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Autore: LanceTheWolf    04/12/2017    3 recensioni
Fen è una ragazza distratta, un po’ troppo spesso con la testa tra le nuvole, ma con un cuore grande, che vive sola con sua nonna e suo cugino a Ba Sing Se. Studia alla facoltà di archeologia e si strugge d’amore per l’ex-ragazzo che l’ha lasciata, preferendole una ragazza diversissima da lei, sia fisicamente che caratterialmente.
Questa è una storia scritta a due mani (Lance e Mokuren), che si svolge nel mondo di Avatar, ma in un epoca più moderna. Le nazioni sono ancora divise, anche se il clima appare più disteso, non fosse per la guerra civile tra le Tribù dell’Acqua che si protrae da quasi un secolo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Nonnina


Alle parole divertite dell’Avatar sulla salvezza del suo cellulare Fen era quasi arrossita, capendo solo in quel momento che quanto era stato detto al riguardo non erano allusioni. Probabilmente temevano che qualche male intenzionato potesse controllare, chissà come, le comunicazioni in zona sapendo della presenza dell’Avatar. Non avrebbe mai rivelato che la sua prima idea era stata quella di chiacchierare tranquillamente per telefono della situazione e che solo l’avvertimento di Ling le aveva impedito di farlo. No, proprio no!
Riflettendo poi sul da fare quasi non aveva fatto caso a Ling che in attesa di una sua risposta aveva aperto la casacca. ‘Quasi’ perché anche Fen, come l’amica, era rimasta praticamente senza parole difronte alla visione involontariamente conturbante della muscolatura possente del ragazzo, per nulla nascosta dalla aderentissima magliettina smanicata, anzi.
“Eh però! E dire che credevo che certe cose si vedessero solo sulle copertine delle riviste!” Aveva pensato, mentre quella maledettissima stoffa nera sottolineava ancora di più quei pettorali nel dettaglio.
Per fortuna non era stata la sola a notare la cosa, e sentire anche Min sottolineare il proprio stupore, l’aveva fatta sentire meno stupida; perché si sa, anche la stupidità sembra cosa da poco quando non si è soli su quella barca. Questo purtroppo non le aveva però evitato di arrossire e per fortuna nessuno dei presenti sembrava averci fatto caso, impegnati com’erano a dare bonariamente contro all’enorme dominatore.
-Facci strada o rischiamo che il loro vaneggiare continui ancora per molto. Per quanto riguarda la tua amica però, non so che pensare: la demenza, che tu sappia, è contagiosa?- Le si rivolse d’improvviso costringendola a tornare con i piedi in terra.
 
La ragazza, quasi temendo che lui potesse leggere i suoi pensieri, si stringe nella sua felpa.
-Seguitemi, non siamo poi troppo distanti dalla mia casa.- Rispose con una voce che sperava non suonasse al ragazzo troppo a corto di fiato. Poi, cercando maggior sicurezza: -Se non ricordo male, inoltre, non hai detto che ti devo un dolce?- Rimproverandosi mentalmente, conscia di quanto, quel gran bel pezzo d’uomo, le risultasse attraente: “Almeno vedi di non sbavargli davanti, cretina!”


