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Autore: shiningreeneyes    05/12/2017    1 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che conosceva e in cui credeva viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
Note traduttrice: La storia non è mia, questa è solo una traduzione.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg
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Epilogo.

 

 

Harry

 

 

Fu il 5 luglio che Aidan fece il suo primo sorriso. Eravamo tutti e tre seduti sul letto, appoggiati contro la testata, ed Aidan giaceva tra le braccia di Louis, aveva appena finito il biberon di latte e appariva sazio e contento. I suoi occhi, che nelle ultime settimane erano diventati sempre più blu, stavano - come di consueto - girovagando senza concentrarsi su qualcosa in particolare. Ma poi improvvisamente si bloccarono. La mascella di Louis si spalancò ed emise un leggero piagnucolio. 

 

"Mi sta guardando negli occhi!" esclamò eccitato, "Harry, guarda! Mi sta guardando negli occhi!" rimase così seduto in quel modo, eccitato e a mio avviso adorabile, per dieci minuti prima di urlare un "oh mio Dio, sta anche sorridendo. Non mi odia dopotutto!" poi iniziò a piangere. Louis, non Aidan. 

 

Non sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto piangere quell'estate. Il 16 settembre partii per Manchester, e mentre caricavo la mia macchina con tutto ciò che mi serviva, tutti tranne mio padre erano in lacrime. Adrian e Connor continuavano a strattonarmi i jeans e a dirmi di rimanere a casa, entrambi in singhiozzi, intanto la mamma mi accarezzava la testa, le sue guance bagnate mentre borbottava su come tutti i suoi bambini la stessero abbandonando uno dopo l'altro. E poi c'erano Louis e Aidan. L'espressione sul volto di Louis e la quantità di lacrime che stava versando stavano facendo sembrare tutto come se stessi per unirmi alla guerra di Afghanistan. Aidan da parte sua sembrava capire che stesse succedendo qualcosa, perché stava piangendo contro la spalla di Louis e non smetteva di muoversi, rendendo difficile a Louis tenerlo. 

 

"Starò via per un paio di settimane, sai," dissi, una mano sulla vita di Louis e l'altra sulla schiena di Aidan.

 

"Non sono mai stato senza vederti per tanto tempo da... non so nemmeno quando," disse con voce triste, "e Aidan non è mai stato senza di te per più di qualche ora. Sarà isterico."

 

"Starete bene," ridacchiai, "dubito che Aidan possa rendersi conto se sono io o tu a dargli da mangiare e a coccolarlo."

 

Mi mandò un'occhiataccia. "Certo che lo saprà, i bambini sanno queste cose."

 

Sembrava avere ragione in un certo senso, perché dopo aver salutato Aidan e avergli detto di fare da bravo, lo ridiedi a Louis, e lui iniziò a piangere. Forte. Quello portò Louis a piangere più forte, e ci volle almeno mezz'ora prima che mi lasciasse andare per poter salire in macchina e partire.

 

Come poi scoprii, stare lontano da loro non era molto divertente. Per niente. Finii persino a piangere mentre ero al telefono con Lou una notte. Mi stava raccontando della sua giornata con Aidan, di come aveva urlato di gioia quando mia mamma lo aveva tenuto per le braccia, con i piedi per terra, dandogli l'illusione di poter camminare, e una sensazione di completa e totale solitudine mi aveva riempito dalla testa ai piedi. Mi sentivo come se mi stessi perdendo tutto.

 

Tornai a casa alla fine del mese, giusto in tempo per accompagnare Louis all'ospedale per fare la radiografia per... beh, qualunque cosa fosse. Non sembrava particolarmente a disagio, si limitava a fare tutto quello che gli dicevano con un sorriso ed un cenno. Conoscendolo, l'apparente calma era reale - i finti sentimenti non erano il suo forte.

 

Quando arrivarono i risultati era quasi Natale, ed io ero tornato a Manchester, impegnato a preparare il mio primo esame del semestre.

 

"Non potremmo fare sesso senza preservativo per un po'," fu quello che Louis disse nel momento esatto in cui risposi alla sua chiamata.

 

Sbattei le palpebre. "Perché?"

 

"Perché in base ai risultati delle radiografie, è probabile che finirò di nuovo incinto, dato che a quanto pare ho un fottuto utero nel culo e, per quanto io ami Aidan, preferirei che non succedesse in questo momento."

 

In questo momento.

 

Era un indizio per farmi capire che avrebbe voluto altri bambini con me in futuro? Non glielo chiesi, ma di sicuro non mi sarei dimenticato di quello.

