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Autore: WhiteRaven_sSR    08/12/2017    2 recensioni
Questa storia nasce dalla mia passione per i personaggi poco considerati o non protagonisti nelle opere in cui si muovono. E' ambientata nel mondo di Shadowhunters, ma i quattro stregoni protagonisti sono personaggi originali. Il rating potrebbe subire variazioni.
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"[...]I dubbi sorgono quando sono i Nephilim, gli Shadowhunters a fare le regole per tutti, basandole sulle loro esperienze, tradizioni, famiglie, punti di vista. Già. Ma che ne è di noi? Del nostro punto di vista. Che ne è dei Figli di Lilith che da sempre risolvono i loro casini? Anche noi abbiamo le nostre regole. E loro non sono nessuno per giudicarci!"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se Gilbert non svenne sul posto dopo essere sbiancato e successivamente arrossito, fu solo grazie alla propria tempra, in grado di sorreggerlo nei momenti più impensati. Davvero, a lungo andare si sentiva sempre più stupido e come biasimarlo con due colleghi millenari e uno che ti tratta da idiota anche quando non te lo meriti. Piccolo topo di biblioteca, non è colpa sua se s'intende più di cose passate che di cose recenti e come dire...vive.
In ogni caso pareva che tutti si fossero accorti chi avessero davanti. Tutti tranne lui, ovvio.
E' quello che ho detto” confermò Salem, riprendendo il discorso.
L'impazienza di Oskar iniziava a farsi sentire e loro parevano non avere altro tempo da perdere. La cosa andava risolta tra Nascosti, magari trovando un capro espiatorio, una persona perfetta da incastrare al momento giusto.
La vampira parve pensarci su, come se la cosa andasse ben oltre la semplice questione che veniva posta ora dai quattro. Perché uccidere qualcuno e insabbiare il tutto per loro era considerata una “questione semplice”. Gilbert iniziò a pentirsi di essere finito in quel caos. A dirla tutta aveva iniziato a pentirsene da quando era stato convocato dai due gemelli, ancora intento a chiedersi il vero motivo per cui fosse stato chiamato, ma era stato talmente preso dalla cosa che per un istante sembrava quasi essersene dimenticato. No, non se n'era dimenticato. Per essere precisi, ora che si trovò a pensarci bene, Salem non gli aveva mai detto per quale motivo lo aveva convocato, né perché fossero stati loro a volersi occupare del caso. Era così e basta. La questione andava rivista, poco ma sicuro, solo che al momento non gli parve il caso di immischiarsi nel bel mezzo del dialogo con una capoclan vampira.
Se vi dicessi che ho la persona perfetta da mettere in mezzo, cosa mi offrireste in cambio?” disse Allison, interrompendo i pensieri di Gilbert.
Oskar soffiò una risata, scuotendo la testa. Se prima in mezzo alla bolgia pareva essere a proprio agio, ora seduto dove stava, in quella posizione all'apparenza rilassata e tranquilla, sembrava una perfetta statua marmorea dallo sguardo raggelante. Bello e dannato.
Noah Lowtower e il nostro Gilbert sono diventati amici. Intimi.” Malizioso nel dirlo. “Sono certo che il loro scambio interculturale servirà a garantire armonia tra Nephilim e Nascosti, senza contare la questione riguardante il mannaro. Anche lui è stato coinvolto, a sua insaputa, ma coinvolto. Bisogna trovare un colpevole, mia cara, un colpevole che non sia un vampiro del luogo o i cagnolini avranno da ridire, penseranno che gli avete dichiarato guerra, e con un cadavere angelico di mezzo, sappiamo tutti chi andrà a sostenerli.” iniziò lo stesso corvo.
Non siamo intimi!” sbottò Gilbert, avvampando in viso.
Oskar squadrò la ragazza con intesa, lasciando immaginare il resto ai presenti, ovvero che lui aveva ragione e la cosa era stata perfettamente calcolata sin nel minimo dettaglio. Chiaramente a Gilbert la cosa non fu altrettanto comprensibile, sebbene notò che lo sguardo della vampira si fece più intenso, l'espressione divertita su quella pelle diafana dovuta alla trasformazione.
