Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: ArtistaDiStrada    25/11/2017    4 recensioni
O anche dove la normalità di Stiles verrà man mano stravolta da sempre 'nuove' rivelazioni -o forse sempre la stessa...
Questa ff è ispirata a 50 volte il primo bacio, un film con una trama che per personalmente adoro, ovviamente con le dovute modifiche per i nostri amati lupetti.
Dal testo.
Scott, rimasto indietro, fu affiancato da Isaac. Il moro si stava limitando ad osservare preoccupato il suo migliore amico, ignaro. “Kira oggi l’ha chiamato per nome.” annunciò, voltandosi poi verso il riccio con aria seria. “E per quanto ne sappia Stiles, lui non l’ha mai vista.”
Non è il massimo come introduzione, lo so, ma mettere in chiaro le cose sarebbe rivelare il problema che il branco si ritrova ad affrontare e non si può, ahimè.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4 Maggio



Faceva particolarmente fresco quella mattina, tanto da dover costringere Stiles ad accettare un maglione da Derek. Non era rimasto poi molto sorpreso di scoprire che alcuni dei suoi vestiti si trovassero in quella casa, ma turbato, quello sì: possibile che il vecchio Stiles non avesse avuto la decenza di portarsi qualcosa di più pesante di una maglietta?!
E così, dopo aver attentamente frugato alla ricerca di un indumento più caldo e possibilmente suo, si era arreso ad accettare controvoglia quello del mannaro.
Precisamente, in quel momento, stava guardanando annoiato fuori dalla vetrata, seduto proprio lì accanto, mentre Erica parlava.

Stiles ad un certo punto si era chiesto se la ragazza non stesse parlando con lui, visto che Derek non aveva aperto bocca, come sè, del resto.
Era mai possibile che adesso quello dalla parte del torto fosse lui? Lui che per poco non era morto di infarto dopo appena due secondi da che si era svegliato!
Certo, poteva riconoscere che la sua reazione potesse apparire esagerata per qualcuno che sapeva, ma era proprio quello il punto: lui non aveva la più pallida idea di niente.
Ok che Derek aveva provato a dirglielo e che lui avrebbe potuto evitare tutto quello se solo lo avesse lasciato parlare, ma era anche vero che il mannaro non si era poi così tanto sforzato.

Se c’era una cosa che Stiles aveva sempre odiato nei film era quando, invece di rivelare la verità, il protagonista finiva per tenersela per sé. Cosa diamine ci vuole ad urlare, anche se l’altro ti dà le spalle o fa finta di non sentire?! E Derek aveva fatto esattamente la stessa cosa.
Sapeva di essere testardo e particolarmente sordo alle volte, ma l’altro avrebbe potuto benissimo dirgli dell’incidente invece di rincorrerlo. Avrebbe funzionato, anche se sarebbe stato un po’ brutale e capiva perché l’altro non avesse agito così e tutto questo non faceva che innervosirlo di più, perché come la mettesse la mettesse, Derek aveva sempre agito nel suo interesse e quindi il suo atteggiamento nei suoi confronti era stato orribile.

Ma questo lui non lo avrebbe mai ammesso. Ovviamente: era troppo orgoglioso.

“Stiles? Mi stai ascoltando?”

Il ragazzo si riscosse appena, quando si sentì chiamare da Erica. L’espressione colpevole che fece provocò un cipiglio infastidito nella bionda.

“Non lo fa mai, cosa ti fa pensare che possa iniziare con te?” commentò Derek, senza alzare gli occhi dal libro. Il terzo, per la precisione. Il moro si era rintanato nella lettura pur di non avere a che fare con lui e Stiles si promise di bruciargli davanti agli occhi tutti quei volumi entro la giornata.

Il ragazzo preferì ignorarlo, deciso a non peggiorare la situazione, e si rivolse invece alla bionda. “Perdonami, Erica. Mi ero distratto.”

La ragazza aveva osservato il loro scambio di battute, notanto principalmente il passo avanti che Stiles sembrava voler compiere e un sorriso diabolico era sorto sulle sue labbra. Dimenticatasi della disattenzione del ragazzo, adesso lo guardava con un ghigno che non prometteva niente di buono e che fece deglutire nervoso Stiles.

“Niente di importante… piuttosto! È da diverso tempo che non stiamo insieme come ai vecchi tempi. Ti andrebbe di rimediare al tempo perduto?”

