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Autore: Saigo il SenzaVolto    07/12/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 

La Pancia del Mostro


Boruto aprì l’occhio sinistro.

Nulla. Non riusciva a vedere niente. Il più completo e totale buio gli si stagliava dinanzi. L’oscurità lo avvolgeva da tutte le direzioni, impedendogli di vedere qualsiasi cosa ci fosse anche ad un palmo dal naso. Non riusciva a capire dove si trovasse, non riusciva a vedere neanche ed un centimetro dai suoi occhi. Solo il buio regnava sovrano attorno a lui, accompagnato soltanto da un silenzio di tomba.

L’aria attorno a lui era fredda, pesante e stagnante, ed un rumore simile a quello che facevano le gocce d’acqua quando cadevano a terra era l’unico suono che si riusciva a sentire in quel buio.

Il biondo e tutti i suoi compagni rimasero di stucco.

Non se lo aspettavano. Erano rimasti scioccati. Fino a qualche istante fa si trovavano davanti al Muro assieme all’Eremita, ed un secondo dopo si erano ritrovati nel buio più assoluto, incapaci di vedere nulla.

“D-Dove siamo finiti?” esclamò Sakura, scioccata e confusa.

Naruto mosse freneticamente le mani davanti a sé. “Non vedo nulla!” urlò, il suo tono spaventato. “Ragazzi? Siete ancora qui? RAGAZZIIIIII!” La sua voce rimbombò con forza nel buio.

“SIAMO QUI IDIOTA!” lo zittì Sasuke, muovendosi verso la direzione della sua voce e toccandolo con una mano, ma neanche lui riusciva a vedere niente. “Piantala di urlare!”

“Perché è tutto così buio?” fece subito dopo la voce di Mikoto. “Non riesco a vedere niente neanche con lo Sharingan!”

“EHI!” gridò Eren, spaventato. “CHI MI HA TOCCATO?”

“Scusa” fece il jinchuuriki.

Sarada si muoveva in tutte le direzioni, confusa. “Hinata, riesci a vedere dove siamo?” domandò ad alta voce.

La Hyuuga scosse la testa, come se gli altri fossero in grado di vederla. “Non riesco a vedere nulla!” rispose, allarmata. “Tutta l’aria attorno a noi è piena di uno strano fumo fatto di chakra! I miei occhi non riescono a vedere nulla se non l’energia che ruota attorno a noi!”

“Che cosa?” esclamò Kushina, incredula.

Boruto aggrottò le sopracciglia, aprendo il Jougan. Quel che vide lo lasciò di stucco.

Tutta l’aria attorno a loro era letteralmente composta da fitte scie nere di energia che si muovevano in tutte le direzioni attorno a loro. Erano talmente numerose e dense che il suo occhio non riusciva neanche ad individuare la posizione dei suoi compagni. Tuttavia il suo Jougan pulsò con forza appena le vide, ed un brivido di disgusto gli precorse la schiena.

Boruto dovette reprimere un forte senso di nausea che gli tolse il fiato appena percepì quell’energia toccarlo.

Odio.

Lo riusciva a percepire. Lo riusciva a vedere. Lo riusciva a sentire sulla pelle.

Tutta quell’energia che danzava attorno a loro era completamente fatta d’odio. Non era semplice chakra che si muoveva nell’ambiente senza un motivo, ma bensì una densa e fitta coltre di odio e rabbia che aveva assunto forma eterea e che tempestava l’aria.

Il Nukenin fu pervaso da un senso di orrore. La sensazione che stava provando era diversa da qualsiasi altra sensazione che avesse mai provato prima d’ora.

Nella sua vita aveva percepito diversi tipi di odio ed emozioni negative col Jougan. Aveva imparato a percepire e riconoscere l’odio delle persone, quello degli animali, e anche quello dei Titani. Aveva persino imparato a riconoscere l’odio immenso dei Bijuu. Aveva imparato a riconoscere quel tanfo insostenibile di rabbia che i Demoni emettono con la loro presenza.

