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Autore: Saigo il SenzaVolto    26/11/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 

Incertezza


Giorni mancanti allo scontro: 26


“Cosa?” fece la voce sbigottita di Naruto. “Stai dicendo che dobbiamo allenarci?”

L’Eremita sospirò, osservando i dieci ninja disposti davanti a sé nella radura dove si erano scontrati i due ragazzi il giorno prima.

“Esatto, giovane Naruto.” confermò l’anziano. “Come vi ho già detto, avete soltanto altri 26 giorni prima che il drago assorba completamente l’energia di questo mondo e lo distrugga. Non ci resta molto tempo. Ma, al vostro attuale stato, nessuno di voi ha la possibilità concreta di sconfiggere Vrangr. E anche se nella mia profezia non mi è stato rivelato il modo in cui voi potreste vincere questa battaglia, questo non vuol dire che dovremo restarcene con le mani in mano, giusto?”

Sasuke fece un passo avanti. “E come dovremmo allenarci allora?” domandò.

Hagoromo li fissò uno ad uno. “Lasciate che vi spieghi il mio piano.” cominciò a dire, attirando l’attenzione di tutti. “Come ho già spiegato tempo fa, il Potere del Risveglio può essere utilizzato da una sola persona, e in questi giorni sono riuscito a capire chi è la persona più adatta ad attivarlo tra di voi.”

Naruto, Sarada e gli altri rimasero allibiti.

“Hai scoperto chi di noi è in grado di usare quel Potere?” esclamò Mikoto, sconvolta ed incredula.

L’Eremita annuì. “Esatto, ma al momento vorrei rimandare a tra poco questo discorso. Tuttavia, nella sfortunata ipotesi che la persona in questione non riesca ad attivarlo, ho intenzione di cedervi alcuni dei miei poteri come riserva.”

Kushina sgranò gli occhi. “I tuoi poteri?” ripeté, stupita.

“Cosa intendi dire?” chiese anche Fugaku, il suo tono serio.

L’Eremita fece un cenno a Naruto e Sasuke. “Ho intenzione di cedere una parte del mio Potere delle Sei vie nelle vostre mani,” disse loro. “Questo potere sarà soltanto temporaneo, e nel caso del successo della missione esso scomparirà automaticamente. Ma fino a quando lo possiederete, esso vi garantirà un incremento delle vostre abilità e della potenza dei vostri attacchi, assieme anche ad altri benefici che vedrete in futuro.”

I due ragazzi erano rimasti allibiti dalla notizia, con gli occhi sgranati e la bocca aperta, incapaci di proferire parola.

Tuttavia, Minato fece una domanda che tutti si stavano chiedendo. “Ma perché proprio loro due?” domandò con sospetto. “Perché non vuoi cedere a qualcun altro il tuo potere?”

Hagoromo scosse la testa. “Non è che non voglio farlo,” spiegò lentamente. “Ma semplicemente non posso. Solo loro due sono in grado di ricevere il chakra delle Sei vie, per un motivo che non posso spiegarvi nel dettaglio per questioni di tempo. Diciamo soltanto che grazie alla presenza di Kurama in Naruto e grazie agli occhi ottenuti da Sasuke, entrambi i giovani qui presenti hanno ottenuto un chakra molto particolare, un chakra simile per struttura e compatibilità a quello che possiedo io. Per questo loro due sono gli unici che possono ricevere questo potere. Se lo cedessi a qualcun altro di voi, esso non avrebbe effetto.”

“Senza contare che loro due sono gli unici in grado di riceverlo perché sono le reincarnazioni di Indra e Ashura!” pensò tra sé il vecchio essere. “Ma non è ancora giunto il momento di rivelare loro questa verità!”

Mikoto alzò una mano. “Ma cosa ha a che fare tutto questo con l’allenamento di cui lei ha accennato prima?”

“Ci stavo giusto arrivando,” rispose Hagoromo con un cenno del capo. “Dovete sapere che il mio Potere, a differenza di quel che potreste pensare, non è illimitato, ed una volta passato nelle mani di Naruto e Sasuke esso potrà essere usato soltanto una volta sola. In altre parole, potrete attivare il Potere delle Sei vie soltanto quando dovrete effettivamente affrontare il drago, e non prima.”

Naruto sgranò gli occhi. “Cosa?” esclamò. “Ma se possiamo usarlo una volta sola, come potremo imparare ad utilizzarlo?”

