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Autore: Saigo il SenzaVolto    05/12/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 

 


L’Ultima Parte


Giorni mancanti allo scontro: 2

“Non sei ancora riuscito ad attivarlo?”

Boruto scosse la testa, osservando i tre manufatti nelle sue mani. “Per quanto la cosa sia frustrante, non sono ancora riuscito a scoprire come diavolo risvegliare il potere al loro interno.” spiegò con un tono freddo. “Mi dispiace, ma non ho davvero idea di cosa bisogna fare.”

L’Eremita sospirò, massaggiandosi le tempie. Questo intoppo era preoccupante. Oggi era l’ultimo giorno che potevano dedicare all’allenamento. Mancava davvero poco allo scontro contro Vrangr, e il ragazzo del futuro non era ancora riuscito ad attivare il Potere del Risveglio. Se non fosse riuscito a svelare il mistero che avvolgeva i manufatti al più presto, allora le loro speranze di vittoria sarebbero state ancora più basse di quanto non lo fossero già.

“Non pensavo che sarebbe stato così difficile per uno come te…” disse anche Eren, il suo tono preoccupato e basso.

“Ho tentato di tutto!” si difese Boruto, voltandosi a fissare l’anziano Otsutsuki con uno sguardo irritato. “In questi ultimi diciassette giorni ho cercato di raggiungere la consapevolezza di me in mille modi, dalla meditazione agli esercizi fisici, fissandomi nella testa un obiettivo come mi hai consigliato di fare tu stesso! Ma non ha funzionato! Poi ho tentato ancora di assorbire il chakra dei manufatti, poi di infondervi il mio, e poi ancora ho meditato, tentato e ritentato in mille modi diversi per ore e ore! Ma ogni mio singolo tentativo non ha portato a nulla!”

L’anziano essere sorrise. “Lo so, non ti stavo rimproverando.” chiarì subito. “Tuttavia mi stupisce che persino un prodigio della mente come te non sia riuscito a svelare il mistero del Potere di Sargon.”

“Parli come se tu sapessi già come usare questo potere…” ribatté l’altro, stizzito.

Boruto si sedette su una sedia, osservando fuori dalla finestra della stanza in cui stavano parlando e poggiando la collana, lo scettro e l’anello sopra un tavolo rovinato. Eren si sedette a sua volta dal lato opposto.

“Questi tre manufatti mi stanno davvero irritando!” sospirò il biondo pesantemente, chiudendo gli occhi. “Da quando li abbiamo ottenuti, non hanno più fatto niente di particolare. Non hanno neppure emesso altro chakra. Se non fosse per il fatto che riesco a percepire l’energia al loro interno col Jougan, sarei pronto a dire che sono dei semplicissimi gioielli antichi.”

Nessuno dei tre disse nulla per diversi minuti dopo quelle parole, continuando a restare in silenzio.

“Credi davvero di aver fatto la scelta giusta, vecchio?” chiese improvvisamente Boruto, senza smettere di fissare l’esterno. “Sei ancora convinto che io sia davvero l’unico in grado di usare l’energia dei manufatti? Stanotte dovremo partire alla volta dello scontro decisivo, e io non sono riuscito ad attivare il Potere del Risveglio nonostante tutto il mio impegno. Credi ancora che io sia la persona adatta per questo compito?”

Hagoromo annuì. “Te l’ho detto, non ho dubbi al riguardo. Solo tu hai le capacità tali da permetterti di risvegliare il Potere sopito nei gioielli. L’ho visto durante il tuo combattimento con Naruto.”

Il ragazzo col mantello inarcò un sopracciglio. “Che cosa hai visto quel giorno?”

“La tua capacità di comprendere!” rispose prontamente l’Eremita. “Durante lo scontro ho visto il tuo modo di ragionare in battaglia, la tua prontezza di riflessi e la tua costante calma nonostante la situazione. Ma quello che mi ha fatto capire che eri tu la persona più adatta a questo ruolo è stato vedere coi miei occhi la tua intuizione.”

Eren rimase confuso dalla risposta dell’anziano. “Intuizione?” ripeté, confuso. “Hai deciso di affidare a Boruto questo compito solo perché hai notato che è bravo a ragionare in battaglia?”

Hagoromo ridacchiò. “Niente affatto!” disse subito dopo. “Non mi riferivo alla sua capacità di risolvere i problemi durante uno scontro, ma bensì al suo modo di vedere le cose e di agire di conseguenza.”

Eren era più confuso di prima, ma neanche Boruto stava capendo a pieno quello che l’Eremita voleva dire.

“Se la cosa ti consola Eren, neppure io credo di aver compreso bene a cosa si riferisce…” disse anche il biondo.

