispetto alle altre, ma anche per altri tratti essa si distingueva chiaramente. A parte un'aperta spiaggia, il posto era circondato da una foresta fitta, piena di bestie feroci. Il clima era certamente tropicale, ma scarsamente adatto alla vita di un normale essere umano. Inoltre, il caldo, già elevato, era alimentato dal maestoso vulcano in attività, che dominava l'intera isola.

Mentre si lasciava guidare dal suo uomo, la cyborg analizzò attentamente il posto e  non comprendeva il motivo di tanta importanza per un luogo così selvaggio e inospitale. 

Sempre tenendo la morbida e piccola mano della compagna, Crilin atterrò, insieme a lei, sulla cima del monte, adiacente al vulcano. Quando il terrestre incrociò gli splendidi occhi cerulei di lei, vide chiaramente la sua perplessità e confusione, ma anche una profonda curiosità da parte sua.

< < Siamo arrivati, amore > > esordì lui, mentre l'agitazione tornava ad essere forte in lui.

< < Dove ci troviamo, Crilin? > > chiese lei, con un tono di voce stranamente calmo.

Il terrestre sorrise con fare misterioso e prima di rispondere, si sedette sopra una grande pietra, subito imitato dalla bella cyborg. Da quella posizione, si aveva una vista completa dell'intera zona.

< < E' il posto che mi ha forgiato, Diciotto. Il mio addestramento, nell'arte del combattimento, è proprio cominciato in quest'isola, insieme a Goku. Un'isola, che da quel che ne so, non possiede nemmeno un nome > >.

< < Cosa? > > esclamò Diciotto, senza riuscire a trattenersi < < Io credevo che tu ti fossi sempre allenato con il vecchiaccio. I dati, sui miei circuiti, sostengono che dopo la tua fuga dal monastero, hai raggiunto l'isola di Kame House, dove sei stato addestrato per tutta la tua giovinezza. Non sapevo nulla di questo posto > >.

< < A proposito > > disse Crilin, curiosamente < < Che genere di informazioni possiedi su di me? > >.

< < Beh > > la voce di lei apparve alquanto imbarazzata < < Conosco soprattutto il tuo valore come guerriero. Tecniche, punti di forza e debolezze. I miei circuiti hanno, inoltre, un resoconto generale sulla tua vita, ma evidentemente molti passaggi sono stati tralasciati. In particolare, ho ben chiare le tue battaglie, tranne quella su Namek > >.

< < Incredibile > > commentò lui, assorto in chissà quali pensieri.

< < Di certo > > aggiunse la bionda, con una profonda risolutezza < < Non state le informazioni di un pazzo a farmi innamorare di te e per me quelle tue debolezze combattive, che i  circuiti mi mostrano quando lo desidero, rappresentano la mia più grande paura > >.

Diciotto disse quelle parole in modo deciso, come se volesse confermare un qualcosa di essenziale e ancora una volta, Crilin rimase incantato dagli occhi fieri e sinceri della sua donna, così tanto che non rispose, con adeguata prontezza, al nuovo dolce bacio di lei.

< < Adesso, però, voglio sapere ogni cosa su questo posto > > ordinò la cyborg, con voce imperiosa. Non sopportava di non conoscere qualcosa, che aveva avuto così tanto impatto sul suo uomo. 

Per Crilin non era certamente facile intraprendere un discorso, che mai, prima di allora, si era sognato di fare con qualcuno, nemmeno con le persone più vicine a lui, ma con Diciotto ogni cosa era diversa e infatti, quando la mano della sua donna tornò ad intrecciarsi con la sua, il moro ritrovò tutto il coraggio necessario.

< < Non ho avuto un'infanzia felice, Diciotto > > cominciò il guerriero < < Ho ben pochi ricordi di mia madre e per la verità, di lei ricordo soprattutto il momento in cui mi abbandonò davanti alle porte del Tempio Orin. Avevo quettro anni e lei disse che sarebbe tornata molto presto e quella fu l'ultima volta che la vidi > >.

< < Iniziò un periodo molto difficile per me. Fui abituato alla rigida vita dei monaci. Trascorsi in quel posto tutta la mia infanzia. Nonostante avessi molti maestri e compagni, in quegli anni non ho conosciuto che una profonda solitudine, solo una terribile solitudine. Le mie imperfezioni fisiche, il fatto di crescere molto poco in altezza o il non aver un naso, divennero la più grande fonte di divertimento per i miei compagni.  Quando venivo deriso, escluso da ogni cosa, maltrattato fisicamente e mentalmente, sentivo crescere un'angoscia terrificante, che ancora oggi rammento con chiarezza e non sapevo come fermarla. Quando ebbi la forza per farlo, scappai da quel posto, ma lo feci per ragioni non propriamente nobili > >.