-Due.- Rispose Ling divertito, numerando quanto detto con le dita della mano, sorridendo compiaciuto, prima di stirarsi verso il cielo come un gatto.
-Tutta questa tensione, mi uccide. Sono un uomo d’azione io, non uno di quelli a cui piacciono le chiacchierare.- Disse ancora. Una pausa quasi impercettibile, poi… -Forza, Rossa, andiamo, ti vengo dietro!- Esordì facendole l’occhiolino, prima di avvolgerle le spalle con un braccio e stringerla a sé.
Mai frase fu più infelice, detta nella situazione in cui si trovava la povera Fen.
Malgrado il caldo, quel ragazzone, non emanava un sentore aspro e pungente, tutt’altro era piacevole stargli accanto: profumava di terra e fumo, un odore appena percettibile che non stonava con il suo aspetto virile, anzi lo esaltava. 
-E comunque…- Continuò prendendo a camminare, trascinando, stretta in quell’abbraccio, la ragazza, sperando di muoversi nel senso giusto; d’altro canto l’universitaria aveva indicato proprio in quella direzione parlando della propria casa, quindi... -…Non mi piacciono le ‘chiacchiere’, è vero.- Disse facendo le virgolette nell’aria, senza togliere il braccio dal corpicino di Fen. -Ma adoro parlare, purché non siano argomenti noiosi e complicanti. Chiaro no?-
Il restante della comitiva, chi più chi meno, fece spallucce a quel discorso sconclusionato e si mosse seguendoli.
-Disse quello che tedia i suoi migliori amici con discorsi di elettronica!- Lo riprese Fumio divertito.
-Liiing, ti rendi conto che stai mettendo, quella povera ragazza, in imbarazzo?- Intervenne Mai in aiuto della fanciulla, appena accortasi del rossore sul volto di Fen.
Il dominatore del metallo ignorò bellamente le parole di Fumio, ma al dire di Mai, pur continuando nel suo andare, si voltò a cercare il visetto della studentessa con sguardo perplesso.
-Quella Cornacchia dice il vero, Rossa?- Le chiese con tono dispiaciuto.


La giovane cercò di riprendersi sorridendo al ragazzone e sollevando una mano ad esprimere l’universale il gesto del ‘poco poco’ con due dita, cercando di mantenere il più possibile un’espressione giocosa e tranquilla; non voleva che Ling ci restasse male, le era stato chiaro da subito che quel suo fare voleva essere solamente molto amichevole.
-Non ti preoccupare, Mai.- Arrivò la voce di Min a distrarre l’attenzione del dominatore del metallo dai suoi occhi. -Fen è solo un po’ timida, non è colpa sua.-
Non era esattamente così, ma lei trovò la forza di annuire appena come a confermare la versione dell’amica.
Ling si fece una grassa risata. -Meno male, Rossa. Cominciavo a preoccuparmi, soprattutto per quel colorito acceso sul viso. Non è che hai caldo? Ora che ti guardo meglio, in effetti sei vestita un po’ troppo pesante, con quella… felpa? No, indossi veramente una felpa con questo caldo? Fumio! Lo vedi che ci deve essere qualcosa di strano nel clima da queste parti?-  Terminò il ragazzone voltandosi per cercare l’amico.
Il dominatore della fiamma scosse il capo, in parte divertito, in parte esasperato. -L’unico posto in cui c’è qualcosa che non va, è la tua testa!- Gli disse bonariamente mentre li seguiva insieme al resto della compagnia.
L’Avatar si limitò a ridacchiare, mentre Mai, sorridendo, tornava a chiedere al cielo di regalarle ancora un po’ di pazienza supplementare.
 