L’Eremita sorrise divertito. “L’obiettivo dell’allenamento è proprio questo. Vi sottoporrete durante questi giorni ad una serie di esercizi di manipolazione del chakra e di lotta per incrementare il vostro controllo e la vostra forza. In questo modo, anche se non potete ancora attivarlo, una volta giunti dinanzi a Vrangr sarete in grado di usare il mio Potere senza difficoltà.”

Detto questo, senza aggiungere altro ed unendo insieme le mani, l’Eremita delle Sei vie chiuse gli occhi e cominciò ad accumulare energia dentro di sé. Poi, dopo alcuni secondi di silenzio, Hagoromo riaprì gli occhi.

“Naruto, Sasuke,” disse con un tono serio. “Venite davanti a me.”

I due ragazzi esitarono per qualche secondo, insicuri di quello che stavano per fare, e si lanciarono delle occhiate perplesse. Era davvero la scelta giusta? Dovevano davvero accettare il Potere dell’Eremita?

Poi però, senza pensarci due volte, entrambi decisero di muoversi, scegliendo di fidarsi delle sue parole. Non potevano permettersi di esitare. La posta in gioco era troppo alta, avrebbero dovuto rischiare. Il loro mondo era in pericolo, e non avrebbero potuto perdere altro tempo.

Avevano bisogno di qualsiasi tipo di vantaggio per sconfiggere il drago.

Si fermarono dinanzi all’Eremita.

“Naruto, tu dovrai afferrare con la mano destra la mia sinistra,” spiegò l’anziano essere. “Mentre tu Sasuke farai lo stesso con la tua sinistra e la mia destra.”

I due ragazzi non persero altro tempo, poggiando le mani sui palmi di Hagoromo come gli era stato istruito. Appena di giovani afferrarono le mani dell’Eremita, una lieve ondata di energia venne emessa attorno a loro, la quale generò un sottile soffio di vento che si propagò oltre le loro figure.
Tutti gli altri li osservavano con interesse e stupore. Boruto studiò la scena col Jougan.

Poi, di colpo e senza preavviso, i due giovani sentirono una grossa quantità di energia attraversargli il corpo come un fluido liquido, rinvigorendogli i sensi ed inondandoli con una sensazione di calore mai provata prima. Ma non era quello che li aveva colpiti.

La sensazione generata dall’energia che stavano provando dentro di loro era incredibilmente familiare per entrambi. Era come se l’avessero già sperimentata in passato, anche se la cosa era ovviamente impossibile. Eppure, nonostante ciò, quello che stavano provando nel percepire quel chakra fluire dentro di loro era indiscutibilmente un senso di familiarità e nostalgia. Entrambi non sapevano cosa pensare, non riuscivano a cogliere il perché l’energia dell’Eremita stesse causando loro quella sensazione. Perché era così familiare per loro quel chakra?

“Cosa sta succedendo?” esclamò mentalmente Sasuke. “Cos’è questa energia che sto sentendo dentro me? È una sensazione strana… così familiare…”

Anche Naruto era stupito. “Questa sensazione… Perché è così strana? Sembra quasi nostalgica!”

‘Sembra che per qualche motivo il chakra di Hagoromo sia simile al tuo e a quello di Sasuke,’ disse la Volpe nella sua mente. ‘Per questo la sua energia ti sembra familiare anche se non l’hai mai ottenuta prima. Tuttavia neanche io riesco a spiegarmi il motivo di ciò.’

Mentre erano assorti nei loro pensieri, improvvisamente l’Eremita mollò le mani dei due ragazzi, il suo volto che si adornava di un sorriso soddisfatto e gli occhi che scrutavano con divertimento i giovani davanti a sé.

“Ha funzionato,” disse loro lentamente con un tono soddisfatto. “Naruto, Sasuke, osservate le vostre mani.”

Entrambi posarono lentamente lo sguardo sulle loro mani, il loro cuore che batteva all’impazzata. Gli altri si avvicinarono a loro, osservando la scena con muto stupore.

Tutti sgranargono gli occhi.

Sul palmo della mano destra di Naruto era misteriosamente comparso un sigillo strano, rotondo e completamente bianco, mentre sulla mano sinistra di Sasuke era apparso un secondo sigillo che ricordava una mezzaluna completamente nera. I due interessati osservavano con gli occhi spalancati i Marchi sui loro palmi con stupore e sconvolgimento.

