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Autore: Saigo il SenzaVolto    11/12/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 

La Battaglia di Eldia 1


Minato reagì all’istante.

Un attimo prima che le fiammate devastanti potessero abbattersi sopra di loro, il Quarto Hokage si teletrasportò assieme a tutti gli altri in un punto lontano dal raggio dell’attacco incendiario tramite l’Hiraishin no jutsu. (Tecnica del Teletrasporto)

Poi, con rapidità e maestria, Minato creò tre copie di se stesso formulando un sigillo con le mani, e i suoi tre cloni si portarono immediatamente alle varie estremità della caverna, circondando la possente creatura da quattro lati.

Il drago chiuse le fauci con un suono secco, interrompendo il getto di fuoco, e si voltò verso i dieci ninja ringhiando fragorosamente e frantumando diverse rocce col suo peso.

“Non così in fretta!” disse l’Hokage ad alta voce, le sue mani e quelle delle copie che passavano in rassegna a diversi sigilli con una rapidità disarmante.

Poi, senza donargli neanche il tempo di reagire, quattro giganteschi Rasengan che raggiungevano le dimensioni di sette metri l’uno si schiantarono addosso alla creatura senza pietà con un boato, ognuno sorretto e controllato da una copia del Quarto che si era lanciata contro il mostruoso rettile nero.

Vrangr ruggì, il suo corpo immenso schiacciato e compresso dalle quattro sfere di charkra vorticoso e compatto. Il suono assordante delle sue urla e delle sfere rotanti rimbombò nella caverna con forza e fragore. L’aria attorno ai Rasengan si fece vorticosa e densa di chakra.

Ma il drago non si lasciò intimidire.

Con un improvviso ruggito potente, la creatura aprì di scatto le ali e le zampe, issandosi in alto col busto e dissolvendo nel nulla gli attacchi che lo immobilizzavano con facilità, come se fossero stati completamente inefficaci. L’energia dei Rasengan giganti si dissolse nell’aria come fumo bluastro.

“Patetici insetti!” ringhiò crudelmente, aprendo le fauci. “I vostri attacchi non possono neanche scalfirmi!”

La pelle squamosa del suo collo sì illuminò improvvisamente dall’interno, e una serie di fiamme rosse cominciarono a fuoriuscire dalla sua bocca.

Sasuke sgranò gli occhi. “Via da qui!” urlò subito.

L’ordine fu eseguito all’istante. Naruto e tutti gli altri balzarono immediatamente lontano da un secondo getto copioso di fuoco talmente caldo da riuscire a fondere la roccia che investì, disperdendosi nella caverna.

Hinata si portò vicino ad una delle zampe anteriori del rettile, attivando i propri occhi. Quel che vide col Byakugan la fece impallidire.

L’energia che scorreva all’interno del corpo di quel drago era indescrivibile. L’unica parola che riusciva a rendere vagamente l’idea era ‘mostruosa’. Hinata non aveva mai visto prima d’ora un chakra così orripilante, così disgustoso. La sua massa densa e colma d’odio era enorme e quasi illimitata.

“C-Come può esistere una creatura con un chakra talmente orrendo?” pensò tra sé, sconvolta.

Vrangr però si accorse subito di lei ed alzò di scatto la possente zampa sinistra in alto, pronto a schiacciarla interamente con essa come una minuscola formica.

La Hyuuga sentì per un secondo la punta gelida del terrore insinuarsi nella sua mente, ma la soppresse all’istante. Non avrebbe esitato ancora una volta durante la missione.

E così, facendo appello a tutto il suo coraggio, Hinata portò immediatamente entrambe le mani davanti a sé, stringendo i denti per la tensione ed accettando la sfida del drago.

Hakke Kūhekishō!” (Doppio Palmo d’Aria)

Dai suoi palmi, un fortissimo getto d’aria solida si scagliò all’istante in avanti, generando un vero e proprio muro fatto d’aria compressa diretto contro l’enorme arto della creatura.