Arrivarono in vista dell’abitazione di Fen in pochi minuti. La giovane, appena entrata in casa, si ritrovò davanti il cugino: il volto corrugato e gli occhi verdi assottigliati che la fissavano, ma fortunatamente parve trattenere qualunque cosa volesse dirle, trovandosi davanti all’Avatar e al suo seguito.
-Cugino.- Lo salutò dolce facendo poi un aggraziato gesto verso gli ospiti. -Ti presento l’Avatar Eiji e i suoi compagni, Fumio, Mai e Ling Beifong. Signori, non credo di dovervelo presentare visto che, Jin, è già stato per voi un recente anche se fugace incontro.-
Nonostante lo sguardo ancora adombrato verso di lei, Jin si inchinò alla compagnia, dimostrando tutte le buone maniere che la nonna aveva inculcato loro, ma che di solito lui non utilizzava, almeno non con la cugina.
-Avatar, signori, benvenuti nella nostra casa. Prego, accomodatevi pure.- Disse il ragazzo dalla pelle scura, prima di fare strada fino al salottino poco distante.
Fen, dopo essersi assicurata che tutti fossero comodamente seduti, si volse di nuovo al cugino, con un sorriso in volto che provocò in questi un’alzata di sopracciglio; un’espressione interrogativa che sembrava chiederle: “Stai sorridendo un po’ troppo, mi devo preoccupare?”
-Dovrei andare a parlare un attimo con la nonna, intrattieni tu i nostri ospiti?- Chiese l’universitaria al ragazzo che inclinò appena il capo come a studiarla, poi annuì appena.
-Con piacere, ma dopo, io e te, facciamo due chiacchiere, Cugina.- Rispose lui.
In quel dire echeggiava chiara una punta di domanda, accompagnata da una minaccia per nulla lieve, e il sorriso della giovane si fece un minimo tirato.
“D’altronde me l’aspettavo!”  Pensò cercando di non mostrare quel suo turbamento e inchinandosi ancora agli ospiti, disse loro: -Vi lascio in compagnia di mio cugino per qualche minuto. Il tempo di avvertire la Nonna del nostro arrivo. A tra poco.-
Uscendo dalla sala, Fen, udì la voce ovattata del gemello dell’Avatar proferire qualcosa, ma, per sapere di cosa si trattasse, avrebbe dovuto aspettare, adesso aveva altro da fare.
Si avviò verso la porta che, dall’interno dell’abitazione, portava al retrobottega della pasticceria: un piccolo ambiente che separava il negozio vero e proprio dal laboratorio, regno assoluto della Nonna di Fen.
 
Mentre camminava si trovò perplessa a ragionare che, seppure fosse normale che Min, una volta trovatasi davanti Jin, fosse ritornata in modalità ‘ameba sorridente’, non facendo altro che fissare il ragazzo (e Fen ancora si chiedeva come il cugino non si fosse mai accorto quanto l’amica gli morisse dietro da anni), la cosa per nulla normale, e decisamente preoccupante, era che anche Fumio aveva fissato quegli occhi verdi con un’espressione tanto seria quanto imperscrutabile. I due ragazzi, il dominatore del fuoco e suo cugino, erano sembrati impegnati a studiarsi a vicenda; e addirittura Eiji, le era parso che analizzasse Jin con molta attenzione, con un vago, enigmatico sorriso sulle labbra.
“Non sono così sicura di aver fatto bene a lasciarlo con loro …” Constatò infine, sulla porta del laboratorio, per poi scuotersi da quel pensiero dicendosi: “Non si scatenerà certo l’ira degli spiriti, per averli lasciati soli qualche minuto, no?”
Mosse un passo nel retrobottega, ma senza avanzare oltre, solo per controllare che la donna fosse li dove sperava e non nella parte pubblica del negozio.
-Che fortuna!- Esclamò la giovane osservando la sua Nonnina indaffarata con le solite, e ben conosciute, mansioni. Nessun altro in vista, segno che Nana stava servendo da sola i clienti.
Decise di essere diretta e concisa, per quanto possibile, visto che la Nonnina odiava che le si facesse perdere tempo, soprattutto se era occupata come in quel momento.
-Nonna, ciao. Non crederai mai a cosa mi è successo stamattina! Ho incontrato l’Avatar e quelli che credo siano i suoi custodi. Hanno chiesto a me e Min indicazioni per arrivare dal Professor Chao Chin. Visto che la città pullula di giornalisti e altri che non aspettano altro che importunare l’Avatar, non è che potrei utilizzare il furgoncino per portarli non visti a destinazione?- Terminata quella tirata riprese fiato, sorridendo speranzosa verso la sua Nonna. Questa, malgrado avesse già dal primo accenno della ragazza alzato gli occhi dal suo lavoro, come se nulla fosse riabbassò lo sguardo tornando a sistemare paste e pasticcini dentro a un vassoio.


