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Autore: Spensieratezza    26/11/2017    4 recensioni
E se Sam fosse sempre stato innamorato di Dean, fin da quando aveva 17 anni? E se Sam fosse andato a Stanford perchè Dean lo rifiutò?
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più stagioni
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“Ci sarà pure una cosa che desideri, Dean..” disse Sam.

“Sì! Io desidero che tu non te ne andrai, appena tutto questo sarà finito, ecco cosa desidero!!” sbottò Dean quel giorno!

Sam a queste parole, lo attaccò al muro.

“Tu non puoi dirlo! Dopo tutto questo tu non puoi dirlo.” Disse Sam, attaccandolo al muro.

“Quindi..non vuoi che io me ne vada?” Sam sembrò sfidarlo, guardandolo con la sua solita aria da bitchface, con il viso a due millimetri, avvicinandosi in maniera ambigua e un po’ troppo vicina a lui.

Dean lo guardò. “Sam, ascolta..noi tre..siamo tutto quello che abbiamo..tu e papà siete tutto quello che ho.” Gli disse con voce rotta.

 I loro visi erano vicinissimi, Dean sembrava guardare le labbra di Sam con lo sguardo fisso.

Sam sembrò sul punto di baciarlo, ma poi quando lo sentì parlare al plurale, non ebbe il coraggio di farlo.

“Papà…” disse, con voce rotta, lasciando andare il fratello. Sì, si trattava sempre di quello per Dean, il non voler rimanere solo. Per un attimo si era illuso che finalmente lo amasse.

“Non vuoi che me ne vada, come non lo volevi neanche l’ultima volta, vero?”

“Sam..io sono stato distrutto quando ci hai lasciati!” protestò Dean.

“Sapevi che cosa volevo e nonostante ciò, mi hai lasciato andare!”

“Sam..quello che volevi, non era possibile. Io non potevo.. non..” chiuse gli occhi. “Non riparleremo di questo. Non con papà qui con noi.”

E Sam malgrado non volesse, lasciò che i ricordi prendessero il sopravvento sul vero motivo per cui era andato a Stanford….

   







Sam l’aveva baciato.

Dean non aveva saputo anticipare quel gesto.

Non aveva fatto caso ai massaggi che Sam gli faceva quando era a petto nudo, né a come lo guardava, sempre quand'era senza maglietta.

Non aveva fatto caso a come Sam l’aveva guardato quando gli fece quella scenata isterica sul fatto che fosse troppo piccolo per avere una ragazza e che comunque non poteva averne una se non potevano mai restare troppo a lungo nella stesso posto, né all’astio un po’ troppo esagerato verso quella Sarah. “Sembra una puttana!”

  Sam non l’aveva preventivato. Semplicemente un giorno in cui erano al motel, da soli, Sam piangeva e Dean lo consolava.

Sam piangeva perché il mondo era pieno di mostri e loro dei semplici esseri umani.

Piangeva perché non lo lasciavano cacciare, perché non poteva difendere Dean come lui invece aveva appena fatto, rischiando una ferita quasi mortale per proteggerlo.

Piangeva perché nessuno voleva lui come amico

E Dean gli disse un sacco di belle parole, piene di carinerie e di affetto. Lui era seduto sul letto e Dean gli accarezzava il viso e – oddio – era troppo vicino e Sam era troppo infatuato di lui per non subire e sentire la troppa vicinanza al suo viso come imbarazzante.

All’ennesima carezza, lo baciò.

  E Dean era rimasto fermo. Irrigidito. Sam aveva cercato di insistere, cercando di fargli dischiudere le labbra, ma appena ci provò, Dean si alzò di scatto.

“Che cosa stai facendo?”

E poi il terrore sul suo volto, sul volto di Sam.

Poi il gelo.

Poi un semplice “Non farlo più ok?” girato di spalle.


E Dean era tornato carino con lui, quindi Sam di tanto in tanto provava a rubargli qualche altro bacio, o a ricercare delle carezze da lui, di notte, quando dormivano insieme.

Ogni carezza però che Dean gli concedeva, era caricata poi da pesanti sensi di colpa.





“TUMP.


Per l’affanno di evitare un’altra volta un tentativo di bacio di Sam, Dean era andato a sbattere contro il mobiletto. Sam ridacchiò.

“Non è divertente. Devi smetterla.”

Sam lo guardò sfidandolo. “Allora potresti darmi un bacio tu qualche volta.” Lo stuzzicò Sam.