L’Eremita sorrise divertito. “Sai che cosa è il tuo Jougan di preciso, giovane Boruto?” domandò allora.

Il Nukenin aprì l’occhio destro, ma scosse la testa. “Non lo so con esattezza.” rispose lentamente. “Quando gli chiesi delle informazioni al riguardo, Toneri mi rispose solo che il Jougan è un occhio leggendario ed unico nel suo genere, la cui origine è misteriosa e sconosciuta. Ma oltre alle varie abilità che esso mi conferisce, purtroppo, non so nient’altro sul suo conto.”

“Vuoi dire che non hai idea di cosa sia quel tuo occhio?” domandò il ragazzo moro, stupito dalla notizia.

Boruto annuì. “Non ho mai avuto modo di scoprire nulla sul suo conto. Nel mio mondo non esiste un’abilità oculare del genere, e neppure Toneri sapeva perché io avessi ottenuto il Jougan.”

“Non mi stupisce.” riprese a dire l’Eremita. “Toneri è molto giovane, ed ha ancora tanto da imparare sui mondi e le verità che reggono l’universo. Non poteva certo sapere la verità su un argomento così antico.”

Il guerriero si voltò verso di lui, fissandolo col suo occhio destro aggrottato. “Quindi tu a differenza sua sai qualcosa al riguardo?” domandò con sospetto.

Hagoromo ricambiò lo sguardo con calma. “Purtroppo ne so molto meno di quel che potresti pensare,” disse pacatamente. “Come ti ha già detto Toneri, le origini del tuo occhio sono completamente oscure. Se c’è qualcuno a conoscenza di qualcosa al riguardo, nessuno può dirlo. Tuttavia so che non sei l’unico che ha posseduto il Jougan nella storia dell’universo.”

Boruto rimase a bocca aperta dalla notizia. “Vuoi dire che c’è qualcun altro che possiede il mio stesso occhio?” esclamò, allibito.

“Non più ormai,” rispose l’anziano. “Ma in passato, in un tempo e in un mondo molto più lontani di quel che potresti immaginare, ci fu una persona che riuscì a sbloccare misteriosamente il Jougan esattamente come nel tuo caso. Non so dirti chi lui o lei fosse, né che fine fece, ma so che aveva il tuo stesso occhio e le tue identiche abilità!”

Boruto ed Eren ascoltavano con attenzione le sue parole, sconvolti e pieni di stupore.

“Inoltre, tu e quest’altra persona avete un’altra cosa in comune,” disse ancora l’Eremita. “E questa cosa è l’intuizione.”

Il biondo lo fissò con confusione. Non riusciva ancora a capire a cosa si stesse riferendo con quel termine. Non gli diceva niente nella sua testa.

“A cosa ti riferisci con intuizione?” gli chiese allora.

“Mi riferisco alla capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose. Mi riferisco all’abilità di comprendere la verità. Dopo lo scontro con Naruto, come avrai certamente notato, tu sei cambiato in modo radicale, e non negarlo. Non ti comporti più in maniera arrogante e distaccata con tutti come prima, e sei persino riuscito a controllare le tue emozioni dopo aver parlato con Hinata e Sarada. Questo è successo perché quel giorno sei riuscito a vedere la verità nel cuore di Naruto, sei riuscito a leggere ciò che stava dietro le sue azioni, comprendendo una volta per tutte che lui è innocente, come anche Hinata e Sarada. Per questo motivo hai deciso di rivelare a tutti il tuo passato, vero?”

Boruto sgranò gli occhi, allibito. Era vero. Era tutto vero. L’Eremita aveva appena descritto alla perfezione i motivi che lo avevano spinto ad agire in quel modo dopo il suo scontro con Naruto. Aveva illustrato in maniera precisa il perché il suo atteggiamento era cambiato improvvisamente nei confronti dei suoi futuri genitori.

Ma la cosa sconvolgente era che lui non se n’era ancora reso conto.

“Questo è stato possibile anche grazie al tuo occhio.” spiegò l’Eremita. “Il Jougan ti permette anche di fare questo: vedere oltre l’apparenza delle cose attraverso l’intuizione. È stato solo grazie ad esso che quando eri piccolo hai compreso le ragioni che hanno spinto i tuoi genitori a comportarsi in quel modo terribile nei tuoi confronti, ed è stato sempre grazie ad esso che sei riuscito a vedere le verità che si celavano nel passato di coloro che oggi consideri amici. Il tuo occhio ti ha aiutato a vedere ciò che è nascosto nell’anima delle persone. In pratica, basandoci su quello che ti permette di vedere, il Jougan può essere definito in questo modo: l’occhio che vede nell’anima!”