Potete garantirmi la sicurezza del mio clan per mezzo del ragazzo nephilim e di questo stregone?” osservando e indicando Gilbert come se non fosse lì a sentirli.
Nella frazione di secondo in cui il francese realizzò la cosa, tutto parve come bloccarsi nella propria testa. I suoni giungevano ovattati, le luci sempre più fastidiose sugli occhi, tanto da iniziare a fargli percepire una sensazione sgradevole allo stomaco, come un improvviso senso di nausea dovuto alla bassa pressione, capace di privarlo delle proprie forze e lasciarlo confuso, spaesato.
Mentre gli altri tre rimasero a parlare, lui dovette allontanarsi per uscire dalla stanza e successivamente dal locale, rimanendo appena fuori dall'entrata. Vomitò senza pensarci due volte, senza trattenersi per decoro come sarebbe stato solito fare e se avesse potuto sputare anche l'anima, ci avrebbe messo anche quella.
Realizzò ben presto che tutta quella storia non era stata altro che una farsa. L'essere convocato lì, quei tre disposti a venderlo in quel modo. Più che altro che si aspettavano, di poterlo usare a loro piacimento e potergli scaricare la colpa in quel modo? Non capiva bene tutta quella storia, ma in un certo senso si era fatta troppo contorta per il proprio animo tanto semplice, quanto buono. Perché si potevano dire molte cose di Gilbert, che fosse timido, giovane e anche inesperto vista la propria vita passata sui libri piuttosto che ad avere a che fare con le persone in carne ed ossa, con le opere d'arte vecchie di millenni, quando lui stesso è stato salvato da due stregoni millenari.
La vita fa schifo. O forse è lui ad essere sbagliato. Centocinquant'anni trascorsi a fare cosa? A studiare cosa? Ma soprattutto per chi?
Troppe domande e nessuna risposta. Nessuna per cui valesse la pena pensarci in quel momento.
Rimase lì, sedendosi a terra, per quelli che gli parvero secondi, minuti o forse ore, a ben pensarci non saprebbe dirlo nemmeno oggi con certezza, non volendoci più pensare, finchè qualcuno non lo rggiunse, accucciandosi per essere alla sua altezza, una caramella gommosa a forma di verme portata alle labbra e ai denti nel tentativo di staccarle la testa.
Tutto bene, piccino?” chiese Ash, sorridendogli.
Ti prego, basta. Sono stanco di essere trattato come un imbecille, basta...per favore...”
Che fosse stremato lo avrebbe capito chiunque, stanco e stufo di tutta quella storia, di essere sballottato in giro per una questione che non avrebbe nemmeno dovuto coinvolgerlo, per fargli avere una crisi di nervi.
Di Gilbert si potevano dire tante cose: che fosse timido, a tratti ingenuo, forse non la persona più espansiva del mondo, vista la propria natura da studioso, una specie di nerd del Mondo Nasosto, per metterla in termini semplici, ma di certo non si poteva dire che fosse malvagio. Neutrale fino a prova contraria, veramente buono in caso di necessità. Di norma non si faceva prendere da questioni che non lo riguardavano, ma era capace di intervenire se la situazione lo avesse richiesto. A modo proprio, certo, con la diplomazia, piuttosto che con la forza bruta. Quella era prerogativa di Oskar.
Ash sospirò, sedendoglisi di fianco, per qualche istante come volesse sembrare il più normale possibile, come trattenuto da qualcosa.
Hai capito che è successo lì dentro?”
Ma mi credete davvero così stupido?!”
Non ho detto questo. Ti ho chiesto se hai capito per filo e per segno ciò che è accaduto e sta accadendo.”
L'egiziano parve quasi serio per un istante, mentre gli occhi verdi, eterocromici per i due verdi diversi ma pur sempre verdi, del francese andarono alla ricerca di qualcosa o qualcuno lì attorno. Non che cercasse davvero qualcosa, semplice nervosismo. Le ginocchia vennero tirate al petto dal più giovane e le gambe circondate con le braccia, come se in quel modo avesse potuto difendersi da quell'attacco verbale.