Il tono di voce decisamente troppo zuccheroso e benevolo, non fecero che allarmare ancor di più il ragazzo, che però annuì ugualmente. Con la coda dell’occhio la bionda vide persino il suo Alpha alzare un sopracciglio in sua direzione, ma fece finta di nulla, afferrando Stiles per una mano a trascinandoselo dietro.
 
 





 
“Non che non sia… felice di questa tua voglia di stare insieme, Erica, ma… cosa stai facendo?”

La bionda lo guardò fingendo di non capire. “Cosa intendi? Sto salvando questo momento facendo delle foto.”

Stiles deglutì in imbarazzo. “Sì… no, io intendevo cosa stai facendo qui.” precisò il ragazzo, facendo vagare lo sguardo su qualsiasi cosa non fosse il vistoso scollo della bionda. Seduta. Su di lui.

“Oh, ma così le foto vengono meglio.” rispose lei lanciando una veloce occhiata al moro che fingeva di non prestare attenzione. “Più siamo vicini, più bello è il risultato…” sussurrò poi lascivamente.

La ragazza non sapeva se trovare più adorabile il tentativo di Stiles di guardarla negli occhi e non altrove o l’odore di gelosia che proveniva dal mannaro.

“Ma se non vuoi dei ricordi con me, lo posso capire. Sarai stanco e-”

“Nono.”sSi affrettò a rassicurarla il più piccolo, temendo di averla offesa “Facciamoci quante foto vuoi. Mi piacciono.”

Erica alzò un sopracciglio, realmente divertita e Stiles arrossì fino alle orecchie quando si accorse di aver parlato guardandole il seno. “Le foto! Mi piacciono le foto.”

E davvero non era colpa sua se la ragazza gli si era spalmata addosso. L’aveva preso in un momento di distrazione! A dirla tutta, lui aveva appena voltato lo sguardo dopo  aver ricevuto un’occhiata di fuoco dal mannaro. Era stata tutta una questione di coincidenze.
Quello che però Stiles non sapeva, era che l’occhiata era rivolta ad Erica. Derek si maledì mentalmente quando notò lo sguardo ferito del più piccolo, ma il suo orgoglio lo costrinse a digrignare i denti e fare finta di nulla. Aveva una vaga idea di cosa la sua Beta avesse in mente -e stava funzionando alla grande- , ma non sapeva perché. Perché metterlo in ridicolo davanti al ragazzo facendogli paselare la sua gelosia? Specialmente dopo la piega che aveva preso quella mattina.

“Erica, credo che Stiles si sia stancato.” disse, riuscendo appena a trattenersi dal ringhiare, dopo l’ennesimo scatto con la bionda che toccava il suo Stiles.

“Mh, sì. Penso che queste possano bastare.” decise Erica, alzandosi. Meglio non stuzzicare troppo il lupo cattivo, le consigliò la sua coscienza, ma si sa che in guerra e in amore tutto si può e si deve, perciò prese le guance di Stiles tra pollice e indice, facendogli assumere un’espressione buffa e aggiunse: “Magari poi scegliamo le migliori insieme.”
Finse di ignorare il ringhiò dell’Alpha, rivolgendosi a nessuno in particolare. “Io devo sbrigare delle commissioni, perciò, Batman, Capo, vi lascio per un po’.”

Stiles la guardò, ancora stordito, andarsene contenta. Cosa diamine era appena successo?! Si azzardò a lanciare un’occhiata a Derek, ma lo trovò particolarmente incazzato. Deglutì, prefigurandosi una luunga mattinata.
 
 

***
 


“Ragazzi! Vi ho portato una sorpresa!”

Derek alzò la testa, guardando entrare la bionda e corrucciandosi. Sorpresa? Di che sorpresa stava parlando? Conoscendola non sarebbe stato niente di piacevo-

“Nipote caro!”

E infatti.

“Peter.” ringhiò il moro, lasciando perdere quello che stava facendo. “Cosa ci fai qui?”, poi si rivolse alla bionda "Cosa ci fa lui qui?" 

“Oh, ho sentito che il nostro smemorato preferito si sentiva solo e ho deciso di venirmi a presentare. Di nuovo.” ghignò l’uomo, facendosi strada nel loft senza che Derek potesse evitarlo. E come se la colpa fosse sua, lanciò un’occhiataccia a Stiles, che in rimando alzò le mani. “Ehi, io neanche so chi sia.”