Boruto rimase di stucco all’udire quella frase. Uno strano senso di nostalgia lo pervase in quel momento. Era come se avesse già sentito da qualche parte quell’espressione, ma non riusciva a ricordare dove. Poi, inaspettatamente, gli parve di sentire una voce nelle orecchie, gli sembrò di ricordare qualcosa di familiare ed allo stesso tempo misterioso. Un sussurro leggero e stranamente familiare gli riecheggiò improvvisamente nella mente, come il brandello di un sogno distante di cui aveva perso memoria.
 

“L’occhio sull’anima…”
 

Hagromo sorrise, riscuotendolo dai suoi pensieri. “Per questo sono convinto che puoi farcela!” disse di nuovo. “Per questo sono certo che, in un modo o nell’altro, tu sarai in grado di risolvere il mistero che si cela dietro ai manufatti! Tu hai un’arma che nessun altro nell’universo possiede, e sei il più forte del gruppo. Per questo sono certo della mia scelta! Perché ho fiducia in te!”

Boruto lo fissò, stupito dalla sincerità e dalla fiducia che l’Eremita aveva nei suoi confronti. Non riusciva a spiegarsi perché l’anziano Otsutsuki fosse così amichevole nei suoi confronti. Era l’unico che aveva mostrato di essere fiducioso di lui in quel modo, a parte Sarada almeno.

“Anch’io sono certo che ce la farai!” esclamò anche Eren con un ghigno, facendo voltare verso di lui il biondo. “Te l’avevo detto, no? Anche se non ti conosco da molto tempo, ho fiducia in te! Hai dimostrato di essere un tipo in gamba! Sarà un onore per me accompagnarti nello scontro col drago!”

Il ragazzo col mantello sorrise lievemente. “Grazie mille, Eren!” rispose con sincerità. “Sarà un onore anche per me!”

Detto questo, il biondo si alzò dalla sedia, afferrando i tre manufatti dal tavolo e cominciando a camminare verso l’uscita.

“Molto bene,” disse con decisione. “Allora adesso ritenterò per l’ennesima volta di vedere cosa posso fare con questi gioielli. Ci vediamo stasera al posto stabilito.”

“Aspetta, giovane Boruto!” lo richiamò subito l’Eremita, attirando l’attenzione dei due ragazzi.

Il guerriero si fermò davanti la porta, voltandosi lentamente.

“Prima di andartene, voglio che tu prenda questo con te.” disse Hagoromo con un sorriso, porgendogli con una mano un piccolo oggetto rotondo.

Boruto inarcò un sopracciglio. “Huh?”
 
 

Sei ore dopo, cancelli del Muro di Maria
 
Il cielo era rosso, il tramonto all’orizzonte dietro le colline intenso e quasi accecante. Le gigantesche mura che circondavano la città si stagliavano alte nel cielo, coprendo con la loro ombra le figure di undici persone che si trovavano alla loro base, proprio fuori dal Distretto.

Naruto osservava con uno sguardo indecifrabile i volti dei suoi compagni.

Tutti i presenti avevano uno sguardo serio, i loro corpi erano tesi e rigidi, le loro espressioni nervose ed incerte.

Minato e Kushina non lo davano a vedere, ma Naruto aveva imparato a conoscerli meglio nel corso di questi giorni, tanto da riuscire a notare la tensione presente nei loro occhi mentre restavano in silenzio ad osservare con aria pensierosa il cielo.

Sakura stringeva ripetutamente le mani, seduta a terra con lo sguardo rivolto al terreno. Era un gesto che il jinchuuriki conosceva bene. La sua compagna era solita sfogarsi in quel modo ogni volta che lei ed il resto del team partivano per una missione pericolosa o particolarmente importante. Aveva imparato a notare questi suoi piccoli atteggiamenti e gesti che esprimevano il nervosismo che provava dentro.

Sasuke invece era tornato ad essere silenzioso e riflessivo, il suo sguardo apparentemente impassibile. Se ne stava in piedi, con la schiena poggiata al muro di cemento e gli occhi chiusi. Tuttavia era possibile notare il suo vero stato d’animo osservando con attenzione il modo in cui la sua mascella si muoveva di scatto per qualche secondo, quasi impercettibilmente, nello stringere i denti con forza.

Fugaku aveva una mano posata sulla spalla di sua moglie, ed i due coniugi si fissavano l’un l’altro nel tentativo di infondersi coraggio a vicenda, entrambi visibilmente preoccupati.

Hinata dal canto suo era la persona che si riusciva a leggere meglio. Le sue gambe tremavano leggermente, i suoi pugni erano serrati con le nocche bianche. La sua faccia esprimeva visibilmente timore, tensione e paura. Era la più emotiva del gruppo, nonché la più terrorizzata dall’idea di affrontare un drago, ma nonostante questo si riusciva a vedere che tentava al massimo di calmare la sua paura facendo profondi respiri. I risultati erano scarsi però.