Hagoromo sorrise. “Lasciate che vi spieghi,” disse allora. “I simboli che vi sono comparsi sulle mani sono ciò che vi conferirà il Potere delle Sei vie, una volta che avrete imparato ad attivarli dopo l’allenamento. Quando i Marchi saranno attivati, voi due riuscirete a sbloccare la Modalità Eremitica delle Sei Vie della Trasmigrazione, anche se non sarà una versione completa come quella che possiedo io. Comunque sia, essa vi conferirà la capacità di manipolare l’energia naturale in maniera molto più potente ed efficace di quanto possiate fare adesso, oltre che all’aumento di tutti i parametri fisici come forza, velocità e riflessi.”

Naruto rimase letteralmente sconvolto dalla notizia. “Quindi saremo in grado di usare i tuoi stessi poteri, vecchio Eremita?” domandò con trepidazione.

Tuttavia, Hagoromo scosse la testa. “Non proprio.” spiegò a tutti i presenti. “Come ho già detto, sia tu che Sasuke avete ottenuto un sigillo ciascuno nelle mani. Quello presente sulla tua mano, giovane Naruto, è il Marchio della Luce, mentre quello di Sasuke è il Marchio dell’Ombra. In altre parole, ciascuno di voi due possiede adesso una sola metà del mio potere originario. Perciò, a differenza del mio potere che contiene sia lo Yin che lo Yang contemporaneamente, voi due dovrete unire insieme le forze per ottenere il massimo dell’efficienza in combattimento.”

Sakura inarcò un sopracciglio. “Ma che senso ha donare loro solo una metà del tuo potere?” domandò la ragazza. “Perché invece non puoi dare a Naruto e a Sasuke-kun tutta l’energia delle Sei vie? In questo modo avremo ancora più possibilità di vincere contro il drago!”

“Gia! Infatti!” disse anche Sarada, confusa.

L’Eremita scosse la testa. “Non è così semplice.” rispose l’anziano. “Nessun essere umano può assumere il Potere delle Sei Vie in maniera completa come me. L’unico modo per ottenerlo completamente è quello di divenire la Forza Portante del Decacoda, ma quest’opzione è folle e rischiosissima, oltre che quasi impossibile da attuare.”

Naruto e Sasuke sgranarono gli occhi all’udire ciò.

“Vedo che voi due avete intuito il concetto.” disse ancora Hagoromo, notando il loro stupore. “Questo è esattamente quello che l’uomo che si fa chiamare Madara Uchiha sta tentando di fare in questo momento nel vostro mondo.”

Naruto deglutì nervosamente. Adesso le cose erano molto più chiare. Questo era il motivo per cui quel tipo mascherato, Tobi, voleva raccogliere i dieci Bijuu! Voleva risvegliare il Juubi e diventare il suo jinchuuriki! Voleva ottenere il Potere delle Sei vie per dominare il mondo e farlo cadere nello Tsukuyomi Infinito!

Gli altri rimasero in silenzio, realizzando nelle loro menti la gravità della situazione che stava avvenendo nel loro mondo.

Boruto rifletté attentamente sull’informazione. Adesso aveva avuto un’ulteriore conferma di ciò che Toneri gli aveva spiegato anni fa riguardante la guerra mondiale dei ninja. Obito Uchiha aveva causato lo scoppio della Quarta Guerra Mondiale perché voleva diventare il secondo Eremita delle Sei vie, ottenendo tutti i Cercoteri e divenendo la Forza Portante del Juubi. Un piano folle, certo, ma a suo parere incredibilmente acuto ed efficace.

“Dunque esiste davvero un modo per ottenere il potere dell’Eremita!” pensò tra se e se. “Non ci avevo mai creduto del tutto finora, ma a quanto sembra Toneri aveva ragione!”

Eren fece un passo avanti, cogliendo l’attenzione di tutti. “Non ho idea di cosa state parlando,” disse con un tono serio. “Ma cosa ha a che fare questo “Potere” che hai donato loro con la missione per sconfiggere il drago?”

L’Eremita sospirò. “Hai ragione Eren, non possiamo perdere tempo in chiacchiere. Ora vi darò le ultime informazioni necessarie per la missione, quindi ascoltatemi con attenzione.”

Minato, Kushina, Fugaku, Mikoto, Sarada e tutti gli altri aguzzarono le orecchie.