Il terrestre mostrò un triste sorriso, perso nei suoi ricordi. La donna, accanto a lui, non aveva lasciato andare la sua mano neanche per un secondo. Desiderava stringerlo a sè, fargli sentire la sua vicinanza, così da trasmettergli la certezza, che mai in futuro egli si sarebbe trovato a sperimentare la stessa esperienza.

Avevano spesso parlato del tragico passato della bionda, di orrori ancora più terrificanti e sempre, in qualsiasi circostanza, Crilin aveva dato tutto il suo appoggio. Con lui, la bella guerriera si sentiva pronta ad affrontare tutti i suoi demoni e a sconfiggerli. All'improvviso, Diciotto si sentì felice per essere stata convinta a visitare quel posto, perchè adesso anche il suo amato si stava confidando e lei voleva essere pronta a sostenerlo, per aiutarlo a superare ogni suo tormento.

 Per questo, desiderava ardentemente che lui continuasse.

< < Scappai, quando venni a sapere dell'esistenza di un grande maestro di arti marziali, uno dei guerrieri più forti del pianeta: il maestro Muten > >.

< < Il mondo era veramente scarso a quei tempi > > commentò la ragazza.

< < In confronto ad oggi sicuramente > > rispose il moro ridacchiando < < Ma tornando a noi, mi misi in testa di trovare quell'uomo ad ogni costo, per diventare veramente forte. Ma non perchè volevo proteggere qualcuno o per una vera passione per la lotta. Inizialmente non lo feci nemmeno per le ragazze. Lo volevo solo per potermi trovare anch'io nelle condizioni di poter sopprimere i più deboli, di poter prevalere sugli altri. Ero convinto che il mondo fosse questo, il forte che distrugge il debole. Volevo diventare esattamente come quelli che mi avevano perseguitato, perchè non avevo visto nient'altro. Amore, amicizia o gentilezza. Erano parole prive di significato per me > >.

Diciotto rispettava pazientemente le pause del suo uomo, aiutandolo a parlare liberamente. 

< < Così raggiunsi l'isola di Kame House e finalmente ebbi modo di conoscere il grande maestro Muten, il quale aveva già un allievo, ossia, almeno per me, un ostacolo da eliminare. Quello fu il primo incontro con il mio amico Goku > >.

< < Il maestro decise di sottoporci ad una prova particolare, prima di prenderci come suoi studenti di arti marziali. Ci portò in quest'isola e ci ordinò di sopravvivere per sei mesi. Solo in caso di successo, ci avrebbe preso come allievi > >.

< < Cosa? > > esclamò la donna, indignata < < Quel vecchio ha costretto due bambini in un posto del genere e per di più da soli. E' più folle di quanto pensassi > >.

< < Posso capire la tua reazione. Tuttavia, anche se lui non lo ammetterebbe mai, sono convinto che si trovava sempre nelle vicinanze, per intervenire in caso di estremi pericoli > >.

< < Ho seri dubbi in proposito > > rispose la cyborg < < Ma vai avanti > >.

< < Beh, cominciammo la nostra prova. Cercavamo di sopravvivere alla fame, alla sete e soprattutto ai mostri. All'inizio fu veramente  dura, non solo perchè eravamo due bambini, ma anche per il mio terribile carattere di allora. Facevo di tutto per prevaricare su Goku, non curandomi di lui, sfruttando la sua ingenuità, nonostante la sua evidente gentilezza e bontà d'animo, ma io non la vidi per molto tempo. Non mi curavo di lui e volevo perfino che si levasse di mezzo definitivamente. Mi comportai così per i primi tre mesi > >.

< < Cosa accadde dopo?  > > chiede la bionda, con voce morbida, carezzandogli la mano.
Questa volta, il sorriso di Crilin era allegro, ma anche nostalgico, in ricordo del suo migliore amico scomparso < < Goku mi salvò la vita, proprio qui, in questa montagna. Ero in cerca di cibo e misi male un piede. Stavo per precipitare, ma Goku mi prese al volo per un braccio. Sai, in realtà, non è tanto il suo gesto, quanto quello che mi disse dopo ad avermi cambiato per sempre. Mi disse '' sono felice che tu stia bene Crilin ''. Lo fece con il suo solito e fanciullesco sorriso > >.

< < Non solo si era preoccupato per me, dimostrando di avere a cuore la mia sicurezza, ma  aveva anche pronunciato correttamente il mio vero nome. Non nano da giardino, scherzo della natura o palla da biliardo. Nessuno l'aveva mai fatto prima di lui e fu così che cambiai. Goku mi salvò letteralmente dalle tenebre e nei successivi tre mesi, in quest'isola inospitale, divenne il mio migliore amico > >.

Dopo aver concluso, Crilin non riuscì a trattenere qualche lacrima, ma prima che potesse asciugarle dalle guance, le mani dell cyborg presero dolcemente possesso del suo viso, facendolo al posto suo.