Sarada al contrario sembrava stranamente calma e serena in quella situazione, anche se la tensione le aveva reso il corpo rigido e teso. La ragazza del futuro però non appariva per nulla spaventata, ma si limitava ad osservare il tramonto con un sorriso, come se stesse ricordando qualcosa tra sé nella sua testa, chiusa nel suo mondo segreto.

Eren invece continuava da diversi minuti a fare avanti e indietro con le gambe, visibilmente preoccupato e teso dall’idea di ciò che stavano per fare. Era evidente che l’idea di ciò che aspettava loro non gli piacesse, ma nonostante questo Naruto riusciva a vedere la determinazione che brillava nei suoi occhi. Il ragazzo moro aveva deciso lui stesso di aiutarli in quell’impresa, e nonostante fosse più che terrorizzato dall’idea di affrontare il drago, in quel momento non si stava tirando indietro, restando fedele alle sue parole.

Persino l’Eremita appariva stranamente più serio e concentrato del solito mentre osservava uno ad uno i componenti del gruppo.

Si vedeva chiaramente che la tensione era arrivata alle stelle per tutti loro. Lo stesso Naruto aveva cominciato a sentire negli ultimi giorni un senso d’inquietudine che cresceva sempre più. Aveva iniziato a provare una tensione che aumentava ogni giorno.

Dopotutto, era finalmente giunto il momento.

Adesso sarebbe stato il momento decisivo. Adesso, dopo quasi tre mesi e mezzo di viaggi, era giunta l’ora di farla finita una volta per tutte.
Era arrivato il momento di affrontare Vrangr, il drago divoratore di mondi.

Non potevano più tornare indietro. Non si poteva scappare. Il destino di Eldia e quello di moltissimi altri mondi era nelle loro mani. Avevano il dovere di affrontare questa sfida a testa alta. Non potevano permettersi di mollare tutto.

Ma, nonostante tutti loro sapessero già queste cose, nessuno riusciva a nascondere completamente la tensione che provavano nel cuore. 

E come non biasimarli? La sola idea di dover affrontare una creatura leggendaria e pericolosa come un drago avrebbe messo paura a chiunque, anche al più impavido ninja del loro mondo. Non potevano fare a meno di essere tesi avendo la consapevolezza di ciò a cui stavano andando incontro.

Stavano andando contro ad una bestia di cui non sapevano nulla, se non il fatto che fosse talmente potente da riuscire a distruggere interi mondi con facilità.

Tuttavia, Naruto non poté fare a meno di notare che mancava ancora una persona all’appello. E quella persona era proprio il suo misterioso futuro figlio, il quale non si era fatto vedere da più di diciotto giorni.

Hagoromo sorrise. “Sembra che qualcuno sia in ritardo.” disse semplicemente per smorzare la tensione.

“DOVE DIAVOLO SI È CACCIATO?” esclamò rabbiosamente Kushina, esasperata dall’attesa snervante. “Sono passati già dieci minuti!”

Sasuke sbruffò. “Quel tipo è davvero irritante!”

“Suvvia, non vi agitate.” li richiamò l’Eremita con calma. “Sono certo che Boruto arriverà a momenti. Dopotutto, la responsabilità sulle sue spalle è grossa, siate comprensivi con lui.”

Gli altri si acquietarono. Era vero. Boruto aveva il compito più importante tra tutti loro. La responsabilità che aveva ricevuto era enorme. La riuscita della missione dipendeva quasi completamente dal fatto che il ragazzo del futuro riuscisse a scoprire come attivare il Potere dei manufatti che avevano ottenuto.

Senza quel potere, le loro possibilità di vittoria si sarebbero ridotte notevolmente.

Sarada sospirò. Non poteva neanche immaginare la tensione che il suo amico doveva star provando in quel momento. Era grata del fatto che quella responsabilità non fosse toccata a lei, anche se la cosa poteva sembrare egoistica.

Tuttavia era evidente che il Nukenin fosse il più adatto a quel compito. Lei credeva in lui con tutta se stessa.

Il suo Bolt era stato considerato un genio ed un prodigio sin da quando era piccolo. La sua intelligenza e la sua arguzia erano note in tutto il mondo. Probabilmente la sua furbizia superava persino quella dei Nara.

Proprio per questo tutti avevano paura di lui.

Perché il mondo riteneva Boruto un criminale. Un criminale non solo estremamente potente, ma anche maledettamente furbo ed intelligente. Un criminale che era stato in grado di eludere per tutta la sua vita la forza dell’Unione con la sua intelligenza, un criminale che aveva portato la fazione Ribelle ad un potere immenso grazie al suo aiuto, e che era stato capace di portare alla distruzione un intero Villaggio in una sola notte solamente con l’aiuto di altre sei persone.