“Col Potere delle Sei vie che ho donato a Naruto e Sasuke avrete un enorme vantaggio nello scontro contro Vrangr. Questo perché, unendo insieme la loro potenza a quella del potere dei manufatti, avrete la possibilità quasi incontrastata di distruggere qualsiasi nemico. L’unione combaciata di queste due abilità, già da sé molto efficaci, non può essere sottovalutata neanche da un drago, e se tutto andrà per il meglio essa vi garantirà una possibilità concreta di vittoria. Ma questo dipende esclusivamente dal fatto che la persona che ho scelto riesca ad attivare o meno il Potere del Risveglio.”

Minato aggrottò le sopraciglia. “Hai detto che hai già scelto chi di noi sarà ad utilizzare questo Potere, ma adesso dicci di chi si tratta!”

“È evidente che non saranno né Sasuke né Naruto, dato che hai già conferito loro un altro Potere,” analizzò Boruto, il suo occhio ridotto ad una fessura ed il suo sguardo freddo e calcolatore. “ E credo che neanche Eren potrebbe riceverlo, essendo già in possesso dell’abilità di trasformarsi in Titano. Questo fa calare il numero dei candidati a otto. E se ben ricordo, avevi accennato qualche giorno fa al fatto che io e Sarada eravamo tra le persone con la probabilità maggiore di riuscire ad ottenere il potere dei manufatti assieme a Naruto e Sasuke. Dunque, se quel che penso è logico, la persona a cui ti riferisci è uno di noi due, giusto?”

Sarada strinse i pugni appena realizzò a sua volta la cosa. Una grande tensione cominciò a nascerle nel cuore. Stava seriamente rischiando di essere la persona che avrebbe dovuto ottenere il potere dei manufatti, e la cosa la innervosiva parecchio. Non era certa di poter essere in grado di ricevere una tale responsabilità sulle proprie spalle. E se non ce l’avesse fatta? Se non fosse stata all’altezza di quel compito? Il suo mondo poteva essere distrutto se lei si fosse rivelata incapace di riuscire nell’impresa.

L’Eremita sorrise mentalmente. “Proprio come pensavo, Boruto ha già capito da solo a chi mi stavo riferendo. Il suo modo di ragionare è davvero strabiliante. Questa è un’ulteriore conferma del fatto che la mia scelta potrebbe non essere così insensata. Anche se temo che non gli piacerà affatto…”

“Esatto, giovane Boruto!” confermò l’Otsutsuki, il suo tono serio ma pacato. “E credo anche che in cuor tuo tu sappia già a chi mi sto riferendo!”

Il biondo ghignò maliziosamente. “A Sarada, vero?”

La ragazza deglutì pesantemente, la sua tensione alle stelle. “I-Io veramente non credo di-”

“Sbagliato,” la interruppe l’Eremita con un sorriso. “Mi stavo riferendo a te.”
 

Il silenzio calò improvvisamente appena Hagoromo pronunciò quelle parole. L’aria attorno ai dieci ninja e ad Eren si fece pesante e tesa. Minato e Kushina osservavano con gli occhi sgranati il loro futuro nipote, stupiti dalla notizia repentina. Anche Hinata e Naruto erano rimasti molto sorpresi dall’improvvisa smentita dell’Eremita. Boruto era già molto forte di per sé, e tutti si aspettavano che la persona che avrebbe dovuto ricevere il Potere del Risveglio fosse Sarada. Che senso aveva donare altro potere quel ragazzo? Non sarebbe stato meglio cercare di bilanciare i poteri nella squadra?

Tuttavia, la giovane Uchiha tirò un sospiro di sollievo appena udì la rivelazione, per nulla delusa dalla realizzazione di non essere lei la prescelta della missione.

Boruto osservò l’Eremita delle Sei vie con uno sguardo indecifrabile, il suo sorriso scomparso. “Devi essere completamente pazzo per voler seriamente affidare a me quel Potere, vecchio!” disse il Nukenin, il suo tono serio. “Sono già il più forte del gruppo, come avete potuto constatare tutti voi, e non credo che la tua scelta sia logica. Non ho bisogno di altro potere. Avremo molte più possibilità di vittoria se tu cedessi i manufatti a Sarada piuttosto che a me!”

Il sorriso di Hagoromo si allargò. “In teoria il tuo ragionamento è corretto,” disse l’anziano. “Tuttavia non ho dubbi sulla mia scelta.”