La zampa del drago scattò all’indietro non appena il getto d’aria la colpì in pieno, impedendogli di raggiungere il suolo e proteggendo la ragazza dall’attacco.

Vrangr la fissò con i suoi occhi gialli ricolmi di rabbia e spalancò le fauci, mentre una piccola sfera di energia rossa cominciò a formarsi e a crescere di dimensioni tra i suoi denti.

Fugaku s’irrigidì. “Q-Quella è…”

“…una sfera di chakra!” terminò mentalmente Sasuke, osservando con lo Sharingan l’enorme massa di energia che cresceva di secondo in secondo.

Quando la palla di energia raggiunse i cinque metri dimensioni, Vrangr fece scattare la testa in avanti, scagliando la sfera rossa contro la giovane Hyuuga che non ebbe neanche il tempo di evitarla in qualche modo.

Hinata serrò gli occhi, temendo di essere giunta alla fine.

Ma l’attacco non la raggiunse mai.

Perché Naruto si era improvvisamente materializzato davanti a lei, il suo corpo avvolto dal chakra fiammeggiante della Volpe ed il suo braccio destro teso in avanti, da cui si stagliava una lunga zampa eterea dorata che aveva letteralmente afferrato la sfera di energia prima che potesse finire addosso a lei.

“Te la restituisco!” ruggì il jinchuuriki con rabbia, scagliando subito dopo la sfera contro il mittente.

L’attacco colpì il drago in piena faccia, generando una grossa esplosione che fece frantumare sempre più le pareti della caverna. Vrangr ruggì di dolore, scuotendo la testa e divincolando il corpo furiosamente.

Naruto atterrò vicino ad Hinata, sollevandola di peso con le braccia e portandosi immediatamente accanto al resto del gruppo.

“G-Grazie Naruto-kun!” fu tutto ciò che riuscì a dire lei, ancora scossa ed imbarazzata dal fatto di essere sorretta dal suo eroe.

Il biondo ghignò mostrando i denti. “Di nulla Hinata-chan!” disse senza esitazione. “Ti ho fatto una promessa dopotutto, o sbaglio?”

“Sono lieta di vedere che andate così d’accordo,” li interruppe Mikoto subito dopo. “Ma adesso abbiamo un problema grosso di cui occuparci!”

I due ragazzi sgranarono gli occhi e si voltarono di scatto. Il drago si era immediatamente ripreso, e stava fissando gli undici piccoli umani dinanzi a sé con una rabbia talmente grande da far accapponare la pelle.

Con un ringhio profondo e fragoroso, la creatura si issò sulle zampe posteriori ed inspirò dalle narici spalancando le fauci una seconda volta, pronta a rigettare addosso a quei moscerini un fiume ardente di fuoco. Il terreno tremò con forza ad ogni movimento del suo corpo, le colonne di roccia che si stagliavano per la caverna si frantumarono in mille pezzi.

Naruto e gli altri sentirono un brivido intenso di terrore fargli accapponare la pelle nel vedere quella bestia che si accingeva ad attaccarli di nuovo, i suoi occhi minacciosi che li fissavano con odio e disgusto.

Sarada sgranò gli occhi. “Presto!” esclamò freneticamente. “Andiamo via da qui!”

Nessuno perse neanche un secondo. Non appena la ragazza terminò di pronunciare quelle parole, Naruto, Boruto, Eren e tutti gli altri scattarono all’indietro all’istante, entrando in una delle numerose gallerie presenti nelle pareti della caverna prima che il drago potesse attaccare una seconda volta.

Gli undici eroi corsero quanto più velocemente potevano all’interno della galleria buia per una ventina di secondi prima di rallentare gradualmente.

“Quel lucertolone non ci raggiungerà mai qui dentro!” disse Naruto con un sorriso.

