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Autore: Atocheg    21/11/2017    1 recensioni
"«Un altro shemlen...» commentò acido l'elfo dai capelli più chiari, per poi notare il suo bastone «E un mago, addirittura»
«Eretico, se non ti dispiace.» lo corresse lui, con malcelato orgoglio, indicando la sua veste lacera e consunta «Come voi, anche io mi rifiuto di sottostare a chi mi vedrebbe privo della libertà solo in base a ciò che sono.» aggiunse, sorridendo amichevolmente."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era quasi passata mezza giornata dalla loro partenza, e il sole stava ormai calando all'orizzonte. Il gruppo era riuscito a percorrere una distanza maggiore di quanta ne avessero percorsa in un giorno durante l'andata, soprattutto perché, con l'aggiunta di Elmer, potevano dividersi meglio il compito di trasportare Theron quando la malattia si faceva sentire e l'elfo non riusciva più a camminare. Di conseguenza, stando alle parole del Custode, quello che era stato un viaggio di almeno una decina di giorni sarebbe invece durato una settimana.

 

«Se manteniamo questo ritmo.» controbatté Huwen «Se Theron peggiora, cosa faremo?»

 

«Capisco la tua preoccupazione, ma finora Theron è riuscito a resistere contro la Corruzione. Dagli fiducia.»

 

«Speriamo bene.» non poteva negare di essere preoccupato. Durante la camminata aveva provato tutti gli incantesimi curativi di cui era a conoscenza, ma, a quanto pareva, non sembravano aver avuto alcun effetto: Duncan aveva confermato che la Corruzione non si era ridotta, e, per quanto l'elfo provasse a nasconderlo, era chiaro che il suo dolore non si era attenuato. Poteva solo augurarsi di aver contribuito a rallentare il suo decorso, ma non si faceva grandi speranze. Sospirò. Odiava non poter fare niente, e di certo non voleva perdere un alleato, o, come Theron si definiva, un amico.

 

La sua riflessione venne interrotta da Duncan «Ad ogni modo, sarà meglio se ci accampiamo. Non è saggio viaggiare di notte.» gli altri tre annuirono all'unisono «Theron ed io monteremo le tende, mentre voi due» ed indicò i maghi «cercherete della legna per il fuoco.»

 

Avendo così deciso cosa fare, Huwen e Elmer si allontanarono, lasciando il Custode e il Dalish a montare le tende, ed iniziarono a vagare tra gli alberi, raccogliendo i rami secchi che si trovavano a terra e, occasionalmente, l'eretico si arrampicava su dei rami più robusti, usando il suo peso per spezzarli e guadagnandosi non pochi commenti da parte del moro sul suo 'esibizionismo'. In poco più di un quarto d'ora ritenettero di avere abbastanza legna per la notte e tornarono al campo. Le tende erano già montate, e, mentre Duncan stava pulendo un paio di lepri che avevano catturato durante la giornata, Theron stava preparando un cerchio con le pietre. Una volta che la protezione fu pronta e la legna necessaria accatastata, Huwen usò una fiammata per accendere il fuoco, ottenendo un ulteriore commento da parte di Elmer. Anziché rispondere alla provocazione, lo lasciò a cucinare, prendendo delle fiaschette che aveva 'preso in prestito' dalla torre e recandosi al lago Calenhad per procurarsi dell'acqua.

 

Giunto alla riva, si concesse un momento per ammirare il panorama: la torre del Circolo era ancora visibile, ma era poco più di un punto all'orizzonte, così come Redcliffe; sopra il contorno delle montagne gelide, si iniziavano a mostrare le prime stelle della sera, minuscole luci nell'oceano violaceo del cielo al crepuscolo, e la superficie del lago rifletteva questo spettacolo, creando l'illusione di trovarsi su una delle isole fluttuanti nell'Oblio. Dopo un momento per apprezzare il panorama, si mise all'opera, riempiendo velocemente tutte le fiale in suo possesso, per poi tornare al campo.

 

Le lepri erano ormai pronte e, per quanto odiasse dover riconoscere qualcosa di positivo riguardo i membri del Circolo, doveva ammettere che Elmer ci sapeva fare: il cibo era delizioso. Naturalmente non diede voce ai suoi pensieri, l'ultima cosa che voleva era dargli soddisfazione, ma Duncan si complimentò, e fu abbastanza per permettere ad Elmer di iniziare a vantarsi sulla sua conoscenza in fatto di alchimia.

 

"E poi sono io l'esibizionista..." pensò Huwen, finendo di spolpare un osso.

 

Durante la cena, Duncan iniziò a parlare con Elmer e Theron riguardo degli esercizi che avrebbero dovuto fare per poter sopportare la fatica dell'Unione, e per un po' Huwen rimase ad ascoltare, appuntandosi mentalmente alcuni degli esercizi che riteneva lo avrebbero aiutato quando il loro accordo sarebbe finito ed avrebbe dovuto nuovamente fuggire dai templari, prima di interromperlo con una questione che riteneva più urgente.

