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Autore: Saigo il SenzaVolto    09/12/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 
 
(Quest'immagine NON è mia e NON rappresenta Vrangr! Serve solo a rendere un idea, a grandi linee, di come io mi sono immaginato il Drago)
 

 
 
 

Il Divoratore di Mondi



“Oh? E sentiamo, di CHI dovrei avere paura in questo momento?”

I dieci ninja assieme ad Eren sobbalzarono all’istante appena udirono quella voce parlare all’improvviso, voltandosi di scatto all’indietro. Boruto sentì un brivido di tensione enorme attraversargli la schiena. Sarada sgranò gli occhi, scioccata, fissando in tutte le direzioni nel tentativo di discernere una figura in mezzo a quel buio. Naruto trasalì all’improvviso, sconvolto.

Tutti cominciarono a guardarsi intorno, terrorizzati più che mai.

Ma non riuscirono a vedere niente. Non era possibile distinguere nulla in mezzo a quell’oscurità totale. Non si riusciva ad intravedere neanche una minima sagoma o figura nel buio. Niente di niente.

Passarono alcuni secondi di silenzio totale dopo che quella misteriosa voce pronunciò quelle parole. L’attesa era snervante e tesa. Naruto e gli altri continuavano a guardarsi freneticamente attorno per riuscire a discernere qualcosa in quella caverna.

Boruto era più teso che mai. “Non riesco a percepire nessuno!” esclamò mentalmente. “Non riesco a crederci! L’aura di negatività che impregna l’aria ci sta impedendo di percepire qualsiasi presenza ostile!”

Alla fine, il ragazzo del futuro prese quanto più coraggio aveva in corpo e parlò. “Chi ha parlato?” domandò all’oscurità a gran voce. “Chi sei?”

La sua unica risposta fu una specie di rumore sibilante, scattante e continuo, vagamente simile ad una risata.

Naruto strinse i denti, tentando di percepire qualche presenza ostile nei paraggi. Ma l’effetto non fu quello desiderato. Non riusciva a percepire assolutamente nulla. Non riusciva a sentire nessuna presenza vicino a loro. La causa di questo era quell’ondata fitta di negatività che impregnava l’aria, la quale gli impediva di riuscire a scovare chiunque fosse nascosto nell’ombra.

“Mostrati se hai coraggio!” urlò Sasuke a sua volta, i suoi occhi rossi che fiammeggiavano nel buio. “Fatti vedere!”

Questa volta, la misteriosa entità rispose subito.

“Bada a come parli, cucciolo d’uomo!” ribatté quella voce sibilante e profonda con un tono irritato. “Se solo lo avessi voluto, tu e tutto il resto del tuo branco sareste già morti senza neanche sapere cosa fosse successo!”

Minato fece un passo avanti. “Chi sei?” urlò con forza, scrutando l’oscurità davanti a lui.

La misteriosa entità nascosta nel buio emise una specie di sibilo gutturale, simile al rombo di un tuono.

“Davvero non lo avete capito?” rispose con ironia, il suo tono annoiato. “Eppure credevo voi che umani aveste un minimo di cervello!”

Naruto aumentò la forza delle fiamme di chakra attorno al suo corpo. “Perché non ce lo dici in faccia?” ribatté a sua volta. “O forse hai paura di mostrarti a noi?”

Appena il biondo finì di pronunciare quelle parole, una specie di rombo fragoroso riecheggiò nell’oscura caverna di pietra, spaventando tutti i presenti a morte.

“Ricordatevi lei mie parole, insulsi umani,” disse la voce, il suo tono improvvisamente pieno di rabbia e disgusto. “Un drago non ha paura di NIENTE!”

Appena quelle parole furono pronunciate, un improvviso getto di fuoco si stagliò dal nulla verso un lato della caverna, colpendo in pieno una serie di rocce cave. Il fuoco si propagò come liquido attraverso le fessure nella pietra, fino a raggiungere il lato opposto della caverna ed illuminando misteriosamente tutto l’ambiente precedentemente avvolto nel buio più totale.