Il suo amico era arrogante e confidente, ma aveva tutto il diritto di esserlo. Le persone che potevano eguagliarlo erano pochissime nel loro mondo, e ad oggi solo l’Hokage e suo padre erano gli unici in grado di poterlo fermare senza dubbio. Il potere che possedeva era troppo grande, e nessuno sapeva come avesse fatto ad ottenerlo. Quello che aveva fatto nella sua breve vita era stato incredibile ed inaspettato. Non vi erano precedenti nella storia degli Shinobi di una persona che aveva compiuto simili imprese a soli diciassette anni.

Neanche Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha erano riusciti a fare tanto. Certo, i due eroi del mondo ninja avevano sventato una Guerra e portato la pace tra le Nazioni Unite, ma il suo vecchio amico aveva fatto esattamente il contrario, il che era peggio.

Boruto aveva cambiato il mondo, spaccandolo a metà.

Lui da solo, assieme ai suoi amici e alla sua maledetta Organizzazione, aveva portato conflitti e terrore nel mondo, lottando in nome di una libertà ed una giustizia che lei non riusciva a comprendere. Aveva rovesciato e rifiutato gli ideali degli Shinobi, valori considerati da tutti intoccabili per secoli, opponendo a quest’ultimi i suoi propri ideali.

Boruto era stato l’unico nella storia dei ninja che aveva dichiarato guerra al concetto stesso di Shinobi.

E proprio grazie a questo tutti coloro che avevano perso la fiducia negli Shinobi e che odiavano l’Unione e i ninja lo vedevano come un eroe, supportandolo e credendo in lui. Boruto era diventato il simbolo e la speranza di migliaia di persone che condividevano il suo odio nei confronti dei ninja e dei loro valori.

Boruto Uzumaki aveva letteralmente cambiato il mondo da solo, e nessuno era riuscito a fermarlo.

“Vedo che la vostra pazienza non è allenata.” fece una voce priva di emozione all’improvviso.

Sarada, Naruto e tutti gli altri si voltarono di scatto, sorpresi di vedere il ragazzo del futuro comparire così all’improvviso.

Il Nukenin era apparso in mezzo a loro dal nulla, la sua faccia perennemente indifferente ed il suo occhio sinistro socchiuso con un’aria annoiata. Portava al collo la solita collana, mentre aveva indossato l’anello sull’indice destro, reggendo con la stessa mano il piccolo scettro.

“Boruto!” lo accolse l’Eremita con un sorriso. “Hai fatto progressi?”

Il biondo scosse la testa. “Purtroppo no,” rispose, la sua voce fredda. “Non sono riuscito ad attivare il Potere dei manufatti neanche stavolta. Mi dispiace.”

Sakura sgranò gli occhi. “Cosa?” esclamò, sconvolta. “Non sei riuscito a scoprire come usare i manufatti?”

Gli altri osservavano con espressioni colme di timore il giovane guerriero.

Boruto annuì. “Le cose, per quanto mi dispiaccia ammetterlo, stanno proprio così.” confermò senza esitare. “Ho tentato di tutto in queste settimane per scoprire come utilizzare l’energia all’interno dei gioielli, ma nessun mio tentativo ha portato a nulla.”

Fugaku strinse i pugni. “Stai dicendo che non sei stato in grado di fare nulla?” disse con un tono frustrato e nervoso. “E ora cosa diavolo dovremmo fare? Lo scontro col drago è imminente! Come possiamo avere una possibilità di vittoria senza quel Potere?”

Il ragazzo lo fissò di sbieco, ma non rispose.

“Calmatevi!” disse subito Hagoromo, il suo tono serio ed autoritario. “A differenza di quel che potreste pensare, io sono più che soddisfatto di quello che abbiamo ottenuto.”

Naruto lo guardò, stupito. “Cosa vuoi dire, vecchio Eremita?”

L’anziano essere sorrise. “Tu e Sasuke avete fatto molti progressi in queste settimane nel controllo dell’Energia naturale. Sarete in grado di usare il Potere che vi ho concesso senza difficoltà dopo quest’allenamento intensivo. Inoltre, tutti voi avete passato questi giorni ad allenarvi senza sosta, quindi il vostro tempo non è stato sprecato in nessun modo. Sono certo che tutto questo vi sarà incredibilmente utile al momento giusto.”

“E questo basterà a darci una possibilità di vincere contro il drago?” domandò Sasuke, la sua voce seria.

“Non posso dirlo con certezza,” rispose l’Otsutsuki con un tono basso. “Ma non dovete dimenticare che la visione mi ha mostrato chiaramente che voi siete gli unici in grado di mettere fine alla minaccia di Vrangr. Con o senza il Potere del Risveglio, soltanto voi potrete fare qualcosa in questa situazione. Su questo non ci sono dubbi.”