Il giovane strinse i pugni. “Sai meglio di me che se dovessi morire loro non avrebbero speranza di vincere senza i manufatti! Le tue parole non hanno alcun senso!”

All'udire ciò, l’espressione dell’Eremita si fece stranamente colma di comprensione e pietà. “Boruto, non dire così. Capisco cosa provi, ma non è detto che la profezia si avvererà. Sono convinto che tu sia la scelta migliore in questo caso.”

“Ma perché?” esclamò ancora il guerriero, fissandolo con forza. “Quando io morirò gli altri potrebbero ancora contare sul Potere di Sarada! La tua scelta potrebbe mettere a repentaglio tutta la missione! Che senso ha questa decisione?”

Tutti si voltarono di scatto verso il ragazzo del futuro, sconvolti. Perché aveva detto quella cosa? Boruto era senza ombra di dubbio la persona del gruppo con la probabilità minore di morire nello scontro, date le sue abilità disumane ed il suo potere paragonabile a quello di Hagoromo. E anche contando i possibili imprevisti della missione, le probabilità che lui potesse rimetterci la pelle erano minori rispetto agli altri.

Eppure in quel momento Boruto stava parlando come se sapesse di andare in contro alla morte certa. Non riuscivano a capire. Perché stava dicendo quelle cose?

Hinata sentì una strana inquietudine farsi spazio dentro di lei. “Boruto-kun, perché parli in questo modo?” pensò con preoccupazione.

Sarada osservava la scena con gli occhi sgranati, le mani serrate ed uno sguardo colmo di terrore e spavento. “B-Boruto! Cosa stai dicendo?” domandò debolmente.

Il Nukenin la ignorò, continuando a fissare l’Eremita con il suo occhio freddo.

“Non sarà con la logica che riuscirete a sconfiggere Vrangr,” disse lentamente Hagoromo. “Ma con la forza e la determinazione che risiedono dentro di voi. Tu sei forte e determinato, e tra tutti sei quello con una maggiore consapevolezza di sé. Per questo motivo ho fiducia in te! Sono certo che ne uscirai vittorioso alla fine!”

Boruto abbassò gli occhi a terra, i pugni stretti con forza ed uno sguardo pieno di incertezza e dolore.

“Non ne sono così sicuro…” disse debolmente.

Sarada si portò subito dopo vicino a lui, afferrandolo per una spalla.

“Che cosa stai dicendo, Boruto?” domandò di nuovo, fissandolo con occhi pieni di paura e timore. “Quando io morirò? Che diavolo dici? Nessuno di noi morirà, specialmente tu! Ho intenzione di riportarti al Villaggio appena tutta questa storia sarà finita, e per questo non permetterò che possa succederti qualcosa!”

Naruto e gli altri osservavano i due ragazzi del futuro con attenzione, i loro sguardi pieni di stupore e timore.

Boruto tuttavia non rispose, continuando a fissare a terra.

Sarada strinse i denti e lo scosse con le braccia. “Rispondimi, Boruto!” esclamò con foga e rabbia. “Perché hai detto quelle cose? Che cosa mi stai nascondendo?”

Il ragazzo continuò a non parlare, ed anche Hagoromo fece un’espressione incerta e piena di rammarico, fissando Boruto con il suo Rinnegan.

“RISPONDIMI!” urlò la giovane Uchiha disperatamente, i suoi occhi rossi. “PERCHÈ HAI DETTO QUELLE COSE? PERCHÉ PARLI COME SE TU SAPESSI GIÀ DI MORIRE? DÌ QUALCOSA, DANNAZIONE!

Boruto alzò lentamente la testa, fissando Sarada con il suo occhio sinistro. Ma, stavolta, qualcosa era diverso nel suo sguardo.

Sarada trattenne il fiato.

Il suo occhio azzurro non era più freddo e distaccato come lo era stato sempre. Non era più gelido e privo di emozione come era sempre stato fino ad oggi. No. Niente affatto.

Adesso, con sommo stupore di tutti, il suo occhio era pieno di incertezza, di esitazione, timore, e soprattutto di paura. Adesso, il suo occhio era pieno di insicurezza e dolore, assieme a qualcos’altro. Un sentimento che la giovane Uchiha non riuscì a riconoscere subito.

Rassegnazione e rammarico.