E, dal centro della caverna profonda, s’innalzò lentamente una creatura.

Naruto e tutti gli altri sgranarono gli occhi, sconvolti nel vedere dal vivo qualcosa di simile.

La creatura era enorme. Lo si riusciva ad intuire con un solo sguardo. Non c’erano dubbi. Era accovacciata a terra di pancia, poggiata sul fondo della caverna di pietra con il corpo contratto e sdraiato in modo da impedire di notarne le dimensioni effettive, ma anche vista così, ad occhio e croce riusciva a raggiungere tranquillamente i venti metri di lunghezza totali, o forse anche di più. La sua enorme figura si ergeva possente all’interno della caverna, innalzandosi in alto assieme a delle enormi colonne di pietra che raggiungevano il soffitto.

Il suo aspetto era simile a quello di un rettile quadrupede gigantesco, completamente ricoperto di squame. Quest’ultime erano grosse, spesse e di colore nero, simili a delle rocce secolari, e rivestivano tutta la parte superiore del corpo della creatura e gran parte di quella inferiore che invece appariva invece scoperta e liscia solo in alcuni punti. Poggiava sul terreno quattro possenti zampe artigliate nere, ciascuna alta almeno sette metri, mentre dal suo lungo torso sbucava fuori una fitta serie di spuntoni di roccia scura, assieme a due grosse ali nere simili a quelle dei pipistrelli, piegate ed accartocciate come carta sopra la schiena della creatura. Dietro il suo possente corpo, una lunga coda sottile di colore nero che terminava con una specie di spuntone appuntito si muoveva e danzava ritmicamente nella caverna.

Quell’essere inoltre aveva un lungo collo ricoperto di squame nere che raggiungeva la lunghezza di circa cinque metri, sul cui vertice si ergeva con maestosità una grossa testa serpentina, ma molto più inquietante di qualsiasi altro tipo di serpente che i giovani eroi avessero mai visto.

La testa era enorme, almeno cinque metri di dimensioni, allungata e sottile, di forma quasi triangolare e ricoperta da squame. Una serie di denti affilati sbucavano fuori dalla mascella superiore della creatura, ognuno di almeno cinquanta centimetri di lunghezza. Presentava due spaventosi occhi rossi, quasi fiammeggianti, con una sottile iride nera al centro che fissava ognuno di loro con uno sguardo divertito e di superiorità. Quattro grosse corna nere simili a rocce appuntite sbucavano fuori dalla parte posteriore della testa della creatura, dandole un aspetto ancor più minaccioso e terrificante di quanto non lo fosse già.

Boruto sentì la morsa gelida della paura affondargli le viscere con prepotenza alla sola vista di quella bestia enorme. Naruto trattenne il fiato, restando a bocca aperta, completamente spaventato. Minato rimase impalato, fissando quella creatura con uno sguardo incredulo. Kushina restò immobile del tutto, la sua faccia una maschera di terrore e paura. Hinata cominciò a tremare incessantemente, i suoi occhi pallidi sgranati all’inverosimile e le mani avvinghiate tra loro. Sakura crollò in ginocchio, quasi sull’orlo di perdere i sensi a causa dello spavento. Sasuke non riuscì a muovere neanche un singolo muscolo del suo corpo per il terrore. Fugaku era rimasto sconvolto, e stringeva i pugni con una forza inaudita nel tentativo di restare concentrato. Mikoto fissava la creatura con le iridi talmente sgranate che per poco gli occhi non le sarebbero usciti fuori dalle orbite. Sarada era rimasta completamente immobile come una statua, la bocca aperta da più di dieci secondi. Eren prese a tremare come una foglia, mentre rivoli di sudore freddo gli colavano dalla faccia.

“N-N-Non posso credere che esita davvero una creatura simile!” pensò Minato, allibito e sconvolto.