Sakura sospirò, rallentando il passo ma continuando a correre. “Adesso possiamo approfittarne per formulare una strategia!” disse, la sua voce tesa. “Cosa pensate possiamo fa-”

All’improvviso però, un bagliore luminoso si accese alle loro spalle, illuminando debolmente la galleria.

“Huh?” fece Eren confuso, voltando la testa all’indietro. “Cos’è quello?”

Boruto sgranò gli occhi appena capì cosa stava succedendo. “Nulla di buono!” esclamò, sconvolto e teso. “PRESTO, CORRETE!”

Gli altri dieci rimasero confusi dalle sue parole per qualche istante, quando poi all’improvviso sentirono un’inaspettata folata di aria calda proveniente dal bagliore alle loro spalle investirli completamente.

Non ci misero molto a capire che erano nei guai fino al collo.

“Merda!” imprecò Fugaku, scioccato. “Quel drago vuole arrostirci vivi mentre siamo bloccati qui dentro!”

“NON PERDIAMO TEMPO!” urlò l’Hokage a gran voce, aumentando immediatamente la velocità della corsa. “SCAPPIAMO PRIMA CHE LE FIAMME CI RAGGIUNGANO!”

Gli undici compagni corsero con quanta più forza avevano in corpo, ma la galleria continuava a procedere nel buio più assoluto senza mostrare un uscita, e le fiamme alle loro spalle continuavano ad avanzare, facendosi sempre più vicine.

Dieci secondi. Ancora nulla.

“Coraggio, non possiamo mollare!” si disse mentalmente Kushina.

Venti secondi. Niente. Il fuoco si faceva sempre più visibile alle loro spalle.

“Dannazione! Quanto c*** è lungo questo tunnel?” imprecò Eren, correndo quanto più le sue gambe gli permettevano.

Trenta secondi. Ancora nulla. Il calore delle fiamme si fece sempre più intenso.

“Nonononononono!” gridò Sakura nella sua testa, terrorizzata. “Non può finire così!”

Quaranta secondi. Sempre e solo buio. Il fuoco li aveva quasi raggiunti da dietro.

“PORCA P******!” esclamò Boruto tra sé, stringendo i denti e continuando a correre all’impazzata. “Non posso aumentare la mia velocità e lasciare gli altri indietro! Di questo passo finiranno col farsi-”

Poi, come per miracolo, la vide.

Una luce si stagliò improvvisamente davanti a loro nel buio più totale. Un minuscolo barlume di luce era comparso all’improvviso all’orizzonte. Una piccola speranza di salvezza.

L’uscita della galleria.

“Eccola là!” esclamò Naruto. “L’uscita è proprio davanti a noi!”

“Non mollate!” intimò Sasuke a tutti. “Manca poco! Continuiamo a correre!”

Cinquanta secondi. La luce era sempre più intensa, le fiamme sempre più vicine.

“Forza!” pregò mentalmente Sarada. “FORZA!”

Cinquantacinque secondi.

Sessanta secondi.

E poi, finalmente, la luce li investì.

Gli undici compagni balzarono fuori dalla galleria appena un secondo prima di essere investiti da un getto di fiamme rosse che si stagliò fuori dal tunnel con una forza immane, crollando a terra pesantemente.

Tuttavia non ebbero neanche il tempo di riprendere il fiato.

Perché tutti loro si accorsero contemporaneamente di essere ritornati nella stessa caverna di prima, trovandosi faccia a faccia col drago nero che li fissava con uno sguardo ricolmo di derisione e ferocia.

“Bene bene,” sibilò Vrangr, snudando i denti aguzzi. “Sembra che questi insetti siano parecchio restii a morire!”

Kushina sgranò gli occhi, sconvolta. “Che cosa?!” urlò, incredula. “Siamo tornati di nuovo qui?!”

Naruto e tutti gli altri strinsero i denti, frustrati.