Quando la sua donna prese nuovamente possesso delle sue labbra, il moro rispose con entusiasmo al bacio, abbracciandola e stringendola a sè.

< < Sono contenta di essere venuta in questo posto > > sussurrò lei, quando si separarono < < Inoltre, Son Goku avrà sempre la mia gratitudine > >.

Guardandola intensamente, Crilin si alzò dal grande masso, portando con sè la ragazza. Con le mani tra le sue, il moro appoggiò la fronte su quella di lei. Improvvisamente, anche Diciotto iniziò a provare una strana sensazione di ansia, che non riusciva a spiegare.

< < In verità, io ho desiderato portarti qui non solo per  raccontarti questa parte della mia vita, ma soprattutto perchè questo posto mi calma, mi regala una strana sicurezza, al punto da darmi il coraggio necessario per dirti quanto tu sia diventata importante per me > >.

< < Che cosa vuoi dire, Crilin > > chiese la bionda, chiaramente perplessa.

< < Io ti amo, Diciotto, con tutto il mio cuore. Con te mi sento completo, in grado di fare qualsiasi cosa. Con te desidero condividere tutto, non solo i miei segreti del passato, ma soprattutto la vita di tutti i giorni. Altre volte ti avevo offerto ospitalità, ma adesso è completamente diverso. Io non voglio offrirti un posto dove stare. Io desidero che tu viva insieme a me, sotto lo stesso tetto. E' questo il mio più grande desiderio. Io voglio vivere insieme a te > >.

< < Crilin..... > > provò a parlare debolmente la ragazza, persa nello sguardo di pura adorazione dell'uomo che amava.

< < Diciotto, vuoi  vivere insieme a me alla Kame House? > >.

Molte intense emozioni invasero l'animo della guerriera. Ancora una volta si ritrovò a riflettere sugli incredibili sviluppi della sua vita. Era stata modificata per diventare un essere, votato interamente alla violenza e alla morte e invece, aveva avuto la fortuna d'incontrare un uomo straordinario. Da diverso tempo, ormai, Diciotto aveva fatto chiarezza con i propri sentimenti. Lo amava e non nutriva più alcun dubbio in proposito.

Cercò perfino di trovare alcune, improbabili ragioni per una possibile risposta negativa. Era l'unico uomo, con cui voleva stare e anche lei non sopportava i momenti, in cui stavano separati.

Da quando aveva ricordo di sè, Diciotto non aveva mai posseduto una vera casa. Anche se la capsula era stato un regalo di Crilin, lei l'aveva sempre considerato come un rifugio, non come il posto al quale appartenere.

Ora ne aveva la piena consapevolezza. La sua casa stava nell'uomo che aveva di fronte. Un piccolo guerriero, molto più debole di lei, eppure in grado di proteggerla e farla sentire al sicuro, come nessuno era mai riuscito a fare. Nemmeno suo fratello.

 A causa del suo silenzio prolungato, il viso del moro era ormai diventato di un bianco cadaverico. Forse pensava che lei avrebbe rifiutato.

 Diciotto non poteva e soprattutto non voleva.

Tuttavia l'emozione sembrava aver prosciugato la sua voce e per tale ragione, tanto per far capire le sue reali intenzioni al piccolo uomo, lo baciò con forza, circondandogli il collo tra le braccia, in modo quasi pericoloso, data la sua forza. Lo fece accuratamente, cercando di trasmettergli la vera se stessa e tutta la sua felicità. 

Dopo aver quasi divorato la sua bocca, Diciotto sorprese ulteriormente il piccolo guerriero, prendendolo in braccio in stile nuziale.

< < Ehi > > protestò lui < < Diciotto, che stai facendo? E' imbarazzante, mettimi giù > >.

La risata dolce della cyborg fu un suono celestiale per le orecchie del terrestre, che non trovò ulteriormente la forza di protestare. 

Crilin non potè evitare di urlare, quando la sua donna partì, a velocità massima, abbandonata l'isola dell'addestramento e fu costretto  ad aggrapparsi alla sua vita, per non  precipitare.

< < Dove stiamo andando? > > chiese, urlando, confuso per la strana ed esaltata reazione della cyborg.

< < Sarà bene chiarire due cosette con quel vecchiaccio, se desidera restare in vita. E anche tu, bello mio, sappi che da adesso sarai completamente sotto il mio controllo > > disse Diciotto, con un tono di voce seducente.

< < Questo vuol dire che... > > provò a dire Crilin, mentre la gioia stava per sopraffarlo.

< < Andiamo a casa, Crilin > >.




Diciotto proseguì il volo, a velocità folle, con il suo uomo tra le braccia e in breve raggiunse la loro meta. 


La loro casa.





FINE DEL CAPITOLO.





 


  
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