Hinata cominciò a scuotere incessantemente la testa come nel tentativo di svegliarsi da un incubo orrendo. “NO! NO! Ho paura! Ho paura!”

“C-Cosa diavolo è quella cosa?!” urlò mentalmente Eren, fissando con gli occhi sgranati quell’essere gigantesco. “È decisamente troppo grande!”

Boruto cominciò a tremare leggermente, la sua paura improvvisamente moltiplicata di mille volte nel vedere con i suoi occhi quella bestia dinanzi a sé.

“E così q-quello è il drago….” fu l’unica cosa che riuscì a dire nella sua testa.

La possente creatura li osservò con uno sguardo minaccioso e divertito.

“E così siete voi quei fastidiosi moscerini di cui mi ero accorto un po’ di tempo fa!” disse con serietà il drago. “Sono davvero lieto di fare finalmente la vostra conoscenza!”

Naruto si riscosse leggermente. “T-Tu sei il drago? Sei v-veramente il drago Vrangr?” balbettò, sconvolto.

La creatura snudò i denti, come a fare un ghigno malizioso. “Siete decisamente più stupidi di quel che credevo!” rispose sarcasticamente. “Non riuscite neppure a formulare una parola dinanzi a me! Mi state deludendo, umani!”

Boruto si morse l’interno della guancia nel tentativo di calmarsi e placare il terrore che chiunque avrebbe provato nel ritrovarsi davanti ad un mostro simile. Facendo un grosso respiro, il guerriero si portò lontano dal gruppo, giungendo dinanzi all’immensa mole della creatura.

“Se ti eri accorto di noi da tempo,” riuscì a dire alla fine con un tono teso, tentando di non far trapelare la paura nella sua voce. “Allora dovresti anche sapere il motivo per cui ti stavamo cercando, drago!”

L’enorme rettile nero piegò il collo in basso e posò lo sguardo su di lui. Poi, con una rapidità disarmante, il drago avvicinò la testa a lui fino ad arrivare a qualche metro di distanza dal giovane, osservandolo con i suoi occhi gialli.

“Vedo che almeno tu sai usare quella minuscola testa che ti ritrovi, cucciolo d’uomo!” sibilò malvagiamente, schioccando i denti. “Sono sempre stato a conoscenza della vostra presenza in questo mondo, così come ho sempre saputo anche della vostra ‘eroica’ missione!”

Boruto continuò a fissarlo col suo occhio sinistro, incapace di muovere il suo corpo teso e rigido per lo spavento di trovarsi così vicino a quella creatura.

“E allora perché non ci hai ucciso prima?” domandò con una nota di nervosismo. “Perché non sei venuto a cercarci se sapevi che ti stavamo dando la caccia?”

Il drago ritrasse un po’ la testa e rise di gusto, emettendo di nuovo quel rombo gutturale profondo. “Non dirmi che pensate seriamente di poter riuscire ad uccidermi!” esclamò, incredulo e divertito. “Voi siete soltanto delle minuscole formiche al mio confronto! Dei miseri insetti che non hanno alcuna possibilità di fare nulla! Credi davvero che io potessi scomodarmi per uccidere delle mosche? Come hai potuto pensare che io potessi considerarvi una minaccia?”

Naruto e tutti gli altri osservavano la scena con gli occhi sgranati, incapaci di muovere un solo muscolo per lo spavento. La sola presenza e la sola vista di quella creatura mostruosa era riuscita a creare una paura talmente grande nei cuori di tutti che nessuno riusciva a formulare una sola parola o a muoversi.

Riuscivano tutti a sentire il suo potere senza neanche tentare di percepirlo. Era immenso, incalcolabile e al di là di qualunque cosa loro avessero mai potuto sperimentare. Era talmente grande e spaventoso da togliere il fiato. Non riuscivano letteralmente a fare nulla per lo spavento. Erano troppo terrorizzati.