Ho capito che mi avete usato per far stare tranquilli tutti, ecco che ho capito. Un Nephilim è morto, ucciso da un lupo mannaro che ha ricevuto un gingillo creato da Oskar, ma consegnato da un soggiogato di vampiri. La cosa mi fa pensare che fossero i vampiri stessi a voler uccidere il nephilim, ma hanno usato il mannaro per discolparsi. Oskar dice che si è limitato a vendere l'oggetto, il che fa di lui in un certo senso solo l'arma del delitto, ma non il colpevole. Quindi perché non andiamo dai Nephilim a dirgli che sono stati i vampiri?”
Se andassimo a dirgli una cosa del genere, i Nephilim darebbero il nulla osta ai lupi mannari di attaccare, probabilmente, e visti già i trascorsi per l'edificio, scoppierebbe una guerra interna tra clan. E chi pensi chiamerebbero a risolvere la situazione?”
Il sorriso di Ash per tanti era come ricevere una costante sensazione di calore e dolcezza, quando riusciva a mantenersi stabile per qualche minuto. E quella volta non fece eccezione. Empatico, lo stregone millenario era in grado di far sentire chiunque a proprio agio, se solo lo avesse voluto, quindi Gilbert si sentì pervaso da un calore e una sensazione mai provati prima, rassicurato, cullato con dolcezza, per così dire dalla magia naturale dell'altro.
Fu chiaro a entrambi il messaggio: con uno scoppio della guerra tra vampiri e lupi mannari, i Nephilim sarebbero dovuti intervenire e avrebbero chiesto a streghe e stregoni non solo il loro supporto, ma anche di ripulire il casino una volta sedato il problema.
Perdonami, ma sei ancora così giovane e inesperto che forse potresti non capire. Il nostro compito, oltre quello di farci i fatti nostri è quello di mantenere l'equilibrio. Se la città subisce danni perché due razze si scontrano, a pagarne le conseguenze saranno tutti.” riprese l'egiziano.
E i Seelie?”
La domanda lasciò sfuggire una risata allo stregone più anziano.
I Seelie non sono umani, Gilbert. Giocano ai soldatini con le loro stesse pedine e si schierano dalla parte di chi vince. E' il ciclo naturale delle cose.”
Metà angeli e metà demoni, non c'e da stupirsi se abbiano un comportamento tanto neutrale. Quindi Ash stava parlando di tregua, ma a lui le cose sembrarono ancora troppo confusionarie. Avevano tutto il quadro generale della cosa, ciò che non gli tornava era il motivo di un'azione simile.
Perchè i vampiri hanno attaccato i Nephilim?”
Volevano scaricare la colpa sui lupi mannari, visto che loro gli hanno rubato il palazzo in cui siamo stati, a quanto diceva Allison. Noi ci siamo finiti in mezzo perché Oskar era stato sospettato di aver creato l'oggetto, ma come biasimarlo, fa questo per vivere. Non ha mai negato di essere stato lui a creare l'anello e di averlo venduto, solo che giustamente non si ritiene responsabile per dove questo fosse andato a finire. Come dicevi tu prima, lui è solo un'arma che è stata impugnata da qualcuno, se commetti un omicidio sparando a qualcuno, fai causa a chi ha sparato, non al produttore dell'arma.”
Altrimenti addio fabbriche di coltelli, Colt e Winchester. Tutto questo caos per una rissa tra razze in clan di Nascosti di una delle città più influenti d'Europa. La cosa aveva senso per il francese, ma non lo mise certo di umore migliore, facendogli tornare quel senso di vomito che sentiva poco prima.
Quindi vuoi aiutarci a sedare il casino?” chiese quindi Ash, sorridendogli.
Per un attimo Gilbert si soffermò a osservarlo, nella carnagione abbronzata, i capelli bianco argento sbarazzini, con i ciuffetti ribelli sul collo e sulla fronte, talvolta fissati da una mollettina, talvolta lasciati liberi di vagare al soffio del vento e quei due rubini rosso sangue al posto degli occhi. Stupendi, nulla da dire, sebbene al momento l'umore dell'altro non fosse dei migliori. Si limitò ad annuire, facendosi aiutare a rialzarsi, prima che anche gli altri due uscissero dal locale e li raggiungessero.