 

«A chi tocca il primo turno di guardia?»

 

Vi fu un momento di silenzio, poi Duncan lo osservò, sorridendo «Nessuno.»

 

«In che senso?» Viaggiando verso la torre avevano organizzato dei turni, in modo da non essere attaccati nel sonno.

 

«Tu ed Elmer sapete lanciare glifi, no?» entrambi annuirono «Bene, allora useremo quelli come protezione.»

 

«Ma abbiamo solo due tende.» obiettò il ragazzo.

 

«Le condivideremo. Dovrebbero essere abbastanza grandi per due persone.» la sua espressione tornò seria «Non possiamo permetterci di essere stanchi se vogliamo raggiungere il prima possibile Ostagar, quindi bisogna approfittare di ogni momento di riposo che possiamo concederci.»

 

A quel ragionamento non trovò un modo per opporsi, ammettendo la sconfitta con un sospiro, per cui, appena fu tutto sistemato, i due maghi crearono dei glifi di repulsione intorno alle tende, assicurandosi di usare abbastanza mana da farli durare per tutta la notte, poi tutti e quattro si ritirarono per la notte, Elmer e Duncan in una tenda, Huwen e Theron in un'altra.

 

Più tardi quella notte, Huwen fu svegliato da dei colpi contro la sua schiena. Con la mente intorpidita dal brusco risveglio, gli ci volle un momento per capire che Theron stava avendo un altro incubo: continuava a lamentarsi e ripetere «mi dispiace.» nel sonno.

 

Volendo evitare ulteriori danni alla sua persona, il ragazzo si girò fino a guardarlo: il volto era lucido di sudore, ma erano comunque visibili le linee lasciate dalle lacrime. Decidendo che la scelta migliore era svegliarlo, gli posò una mano sulla spalla, agitandolo leggermente. Gli occhi dell'elfo si spalancarono, osservando i dintorni mentre le lacrime continuavano a fluire.

 

«Tranquillo, era solo un incubo.» gli disse, sperando che il suo tono potesse nascondere l'irritazione che provava nell'avere il suo riposo interrotto. Il dalish non rispose, alzandosi ed uscendo dalla tenda. Huwen considerò l'idea di sdraiarsi nuovamente ed ignorare l'accaduto, ma, visto che avrebbe dovuto continuare a condividere la tenda con Theron, gli conveniva risolvere la situazione il prima possibile, per cui si alzò anche lui e lo seguì, trovandolo seduto di fronte al focolare morente, impegnato a ravvivarlo con i rametti rimasti.

 

«Ti ho già detto che ne puoi parlare con me, se vuoi.» provò ad incoraggiarlo, sedendosi accanto a lui, ma di nuovo non ottenne risposta, per cui decise di saltare i convenevoli e giungere al punto «Pensi che quello che è successo sia colpa tua?»

 

Per un attimo vi fu ancora il silenzio, poi, senza distogliere lo sguardo dalle fiamme, Theron rispose «Non lo è?»

 

«Certo che no. E' Tamlen che ha insistito per andare, ricordi?»

 

«Ma Tamlen era fatto così.» nuove lacrime stavano iniziando a formarsi nei suoi occhi «Io, invece, avrei dovuto essere più ragionevole, darti retta quando avevi proposto di andartene...»

 

Era d'accordo, ma Huwen si assicurò di non mostrarlo. Il suo scopo era farlo sentire meglio, non peggiorare il suo senso di colpa «Theron, con il senno del poi siamo tutti più saggi.» "Credimi, lo so bene." «E poi, se anche tu avessi deciso di venire via quando lo avevo detto, Tamlen ti avrebbe ascoltato?»

 

«No...» ammise dopo un momento di silenzio.

 

«Visto?» gli mise un braccio intorno alle spalle «Quindi non è stato forse più responsabile restare per evitare che si facesse del male?» l'elfo nuovamente non rispose, e Huwen ritenne di esser riuscito almeno leggermente nel suo intento «Quello che è successo dopo non avrebbe potuto prevederlo nessuno. Non incolpare te stesso per il male causato dalla Prole Oscura.» quando dopo un po' l'elfo annuì, si concesse un piccolo sorriso, rialzandosi «Bene, ora torniamo a dormire, ok?» vedendolo esitare, decise di incoraggiarlo porgendogli una mano «Non ti preoccupare per gli incubi. Ci sarò io a controllare che vada tutto bene.»

 

Finalmente anche Theron si alzò, prendendogli la mano «Grazie.» mormorò.

 

«Te l'ho detto: a questo servono gli amici.»

 

Sdraiandosi all'interno della tenda, Huwen decise di consumare una porzione del suo mana con un incantesimo soporifero, per assicurarsi che l'elfo si riposasse. Una volta che fu sicuro del suo successo, si congratulò con sé stesso: dopo questa piccola scenetta, la lealtà di Theron era più che assicurata. Con questi lieti pensieri, si lasciò andare al richiamo dell'Oblio.

   
 
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