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Autore: Vera_D_Winters    02/12/2017    1 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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 ℒ𝓲𝓿𝓲𝓷𝓰 𝓲𝓷 𝓶𝔂 𝓸𝔀𝓷 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭
𝓓𝓲𝓭𝓷'𝓽 𝓾𝓷𝓭𝒆𝓻𝓼𝓽𝓪𝓷𝓭
𝓣𝓱𝓪𝓽 𝓪𝓷𝔂𝓽𝓱𝓲𝓷𝓰 𝓬𝓪𝓷 𝓱𝓪𝓹𝓹𝒆𝓷
𝓦𝓱𝒆𝓷 𝔂𝓸𝓾 𝓽𝓪𝓴𝒆 𝓪 𝓬𝓱𝓪𝓷𝓬𝒆


 «Marco...»   
Soffice la voce di Bay carezzò le sue orecchie, cosa che fece comparire un sorriso sulle labbra del biondo. Thatch non aveva tutti i torti ad essere geloso di lei. Se Marco avesse nutrito interesse per il sesso femminile, Bay sarebbe stata l'unica donna che avrebbe potuto amare. E forse in una maniera molto platonica in realtà già la amava, di un amore così tenero, quasi infantile, dove lei era amica, sorella e compagna di interminabili chiacchierate.
Si conoscevano davvero da una vita, ma il loro legame non era sedimentato nel tempo, bensì nell'intesa perfetta che si era creata sin dal primo momento.
Si completavano le frasi a vicenda, si capivano con un solo sguardo, vivevano tutto spalla a spalla.
E Marco sapeva che avrebbe dovuto avere quel tipo di rapporto con il suo compagno, ma non ci riusciva.
Thatch era fantastico, gli metteva voglia di vivere, di allargare le braccia al cielo e volare senza freni, amava i loro momenti insieme nella pace della loro casa, adorava perdersi nel suo sapore e nel suo profumo... ma non riusciva a comunicargli i propri sentimenti.
Quante volte aveva detto a Bay che le voleva bene? Aveva perso il conto. Quanto volte si era affidato a lei? Era la prima persona da cui correva quando qualcosa non andava, colei tra le cui braccia si lasciava sempre andare. Molto spesso gli bastava semplicemente posare la testa sul suo grembo e rilassarsi mentre lei suonava l'arpa.
Perchè con Thatch non ci riusciva?
Il suo uomo era... un uragano. Ed era per questo che gli piaceva da morire. Gli piaceva lasciarsi trascinare da lui, gli piaceva il modo in cui lo faceva sentire... eppure non riusciva a dire una sola parola.
A volte con i gesti tamponava quelle sue mancanze, ma per quanto i gesti sarebbero bastati?
Marco doveva abbattere i suoi muri esistenziali e ammettere con se stesso che aveva ancora problemi a fidarsi del mondo, e che per quanto adorasse tutto di Thatch, quel suo essere mutevole come il vento lo spaventava abbastanza da impedirgli di fare il passo decisivo.
E come poteva davvero amarlo se non si fidava di lui?
Ed intanto la radio beffarda aveva cominciato a suonare una delle sue canzoni preferite, e lui ancora una volta si era appoggiato alle esili spalle di Bay in cerca di pace da sè stesso.

Nothing goes as planned everything will break people say goodbye in their own special way
All that you rely on and all that you can fake will leave you in the morning but find you in the day

Oh, you're in my veins and I cannot get you out oh, you're all I taste at night inside of my mouth
Oh, you run away 'cause I am not what you found oh, you're in my veins and I cannot get you out  