La follia di Ash tornò a farsi sentire, la caramella ora in bocca, lasciata penzolare come fosse una preda di caccia, per lanciarsi addosso al fratello, sempre serio e composto.
Ora è tutto sotto controllo, dobbiamo solo avvisare i Nephilim che ci siamo occupati noi della questione e loro scriveranno un verbale da inviare al Conclave.” dichiarò Salem.
Ennesima questione che Gilbert non seppe spiegarsi, il motivo per cui quei due tenevano tanto alla neutralità e alla collaborazione con il Conclave, se di fatto ne avevano rifiutate le regole e le lettere di convocazione, alla quale non avevano mai risposto. Forse poteva trattarsi delle loro Case di Magia, sebbene avrebbero potuto benissimo spostarla in fretta una casa vittoriana di quelle dimensioni. Non aveva importanza ora, l'unica cosa che contava era sistemare quel pasticcio e tornarsene tutti a casa.

Nei due giorni successivi, vista l'ora con la quale avevano terminato al locale, tutti e quattro si diedero da fare per sistemare il sistemabile e lo stesso Oskar si propose di portare ai Nephilim prove, verbali e quant'altro, dopo aver raccolto le deposizioni di entrambi i clan Nascosti, per dimostrare la neutralità della propria posizione.
Gilbert si rese conto di essere stato usato, a fin di bene, ma pur sempre usato, rimanendo in contatto con il giovane Lowtower per sapere se avesse voluto saperne di più sui Nascosti o anche solo per trovarsi a bere qualcosa ogni tanto, magari con il giovane figlio di Nick, lupo mannaro anche lui, in una sorta di piccola combriccola tranquilla. Non sapeva che sarebbe stato l'inizio di un'amicizia e in parte ne fu soddisfatto per ciò che il futuro gli avrebbe portato.
In quanto ai gemelli, tornati alla Casa di Magia, spostata ora a Shoreditch Park, con applicato il solito incantesimo per cui i Mondani avrebbero dovuto naturalmente evitare la zona senza un motivo logico, puro e semplice istinto governato a loro insaputa dalla magia.
All'interno della casa il profumo di pulito, panni stesi e buona cucina dilagava imperterrito, con schiamazzi di bambini a destra e a manca mentre le inservienti sembravano impegnate a sfornare biscotti o qualche dolce simile, magari un plumcake fresco di forno.
In soggiorno i gemelli impegnati uno a leggere le notizie dei Mondani, l'altro a giocare in giro con fiori di luce magici o altri trucchetti simili.
Due tazze di the posate sul tavolino di fronte ai divani, il camino acceso ed entrambi in pigiama per ciò che concerne la comodità domestica, quello di Salem sobrio, un blu notte con righine verticali a formare una trama simile al tartan, quello di Ash bianco e rosso, con i pantaloni colorati, la maglia candida con un bel muso tondo di gattino grigio in stile cartoon cucito sopra, lasciato aperto ai lati in modo che fungesse anche da tasca.
Intento ancora a giocare, Ash si fermò dopo poco a guardare ciò che stava facendo il fratello e dopo averlo visto posare la tazza sul tavolo, si decise a saltargli addosso alle spalle, lo schienale del divano a frapporsi tra loro, le braccia buttate al suo collo in un abbraccio affettuoso.
Fratello!” gridò senza il minimo preavviso, tanto da far sobbalzare l'altro.
Diamine Ash, davvero dovrei rinchiuderti allo zoo...” sospirando.
L'altro parve divertito dalla cosa, ridacchiando allegramente come un bambino, scuotendo poi la testa al suo dire.
Sarebbe come rinchiudere una parte di te”
Quel sorriso dolce, spontaneo, ricco di sentimento, quasi ruppe la calma di Salem, che per un attimo si trovò a fissarlo con gli occhi quasi lucidi. Posò il giornale sul tavolo e aiutandosi con la magia trasse a sé l'altro, per stringerlo tra le braccia come quando erano bambini. Una smorfia quella che comparve sul volto del più serio dei due, il senso di colpa a farsi strada tra le viscere.
Potrai mai perdonarmi?”
In un primo momento Ash rimase confuso, ma alla domanda sorrise con dolcezza, accarezzando la testa del fratello con fare dolce e premuroso.