 

Naturalmente tornai a casa per Natale, era tutto stupendo e pieno di cibo e decorazioni e sesso a tarda notte per i primi giorni. Il 30 dicembre, però, Owen venne a casa, insieme alla madre che non sembrava molto a suo agio. Ero andato io ad aprire la porta, e quando tornai in salotto, dove Louis era seduto sul divano con Aidan in grembo, giurai di sentire la tensione tra loro tre.

 

Entrambi se ne andarono piuttosto velocemente - per fortuna, pensai, anche se decisi di non dirlo -, rimasero solo per un quanto d'ora, giusto il tempo di consegnare un paio di regali e scambiare alcune parole imbarazzate. Quando si fermarono vicino alla porta, pronti ad andare via, Louis chiese a bassa voce a sua madre se volesse tenere Aidan, o almeno guardarlo. Lei si limitò a rispondere con un rigido: "No, devo andare a lavoro". Il modo in cui tutto il suo corpo si piegò e il suo viso acceso dalla delusione a causa del rifiuto non passarono inosservati ai miei occhi, e mi spezzò il cuore. Lo sguardo che Owen aveva mandato a Louis mentre usciva dalla porta era pieno di scuse e tristezza.

 

"Cambierà idea," disse Louis più tardi quella sera, quando eravamo a letto. Non sembrava però credere alle sue parole. Non lo disse ad alta voce, e nemmeno io.

 

Era strano, in qualche modo, ripensare a tutto quello che era successo da agosto. Era passato poco più di un anno, eppure sembrava una vita. Non solo la mia vita era cambiata così tanto da riconoscerla a malapena, ma avevo anche dovuto fare i conti con l'aver messo incinto un ragazzo. Non sarebbe dovuto essere possibile, invece ero lì con un figlio che era nato da un maschio. Per quanto poco maschile fosse, delle volte, era comunque un ragazzo. Lo avevo visto con i miei occhi. Avevo avuto un dannato bambino con un ragazzo. A volte, anche in quel momento, non mancava mai di stupirmi.

 

Un'altra cosa che non mancava di stupirmi era il fatto che Louis mi amasse. Dopo tutta la merda che gli avevo fatto passare dal momento in cui ci eravamo incontrati, lui mi amava e si fidava ancora di me. L'avevo rifiutato, l'avevo umiliato, tradito, gli avevo praticamente spezzato il cuore, gli avevo detto un sacco di cose orrende, gli avevo dato un pugno e, nonostante tutto quello, non portava rancore. Come una persona potesse riuscire ad essere tanto gentile e a perdonare quelle cose, non lo capivo. Ma, come mi aveva detto un freddo giorno di febbraio mentre eravamo fuori a passeggiare con Aidan, non mi avrebbe mai perdonato per aver messo a rischio la vita del bambino solo per non essere stato in grado di gestire la mia rabbia. Non era arrabbiato con me per quello, mi avevo detto in toni rassicurante, e non l'avrebbe mai usato contro di me, ma non mi avrebbe mai perdonato. Mai.

 

E a dire la verità, ne ero felice.

 

Tra il pendolarismo avanti e indietro per Manchester, tenere il passo con i compiti e i saggi, passare il tempo con Aidan e Lou e lavorare al supermercato, non avevo più tempo libero per vedere Liam e Zayn. Niall, d'altra parte, lo vedevo tutto il tempo dato che il negozio in cui lavoravo era della madre. Sembrava trovare grande divertimento in quel fatto, e passava la maggior parte del tempo appoggiato agli scaffali, sorridendomi e guardandomi sistemare il cibo mentre sgranocchiava un pacchetto di patatine.

 

Potrei o non potrei avergli gettato contro una scatola di fagioli un paio di volte.

 

Una sera mi imbattei in Lauren mentre ero in un supermercato a Manchester. Stava camminando mano nella mano con un ragazzo che era più alto il doppio di me e sbuffai quando li superai, perché ovviamente Lauren sarebbe andata avanti e si sarebbe ritrova con quel tipo di fidanzato. I nostri sguardi si incontrarono quando fummo uno affianco all'altro nel reparto dei cereali, ma tutto ciò che fece fu arricciare il naso come per farmi intendere che non capiva come avesse fatto a frequentarmi. 

 

Non ero mai stato così d'accordo con lei.

 

Gennaio stava per terminare quando io, Zayn, e Liam ci incontrammo di nuovo. Aidan si era preso il raffreddore e Louis si era rifiutato di portarlo fuori, insistendo per rimanere a casa. Aveva anche insistito sul fatto che io dovessi andare, perché a quanto pare non era salutare per me socializzare con un limitato numero di persone. Non gli feci notare che, per essere precisi, era lui che socializzava con un numero limitato di persone e non io. 