Poi, l’Eremita rivolse lo sguardo verso il ragazzo col mantello.

“Inoltre,” proseguì con un sorriso. “Come ho detto già diverse volte, non ho dubbi neanche sul fatto che Boruto sia l’unico che possa usare questo potere. Che ci crediate o meno, sono certo che prima o poi lui riuscirà a scoprire il mistero che avvolge i manufatti. Abbiate fiducia in lui.”

Il silenzio prese a regnare tra tutti i presenti.

Naruto sospirò “Dunque… è davvero giunto il momento?” chiese, la sua voce seria.

L’Eremita tornò serio all’istante. “Già!” disse. “Quello che tutti voi sapevate di dover fare inizia adesso. È giunto il momento che tutti voi affrontiate la più grave minaccia che il vostro mondo abbia mai visto fin’ora.”

Sasuke strinse i pugni, la sua espressione tesa.

Hinata fece un passo avanti, esitando solo per un istante prima di fare appello a tutto il suo coraggio.

Minato poggiò una mano sulla spalla di Naruto, sorridendo con confidenza.

Kushina fece schioccare le mani, portandosi affianco a suo marito e suo figlio.

Mikoto alzò la testa, il suo volto serio e teso.

Fugaku s’irrigidì, incrociando le braccia.

Sarada si aggiustò gli occhiali, attivando i suoi occhi.

Eren serrò i pugni, stringendo i denti.

Boruto fece un respiro profondo, senza muoversi.

L’Eremita li osservò col suo Rinnegan, scrutando con attenzione ognuno di loro. “Miei giovani Shinobi,” cominciò a dire. “Adesso le cose si faranno davvero ardue per tutti voi. Adesso è giunto finalmente il momento di porre fine a questa missione, compiendo l’obiettivo per cui vi ho portati qui in questo mondo.”

Tutti ascoltarono con attenzione, i loro cuori che battevano all’impazzata.

“Vrangr è una creatura estremamente potente e crudele,” spiegò Hagoromo con una voce spaventosamente seria. “E non esiterà ad uccidervi appena giungerete dinanzi a lui. Non posso dirvi cosa dovrete fare contro quel drago, perché io stesso non conosco il suo vero potere, e sono consapevole di non essere in grado di poterlo sconfiggere. Tuttavia credo in voi e nella vostra determinazione! Sono certo che potete farcela!”

Naruto e gli altri rimasero sempre in silenzio.

“Da questo momento in poi dovrete mettere da parte le vostre differenze e le ostilità tra voi, unendovi insieme come una cosa sola per riuscire a sconfiggere il drago!” disse ancora l’Eremita. “Appena giungerete dinanzi a quella creatura, dovrete agire come una vera squadra se volete davvero uscirne vivi! Non lasciate che i vostri sentimenti e le vostre differenze vi possano portare alla sconfitta! Agite insieme contro di lui, e non permettete all’odio di avere la meglio su di voi!”

Boruto serrò i pugni con forza.

“Proteggetevi a vicenda e guardatevi le spalle l’un l’altro,” continuò l’anziano. “Solo così potrete davvero avere una possibilità di vittoria!”

Poi Hagoromo fece una pausa, osservando quelle undici persone dinanzi a lui. Quei quattro adulti insieme ai sette giovani stavano per compiere un’impresa che nessun altro prima di loro aveva neanche sognato di intraprendere. Tutti loro stavano per giungere alla fine della missione, ma il futuro era incerto e pieno di pericoli. La possibilità di restare uccisi era elevata per ognuno di loro.

“So che quello che dovrete fare è estremamente rischioso,” disse con un tono pacato. “Nessuno meriterebbe mai di dover affrontare un pericolo simile, in nessuna circostanza. I draghi erano creature temute da tutti perché non c’era nessuno in grado di sconfiggerli. Il loro potere era quasi ineguagliato. Per questo motivo mi addolora molto dovervi mandare a combattere contro uno di loro…”

Hinata sentì le mani cominciare a tremarle dalla paura.

“Ma, per quanto questo sia ingiusto, solo voi potete farcela. Solo voi potete mettere fine a questa strage e distruzione che Vrangr sta causando. La salvezza di Eldia, quella del vostro mondo e di tanti altri ancora è solamente nelle vostre mani.”

Naruto sentì una forte determinazione nascergli dentro al ricordo delle persone che avrebbe potuto salvare sconfiggendo il drago, rimpiazzando così l’ansia e il timore dentro di lui.