L'ho già fatto centinaia di anni fa, smettila di tormentarti”
Ma tu non dovresti sopportare certe cose se io...”
L'indice di Ash venne posto sulle labbra del fratello, lasciando la frase in sospeso. L'ennesimo sorriso elargito dal folle, ora più dolce dello zucchero stesso, andando poi a posare la fronte su quella dell'altro, comprensivo.
Sopporto ciò che ti avrebbe distrutto se non avessimo agito in questo modo. Sopporto ciò che tu non sei in grado di gestire. Sopporto e lo farò in eterno per te, fratello mio. Se tu muori, io muoio con te. Ti amo e lo sai.”
Un amore puro, fraterno, con un legame indissolubile, stretto dal sangue, dalle cellule che li rende fisicamente uguali, dalla magia e da quella sintonia che solo due gemelli possono avere.
Il sorriso di Salem tornò a mostrarsi sul suo volto, mentre accarezzava il fratello con dolcezza fraterna.
Anche io ti amo.”
Ash sembrò pensarci su poco dopo, cambiando argomento come se nulla fosse, come al solito, data la propria eccentrica follia.
Dici che Gilbert se la sia presa? E poi Oskar non lo abbiamo più sentito, sei sicuro che ha davvero consegnato le prove senza incendiare tutto l'istituto?” una risata dopo le parole, ben conscio del fatto che lo stregone oscuro non è esattamente la persona più buona del mondo.
Salem scosse la testa, ridacchiando a propria volta.
Se avesse distrutto l'istituto, ce ne saremmo accorti. Ci ha garantito che se ne fosse uscito pulito, non avrebbe mosso un muscolo contro i Nephilim di questa città, né contro chiunque altro. Di sicuro sta tramando qualcosa, o ha qualcosa da guadagnarci, non è da lui intervenire solo per discolparsi, il Conclave lo cerca da sempre, se non l'hanno ancora sbattuto in prigione a Idris è per la rete di conoscenze che si è costruito in queste centinaia di anni. Non è stupido, Ash, lo sai bene anche tu.”
A loro basta che la loro Case di Magia siano al sicuro ben lontane dalle grinfie degli shadowhunters, il resto è tutto di contorno. Entrambi si guardarono poi con aria furba, la malizia di ciò che loro sanno e che al resto del mondo è oscuro si fece largo sui loro volti, rendendoli ancora una volta complici di tutto e di nulla, in un silenzio complice che tutto dice e nulla spiega, la necessità di parola a scemare mano a mano.

Compito arduo il proprio, consegnare prove, deposizioni di persone, clan, ospiti...la tentazione di bruciare tutto era forte, ma poco importava quando tutto ciò ti sfama e ti sfamerà per il resto dei tuoi giorni. Quasi.
Diretto all'istituto della capitale, il corvo fu tentato di mandare tutto all'aria, odiando a morte quei maledetti figli dell'Angelo che si credono Dio in persona, ma visto il guadagno e le prospettive, non si sarebbe tirato indietro nemmeno se si fosse trattato del presidente in persona.
Varcò la soglia dopo i dovuti controlli, avendo annunciato tramite messaggio di fuoco il proprio arrivo, giusto per non mettere in allarme l'intero edificio o i Nephilim stessi. Che schifo i guerrieri angelici, gli sanno da quegli eroi in armatura, come i cavalieri di una volta, stereotipati e tutti uguali nell'onore e nel rispetto delle tradizioni. Per quanto anche lui sia tradizionalista, certe cose sono decisamente passate di moda.
Seccato nell'avanzare all'interno della struttura, si diresse verso l'ufficio del capofamiglia dopo aver intravisto un Noah Lowtower di troppo gironzolare lì attorno, osservandolo come fosse una specie di fenomeno da baraccone. In tutta risposta lo stregone in elegante giacca e cravatta nero come il buio, lo fulminò con lo sguardo dapprima di ghiaccio, poi di fiamma, levandosi di dosso il glamour per rendersi più credibile. Semplice tecnica intimidatoria la propria, nulla di magico o particolare.