Marco non era l'unico ad attanagliarsi la mente con dei pesanti dubbi esistenziali.
Sanji stava ascoltando Violet cantare, e nel suo stomaco volavano stormi interi di farfalle.
Il professor Emporio faceva rimanere lui e la corvina un'ora in più dopo le prove ogni giorno poichè loro erano i protagonisti, e questo stava complicando le cose in maniera esponenziale.
Nella scena in cui si erano dovuti baciare Sanji pensava che sarebbe morto lì su due piedi. Non aveva fatto altro che saggiare la morbidezza delle labbra di Violet per un solo secondo, ma tanto era bastato a farlo capitolare malamente.
«Per oggi abbiamo finito.» 
Annunciò il capo progetto quando la giovane ebbe infinito di intonare l'ultima nota, e il biondo accolse la notizia con una punta di gioia che non avrebbe dovuto esserci.
Era libero di andarsene, correre al suo corso segreto di cucina e poi andare a trovare Pud...
Violet gli diede una testata.
Ovviamente non lo aveva fatto apposta: lui si era alzato di scatto mentre lei si avvicinava a prendere la cartella abbandonata nella poltroncina a fianco di quella di Sanji e le loro fronti avevano cozzato l'una contro l'altra.
«Ahi por Dios... Lo siento mucho.»  Che carina che era, quando si agitava parlava in spagnolo.  «S...scusami tantissimo Sanji!» 
 Il biondo intanto si stava massaggiando la testa trattenendo le lacrime.
«Ma no cosa dici Violet? Sono io che mi sono alzato di scatto, è colpa mia, davvero. Tu piuttosto ti sei fatta male?»    
Non appena si fu ripreso dalle stelle che vorticavano attorno a lui, allungò istintivamente una mano a scostare i capelli dalla fronte della giovane per sincerarsi delle sue condizioni e quello fu il gesto più sbagliato da fare.
La scena delle prove si sovrappose a quella di quel momento, e il primo istinto del biondo fu di sporgersi in avanti per saggiare di nuovo la bocca carnosa e invitante di Violet.
Nemmeno lui seppe dire come aveva fatto a fermarsi a metà di quel gesto, ma rapido come si era avvicinato si scostò, deciso a prendere la sua borsa ed allontanarsi il più possibile da quella ragazza che stava minacciando il suo bellissimo mondo dorato.
Se non che fu proprio Violet stessa a fermarlo.
«Mi scuserò anche per questo... dopo.»   
Mormorò mentre lo tratteneva per un braccio, attirandolo pericolosamente a sè.
Sanji barcollò sorpreso in avanti, e prima che potesse dire alcunchè, le sue labbra vennero silenziate da quelle piene e suadenti di lei, in un bacio molto meno casto di quello che si erano scambiati sul palcoscenico.
Il biondo non era un traditore, sapeva essere meglio di così.
Doveva essere meglio di così.
Ma in quel bacio c'erano il calore del sole, il sapore del mare e la passione delle onde che si infrangono con forza a riva, e lui invece che ritrarsi, strinse le dita tra i fianchi burrosi della mora, e si lasciò avviluppare dalla prepotenza delle sensazioni che gli nascevano sotto la pelle.
Avrebbe dovuto riconsiderare tutta la sua esistenza dopo quel bacio.
Sanji era stato sempre un piacione incallito. Ci provava con tutte sin da quando aveva avuto l'età per farlo. No, non era un maniaco ed anzi aveva un profondissimo rispetto per il genere femminile, che decantava sempre in tutte le sue lodi. Ma il suo essere cavaliere non gli aveva mai impedito di correre dietro alle gonnelle di tutte.
Puntualmente però, aveva sempre ricevuto due di picche, almeno fino a che non era arrivata Pudding.
Sanji quasi ci era rimasto male quando lei gli aveva detto di sì, era stato tipo un evento totalmente inaspettato.
Perciò non aveva pensato minimamente alle conseguenze e si era buttato in quella storia, calandosi nella parte del perfetto principe azzurro. Ed all'inizio era anche andato tutto bene, benissimo anzi. Lei accettava tutte le sue smancerie romantiche, e lui si beava di avere una principessa da servire e riverire.
Tuttavia...
Tuttavia la realtà dei fatti piano piano aveva cominciato a mostrarsi, e il biondo l'aveva totalmente ignorata.
Pudding non era quella giusta.
Non avevano nulla in comune, non avevano fatto progetti, o meglio lei li aveva fatti per entrambi, non condividevano praticamente niente.
Ma Sanji si era talmente tanto abituato a lei, alla sua presenza nella propria vita, che aveva chiuso gli occhi ed era andato avanti lo stesso.
Sbagliando certo, ma senza rendersene conto davvero.
Ora però non poteva più fare finta di nulla, perchè il trasporto che stava provando per Violet in quel momento andava oltre il suo essere, oltre ogni sua più rose aspettativa: quella era passione vera, era voglia di sentire, di provare, di scoprire ogni cosa di quella creatura che teneva stretta tra le braccia. 
No, non c'era mai stato nulla di simile per Pudding. Le voleva bene, la rispettava e voleva proteggerla, ma non l'aveva mai stretta a quel modo, come se avesse voluto divorarla e lasciarsi divorare, come se avesse voluto cercare di infondere la propria anima e farla danzare con quella di lei.
Era fregato?
Assolutamente si.
Ne sarebbe uscito?
Doveva.