Boruto cominciò a sua volta a tremare come una foglia, mentre la gigantesca testa del drago si avvicinava di nuovo a lui, fissandolo con interesse. La paura che stava provando in quel momento era talmente grande da non poter essere minimamente paragonata a nessun’altra esperienza che aveva vissuto in precedenza. Le sue mani non smettevano di tremare.

Il drago allungò il collo ed arrivò col muso a qualche centimetro dalla sua faccia, annusandolo con forza.

“Sei curioso, cucciolo d’uomo,” riprese a dire sibilando la creatura. “Riesco a fiutare qualcosa in te… Qualcosa di oscuro ed incredibilmente interessante nel tuo animo…”

Boruto sentì i brividi percorrergli la schiena con forza, osservando con l’occhio sgranato il drago che continuava a fiutarlo e cercando di ignorare l’odore disgustoso del suo alito che lo aveva travolto.

La bestia poi voltò la testa di lato, fissandolo col suo occhio destro giallo senza allontanarsi da lui.

“Chi sei, se posso chiederlo?” domandò con la sua voce profonda, osservandolo con un’aria minacciosamente terrificante.

Il Nukenin tentennò per alcuni secondi prima di rispondere, terrorizzato.

“B-Boruto Uzumaki!” rispose con voce tremante, riuscendo in qualche modo a ricambiare lo sguardo della creatura davanti a sé.

Il drago avvicinò ulteriormente l’iride verso di lui. “Boruto Uzumaki,” pronunciò a sua volta quel nome, come incuriosito dal suo suono. “Sono davvero lieto di fare la tua conoscenza.”

Il ragazzo sgranò ulteriormente l’occhio, continuando a tremare incessantemente. “L-Lieto?” ripeté, confuso ed incredulo.

“Riesco a sentire quello che hai nel cuore,” spiegò il drago lentamente, dilatando leggermente l’iride sottile del suo occhio mentre lo fissava. “E riesco a vedere che anche tu sei una persona che è alla costante ricerca del potere, proprio come me!”

Boruto lo fisso in silenzio, sconvolto. Dietro di lui, Naruto, Sarada, Eren e tutti gli altri continuavano ad osservare lo scambio di battute tra i due senza riuscire ad intervenire.

Il drago continuava ad osservarlo. “Riesco a percepire un grande odio dentro di te. Una rabbia e una sete di vendetta capaci di portare morte e distruzione a molti altri tuoi simili. Riesco a vedere un immenso desiderio di potere nel tuo cuore!”

Il guerriero continuava ad ascoltarlo con uno sguardo allibito.

“Io e te siamo molto simili, cucciolo d’uomo.” continuò a dire la creatura senza allontanare la testa da lui. “Entrambi proviamo odio e risentimento per il nostro destino, e desideriamo diventare più forti per riuscire ad avere la nostra vendetta su coloro che ci hanno fatto soffrire!”

Sarada sgranò gli occhi all’udire ciò. “C-Che cosa?”

Boruto non riusciva a crederci. Come faceva quel mostro a sapere così tante cose su di lui? Come aveva fatto ad accorgersi del suo desiderio di vendetta nei confronti del Villaggio e dell’Hokage?

“N-Non è vero,” ribatté debolmente il biondo. “Io e te non siamo per niente simili, drago!”

La gigantesca bestia snudò i denti. “Oh, invece lo siamo eccome!” riprese a dire ancora, il suo tono sadico e malvagio. “Riesco a fiutarlo chiaramente dentro di te, assieme al tuo terrore e al tuo sciocco tentativo di rinchiuderti dentro ad un’illusione! Quello che io sto facendo è esattamente quello che faresti anche tu pur di diventare più forte!”

Poi, senza dargli la possibilità di rispondere, il drago sollevò la testa, mettendosi a fissare il resto del gruppo alle spalle del ragazzo col mantello.

“E che ne è dei tuoi amici?” disse subito dopo. “Anche loro sono convinti che tu sia una buona persona? Credono davvero che tu sia diverso da me?”