Raggiunto lo studio, attese di essere annunciato da chi di dovere, dopo aver bussato alla porta, come l'educazione impone. Annoiato, si mise a guardarsi le unghie con noncuranza finchè un “avanti” proveniente dall'interno non gli lasciò il via libera.
Cartellette alla mano, non si fece ripetere nulla, per entrare nella sala ben poco semplice, visto l'arredamento. Per lo più legno, con camino in pietra levigata dalla grezza, a mantenerne uno stile un po' country, legato in parte alla natura inglese. La mobilia tutta in legno scuro ricordava quella dei college, consistendo in una scrivania, due divanetti con poltroncina e tavolino e un paio di sedie il tutto dalla tappezzeria tendente al verde, in un tessuto simile al velluto impiegato tra la fine dell'ottocento e gli inizi del novecento. Soprammobili qua e là ricordanti angeli o simboli tipicamente Nephilim riempivano la parte superiore del camino e a illuminare il tutto un'enorme vetrata anch'essa raffigurante un angelo, Raziel, ritratto con gli Strumenti Mortali e con rune di diversa natura sparse un po' ovunque nella cornice e nelle vetrate ai lati.
Charles Lowtower sostava seduto alla scrivania in fondo alla sala, alle sue spalle la vetrata a illuminarlo, come il figlio dell'Angelo che era, almeno per ciò che concerne il sangue, figlio di ben altro secondo il parere personale di Oskar.
Hai portato i documenti?” chiese Charles.
E tu hai portato i soldi?”
Sfacciato quando serve, il corvo lo fissò con aria di scherno per i successivi venti secondi almeno, prima che l'uomo sospirasse e si piegasse di lato, aprendo uno dei cassetti della scrivania, estraendone una busta piuttosto spessa.
Tutti uguali voi stregoni, non pensate ad altro che al denaro...in ogni caso i tuoi servigi terminano qui. Non credo che la mia famiglia avrà bisogno ulteriormente di te, puoi andare.” riprese l'inglese, sventolando la mano come se l'altro fosse un cane o qualcosa di simile.
Il tono e il gesto non piacquero per nulla allo stregone oscuro, ben più che propenso ad accendersi come un fiammifero per un nonnulla. Letteralmente.
Posate le cartelle e recuperati i soldi, infilati all'interno del cappotto, tornò a fissare l'altro, nervoso.
Attento a come parli, Nephilim. Sarai anche un figlio dell'Angelo protetto dal Conclave, ma non mi lascio intimorire da un pidocchio come te. Mi basta uno schiocco di dita per carbonizzarti, creare un fantoccio che muoia tra una settimana per arresto cardiaco e aprire un portale per andarmene chissà dove.”
Fai presto a parlare, quando accetti soldi da coloro che disprezzi”
Non esistono amore o disprezzo negli affari, dovresti saperlo. In più hai un bellissimo figlio. Non vorrei che per colpa di un padre tanto vile, quanto stupido, possa rimetterci la lingua, o perché no, un arto...”
Il Nephilim parve sbiancare. Pallido, si alzò in piedi, guardando lo stregone sotto shock, il labbro tremolante, gli occhi sbarrati per la preoccupazione, la sudorazione e la salivazione in aumento. Terrore, vero e proprio terrore che Oskar potesse fare del male alla sua famiglia.
Chiamerò la sicurezza!”
Chiamali pure, carbonizzerò senza pietà anche loro. Oppure digli tutto, digli che lo stregone ti ha minacciato dopo che gli hai dato dei soldi per aver messo a punto il brillante piano relativo all'uccisione del tuo rivale. In fondo Noah non avrebbe mai avuto le porte aperte con quello di mezzo. Cos'era un cugino? Uno zio? Tanto siete tutti parenti.” Un sorriso sadico comparve sul suo volto, facendolo apparire ancora più minaccioso di quanto già non fosse. Si avvicinò all'uomo, la mano portata ad accarezzargli il viso con malata malizia, nessun tipo di lascivia o attrazione, solo puro e semplice divertimento.
Quindi chiamali pure. Racconterò a tutti ciò che mi hai chiesto, compreso tuo figlio e poi mi divertirò a massacrarvi tutti quanti, si sa mai che alla fine lui decida di darmi una mano. In fondo quale shadowhunter lo vorrebbe mai un padre del genere?”