Dean lo guardò sbalordito. “Non sulla bocca. E già che ci siamo, credo dovremmo prendere due letti separati.”

“Perché?” chiese Sam infastidito.

“Perché..hai il vizio di appiccicarti a me,  quando c’è papà.”

“E allora?”

“E allora?” chiese Dean ridacchiando nervosamente. “Sam, io non credo che tu capisci..non puoi strusciarti con me, che sono tuo fratello, come faresti con la tua fidanzata. Non puoi baciarmi sulla bocca. Non sei più bambino, hai quasi diciotto anni e certe manifestazioni d’affetto non..”

“Ma noi siamo innamorati, no?”

Gelo.

“Insomma, io penso di amarti, tu no?” gli chiese Sam, guardando in basso, subendo per la prima volta la sua prima grande delusione d’amore.

Dean non rispose, ma fece un grosso sospiro, poi si sedette per terra e si mise le mani sul viso, dandogli le spalle.


L’idea di aver rovinato il loro legame, insieme alla vergogna e al senso di colpa, fece crollare Sam, che proruppe in forti singhiozzi.

Dean incurante del suo pianto, lasciò la stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Non la sbattè tanto forte, forse Sam sentì un tonfo violente, a causa delle sue emozioni. Quando soffri, senti tutto amplificato.

Quindi sì, in quel momento, quel giorno, alle sue orecchie, Dean aveva sbattuto la porta con rabbia.

  Sam rimase a piangere e singhiozzare sul letto, per quelle che gli parvero almeno due ore interminabili, concentrato nel cercare di smaltire la sua prima delusione d’amore, il suo primo rifiuto.. ed era stato proprio con suo fratello.







Quando finalmente Dean tornò, lo trovò che stava ancora piangendo, con la faccia stravolta e il viso rosso di lacrime. Non perse tempo e lo abbracciò, accarezzandogli i capelli.

“Sam, mi dispiace,  non piangere, è tutta colpa mia..non tua..”

“Ma che cosa stai dicendo..” disse Sam, la situazione era già difficile e Dean con le sue frasi strampalate non lo aiutava a capire.

“Quello che hai passato…crescere senza una madre, nostro padre che ci ha cresciuti come dei soldati..gli ho promesso che mi sarei sempre preso cura di te..e senza accorgermene, non ti ho fatto solo da padre e da madre..ma sono stato anche un fratello..e forse..forse sono stato tutto per te, senza rendermene conto, senza rendermi conto che ho esagerato. Noi non abbiamo nessuno e forse per questo, sono stato troppo premuroso con te, ti ho confuso le idee…era normale che mi vedessi come il tuo tutto, visto che non abbiamo nessun altro..”

“Dean..non capisci..”

“Io capisco benissimo..quello che provi per me, Sam, non è reale, o meglio, quando avrai una fidanzata – o un fidanzato – ridacchiò Dean, cercando di smorzare l’imbarazzo  “capirai la differenza, saprai riconoscere l’affetto famigliare dall’amore..Sam, tu ora non lo capisci, per la vita che facciamo, ma prometto che lo capirai..”

Detto questo, continuava ad accarezzargli il viso e Sam odiava il modo accondiscendente con cui gli parlava, come se fosse uno stupido ..come..come se gli facesse PENA

Odiava come gli parlava

E odiava LUI.

 







Dean gli aveva promesso che avrebbe capito, ma Sam stabilì che a suo modo di vedere le cose, il tempo per capire era un processo troppo lungo, che gli faceva maledettamente male e gli provocava troppo dolore, quindi per tutta l’estate, pregò di capire la differenza, ma non ci riuscì.

L’estate finì e arrivò anche la lettera per Stanford.

Ci fu la litigata furibonda e l’occhiata delusa e sofferente di Dean.

Ciao ciao bambina, qualcuno mi aiuti a raccogliere i cocci..






Ci fu Dean che lo accompagnò sulla strada per Stanford, in attesa del pullman.

Ci fu il bacio d’addio di Sam, prima di lasciarsi.



Il loro primo vero bacio, Sam ricordò di aver pensato questo.

Nei giorni a venire avrebbe pensato che era stata l’ennesima illusione, perché un vero bacio non si strappa a qualcuno solo perché questo ti sta dicendo addio.

Non è un vero bacio

Ma forse per Dean non lo era.

Dean che accettò il bacio e accettò finalmente dopo tanti, tantissimi tentativi di Sam, di lasciare che prendesse accesso alla sua lingua.

Per Sam era il primo vero bacio, ma non era lo stesso anche per Dean.