Sarada sentì un’immensa rabbia inondarle il cuore nel sentire quel drago che insultava il suo amico. I suoi occhi divennero rosso fuoco, e la sua paura fu completamente sovrastata dall’odio, permettendole di dimenticare il terrore che aveva provato fino a quel momento.

“Almeno lui non ha causato l’estinzione di interi mondi!” esclamò improvvisamente la ragazza, attirando l’attenzione di tutti su di lei. “Non osare paragonarlo a te! Boruto non è un mostro assetato di potere, a differenza tua!”

Il Nukenin sgranò l’occhio e si voltò verso di lei. “Sarada!” esclamò, allibito e sconvolto. “Non fare pazzie! Non-“

“Ne sei sicura?” lo interruppe bruscamente il drago, inclinando la testa verso la giovane Uchiha. “Credi davvero che il tuo amico sia una persona buona come pensi? Credi che se ne avesse la possibilità non ucciderebbe i suoi genitori per quello che gli hanno fatto?”

Tutti i presenti rimasero sconvolti all’udire quella sentenza. Boruto sgranò l’occhio, completamente scioccato.

“Come fa a sapere queste cose?” urlò mentalmente.

Sarada rimase di stucco per un paio di secondi, prima di ritrovare la determinazione di prima.

“Lui non è un assassino!” dichiarò con fermezza e decisione, scioccando ulteriormente il biondo. “Non sai nulla di Boruto, quindi non permetterti di parlare di lui come se sapessi tutto!”

Naruto strinse i pugni. “Già!” esclamò a sua volta con forza. “Smettila di paragonarlo a te in questo modo! Boruto non è un mostro che gode nel distruggere la vita di centinaia e centinaia di persone come fai tu!”

Incredibilmente, il drago scoppiò a ridere appena udì le loro parole. Tutti lo osservarono con gli occhi sgranati, sconvolti.

“Credete che m’importi qualcosa delle persone che vivono nei mondi che ho distrutto?” riprese a dire con malvagità. “E perché dovrei? Voi umani siete soltanto dei patetici insetti senza alcuno scopo! Perché dovrei pensare alle vostre vite? Perché dovrei curarmi di salvare l’alveare, se distruggendolo posso ottenere tutto il miele che voglio?”

Naruto e gli altri lo ascoltarono con sgomento.

Il drago sollevò in alto la testa, osservandoli uno ad uno con i suoi occhi gialli.

“L’unica cosa che conta è il POTERE!” disse con la sua voce profonda e sibilante, mostrando i denti. “E riuscire a diventare sempre più forti è l’unica cosa che può garantire la libertà ad ogni razza! Noi draghi siamo sempre stati le creature più forti nell’universo, e per questo abbiamo sempre regnato incontrastati per millenni!”

Eren sentì un’immensa rabbia nascergli nel cuore all’udire quelle parole. Quel mostro stava dicendo le stesse identiche cose che aveva udito dire molte volte dai Marleyani. Stava affermando che ottenere il potere era l’unica cosa che contava veramente, e che per farlo si doveva agire in ogni modo possibile, anche commettendo atrocità.

La cosa lo fece imbestialire.

“Ma anche noi draghi non eravamo invincibili,” continuò a dire la creatura, mentre la sua voce assunse una nota carica di rabbia. “E sebbene fossimo immortali, la maggior parte di noi aveva perso l’interesse di continuare a mantenere la nostra supremazia nell’universo, decidendo di andarsene a vivere in pace in un luogo lontano da tutti! Quegli stupidi allocchi decisero di buttare al vento l’orgoglio e la supremazia della nostra razza sulle altre, e a causa di ciò tutti i mondi cominciarono a dimenticarsi di noi e a svilupparsi sempre di più! Fino a quando arrivò il giorno in cui un’altra razza riuscì ad ottenere un potere capace di eguagliare il nostro, e a causa di ciò scoppiò una terribile guerra che portò quasi alla totale estinzione di entrambe le razze!”

