Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: eastwood    28/11/2017    1 recensioni
per quanto inventivo possa essere il diavolo,
lo schema quotidiano non variava mai.

Voleva un'estate entusiasmante, voleva dare una svolta alla sua vita.
Con l'inizio del nuovo anno scolastico, Amanda Miller rimpiangerà i bei vecchi tempi in cui era una semplice ragazzina infatuata di uno dei suoi più cari amici, o forse no?
Partenze, nuovi arrivi e rivelazioni all'interno di un gruppo di buoni amici che si è formato per caso, frammentato dai segreti che ognuno di loro tiene nascosto.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella sera, come tutte le sere da quando l'estate era iniziata, sarei dovuta uscire con i miei amici, Tanya mi aveva tampinata di messaggi tutto il giorno per assicurarsi che ci sarei stata nonostante fosse arrivato un nuovo ospite (di cui già le avevo raccontato tutto), perché era terrorizzata dal fatto di dover restare sola con Matthew e Paul, ma soprattutto con Matthew che era cotto ed era riuscito ad avere solo qualcosa di piccolo da lei, che non comprendeva però le parole relazione e seria.

Così mi ritrovai alle nove di sera a cercare di convincere Cameron ad uscire, o i miei genitori mi avrebbero fatto storie se non lo avessi portavo con me, in più mi trovavo bene con lui e mi sarebbe piaciuto farlo conoscere ai miei amici.
Quest'ultima scusa fa sembrare la cosa meno forzata, nonostante non lo sia neanche un po'.

«Dai Cam, alza il culo che tra poco dobbiamo andare»
Sbuffai nel momento in cui mi affacciai alla porta della mia stanza, dopo aver occupato il bagno per un'oretta, e lo trovai sdraiato sul mio letto con indosso i pantaloni del pigiama ed i calzini di spugna.

«Tu credi davvero a queste cose?»
Mormorò mentre io mi avvicinavo a lui, scocciata.

Mi stravolgeva tutti i piani averlo tra i piedi e doverlo aspettare.
Lo afferrai per un braccio e notai solo in quel momento la rivista che teneva in mano, aperta nelle pagine dell'oroscopo.

Iniziai a tirarlo verso di me portando un piede contro il bordo del letto per aiutarmi a non scivolare sotto questo, sforzandomi ed emettendo anche piccoli lamenti appena sussurrati, a denti stretti, mentre lui tranquillo leggeva ad alta voce ciò che trovava scritto sulle pagine ed io mano a mano finivo col fondo schiena sempre più vicino al pavimento, nel tentativo di farlo alzare.

«Cielo, si inventano di tutto pur di far soldi senza lavorare»
Disse in conclusione, rivolgendomi finalmente una veloce occhiata mentre io arrivai a toccare terra con il sedere e sbuffai, rilasciando la presa sul suo braccio ed incrociando le mie al petto, tenendo le gambe piegate.

Si mise a sedere sul bordo del letto ed allungò il busto in avanti per poggiare i gomiti sulle ginocchia e potersi avvicinare così al mio viso imbronciato, sorridendo divertito.

«Se può renderti felice ci stavi quasi riuscendo, la mia schiena si è spostata di un centimetro»
Alzai lo sguardo su di lui e storsi lievemente le labbra, rilassando le spalle mentre lui si alzava ed io lo seguivo con lo sguardo.

Appena vidi le sue mani davanti al mio viso le afferrai, quasi titubante, e mi aiutò a rialzarmi con molta semplicità.

Notai di sfuggita i muscoli delle sue braccia contrarsi ed un sorriso meno ampio del precedente farsi strada tra le sue guance.

«Grazie»
Mi limitai a dire questo mentre sistemavo la maglietta larga, a maniche corte, lungo i fianchi già coperti dai pantaloncini a vita alta che indossavo, e lo guardai.

Era poco più alto di me, saranno stati tre o quattro centimetri di differenza al massimo, ed i suoi capelli erano scompigliati, come del resto anche gli indumenti che aveva addosso, tra i calzini tirati in modo diverso ed una gamba mezza scoperta dal pantalone rialzato.

«Vado a vestirmi, ci vediamo giù, okay?»
Mormorò poi con disinvoltura prima di rilasciare la presa sulle mie mani e voltarsi per camminare verso la stanza di mio fratello.

Restai ferma qualche istante per poterlo guardare mentre camminava e, non appena si fermò di fronte alla porta, mi voltai per paura che si accorgesse di avere i miei occhi puntati addosso, allora afferrai una felpa bianca e la indossai, senza però allacciarla, e fu così che notai una macchia marroncina sulla tasca.

"Accidenti" sbuffai, sfilandola velocemente ed avvicinandomi poi all'armadio per cercarne un'altra da mettere al suo posto, ma non ne trovai visto che ne avevo solo due, in tutto.

Una e mezza, dovrei dire.
Una era da lavare e quest'altra ci sarebbe finita presto, anche se inutilmente visto che probabilmente quella macchia era di caffè.