Il drago sbatté una zampa a terra, ringhiando sommessamente. “Non ve l’avevo detto?” disse, il suo tono sarcastico e sprezzante. “Ogni singola galleria qui dentro conduce sempre in questa caverna. Mi ero scordato di avvertirvi…”

Eren strinse i denti con rabbia, fissando l’enorme creatura con uno sguardo pieno d’odio. “Maledetto mostro!” sibilò rabbiosamente. “Adesso ti faccio vedere di cosa è capace un Titano!”

Il moro si portò una mano alla bocca, pronto ad azzannarla per riuscire a trasformarsi, ma un’altra mano lo afferrò improvvisamente per un braccio, impedendogli di mordersi il palmo.

“Non essere avventato, Eren!” lo ammonì immediatamente Boruto, i suoi occhi freddi fissi sul drago dinanzi a loro. “Non fare pazzie. Trasformarsi in Titano qui dentro è troppo rischioso e svantaggioso. Questo posto è troppo stretto e chiuso per poterlo affrontare in quel modo. Devi aspettare il momento giusto prima di fare la tua mossa.”

Eren lo guardò con forza. “Ma senza potermi trasformare sono inutile!” ribatté a sua volta, il suo tono frenetico e nervoso. “Non posso affrontarlo come fate voi! Cos’altro posso fare se non tentare di combattere quel drago?”

Sasuke fece un passo avanti, sorridendo feralmente. “Ti forniremo noi l’occasione giusta per trasformarti,” disse con un tono basso e serio. “Resta al sicuro fino a quando non ti daremo un segnale!”

Il ragazzo moro esitò per un istante, insicuro sul da farsi. Ma, prima che potesse controbattere, Boruto gli fece un cenno d’assenso col capo, sorridendo lievemente.

“Fidati di noi,” disse con sicurezza. “Ti forniremo l’occasione giusta per fare a pezzi quel drago! Te lo prometto!”

Eren fissò per qualche secondo gli occhi del Nukenin senza dire nulla, in cerca di qualsiasi traccia di esitazione e menzogna nel suo volto.

Non ne trovò.

Alla fine, il giovane annuì una sola volta con la testa. “Molto bene,” concesse loro dopo alcuni secondi. “Mi fiderò di voi!”

Detto questo, Sasuke si posizionò subito davanti al drago ed evocò immediatamente il suo Susanoo, imitato a sua volta da Sarada che fece lo stesso.

Due enormi figure spettrali s’innalzarono improvvisamente dal corpo dei due Uchiha con un possente ruggito, rispettivamente di colore violaceo e arancione. Il drago fissò le creature eteree con i denti snudati, ringhiando ferocemente.

Con un comando mentale, il Susanoo di Sasuke evocò nelle sue mani una gigantesca balestra viola, mentre quello di Sarada fece schioccare le dita, afferrando una lancia fatta di fuoco rosso che si materializzò nell’aria dal nulla.

“Sarada!” urlò Sasuke alla ragazza. “Dobbiamo colpirlo insieme!”

La giovane Uchiha annuì. “Al tuo segnale!”

Le due possenti creature presero la mira verso il bersaglio, ma le cose non sarebbero state così facili.

Il drago infatti non si lasciò intimidire, scattando subito con tutto il corpo in avanti e accingendosi ad azzannare uno dei Susanoo prima che potessero colpirlo. La roccia si frantumò ad ogni suo passo, la terra che tremava ad ogni singolo movimento del suo corpo.

Kushina strinse i denti. “Non pensarci neanche!” ruggì con rabbia, unendo le mani insieme.

Kongo Fusa!” (Catene d’Amianto)

Appena finì di pronunciare quelle parole, dalla sua schiena scattarono due grosse catene di chakra dorato che partirono in avanti e si avvinghiarono con forza attorno alle zampe della possente creatura. Il drago crollò a terra in avanti, sfregando il muso sulla roccia.