Non ci volle molto per vedere il Nephilim cedere, ricadendo sulla sedia dalla quale si era alzato poco prima, scoppiando in lacrime per la disperazione. Se qualcuno lo avesse scoperto, sarebbe stato condannato di sicuro. Un traditore, un assassino della propria razza e della propria famiglia. Lo ha fatto per suo figlio, per garantirgli un futuro o da solo non avrebbe mai potuto arrivare da nessuna parte vista la scala gerarchica imposta agli shadowhunters. Sarebbe morto sul campo, non sarebbero mai potuti tornare a Idris. Ma nulla si può mai dare per certo, lui ci ha provato.
Ti prego non farlo. Non dire nulla. Ti darò altri soldi, ti darò quello che vuoi!”
Ennesimo sorriso a increspargli il volto, la malizia mista alla furbizia di chi in pochi giorni era stato talmente abile da manipolarli tutti, dal primo all'ultimo.
Assicuratosi che i vampiri avessero ricevuto il proprio dono, aveva preso accordi con la capoclan per far si che uno dei suoi soggiogati desse l'anello al giovane lupo mannaro, che avrebbe perso il controllo e aggredito la persona specificata dalla magia stessa, a sua insaputa ovviamente. Ad Ash infatti con la sua magia non era stato chiesto di vedere l'aggressione, ma il venditore dell'anello, motivo per cui l'aggressione rimane tutt'oggi nella parte più segreta della mente di Sam, il lupo mannaro aggressore, non conscio delle proprie azioni. Ma Oskar potè ben immaginare come fosse andata, l'anello e la gemma erano stati incantati da lui e oltre al meccanismo programmato per scattare alla pressione, non si spiegherebbe come quella si fosse attivata. La risposta? Riconoscimento della persona come un comune incantesimo di localizzazione. Nervosismo indotto al giovane lupo, una spinta, da cosa nasce cosa e il veleno era penetrato nella sua pelle, avvelenandolo.
Il tutto per uno stupido palazzo tirato in ballo che i due clan si rubavano a vicenda in continuazione. Semplice e pulito, gli era poi bastato avvisare i gemelli con un tramite delle accuse mosse dall'istituto e dalla comunità Nephilim di Londra, mobilitandoli con la scusa di proteggere l'illegalità delle Case di Magia non regolamentate e sottoposte a ispezione da parte del Conclave. Nulla di più scontato. E per ultimo, ma non meno importante, la chiave a completare il puzzle: Gilbert. Giovane, ingenuo, perso nella sua convinzione che Nephilim e Nascosti possano andare d'accordo tra loro. Aveva chiesto lui una persona simile ai due gemelli, ma mai si sarebbe aspettato un simile babbeo.
Voglio il nulla osta per entrare e uscire dalla città, che i Nephilim non si mobilitino quando sanno della mia permanenza qui, voglio essere lasciato in pace.” esordì lo stregone. “E un altro paio di cose, la mia lista della spesa non è finita, non temere. Non ostacolare tuo figlio e Gilbert Lefevre. Se dovessero diventare amici, parenti o amanti, ostacolali e tornerò a farti visita, ma soprattutto...”
Una foto venne estratta dall'abito del corvo, ritraente una giovane bimba bionda, i tratti tipici di una creatura marina per ciò che concerne le orecchie allungate come due piccole pinne laterali e gli occhioni azzurro acqua a illuminarle il viso d'angelo.
Si chiama Carol. Carol...” in un primo momento non seppe che aggiungere, pensandoci qualche secondo, distogliendo lo sguardo prima di tornare a fissare l'altro. “Carol Svart. Voglio che abbia la vostra protezione in qualsiasi momento dovesse entrare nei confini del Regno Unito. So che a Belfast c'è un altro istituto, va avvisato in caso fosse necessario, ma la priorità va a questa città. Essendo immortali, la scadenza andrà alla tua morte, sarà una responsabilità della tua famiglia assicurarsi che lei sia al sicuro quando non è con me, il che vuol dire per i prossimi due anni almeno. Se lei muore, mi occuperò personalmente di distruggere ogni, singolo, membro della tua famiglia, siamo intesi? E sai che non scherzo.” Sorridendo soddisfatto, ben consapevole di avere il coltello dalla parte del manico. “Non ci provare a farmi uccidere, ho già avvisato un amico che se non dovessi sopravvivere a questo incontro, dovrà recarsi all'istituto di New York per comunicare direttamente con i rappresentanti dei Nascosti, che avviseranno il Conclave.”