La nonna di Fen, con i suoi ancora meravigliosi capelli scuri, malgrado avesse da poco passato la sessantina, e gli occhi verdi identici a quelli della sua adorata nipote non disse una sola parola limitandosi a finire quel che stava facendo.
Non passò che qualche secondo, ma a Fen parve un eternità.
-Nana, l’ordine della signora Han è pronto!- Disse la donna prendendo dal ripiano il vassoio imbandito, accostandosi allo sportelletto che facilitava le azioni tra il laboratorio e la pasticceria vera e propria, per porgere il tutto alla giovane lavorante.
Nana non tardò a prendere quanto la donna le passava e notando la ragazza dai capelli rossi le dedicò un sorriso fuggevole, mentre tornava rapida al proprio lavoro.
Al ché la Nonna, tornando sui suoi passi e prendendo dal ripiano un panno per spolverarsi la farina dalle mani, sospirò per poi dire: -C’è anche il piccolo Ling, non è vero? È una vita che non vedo quel monello, l’ultima volta dovrebbe essere stato il giorno della tua nascita, era in braccio a suo nonno. La sua famiglia era venuta a conoscerti. Uhm… no, ci sono stati un altro paio di episodi in effetti, avrà avuto sì e no una decina di anni.- Una breve pausa. -Non era nei miei piani, ma… sono curiosa di vedere che ragazzo s’è fatto! Andiamo.-
Fen non ricordava di aver visto mai la sua adorata nonnina tanto seria.
La donna posò lo straccio che aveva tra le mani. Si tolse il grembiule, la cuffietta da lavoro, e ravviandosi i capelli, legati dall’immancabile nastro di seta rossa, superò la ragazza per recarsi in casa.
 
-Vediamo questo Grande Avatar!- Esordì la voce della Nonnina di Fen appena varcato l’ingresso del salone.
I presenti si voltarono incuriositi e prima che qualcuno potesse anche solo dire la sua, il vocione di Ling esordì sorpreso: -Zietta, ma… Sei tu?-
Il suo volto era perplesso, ma all’annuire della donna, il ragazzone del Clan del Metallo scattò verso di questa abbracciandola e sollevandola da terra per l’euforia.
-Non ci credo! Non ti vedo da una vita zietta, pensavo che fossi… che so… morta!-
-Tutto tuo nonno, vedo!- Disse la donna divertita e con fare allusivo.
-Sì, lo dice spesso anche la Nonna, ma…- Si voltò verso i compagni di viaggio ancora tenendo la signora stretta a sé. -Vi presento, mia Zia Daiyu, Ufficiale dell’Avatar Korra e guardia del corp…- La voce gli morì tra le labbra. -Ops!- Disse tornando con sguardo pentito alla donna, comprendendo che, il suo eccessivo entusiasmo l’aveva portato, come suo solito, ad essere troppo indelicato.
La donna sorrise all’enorme dominatore, concludendo per lui: -Guardia del corpo del piccolo Avatar. Quel che è stato è stato.-
Questo mentre…
-Lady Daiyu!- Esordirono all’unisono i due ragazzi del fuoco e la maestra dell’aria alzandosi e inchinandosi profondamente.
Min e Jin erano senza parole e lo stesso Fen.
-Tiratevi su, sono secoli che non mi chiamano più così!- Disse la donna.
-Non ti facevo tanto vecchia, zietta!- Commentò Ling incrociando le braccia e annuendo convinto, senza la reverenza degli altri, dovuta a un’ex ufficiale dell’Avatar.
Un sopracciglio della donna tremò incondizionatamente a quel dire, mentre i tre davanti a lei si alzarono, pur mantenendo ancora una postura rispettosa, quasi sottomessa.
La nonnina, muovendosi verso i due gemelli, li squadrò dalla testa ai piedi, poi senza indecisione, osservando Fumio… -Quindi tu sei l’Avatar.- Disse.
Il ragazzo con la spada annuì.
           