Ma questo, questo era qualcosa di diverso.

L’odio che stava percependo era indescrivibile. Non era per niente simile a quello dei Demoni del suo mondo. I Bijuu avevano un odio smisurato dentro di loro, un odio che Boruto aveva sentito diverse volte col suo occhio, specialmente quello del Kyuubi. Quello della Volpe e dei Bijuu era un odio che ardeva con così tanta forza e rabbia da riuscire a distruggere tutto con la sua presenza, fino a distruggere persino se stesso. Un odio che emanava un tanfo quasi percepibile nell’aria.

Ma quest’odio attorno a loro era completamente diverso. Era così forte da essere diventato visibile, e talmente fitto, denso e smisurato da non poterlo descrivere in nessuno modo. Un odio sottile e velato ma molto, molto più forte ed insostenibile di quello dei Demoni.

Possedeva in sé una rabbia ed un disgusto così forti che erano capaci di distruggere qualsiasi sentimento positivo. Quella miriade di emozioni negative tempestava l’aria come fumo, rendendo impossibile scorgere qualcosa nel buio. Era una sensazione di odio e desiderio di morte e distruzione che avvolgeva ogni essere vivente, ogni tipo di luce e ogni singola cosa che poteva esistere. Un odio gigantesco ed incalcolabile che non emetteva odore, ma che era talmente forte da aver assunto una forma eterea come l’energia. Un’energia che faceva accapponare la pelle al solo contatto.

Non sembrava essere nociva, ma la sua sola vista era insopportabile.

Boruto chiuse il Jougan di scatto e cominciò ad ansimare pesantemente, sopraffatto da quella sensazione insostenibile. Gli aveva letteralmente tolto il fiato. Non poteva sopportare una sensazione simile. Il senso di terrore e disgusto era troppo forte persino per lui. Le sue mani cominciarono a tremare, il suo occhio sinistro sgranato che si muoveva in tutte le direzioni nel tentativo di vedere qualche pericolo.

“C-Come può esistere un odio così forte?” esclamò mentalmente, allibito e sconvolto. “Non sono riuscito a sostenerlo per più di dieci secondi!”

Non riusciva a crederci. Non poteva essere. Il solo percepire quell’odio col suo occhio lo aveva sconvolto. Appena lo aveva sentito, il suo cuore era stato inondato da un terrore ed una paura che non aveva mai provato prima d’ora in tutta la sua vita. Un senso d’inquietudine che non riusciva a sopportare lo aveva completamente pervaso per tutto il corpo. Un terrore che lo aveva paralizzato del tutto.

Boruto deglutì, sconvolto. Quell’odio talmente raccapricciante non poteva essere qualcosa di naturale. Non poteva trovarsi in quel luogo senza un motivo.

C’era una sola spiegazione logica.

“I-Il drago è molto vicino!” realizzò subito il biondo, tentando di calmarsi con dei grossi respiri.

Minato, che si trovava vicino a lui in mezzo a quel buio, riuscì a sentire i suoi respiri affannosi e si allarmò subito.

“Boruto!” esclamò, teso. “Cosa succede? Sento che stai ansimando! Cosa ti è successo? Dove sei?”

Sarada sgranò gli occhi all’udire l’Hokage. “Boruto! Cosa succede?”

“Sto bene!” disse il ragazzo del futuro, riprendendo il fiato e calmandoli subito. “Tuttavia non riesco a spiegarvelo in questo momento. Naruto, attiva la modalità chakra della Volpe e vedrai tu stesso cosa è successo!”

Il biondo inarcò un sopracciglio, confuso, ma attivò lo stesso il chakra del Kyuubi come aveva detto il suo futuro figlio. Il suo corpo si rivestì di fiamme all’istante, fornendo finalmente una luce in mezzo a quel buio più assoluto. Tutti si voltarono verso di lui, avvicinandosi al suo corpo per vedersi tra loro.