Raggelante nello sguardo, terribile in quanto a furbizia, scherzare con lui equivale a giocare con il fuoco per rimanerne non ustionati, ma carbonizzati. E tutto non per un pugno di soldi, tutt'ora il caro stregone oscuro è più ricco di quanto possa permettersi di spendere un calciatore di fama mondiale, dati i suoi seicento anni di età, ma per una bambina. La sua bambina. Ancora piuttosto confuso in merito, sa che prima o poi si deciderà a portarsela via, crescendola come una strega normale, come si merita di essere, senza morti, distruzione e i Nephilim con le loro stupide regole. E quando ciò accadrà, avrà sotto controllo ogni cosa per lei. Quella è casa sua, dopotutto. E' in quella città che l'ha trovata ed è lì che intende garantirle sicurezza, oltre che nel proprio paese, la Svezia.
Tornato ai propri affari, vide l'uomo annuire, ancora in lacrime su una crisi di nervi probabilmente, ma l'accordo era stipulato e in trenta secondi un contratto magico su pergamena fece la sua comparsa, già scritto e timbrato, pronto solamente ad essere firmato. La diffidenza non è mai troppa.
Sei un bastardo...” disse l'uomo, digrignando i denti, esortato poi dallo stregone a firmare il contratto.
Lo prenderò come un complimento. Oh, basta una piccola goccia e si firmerà da solo.”
Sangue, ovviamente, che altro avrebbe potuto essere? E così fu siglato, con una minuscola goccia di sangue del nephilim, dopo essersi punto con uno dei propri tagliacarte, che dopo essere caduto sul foglio aveva preso a scorrere da solo, formando curve, punti e infine lettere, nella grafia di Charles Lowtower, lo stesso nome formatosi.
Ritirata la pergamena, Oskar la infilò nella giacca assieme al resto, salutando il nephilim che in meno di dieci minuti aveva risvoltato da capo a piedi, prendendolo per il collo, metaforicamente parlando, in attesa che si strozzasse da solo. Ormai lo aveva in pugno, lui così come tutto l'istituto, ovvero la sua intera famiglia.
E' stato un piacere, salutai tua moglie quando la vedi.” aggiunse, prima di uscire dalla stanza, diretto verso l'uscita.
Sarebbe uscito senza badare troppo al resto se non fosse stato per il solito Noah di troppo in giro a osservarlo e giusto per rigirare il dito nella piaga a quel poveraccio di suo padre, lo avvicinò senza troppi problemi.
Ehi, ragazzino! Scrivigli ogni tanto a Gilbert, mh? Sono sicuro che gli farebbe piacere sentirti ogni tanto, credo tu sia il primo Nephilim che conosce, quindi ti prego, tiramelo fuori da quel buco di museo in cui lavora!” disse, ridacchiando nel vederlo annuire con enfasi, prima di dirigersi verso l'uscita, deciso più che mai a sistemare le cose prima che la bimba potesse entrare a tutti gli effetti nella propria vita. Si diede due anni. Due anni per sistemare la casa, i portali, i negozi, ogni cosa che potesse renderla felice in un ambiente meno pieno di morte e cattiveria. Forse lui dovrebbe essere l'ultima persona a parlare di certe cose, ma al momento l'unica cosa che gli interessa è lei, il resto non conta.




Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.




Note: Finalmente questa storia ha visto una fine! Sono commossa XD Va bene, lo ammetto, tra impegni vari con l'università e altro sono stata parecchio impegnata, ma ammetto che alcune cose sono state lasciate in sospeso di proposito perché mi piacerebbe scrivere dei capitoli anche sugli altri personaggi. Vedremo se ne avrò il tempo ^^ per ora grazie a chiunque si sia preso la pazienza di leggere fino a qui, un grazie enorme, alla prossima, spero! <3
   
 
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