“Ha funzionato!” esclamò mentalmente la donna. “Adesso devo solo resister fino a quando-”

Ma non poté finire la frase. Il drago prese a divincolarsi immediatamente con forza, scuotendo tutto il corpo e ringhiando fragorosamente nel tentativo di distruggere le catene che gli bloccavano le zampe.

Kushina sgranò gli occhi. “Dannazione!”

Non perse neanche un secondo. Senza lasciarsi intimorire e sopraffare dalla furia del drago, la donna cominciò immediatamente a pompare sempre più chakra nel jutsu per far resistere le catene, infondendo l’energia del suo corpo nella tecnica.

Tuttavia, per quanto i suoi sforzi furono imponenti, Vrangr era più forte.

Con uno scatto repentino della testa, il drago azzannò coi denti la catena che gli avvolgeva la zampa destra, spezzandola con un suono secco e metallico.

KATON: Endan!” (Bomba di Fuoco) urlò Fugaku nello stesso momento, inspirando a pieni polmoni ed unendo le mani per formare un sigillo.

Una vorticosa fiammata ardente si stagliò addosso al drago subito dopo che l’Uchiha pronunciò quella tecnica, prima ancora che la possente creatura potesse muovere la testa. L’attacco lo centrò in pieno, generando un’esplosione immensa che rimbombò con forza e fragore per tutta la caverna.

“Preso!” disse Fugaku con un ghigno soddisfatto, interrompendo il flusso di fiamme.

Hinata tuttavia sgranò gli occhi. “No!” esclamò, osservando col Byakugan la scena, sconvolta. “Non ha avuto effetto!”

Appena il fumo generato dalla tecnica si dissolse infatti, un possente ruggito riecheggiò con fragore nell’aria, e dalla nuvola nera di fumo sbucò la testa del drago, i denti snudati in un ringhio feroce.

Fugaku trasalì, sbalordito. “N-Non l’ha nemmeno scalfito!”

Io sono fuoco!” ruggì Vrangr con la sua voce profonda e minacciosa, aprendo le fauci ed inspirando con forza. “Io sono MORTE!”

Poi dalla sua bocca partì un altro getto di fiamme ancor più grosso del precedente che si scagliò subito dopo addosso agli undici compagni, pronto ad incenerirli vivi.

“Oh no!” gridò Mikoto. “Non possiamo evitarlo!”

“Boruto!” urlò immediatamente il Quarto Hokage. “Adesso!”

Il suddetto biondino si mosse all’istante, posizionandosi con una velocità disumana in mezzo a Sasuke e Sarada davanti al resto del gruppo e formulando due sigilli con le mani.

SUITON,” disse poi, inspirando a sua volta dalle narici. “Suijinheki!” (Muro d’Acqua)

Una possente ondata d’acqua venne spruzzata fuori dalle sue labbra, andando a schiantarsi con forza contro le fiamme del drago. I due attacchi si scontrarono con un boato che fece tremare la terra e le pareti della caverna. I nove ninja assieme ad Eren furono costretti a ripararsi i volti con le mani dall’intensità dell’attacco.

Il drago tuttavia non demorse, aumentando di getto l’intensità delle fiamme. Boruto lo imitò a sua volta, piantando saldamente i piedi nella roccia ed aumentando la quantità d’acqua della tecnica.

I due attacchi continuarono a scontrarsi ed annullarsi a vicenda per una decina di secondi. Le fiamme del drago che si spegnevano venivano subito rimpiazzate da altre ancora più forti, mentre l’acqua emessa dal guerriero continuava ad investire il fuoco e ad evaporare ritmicamente, riempiendo l’aria della caverna di vapore e nebbia.

Naruto osservava la scena con gli occhi sgranati. “Come diavolo fa Boruto a riuscire ad eguagliare l’attacco di quel lucertolone?” si domandò tra sé, scioccato.

“La sua quantità di chakra è mostruosa!” realizzò Minato, osservando il nipote con un sorriso. “Riesce a tenere testa al getto di fuoco per così tanto tempo!”