Sakura si portò vicino al suo compagno. “Luce, finalmente!” sospirò con sollievo.

“Ragazzi, guardate!” disse Eren, osservando l’ambiente circostante grazie alla luce emessa dal corpo di Naruto.

Tutti gli altri si guardarono attorno. Erano completamente circondati da delle spesse pareti di roccia scure che formavano una specie di gigantesca caverna spaziosa. Il soffitto era alto almeno venti metri, e da esso pendevano verso il basso delle grosse stalattiti di pietra lunghe anche diversi metri, mentre il terreno era piano e irregolare, con diverse pozze d’acqua sparpagliate nei punti cavi del pavimento e alcune stalagmiti che s’innalzavano verso l’alto. Il suono costante di gocce d’acqua che cadevano a terra era l’unico rumore che si riusciva a sentire.

La caverna era enorme. Anche se non riuscivano a scorgere tutte le sue dimensioni a causa del buio, era ovvio che fosse gigantesca e spaziosa, ed era piena di buchi che percorrevano le pareti ai suoi lati, creando delle specie di gallerie nella roccia, mentre alle loro spalle s’interrompeva con una parete irregolare senza uscita.

Fugaku si osservò attorno con circospezione. “Sembra che ci troviamo dentro una caverna!”

Sasuke poggiò una mano su una delle pareti di roccia. “Ma perché siamo finiti qui?” si chiese ad alta voce. “L’Eremita ha detto che ci avrebbe condotto direttamente dal drago. Non mi sembra di vedere nessun drago in questo posto.”

“Invece siamo molto più vicini a quel drago di quel che tu creda.” lo incalzò subito dopo Boruto, fissando una colonna di roccia che si innalzava fino al soffitto.

Il suo sguardo era serio e teso, ed il suo occhio scrutava con attenzione ogni angolo della caverna.

Minato lo fissò con serietà. “Cosa vuoi dire, Boruto?”

Il ragazzo col mantello non gli rispose, ma si mise invece a fissare Naruto di sbieco. “Riesci a percepire qualcosa, Naruto?” domandò a sua volta.

Il biondo chiuse gli occhi appena udì la domanda del guerriero, concentrandosi e cercando di usare le sue abilità di sensore grazie alla Volpe per riuscire a percepire qualcosa.

Passarono diversi secondi di silenzio, mentre Hinata, Minato e tutti gli altri osservavano attentamente il ragazzo avvolto dal chakra arancione che continuava a tenere gli occhi chiusi.

Poi, di colpo, Naruto sgranò gli occhi e si mise ad urlare.

“AAAAAAHHH!” gridò, facendo un passo indietro ed afferrandosi la testa, i suoi occhi spalancati pieni di orrore che si muovevano in tutte le direzioni.

Non poteva essere. Non riusciva a crederci. Come poteva anche solo esistere una malignità simile? Come poteva esistere un odio talmente grande per ogni cosa?

Naruto sentì la morsa gelida della paura avvinghiarlo con forza appena percepì quella negatività nell’aria. Il suo corpo non riusciva a resistere. Era qualcosa di indescrivibile. Qualcosa di insostenibile. Tutto quell’odio, tutta quella rabbia che sentiva intorno a sé erano troppo forti, troppo soffocanti.

‘Naruto!’ urlò Kurama nella sua testa. ‘Smettila! Chiudi i tuoi sensi! Quest’odio è troppo forte, ti sta consumando dentro!’

Ma il ragazzo non riusciva a farlo. La paura, il terrore che quell’odio gli aveva suscitato dentro lo avevano paralizzato. Era troppo forte. Non era minimamente paragonabile all’odio del Kyuubi, che già di per sé era enorme e difficile da ignorare. Non riusciva a muoversi, non riusciva togliersi quell’espressione di paura dalla faccia.

L’odio del drago era troppo forte per riuscire a resistergli.

Tutti rimasero sconvolti dalla sua reazione.