La ragazza sentì improvvisamente il mondo crollarle addosso.

Appena vide lo sguardo esitante del suo vecchio amico, appena vide quello sguardo che esprimeva soltanto paura e timore, sentimenti che Boruto non aveva mai espresso con così tanta forza prima d’ora, lei sentì la morse gelida della tensione nascerle dentro il cuore. E una realizzazione sconvolgente si fece largo nella sua mente come un lampo.

Boruto era convinto che non sarebbe uscito vivo dallo scontro col drago.

Sarada ne era certa. Lo vedeva chiaramente. Aveva imparato a leggere bene lo sguardo delle persone, suo padre glielo aveva insegnato molti anni prima. E adesso lo riusciva a vedere senza dubbio. Nel suo occhio.

Boruto non pensava che sarebbe sopravvissuto alla battaglia.

La ragazza sentì le lacrime formarsi negli occhi. Perché? Perché Boruto era così rassegnato? Perché improvvisamente il suo amico aveva così tanta paura? Cos’era successo? Non riusciva a capire. Non riusciva a comprendere cosa fosse successo in lui.

Aveva notato che ultimamente il biondo avesse cominciato a comportarsi in maniera diversa. In questi giorni il suo comportamento era stato troppo strano, troppo diverso dal solito. Il suo atteggiamento era cambiato repentinamente. Non si comportava più in maniera aggressiva nei confronti degli altri, ed aveva deciso lui stesso di rivelare il suo passato a tutti. Qualcosa non andava. Era evidente ai suoi occhi. Lei lo conosceva troppo bene.

Sin da quando aveva accettato di sfidare Naruto in quello scontro, qualcosa era cambiato nel suo vecchio amico, ma Sarada non riusciva a capire cosa. Eppure era ovvio e innegabile. Boruto era cambiato radicalmente, anche se cercava sempre di nasconderlo rinchiudendosi in se stesso e restando in silenzio.

Qualunque cosa fosse successa però, adesso lo aveva afflitto in modo inspiegabile. Boruto non aveva mai mostrato un timore simile davanti a Sarada, non aveva mai avuto un’espressione così disperata e rassegnata prima d’ora.

La ragazza lo guardò nell’occhio, il suo sguardo supplicante. “Bolt, ti prego!” disse lentamente. “Cos’è successo? Perché ti comporti in questo modo? Perché hai così tanta paura? Questo non è da te!”

Il ragazzo del futuro non riuscì ad incrociare il suo sguardo, ma rispose lo stesso. “Non è successo nulla, Sarada.” disse, il suo tono basso. “Ma non credo di essere la persona adatta per ricevere il Potere del Risveglio. Non è saggio affidare tutta questa responsabilità su di me. Se io dovessi morire, voi non avreste speranza senza i manufatti.”

“Ma perché dici così? Tu non morirai! Nessuno di noi morirà!”

Boruto strinse i pugni, alzando la testa e fissandola con forza. “Ne sei proprio convinta?” esclamò con determinazione. “Sei proprio sicura che nessuno di noi morirà nello scontro? Non farmi ridere! Non stiamo facendo una delle tue patetiche missioni che vengono affidate nel Villaggio, Sarada! Stiamo per affrontare una delle creature più potenti che esistono nell’universo! Credi davvero che noi undici saremo in grado di tornare tutti sani e salvi nel nostro mondo senza difficoltà? Sei davvero così ingenua da credere che la possibilità di morte per noi sia bassa?”

La giovane Uchiha rimase in silenzio, guardando il suo amico con gli occhi sgranati.

“Credevo sapessi il rischio a cui stavamo andando incontro, Boruto!” s’intromise Minato improvvisamente. “E hai perfettamente ragione! Tutti noi potremmo morire nello scontro con il drago, ma anche nonostante questo rischio non possiamo demordere ora!”

Boruto si voltò verso di lui. “Non sto dicendo questo!” sibilò con frustrazione. “Sto solo dicendo che non conviene scommettere tutta la riuscita del piano solo su di me! Io sono già il più forte di tutti voi, e lo sa bene anche lei, Quarto Hokage! Non credo che sia logico affidare a me i manufatti ed il loro potere! Io non sono invincibile, né tantomeno infallibile, ed il rischio che possa lasciarci la pelle è alto tanto quanto quello di ognuno di voi! Ma se questo dovesse accadere, cosa sperate di fare senza i manufatti? Credete davvero di poter vincere senza di essi? La scelta migliore è quella di affidarli a Sarada, in modo da bilanciare il numero di persone capaci di ribaltare lo scontro a nostro vantaggio!”