 

Zayn sembrava stranamente affranto quando arrivai a casa sua dopo essersi reso conto che Aidan non era con me, borbottando un "è troppo chiedere di vedere il piccolo ogni tanto?" 

 

Più tardi mi chiesero quando avremmo battezzato Aidan, e a dire la verità io e Louis non ci avevamo pensato.  Quando lo dissi, Zayn balzò immediatamente dal divano e puntò un dito accusatorio verso di me. "Se non mi farai diventare padrino, ti rinnegherò," disse.

 

"Penso che dovrei parlarne con Lou prima di prometterti qualsiasi cosa," dissi. 

 

"E io?" chiese Liam, sembrando ferito.

 

Sbuffai. "Non voglio che prenda dei consigli di vita da te, quindi è un no, mi dispiace."

 

"Che cosa? Perché?"

 

"Hai dato un'occhiata ai tuoi capelli di recente?"

 

Sorrise imbarazzato e si passò una mano alla sua testa quasi rasata. "Abbiamo litigato, ero in una brutta situazione, non succederà più."

 

"Grazie a Dio," disse Zayn prima di aggiungere un mormorato: "non ho più niente a cui aggrapparmi," che ero abbastanza sicuro non avrei dovuto sentire.

 

Verso la fine di aprile mia madre si offrì di tenere Aidan per tutta la giornata in modo che io e Louis potessimo uscire e rilassarci e per 'essere di nuovo ragazzini per una sola volta', come aveva detto lei. Non ce l'aveva dovuto chiedere due volte. Tutto era iniziato piuttosto bene, con un piccolo picnic in riva al lago, e diventò ancora più bello quando Louis aveva deciso di mostrare l'esibizionista che era ed era salito sopra di me per cavalcarmi, proprio lì sul molo, con la maglietta ancora addosso e i boxer che pendevano da una gamba. Lo sguardo nei suoi occhi era in parte preoccupato, molto probabilmente per la paura di essere scoperti, e in parte eccitato. La preoccupazione, però, scomparve presto per dare spazio al desiderio, e quando venne, con le cosce che tremavano e una mano intorno al suo membro, emise un grido che non apparteneva sicuramente ad un ragazzo che aveva paura di essere scoperto. Fu quando stavamo tornando a casa, camminando lungo il sentiero piuttosto ampio del parco, che incontrammo sua mamma e Ian. 

 

Avevano l'abitudine di uscire nei parchi?

 

Mi innervosii all'istante quando li vidi, ma rimasi positivamente sorpreso dalla situazione.

 

Senza perdere tempo Louis si avvicinò a loro e si fermò ad un paio di metri di distanza. "Sai cosa," disse, con gli occhi puntati sulla madre, "se un giorno tornerai in te stessa e deciderai di venire a patti con il fatto che sono gay e che ho un figlio, sentiti libera di chiamarmi o mandarmi un messaggio, ma fino a quel giorno, non voglio vederti di nuovo. Quello che hai fatto questo Natale non deve più succedere; non puoi fingere che mio figlio non esista, non funziona in questo modo. Forse nel tuo mondo si, dato come stai ignorando tuo figlio, ma non nel mio."

 

Poi si rivolse ad Ian, che sembrava un po' scombussolato. "A te, d'altra parte, non voglio più vederti, non importa quante scuse mi offri."

 

E con quello si voltò verso di me, afferrò la mia mano e se ne andò. Non mandò ai due nemmeno un'altra occhiata, ma io sì, e vidi la rabbia negli occhi di Ian e una singola lacrima che cadeva dalla guancia di sua madre.

 

Quando arrivò il primo compleanno di Aidan, sia io che Louis eravamo sfiniti, per usare un eufemismo. Un intero anno passato a stare svegli fino a tarda notte, svegliarsi il mattino presto, cambiargli i pannolini, dargli da mangiare e Dio solo sa cos'altro, ed entrambi ci sentivamo piuttosto esausti. Il miracolo era che non avevamo mai litigato. C'era stata quella volta in cui mi aveva detto di 'togliermi dai piedi' quando avevo provato a baciarlo, dopo essere andati a letto dopo una giornata particolarmente lunga, e mi ero incazzato per un paio di giorni, ma oltre a quello nient'altro.

 

La mamma aveva detto che era una cosa normale. 

 

Avevo riso, pensando che non avesse mai detto qualcosa di più vero.

 

 

Note traduttrice:

Ebbene sì, è terminata. 

Ho voluto tradurre subito l'epilogo dato che come avrete notato non è lungo, ora mi metterò subito a lavoro per iniziare il sequel, quindi spero di riuscire a pubblicare il prima possibile. 

In ogni caso appena avrò il capitolo pronto, vi farò sapere QUI.  

A presto, Fra ♥️

   
 
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