“Naruto!” esclamò Kushina, sconvolta. “Cosa succede?”

Il biondo non le diede retta, indietreggiando e muovendo la testa di scatto come se stesse vedendo qualcosa di orribile con i sui occhi.

“No! No! No! No!” ripeteva incessantemente, la sua faccia colma di terrore ed incredulità. “No! No! No! No! NO! NO!”

Minato e gli altri si portarono subito vicino a lui, scioccati e terrorizzati.

“N-Naruto-kun!” esclamò Hinata, preoccupata nel vedere il suo amico agire in quel modo.

Sasuke lo osservò con uno sguardo teso. “Cosa stai facendo, Naruto? Calmati!”

“NARUTO!” urlò ancora suo padre, afferrandolo subito per le spalle. “Cosa succede? Cosa vedi?”

Ma il ragazzo non rispose, continuando a scuotere incessantemente la testa, il suo volto una maschera che esprimeva una paura che nessuno mai aveva visto riflessa in lui. Un terrore talmente grande che aveva lasciato sconvolti tutti loro. Il suo corpo prese a tremare incessantemente. Il ragazzo non riusciva a calmarsi.

Poi, di colpo, tutto si fermò.

SMACK!

Boruto si era portato affianco a lui in un secondo, sferrandogli uno schiaffo sulla guancia con forza.

Minato e Kushina rimasero sconvolti. Hinata sgranò gli occhi. Sarada rimase a bocca aperta.

Naruto si voltò leggermente verso il Nukenin dopo un secondo, fissandolo con gli occhi sgranati pieni di terrore e confusione.

Il ninja traditore ricambiò il suo sguardo col suo occhio freddo. “Calmati!” gli disse con un tono serio. “Non è il momento di lasciarsi prendere dal panico!”

Il jinchuuriki lo continuò a guardare, sconvolto. “L-Lo hai sentito anche tu?” domandò con voce tremante.

Boruto non rispose subito. Poi annuì col capo una sola volta. “Sì, l’ho sentito.” rispose semplicemente.

Naruto deglutì con forza, fissandolo con i suoi occhi sgranati. “C-Come puoi restare impassibile di fronte a questo?” gli chiese subito dopo disperatamente, alzando un braccio ed indicando un punto impreciso nell’aria. “Come fai ad essere così calmo in questa situazione?”

Il ragazzo del futuro sorrise lievemente. “Non sono rimasto impassibile,” gli disse lentamente, alzando le mani verso di lui. “Le mie mani hanno cominciato a tremare da sole, vedi. Anch’io ho paura in questo momento.”

Naruto lo fissò a bocca aperta. “Hai p-paura?” ripeté, sconvolto.

Boruto gli mise una mano sulla spalla. “Solo un idiota non ne avrebbe davanti a tutto questo.” disse ancora con un tono pacato. “Ma io non mi lascerò fermare dal timore in questo modo. Ho fatto una promessa. Ho preso una decisione, e non posso permettermi di mollare adesso.”

Naruto non disse nulla, continuando a fissarlo con uno sguardo allibito. Minato e gli altri rimasero in silenzio, insicuri di poter dire qualcosa.

Boruto lo fissò con uno sguardo penetrante. “E tu cosa farai, Naruto Uzumaki?” domandò a sua volta, la sua voce stranamente bassa e seria. “Cosa farai adesso che sai a cosa stiamo andando incontro?”

Il biondo rimase sconvolto da quella domanda. Cosa avrebbe fatto? Cosa poteva fare lui contro tutto quello?

L’odio che aveva percepito era riuscito da solo a mandarlo nel panico più totale. Che speranze avrebbe avuto mai contro una creatura capace di generare un odio simile?

Poi, di colpo, il giovane si ridestò.

Boruto aveva ragione. Non poteva arrendersi in questo modo. Non poteva pensare queste cose. Lui era Naruto Uzumaki, il futuro Hokage di Konoha. Non si sarebbe arreso, neanche dinanzi al drago.

