Nell’oscurità di una landa spettrale,
Si sente un’inquietante musica teatrale,
Un piccolo uomo avanza,
Nell’oscurità che incalza,
Arriva davanti un buio trono,
Dove siede il re di quel mondo prono,
Delle sue stesse creature schiavo,
Succube di ciò che ha creato,
E lì lo guarda silenzioso lo scienziato,
Lanterna alla mano,
Alle catene si avvicina,
Incerto cammina,
Sgrana gli occhi il sovrano,
Non capisce quel gesto avventato,
Osserva sgomento rompere le catene,
Libero da quelle pene crudeli e aliene,
Si alza tremolante,
Un poco ansimante…
“Perché hai avuto pietà…?” Chiede.
Lo scienziato indica silente la lanterna, e tende la mano.
“Per un mondo umano”
Il re non comprende. Ma accetta silente.
Da solo i mostri avevano trionfato.
La forza era stata pia illusione,
di un ineluttabile fato.
Ma forse ora scorgeva un’alternativa,
In quel gesto così strano
di tendere una mano.
E forse un poco comprese,
ciò che al fin,
la ragione già aveva fatto scorgere,
al piccolo scienziato.
Copyright: All right reserved (Tutti i diritti riservati)