Minato e tutti gli altri rimasero in silenzio, riflettendo sulle sue parole.

In effetti il ragionamento di Boruto non faceva una piega. Tutti loro stavano facendo troppo affidamento su di lui solo perché era quello con la possibilità maggiore di sopravvivere. Ma se anche il Nukenin fosse morto, allora nessuno di loro avrebbe avuto speranza senza il Potere del Risveglio. L’opzione migliore era quella di bilanciare i poteri nella squadra.

Naruto e Sasuke avevano ottenuto il chakra dell’Eremita. Eren era in grado di trasformarsi in Titano. Boruto era indubbiamente il più forte e veloce tra tutti.

Se Sarada avesse ottenuto i manufatti, le possibilità di vittoria per il gruppo sarebbero incrementate per tutti, specialmente nella terribile ipotesi che uno di loro fosse morto. Era la scelta migliore, la scelta più logica e razionale da fare.

L’Eremita alzò una mano. “Boruto,” disse pacatamente. “Quello che dici è vero, ma ti ho già detto che la logica non ti servirà contro il drago. Non ho dubbi riguardo la mia scelta, e sono più che certo che la persona più adatta a controllare il Potere del Risveglio sia tu.”

Il guerriero lo fissò attentamente, il suo occhio gelido. “Perché hai così tanta fiducia in me?” domandò con sospetto. “Tu conosci la realtà del mio passato, e sai bene cosa sono diventato in questi cinque anni. Sai bene che non sono affatto una persona capace di assumere ed incarnare questo compito. Eppure continui a scommettere il destino dell’umanità su di me. Perché?”

Hagoromo sorrise all’udire ciò. “Perché tu sei speciale.” disse semplicemente.

Il biondo lo continuò a fissare. “E se dovessi morire? Se ciò accadrà davvero, cosa succederà a Eldia e al nostro mondo?”

Ma l’Eremita non poté rispondere, perché un paio di mani afferrarono con forza il volto di Boruto e lo fecero voltare di lato di scatto. Tutti rimasero allibiti e a bocca aperta per quello che videro dopo. Boruto sgranò l’occhio.

Sarada continuò a tenere fra le mani le guancie del ragazzo, poggiando la fronte sulla sua e fissandolo con uno sguardo serio e determinato.

“Tu non morirai!” disse lei con un tono talmente deciso e serio che nessuno riuscì a proferire parola. La sua faccia era a pochi millimetri da quella del biondo. “Non dire mai più una cosa del genere! Tu non puoi morire, perché io non lo permetterò per nessuna ragione al mondo! Io ti proteggerò a qualunque costo, e poi ti riporterò insieme a me al Villaggio, nel posto in cui appartieni!”

Boruto era rimasto talmente sconvolto che non riuscì neanche a divincolarsi dalla presa della ragazza. I due rimasero in quella posizione per diversi secondi, fissandosi a vicenda. Due occhi rossi pieni di decisione e sicurezza contro un occhio azzurro colmo di stupore ed incertezza.

“Tu non morirai!” ripeté di nuovo Sarada, continuando a restare unita al biondo. “Perché io sarò al tuo fianco, e ti proteggerò ad ogni costo!”

Il Nukenin abbassò lo sguardo a terra. “Non ho bisogno della tua protezione,” disse con un tono basso. “Smettila di continuare a farti del male da sola. Le cose tra me e te non torneranno mai più come prima, e lo sai anche tu. Non posso darti quello che desideri, Sarada. Smettila di tentare di ottenere l’impossibile con questo atteggiamento. Devi fartene una ragione ed andare avanti con la tua vita. Quello che tu desideri non lo troverai in me…”

Naruto e gli altri rimasero in silenzio, scioccati da ciò che stavano vedendo.

Sarada però sorrise lievemente. “Lo so, Boruto.” rispose semplicemente. “Ma non mi tirerò indietro solo per questo. Anche se non posso avere quel che desidero, tu sei sempre un mio amico. E io non abbandono mai i miei amici!”

Rimasero fermi a fissarsi l’un l’altro ancora per diversi secondi, quando poi la ragazza lasciò cadere le mani sui fianchi, mollando le guancie di Boruto ed allontanandosi da lui con un sorriso confidente e soddisfatto.

