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Autore: 9Pepe4    23/06/2009    7 recensioni
[Versione riveduta e corretta causa insoddisfazione dell'autrice]
Assistendo ad un incontro dei sinistri Gin e Vodka, Conan si vede rivelata una realtà sconvolgente: lui non è Shinichi. Ma allora qual è la sua vera identità? E che fine ha fatto il detective liceale?
Aiutato da Ai - per la quale inizia a sentire qualcosa in più - Conan cercherà di venire a capo a tali misteri. Dalla sua parte non avrà indizi materiali, ma la trama nebulosa di alcuni ricordi che riaffiorano in lui.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 – Preoccupazione è un eufemismo

«Ran, posso andare dal professore, per piacere!»
La ragazza abbassò perplessa lo sguardo su Conan, disorientata da quella richiesta. Fino a pochi momenti prima, infatti, il bambino non pareva quasi in grado di fare due passi di fila. «Sei sicuro di stare meglio?» indagò.
«Certo!» annuì con vigore Conan, impegnandosi ad apparire il più vispo possibile.
Ran lo osservò, ancora esitante. Era sempre pallido, però il velo di sudore che gli bagnava la fronte sino a poco prima pareva non esserci più. Sospirò: «E va bene. Ma copriti».
«Certo» accettò con un energico cenno d’assenso il bambino. A dimostrazione della propria buona volontà, si fece osservare mentre infilava la giacca più pesante del suo guardaroba.
Agitando vivacemente la mano indietreggiò sino alla porta, aprendola e chiudendola subito alle proprie spalle. Una volta in strada, inspirò profondamente una boccata d’aria fresca.
Si guardò attorno per qualche attimo, poi prese a correre.
Una volta giunto a casa Agasa, premette con decisione sul campanello. Non passò molto che la porta si aprì ed Ai fece capolino. Esaminò Conan dalla testa ai piedi e si coprì la bocca per mascherare uno sbadiglio. «Oh, ciao, Kudo» lo salutò.
Lui sentì una bella dose di nervosismo. «Non chiamarmi Kudo, per favore» mormorò. «Il professore è...?» domandò poi.
Lei lo scrutò con un sopracciglio alzato, scettica. «Di là» rispose, puntando il dito dietro di sé. Mentre si scostava per lasciarlo entrare, domandò: «Perché non dovrei chiamarti Kudo?»
Conan sospirò. «È una lunga storia, preferisco narrarla una volta sola» mormorò.
Giunsero all’interno del salotto e Ai si accomodò sul divano, dopo aver scrutato ancora perplessa Conan. Lui si guardò attorno, con aria un poco smarrita.
«Il professore è in bagno» chiarì Ai. «Sicuro di non volermi narrare questa grande avventura?» domandò, senza nascondere l’ironia.
Conan non parve cogliere il sarcasmo. «No, Haibara. Davvero, preferisco raccontare tutto in una volta» replicò, sinceramente.
Lei si strinse nelle spalle. «Fa’ un po’ come ti pare» borbottò, prendendo il telecomando e iniziando a fare un rapido zapping.
Conan la osservò e, per la prima volta dopo la confusione creatasi nei suoi pensieri a causa della propria identità, sentì la propria fronte distendersi. Si sentì le guance un po’ più calde del consueto. Probabilmente aveva corso un po’ troppo. Continuò a guardare Ai e quasi sorrise. Certo che aveva un bel caratterino...
Ed un bel viso...
Scosse confuso la testa, chiedendosi da dove arrivassero quei pensieri.
Fortunatamente, a salvarlo dall’imbarazzo che iniziava ad infiammargli le guance, il professore giunse in salotto.
«Shinichi!» esclamò, stupito. «È da un po’ che non ci vediamo. Hai scoperto qualcosa?» Si accomodò di fianco ad Ai. «Che hai da dirci?»
«Prima di tutto» iniziò Conan, lentamente, «di non chiamarmi Shinichi Kudo. Ora vi spiego!» si affrettò ad aggiungere, vedendo il professore aprire la bocca. Agasa la richiuse, tramutando quel movimento in una perfetta imitazione di un pesce.
«Per favore, però, non mi interrompete. Sarà più facile dire tutto insieme» precisò Conan. Guardò il professore ed Ai, che lo fissavano in attesa delle sue parole, sospirò ed iniziò a raccontare.
Ogni tanto – circa ad ogni frase – vedeva l’incredulità scolpirsi nei tratti dei suoi ascoltatori, ma nessuno lo interruppe, e lui si sentì grato per questo. Non sapeva se sarebbe riuscito a riprendere dopo un’eventuale pausa. Gli prudevano gli occhi ed aveva voglia di guardare Ai. Non sapeva perché e cercava di resistere a quell’impulso.
Quando tacque, il silenzio calò pesantemente sulla stanza. Gli sembrava quasi di poter udire il ritmico ticchettare dell’orologio da polso del professore.
Finalmente, Agasa si schiarì la voce. «Certo che è...» Indugiò per qualche istante, scrutando Conan esterrefatto. «Incredibile» concluse dopo un poco, esitante.
«Però è vero!» puntualizzò Conan. «Sì, è assurdo e pare impossibile, ma è così ed è vero». Tacque per qualche istante, cercando di spiegare la propria certezza. Cercando di narrare come i suoi ricordi parevano mescolarsi e confondersi, mentre altri ne emergevano, sempre più nitidi ad ogni istante che passava. «Lo capireste» sospirò, «se nella vostra mente ci fosse tutta la confusione che c’è nella mia». Accompagnò le ultime parole picchiandosi con decisione un dito su una tempia.
Il silenzio calò di nuovo.
Ai fu la prima a riprendersi. «Io credevo ci fosse sempre confusione nella tua testa» disse, pungente.
Nonostante il tono provocatorio della ragazzina, Conan si sentì sommergere dal sollievo, capendo che almeno lei credeva a tutto quel casino. «Ah. Ah. Ah» fece, sarcastico, osservandola. «Davvero, guarda! Io non sono Shinichi».
Lei si strinse nelle spalle. «Guarda che ti credo» precisò. Sembrava ammetterlo piuttosto a malincuore, ma quelle parole furono comunque come un sorso di una bevanda calda – quasi bollente, ma piacevole – per Conan. Sentì un senso di euforia pervaderlo, mentre iniziava a percepirsi piuttosto estasiato.
«Però il problema resta» sussurrò, una volta che riuscì a riprendersi da quelle emozioni e quindi a parlare senza sorridere come un ebete. «Dobbiamo scoprire la mia identità e anche dove si trova Shinichi». Rifletté. «Ho sentito dire dagli Uomini in Nero che lo tengono sotto chiave».
Era sicuramente impossibile non essere preoccupato per qualcuno che certamente era tenuto prigioniero da quei loschi figuri. Considerato poi che lui aveva creduto per parecchio tempo che quel qualcuno fosse se stesso, la preoccupazione diveniva un eufemismo.