Afferrai velocemente le Vans nere nascoste sotto la scrivania per poi correre fuori dalla stanza e piazzarmi davanti a quella di Cameron, avvicinando, inizialmente decisa, la mano chiusa a pugno alla porta ma poi mi fermai, ripensando a ciò che avevo intenzione di fare.

Una cosa del genere l'avrei fatta con mio fratello, se non fosse stato alto quanto un Puffo appena nato.

Mi serviva una felpa, ma chiederla a Cameron mi sembrava quasi inopportuno, dopotutto non lo conoscevo realmente, quei due anni al mare erano impossibili da ricordare con chiarezza.

Allontanai la mano lentamente e la avvicinai al viso per prendere il labbro inferiore tra il pollice e l'indice e tirarlo più volte, ma alzai di scatto lo sguardo riabbassando la mano lungo il fianco non appena la porta si aprì e Cameron inchiodò alla mia vista.

«Amanda?»
Esclamò prima che io potessi parlare.
Non sapevo effettivamente che dire, ero un po' in imbarazzo dalla situazione e nonostante avessi le labbra schiuse non spiccicai parola.

«Credevo ci dovessimo incontrare giù»
«Sì, ma..»
Finsi un colpo di tosse ed abbassai il viso, notando solo ora le scarpe che tenevo ancora in mano e che decisi di sfruttare come scusa.

«Ero indecisa se mettere queste scarpe o quelle rosse, ma penso che metterò queste, hai ragione, sono molto meglio, grazie»
Gli posai la mano libera sulla spalla per dargli due piccole pacche e sorridergli, non facendo caso alla sua espressione confusa, poi mi girai di scatto e presi a camminare velocemente fino alle scale che discesi sobbalzando leggermente ad ogni passo, per poi fermarmi sull'ultimo scalino e sedermici sopra, infilando una scarpa alla volta e legandole ai piedi.

«Allora, andiamo? Se ti servono altri consigli ti conviene chiedermi ora o tacere per sempre, pare io abbia ottimi gusti»
Mi rialzai mentre parlava e lo ascoltai con attenzione, per poi sospirare e sorridere divertita mentre lui ridacchiava con il labbro inferiore stretto tra i denti.

«No, possiamo andare»
Mormorai mentre afferrai un suo braccio con la mano e presi a camminare fino alla porta, urlando un 'Ciao' per i miei genitori rinchiusi in cucina.

Appena uscimmo ci ritrovammo Paul e Tanya a parlare e gesticolare tra di loro in fondo al vialetto.
Ci avvicinammo e si accorsero del nostro arrivo solo nel momento in cui entrambi li salutammo, allora si girarono di scatto e Tanya sobbalzò leggermente. Era sempre persa nei suoi pensieri.

«Oh, eccoti finalmente, ti ho chiamata venti minuti fa per dirti che ero qui, grazie di aver risposto»
In quel momento mi accorsi del fatto che non avevo il telefono con me, ma non mi importava in effetti.

«Scusa Ty, non succederà più»
Dissi, come se fosse una filastrocca che mi ero dovuta imparare a memoria per la scuola.

«Non mi è nuova questa frase..»
Fece una piccola smorfia e poi mi sorrise, avvicinandosi velocemente per lasciarmi un bacio sulla guancia e farmi sorridere automaticamente.

«Non ci fai conoscere il tuo amico?»
Nel sentire la voce di Christian schiusi le labbra, quasi non dimenticavo le presentazioni, allora annuii ed indicai rispettivamente i presenti, nominandoli e presentandoli tra loro.

Si sorrisero a vicenda e si salutarino mentre, amorevole come era, Tanya si avvicinò a Cameron per abbracciarlo e dargli il benvenuto.

«Non sciuparmelo che devo riportarlo a casa tutto intero o i miei mi ammazzano»
Mormorai divertita mentre presi a camminare in fianco a Paul, così da iniziare ad incamminarci per andare al bar, come solito.

«Matthew non c'è?»
Domandai, non sentendo la sua risata squillante farmi perdere l'udito.

«Ha detto che non voleva uscire, non ho indagato sul perché visto che non mi interessa»
Tanya rispose subito alla mia domanda, sottolineando il "non" alzando la tonalità della voce.

Mi girai a guardarla visto che stava alle mie spalle e cercai di trattenere un sorriso, al che guardò prima me e poi Paul - che probabilmente stava già ridendo in silenzio - e sbuffò, iniziando a lamentarsi.

«Come non detto, vi odio, accidenti a voi..»
Risi alle sue parole, ogni volta che si parlava di Matthew finivamo sempre così, ma le passava subito.

Arrivammo all'entrata del bar e notai la luce fioca dell'interno trapassare dalla piccola finestrella di vetro colorato sulla parte alta della porta, illuminando parte del marciapiede che invece era al buio, vista l'ora.

Spinsi la porta per fare qualche passo all'interno e rilassai le spalle nel sentire l'ambiente interno fresco, rispetto all'afa esterna.

Presi un respiro e mi guardai intorno.
La serata era appena cominciata, dopotutto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: eastwood