38. Oscar
15 luglio 1787
Credo che più che essere una caratteristica che ci accomuna (e pure noiosa, se ben interpreto i tuoi toni), l’ammonimento a non fare per Diane più di quanto il buon gusto suggerirebbe sia un giusto appello a limitare la tua tirannide. Potrai esercitarla sui tuoi figli, ma Diane non ti appartiene. Lavora per te, ma non ti appartiene. Il fatto che tu ti diverta ad accasarla non va più a tuo onore e merito. Chi si trova in una posizione di potere (come te, che sei di rango molto più elevato di lei) deve sempre ricordare che l’accondiscendenza di chi dipende da lui non risiede spesso nella sincera adesione alle sue decisioni, ma alla necessità dei servitori. Nonna Marie non poté opporsi, quando nostro padre volle fare di me un maschio; André non poté opporsi, quando gli fu detto di starmi accanto per anni e anni senza provare alcun sentimento che travalicasse le differenze sociali. Diane è ignara dei tuoi giochi su di lei, Alain ne è ben consapevole, invece. E se fossi in te, non lo tratterei da “bel fusto” (mi pare furono queste le tue parole) cui insegnare come si sta al mondo, perché il suo mondo non è il tuo; e perché lui è tutore della ragazza e suo parente stretto, non tu. E sa meglio di te cosa sia meglio per lei.
Oh, anche a lui piace giocare, lo so bene. Quando mi attaccò a un palo stava giocando; non stava giocando quando ci salvò poche settimane fa, e non giocherà nemmeno se la situazione in cui vorresti mettere sua sorella si rivelasse pericolosa. Le persone hanno sentimenti, Josephine. Non sono trastulli con cui civettare e inscenare quadretti leziosi. Vorrei che tu lo capissi, e che ti decidessi a cercare di più che un sollievo temporaneo ai tuoi dolori. Che li prendessi sul serio, una buona volta, e mettessi da parte i tuoi frizzi e lazzi per affrontare la realtà.
Io credo che tu ti sia data per vinta. Per questo oscilli tra consolazioni di questo tipo. Mi rendo conto che sia trascorso troppo tempo dal primo campanello di allarme, tempo in cui molte soluzioni di comodo hanno insabbiato la gravità della situazione. Liancourt è stato sufficientemente lontano, dedito ai propri piaceri, come una minaccia ammorbata dai propri stessi vizi, non proprio invisibile, ma fino ad oggi innocuo.
Innocuo. Mi chiedo come si possa definire innocuo uno così. E come abbiamo potuto tutti noi, ciechi, accontentarci del compromesso. Potresti ben dire: cosa vuoi adesso? I miei figli sono ormai cresciuti, e ti accorgi solo adesso di quanto male abbia patito?
Sì, solo adesso posso farlo. Adesso ho capito fino in fondo cosa significhi appartenere a qualcuno per legge, come donna. Se questo qualcuno non fosse André, preferirei mor
Smetti di giocare e combatti per la tua felicità, dannazione.
Oscar