Anche se alla fine quella creatura si sarebbe dimostrata troppo forte, lui non si sarebbe mai arreso. Lui non avrebbe mai ceduto.

Perché quello era il suo Nindo.

Facendo un grosso respiro, Naruto si riuscì a calmare dopo alcuni secondi.

“Grazie, Boruto…” disse alla fine, guardando il suo futuro figlio con uno sguardo pieno di gratitudine e riconoscimento.

Il ragazzo del futuro annuì semplicemente senza rispondere.

Tutti gli altri osservarono la scena con gli occhi sgranati, confusi ed incapaci di spiegarsi quello che stavano vedendo.

“Si può sapere cosa sta succedendo?” domandò improvvisamente Sakura, preoccupata.

Naruto si voltò verso di lei. “Scusate ragazzi,” disse con un tono serio. “Va tutto bene adesso. Non volevo farvi preoccupare. Ma quello che ho percepito è stato davvero raccapricciante…”

Fugaku aggrottò le sopracciglia. “Quello che hai percepito?” ripeté, confuso. “Che vuoi dire?”

Fu Boruto a rispondere. “L’aria attorno a noi è strana,” spiegò con il suo tono monotono e calmo. “Hinata ha detto prima che è piena di chakra, ma le cose non stanno proprio così. L’aria in questo luogo non è fatta di chakra, ma è interamente composta d’odio.”

Sarada sgranò gli occhi. “Odio?” chiese, scioccata.

Boruto annuì. “Il Byakugan non è in grado di percepire la natura dell’energia, ma il mio occhio sì. Tutta l’aria che ci circonda è piena d’odio e rabbia, e questi sentimenti sono talmente forti e profondi che hanno assunto una forma quasi concreta, sotto forma di energia visibile.”

“Come può essere?” lo interruppe Kushina. “Una cosa del genere è impossibile!”

Il ninja traditore la fissò con un sopraciglio incurvato. “Proprio tu dovresti sapere che è più che possibile, Uzumaki.” disse. “Anche i Bijuu sono in grado di manifestare il loro odio sotto forma di energia. Quando questo accade, di solito si riesce a percepire la loro ondata di negatività senza essere necessariamente dei sensori, visto l’enorme potere dei Demoni. Ma questo dovresti saperlo, visto che in passato eri la Forza Portante del Kyuubi.”

La donna rimase di stucco. Era vero. Come aveva fatto a non capirlo?

“Ma se qui l’aria è fatta interamente da emozioni negative,” s’intromise Minato seriamente. “Allora perché noi non percepiamo niente?”

Naruto fece un passo avanti. “Perché quest’odio è molto più intenso!” disse con enfasi. “Non so come spiegarlo, ma è diverso da quello di Kurama o degli altri Bijuu! È enormemente più forte e distruttivo, ma allo stesso tempo più sottile e velato! Non sono riuscito a sentirlo all’inizio, ma dopo che l’ho percepito non sono riuscito a sopportarlo! Era troppo terrificante!”

Gli occhi di Eren si ridussero a due fessure. “Ma cosa significa tutto questo?” domandò alla fine di quel discorso.

L’espressione di Boruto si fece solenne e tesa. “Dovresti averlo già intuito a questo punto, Eren.” rispose con un tono privo di emozione.

Hinata strinse nervosamente i pugni. “C-Ci stiamo avvicinando al drago, vero?”

Il silenzio calò tra tutti i presenti. Tutti abbassarono lo sguardo verso terra appena realizzarono quella cosa. La tensione riprese a regnare nel gruppo.

Boruto osservò i suoi compagni. Riusciva a vederlo chiaramente, senza aver bisogno del Jougan. Tutti i presenti avevano paura. Gli adulti non lo davano a vedere esplicitamente come i giovani, ma era chiaro ai suoi occhi che fossero tesi e preoccupati.