L’Eremita li osservò con un sorriso. Questi erano gli ultimi istanti in cui avrebbe potuto parlare con loro, gli ultimi momenti di pace prima di lasciarli andare incontro ad una minaccia talmente grande che persino lui avrebbe avuto timore al pensiero di doverla affrontare.

“Non lasciatevi vincere dalla paura,” intimò loro con dolcezza ed un tono pieno di compassione. “So che quello che state per fare potrebbe essere una follia, ma io ho fiducia in ognuno di voi! So che potete tutti tornare a casa vittoriosi! Non lasciatevi togliere la speranza per nessun motivo!”

Sarada sorrise lievemente.

“Il futuro di migliaia di mondi è nelle vostre mani,” dichiarò con foga l’anziano essere. “Non possiamo permettere a quel drago di continuare a distruggere migliaia e migliaia di vite! Siete d’accordo?”

“Sì!” esclamarono Naruto, Sarada, Minato, Kushina e Sakura, i loro sguardi pieni di ardente determinazione.

Sasuke e Mikoto sorrisero, facendo un cenno del capo.

Fugaku ed Hinata annuirono.

Eren si batté un pugno sul cuore, sorridendo con decisione.

Boruto ghignò ferocemente.

L’Eremita annuì, fissandoli con orgoglio. “Vi spedirò nel luogo dove si trova il drago tramite una tecnica particolare,” spiegò loro subito dopo. “Una volta giunti lì, sono certo che saprete subito cosa fare per scovare Vrangr. Abbiate fiducia in voi stessi e nei vostri compagni, e sono certo che ce la farete a compiere questa missione!”

Poi, volgendosi verso il Nukenin, Hagoromo sorrise. “Affido il comando del gruppo a te, giovane Boruto!” disse con un tono carico d’incitamento. “Sei l’unico a cui posso affidare questa responsabilità! So che sarai in grado di fare la cosa giusta!”

Il guerriero non rispose, limitandosi ad osservare col suo occhio sinistro il Rinnegan dell’Otsutsuki. I due si fissarono a vicenda in silenzio, mille emozioni che danzavano nei loro sguardi in segreto, all’insaputa del resto del gruppo. Poi, dopo diversi secondi, il ragazzo del futuro annuì una sola volta con la testa.

“D’accordo.” disse semplicemente

Detto ciò Hagoromo unì le mani insieme, cominciando ad infondere energia nei suoi palmi.

“È arrivato il momento, amici miei,” annunciò con un tono rassegnato ma confidente. “Adesso non potrò più accompagnarvi in questa vostra avventura. Dovrete riuscire a sconfiggere il drago da soli. Una volta giunti lì, non potrò più raggiungervi o aiutarvi in alcun modo.”

Naruto lo guardò con tristezza. “Quindi non ci vedremo più?” domandò pacatamente.

Hagoromo sorrise. “Ci rivedremo quando tutto sarà finito,” rispose con sicurezza. “E allora festeggeremo insieme la caduta di Vrangr! Sono certo che ce la farete ad emergere vittoriosi!”

Il biondo ghignò, confidente. “Puoi scommetterci, vecchio Eremita!” dichiarò con determinazione. “Non basterà un drago a fermare Naruto Uzumaki, il futuro Hokage! Né tantomeno i miei amici! Vero ragazzi?”

Come sempre, la sua determinazione fece risollevare gli animi di tutti i presenti.

Sasuke chiuse gli occhi. “Hn. Non moriremo così facilmente, stanne certo.” disse con un piccolo sorriso.

“Certo che no!” esclamò subito dopo Sakura, sollevando in aria un pugno. “Niente e nessuno potrà fermare tutti noi messi insieme! Vero?”

Hinata annuì debolmente, riuscendo a calmare leggermente la sua ansia. “C-Certo! T-Tutti noi completeremo con successo la missione!”

Fugaku ghignò. “E noi adulti ci assicureremo che tutti i giovani tornino sani e salvi!” disse con sicurezza. “Non permetteremo a nessuno di fermarci così facilmente!”

Minato annuì, guardando tutti i suoi compagni. “Insieme possiamo farcela!” dichiarò a sua volta. “Per la salvezza di tutti coloro che dipendono da noi, non possiamo fallire!”

“Faremo rimpiangere a quel drago di aver scelto di distruggere questo mondo!” esordì anche Kushina, la sua faccia ardente di decisione.

Mikoto ridacchiò ferocemente. “Non ci arrenderemo dinanzi a nulla!”

“Per riuscire a salvare il nostro mondo, non possiamo permetterci di perdere!” esclamò Sarada, stringendo un pugno con forza e sorridendo dinanzi al gruppo.

Eren ghignò. “Non so come sarà questo drago, ma posso assicurarvi che il mio Titano è più che disponibile per farlo a pezzi!” disse con foga. “Non sei d’accordo anche tu, Boruto?”