Vrangr continuava a sputare fuoco e fiamme dalla bocca, fissando gli avversari con odio e furia. Ma era talmente preso dal tentativo di avere la meglio sulla tecnica d’acqua di quel moccioso davanti a sé che non riuscì a notare che uno degli altri dieci umani si era portato alle sue spalle.

Tutto ciò che vide fu la grossa punta appuntita di una stalattite che gli fu scagliata addosso di lato, preceduta da un grido roco di rabbia.

“Shannaroooo!”

Vrangr sgranò gli occhi, interrompendo subito il getto di fuoco e voltandosi appena, ma non riuscì ad evitare l’attacco a causa della catena di chakra che ancora gli avvolgeva la zampa sinistra impedendogli di muoversi. Il pezzo appuntito di roccia lo colpì sulla spalla con una forza che lui stesso non si sarebbe mai aspettato, facendolo sbilanciare per qualche secondo ma non causando nessun tipo di danno. Il dragò sollevò il busto per il rinculo del colpo, rivelando il petto. La stalattite però non riuscì a perforare le sue squame, frantumandosi in mille pezzi appena lo colpì.

Il drago snudò i denti, fissando la ragazza dai capelli rosa che gli aveva lanciato addosso la pietra acuminata. Quei minuscoli umani non sarebbero mai stati capaci di infliggergli alcun tipo di ferita. Stavano solo cercando invano di resistere alla loro inevitabile morte.

Sakura, posizionata dall’altro lato della caverna, sorrise mostrando i denti.

“Ora!”

Fu in quel momento che Vrangr sentì improvvisamente un sibilo acuto nell’aria. Ebbe il tempo di voltarsi appena per riuscire a vedere un’improvvisa freccia nera ed una lancia di fuoco che sfrecciavano contro di lui.

I due attacchi lo centrarono nel petto ancora scoperto, trapassandogli leggermente le squame sottili sulla pancia. Vrangr ruggì di dolore, azzannando l’aria e muovendo freneticamente le zampe in avanti.

All’interno delle due spettrali figure umanoidi, Sarada e Sasuke ghignarono di trionfo.

Gli attacchi conficcati nel petto del drago esplosero dopo un secondo con un boato pazzesco, generando rispettivamente un’ondata di fiamme nere e rosse che si propagarono per tutto il torso della creatura. Le fiamme bruciarono e ruggirono con forza, investendo il corpo del drago senza pietà.

Vrangr emise un suono gutturale di dolore simile ad un ringhio, continuando a divincolare il suo enorme corpo con rabbia e furia.

Poi, senza lasciargli un attimo di tregua, Boruto saltò sopra una roccia sporgente e passò in rassegna ad una serie complessa di sigilli con le mani, inspirando una seconda volta dal naso.

SUITON: Futtosui!” (Getto Bollente) esclamò mentalmente il ragazzo col mantello.

Dalla sua bocca uscì fuori un getto d’acqua ad elevatissima temperatura, la quale andò ad investire il drago ancora dolorante come un’onda immensa, inondandolo completamente.

Vrangr ruggì fragorosamente, divincolandosi e scuotendo la testa, ma fu tutto inutile. L’acqua fumante riempì la caverna in un batter d’occhio, sommergendolo del tutto in meno di cinque secondi.

Ma non era finita.

DOTON,” fece a sua volta Fugaku dopo un secondo. “Kotai no Doro!” (Fango Solidificante)

Dal suo soffio si generò invece un getto copioso di fango grigio che andò a mescolarsi all’acqua bollente che aveva sommerso interamente il drago, formando così una sostanza vischiosa e molle di colore bruno.

Ed infine, senza perdere un secondo, Mikoto si portò a sua volta affianco al marito.

Katon: Karyuu Endan!” (Soffio del Drago)

Un soffio di fuoco ardente andò a colpire la miscela di acqua e fango grazie alla tecnica della donna, la quale cominciò ad asciugare e solidificare così tutto il fango nell’acqua, creando una specie di cemento duro che aveva ricoperto tutta la caverna nel punto in cui si trovava immerso il drago.