-Accidenti come...?- Intervenne l’altro gemello, subito interrotto dalla maestra dell’Aria…
-Quello che dicono su di voi, signora, e sul vostro intuito, non è per nulla infondato, da quel che vedo.-
La donna si voltò verso la fanciulla. -Naaa, non era difficile da capire. Insomma, l’Avatar ha la fortuna di avere un gemello: sono vestiti in maniera identica, pettinati in maniera identica. Anche un idiota avrebbe capito che quello con la spada, ma senza i calli da impugnatura, puzzava di bruciato! Permettetemi il gioco di parole.-
-Grazie al cielo, non tutti, signora, credetemi!- Aggiunse umile Mai.
La donna fece spallucce divertita, per poi chiedere rivolta ai due ragazzi identici: -Quanto spesso fate questo giochino, passandovi semplicemente l’arma?-
-Ogni singola volta che mio fratello Fumio scorge un’ombra di pericolo.- Disse quello che ora era chiaro a tutti fosse l’effettivo Avatar, passando la spada al gemello.
-E capite da sola, Signora, che trovarsi in una casa dove appaiono in bella mostra oggetti appartenenti all’ordine dei Dai Lee, non è esattamente confortante.- Aggiunse il vero Fumio prendendo l’arma e legandosela in vita.
-Hai occhio, ragazzino!- Disse l’anziana complimentandosi. -Questi oggetti appartenevano a mio marito.-
-Già, lo zio. Nonno mi ha raccontato fosse un Dai Lee.- S’intromise nel discorso Ling, come suo solito.
-Il migliore.- Aggiunse la nonnina.
Per un secondo il gelo calò sulla piccola comitiva, poi…
-Quando l’Avatar ha compiuto 16 anni, i nostri predecessori sono venuti a cercarvi all’Isola Kyoshi, ma…- Disse Mai per rompere quell’imbarazzante silenzio.
-Dopo la morte di mio marito, ho preferito tornare a Ba Sing Se. Lui amava questa città e qui era dove vivevamo i nostri figli. Non volevo più aver nulla a che fare con la guerra. Non era più il mio tempo, giovane errante.- Interruppe la donna.
A quelle parole Eiji, si rabbuiò. -Avete perfettamente ragione, Lady Daiyu.- Un cenno ai ragazzi che annuendo gli si accostarono, compreso Ling, anche se palesemente dispiaciuto in volto. -Io, e il mio seguito, togliamo immediatamente il disturbo. Non era intenzione turbarvi imponendovi la nostra presenza.-
I ragazzi al fianco dell’Avatar annuirono convinti a quelle parole.
-Ahhh! Non se ne parla, ragazzino.- Inveì la donna, che era ormai chiaro ritenesse i presenti poco più che poppanti. -Il danno è fatto e poi chi se li subisce i miei nipoti se vi sbatto fuori all’agghiaccio?- Terminò strizzando un occhio verso Jin e Fen.
A quel dire Ling si voltò verso Fumio facendogli un cenno verso la donna, come a rimarcare, a mani aperte, qualche strano concetto tutto loro.
Fumio roteò lo sguardo a quel fare, soprassedendo, almeno apparentemente, a quanto l’amico tentava di sottolineare.
-Senza contare che avete la faccia di chi non si fa una bella dormita da giorni.-
-Il viaggio è stato lungo, Signora, e…- Rispose un Eiji ormai palesemente arreso all’anziana Guerriera Kyoshi.
-Me lo racconti stasera davanti a una bella tazza di tè, che ne dici?- Domandò la donna interrompendolo e puntandosi i pugni suoi fianchi.
-Giusto!- Esordì illuminandosi Ling a quella proposta e fissando Fen, mentre Eiji annuiva, le ricordava: -Mi devi dei dolcetti, Rossa!-

 
   
 
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