“Peccato, aggiungerei. Ma rimediamo subito.” iniziò il maggiore degli Hale, arrivandogli da dietro e mettendogli le mani sulle spalle. “ Vedi Stiles, io sono lo zio preferito di questo ragazzo qui.” e con una mano battè sulla spalla del nipote che ringhiò.
Peter fece una smorfia, togliendo subito l’arto e riprendendo il suo discorso di presentazione “Avrai sicuramente fatto la sua conoscenza: è un costipato sentimentale molto bravo nel mostrare quelle piccole zanne che ha…” spiegò mostrando i suoi denti. Stiles trattenne a stento una risata. “Ma vedi, ragazzo, io sono esattamente l’opposto: se mio nipote trova piacevole l’utilizzo dei denti per spaventare, io lo prediligo per ben altre cose… non so se ci intendiamo?” 

“Peter!” lo richiamò Derek, mentre Stiles arrossiva.

“Cosa c’è? Non è più un ragazzino o sbaglio?”, ma prima che potesse essere zittito nuovamente, cambiò argomento “Ad ogni modo, io solo lo zio più sexy e giovane di Derek.”

“L’unico.” precisò l’Alpha.

“Solo perché una pazza ha bruciato gli altri, ma lo ero anche prima.” ribattè il più grande, non curandosi del gelo che era sceso. “Dicevamo? Ah sì, sono una persona molto… aperta?”

“Aperta?” domandò Stiles, confuso.

Peter ghignò.

"Oh dio..." gemette Derek, ormai rassegnato, mentre Erica ridacchiava. 

“Oh, sì, piccolo umano. Diciamo che non mi faccio problemi a condividere.” spiegò percorrendogli il braccio con due dita.

“Ma io sì.” sibilò il moro, allontanando lo zio con una spallata.

“Mai dubitato di te, caro nipote. Ma mi chiedevo, se valesse anche per lui.” commentò sarcasticamente Peter, indicando Stiles. “Sai, ho saputo che qualcuno qui è stato un po’ trascurato…”

Il moro lanciò un’occhiataccia ad Erica, che ricambiò inarcando un sopracciglio. “Non erano affari di chi te l’ha riferito.”

“Forse, ma ora, essendo diventati anche miei, tantovale approfittarne, no?”

“E come potresti aiutarci tu?”

“Speravo me lo chiedessi, nipote.” esultò il maggiore, andando a sdraiarsi sul divano. “Prima di tutto, capendo il problema, per poi risalire alla radice e risolverlo. Nel nostro caso io direi che il problema già lo sappiamo e-”

“E quale sarebbe?” domandò Derek, seguendolo a braccia incrociate. L’altro lo guardò con la classica espressività degli Hale, in particolare quella che ti faceva sentire il più inetto del mondo. Tipica di Derek, anche se aveva migliorato, aggiunse la mente di Stiles.

“Ma ovviamente tu, caro nipote.”

“E questo che vorrebbe dire?!”

Peter Hale sospirò. “Speravo di evitare questa parte, ma fa niente. Se mi pare di aver ben compreso, questa mattina hai lasciato che Stiles si svegliasse da solo e lo hai anche spaventato. O sbaglio, Derek?” il mannaro stava per ribattere, ma fu bloccato prima “Perciò direi che il problema è chiaro a tutti.”

“In realtà Stiles stava dormendo.” venne in soccorso del suo Alpha Erica e Derek sbuffò. Alla buon’ora, Erica si era finalmente ricordata di chi fosse Beta.

“Oh, ma io infatti non dò la colpa a mio nipote, nonostante non sia stato particolarmente accorto.” chiarì serio Peter.

Tutti i presenti si scambiarono delle occhiate perplesse. Se non era colpa di Stiles né di Derek, a cosa si riferiva Peter?

“Sono confuso.” mormorò Stiles, sedendosi lì accanto. Erica annuì con lui, convenendo.

“Questo perché non tutti potete avere una mente come la mia: grande, potente, decisamente fant-”

“Peter.” lo richiamò il nipote, provocandogli uno sbuffo.

Bene, evidentemente vi interessano le cose più noiose, il che non mi sorprende.” borbottò mettendosi a sedere scompostamente. “Dovete capire, miei innocenti ragazzi, che non è colpa di una persona in sé, ma del sistema che sta dietro. Mi spiego meglio: per quanto l’operato di mio nipote sia giudicabile, possiamo dire che meglio di così non avrebbe potuto fare?”

“Lo stai chiedendo a noi?”

Il mannaro roteò gli occhi. “No, Derek. Quello che voglio dire è che forse aspettare per far vedere a Stiles quel video non sia la scelta migliore, visti i precedenti.”

“Quindi stai suggerendo di…” chiese dubbiosa Erica.

“Di fare in modo che la prima cosa che lui veda sia il bel film della sua vita!” sbottò con fare ovvio Peter.  