Boruto sentì l’occhio destro pulsare con forza mentre ascoltava le parole del drago, senza capirne il motivo.

“Che succede?” pensò tra sé, allarmato. “Perché il Jougan sta pulsando così senza un motivo?”

“Oltre a me, soltanto una decina di draghi sopravvissero alla guerra!” spiegò il drago, il suo sguardo colmo di rabbia e ferocia. “E sebbene avessimo vinto la battaglia, ormai eravamo troppo pochi per poter ristabilire la nostra supremazia nell’universo! E da quel giorno io capì che l’unico modo che avevo per restare al di sopra di tutte le altre razze era ottenere sempre più potere! L’unica cosa che mi avrebbe permesso di essere finalmente libero era diventare sempre più forte! E per questo motivo da allora ho sempre continuato ad assorbire il potere di diversi mondi, distruggendo chiunque volesse opporsi a me! Perché solo ottenendo altro potere sarei stato in grado di regnare per sempre sopra tutti gli altri esseri viventi!”

Naruto, Sasuke e gli altri rimasero sconvolti dalla storia.

Boruto sgranò gli occhi all’udire ciò, mentre una strana sensazione di nostalgia si formava dentro di lui.

Il drago se ne accorse. “Tu riesci a capirmi, vero?” disse, avvicinando la testa al Nukenin. “A differenza dei tuoi amici, tu sei capace di compiere qualsiasi cosa pur di ottenere il potere necessario a raggiungere i tuoi scopi, proprio come me. Tu ed io siamo uguali! Entrambi sappiamo la verità! E cioè che l’unica cosa che conta davvero è il POTERE!”

Il giovane continuò a fissarlo con uno sguardo allibito.

“Il potere è ciò che ci permette di essere incontrastati da tutti!” continuò il mostruoso rettile nero. “Il potere è l’unica cosa che ci rende liberi dal passato! E per ottenerlo noi due siamo disposti a fare qualunque cosa!”

“Boruto! Non starlo a sentire!” urlò improvvisamente Naruto dietro di lui. “Sta cercando di corromperti usando l’oscurità nel tuo cuore!”

“Non dargli retta!” gridò anche Kushina.

Poi, di colpo, Minato si smaterializzò in un secondo, portandosi subito dopo accanto a suo nipote. “Saremo anche degli insetti in confronto a te,” disse con un tono gelido rivolto verso il drago. “Ma non permetteremo a nessuno di ingannare un nostro compagno!”

Eren lo raggiunse a sua volta di corsa e poggiò una mano sulla spalla del Nukenin, facendolo voltare verso di lui. “Non lasciarti ingannare, Boruto!” gli intimò con foga. “Tu ed io sappiamo bene che il potere da solo non è ciò che rende libere le persone! Ricordi cosa hanno fatto i Marleyani? Loro sono stati corrotti dal potere proprio come lui! Il potere li ha resi schiavi, spingendoli a compiere azioni disumane!”

Boruto sgranò l’occhio. Come aveva fatto a non capirlo? Eren aveva ragione. Naruto aveva ragione. Sarada aveva ragione. Il potere non era ciò che desiderava nel suo cuore. Come aveva fatto a pensare anche solo per un secondo che quel drago avesse ragione?

Lui non lottava per ottenere sempre più potere. Non lottava perché voleva solo diventare più forte.

Boruto lottava per coloro che credevano in lui. Lui voleva diventare più forte per riuscire a proteggere le persone che gli stavano a cuore, e non per un guadagno personale e per la vendetta. Lui non era come Vrangr. Lui non era un mostro.

Lui era un Guerriero.

Con un sorriso, il ragazzo del futuro si riscosse dai suoi pensieri.

“Grazie Eren!” disse con sincerità rivolgendosi al suo amico. “Ti devo un favore!”

Il moro annuì con un sorriso.