Era una conquista preziosa, quella, ma Sam l’aveva conquistata solo perché in quel momento suo fratello stava soffrendo e aveva le lacrime che gli rigavano le guance.

Nei giorni a venire, Sam si sarebbe odiato anche per questo.

Solo sotto sofferenza, sono capace di farmi amare da lui si sarebbe fermato a pensare, odiando sé stesso.

Ma Dean non lo amava, aveva accettato di baciarlo solo perché era triste per il suo addio, era questo che Sam si ripetè spesso , quando era lontano da loro.

 

 

 

 

Quando Dean era ripiombato nella vita di Sam, questo non voleva andare con lui, perché memore ancora di questi ricordi, anche se , riflettendo, Dean forse aveva rimosso tutto, forse aveva voluto dimenticare.

Quello che era certo, era che lo rivoleva con lui.



Quando venne a soccorrerlo, mentre Sam aveva due rivoli di sangue che gli colavano dagli occhi, gli mise le mani sul viso e Sam malgrado tutto, si beò di quel contatto. (vedere 1 x 6 )

 

Quando Dean si chiese in quell’albergo come mai tutti li credevano gay, qualcosa aleggiò tra loro.

“Sai tu fai tanto il macho. Penseranno che esageri apposta.” Disse Sam sdrammatizzando.

 

Qualche ora dopo, Sam era ubriaco.

tu devi sorvegliarmi sempre. Capito? E se per caso diventassi qualcosa che non sono, tu dovrai uccidermi.”

“Sam..” “Non puoi tirarti indietro, te l’ha detto papà.”

“Chi se ne frega se l’ha detto papà, non avrebbe mai dovuto dirmi niente, non puoi gettare addosso ai tuoi figli questa merda.”

“No, quello che ha detto, è giusto. Chissà in cosa posso trasformarmi. Già adesso tutti quelli intorno a me, muoiono.”

“Beh, io non sono ancora morto e nemmeno tu. Mettiti giù adesso.”

“No, ti prego, Dean, tu sei l’unico che può farlo, promettilo.”

“Non chiedermelo.”

“Ti prego, devi farmi questa promessa.”

Dean lo guardò e lo vide così disperato, che decise di farlo contento.

“Te lo prometto.”

Sam lo guardò con le lacrime agli occhi.

“Ti ringrazio, Dean.” Dicendo così gli mise le mani sul viso.

  “Grazie.”



Dean lottò per un singolo istante per liberarsi, ma Sam era più forte, nonostante fosse ubriaco e lo baciò.

E Dean avrebbe potuto fermarlo, avrebbe potuto bloccargli i polsi e mandarlo a letto, ma in realtà lasciò che Sam lo baciasse ed esplorasse la sua bocca con la lingua, per la seconda volta nella sua vita.

Lasciò che assaporasse quello che voleva da lui, lasciò che prendesse quello che voleva da lui, per poi lasciare Sam chiedersi l’indomani, se ci sarebbe mai stato un giorno in cui avrebbe potuto farsi amare da Dean con il suo consenso.



In quel momento però, quando Sam si staccò e si sdraiò, Dean lo guardò sconvolto, toccandosi la bocca nel punto in cui Sam l’aveva baciato.

  Era da quel giorno….che non mi baciavi più così pensava Dean.























Note dell'autrice: 

eccomi con una nuova storia! Ora voi vi chiederete da dove sbuca questa, ecco io vi dico che ce l'avevo in mente già da un pò, ma credevo di inserirla nei famosi sequel delle raccolte, poi mi sono resa conto che non comprende nessuno di quei capitoli ahhah (tranne quello della casa del bacio da ubriac, ma non è propriamente un sequel ma una rivisitazione ) . Questa non sarà una storia molto lunga, ma non voglio dire quanti capitoli sarà, se no vi rovino la sorpresa :D mi piaceva l'idea di un Dean che una volta tanto lo vediamo rifiutare Sam. Non si era mai vista una cosa simile nelle mie storie ahha

ps ho modificato il dialogo iniziale mischiando i dialoghi della 1 x 21 e uno imprecisato della prima serie, per adattare il tutto alla trama ^^

ps "ciao ciao bambina qualcuno mi aiuti a raccogliere i cocci" è una citazione dell'acchiappasogni, chi l'ha letto non può capire, ma in sostanza per farla breve è una metafora di qualcosa che si rompe :)

ps provate a pensare se io facevo una os singola e la facevo finire così! AHAHHAH che colpo di scena sarebbe da me eh??? :D
   
 
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