Passarono diversi secondi prima che i due Uchiha annullassero la tecnica. Il silenzio più glaciale prese a regnare nella caverna.

Naruto e tutti gli altri si portarono vicino a Boruto, Fugaku e Mikoto, osservando lo strato di cemento solido che avevano creato con le loro tecniche.

“C-Ce l’avete fatta?” domandò Eren, incredulo. “Lo avete davvero sconfitto?”

Come a volergli rispondere, una grossa crepa si formò all’improvviso nel cemento.

Hinata sgranò gli occhi. “N-Non credo proprio!” balbettò terrorizzata.

E poi, senza preavviso, un potentissimo raggio d’energia rossa si stagliò con forza in aria dallo strato di cemento, colpendo in pieno con forza il soffitto della caverna e distruggendo roccia e pietra nel punto in cui lo aveva colpito. I detriti crollarono a terra con un tonfo profondo, generando una grossa nuvola di fumo.

E con sommo stupore di tutti, un gigantesco foro si era formato sul soffitto nel punto colpito dall’attacco; un buco attraverso cui si riusciva a vedere il cielo fuori dalla caverna.

Naruto e gli altri rimasero a bocca aperta.

Vrangr s’issò di scatto fuori dal cemento con un ruggito assordante e carico di rabbia, frantumando col suo corpo lo strato di fango solido ed acqua e muovendo le zampe freneticamente. Il suo corpo era pieno di macchie marroni e fango, gli occhi gialli che fissavano il mondo con rabbia e odio.

“Maledetti insetti schifosi!” ruggì il drago con una ferocia talmente grande che fece accapponare la pelle a tutti. “Adesso ve la farò pagare cara!”

Poi, ringhiando fragorosamente, Vrangr aprì di scatto le sue enormi ali e fece un balzo portentoso, saltando sul soffitto della caverna ed aggrappandosi alle rocce sporgenti con gli artigli delle zampe.

E poi, arrampicandosi con forza sulla parete della caverna, il drago raggiunse il foro del soffitto, uscendo completamente fuori.

“Adesso vi mostrerò il significato della parola MORTE!”

Detto questo, spalancando completamente le ali, Vrangr lanciò un ruggito portentoso all’aria, librandosi subito dopo nel cielo e cominciando a volare in alto, avvitando contemporaneamente tutto il suo corpo per liberarsi dal fango che lo invischiava.

Dalla base della caverna, gli undici compagni lo osservavano con gli occhi sgranati pieni di terrore e sconvolgimento.

“Le cose si mettono male…” disse lentamente Boruto.



 
 
Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Come promesso, ecco a voi la prima parte dello scontro tra i nostri eroi ed il leggendario Vrangr, il drago divoratore di Mondi. Spero che possa piacervi.

Piccolo spoiler: vi assicuro che non avete ancora visto niente! La battaglia è appena iniziata, e il bello deve ancora venire. Per tutti coloro che sono rimasti delusi dalla poca 'epicità' di questo captolo e che si aspettano azione, scontri epici e freneticità, allora in futuro spero potrete gradire come si evolverà la battaglia. Naruto e tutti gli altri dovranno mettercela davvero tutta per riscire a vincere!

Il prossimo capitolo uscirà mercoledì 13 dicembre!

Come sempre, vi esorto col cuore a farmi sapere le vostre opinoni, negative o positive che siano, così che io possa confrontarmi con voi e sapere cosa ne pensate per riuscire a migliorare in futuro. Le critiche sono sembre ben accette, ed io sono aperto a qualsiasi tipo di parere esterno. Vi ringrazio in anticipo, e ringrazio anche tutti coloro che mi stanno facendo sapere le loro opinioni sulla storia che ho ideato.
A presto! ;)
   
 
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