Poi, volgendo lo sguardo verso il drago, Boruto aprì l’occhio destro di scatto, fissando la bestia con un sorriso confidente.

La creatura rimase di stucco appena vide quell’occhio, sconvolta.

‘Q-Quello è…’

“Credo che tu abbia preso un abbaglio, drago,” disse lentamente Boruto, il suo tono gelido come il ghiaccio. “Io non sono come te. A me non interessa il potere, né tantomeno m’interessa essere il più forte a discapito degli altri.”

Poi, facendo un grosso respiro, il Nukenin cominciò ad avanzare in avanti, portandosi proprio dinanzi alla testa del drago e fissandolo con un ghigno crudele.

“L’unica cosa che m’interessa è ucciderti e salvare le persone di questo mondo!” dichiarò velenosamente, sguainando la spada e puntandola verso di lui. “E stai certo che sono disposto a tutto pur di eliminarti dalla faccia della terra, schifoso parassita!”

L’espressione della creatura divenne istantaneamente contorta dalla rabbia, i suoi occhi schiumanti di una collera capace di distruggere intere montagne.

“Credi di potermi minacciare, insetto?” ruggì ferocemente il drago, fissando Boruto e tutti gli altri con odio e disgusto. “Io sono Vrangr, il Divoratore di Mondi! Non avete neanche una sola speranza contro di me! Credete davvero che la profezia di quel vecchio Eremita vi permetterà di vincere?”

Naruto e tutti gli altri si portarono vicino al ragazzo col mantello.

“Ti sbagli, lucertolone!” disse il jinchuuriki con un ghigno confidente. “Noi non crediamo di poterti vincere! Noi SAPPIAMO di poterti vincere! Non ci sono dubbi al riguardo!”

Sasuke sorrise con confidenza. “Hn. Se credi di farci paura ti sbagli di grosso, drago!” lo schernì senza esitazione.

“Oggi è giunta la tua ora, distruttore di mondi!” dichiarò subito dopo Boruto, il suo ghigno sempre presente. “Adesso l’unica cosa che otterrai è la morte! VERO RAGAZZI?”

I dieci guerrieri assunsero delle pose d’attacco all’istante.

“SÌ!!!” urlarono in coro tutti quanti, determinati più che mai ad abbattere quella creatura.

Il drago si issò lentamente da terra all’udire ciò, sollevandosi sulle zampe ed aprendo le ali con uno schiocco secco. La terra cominciò a tremare fragorosamente al suo movimento, le pareti della caverna si creparono e cominciarono a sgretolarsi. La sua coda colpì una colonna di roccia, frantumandola come se fosse fatta di vetro.

“Molto bene!” ruggì con ferocia Vrangr, ringhiando fragorosamente e sbattendo una possente zampa in avanti sul terreno della caverna, pronto a caricare. “Allora permettetemi di mostrarvi tutta la potenza di un DRAGO!”

E poi, dopo neanche un secondo, un getto copioso di fiamme rosse si scagliò addosso a loro dalle sue fauci.


 
 
Note dell'autore!!!

Salve gente! Ecco a voi il cinquantunesimo capitolo della storia. Spero possa esservi piaciuto!   
-9 capitoli alla fine...

Finalmente abbiamo conosciuto Vrangr, il drago così tanto temuto  e nominato sin dall'inizio della storia. Sarà davvero così potente come sembra? Riusciranno i nostri eroi a vincere la battaglia controdi lui? Da adesso in poi, i prossimi capitoli saranno pieni di azione e di lotte, perciò preparatevi; perchè il bello deve ancora arrivare! ;)

Il prossimo capitolo uscirà lunedì 11 dicembre!

Vi invito a lasciarmi un commento o a farmi quantomeno sapere cosa ne pensate, dato che siamo prossimi alla conclusione e mi piacerebbe sapere le vostre opinioni! Grazie a tutti coloro che leggeranno e che commenteranno! A resto! ;)
   
 
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