Il Nukenin però non disse nulla, continuando a fissare i suoi compagni con uno sguardo indecifrabile.

Vedendo la sua strana reazione, Naruto si portò vicino a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Anche se siamo partiti col piede sbagliato, voglio che tu sappia che sarà un onore concludere questa avventura sotto il tuo comando!” gli disse con un sorriso a trentadue denti. “Sono certo che ci condurrai senza difficoltà alla vittoria, Boruto!”

Boruto lo fissò con uno sguardo indecifrabile per diversi secondi, prima di abbozzare un piccolo sorriso a sua volta.

“Grazie.” disse semplicemente.

Minato gli diede una piccola pacca sulla spalla. “Suvvia Boruto! Un comandante deve fare un discorso d’incitamento migliore di un semplice ‘grazie’!” disse con un tono divertito. “Dopotutto, te lo dice un Hokage!”

Boruto sospirò esasperatamente, ignorando le risatine generali del resto del gruppo. Poi, dopo alcuni secondi, il ragazzo col mantello si portò al centro del gruppo, fissando tutti col suo occhio azzurro. Gli altri lo ascoltarono con interesse.

“Non possiamo permetterci di perdere,” dichiarò, il suo tono basso ma deciso. “Non possiamo lasciar fare a quel drago queste continue stragi. Ne va del destino di Eldia, del destino del nostro mondo, e del destino di altri mondi ancora. Ne va della salvezza delle nostre famiglie, dei nostri amici e di tutti quelli che credono in noi. Non stiamo combattendo per noi stessi, ma stiamo combattendo per tutti coloro che hanno riposto la loro fiducia in noi. Perciò, per la salvezza del passato e per la salvaguardia del futuro, tutti noi dobbiamo vincere. Non possiamo esitare. Non ci lasceremo sopraffare dal nemico.”

Poi, poggiandosi una mano sul petto, Boruto ghignò ferocemente.

“Dedichiamo i nostri cuori per raggiungere la vittoria!” urlò a gran voce.

Naruto e tutti gli altri sorrisero.

“Sì!” risposero in coro.

Hagoromo osservò la scena con un ghigno carico di felicità.

“Sapevo di aver fatto la scelta giusta!” pensò tra sé. “Sono certo che sarai capace di condurli alla vittoria, Boruto Uzumaki. Ho fiducia in te!”

Dopo alcuni secondi, l’Eremita formulò diversi sigilli con le mani.

“Il nostro tempo è scaduto, miei giovani compagni!” disse loro a quel punto, attirando l’attenzione di tutti. “Non possiamo perdere altro tempo! Adesso vi condurrò nel luogo del vostro scontro finale!”

Boruto e tutti gli altri si voltarono verso di lui.

Hagoromo continuò. “Abbiate fiducia in voi stessi ed aiutatevi a vicenda! Così facendo, ne uscirete di sicuro vincitori!”

Naruto annuì senza esitazione. “Grazie di tutto, vecchio Eremita!” disse con un sorriso.

L’Otsutsuki ricambiò il sorriso. Poi, senza perdere tempo, poggiò lentamente la mano destra sul terreno, e come per magia tutta la terra sotto i piedi dei nostri eroi s’illuminò improvvisamente di una luce accecante ed intensa.

“Buona fortuna, amici miei!” li salutò per l’ultima volta con un sorriso. “Che il nostro prossimo incontro possa essere pieno di gioia per la riuscita della missione!”

“Arrivederci, Eremita!” lo salutarono Naruto, Kushina, Sarada e Minato.

Sakura, Hinata e gli Uchiha invece ricambiarono il saluto con le mani.

Eren annuì con decisione.

Boruto Uzumaki gli rivolse un ultimo sguardo con un sorriso.

E poi, dopo neanche un secondo, tutta la terra dove gli undici si trovavano fino ad un secondo prima s’illuminò completamente di una luce accecante, investendo tutto ciò che si trovava al suo interno.

E, quando alla fine Hagoromo annullò la tecnica, egli si ritrovò da solo dinanzi ai cancelli del gigantesco muro di cemento.



 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Come vi avevo promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Spero possa esservi piaciuto.

Finalmente è arrivato il momento che abbiamo atteso sin dall'inizio di questa storia. Finalmente, per i nostri eroi è giunta l'ora di incontrare questo misterioso drago che abbiamo udito così tante volte nel corso dei capitoli precedenti. Il futuro è incerto e pieno di pericoli per i nostri protagonisti, e la minaccia più grave e pericolosa di tutte deve ancora essere rivelata. Riusciranno Naruto e company a superarla?

Il prossimo capitolo uscirà giovedì 7 dicembre!

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e soprattutto coloro che commenteranno. A presto! ;)
   
 
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