“Dovrei farglielo vedere da solo?! Dovrei fargli scoprire una cosa del genere senza alcun tipo di conforto?!” sbraitò Derek, per niente d’accordo con la proposta dello zio.

Dentro Stiles qualcosa si sciolse a quella rivelazione. Allora alla fine Derek non era veramente arrabbiato con lui, pensò con una nota di sollievo e speranza.

“Oh andiamo, Derek! È quasi maggiorenne ed è praticamente un adulto, se non per l’età almeno per tutto ciò che ha affronato e che sta tutt’ora affrontando. Devi smetterla di vederlo come un pezzo di vetro e iniziare a capire che se c’è una persona in grado di farcela, quella è Stiles.” lo riprese Peter e Derek davvero non ci poteva credere: suo zio stava facendo loro da psicoanalista.

L’uomo poi si rivolse al diretto interessato “Sei come un diamante, Stiles. Attiri l’attenzione e puoi sembrare fragile come il vetro, ma in realtà sei il gioiello più duro.”

Stiles guardò l’uomo sbalordito.
Derek ed Erica erano rimasti senza parole.

“Beh, cos’avete da sorprendervi tanto?” chiese offeso il più anziano degli Hale, alzandosi dal divano con uno sbuffo.

“Beh… credo tu abbia ragione.” mormorò Stiles, pensieroso.

“Ovvio che ce l’ho.”

“Posso farcela.” ripetè il ragazzo, questa volta più sicuro.
Il suo sguardo non aveva lasciato quello dell’Hale per cui sentiva quell’inspiegabile attrazione, quegli occhi verdi che esprimevano dubbio e paura, ma che divennero quasi rassegnati dopo che ebbe finito di parlare.

Il moro annuì, facendo per andarsene dalla stanza, ma Stiles fu più veloce, afferrandolo per un polso per fermarlo.

“Derek, possiamo… possiamo parlare? Per favore.” chiese esitante il ragazzo. Rilasciò un sospiro di sollievo quando l’altro annuì.

Il moro lo condusse vicino alla vetrata, lanciando ad Erica un’occhiata eloquente e facendola così sparire in cucina con suo zio. Inarcò entrambe le sopracciglia, invitandolo a parlare, non fiducioso nella sua voce dopo quello che era stato deciso poco prima.

Stiles sbuffò una risata dal naso. “Giusto, mi ero dimenticato che si può parlare con quelle lì.” disse con un sorriso nervoso, indicando le sue sopracciglia. “Comunque, ecco iovolevochiedertiscusa.”

“Cosa?”

Il ragazzino deglutì e il mannaro seguì il suo pomo d’adamo muoversi. Poteva sentire perfettamente il suo cuore battere all’impazzata.

“Io volevo chiederti scusa.” ripetè il più piccolo, mordendosi il labbro subito dopo.
Stiles agli occhi di Derek sembrava quasi timoroso che lui non lo potesse perdonare, quasi come se temesse che lui non lo avesse già perdonato, il suo Stiles. Come avrebbe potuto, come avrebbe anche solo potuto non farlo.

“Non hai nulla di cui scusarti.” gli disse, invece, perchè forse poteva far finta di essere arrabbiato per la cucina o i mobili, ma la realtà era che gli aveva fatto male sentire tutto quell’astio da parte del ragazzo, lo aveva ferito, più di quanto credesse.

“Sì, invece.” insistette l’umano, impuntandosi. “Ma non per quello che credi tu.” aggiunse deciso nella sua timidezza –e Derek davvero non credeva che si potesse essere sicuri anche quando si è timidi, ma quello era Stiles, niente aveva senso con lui.

Alzò un sopracciglio, scettico. Quelle erano le peggiori scuse che avesse mai ricevuto.

“Io non mi scuso per essermi difeso da quello che credevo un rapitore-stupratore.” precisò, all’occhiataccia del moro “Anche se devo dire che mi dispiace per quelle lampade… ma ad ogni modo, io volevo scusarmi perché, anche se non ho visto completamente il filmato, sento questa cosa, che se da una parte mi fa spavento, dall’altra mi rassicura, perché so che la provi anche tu e-”

“Stiles, respira.” provò a calmarlo Derek, quando l’altro prese a respirare troppo velocemente, mentre il suo cuore accelerava veloce, ma il ragazzo scosse la testa freneticamente.

“No! Io devo- tu devi ascoltarmi.”

“Va bene, va bene. Ti ascolto, Stiles, ma ti prego respira.”