Il ragazzo del futuro sospirò debolmente, voltandosi verso l’Eremita.

“Credi davvero che la tua decisione sia quella migliore?” chiese un’altra volta.

Hagoromo annuì senza esitare. “Non ho dubbi al riguardo.”

Anche Eren poggiò una mano sulla spalla di Boruto. “Sono d’accordo con lui su questo!” disse il moro. “Anche se ti conosco da poco, ho visto in te un grande potenziale! Sei la persona più adatta su cui possiamo contare con questo compito, Boruto! Tutti noi ci fidiamo di te!”

Il biondo rimase colpito dalle sue parole. Era davvero così che la pensava Eren? Si fidava davvero così tanto di lui? E gli altri, cosa ne pensavano?

Boruto spostò lo sguardo verso il resto del gruppo, e rimase ancor più stupito.

Tutti i suoi compagni lo stavano fissando con un sorriso di comprensione ed incitamento. Tutti loro lo stavano incitando ad accettare l’incarico. Tutti erano incredibilmente fiduciosi in lui, nonostante il suo atteggiamento sprezzante e quello che aveva fatto loro da quando li aveva conosciuti.

Sakura lo fissava con un sorriso sincero, la mano destra alzata con il pollice all’insù.

Hinata aveva le mani unite insieme, gli occhi pallidi pieni d’incitamento e la testa che si muoveva leggermente in un cenno d’assenso.

Sasuke lo stava fissando con un sorrisetto divertito, ma non era un gesto ironico o di scherno come quelli che gli aveva rivolto in passato. In quei suoi occhi neri il Nukenin vide l’incitamento a non arrendersi e ad accettare l’incarico. Vide in essi una determinazione ed una fiducia che non si sarebbe mai aspettato di ricevere da parte dell’Uchiha. In quei suoi occhi, Boruto rivide quello stesso sguardo che il Maestro Sasuke gli aveva rivolto diverse volte durante i loro allenamenti.

Anche Mikoto e Fugaku avevano dei sorrisi sui volti, guardandolo con uno sguardo privo di risentimento per tutto ciò che aveva causato loro in questi giorni.

Minato e Kushina poi stavano sorridendo ampiamente, il primo con divertimento e sicurezza, la seconda con ardente decisione ed una mano alzata e stretta come per evidenziare il suo consenso.

E poi, infine, c’era Naruto. Il suo futuro genitore aveva quel solito ghigno confidente stampato in faccia, quel ghigno che emanava sicurezza e determinazione e che adesso era rivolto proprio a lui. Naruto lo stava fissando con decisione e forza, annuendo senza esitazione per evidenziare il suo assenso con la decisione dell’Eremita. Quello era uno sguardo che, con suo sommo stupore, fece nascere un sentimento nuovo dentro al cuore di Boruto.

Felicità.

Quando era piccolo avrebbe dato qualunque cosa pur di essere guardato in quel modo da suo padre. Avrebbe voluto così tanto poter rendere quell’uomo orgoglioso di lui. E adesso vedere quell’orgoglio riflesso negli occhi di quel ragazzo lo fece sorridere lievemente. Adesso, per la prima volta dopo anni, Boruto sentì che forse le cose tra lui e Naruto potevano cominciare ad aggiustarsi.

Non sarebbe certamente stato facile, ovvio, ma non era impossibile. Perché quello davanti a sé non era suo padre. Quello davanti a sé era un ragazzo innocente come lui.

E lui non odiava le persone innocenti.

Boruto chiuse l’occhio e sospirò.

“Molto bene,” disse alla fine. “Allora cercherò di usare questo Potere come volete.”



 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti. Mi scuso per il fatto che questo capitolo di transizione non sia molto 'memorabile' o 'avvincente' come gli altri, ma ciò che viene narrato in esso sarà molto importante per qualcosa che accadrà in futuro, quindi era necessario.

Il prossimo capitolo sarà interamente incentrato su Boruto e Sarada, così che tutti coloro che mi hanno tartassato con un accenno di BoruSara la finiscano una buona volta di insultarmi per averli tenuti sulle spine per così tanto tempo. XD

Il prossimo capitolo uscirà tra giovedì 30 e venerdì 1 dicembre a causa di impegni con elezioni universitarie.

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e coloro che commenteranno.
Un saluto e a presto! ;)
   
 
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