Ma lui non poteva biasimarli. Fino a qualche minuto fa lui stesso si era spaventato a morte appena aveva percepito e visto l’aura di negatività che il drago aveva in qualche modo disperso in questo luogo. Il solo pensiero di dover affrontare una creatura simile lo spaventava più di quanto volesse ammettere.

Senza contare inoltre la profezia.

Boruto era ormai rassegnato. Lo riusciva a sentire sulla sua pelle. Lo riusciva a percepire dentro il suo cuore.

Durante lo scontro, lui sarebbe morto.

Non aveva dubbi al riguardo. Era troppo scontato ai suoi occhi. Boruto era il più forte del gruppo, e per questo sarebbe stato anche l’unico che poteva permettersi maggiori libertà contro il drago.

Nonché il primo a dover rischiare la pelle contro di lui.

Era scontato che il drago avrebbe eliminato lui per primo. Uccidere il leader dei nemici era una strategia basilare. Il Nukenin se lo sentiva dentro. Non sarebbe stato lui a vincere contro il drago. Non sarebbe stato in grado di sopravvivere fino alla fine.

Ma nonostante questo, Boruto non aveva più paura. Si era ormai rassegnato in questi giorni a quella fine. Aveva accettato il suo destino. Non sarebbe scappato come un codardo. Non avrebbe esitato.

Era determinato a mettercela tutta. Era più che mai deciso ad affrontare quella creatura al suo massimo potenziale, in modo da offrire una speranza di salvezza ai suoi compagni. In modo da poter offrire loro un’opportunità di vittoria.

In modo da poter sperare che il loro mondo, e tutta la sua famiglia, potessero essere salvati.

Forse per questo motivo era l’unico che in quel momento non si era lasciato vincere dalla paura.

E adesso, osservando i suoi compagni, Boruto prese la sua decisione.

Avrebbe dovuto infondere loro la speranza. Ancora una volta, come aveva fatto molte volte sin da quando aveva assunto il ruolo di leader dell’Organizzazione Kara, gli toccava incitare e spronare i suoi compagni a proseguire. Per un’ultima volta nella sua vita, lui avrebbe dovuto condurre alla vittoria coloro che lottavano al suo fianco.

Per poi, alla fine, morire per donare a tutti loro questa speranza.

“So cosa state provando in questo momento,” cominciò a dire lentamente, attirando l’attenzione di tutti. “Anche io ho paura al pensiero di dover affrontare un drago. Se ci fosse una possibilità di scappare via in questo momento, sono certo che non esiterei a sfruttarla.”
Sarada lo guardò con tristezza.

Boruto sorrise amaramente. “Ma ormai non si può più scappare,” riprese a dire di nuovo. “Oramai abbiamo accettato la missione. E per questo motivo non possiamo arrenderci. Lotteremo con tutte le nostre forze, anche se il nemico potrebbe essere infinitamente più forte di noi! Non permetteremo a quel drago di vincere! Non ci lasceremo portare via le nostre vite! Dobbiamo impegnarci al massimo per raggiungere la vittoria!”

Naruto sorrise. “Hai ragione,” disse a sua volta. “Coraggio ragazzi! Che fine ha fatto la nostra determinazione? Che fine ha fatto lo spirito che avevamo prima?”

Il biondo si portò vicino ad Hinata, afferrandole una mano e facendola arrossire.

“Non permetteremo a nessuno di distruggere il nostro mondo!” dichiarò con foga. “Neanche ad uno stupido drago! Non siamo da soli, perché noi siamo una squadra! Ci proteggeremo l’un l’altro, e in questo modo saremo invincibili!”

Hinata sorrise. Naruto aveva ragione. Non potevano demoralizzarsi adesso. Non potevano lasciarsi vincere dalla paura. Avevano una responsabilità da compiere, e non avrebbero permesso a nessuno di impedire loro di portarla a termine.

E, in quel momento, Hinata decise per la seconda volta in vita sua che non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a Naruto. Non avrebbe permesso a nessuno di nuocergli in sua presenza.