«Ma gli sta masticando la faccia...»  
Sabo stava guardando con moderato interesse la scena che stava avvenendo davanti ai suoi occhi.
Una ragazza del secondo anno, fuori da scuola al termine dei corsi pomeridiani, aveva osato interrompere l'idillio tra Bonney e Law, che sempre mano nella mano stavano lasciando l'istituto.
La studentessa aveva chiesto se loro due stessero davvero insieme, e come Law potesse davvero apprezzare una tipa del genere, asserendo poi che lei lo amava sicuramente di più di quanto facesse la giovane dai capelli rosa, e praticamente aveva firmato la sua condanna a morte.
Bonney le aveva sorriso come poteva sorridere uno squalo, e prendendo Law per il colletto del giubbotto che indossava, se l'era tirato addosso come una ventosa, e gli aveva impunemente cacciato la lingua in bocca, senza curarsi di chi guardasse lo spettacolo.
A quel punto tutti si erano aspettati che Law la scansasse via visto quanto era fobico del contatto umano e quanto odiasse attirare l'attenzione, ed invece sorprendendo chiunque, aveva fatto scorrere le lunghe dita tatuate tra le ciocche rosate della compagna, e aveva preso a ricambiare il bacio con altrettanto vigore.
Sabo non capiva più molto dove iniziasse uno e finisse l'altro, ma doveva ammettere che ammirava tanta passionalità.
«Ma che schifo dai!» 
Sbuffò Rufy mentre scuoteva il capo e si allontanava, non interessato alla scena, mentre Ace aveva la testa inclinata verso destra, nella speculare posizione del fratello dai capelli biondi, e anche lui osservava i due incollati per le labbra con accademico interesse, come se volesse impararne le movenze.
«Dite che se provassi a baciare Bibi a quel modo se la prenderebbe a male?» 
Domandò assorto.
«Non ne ho idea. Perona probabilmente scapperebbe via.»   
Commentò Zoro con una certa non curanza, girando sui tacchi anche lui per raggiungere il compagno di classe che li aveva già preceduti.
A quell'affermazione però, Ace e Sabo persero del tutto interesse per il bacio a ventosa tra Bonney e Law, e si scambiarono uno sguardo perplesso.
«Hai sentito anche tu quello che ho sentito io?» 
«... Si.»    
«Sono sconvolto.» 
«Anche io. Troppo.» 
«Ci facciamo un hamburger per riprenderci da tutti questi shock?»    
«Assolutamente si. Anche se il mondo sta impazzendo, gli hamburger restano sempre una certezza.»    
«Esatto... loro non cambiano mai.»   
«Già... allora hamburger sia!» 
Ma il mondo stava realmente impazzendo, o stavano solo crescendo tutti piano piano?




-To be continued-
-Coming Next: Breaking free -

   
 
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