Spazio dell’autrice estremamente commossa:
Okay. Io non so che dire, a parte che vi adoro! Non mi aspettavo tante recensioni, e si sa che i commenti scaldano molto piacevolmente – sono delle ottime coccole per l’ego (anche dei pugni in faccia per la modestia, ma lasciamo perdere).
Mi scuso per il ritardo, ma Internet se n’era andato, e poi me n’ero andata anche io – in montagna – e quindi non ho avuto molto tempo per aggiornamenti vari. Ora però è tutto a posto e si spera che rimanga così.

Dolcekagome: Non preoccuparti, questa volta sono decisa a non lasciar perdere questa storia... Grazie per averla messa tra i preferiti, cercherò di continuare a fare del mio meglio per esprimere i vari stati d’animo!

Ninny: Già, dev’essere tenero un coniglietto. Ora rimpiango di non averne mai avuto uno... Che sia stata la paranoia attraversata dalla mia migliore amica (il sogno di avere un coniglietto) ad avermelo fatto mettere in questa storia? Comunque sia, grazie per il commento^^

TITTIVALECHAN91: Ciao! Grazie per le due recensioni. Non preoccuparti, nonostante il ritardo dall’ultimo a questo aggiornamento ieri mi sono messa d’impegno e sono andata abbastanza avanti nella storia. Quindi il prossimo capitolo non arriverà troppo in ritardo.

Roe: Per Heiji (anche io lo adoro!) non preoccuparti. Anche se non tanto presto – purtroppo – prima o poi arriverà, sto architettando la sua comparsa. Ciao^^

Licia Troisi: In effetti per essere strano è MOLTO STRANO. Onestamente, è assurdo. Però credo che la fantasia non mi manchi (anche se spesso è parecchio contorta) quindi eccomi a scrivere questa storia. Forse avrei dovuto mettere anche “Sovrannaturale” tra le note, ma la scelta di generi non va oltre il numero di tre... Grazie mille

A Crazy Cotton: Ciao! Che piacere risentirti! Non preoccuparti per lo scorso capitolo, mi aveva fatto un piacere enorme la tua risposta all’avviso che avrei riscritto da capo la storia. Quindi aspetto la recensione a questo capitolo, eh? xD No, comunque non preoccuparti se sarà un commento più o meno lungo. Anche con solo due parole mi fai capire che ci sei e segui la storia... Grazie^^

Shinichikudo: Wow, addirittura sia tra le seguite che tra le preferite! Grazie mille! Spero di riuscire a mantenere viva la curiosità – e l’interesse, perché anche quello è importante per un lettore! Ciao
  
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