Perché lei lo avrebbe difeso a costo della sua vita, proprio come quella volta contro Pain.

“Non ti deluderò, Naruto-kun!” pensò, stringendogli a sua volta la mano.

Anche Sasuke sembrò risollevarsi dopo quelle parole.

“Sei davvero pessimo a fare discorsi d’incitamento, tonto.” disse scherzosamente. “Ma stai pure certo che non permetterò a nessuno di uccidermi tanto facilmente.”

Poi, inaspettatamente, l’Uchiha si mise a fissare Sakura con un sorriso. La ragazza sgranò gli occhi. “Né abbandonerò una seconda volta i miei amici.” disse lui con sicurezza, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

Sakura sentì un’immensa gioia nascerle nel cuore all’udire le parole del suo amato Sasuke-kun. Finalmente, dopo quattro lunghi anni, il suo compagno era veramente tornato. Finalmente, dopo anni di inseguimenti, di dolore e di rimpianti, il suo vecchio compagno era tornato quello di prima.

Il Team 7 era tornato ad essere completo ancora una volta.

E lei era più che mai determinata a non permettere a nessuno di distruggerlo ancora una volta.

“Non permetterò a nessuno di rovinare tutto questo!” dichiarò con foga. “Insieme a Naruto e Sasuke-kun, sarò in grado di raggiungere l’impossibile!”

Gli adulti sorrisero nel vedere i giovani così motivati. Non poterono fare a meno di provare una punta d’orgoglio nel vederli così decisi. La loro determinazione era indomabile.

E anche loro non si sarebbero lasciati sconfiggere dalla paura.

Sarada sorrise lievemente, guardando di nascosto il suo vecchio amico con affetto.

Anche lei non poteva arrendersi. In questi giorni, le cose tra lei e Boruto avevano cominciato ad aggiustarsi sempre più, e non avrebbe permesso a nessuno di rovinare tutto.

Lo avrebbe protetto con la sua vita. Boruto temeva di morire nello scontro, ma lei era pronta a dimostrargli che una cosa simile non sarebbe mai successa. Non in sua presenza.

Perché lei lo avrebbe difeso, lo avrebbe protetto da tutto e tutti. E lo avrebbe fatto senza esitazione.

Perché Sarada Uchiha amava Boruto Uzumaki. Perché lo avrebbe amato per sempre, anche se lui fosse rimasto sempre un criminale.

Sconfiggere il drago le avrebbe però permesso di avere un’altra possibilità di riportare finalmente il suo amico nel Villaggio assieme lei. Non avrebbe sprecato quest’occasione. Non avrebbe permesso ad un insulso drago di rovinare tutto.

Con questi pensieri in testa, la giovane Uchiha si portò al fianco del suo amico.

Boruto si voltò verso di lei.

“Non temere, Bolt!” dichiarò lei con confidenza, sorridendo. “Non permetterò a nessuno di farti del male! Io ti guarderò le spalle ad ogni costo! Puoi stare certo che il drago non potrà neanche toccarti!”

Boruto continuò a fissarla per diversi secondi in silenzio, il suo sguardo indecifrabile. Non sapeva cosa dire. Non sapeva come reagire.

Adesso comprendeva meglio le azioni della sua vecchia amica. Adesso, dopo la sua confessione, aveva iniziato a guardarla con un occhio diverso. Aveva cominciato a trovare la sua compagnia meno irritante ogni giorno di più, ed era riuscito persino a starle vicino nel momento in cui lei ne aveva più bisogno.

Adesso che era quasi giunto alla fine della sua vita, Boruto capì che non poteva continuare a far soffrire quella ragazza. Capì che continuare a respingerla non era la cosa giusta da fare. Non era giusto. Non se lo meritava.

Tuttavia non poteva neanche permettere che lei continuasse a vivere in un’illusione. Non poteva farle credere di raggiungere qualcosa che non avrebbe mai ottenuto. E non solo perché lui amava Mikasa.

Ma perché lui sarebbe morto.