Quei due occhi d’ambra si specchiarono nei suoi, prima che il loro proprietario annuisse e riprendesse a fare lunghi e profondi respiri. Quando finalmente si fu calmato, nessuno dei due commentò le mani di Derek strette sulle spalle dell’altro.

“Derek, se tu provi davvero quello che provo io, ti chiedo scusa. Io… se io mi fossi visto trattare come io ho trattato te nonostante tutto questo,” rivelò muovendo poi le mani scompostamente fra i loro due corpi vicini “io credo che ne sarei morto.”

“Stiles…”

Ogni giorno, Derek. Ogni giorno non sai se ti tirerò contro qualcosa o se vivrò la mia condizione con criterio. Der… mi dispiace così tanto…” riuscì a dire, prima che un singhiozzo gli impedisse di proseguire.

Qualcosa nel petto di Derek si ruppe. Stiles era terribilmente impregnato di tristezza e senso di colpa e dai suoi occhi non smettevano copiose di scendere delle lacrime che Derek avrebbe voluto cancellare una ad una. Il suo lupo desiderava distruggere ciò che aveva fatto anche solo rattristare il suo Compagno, ma era lui stesso e Derek non potette far altro che attirare rapido il corpo del ragazzo contro il suo petto.

Stiles era scosso dai singhiozzi e aveva preso ormai a bagnare la maglia del moro con le sue lacrime, ma a Derek non sembrava importare. A Derek sembrava importare solo di lui, di come fare per rassicurarlo e Stiles poteva percepire quanto l’altro si sentisse frustrato di non poter fare nulla; ne ebbe la certezza quando all’ennesimo singhiozzo più forte seguì un basso ringhio rivolto a nessuno in particolare.

“Stiles, guardami.” lo richiamò alla fine Derek, dopo quelli che parvero anni. Quando i loro occhi furono legati, il mannaro riprese. “Non devi mai, mai, chiedermi scusa perchè mi prendo cura di te.”

Il ragazzo tirò su col naso.

“Hai capito, Stiles?!” chiese duro l’Alpha, mal trattenendo un ringhio al solo pensiero che il suo Stiles potesse soffrire di nuovo a causa sua.

Annuì, Stiles, guardandolo assorto, come se lo vedesse per la prima volta.

“Stiles, tu sei tutto per me. Sei il mio Compagno, la mia famiglia. Non chiedermi di rinunciare a prendermi cura di te. Non farmi questo.”

Derek gli aveva preso il viso fra le mani e lo guardava terrorizzato. Voleva che capisse, che capisse davvero.

Il più piccolo sorrise appena, slanciandosi per abbracciarlo e se il mannaro non ritenne necessarie delle parole di conferma perché credeva il ragazzo fosse ancora troppo scosso, Stiles, dal canto suo, non aveva alcuna intenzione di giurare qualcosa che non avrebbe mantenuto.

Quella promessa era l’unica cosa che ciascuno degli Stiles di quei giorni, che fosse lo Stiles prima dell’incidente, durante quei mesi o di quei giorni, non avevano intenzione di mantenere, perché Derek si meritava molto. Tanto. Più di lui. 















Note dell'autrice. 
Salve a tutti! Dopo quella che mi sembra una vita, riesco a pubblicare. Dallo scorso aggiornamento credevo che le acque si sarebbero calmate, ma in realtà non è cambiato quasi nulla e il tempo per scrivere è diminuito drasticamente. Ho la certezza che questo sia solo un periodo, ma per il momento credo proprio che gli aggiornamenti non avranno una scadenza precisa, sebbene cercherò in ogni modo di essere il più puntuale possibile ;)
Ma passando al capitolo...
Tante cose sono successe: da Stiles che vuole fare pace con Derek ad Erica che cerca di sbrogliare la situazione provando a far ingelosire l'Alpha, ma che non riuscendo nel suo intento decide di ricorrere a lui... PETER HALE!! Io amo quell'uomo e lo ritengo molto intelligente, anche se spesso usa questa sua capacità per iniziative discutibili. Peter, ad ogni modo, è stato colto da un sentimento di bontà e ha fatto giustamente notare che non si può andare avanti a rifare la casa solo per gli infarti mattutini di Stiles. 
Come sempre sono stati seminati degli indizi lungo il capitolo, che per quanto piccoli, sono molto molto importanti. 
Nel prossimo capitolo, poi, conto di introdurre lo sceriffo, ma mi piacerebbe sapere se vi interessa un confronto in particolare ;) 
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :) Alla prossima volta! 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: ArtistaDiStrada