L’unica cosa che poteva fare per lei era smettere di essere freddo nei suoi confronti in questi suoi ultimi istanti di vita. Era l’unica cosa che poteva offrirle. L’unica consolazione che poteva donarle.

E poi, forse, con la sua morte lei avrebbe finalmente potuto andare avanti con la sua vita. Avrebbe potuto finalmente trovare la felicità senza continuare ad inseguire un criminale che l’aveva fatta soffrire per tutto questo tempo.

Con la sua morte, lei avrebbe smesso di soffrire per lui. Avrebbe finalmente avuto la possibilità di trovare un’altra persona che avrebbe ricambiato i suoi sentimenti.

Con la sua morte, Sarada Uchiha sarebbe stata liberata dalla maledizione del suo clan.

Era una magra consolazione per lui, ma pur sempre una consolazione.

E così, incredibilmente, Boruto sorrise.

“Grazie, Sarada.” le disse con sincerità.

La ragazza arrossì all’istante nel vedere quel sorriso genuino sul suo volto, e non riuscendo a sostenere quello sguardo la giovane distolse subito gli occhi, impacciata. Sentì le farfalle cominciare a muoversi con foga nel suo stomaco.

“N-Non c’è di che…” replicò lei, voltandosi di lato e aggiustandosi gli occhiali, imbarazzata.

Boruto inarcò un sopracciglio, confuso da quel suo atteggiamento inaspettato. Che cosa diavolo aveva adesso quella ragazza? Prima gli sorrideva con confidenza e poi non riusciva neanche a fissarlo negli occhi. Anche con Mikasa era successa la stessa cosa diverse volte, ma lui non ne comprendeva il motivo.

“Certo che le ragazze sono strane…” pensò tra sé.

Dopo alcuni secondi, Sarada lo guardò di sbieco con gli occhi. “P-Però…” riprese a dire di nuovo, la sua voce esitante ed incerta. “Se io lo farò, m-mi guarderai le spalle anche tu?” gli domandò, il suo volto ormai divenuto paonazzo.

Il Nukenin sorrise di nuovo, annuendo col capo. “Lo prometto.”

E dopo di ciò, vedendo che la tensione si era finalmente smorzata nel gruppo, Boruto ghignò con confidenza, alzando un pugno in alto. “Coraggio, ragazzi!” dichiarò con foga, la sua voce che riecheggiava con forza nella caverna. “Non lasciamoci scoraggiare! Insieme, tutti noi riusciremo a vincere! Niente e nessuno ci sconfiggerà, perché noi siamo imbattibili! L’unico che dovrebbe avere paura in questo momento è il drago!”

Eren, Naruto, Sarada, Sasuke, Hinata e Sakura sorrisero, i loro occhi ardenti di decisione.

Minato, Kushina, Fugaku e Mikoto annuirono con forza.

Non si sarebbero più arresi. Non avrebbero mollato. Non avrebbero permesso alla paura di avere la meglio una seconda volta.

Ma poi, come per ironia, accadde l’inaspettato.

“Oh? E sentiamo, di CHI dovrei avere paura in questo momento?” fece un’improvvisa voce profonda e sibilante, riecheggiando con forza nella caverna buia.




 

Note dell'autore!!!

Salve gente! Come promesso, ecco a voi il nuovo capitolo de 'La Battaglia di Eldia'.

Si inizia finalmente il conto alla rovescia. Mancano solo altri 10 capitoli al finale della storia! Perciò preparatevi, perchè i prossimi capitoli saranno intensi e molto, MOLTO importanti. Per tutti coloro che amano l'azione, le lotte e le narrazioni frenetiche, avrete modo a breve di vedere qualcosa che spero potrebbe piacervi! I nostri eroi ne passeranno delle belle, ve lo assicuro...

Il prossimo capitolo uscirà sabato 9 dicembre!

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e coloro che mi faranno sapere cosa ne pensano. Un abbraccio e a prestissimo! ;)
   
 
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